2. C’è chi la definisce una bicocca
affumicata, e chi la guarda più
realisticamente.
La verità, comunque, rimane
sempre la stessa.
Orte è un piccolo paese che
poggia su un masso tufaceo, a
centocinquanta metri sul livello
del mare e centotrenta su
quello del Tevere.
3. Al tempo di Marcantonio le stagioni si distinguevano ancora facilmente.
La primavera, temutissima dai contadini per il suo possibile carico di tempeste,
eracaratterizzata da fitte nebbie che avvolgevano il tufo e da rondini che facevano i nidi
sotto i cornicioni del Duomo. L’ estate era sfumata di giallo: giallo verde sopra a Sassofreddo,
giallo oro per le scappie di Pitignano e Piscinale, giallo zucca sopra le colline di Montoro,
giallo tabacco a Molignano, giallo creta lungo le Baucche….
4. Dalla stesura del testo “ Un’ Isola d’oro “
, ( quasi sessanta anni fa ) Orte è
cambiata:L’abitato è “invecchiato”, le persone
non prestano la dovuta attenzione
al loro territorio
Alcuni addirittura dicono che, dagli anni
‘50, Orte abbia perso la sua magia.
Andiamo a vedere le principali differenze
tra ieri e oggi
5. Ieri Oggi
Le vie del Centro storico
sgombre
Le vie e la piazza sempre
piene di macchine
La piazza considerata come
punto di ritrovo
La piazza spesso vuota e
abbandonata
La gente seduta sulle scale
della chiesa a parlare
La gente distratta attraversa
frettolosamente la piazza
6. “ E’ preferibile un amore alla lontana
verso la bicocca. Ma questa cautela
non potrebb’ essere un indice della
fragilità di questo mondo?
Non è forse, invece, il contrasto
visibile e vissuto tra la realtà di oggi e
quella che ci sembra di aver toccato
nei verdi anni, che può meglio
mettere a prova la qualità del nostro
patrimonio spirituale, metro umano
per le cronache e le opinioni sui fatti e
sui sogni di ieri e di oggi? “
L’Arifuggi
7. Gli orti di ieri
Intorno all’isola le primizie
abbondavano.
Gli sforzi continui dei maestri ortolani
venivano quasi sempre ripagati con la
raccolta di ottimi prodotti: cocomeri,
puntarelle di cicoria, pisellini, carciofi,
fave, fagioli cannellini…
Negli orti, curati nei minimi particolari,
girasoli e limoni doravano il perimetro
dell’ abitato, motivo per cui Orte meritò
l’appellativo di isola d’oro.
8. Gli orti dei nostri tempi
Negli ultimi cinquant’anni, il numero delle persone
impiegato nei servizi ha decisamente superato gli altri
settori.
Non c’è quindi da meravigliarsi se ad Orte non
ritroviamo più i vecchi maestri ortolani di una volta.
Restano pochi contadini che lavorano in aziende
agricole usando mezzi e tecnologie moderne. Il
lavoro manuale è stato quasi del tutto rimosso.
9. La stazione di Orte risale al
diciannovesimo secolo.
Nell’agosto del 1943, durante la
Seconda Guerra Mondiale, quando
Orte Scalo venne bombardata nel
tentativo di rompere le comunicazioni
ferroviarie, la stazione riportò notevoli
danni.
10. Dopo la ricostruzione, la stazione ha
assunto un aspetto nuovo, più moderno
E’ stato, da tempo, aggiunto un servizio
di autobus ed uno di taxi per collegare i
pendolari ai paesi limitrofi.
Orte rimane sempre un importante e
conosciuto snodo ferroviario, in cui si
stima il transito di circa tre milioni di
viaggiatori l’anno.
11. L’uomo è solo
La favola parla di un contadino di
nome Sampalunga che, quando si
accorse di essere solo, provò per
tanto tempo e in tanti modi a
risolvere la sua solitudine; poi un
giorno lo videro entrare in Chiesa…
Il povero e il ricco
La storia, sempre la stessa e
spesso cantilenata, narra del
contrasto tra un contadino
felice della sua modesta vita e
un ricco che ama sfoggiare le
sue ricchezze.
12. L’uomo è solo
La favola di nonna
Nazzarena, all’apparenza
un po’ banale, ha l’intento
di spiegarci una grande
verità: nessun uomo è mai
solo se riesce ad incontrare
nella sua vita Dio.
Il povero e il ricco
La favola ci insegna che
se ricchi e poveri
collaborassero la vita
sarebbe più semplice.
Di Marcantonio non crede
a tutto ciò, perché
sostiene che non si potrà
mai arrivare ad uno stato
unico fra le due parti.
13. Orte, una storia dolorosa:
il bombardamento
Il 29 agosto 1943 furono sganciate alcune bombe su Orte Scalo, nel tentativo di
rompere la linea ferroviaria Orte-Ancona.
I tiri furono però molto imprecisi e finirono in gran parte sulla collina a sud-ovest
dello Scalo.
Le vittime furono molte: circa 114, oltre a molti feriti.
Nei giorni seguenti i duemila abitanti di Orte Scalo si rifugiarono nei paesi vicini;
solo duecento rimasero sul posto a svolgere le loro mansioni giornaliere.
Ormai sono passati più di settant’anni, ma questa orribile vicenda
rimane ancora nel cuore degli ortani.
14. Orte è ancora un’isola d’oro?
Il piccolo paese arroccato su una collina di
tufo, dalle case mal distribuite, i vicoli stretti e la
gente avvolta da una storica pigrezza, è ancora
un’isola?
E’ ancora il luogo in cui si può “progredire in
continuazione di libera umanità” ?
Un’isola d’oro?
Forse solo nei miei sogni