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ABRUZZO/MOLISE
PAROZZO
Ingredienti per 4 persone:
• 150 g di cioccolato
• 125 g di zucchero
• 80 g di burro
• 60 g di mandorle
• 50 g di fecola
• 60 g di farina bianca
• 5 uova
• 10 mandorle amare
Preparazione
Mettere le mandorle in acqua bollente e quindi pelarle, pestarle nel mortaio
dopo averle coperte con due cucchiai di zucchero.
Sciogliere il burro, versare i tuorli in una terrina con il rimanente zucchero,
sbattere bene e unire le mandorle pestate. Aggiungere la farina e la fecola con il
rimanente burro.
Montare a neve gli albumi e unirli all’impasto. Quindi metterlo in una tortiera
imburrata e mettere lo stampo in forno ben caldo. Lasciare cuocere per 45
minuti.
Preparare la crema al cioccolato e quando sarà cotta e raffreddata, spalmarla
con il cioccolato coprendola completamente.
CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO
Il Parrozzo è un dolce abruzzese, la ricetta originale prevedeva che fosse
preparato utilizzando farina di mais o semolino; molto diffuso nel pescacarese,
viene solitamente consumato in occasione delle festività natalizie. E’ stato
inventato a Pescara nel 1920, da Luigi D’Amico, titolare di un laboratorio di
pasticceria, ispirandosi al pane rozzo, una sorta di pagnotta rustica semisferica,
fatta con il granoturco, che i contadini conservavano per diversi giorni. Nella
elaborazione del suo dolce, D’Amico ha riprodotto il colore giallo del granoturco,
utilizzando uova e farina di mandorle, mentre con la copertura di cioccolato ha
richiamato il colore scuro tipico del pane cotto a legna. Il Parrozzo è stato
celebrato in un noto poema: “La canzone del Parrozzo”, composto da Gabriele
D’Annunzio, nativo abruzzese, al quale D’Amico fece assaggiare il suo dolce.
Oggi, il Parrozzo è probabilmente il dolce più rappresentativo della regione,
tanto è vero che nel 2013 a Pescara, venti abili pasticceri ne hanno sfornato
uno da tre metri di diametro e un metro e mezzo di altezza, in occasione delle
celebrazioni per i centocinquanta anni dalla nascita del Vate.

DOVE ASSAGGIARLA
Il Ritrovo del Parrozzo, via Pepe 42 Pescara. E’ il locale che l’ideatore del
dolce, Luigi D’Amico, aprì a Pescara nel 1927; non lontano dalla casa di
Gabrierle D’Annunzio divenne, ben presto, luogo di incontro di intellettuali e
artisti dell’epoca. Si possono gustare il parrozzo, ma anche altre specialità dolci
e salate.
CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI

L’Abruzzo e il Molise sono due regioni prevalentemente montuose, che
presentano caratteristiche morfologiche piuttosto simili, in cui agricoltura e
pastorizia sono fortemente sviluppate e suggeriscono una “cucina di terra” dai
sapori decisi e genuini, basata su carne ovina, formaggi e verdure, compresi i
legumi. L’alimento principale è rappresentato, soprattutto in Abruzzo, dalla pasta
fatta in casa, conosciuta ormai in tutta Italia, come gli spaghetti alla chitarra,
quasi sempre conditi con pancetta affumicata, pecorino piccante e peperoncino,
oppure con ragù di agnello o di maiale. Una ricetta dell’antica trazione è la
zuppa “le virtù” , che in origine veniva preparata impiegando sette legumi
secchi, sette verdure fresche, sette legumi freschi, sette qualità di carne, sette
condimenti e sette tipi di pasta con l’aggiunta di qualche chicco di riso, il tutto
cotto per sette ore. La ricetta, usualmente cucinata agli inizi di maggio,
riecheggia antichi riti propiziatori pagani, anche se oggi sono diffuse versioni
meno laboriose. Nei secondi piatti di carne emergono con grande forza gli
elementi caratteristici di una tradizione pastorale di altri tempi, che
contraddistinguono pietanze come l’agnello “a catturo”, cioè cucinato all’aperto
in un paiolo di rame (catturo), appeso ad un treppiede, ma anche l’agnello
cacio e uova, tipico della zona di Teramo e gli arrosticini . Con le interiora del
capretto e dell’agnello, insaporite con erbe e aromi diversi, sugo di pomodoro e
vino, si prepara un altro secondo piatto tipico, chiamato diversamente, a
seconda della provincia di provenienza: “tuncenelle” nel chietino, “mazzarelle”
a Teramo e “marro” nella zona de l’Aquila. La carne di maiale è invece
incontrastata protagonista di due specialità regionali: la Ventricina di Vasto e la
Mortadella di Campotosto, prodotta in quantità molto limitate, utilizzando
esclusivamente maiali allevati nel territorio dei monti della Laga.
La Mortadella di Campotosto rappresenta uno dei tra presidi Slow Food della
regione, insieme alla Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio e al formaggio
Canestrato di Castel del Monte.
Tra i salumi tipici molisani spiccano invece le Salsicce di fegato, il Sagicciotto e
la Soppressata di Rionero Sannitico. L’allevamento e la trasformazione dei suini
occupa un ruolo di rilievo nell’economia agroalimentare dell’Italia
centromeridionale, Abruzzo compreso, dove è nato, a Carpineto Sinello, un
piccolo paese dell’entroterra vastese, il primo e unico museo del maiale.
La tradizione casearia trova la sua migliore espressione nella produzione di
formaggi prodotti con latte di pecora, anche se la vera particolarità è
rappresentata dal Pecorino di Farindola, unico formaggio al mondo preparato
con il caglio di maiale; molto rinomata anche la produzione di caci, primo fra
tutti, il Cacio Marcetto.
La cultura gastronomica derivante dal mondo del latte costituisce l’asse portante
dell’economia del Molise, terra di tratturi e di pastori. La produzione è del tutto
simile a quella Abruzzese, anche se si evidenziano differenze nella qualità di
alcuni prodotti, come il Caciocavallo di Agnone, dovute principalmente al tipo di
pascolo e ai differenti microclimi che, in alcune zone, favoriscono la crescita di
particolari erbe aromatiche, capaci di conferire al latte aromi speciali. L’antica
tradizione della lavorazione del latte, fatta di manualità e processi naturali, ma
anche di innovazione, è perfettamente custodita in un’impresa storica: il
Caseificio Nucci di Agnone che, dal 1600, opera con passione e impegno
l’attività casearia, tanto da rappresentare oggi una delle eccellenze italiane nel
mondo. Vincitore di numerosi premi e di ambiti riconoscimenti, il caseificio
ospita al suo interno un piccolo museo, che raccoglie gli strumenti in rame e in
legno che il capostipite della famiglia costruiva artigianalmente per lavorare il
latte.
La coltivazione del mandorlo è un altro elemento che accomuna Abruzzo e
Molise ad alcune regioni del sud Italia, in particolare Campania e Sicilia. E’
notizia relativamente recente che l’Abruzzo contribuirà alla strategia nazionale
di rilancio del settore mandorliero, voluta dal Ministero delle Politiche Agricole.
Le mandorle migliori provengono dalla Valle della Peligna, non a caso
Sulmona, cittadina posizionata al centro della valle,
vanta una tradizione
secolare nella produzione di confetti e ospita, oltre ad un svariato numero di
imprese industriali e artigianali che producono confetti deliziosi e non solo con le
mandorle, il Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera.
Dagli insediamenti sulla fascia costiera, dove è fervida l’attività di pescaggio,
traggono origine rinomate pietanze a base di pesce del mare Adriatico,
impiegato per paste, risotti e fritture, anche se la massima esaltazione dei
sapori del mare si scopre nelle zuppe. Localmente chiamata “brodetto”, la
zuppa di pesce in Abruzzo è declinata in almeno due versioni: quella di Vasto e
quella di Pescara, benché il più conosciuto e apprezzato resti il Brodetto alla
Vastese.
Un’altra specialità del litorale Adriatico abruzzese è il pesce a “scapece”, cioè
fritto e conservato sotto aceto in appositi mastelli di legno, pratica diffusa tra i
pescatori per conservare il pescato non venduto e che, nella zona, prevede
anche l’uso dello zafferano, giacché l’Abruzzo vanta la migliore produzione
mondale di questa pregiata spezia, coltivata sull’altopiano di Navelli, non
lontano da L’Aquila. Lo zafferano dell’Aquila ha ricevuto il riconoscimento D.O.P
nel 2005.
A Vasto, entrambe le specialità sono molte bene interpretate al Ristorante Lo
Scudo, nel centro storico, oppure nella zona del porto turistico alla Trattoria da
Ferri, Loc. Punta Penna tel. 0873367782.
Per quanto concerne la produzione vitivinicola, è quasi inutile citare il
celeberrimo Montepulciano d’Abruzzo Dalle stesse uve si ricava anche l’ottimo
rosato Cerasuolo d’Abruzzo. Tra i vini bianchi, oltre all’ormai noto Trebbiano
d’Abruzzo, si evidenzia - tutelato dal marchio Abruzzo DOC - il Pecorino. I vini
abruzzesi , negli ultimi anni, stanno raggiungendo traguardi di qualità, prestigio
e diffusione impensabili solo pochi anni fa, basti pensare che un vino abruzzese
risulta essere il secondo vino più venduto negli Stati Uniti. Anche il Molise che
non si è mai distinto, in passato, nel settore vinicolo, negli ultimi anni sta
concentrando sforzi notevoli per supportare il rilancio della viticoltura e per
salvaguardare l’unico vitigno autoctono del Molise, il Tintilia dal quale traggono
origine gli ottimi rosso, rosato e rosso riserva.
L’OGGETTO
La chitarra per la pasta

E’ un utensile di antica tradizione contadina ma ancora oggi è possibile
acquistarlo, anche nelle versioni più sofisticate, come quella della foto, che è
dotata di “chiavi” per regolare la tensione delle corde. Gli spaghetti, oppure
tonnarelli o ancora maccheroni, si ottengono appoggiando la sfoglia di pasta
sopra le corde e facendo forza con il mattarello.
ITINERARI (IN) CONSUETI

L’Abruzzo, parchi mare e tradizione con i suoi quattro parchi naturali: Parco
Nazionale d’Abruzzo, Parco Nazionale Gran Sasso Laga, Parco Nazionale della
Maiella Morrone e, infine, il Parco Regionale Velino Sirente è la regione più
verde d’Europa, nonché baluardo di una politica di salvaguardia ambientale e
tutela del territorio del tutto invidiabili. Dal Parco Nazionale del Gran Sasso,
dominato dalla catena montuosa del Gran Sasso e dal massiccio della Laga,
con la stazione sciistica di Campo Imperatore, pregiata meta per gli amanti della
montagna, attraversando il Parco della Maiella, si raggiunge la costa sud
dell’Abruzzo, un mare splendido e, in parte, ancora incontaminato. A ovest,
invece il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, patria dell’Orso Marsicano,
dove è ancora possibile avvistare il lupo e il camoscio d’Abruzzo. Un viaggio
meraviglioso nella natura, nella biodiversità, ma anche nella cultura e nelle
tradizioni di una terra antica e selvaggia. A piedi, in bici o a cavallo, gli itinerari
disponibili per una visita ai parchi, sono veramente infiniti, così come le città e i
borghi antichi, presso cui è possibile sostare per una immersione nelle tradizioni
e nella storia locale.
I BORGHI PIÙ BELLI DEL PARCO DEL GRAN SASSO
CAMPLI, LA ROCCA DI CALASCIO E SANTO STEFANO DI SESSANIO

A nord del Parco Nazionale del Gran Sasso, non lontano da Teramo, Campli
inganna il visitatore poco informato, presentandosi come una cittadina di
campagna; in realtà è un borgo dal passato illustre, di cui conserva splendide
testimonianze. Abitata sin dai tempi dei romani, ha vissuto periodi di grande
floridezza anche nel Medioevo, quando diventò, addirittura, un libero comune.
Ricchezza e fortuna hanno continuato ad abitare la cittadina anche in epoca
rinascimentale, tanto che a Campli nacque il primo teatro d’Abruzzo. Oggi è un’
antica città d’arte.
Al centro dell’area del parco, in provincia de l’Aquila, ai confini di Campo
Imperatore, si erge la Rocca di Calascio, il castello più alto di tutti gli Appennini,
inserito nell’omonimo borgo medievale; un luogo magico da cui è possibile
ammirare panorami grandiosi. La Rocca di Calascio è oggi una ricercata
location per grandi produzioni cinematografiche, proprio qui è stato girato “Lady
Hawke”, la bellissima leggenda dell’uomo lupo e della donna falco, con una
indimenticabile Michelle Pfeiffer. Poco lontano si trova, invece Santo Stefano di
Sessanio, considerato tra i borghi più belli d’Italia, una perla incastonata tra i
monti, ingentilita da una apprezzabile armonia architettonica e da un attento
lavoro di conservazione dell’abitato, in perfetta continuità con il meraviglioso
paesaggio circostante. Nella seconda metà del Novecento ha vissuto un
periodo di quasi totale abbandono ma, negli ultimi anni, sta beneficiando di
un’ottima politica di rilancio del turismo, declinato in una ottica di sostenibilità.
NEL PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA
SULMONA, PACENTRO

SOSTE ROMANTICHE E GUSTOSE:
E RIVISONDOLI

A Sulmona, è possibile vedere un centro storico armonioso, con un itinerario
dislocato tra architetture di epoche diverse; magnifici l’acquedotto medievale e il
complesso barocco della SS Annunziata. Qui è d’obbligo una sosta al Soldo di
Cacio, rinomata gastronomia dove è possibile scegliere prodotti gastronomici
dell’eccellenza abruzzese; per coloro che invece preferiscono gustare
comodamente seduti le stesse specialità, l’indirizzo è la Locanda da Gino, che
serve piatti abruzzesi, reinterpretati con grande eleganza. A non molti chilometri,
Pacentro è un altro delizioso borgo medievale dalle torri quadrate, da visitare,
mentre la meta ideale per una vacanza romantica è Rivisondoli, rinomata
stazione sciistica invernale e, nelle stagioni più calde, amena località pronta ad
accogliere i visitatori in un’atmosfera calda e accogliente. Per una sosta di
charme la soluzione si chiama Escape, ex stalla trasformata in appartamento di
design su tre livelli, con sauna, idromassaggio, piscina, camera da letto e
angolo cottura.
DALLA TERRA DEL MONTEPULCIANO

FINO AL MARE DELLA COSTA DEI TRABOCCHI

San Martino sulla Murracina è la terra delle vigne dei migliori vini d’Abruzzo. Per
una degustazione è d’obbligo una sosta alla vineria di Salnitro, accogliente
locale ricavato in un frantoio del seicento, dove è possibile gustare vini e
distillati selezionati e piatti con prodotti locali d’eccellenza, presentati in modo
innovativo. Poco distante, a Guardiagrele, in un delizioso paesino arroccato,
conosciuto per la lavorazione del ferro, si trova uno dei luoghi più prestigiosi
della ristorazione italiana: Villa Maiella.
Da qui, in poco più di mezzora, si raggiunge la costa dei trabocchi,
originalissime costruzioni, somiglianti a palafitte, utilizzate per la pesca e oggi
trasformati in trattorie, dove assaporare eccellenti piatti di mare, quasi sempre
“progettati” con il pescato del giorno. La meta privilegiata è San Vito Chietino,
considerato il centro della costa dei trabocchi - nonché incantevole scenario
degli appuntamenti gastronomici ed enologici della manifestazione Cala Lenta ma anche Ortona dove ha sede l’enoteca regionale d’Abruzzo, merita una
sosta. Una passeggiata a San Vito per ammirare il suggestivo promontorio del
turchino è imperdibile, così come l’omonimo trabocco. Pasteggiare sui trabocchi
è una vera e propria esperienza culinaria e basta recarsi sulla statale 16
Adriatica, dove sono dislocati ben cinque trabocchi, ricordandosi che la
prenotazione è necessaria; il più caratteristico è Punta Cavalluccio a Rocca San
Giovanni.
DA NON PERDERE
Il Castello di Semivicoli

Incantevole relais della prestigiosa azienda vitivinicola Masciarelli, ubicato in un
palazzo baronale che domina il panorama dalla Maiella all’Adriatico.
Anche per chi non intende pernottare, durante tutta l’estate, in una atmosfera di
grande charme, ci si delizia gustando vini e prodotti tipici e musica.
EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE
 Cala Lenta, a San Vito Chietino, nel mese di luglio
 Lu Gioviddì Sande – Sagra del Vino cotto, a Cellino Attanasio (TE) nel mese
di marzo;
 Sagra dei Ranati, a Capistrello (AQ), la terza domenica di maggio;
 Sagra della Ventricina, a Guilmi (CH), nel mese di agosto;
 Sagra dei sapori d’autunno, Canistro Speriore (AQ), nel mese di ottobre;
 Legumi Party, Marina di Pescara, nel mese di dicembre;
 Sagra delle “Virtù”, a Teramo il primo maggio;
 Sagra del Cuoco, a Villa Santa Maria (CH), nel mese di ottobre;
 A cena con i bizantini, a Crecchio (CH)

ALTRI EVENTI
 Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo a
Teramo nel mese di ottobre
 Biennale d’Arte Sacra Contemporanea, a Isola del Gran Sasso (TE), presso
il museo Stauròs d’arte sacra contemporanea nel convento di San Gabriele
(l’ultima è stata l’edizione del 2012)
 Festa de “Le Farchie di Fara Filiorium Petri “, a Fara Filiorum Petri, il 16
gennaio.
 La notte delle streghe, a Castel del Monte (AQ), la notte del 17 agosto;

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Abruzzo Molise

  • 1. ABRUZZO/MOLISE PAROZZO Ingredienti per 4 persone: • 150 g di cioccolato • 125 g di zucchero • 80 g di burro • 60 g di mandorle • 50 g di fecola • 60 g di farina bianca • 5 uova • 10 mandorle amare Preparazione Mettere le mandorle in acqua bollente e quindi pelarle, pestarle nel mortaio dopo averle coperte con due cucchiai di zucchero. Sciogliere il burro, versare i tuorli in una terrina con il rimanente zucchero, sbattere bene e unire le mandorle pestate. Aggiungere la farina e la fecola con il rimanente burro. Montare a neve gli albumi e unirli all’impasto. Quindi metterlo in una tortiera imburrata e mettere lo stampo in forno ben caldo. Lasciare cuocere per 45 minuti. Preparare la crema al cioccolato e quando sarà cotta e raffreddata, spalmarla con il cioccolato coprendola completamente.
  • 2. CENNI SULL’ORIGINE DEL PIATTO Il Parrozzo è un dolce abruzzese, la ricetta originale prevedeva che fosse preparato utilizzando farina di mais o semolino; molto diffuso nel pescacarese, viene solitamente consumato in occasione delle festività natalizie. E’ stato inventato a Pescara nel 1920, da Luigi D’Amico, titolare di un laboratorio di pasticceria, ispirandosi al pane rozzo, una sorta di pagnotta rustica semisferica, fatta con il granoturco, che i contadini conservavano per diversi giorni. Nella elaborazione del suo dolce, D’Amico ha riprodotto il colore giallo del granoturco, utilizzando uova e farina di mandorle, mentre con la copertura di cioccolato ha richiamato il colore scuro tipico del pane cotto a legna. Il Parrozzo è stato celebrato in un noto poema: “La canzone del Parrozzo”, composto da Gabriele D’Annunzio, nativo abruzzese, al quale D’Amico fece assaggiare il suo dolce. Oggi, il Parrozzo è probabilmente il dolce più rappresentativo della regione, tanto è vero che nel 2013 a Pescara, venti abili pasticceri ne hanno sfornato uno da tre metri di diametro e un metro e mezzo di altezza, in occasione delle celebrazioni per i centocinquanta anni dalla nascita del Vate. DOVE ASSAGGIARLA Il Ritrovo del Parrozzo, via Pepe 42 Pescara. E’ il locale che l’ideatore del dolce, Luigi D’Amico, aprì a Pescara nel 1927; non lontano dalla casa di Gabrierle D’Annunzio divenne, ben presto, luogo di incontro di intellettuali e artisti dell’epoca. Si possono gustare il parrozzo, ma anche altre specialità dolci e salate.
  • 3. CARATTERISTICHE ENOGASTRONOMICHE E PRODOTTI TIPICI L’Abruzzo e il Molise sono due regioni prevalentemente montuose, che presentano caratteristiche morfologiche piuttosto simili, in cui agricoltura e pastorizia sono fortemente sviluppate e suggeriscono una “cucina di terra” dai sapori decisi e genuini, basata su carne ovina, formaggi e verdure, compresi i legumi. L’alimento principale è rappresentato, soprattutto in Abruzzo, dalla pasta fatta in casa, conosciuta ormai in tutta Italia, come gli spaghetti alla chitarra, quasi sempre conditi con pancetta affumicata, pecorino piccante e peperoncino, oppure con ragù di agnello o di maiale. Una ricetta dell’antica trazione è la zuppa “le virtù” , che in origine veniva preparata impiegando sette legumi secchi, sette verdure fresche, sette legumi freschi, sette qualità di carne, sette condimenti e sette tipi di pasta con l’aggiunta di qualche chicco di riso, il tutto cotto per sette ore. La ricetta, usualmente cucinata agli inizi di maggio, riecheggia antichi riti propiziatori pagani, anche se oggi sono diffuse versioni meno laboriose. Nei secondi piatti di carne emergono con grande forza gli elementi caratteristici di una tradizione pastorale di altri tempi, che contraddistinguono pietanze come l’agnello “a catturo”, cioè cucinato all’aperto in un paiolo di rame (catturo), appeso ad un treppiede, ma anche l’agnello cacio e uova, tipico della zona di Teramo e gli arrosticini . Con le interiora del capretto e dell’agnello, insaporite con erbe e aromi diversi, sugo di pomodoro e vino, si prepara un altro secondo piatto tipico, chiamato diversamente, a seconda della provincia di provenienza: “tuncenelle” nel chietino, “mazzarelle” a Teramo e “marro” nella zona de l’Aquila. La carne di maiale è invece incontrastata protagonista di due specialità regionali: la Ventricina di Vasto e la Mortadella di Campotosto, prodotta in quantità molto limitate, utilizzando esclusivamente maiali allevati nel territorio dei monti della Laga.
  • 4. La Mortadella di Campotosto rappresenta uno dei tra presidi Slow Food della regione, insieme alla Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio e al formaggio Canestrato di Castel del Monte. Tra i salumi tipici molisani spiccano invece le Salsicce di fegato, il Sagicciotto e la Soppressata di Rionero Sannitico. L’allevamento e la trasformazione dei suini occupa un ruolo di rilievo nell’economia agroalimentare dell’Italia centromeridionale, Abruzzo compreso, dove è nato, a Carpineto Sinello, un piccolo paese dell’entroterra vastese, il primo e unico museo del maiale. La tradizione casearia trova la sua migliore espressione nella produzione di formaggi prodotti con latte di pecora, anche se la vera particolarità è rappresentata dal Pecorino di Farindola, unico formaggio al mondo preparato con il caglio di maiale; molto rinomata anche la produzione di caci, primo fra tutti, il Cacio Marcetto. La cultura gastronomica derivante dal mondo del latte costituisce l’asse portante dell’economia del Molise, terra di tratturi e di pastori. La produzione è del tutto simile a quella Abruzzese, anche se si evidenziano differenze nella qualità di alcuni prodotti, come il Caciocavallo di Agnone, dovute principalmente al tipo di pascolo e ai differenti microclimi che, in alcune zone, favoriscono la crescita di particolari erbe aromatiche, capaci di conferire al latte aromi speciali. L’antica tradizione della lavorazione del latte, fatta di manualità e processi naturali, ma anche di innovazione, è perfettamente custodita in un’impresa storica: il Caseificio Nucci di Agnone che, dal 1600, opera con passione e impegno l’attività casearia, tanto da rappresentare oggi una delle eccellenze italiane nel mondo. Vincitore di numerosi premi e di ambiti riconoscimenti, il caseificio ospita al suo interno un piccolo museo, che raccoglie gli strumenti in rame e in legno che il capostipite della famiglia costruiva artigianalmente per lavorare il latte. La coltivazione del mandorlo è un altro elemento che accomuna Abruzzo e Molise ad alcune regioni del sud Italia, in particolare Campania e Sicilia. E’ notizia relativamente recente che l’Abruzzo contribuirà alla strategia nazionale di rilancio del settore mandorliero, voluta dal Ministero delle Politiche Agricole. Le mandorle migliori provengono dalla Valle della Peligna, non a caso Sulmona, cittadina posizionata al centro della valle, vanta una tradizione secolare nella produzione di confetti e ospita, oltre ad un svariato numero di imprese industriali e artigianali che producono confetti deliziosi e non solo con le mandorle, il Museo dell’Arte e della Tecnologia Confettiera.
  • 5. Dagli insediamenti sulla fascia costiera, dove è fervida l’attività di pescaggio, traggono origine rinomate pietanze a base di pesce del mare Adriatico, impiegato per paste, risotti e fritture, anche se la massima esaltazione dei sapori del mare si scopre nelle zuppe. Localmente chiamata “brodetto”, la zuppa di pesce in Abruzzo è declinata in almeno due versioni: quella di Vasto e quella di Pescara, benché il più conosciuto e apprezzato resti il Brodetto alla Vastese. Un’altra specialità del litorale Adriatico abruzzese è il pesce a “scapece”, cioè fritto e conservato sotto aceto in appositi mastelli di legno, pratica diffusa tra i pescatori per conservare il pescato non venduto e che, nella zona, prevede anche l’uso dello zafferano, giacché l’Abruzzo vanta la migliore produzione mondale di questa pregiata spezia, coltivata sull’altopiano di Navelli, non lontano da L’Aquila. Lo zafferano dell’Aquila ha ricevuto il riconoscimento D.O.P nel 2005. A Vasto, entrambe le specialità sono molte bene interpretate al Ristorante Lo Scudo, nel centro storico, oppure nella zona del porto turistico alla Trattoria da Ferri, Loc. Punta Penna tel. 0873367782. Per quanto concerne la produzione vitivinicola, è quasi inutile citare il celeberrimo Montepulciano d’Abruzzo Dalle stesse uve si ricava anche l’ottimo rosato Cerasuolo d’Abruzzo. Tra i vini bianchi, oltre all’ormai noto Trebbiano d’Abruzzo, si evidenzia - tutelato dal marchio Abruzzo DOC - il Pecorino. I vini abruzzesi , negli ultimi anni, stanno raggiungendo traguardi di qualità, prestigio e diffusione impensabili solo pochi anni fa, basti pensare che un vino abruzzese risulta essere il secondo vino più venduto negli Stati Uniti. Anche il Molise che non si è mai distinto, in passato, nel settore vinicolo, negli ultimi anni sta concentrando sforzi notevoli per supportare il rilancio della viticoltura e per salvaguardare l’unico vitigno autoctono del Molise, il Tintilia dal quale traggono origine gli ottimi rosso, rosato e rosso riserva.
  • 6. L’OGGETTO La chitarra per la pasta E’ un utensile di antica tradizione contadina ma ancora oggi è possibile acquistarlo, anche nelle versioni più sofisticate, come quella della foto, che è dotata di “chiavi” per regolare la tensione delle corde. Gli spaghetti, oppure tonnarelli o ancora maccheroni, si ottengono appoggiando la sfoglia di pasta sopra le corde e facendo forza con il mattarello.
  • 7. ITINERARI (IN) CONSUETI L’Abruzzo, parchi mare e tradizione con i suoi quattro parchi naturali: Parco Nazionale d’Abruzzo, Parco Nazionale Gran Sasso Laga, Parco Nazionale della Maiella Morrone e, infine, il Parco Regionale Velino Sirente è la regione più verde d’Europa, nonché baluardo di una politica di salvaguardia ambientale e tutela del territorio del tutto invidiabili. Dal Parco Nazionale del Gran Sasso, dominato dalla catena montuosa del Gran Sasso e dal massiccio della Laga, con la stazione sciistica di Campo Imperatore, pregiata meta per gli amanti della montagna, attraversando il Parco della Maiella, si raggiunge la costa sud dell’Abruzzo, un mare splendido e, in parte, ancora incontaminato. A ovest, invece il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, patria dell’Orso Marsicano, dove è ancora possibile avvistare il lupo e il camoscio d’Abruzzo. Un viaggio meraviglioso nella natura, nella biodiversità, ma anche nella cultura e nelle tradizioni di una terra antica e selvaggia. A piedi, in bici o a cavallo, gli itinerari disponibili per una visita ai parchi, sono veramente infiniti, così come le città e i borghi antichi, presso cui è possibile sostare per una immersione nelle tradizioni e nella storia locale.
  • 8. I BORGHI PIÙ BELLI DEL PARCO DEL GRAN SASSO CAMPLI, LA ROCCA DI CALASCIO E SANTO STEFANO DI SESSANIO A nord del Parco Nazionale del Gran Sasso, non lontano da Teramo, Campli inganna il visitatore poco informato, presentandosi come una cittadina di campagna; in realtà è un borgo dal passato illustre, di cui conserva splendide testimonianze. Abitata sin dai tempi dei romani, ha vissuto periodi di grande floridezza anche nel Medioevo, quando diventò, addirittura, un libero comune. Ricchezza e fortuna hanno continuato ad abitare la cittadina anche in epoca rinascimentale, tanto che a Campli nacque il primo teatro d’Abruzzo. Oggi è un’ antica città d’arte. Al centro dell’area del parco, in provincia de l’Aquila, ai confini di Campo Imperatore, si erge la Rocca di Calascio, il castello più alto di tutti gli Appennini, inserito nell’omonimo borgo medievale; un luogo magico da cui è possibile ammirare panorami grandiosi. La Rocca di Calascio è oggi una ricercata location per grandi produzioni cinematografiche, proprio qui è stato girato “Lady Hawke”, la bellissima leggenda dell’uomo lupo e della donna falco, con una indimenticabile Michelle Pfeiffer. Poco lontano si trova, invece Santo Stefano di Sessanio, considerato tra i borghi più belli d’Italia, una perla incastonata tra i monti, ingentilita da una apprezzabile armonia architettonica e da un attento lavoro di conservazione dell’abitato, in perfetta continuità con il meraviglioso paesaggio circostante. Nella seconda metà del Novecento ha vissuto un periodo di quasi totale abbandono ma, negli ultimi anni, sta beneficiando di un’ottima politica di rilancio del turismo, declinato in una ottica di sostenibilità.
  • 9. NEL PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA SULMONA, PACENTRO SOSTE ROMANTICHE E GUSTOSE: E RIVISONDOLI A Sulmona, è possibile vedere un centro storico armonioso, con un itinerario dislocato tra architetture di epoche diverse; magnifici l’acquedotto medievale e il complesso barocco della SS Annunziata. Qui è d’obbligo una sosta al Soldo di Cacio, rinomata gastronomia dove è possibile scegliere prodotti gastronomici dell’eccellenza abruzzese; per coloro che invece preferiscono gustare comodamente seduti le stesse specialità, l’indirizzo è la Locanda da Gino, che serve piatti abruzzesi, reinterpretati con grande eleganza. A non molti chilometri, Pacentro è un altro delizioso borgo medievale dalle torri quadrate, da visitare, mentre la meta ideale per una vacanza romantica è Rivisondoli, rinomata stazione sciistica invernale e, nelle stagioni più calde, amena località pronta ad accogliere i visitatori in un’atmosfera calda e accogliente. Per una sosta di charme la soluzione si chiama Escape, ex stalla trasformata in appartamento di design su tre livelli, con sauna, idromassaggio, piscina, camera da letto e angolo cottura.
  • 10. DALLA TERRA DEL MONTEPULCIANO FINO AL MARE DELLA COSTA DEI TRABOCCHI San Martino sulla Murracina è la terra delle vigne dei migliori vini d’Abruzzo. Per una degustazione è d’obbligo una sosta alla vineria di Salnitro, accogliente locale ricavato in un frantoio del seicento, dove è possibile gustare vini e distillati selezionati e piatti con prodotti locali d’eccellenza, presentati in modo innovativo. Poco distante, a Guardiagrele, in un delizioso paesino arroccato, conosciuto per la lavorazione del ferro, si trova uno dei luoghi più prestigiosi della ristorazione italiana: Villa Maiella. Da qui, in poco più di mezzora, si raggiunge la costa dei trabocchi, originalissime costruzioni, somiglianti a palafitte, utilizzate per la pesca e oggi trasformati in trattorie, dove assaporare eccellenti piatti di mare, quasi sempre “progettati” con il pescato del giorno. La meta privilegiata è San Vito Chietino, considerato il centro della costa dei trabocchi - nonché incantevole scenario degli appuntamenti gastronomici ed enologici della manifestazione Cala Lenta ma anche Ortona dove ha sede l’enoteca regionale d’Abruzzo, merita una sosta. Una passeggiata a San Vito per ammirare il suggestivo promontorio del turchino è imperdibile, così come l’omonimo trabocco. Pasteggiare sui trabocchi è una vera e propria esperienza culinaria e basta recarsi sulla statale 16 Adriatica, dove sono dislocati ben cinque trabocchi, ricordandosi che la prenotazione è necessaria; il più caratteristico è Punta Cavalluccio a Rocca San Giovanni.
  • 11. DA NON PERDERE Il Castello di Semivicoli Incantevole relais della prestigiosa azienda vitivinicola Masciarelli, ubicato in un palazzo baronale che domina il panorama dalla Maiella all’Adriatico. Anche per chi non intende pernottare, durante tutta l’estate, in una atmosfera di grande charme, ci si delizia gustando vini e prodotti tipici e musica.
  • 12. EVENTI ENOGASTRONOMICI, SAGRE E FIERE  Cala Lenta, a San Vito Chietino, nel mese di luglio  Lu Gioviddì Sande – Sagra del Vino cotto, a Cellino Attanasio (TE) nel mese di marzo;  Sagra dei Ranati, a Capistrello (AQ), la terza domenica di maggio;  Sagra della Ventricina, a Guilmi (CH), nel mese di agosto;  Sagra dei sapori d’autunno, Canistro Speriore (AQ), nel mese di ottobre;  Legumi Party, Marina di Pescara, nel mese di dicembre;  Sagra delle “Virtù”, a Teramo il primo maggio;  Sagra del Cuoco, a Villa Santa Maria (CH), nel mese di ottobre;  A cena con i bizantini, a Crecchio (CH) ALTRI EVENTI  Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo a Teramo nel mese di ottobre  Biennale d’Arte Sacra Contemporanea, a Isola del Gran Sasso (TE), presso il museo Stauròs d’arte sacra contemporanea nel convento di San Gabriele (l’ultima è stata l’edizione del 2012)  Festa de “Le Farchie di Fara Filiorium Petri “, a Fara Filiorum Petri, il 16 gennaio.  La notte delle streghe, a Castel del Monte (AQ), la notte del 17 agosto;