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ORATORIO DEDICATO  A SAN ROCCO Ricerca curata da:  Federica Farri  Veronica Giardina  Camilla Tesauri  maggio 2008
L’Oratorio dedicato a San Rocco fu eretto nel 1631, quando questi luoghi furono contagiati dalla peste e gli abitanti di Corniano invocarono la protezione del Santo.  Al ristagno demografico contribuirono certamente le epidemie di peste, in particolare quella del 1630-1631, che desolò il nord e il centro della penisola.
La peste fu portata dalle soldatesche  tedesche dell’imperatore Ferdinando in marcia verso Mantova .  La peste è una malattia infettiva causata dal bacillo, che si trasmette all’uomo in seguito al morso delle pulci dei ratti o di altri roditori oppure da persone malate a persone sane attraverso tosse, starnuto o secrezioni orofaringee. I batteri possono, anche, penetrare nell’organismo attraverso lesioni cutanee tramite contatto diretto con tessuti o liquidi di animale infetto. La peste fu portata dalle soldatesche  tedesche dell’imperatore Ferdinando in marcia verso Mantova.   CHE COS’È LA PESTE   Corniano (Bibbiano). Oratorio di S. Rocco
Ci sono opinioni diverse circa l’appartenenza della chiesa: secondo lo Scurani questo edificio apparterrebbe alle famiglie Strani, Barazzoni e Minghetti invece, dalla concessione episcopale del aprile 1633 sembrerebbe che fosse stato edificato dal “ Comune della Villa mosso dalla divozione verso detto Santo, e segnatamente per la misera circostanza del contagio” .   Il 4 giugno 1633 i Cornianesi stipularono una convezione dalla quale risultava: che l’oratorio è della Villa, che ogni tre anni si impegnavano ad individuare due uomini che amministrassero gli interessi dell’oratorio e di assegnare la chiave dell’edificio a Pellegrino Giovanni. Il 4 ottobre 1664 Mons. Marliani visitò l’oratorio e provvide a decretare alcune sistemazioni da dare alle suppellettili.   APPARTENENZA DELLA CHIESA
L’attaccamento del cornianesi  all’Oratorio è forte e la chiesa rappresenta il simbolo, l’emblema della piccola frazione. L’Oratorio dedicato a S. Rocco (XVIII sec. ca.)
FESTA DEL PATRONO A CORNIANO   Da allora, fino al 1998,  nelle sere del 15 e16 agosto, ogni anno, si è continuata la festa arrivando a circa un migliaio di coperti, proponendo una cena con antipasti, primi piatti, secondi e dolci prodotti da donne del luogo in un ammirevole volontariato che durava parecchi giorni. Dalla costruzione della chiese ne è uscita una festa sull’aia come usava in altri tempi e dove soprattutto si è contenti di trovarsi in compagnia, tra amici. La festa è sempre stata molto partecipata. I soci del “Comitato per i festeggiamenti della sagra di S. Rocco” osservano soddisfatti la “loro” festa.
ANCHE SAN ROCCO È UN GRAN SANTO MILLECINQUECENTO GLI FANNO FESTA Il 16 agosto ricorre la sagra è festeggiata nell’aia di Cesare Moscatelli, un agricoltore cornianese, che ha messo a disposizione di tutto il paese il suo ampio cortile per poter celebrare degnamente la ricorrenza del santo patrono. Nel 1985 gli organizzatori della festa hanno fatto le cose in grande e più che un’aia, il cortile sembrava un grande dancing estivo: sotto alle stelle si poteva mangiare ottimo prosciutto e gnocco fritto annaffiato da vino genuino e nello stesso tempo ci si poteva scatenare sulla pista da ballo con il “liscio dell’orchestra di Bruna Lelli”.
Tutte queste feste furono organizzate anche grazie ad un comitato di generosi abitanti della frazione bibbianese, che autotassandosi diedero vita all’iniziativa:Bertolini Franco, Giuliano Binini, Carpi Roberto, Castagnetti Lazzaro, Chierici Domenico, Gonzaga Nebbiante Werther, Moscatelli Cesare, Neroni Francesco, Tesauri Camillo e Tognoni Roberto, ha riscosso un notevole successo.
Gli abitanti di Corniano hanno sempre provveduto alle necessità dell’oratorio ed anche nel 1983 hanno fatto eseguire i lavori di rifacimento del tetto, dell’intonacatura esterna e del tinteggio interno.  È stata pure sistemata anche la campanella che porta impresso l’anno di erezione dell’edificio(1631). Veit StoB, San Rocco, 1504 circa, Firenze, chiesa della Santissima Annunziata.
BIOGRAFIA DI S. ROCCO Rocco nacque a Montpellier nel secolo XIV, in una nobile famiglia. Spinto dal desiderio di condurre una vita da eremita, donò tutti i suoi beni ai poveri e intraprese un pellegrinaggio verso Roma. A quel tempo scoppiò una terribile epidemia di peste che si espanse per tutta Europa e molti pellegrini cercavano di tornare alle loro case per paura del contagio. Rocco, invece, si dedicò con molta premura all’ assistenza degli ammalati, tanto che non tardò a diffondersi la sua fama di taumaturgo.   Cesare da Sesto, San Rocco (part.) dal politico di S. Rocco, 1523, Milano, Museo d’Arte Antica del castello Sforzesco, Pinacoteca
Arrivò a Roma, compiendo il pellegrinaggio, ma sulla strada del ritorno si ammalò di peste senza ricevere aiuto da nessuno. Decise allora di rifugiarsi da solo nel bosco e attendere la morte in preghiera, ma fu visitato da un angelo che lo curò, mentre un cane gli portava ogni giorno il pane. Rocco guarì e si avviò verso Montpellier. A questo punto la leggenda è discorde: secondo una versione sarebbe stato arrestato presso Angera e imprigionato come spia, finendo i suoi giorni in carcere; secondo un’altra sarebbe tornato a Montpellier, dove morì. Tutti al lavoro per la sagra di S. Rocco: mani abili di massaie esperte “tirano” la pasta del gnocco
Come si è notato nella sezione dell’edificio,  l’Oratorio presenta una parte sotterranea adibita a sepolcreto.  Ciò risulta anche dalla lapide qui riportata, che risale al 1857. Quando venne strutturata la chiesolina e quindi si dovettero togliere le mattonelle,  è stato necessario avere un permesso speciale, per togliere le bare. ALL’INTERNO
Presenta una facciata a capanna, timpanata, orientata liturgicamente. Il portale è sormontato da un riquadro per l’immagine del Santo e da tre finestre di cui una archivoltata.  Sulla sinistra si erge il piccolo campanile a vela. ARCHITETTURA
Vediamo qui alcune fasi della ristrutturazione della pavimentazione che ha portato una veste nuova all’Oratorio.
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San Rocco

  • 1. ORATORIO DEDICATO A SAN ROCCO Ricerca curata da: Federica Farri Veronica Giardina Camilla Tesauri maggio 2008
  • 2. L’Oratorio dedicato a San Rocco fu eretto nel 1631, quando questi luoghi furono contagiati dalla peste e gli abitanti di Corniano invocarono la protezione del Santo. Al ristagno demografico contribuirono certamente le epidemie di peste, in particolare quella del 1630-1631, che desolò il nord e il centro della penisola.
  • 3. La peste fu portata dalle soldatesche tedesche dell’imperatore Ferdinando in marcia verso Mantova . La peste è una malattia infettiva causata dal bacillo, che si trasmette all’uomo in seguito al morso delle pulci dei ratti o di altri roditori oppure da persone malate a persone sane attraverso tosse, starnuto o secrezioni orofaringee. I batteri possono, anche, penetrare nell’organismo attraverso lesioni cutanee tramite contatto diretto con tessuti o liquidi di animale infetto. La peste fu portata dalle soldatesche tedesche dell’imperatore Ferdinando in marcia verso Mantova. CHE COS’È LA PESTE Corniano (Bibbiano). Oratorio di S. Rocco
  • 4. Ci sono opinioni diverse circa l’appartenenza della chiesa: secondo lo Scurani questo edificio apparterrebbe alle famiglie Strani, Barazzoni e Minghetti invece, dalla concessione episcopale del aprile 1633 sembrerebbe che fosse stato edificato dal “ Comune della Villa mosso dalla divozione verso detto Santo, e segnatamente per la misera circostanza del contagio” . Il 4 giugno 1633 i Cornianesi stipularono una convezione dalla quale risultava: che l’oratorio è della Villa, che ogni tre anni si impegnavano ad individuare due uomini che amministrassero gli interessi dell’oratorio e di assegnare la chiave dell’edificio a Pellegrino Giovanni. Il 4 ottobre 1664 Mons. Marliani visitò l’oratorio e provvide a decretare alcune sistemazioni da dare alle suppellettili. APPARTENENZA DELLA CHIESA
  • 5. L’attaccamento del cornianesi all’Oratorio è forte e la chiesa rappresenta il simbolo, l’emblema della piccola frazione. L’Oratorio dedicato a S. Rocco (XVIII sec. ca.)
  • 6. FESTA DEL PATRONO A CORNIANO Da allora, fino al 1998, nelle sere del 15 e16 agosto, ogni anno, si è continuata la festa arrivando a circa un migliaio di coperti, proponendo una cena con antipasti, primi piatti, secondi e dolci prodotti da donne del luogo in un ammirevole volontariato che durava parecchi giorni. Dalla costruzione della chiese ne è uscita una festa sull’aia come usava in altri tempi e dove soprattutto si è contenti di trovarsi in compagnia, tra amici. La festa è sempre stata molto partecipata. I soci del “Comitato per i festeggiamenti della sagra di S. Rocco” osservano soddisfatti la “loro” festa.
  • 7. ANCHE SAN ROCCO È UN GRAN SANTO MILLECINQUECENTO GLI FANNO FESTA Il 16 agosto ricorre la sagra è festeggiata nell’aia di Cesare Moscatelli, un agricoltore cornianese, che ha messo a disposizione di tutto il paese il suo ampio cortile per poter celebrare degnamente la ricorrenza del santo patrono. Nel 1985 gli organizzatori della festa hanno fatto le cose in grande e più che un’aia, il cortile sembrava un grande dancing estivo: sotto alle stelle si poteva mangiare ottimo prosciutto e gnocco fritto annaffiato da vino genuino e nello stesso tempo ci si poteva scatenare sulla pista da ballo con il “liscio dell’orchestra di Bruna Lelli”.
  • 8. Tutte queste feste furono organizzate anche grazie ad un comitato di generosi abitanti della frazione bibbianese, che autotassandosi diedero vita all’iniziativa:Bertolini Franco, Giuliano Binini, Carpi Roberto, Castagnetti Lazzaro, Chierici Domenico, Gonzaga Nebbiante Werther, Moscatelli Cesare, Neroni Francesco, Tesauri Camillo e Tognoni Roberto, ha riscosso un notevole successo.
  • 9. Gli abitanti di Corniano hanno sempre provveduto alle necessità dell’oratorio ed anche nel 1983 hanno fatto eseguire i lavori di rifacimento del tetto, dell’intonacatura esterna e del tinteggio interno. È stata pure sistemata anche la campanella che porta impresso l’anno di erezione dell’edificio(1631). Veit StoB, San Rocco, 1504 circa, Firenze, chiesa della Santissima Annunziata.
  • 10. BIOGRAFIA DI S. ROCCO Rocco nacque a Montpellier nel secolo XIV, in una nobile famiglia. Spinto dal desiderio di condurre una vita da eremita, donò tutti i suoi beni ai poveri e intraprese un pellegrinaggio verso Roma. A quel tempo scoppiò una terribile epidemia di peste che si espanse per tutta Europa e molti pellegrini cercavano di tornare alle loro case per paura del contagio. Rocco, invece, si dedicò con molta premura all’ assistenza degli ammalati, tanto che non tardò a diffondersi la sua fama di taumaturgo. Cesare da Sesto, San Rocco (part.) dal politico di S. Rocco, 1523, Milano, Museo d’Arte Antica del castello Sforzesco, Pinacoteca
  • 11. Arrivò a Roma, compiendo il pellegrinaggio, ma sulla strada del ritorno si ammalò di peste senza ricevere aiuto da nessuno. Decise allora di rifugiarsi da solo nel bosco e attendere la morte in preghiera, ma fu visitato da un angelo che lo curò, mentre un cane gli portava ogni giorno il pane. Rocco guarì e si avviò verso Montpellier. A questo punto la leggenda è discorde: secondo una versione sarebbe stato arrestato presso Angera e imprigionato come spia, finendo i suoi giorni in carcere; secondo un’altra sarebbe tornato a Montpellier, dove morì. Tutti al lavoro per la sagra di S. Rocco: mani abili di massaie esperte “tirano” la pasta del gnocco
  • 12. Come si è notato nella sezione dell’edificio, l’Oratorio presenta una parte sotterranea adibita a sepolcreto. Ciò risulta anche dalla lapide qui riportata, che risale al 1857. Quando venne strutturata la chiesolina e quindi si dovettero togliere le mattonelle, è stato necessario avere un permesso speciale, per togliere le bare. ALL’INTERNO
  • 13. Presenta una facciata a capanna, timpanata, orientata liturgicamente. Il portale è sormontato da un riquadro per l’immagine del Santo e da tre finestre di cui una archivoltata. Sulla sinistra si erge il piccolo campanile a vela. ARCHITETTURA
  • 14. Vediamo qui alcune fasi della ristrutturazione della pavimentazione che ha portato una veste nuova all’Oratorio.
  • 15.