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PREFAZIONE DI
MARCO BUTICCHI
Credo che la manualistica rappresenti un cespite importante per l’editoria:
fateci caso, gli scaffali sono sempre più pieni di volumi per come sciogliere
il cioccolato, per come friggere le mele e per come cucinare senza grassi la
torta della nonna. Non sono in grado di giudicarne la validità, ma penso che
spesso i manuali si divertano a rendere difficile ciò che è semplice per poi
rispiegarlo in maniera incomprensibile.
Paradossalmente, uno degli argomenti meno trattati è l’elemento più vicino,
eppure sconosciuto, tanto rischioso quanto amico: il mare. È vero, esistono
manuali di marineria, di vele e controfiocchi, ma in pochi si sono dilettati a
descrivere una passeggiata… con le pinne e gli occhiali. E la passeggiata
assume ancora più valore se si snoda nelle mie (nostre, dato che sono anno-verate
tra i siti Patrimonio dell’Umanità) Cinque Terre: un angolo di mondo
unico e strepitoso, per la gente “di sopra”. Dopo questa lettura, sono convin-to
sarà altrettanto indimenticabile per quelli “di sotto”. Buona passeggiata!
(FOTO DI C.A. CONTI
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PREFAZIONE DI
TESSA GELISIO
Per lavoro e passione mi sono immersa nei mari di tutto il mondo, ma ogni
volta che indosso maschera e boccaglio per guardare sotto il pelo dell’ac-qua
mi assale sempre una nuova e grandissima emozione. Non c’è sensa-zione
più bella, infatti, che pinneggiare libera nelle tre dimensioni deciden-do
con un guizzo di seguire un colorato pesce che si muove a zigzag o di
fermarsi a osservare un variopinto anemone che nasconde un mondo anche
al suo interno.
Le Cinque Terre, conosciute più per la “Via dell’Amore”, i muretti a secco,
lo sciacchetrà e i panorami mozzafiato, vengono finalmente presentate in
questo libro, bello e vivace, in una dimensione sconosciuta ai più, accompa-gnando
per mano, attraverso anche una pratica guida che insegna i rudi-menti
dell’apnea in sicurezza, alla scoperta degli itinerari da percorrere in
snorkeling con tutta la famiglia.
Spero che possa essere per voi, come lo è stata per me, una piacevole let-tura!
(FOTO DI C.A. CONTI
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PREFAZIONE DI
DARIO VERGASSOLA
Quando non c’erano i turisti “foresti”, erano gli spezzini che prendevano il
treno e andavano a fare il bagno alle Cinque Terre. Si partiva accalcati come
su un convoglio indiano, si saliva sul vagone e, appena partito, il treno entra-va
subito in galleria. A interrompere il buio, all’altezza di Canneto, c’erano i
lampi di luce delle feritoie, attraverso le quali si poteva scorgere il mare e
capire se fosse calmo o mosso.
Una volta in stazione, una marea di gente si riversava a piedi nelle gallerie
facendole rimbombare del rumore degli zoccoli di legno che si trascinavano
fino al mare. Arrivati in spiaggia o scelto lo scoglio più comodo, si apriva
l’asciugamano e si tiravano fuori maschera e pinne e, dopo aver mangiato
un panino, ignorando le raccomandazioni delle nostre madri che con anate-mi
annunciavano la morte in massa per congestione, ci si buttava in mare.
Alcuni si esibivano in tuffi da Olimpiadi; altri con muta e pesi si davano alla
pesca subacquea; altri si abbrustolivano al sole con creme fatte in casa pen-sando
di aumentare il loro sex appeal; altri ancora, come me, andavano a
vedere com’era il fondale. Ora si dice snorkeling, ma una volta si diceva:
“andare a fare il bagno con la maschera”. In ogni caso era fantastico vola-re
nell’acqua – perché la sensazione era proprio quella di volare – superan-do
scogli a pelo d’acqua per poi vedere il fondale che si perdeva verso
l’oscurità. Si vedevano polpi, pesci colorati, alghe e, se si era veramente for-tunati,
una coppia di nudisti che limonava alla spiaggia del Guvano.
(FOTO DI D. NATALE)
6. INTRODUZIONE
Tutte le mattine, fin dai primi di giugno e fino alla fine di settembre, mia
mamma partiva con me e mio fratello da Manarola per andare a Monterosso,
via treno, dove avevamo l’ombrellone al bagno Cigolini, appena a destra del-l’enorme
masso, un viavai che facevamo due volte al giorno, andando a
pranzare a casa e tornando nel pomeriggio quando al mare ci raggiungeva
papà che tornava dal lavoro.
Allora le Cinque Terre erano già conosciute nel mondo, ma il turismo non
era così massiccio come adesso, ed è proprio a Monterosso che ho mosso
le prime bracciate, all’inizio con un paio di braccioli arancioni e dopo, essen-do
cresciuto e avendo imparato i rudimenti del nuoto nella “piscina” costi-tuita
dai massi artificiali dello stabilimento Stella Marina sotto l’occhio atten-to
del mio primo maestro di nuoto, nuotando parallelamente alla costa e mai
troppo al largo.
Poi finalmente, affinata la tecnica del nuoto durante gli inverni in piscina,
abbiamo smesso di andare a Monterosso al mare, per scendere di corsa,
cosa che facciamo tutt’ora, la lunga e ripida scalinata che dalla nostra porta
conduce in centoventitré scalini allo scalo della marina di Manarola.
Negli anni, nel tratto di mare che va dallo scalo della marina al Palaedo, io
e mio fratello abbiamo “navigato” con la nostra Calypso, un canotto di due
metri e mezzo che abbiamo utilizzato per scandagliare i fondali con turni di
tempi uguali ai remi e all’osservazione del fondale alla ricerca di mostri
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marini, abbiamo imparato a tuffarci di testa e a praticare lo snorkeling e in
seguito a scendere in profondità, prima in apnea e poi con le bombole.
È sempre in questo tratto di mare, a cui sono affezionato, che ancora oggi
continuo a immergermi ogni volta con un paio di pinne nuovo da provare, una
maschera, un’autocostruzione, con i “rimbrotti” di mio fratello che si lamen-ta
per i borsoni da portare e con cui ancora oggi mi confronto in vere e pro-prie
gare di nuoto al tramonto.
Negli anni Manarola, al pari delle altre località delle Cinque Terre, è diven-tata
una tappa importante del turismo nazionale ed estero, segnata su ogni
guida, citata in libri di narrativa e in qualche film, purtroppo però la sua Area
Marina Protetta è tutta da scoprire e spero che questo libro, che fornisce
anche i rudimenti dello snorkeling, il primo dedicato ai fondali di questo trat-to
di costa che si estende da Punta Mesco al Capo di Montenero, sia veico-lo
di visite, in quanto non c’è niente di meglio per scoprire le bellezze di un
luogo di una visita il più possibile approfondita. La vita nel mare, al pari di
quella sulla costa, può affascinarci se solo dedichiamo un po’ di tempo alla
sua osservazione, con organismi singolari che mutano spesso aspetto in
base alle condizioni ambientali, alla stagione e al momento del giorno.
In attesa che vediate con i vostri occhi quello che nasconde l’Area Marina
Protetta, vi auguro buona lettura!
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