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Antonio Pisano detto Pisanello, pittore e medaglista, guinse da
Pisa a Verona ancora fanciullo intorno al 1395. Conosciamo
molto poco della sua formazione in quanto le sue prime opere
sono andate totalmente perdute.

Lavorò con i maggiori artisti del suo tempo, tra i quali spicca la
figura di Gentile da Fabriano con il quale collaborò per gli
affreschi oggi perduti della sala del Maggior Consiglio del
Palazzo Ducale di Venezia e per gli affreschi della basilica di
San Giovanni in Laterano a Roma.
Rimangono della sua attività di affrescatore soltanto pitture
minori o allo stato frammentario, tra le quali il ciclo della
Cappella Pellegrini in Sant'Anastasia a Verona rappresentanti
Storie di San Giorgio e di Sant'Eustachio, nella quali è possibile
ammirare il linguaggio della sua arte di tono fiabesco, raffinato e
prezioso, in coerenza con lo stile del gotico internazionale, ma
che si va evolvendo in un naturalismo molto vicino alle
Tra le opere giovanili ci restano la Madonna
della quaglia oggi al Museo Civico d'arte a
Verona, e le quattro tavolette rappresentanti le
Storie di San Beneddetto.
Pisanello fu molto apprezzato al suo tempo
come ritrattista, famoso è il Ritratto di Lionello d'
Este oggi all'Accademia di Carrara a Bergamo.
L'artista, inoltre, fu un'abile medaglista; tra le sue
medaglie, caratterizzate da una delicata
eleganza del rilievo, ricordiamo quelle
dell'Imperatore Giovanni Paleologo, di Filippo
Maria Visconti, di Lionello d’Este, di Cecilia
Gonzaga considerata il suo capolavoro.
L'artista, probabilmente, morì a Napoli intorno al
1450- 1455.
Le sue opere principali composte tra il 1400 e il 1450
si possono suddividere in:
La pittura del Pisanello è estremamente colta, infatti ogni
tavola e affresco sono preceduti da decine di raffinatissimi
disegni preparatori nei quali studia ogni singolo dettaglio.
Queste rappresentazioni costituiscono dei veri e propri
capolavori.
Fra le sue opere giovanili possiamo ricordare
la Madonna della quaglia, la Madonna con bambino e gli
affreschi del ciclo di San Giorgio, della visione di sant’
Eustachio e del palazzo ducale.
Madonna della quaglia
1420 circa
Verona, Museo Civico di
Castelvecchio
Si tratta della prima opera nota di
Pisanello, in cui sono evidenti i legami
con l’opera di Michelino da Besozzo,
Gentile da Fabriano e i massimi
esponenti del “gotico internazionale.
La Madonna della quaglia di Pisanello
appare in un rigoglioso giardino, sullo
sfondo di un roseto, attributo tradizionale
della Vergine. I due cardellini rimandano
alla crocifissione di Cristo, occasione in
cui, secondo la tradizione, si sarebbero
macchiati di rosso, mentre la quaglia è
simbolo di resurrezione.
Particolare della Madonna della quaglia in cui è possibile vedere in primo
piano il volto della Madonna e di Gesù attorniati da due angeli.
Madonna col Bambino e i
santi Antonio abate e
Giorgio
1432?
tempera su tavola; 47 x 29
Londra, National Gallery
La tavola, l’unica firmata tra le
poche rimasteci di Pisanello,
raffigura, nella parte superiore, la
Vergine all’interno di un clipeo di
luce. Nella parte inferiore, sullo
sfondo di un’impenetrabile foresta,
appaiono i santi Antonio abate e
Giorgio, entrambi accompagnati
dagli animali accomunati al loro
culto: il maiale e il drago.
Particolare della Madonna circondata da un’aura divina e con in braccio
                           suo figlio Gesù.
Nei tratti di san Giorgio, perfettamente
abbigliato secondo la moda
cavalleresca dell’epoca e con una
grande cappello di paglia in testa, è
stato talvolta riconosciuto il ritratto del
giovane Leonello d’Este. Infatti,
secondo alcuni studiosi, l’opera deve
essere identificata con la tavola
raffigurante la Madonna citata in una
lettera di Leonello d’Este del 1432.
Non tutti concordano però sulla
datazione, che è stata da molti
posticipata al quinto decennio del
secolo, considerando il dipinto l’ultima
tavola nota di Pisanello.
Particolare di
sant’Antonio Abate
che si incontra con
san Giorgio ed è
accompagnato dal
suo simbolo “il
cinghiale”.
San Giorgio, la principessa e il drago
1433-1438
affresco; 223 x 620 (totale)
Verona, Sant’Anastasia, particolare
L’affresco è ciò che rimane di una più ampia decorazione eseguita da
Pisanello nell’arco di ingresso della cappella Pellegrini nella chiesa
domenicana di Sant’Anastasia a Verona. Le scene perdute
raffiguravano l’uccisione del drago da parte di san Giorgio e
sant’Eustachio, mentre l’affresco superstite mostra il momento in cui
san Giorgio giunge nei pressi della città libica di Silena e si imbatte
nella figlia del re, destinata a essere sacrificata a un terribile drago che
terrorizzava i cittadini. La storia è narrata nella Legenda aurea di
Jacopo da Varagine ed è resa con dovizia di particolari da Pisanello,
che, in accordo con la tradizione tardo-gotica, trasforma san Giorgio in
un cavaliere del suo tempo e dissemina la composizione di ricercati
particolari decorativi. Si conoscono parecchi disegni preparatori alla
composizione, tra cui un foglio per le figure degli impiccati, con ogni
probabilità preso dal vero.
Particolare
dell’affresco di San
   Giorgio. Si può
      vedere la
  principesse che
 ringrazia il santo.
  Il cavallo che si
trova dietro di lei è
  frutto di diversi
bozze realizzate dal
       pittore
Particolare del
    volto della
   principessa
rassomigliante a
Cecilia Gonzaga e
a un suo schizzo
      su un
  foglio di carta.
Particolare dello sfondo
  dell’affresco di San
  Giorgio. Si possono
   vedere due uomini
    impiccati. Quindi
Pisanello arricchisce di
  particolari la propria
 opera per renderla più
verosimile. È probabile
 che per rappresentare
   questi due uomini
   avesse assistito a
un’esecuzione infatti vi
 è anche una bozza su
un foglio di tale scena.
Particolare
  dell’affresco che
mette in evidenza il
cane da caccia che
 accompagna San
 Giorgio. Di questo
  disegno è stata
trovata anche una
bozza preparatoria
           .
Particolare di San Giorgio e la Principessa raffigurante la
città con tipiche architetture tardo-gotiche. Il loro svettare
  contro il cielo di un blu così intenso da sembrare nero
  perde immediatamente qualsiasi intento realistico e si
    trasforma in un armonioso gioco di linee e di colori.
Visione di sant’Eustachio
1435-1440 circa
tempera su tavola; 65 x 53
Londra, National Gallery
Il soggetto del dipinto, la miracolosa
visione del crocifisso tra le corna di
un cervo apparsa all’ufficiale
dell’esercito di Traiano, Eustachio
durante una battuta di caccia nel
bosco, offre a Pisanello l’occasione di
impiegare tutte le sue straordinarie
capacità di pittore del mondo
naturale. Com’era accaduto per il
San Giorgio di Verona, Eustachio
appare perfettamente abbigliato
secondo i dettami della
contemporanea moda da caccia.
Particolare della
visione di sant’
Eustachio in cui è
possibile vedere
meglio il crocifisso e
gli animali della
foresta che
circondano il santo.
La Cicogna, messa in
relazione da alcuni
studiosi con il
Sant’Eustachio della
National Gallery di
Londra, mostra affinità
tecniche con i fogli
preparatori agli affreschi
eseguiti in
Sant’Anastasia a Verona.
All’interno del palazzo Ducale sono
stati trovati affreschi attribuiti a
Pisanello a cui è stata dedicata
anche una stanza. La sala del
Pisanello è uno dei gioielli del
Palazzo Ducale di Mantova, in
quanto il suo contenuto è di sommo
interesse, non solo per essere una
pagina rara ed importante dell'arte
tardogotica, ma anche per i
numerosi interrogativi che fino a
poco fa circondavano l'opera,
l'autore, il committente e
l'occultamento del dipinto per
quattro secoli.
La sala del Pisanello ebbe
rinomanza europea sin dal
momento in cui Antoinio Pisano,
iniziò ad affrescarne le pareti.
 Anzi fu nota subito con il nome
del suo autore e non - come
accadeva - con quello del
contenuto, evento rarissimo, se
non unico. Questo privilegio non
impedì all'opera di restare
nascosta, per quattro secoli, sotto
strati di intonaco, deliberatamente
stesi per occultarla.
Ne scoprì tracce, dopo prolungate
ricerche, nel 1979, il
Soprintendente Giovanni
Paccagnini, ispezionando la
soffitta morta della sala.
la sala del Pisanello
Pochi decenni or sono, una scoperta
imprevista rivelo' in Palazzo Ducale, nella
sala detta prima degli Arcieri e poi dei Duchi
per un fregio che riporta i ritratti dei
Gonzaga, una meravigliosa opera d'arte
che non ha uguali in nessun'altra reggia. Si
tratta di un grande affresco, certamente
ideato dal Pisanello. Parte dell'affresco e'
ormai perduta, ma quel che resta ci stupisce
ancora. Su tre pareti correva una fascia
ispirata ai romanzi cavallereschi bretoni.
Due sono i momenti essenziali del racconto:
il grande torneo, in cui caoticamente si
scontrano opposte schiere accanto alla
battaglia affrescata e il baldacchino intatto
da cui un gruppo di dame, di squisita
eleganza, osserva graziosamente i
contendenti.
Il ciclo del Pisanello è ispirato alle gesta dei cavalieri della Tavola
Rotonda alla ricerca del Santo Graal e, in particolare, al torneo del
castello di Louverzep, in realtà quello di Mantova di cui possiamo
vedere un particolare.
Particolare di due dame che osservano il combattimento.
Dei ritratti dipinti da Pisanello durante la sua vita ci
restano quelli di Leonello d’Este e della sorella Ginevra d’
Este e del re d’Aragona Sigismundo. Oltre a raffigurare
animali e piante, sulla scia dei grandi maestri lombardi,
Pisanello eseguì vari disegni di nudo, sia tratti da statue
antiche, sia ritratti dal vero, come l’allegoria della lussuria
o la rappresentazione di uomini nudi.
Ritratto di Leonello d’Este
1441
tempera su tavola; 28 x 19
Bergamo, Accademia Carrara
La piccola tavola mostra Leonello ritratto a
mezzo busto, col capo di profilo rivolto verso
destra, sullo sfondo di un roseto. La
pettinatura “a cappelliera”, che lascia liberi la
fronte e la nuca, e la sontuosa veste rossa
con sopraveste in broccato, sono rese con
grande minuzia e attenzione ai particolari
decorativi, come le grandi perle del bordo.
L’identificazione dell’effigiato con il principe di
Ferrara Leonello non è mai stata messa in
discussione, vista l’evidente somiglianza con
le medaglie-ritratto eseguite sempre dal
Pisanello.
Ginevra d’Este
1434
tempera su tavola; 43 x 30
Parigi, Louvre
Il dipinto mostra l’effigie di profilo di
una giovane dama, identificata con
Ginevra d’Este, sorella di Leonello.
Sulla manica dell’abito della dama
appare infatti l’impresa estense con il
vaso biansato con le ancore, mentre il
rametto di ginepro appuntato sull’abito
è un chiaro richiamo al suo nome.
L’identificazione dell’effigiata con
Ginevra non è comunque
unanimemente accettata, alcuni
studiosi hanno infatti riconosciuto nella
dama un ritratto di Margherita
Gonzaga, figlia di Gianfrancesco e
moglie di Leonello d’Este dal 1435 al
1439.
La presenza della siepe di
aquilegie e garofani sullo
sfondo, simboli rispettivamente
di fertilità, e di amore e
matrimonio, e della farfalla, che
può assumere la medesima
valenza simbolica, ha condotto
all’ipotesi che si tratti di un
ritratto matrimoniale, eseguito
poco prima delle nozze di
Ginevra con Sigismondo
Malatesta, nel 1434. Ma la
valenza simbolica delle
aquilegie, interpretabili anche
come simbolo di dolore e morte,
ha fatto anche ipotizzare una
possibile esecuzione del ritratto
dopo la tragica morte di
Ginevra.
1433
Tempera su legno 64x49 cm
   conservato al museo
Kunsthistorisches di Vienna.



   Ritratto dell’imperatore
        Sigismundo di
     Lussemburgo che
  incuriosito dalla fama di
 Pisanello e affascinato da
 alcuni suoi quadri decise
     di commissionargli
         quest’opera.
La lussuria
1420-1430 ?
penna e inchiostro bruno su carta;
12, 9 x 15,2
Vienna, Albertina
Il presente disegno è stato messo in
relazione ad alcuni studi di nudi
femminili conservati a Rotterdam
(Museum Boymans-van
Beuningen), vicini ai lavori di
Pisanello in San Fermo a Verona.
Il foglio viennese, per la raffinata
eleganza e la resa dei particolari, è
considerato uno dei massimi
raggiungimenti dell’arte grafica di
Pisanello, in cui l’artista interpreta la
naturalità delle forme femminili con
un linguaggio saldamente ancorato
a stilemi cortesi.
Questo è uno dei
ritratti di nudo
eseguiti da
Pisanello ispirato
a un quadro
dell’epoca.
Come abbiamo già detto Pisanello fu un noto medaglista infatti nelle
decine di medaglie di bronzo da lui raffigurate tra il 1431 e il 1450
troviamo una straordinaria galleria di personaggi famosi quali:
Cecilia Gonzaga, il padre Francesco Gonzaga, il re di Napoli
Alfonso d’Aragona, Lionello d’este e l’imperatore di
Costantinopoli Giovanni VIII Palaigol.
  In ogni medaglia, secondo la tradizione numismatica romana, la
faccia principale (detta recto) contiene in bassorilievo il profilo, il
nome e le cariche onorifiche del committente, mentre la faccia
secondaria (chiamata verso) è solitamente decorata con un
bassorilievo di soggetto allegorico contornato dalla firma ( Opus
Pisani Pictoris = opera del pittore pisano) e, talvolta anche dalla data.
la mano del Pisanello medaglista è sempre inconfondibile, infatti, i
suoi profili possiedono la straordinaria capacità di essere netti e dolci
nel contempo in quanto riesce a trasferire nel freddo bronzo lo
stesso tratto dei suoi disegni più raffinati.
Lato recto della
medaglia
commissionata da
Cecilia Gonzaga. Il
ritratto di questa
donna è molto simile a
quello di San Giorgio e
la Principessa e ad un
altro schizzo
rappresentato su un
foglio di carta.
Retro della moneta
rappresentante
Cecilia Gonzaga in
compagnia di un
unicorno e con
una stele su cui
sono indicati
autore della
moneta e anno di
composizione.
Lato recto della
medaglia
commissionata da
Francesco Gonzaga
con il suo ritratto di
profilo e le cariche
scritte attorno al
viso.
Verso della moneta
raffigurante
Francesco Gonzaga
a cavallo con a suo
fianco un altro
cavaliere. Compare
sempre la firma
dell’autore.
Lato recto della
medaglia
commissionata da
Alfonso d’Aragona.
La moneta presenta
sempre le stesse
caratteristiche
tipiche della
numismatica romana.
Verso della moneta
raffigurante Alfonso
d’Aragona a caccia
accompagnato dal suo
cane. Sopra la sua
testa compare quello
che probabilmente è il
suo motto e cioè
cacciatore intrepido.
Naturalmente non
manca la firma di
Pisanello.
Unico lato conservato
      della moneta
   commissionata da
 Lionello d’Este che si
fa ritrarre questa volta
   con il volto verso
  sinistra a differenza
  del quadro visto in
      precedenza.
Medaglia
rappresentante
 l’imperatore di
Costantinopoli
   Giovanni VIII
Paleologo con il
  tipico elmo di
     battaglia.
Come abbiamo già detto prima della realizzazione di
una determinata opera Pisanello era solito studiare in
particolare la forma dei vari animali o persone presenti.
Infatti sono numerosi i suoi disegni relativi ai cavalli, o
ad altri animali e quelli preparatori per alcune
scene più difficili.
La maggior parte dei suoi
     schizzi rinvenuti
rappresentavano cavalli e
   le sue varie parti del
          corpo.
Questo disegno
 sembrerebbe essere il
  disegno preparatorio
            della
Madonna con bambino e
 i santi Antonio abate e
          Giorgio.
       Infatti a lato
     dell’immagine si
possono osservare due
    cavalli nella stessa
        posizione.
Bozza in cui il pittore
  ritrae i cavalli per
     intero, si può
osservare un cavallo
simile nel quadro di
San Giorgio e la principess
            .
Bozza di un volto
   di cavallo in
posizione diversa
 dai tre disegni
precedenti quindi
   è possibile
 vedere quante
prove abbia fatto
     prima di
dipingere su tela.
Bellissimo ritratto di
   un cavallo in una
   posizione ancora
     diversa dalla
precedente e sembra
 la bozza del cavallo
   disegnato nella
    visione di sant’
      Eustachio.
Pisanello ha compiuto lo
  studio di altri animali
come il cane, le scimmie
 le mucche i e il cigno.
Studio di una
 scimmia nelle
   sue varie
posizioni, infatti
   Pisanello
  andava alla
   ricerca di
  particolari.
Disegno di tre mucche viste da varie angolature.
Bellissimo
     disegno
 raffigurante un
  cane.
  Questa bozza
probabilmente si
   riferisce a
San Giorgio e la Prin
         .
Oltre che allo
     studio degli
   animali, per la
 rappresentazione
dei suoi quadri più
difficili, Pisanello si
   è concentrato
anche sullo studio
 del corpo umano.
Preparazione al
   battista in cui
     Pisanello
  rappresenta la
scena principale e
  cioè quando il
santo viene ucciso
  per mano di un
    altro uomo.
Ritratto di Cecilia
  Gonzaga, usato molto
probabilmente anche per
il volto della Principessa
    dell’affresco di san
          Giorgio.
Gentile da Fabriano nacque a Fabriano nel 1370 circa. Rappresentate del gotico
internazionale, pittore di ricca cultura, prevalentemente fiamminga e lombarda. Le
sue prime opere, tra le quali il Polittico di Valle Romita, presentano i caratteri tipici
della sua pittura: ricchi panneggi, linearità dei contorni, fastosità dei costumi,
tutti elementi tipici del gotico intenazionale. Il primo sicuro dato cronologico risale
al 1408 quando il pittore si trovava a Venezia, dove eseguì un affresco in palazzo
ducale poi andato perduto. Dal 1414 al 1419 fu a Brescia, poi probabilmente a
Fabriano e a Siena; a Firenze nel 1422 eseguì per la cappella di Palla Strozzi in
Santa Trinita la famosa Adorazione dei Magi che ora si trova aglii Uffizi di Firenze.
Questo dipinto ci è giunto integro nella sua cornice intagliata e dipinta in oro, i
personaggi della scena, che indossano ricchi costumi, sono immersi in una
atmosfera fiabesca quasi irreale unita però ad un'attenta descrizione veristica di
piante e fiori. Nel 1425 dipinse, sempre a Firenze, il Polittico Quaratesi oggi
smembrato fra Londra, Firenze, Vaticano e Washington; nello stesso anno l’artista
fu a Siena, poi a Orvieto dove eseguì gli affreschi nel duomo. Nel 1427 si trova a
Roma, dove iniziò nella basilica di S. Giovanni in Laterano un ciclo di affreschi, che
poi furono distrutti con il rifacimento secentesco della chiesa.
Morì a Roma nel 1427.
•Libro di testo itinerario nell’arte.
•Sito internet www. Artonline.it
•Enciclopedia cartacea De Agostini
•Siti internet dei vari musei di Londra, Vienna e Parigi.
•Altri libri d’arte vari.
Presentazione realizzata da:

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Antonio Pisano

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  • 2. Antonio Pisano detto Pisanello, pittore e medaglista, guinse da Pisa a Verona ancora fanciullo intorno al 1395. Conosciamo molto poco della sua formazione in quanto le sue prime opere sono andate totalmente perdute. Lavorò con i maggiori artisti del suo tempo, tra i quali spicca la figura di Gentile da Fabriano con il quale collaborò per gli affreschi oggi perduti della sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Venezia e per gli affreschi della basilica di San Giovanni in Laterano a Roma. Rimangono della sua attività di affrescatore soltanto pitture minori o allo stato frammentario, tra le quali il ciclo della Cappella Pellegrini in Sant'Anastasia a Verona rappresentanti Storie di San Giorgio e di Sant'Eustachio, nella quali è possibile ammirare il linguaggio della sua arte di tono fiabesco, raffinato e prezioso, in coerenza con lo stile del gotico internazionale, ma che si va evolvendo in un naturalismo molto vicino alle
  • 3. Tra le opere giovanili ci restano la Madonna della quaglia oggi al Museo Civico d'arte a Verona, e le quattro tavolette rappresentanti le Storie di San Beneddetto. Pisanello fu molto apprezzato al suo tempo come ritrattista, famoso è il Ritratto di Lionello d' Este oggi all'Accademia di Carrara a Bergamo. L'artista, inoltre, fu un'abile medaglista; tra le sue medaglie, caratterizzate da una delicata eleganza del rilievo, ricordiamo quelle dell'Imperatore Giovanni Paleologo, di Filippo Maria Visconti, di Lionello d’Este, di Cecilia Gonzaga considerata il suo capolavoro. L'artista, probabilmente, morì a Napoli intorno al 1450- 1455.
  • 4. Le sue opere principali composte tra il 1400 e il 1450 si possono suddividere in:
  • 5. La pittura del Pisanello è estremamente colta, infatti ogni tavola e affresco sono preceduti da decine di raffinatissimi disegni preparatori nei quali studia ogni singolo dettaglio. Queste rappresentazioni costituiscono dei veri e propri capolavori. Fra le sue opere giovanili possiamo ricordare la Madonna della quaglia, la Madonna con bambino e gli affreschi del ciclo di San Giorgio, della visione di sant’ Eustachio e del palazzo ducale.
  • 6. Madonna della quaglia 1420 circa Verona, Museo Civico di Castelvecchio Si tratta della prima opera nota di Pisanello, in cui sono evidenti i legami con l’opera di Michelino da Besozzo, Gentile da Fabriano e i massimi esponenti del “gotico internazionale. La Madonna della quaglia di Pisanello appare in un rigoglioso giardino, sullo sfondo di un roseto, attributo tradizionale della Vergine. I due cardellini rimandano alla crocifissione di Cristo, occasione in cui, secondo la tradizione, si sarebbero macchiati di rosso, mentre la quaglia è simbolo di resurrezione.
  • 7. Particolare della Madonna della quaglia in cui è possibile vedere in primo piano il volto della Madonna e di Gesù attorniati da due angeli.
  • 8. Madonna col Bambino e i santi Antonio abate e Giorgio 1432? tempera su tavola; 47 x 29 Londra, National Gallery La tavola, l’unica firmata tra le poche rimasteci di Pisanello, raffigura, nella parte superiore, la Vergine all’interno di un clipeo di luce. Nella parte inferiore, sullo sfondo di un’impenetrabile foresta, appaiono i santi Antonio abate e Giorgio, entrambi accompagnati dagli animali accomunati al loro culto: il maiale e il drago.
  • 9. Particolare della Madonna circondata da un’aura divina e con in braccio suo figlio Gesù.
  • 10. Nei tratti di san Giorgio, perfettamente abbigliato secondo la moda cavalleresca dell’epoca e con una grande cappello di paglia in testa, è stato talvolta riconosciuto il ritratto del giovane Leonello d’Este. Infatti, secondo alcuni studiosi, l’opera deve essere identificata con la tavola raffigurante la Madonna citata in una lettera di Leonello d’Este del 1432. Non tutti concordano però sulla datazione, che è stata da molti posticipata al quinto decennio del secolo, considerando il dipinto l’ultima tavola nota di Pisanello.
  • 11. Particolare di sant’Antonio Abate che si incontra con san Giorgio ed è accompagnato dal suo simbolo “il cinghiale”.
  • 12.
  • 13. San Giorgio, la principessa e il drago 1433-1438 affresco; 223 x 620 (totale) Verona, Sant’Anastasia, particolare L’affresco è ciò che rimane di una più ampia decorazione eseguita da Pisanello nell’arco di ingresso della cappella Pellegrini nella chiesa domenicana di Sant’Anastasia a Verona. Le scene perdute raffiguravano l’uccisione del drago da parte di san Giorgio e sant’Eustachio, mentre l’affresco superstite mostra il momento in cui san Giorgio giunge nei pressi della città libica di Silena e si imbatte nella figlia del re, destinata a essere sacrificata a un terribile drago che terrorizzava i cittadini. La storia è narrata nella Legenda aurea di Jacopo da Varagine ed è resa con dovizia di particolari da Pisanello, che, in accordo con la tradizione tardo-gotica, trasforma san Giorgio in un cavaliere del suo tempo e dissemina la composizione di ricercati particolari decorativi. Si conoscono parecchi disegni preparatori alla composizione, tra cui un foglio per le figure degli impiccati, con ogni probabilità preso dal vero.
  • 14. Particolare dell’affresco di San Giorgio. Si può vedere la principesse che ringrazia il santo. Il cavallo che si trova dietro di lei è frutto di diversi bozze realizzate dal pittore
  • 15. Particolare del volto della principessa rassomigliante a Cecilia Gonzaga e a un suo schizzo su un foglio di carta.
  • 16.
  • 17. Particolare dello sfondo dell’affresco di San Giorgio. Si possono vedere due uomini impiccati. Quindi Pisanello arricchisce di particolari la propria opera per renderla più verosimile. È probabile che per rappresentare questi due uomini avesse assistito a un’esecuzione infatti vi è anche una bozza su un foglio di tale scena.
  • 18. Particolare dell’affresco che mette in evidenza il cane da caccia che accompagna San Giorgio. Di questo disegno è stata trovata anche una bozza preparatoria .
  • 19. Particolare di San Giorgio e la Principessa raffigurante la città con tipiche architetture tardo-gotiche. Il loro svettare contro il cielo di un blu così intenso da sembrare nero perde immediatamente qualsiasi intento realistico e si trasforma in un armonioso gioco di linee e di colori.
  • 20. Visione di sant’Eustachio 1435-1440 circa tempera su tavola; 65 x 53 Londra, National Gallery Il soggetto del dipinto, la miracolosa visione del crocifisso tra le corna di un cervo apparsa all’ufficiale dell’esercito di Traiano, Eustachio durante una battuta di caccia nel bosco, offre a Pisanello l’occasione di impiegare tutte le sue straordinarie capacità di pittore del mondo naturale. Com’era accaduto per il San Giorgio di Verona, Eustachio appare perfettamente abbigliato secondo i dettami della contemporanea moda da caccia.
  • 21. Particolare della visione di sant’ Eustachio in cui è possibile vedere meglio il crocifisso e gli animali della foresta che circondano il santo.
  • 22. La Cicogna, messa in relazione da alcuni studiosi con il Sant’Eustachio della National Gallery di Londra, mostra affinità tecniche con i fogli preparatori agli affreschi eseguiti in Sant’Anastasia a Verona.
  • 23. All’interno del palazzo Ducale sono stati trovati affreschi attribuiti a Pisanello a cui è stata dedicata anche una stanza. La sala del Pisanello è uno dei gioielli del Palazzo Ducale di Mantova, in quanto il suo contenuto è di sommo interesse, non solo per essere una pagina rara ed importante dell'arte tardogotica, ma anche per i numerosi interrogativi che fino a poco fa circondavano l'opera, l'autore, il committente e l'occultamento del dipinto per quattro secoli.
  • 24. La sala del Pisanello ebbe rinomanza europea sin dal momento in cui Antoinio Pisano, iniziò ad affrescarne le pareti. Anzi fu nota subito con il nome del suo autore e non - come accadeva - con quello del contenuto, evento rarissimo, se non unico. Questo privilegio non impedì all'opera di restare nascosta, per quattro secoli, sotto strati di intonaco, deliberatamente stesi per occultarla. Ne scoprì tracce, dopo prolungate ricerche, nel 1979, il Soprintendente Giovanni Paccagnini, ispezionando la soffitta morta della sala.
  • 25. la sala del Pisanello
  • 26. Pochi decenni or sono, una scoperta imprevista rivelo' in Palazzo Ducale, nella sala detta prima degli Arcieri e poi dei Duchi per un fregio che riporta i ritratti dei Gonzaga, una meravigliosa opera d'arte che non ha uguali in nessun'altra reggia. Si tratta di un grande affresco, certamente ideato dal Pisanello. Parte dell'affresco e' ormai perduta, ma quel che resta ci stupisce ancora. Su tre pareti correva una fascia ispirata ai romanzi cavallereschi bretoni. Due sono i momenti essenziali del racconto: il grande torneo, in cui caoticamente si scontrano opposte schiere accanto alla battaglia affrescata e il baldacchino intatto da cui un gruppo di dame, di squisita eleganza, osserva graziosamente i contendenti.
  • 27. Il ciclo del Pisanello è ispirato alle gesta dei cavalieri della Tavola Rotonda alla ricerca del Santo Graal e, in particolare, al torneo del castello di Louverzep, in realtà quello di Mantova di cui possiamo vedere un particolare.
  • 28. Particolare di due dame che osservano il combattimento.
  • 29. Dei ritratti dipinti da Pisanello durante la sua vita ci restano quelli di Leonello d’Este e della sorella Ginevra d’ Este e del re d’Aragona Sigismundo. Oltre a raffigurare animali e piante, sulla scia dei grandi maestri lombardi, Pisanello eseguì vari disegni di nudo, sia tratti da statue antiche, sia ritratti dal vero, come l’allegoria della lussuria o la rappresentazione di uomini nudi.
  • 30. Ritratto di Leonello d’Este 1441 tempera su tavola; 28 x 19 Bergamo, Accademia Carrara La piccola tavola mostra Leonello ritratto a mezzo busto, col capo di profilo rivolto verso destra, sullo sfondo di un roseto. La pettinatura “a cappelliera”, che lascia liberi la fronte e la nuca, e la sontuosa veste rossa con sopraveste in broccato, sono rese con grande minuzia e attenzione ai particolari decorativi, come le grandi perle del bordo. L’identificazione dell’effigiato con il principe di Ferrara Leonello non è mai stata messa in discussione, vista l’evidente somiglianza con le medaglie-ritratto eseguite sempre dal Pisanello.
  • 31. Ginevra d’Este 1434 tempera su tavola; 43 x 30 Parigi, Louvre Il dipinto mostra l’effigie di profilo di una giovane dama, identificata con Ginevra d’Este, sorella di Leonello. Sulla manica dell’abito della dama appare infatti l’impresa estense con il vaso biansato con le ancore, mentre il rametto di ginepro appuntato sull’abito è un chiaro richiamo al suo nome. L’identificazione dell’effigiata con Ginevra non è comunque unanimemente accettata, alcuni studiosi hanno infatti riconosciuto nella dama un ritratto di Margherita Gonzaga, figlia di Gianfrancesco e moglie di Leonello d’Este dal 1435 al 1439.
  • 32. La presenza della siepe di aquilegie e garofani sullo sfondo, simboli rispettivamente di fertilità, e di amore e matrimonio, e della farfalla, che può assumere la medesima valenza simbolica, ha condotto all’ipotesi che si tratti di un ritratto matrimoniale, eseguito poco prima delle nozze di Ginevra con Sigismondo Malatesta, nel 1434. Ma la valenza simbolica delle aquilegie, interpretabili anche come simbolo di dolore e morte, ha fatto anche ipotizzare una possibile esecuzione del ritratto dopo la tragica morte di Ginevra.
  • 33. 1433 Tempera su legno 64x49 cm conservato al museo Kunsthistorisches di Vienna. Ritratto dell’imperatore Sigismundo di Lussemburgo che incuriosito dalla fama di Pisanello e affascinato da alcuni suoi quadri decise di commissionargli quest’opera.
  • 34. La lussuria 1420-1430 ? penna e inchiostro bruno su carta; 12, 9 x 15,2 Vienna, Albertina Il presente disegno è stato messo in relazione ad alcuni studi di nudi femminili conservati a Rotterdam (Museum Boymans-van Beuningen), vicini ai lavori di Pisanello in San Fermo a Verona. Il foglio viennese, per la raffinata eleganza e la resa dei particolari, è considerato uno dei massimi raggiungimenti dell’arte grafica di Pisanello, in cui l’artista interpreta la naturalità delle forme femminili con un linguaggio saldamente ancorato a stilemi cortesi.
  • 35. Questo è uno dei ritratti di nudo eseguiti da Pisanello ispirato a un quadro dell’epoca.
  • 36. Come abbiamo già detto Pisanello fu un noto medaglista infatti nelle decine di medaglie di bronzo da lui raffigurate tra il 1431 e il 1450 troviamo una straordinaria galleria di personaggi famosi quali: Cecilia Gonzaga, il padre Francesco Gonzaga, il re di Napoli Alfonso d’Aragona, Lionello d’este e l’imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII Palaigol. In ogni medaglia, secondo la tradizione numismatica romana, la faccia principale (detta recto) contiene in bassorilievo il profilo, il nome e le cariche onorifiche del committente, mentre la faccia secondaria (chiamata verso) è solitamente decorata con un bassorilievo di soggetto allegorico contornato dalla firma ( Opus Pisani Pictoris = opera del pittore pisano) e, talvolta anche dalla data. la mano del Pisanello medaglista è sempre inconfondibile, infatti, i suoi profili possiedono la straordinaria capacità di essere netti e dolci nel contempo in quanto riesce a trasferire nel freddo bronzo lo stesso tratto dei suoi disegni più raffinati.
  • 37. Lato recto della medaglia commissionata da Cecilia Gonzaga. Il ritratto di questa donna è molto simile a quello di San Giorgio e la Principessa e ad un altro schizzo rappresentato su un foglio di carta.
  • 38. Retro della moneta rappresentante Cecilia Gonzaga in compagnia di un unicorno e con una stele su cui sono indicati autore della moneta e anno di composizione.
  • 39. Lato recto della medaglia commissionata da Francesco Gonzaga con il suo ritratto di profilo e le cariche scritte attorno al viso.
  • 40. Verso della moneta raffigurante Francesco Gonzaga a cavallo con a suo fianco un altro cavaliere. Compare sempre la firma dell’autore.
  • 41. Lato recto della medaglia commissionata da Alfonso d’Aragona. La moneta presenta sempre le stesse caratteristiche tipiche della numismatica romana.
  • 42. Verso della moneta raffigurante Alfonso d’Aragona a caccia accompagnato dal suo cane. Sopra la sua testa compare quello che probabilmente è il suo motto e cioè cacciatore intrepido. Naturalmente non manca la firma di Pisanello.
  • 43. Unico lato conservato della moneta commissionata da Lionello d’Este che si fa ritrarre questa volta con il volto verso sinistra a differenza del quadro visto in precedenza.
  • 44. Medaglia rappresentante l’imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII Paleologo con il tipico elmo di battaglia.
  • 45. Come abbiamo già detto prima della realizzazione di una determinata opera Pisanello era solito studiare in particolare la forma dei vari animali o persone presenti. Infatti sono numerosi i suoi disegni relativi ai cavalli, o ad altri animali e quelli preparatori per alcune scene più difficili.
  • 46. La maggior parte dei suoi schizzi rinvenuti rappresentavano cavalli e le sue varie parti del corpo.
  • 47. Questo disegno sembrerebbe essere il disegno preparatorio della Madonna con bambino e i santi Antonio abate e Giorgio. Infatti a lato dell’immagine si possono osservare due cavalli nella stessa posizione.
  • 48. Bozza in cui il pittore ritrae i cavalli per intero, si può osservare un cavallo simile nel quadro di San Giorgio e la principess .
  • 49. Bozza di un volto di cavallo in posizione diversa dai tre disegni precedenti quindi è possibile vedere quante prove abbia fatto prima di dipingere su tela.
  • 50. Bellissimo ritratto di un cavallo in una posizione ancora diversa dalla precedente e sembra la bozza del cavallo disegnato nella visione di sant’ Eustachio.
  • 51. Pisanello ha compiuto lo studio di altri animali come il cane, le scimmie le mucche i e il cigno.
  • 52. Studio di una scimmia nelle sue varie posizioni, infatti Pisanello andava alla ricerca di particolari.
  • 53. Disegno di tre mucche viste da varie angolature.
  • 54. Bellissimo disegno raffigurante un cane. Questa bozza probabilmente si riferisce a San Giorgio e la Prin .
  • 55. Oltre che allo studio degli animali, per la rappresentazione dei suoi quadri più difficili, Pisanello si è concentrato anche sullo studio del corpo umano.
  • 56. Preparazione al battista in cui Pisanello rappresenta la scena principale e cioè quando il santo viene ucciso per mano di un altro uomo.
  • 57. Ritratto di Cecilia Gonzaga, usato molto probabilmente anche per il volto della Principessa dell’affresco di san Giorgio.
  • 58. Gentile da Fabriano nacque a Fabriano nel 1370 circa. Rappresentate del gotico internazionale, pittore di ricca cultura, prevalentemente fiamminga e lombarda. Le sue prime opere, tra le quali il Polittico di Valle Romita, presentano i caratteri tipici della sua pittura: ricchi panneggi, linearità dei contorni, fastosità dei costumi, tutti elementi tipici del gotico intenazionale. Il primo sicuro dato cronologico risale al 1408 quando il pittore si trovava a Venezia, dove eseguì un affresco in palazzo ducale poi andato perduto. Dal 1414 al 1419 fu a Brescia, poi probabilmente a Fabriano e a Siena; a Firenze nel 1422 eseguì per la cappella di Palla Strozzi in Santa Trinita la famosa Adorazione dei Magi che ora si trova aglii Uffizi di Firenze. Questo dipinto ci è giunto integro nella sua cornice intagliata e dipinta in oro, i personaggi della scena, che indossano ricchi costumi, sono immersi in una atmosfera fiabesca quasi irreale unita però ad un'attenta descrizione veristica di piante e fiori. Nel 1425 dipinse, sempre a Firenze, il Polittico Quaratesi oggi smembrato fra Londra, Firenze, Vaticano e Washington; nello stesso anno l’artista fu a Siena, poi a Orvieto dove eseguì gli affreschi nel duomo. Nel 1427 si trova a Roma, dove iniziò nella basilica di S. Giovanni in Laterano un ciclo di affreschi, che poi furono distrutti con il rifacimento secentesco della chiesa. Morì a Roma nel 1427.
  • 59. •Libro di testo itinerario nell’arte. •Sito internet www. Artonline.it •Enciclopedia cartacea De Agostini •Siti internet dei vari musei di Londra, Vienna e Parigi. •Altri libri d’arte vari.

Notes de l'éditeur

  1. Le sue opere principali composte tra il 1400 e il 1450 si possono suddividere in: Opere minori
  2. Fra le sue opere giovanili possiamo ricordare la Madonna della quaglia, la Madonna con bambino e gli affreschi del ciclo di San Giorgio e della visione di sant’Eustachio. La pittura del Pisanello è estremamente colta, infatti ogni tavola e affresco sono preceduti da decine di raffinatissimi disegni preparatori nei quali studia ogni singolo dettaglio. Queste rappresentazioni costituiscono dei veri e propri capolavori.
  3. Particolare della Madonna della quaglia in cui è possibile vedere in primo piano il volto della Madonna e di Gesù attorniati da due angeli.
  4. Particolare della Madonna circondata da un’aura divina e con in braccio suo figlio Gesù.
  5. Particolare di sant’Antonio Abate che si incontra con san Giorgio ed è accompagnato dal suo simbolo “il cinghiale”.
  6. Particolare dell’affresco di San Giorgio. Si può vedere la principesse che ringrazia il santo.
  7. Particolare del volto della principessa rassomigliante molto a Cecilia Gonzaga.
  8. Foglio con immagine della donna.
  9. Particolare dello sfondo dell’affresco di San Giorgio. Si possono vedere due uomini impiccati. Quindi Pisanello arricchisce di particolari la propria opera per renderla più verosimile. È probabile che per rappresentare questi due uomini avesse assistito a un’esecuzione infatti vi è anche una bozza su un foglio di tale scena.
  10. Particolare dell’affresco che mette in evidenza il cane da caccia che accompagna San Giorgio. Di questo disegno è stata trovata anche una bozza preparatoria.
  11. Particolare di San Giorgio e la Principessa raffigurante la città con tipiche architetture tardo-gotiche. Il loro svettare contro il cielo di un blu così intenso da sembrare nero perde immediatamente qualsiasi intento realistico e si trasforma in un armonioso gioco di linee e di colori.
  12. Particolare della visione di sant’Eustachio in cui è possibile vedere meglio il crocifisso e gli animali della foresta che circondano il santo.
  13. All’interno del palazzo Ducale sono stati trovati affreschi attribuiti a Pisanello a cui è stata dedicata anche una stanza. La sala del Pisanello è uno dei gioielli del Palazzo Ducale di Mantova, in quanto il suo contenuto è di sommo interesse, non solo per essere una pagina rara ed importante dell'arte tardogotica, ma anche per i numerosi interrogativi che fino a poco fa circondavano l'opera, l'autore, il committente e l'occultamento del dipinto per quattro secoli.
  14. Ne scoprì tracce, dopo prolungate ricerche, nel 1979, il Soprintendente Giovanni Paccagnini, ispezionando la soffitta morta della sala.
  15. Primo piano della sala del Pisanello
  16. Pochi decenni or sono, una scoperta imprevista rivelo' in Palazzo Ducale, nella sala detta prima degli Arcieri e poi dei Duchi per un fregio che riporta i ritratti dei Gonzaga, una meravigliosa opera d'arte che non ha uguali in nessun'altra reggia. Si tratta di un grande affresco, certamente ideato dal Pisanello Parte dell'affresco e' ormai perduta, ma quel che resta ci stupisce ancora. Per schematizzare, diciamo che su tre pareti correva una fascia ispirata ai romanzi cavallereschi bretoni, custoditi in gran numero nella biblioteca del marchese Gianfrancesco, il committente. Nessun dubbio su questo, grazie alle scritte che identificano i personaggi principali. Due sono i momenti essenziali del racconto: il grande torneo, in cui caoticamente si scontrano opposte schiere accanto alla battaglia affrescata, il baldacchino intatto da cui un gruppo di dame, di squisita eleganza, osserva graziosamente i contendenti.
  17. Particolare di due dame che osservano il combattimento.
  18. Dei ritratti dipinti da Pisanello durante la sua vita ci restano quelli di Leonello d’Este e della sorella Ginevra d’Este e del re d’Aragona Sigismundo.
  19. Ritratto dell’imperatore Sigismundo di Lussemburgo che incuriosito dalla fama di Pisanello e affascinato da alcuni suoi quadri decise di commissionargli quest’opera. 1433 Tempera su legno 64x49 cm conservato al museo Kunsthistorisches di Vienna.
  20. Questo è uno dei ritratti di nudo eseguiti da Pisanello ispirato a un quadro dell’epoca.
  21. Come abbiamo già detto Pisanello fu un noto medaglista infatti nelle decine di medaglie di bronzo da lui raffigurate tra il 1431 e il 1450 troviamo una straordinaria galleria di personaggi famosi quali: Cecilia Gonzaga, il padre Francesco Gonzaga, il re di Napoli Alfonso d’Aragona, Lionello d’este e il Palaigol. In ogni medaglia, secondo la tradizione numismatica romana, la faccia principale (detta recto) contiene in bassorilievo il profilo, il nome e le cariche onorifiche del commettente, mentre la faccia secondaria (chiamata verso) è solitamente decorata con un bassorilievo di soggetto allegorico contornato dalla firma ( Opus Pisani Pictoris = opera del pittore pisano) e, talvolta anche dalla data. la mano del Pisanello medaglista è sempre inconfondibile, infatti, i suoi profili possiedono la straordinaria capacità di essere netti e dolci nel contempo in quanto riesce a trasferire nel freddo bronzo lo stesso tratto dei suoi disegni più raffinati.
  22. Lato recto della medaglia commissionata da Cecilia Gonzaga. Il ritratto di questa donna è molto simile a quello di San Giorgio e la Principessa e ad un altro schizzo rappresentato su un foglio di carta.
  23. Retro della moneta rappresentante Cecilia Gonzaga in compagnia di un unicorno e con una stele su cui sono indicati autore della moneta e anno di composizione.
  24. Lato recto della medaglia commissionata da Francesco Gonzaga con il ritratto dell’uomo di profilo e le sue cariche scritte attorno al viso.
  25. Retro della moneta raffigurante Francesco Gonzaga a cavallo con a suo fianco un altro cavaliere. Compare sempre la firma dell’autore.
  26. Lato recto della medaglia commissionata da Alfonso d’Aragona. La moneta presenta sempre le stesse caratteristiche tipiche della numismatica romana.
  27. Verso della moneta raffigurante Alfonso d’Aragona a caccia accompagnato dal suo cane. Sopra la sua testa compare quello che probabilmente è il suo motto e cioè cacciatore intrepido. Naturalmente non manca la firma di Pisanello.
  28. Unico lato conservato della moneta commissionata da Lionello d’Este che si fa ritrarre questa volta con il volto verso sinistra a differenza del quadro visto in precedenza.
  29. Medaglia rappresentante l’imperatore di Costantinopoli Giovanni VIII Paleologo con il tipico elmo di battaglia.
  30. Come abbiamo già detto prima della realizzazione di una determinata opera Pisanello era solito studiare in particolare la forma dei vari animali o persone presenti. Infatti sono numerosi i suoi disegni relativi ai cavalli, o ad altri animali e quelli preparatori per alcune scene più difficili.
  31. La maggior parte dei suoi schizzi rinvenuti rappresentavano cavalli e le sue varie parti del corpo.
  32. Questo disegno sembrerebbe essere il disegno preparatorio della Madonna con bambino e i santi Antonio abate e Giorgio. Infatti a lato dell’immagine si possono osservare due cavalli nella stessa posizione.
  33. Bozza in cui il pittore ritrae i cavalli per intero, si può osservare un cavallo simile nel quadro di San Giorgio e la principessa.
  34. Bozza di un volto di cavallo in posizione diversa dai tre disegni precedenti quindi è possibile vedere quante prove abbia fatto prima di dipingere su tela.
  35. Bellissimo ritratto di un cavallo in una posizione ancora diversa dalla precedente e sembra la bozza del cavallo disegnato nella visione di sant’Eustachio.
  36. Pisanello ha compiuto lo studio di altri animali come il cane, le scimmie e i tori.
  37. Studio di una scimmia nelle sue varie posizioni, infatti Pisanello andava alla ricerca di particolari.
  38. Disegno di tre mucche viste da varie angolature.
  39. Bellissimo disegno raffigurante un cane si pensa che sia una delle bozze riferite a San Giorgio e la Principessa.
  40. Oltre che allo studio degli animali, per la rappresentazione dei suoi quadri più difficili, Pisanello si è concentrato anche sullo studio del corpo umano.
  41. Preparazione al battista in cui Pisanello rappresenta la scena principale e cioè quando il santo viene ucciso per mano di un altro uomo.
  42. Ritratto di Cecilia Gonzaga, usato molto probabilmente anche per il volto della Principessa dell’affresco di san Giorgio.
  43. Presentazione realizzata da: