2. Nel 1401, ancora in piena temperie gotica, l' Arte di Calimala
di Firenze bandì un concorso per la
seconda porta del Battistero di S. Giovanni, al quale si
presentarono Filippo Brunelleschi, Simone da Colle, Niccolò
da Arezzo, Niccolò di Pietro Lamberti, Lorenzo Ghiberti e i
senesi Jacopo della Quercia e Francesco di Valdambrino. Uno
dei concorrenti pare che si ritirasse dalla gara, la quale
consisteva nel presentare entro una formella quadrilobata, di
incorniciatura identica a quelle della porta di Andrea Pisano,
un rilievo raffigurante il Sacrificio d' Isacco.
Andate perdute quelle di tutti gli altri, ci sono rimaste, e si
conservano nel Museo del Bargello, le formelle del Ghiberti e
del Brunelleschi.
3. Nel 1401, ancora in piena temperie gotica, l' Arte di Calimala
di Firenze bandì un concorso per la seconda porta del
Battistero di S. Giovanni, al quale si presentarono Filippo
Brunelleschi, Simone da Colle, Niccolò da Arezzo, Niccolò di
Pietro Lamberti, Lorenzo Ghiberti e i senesi Jacopo della
Quercia e Francesco di Valdambrino. Uno dei concorrenti pare
che si ritirasse dalla gara, la quale consisteva nel presentare
entro una formella quadrilobata, di incorniciatura identica a
quelle della porta di Andrea Pisano, un rilievo raffigurante il
Sacrificio d' Isacco.
Andate perdute quelle di tutti gli altri, ci sono rimaste, e si
conservano nel Museo del Bargello, le formelle del Ghiberti e
del Brunelleschi.
4.
5. Lorenzo Ghiberti,nato a Firenze nel 1378 non fu
solo scultore e orafo,ma anche architetto e
scrittore.Dopo aver abbandonato Firenze nel
1400,quando la peste minacciava la citta’ ,vi
fece ritorno gia’ l’anno seguente per partecipare
al Concorso.Tra il 1403 e il 1424 si dedico’ alla
seconda porta del Battistero e nel 1425 i
finanziatori gli affidarono anche l’esecuzione
dell’ultima.Questo capolavoro definita Porta del
paradiso fu terminata solo nel 1452.Mori’nel
1455 nella sua citta’natale dopo aver fornito un
grande contributo per lo sviluppo dell’arte in
Italia.
6.
7. Scrittore e architetto. Firenze 1377 - 1446
Famoso per le ardite concezioni originali dei suoi
progetti (come quello della cupola del Duomo di
Firenze) e per il modo in cui rielaborò
armoniosamente le forme architettoniche
classiche nello spirito nuovo della sua epoca.
Formatosi come orafo e scultore in una tipica
bottega fiorentina, si fece notare nel 1401
vincendo "ex aequo" con Lorenzo Ghiberti il
concorso per la seconda porta del Battistero
.
8. La commissione fu però affidata al Ghiberti. Le
formelle col "Sacrificio di Isacco" presentate in
gara dai due artisti sono oggi esposte affiancate
al Museo del Bargello. Nei tre anni successivi fu
probabilmente a Roma per studiare scultura e
architettura con l'amico Donatello. Nel 1404
entrò nella corporazione degli orafi ma i suoi
interessi matematici (fu amico di Paolo dal
Pozzo Toscanelli) e lo studio dei monumenti
antichi indirizzarono la sua attività verso
l'architettura.
9. Cupola di S.Maria del
Fiore
Crocifisso S. Maria Novella
S. Lorenzo navata centrale
10. Dal 1409 fu attivo nel cantiere di Santa Maria del Fiore,
attratto subito dal problema della cupola: il suo progetto
vinse il concorso del 1418 e nel '23 gli fu affidata la
completa responsabilità dei lavori. Il completamento di
questa opera chiave, basata su una tecnica che
permetteva di voltare l'enorme cupola senza bisogno di
armature, occupò quasi l'intero arco della sua vita e gettò
le basi dell'architettura rinascimentale. La struttura fu
conclusa nel '34, nel '36 fu messa in opera la lanterna di
completamento e nel '38 si realizzarono le quattro tribune
dell'abside.
11. Nello stesso periodo Brunelleschi si occupava dello Spedale
degli Innocenti (1421-24), della Sagrestia Vecchia di San
Lorenzo (1428), della ricostruzione di San Lorenzo (1423 ca.),
della Cappella dei Pazzi nel Chiostro di Santa Croce (1430 ca.) e
del progetto per Santo Spirito (1436 ca.), rinnovando il volto
della città medievale
Fra le altre sue opere architettoniche si ricorda il Ponte a Mare
a Pisa, il Palazzo di Parte Guelfa (1425) e l'incompiuta
Rotonda degli Angeli (1434) a Firenze. Oggi è messa in
discussione l'ipotesi per cui il progetto iniziale di Palazzo Pitti
sarebbe anch'esso del Brunelleschi. Alla sua morte fu sepolto
in Santa Maria del Fiore e la sua tomba, rimasta per secoli
sconosciuta, è stata riscoperta solo nel 1972.
14. Bisogna innanzitutto considerare la forma della cornice entro
la quale il Ghiberti inserisce armonicamente le
figure,sfruttandone l’andamento mosso.Divide obliquamente
la scena mediante una roccia,simbolicamente scheggiata
come quelle del gotico;davanti ad essa,e in essa
esattamente contenuti,stanno i servi,mentre, in basso,la
cavalcatura funge quasi da base allargando le forme della
roccia, a sinistra occupando lo spazio del lobo con la coda e
con la zampa(in rapporto con la gamba nuda dell’uomo),a
destra curvando dolcemente la testa verso terra.In alto,sopra
la roccia,l’ariete,il cui muso si pone quasi in parallelo con la
cornice discendente,guarda verso la scena del sacrificio,che
si svolge tutta nel settore di destra,nettamente separata
mediante un solco.Abramo sta per vibrare il colpo,mentre
Isacco offre la gola nuda e,in alto a destra,l’angelo giunge a
fermare la mano del padre.
15. Nulla di drammatico in tutto cio’,ma una tranquilla
serenita’dovuta alla fede:i gesti,immobilizzati,privi
cioe’del senso di un antecedente che conduca alla
conseguenza dell’atto,esprimono non tanto un’azione
compiuta in un certo momento,e quindi
storicizzata,quanto il significato simbolico di un concetto
religioso di ubbidienza eterno e immutabile e quindi non
storico.Tutto e’improntato a una straordinaria eleganza
ancora gotica:si veda la prevalenza della linea falcata in
ogni elemento,e soprattutto,nei corpi del padre e del
figlio.Ma questa eleganza non sarebbe del tutto
spiegabile senza una cultura classica resa ancora
piu’evidente dalla decorazione a racemi dell’ara e dal bel
nudo di Isacco.
17. Essa consiste di ventotto formelle a rilievo di cui le otto in basso
raffigurano gli Evangelisti e i Dot- tori della Chiesa, mentre nelle
altre è illustrata la Vita di Cristo dall' Anunciazione alla
Pentecoste secondo una successione narrativa che va da sinistra a
destra e dal basso verso l'alto, in modo che le scene più importanti
-cioè la Crocifissione e la Risurrezione -si trovano al centro della
sommi- tà. A differenza di Andrea Pisano che aveva preferito
generalmente riecheggiare nella composizio- ne dei rilievi, la
sagoma quadrata delle incorniciature esterne il Ghiberti,
adeguandosi con perfetto agio al motivo gotico del quadrilobo
interno, seppe da questo trarre innumerevoli e felici spunti
compositivi, risolvendo le singole storie in ritmici schemi di
fluida eleganza e ricavando dal bronzo, in alcune parti dorato, una
complessa, armoniosa fusione di accenti lineari e luminosi.
18. Così ad esempio nella Natività le arcature dei
quattro lobi agevolano la distribuzione dei
personaggi, ariosamenttf distanziandoli e creando
intorno ai loro movimenti ed ai loro conclusi
contorni uno spazio dolcemente modulato, tale da
assicurare la scorrevolezza ritmica e l'unità della
composizione: la figura orizzontale della Vergine
giacente partecipe dell'elastico gioco
dell'incorniciatura mediante il gomito destro che si
insinua nello spigolo formato dalla giunzione dei
lobi, mentre la falda di roc- cia che sormonta,
commentandolo, il piegarsi dalla gamba sinistra, la
collega al sottostante S. Giuseppe
19. Di una rigorosa simmetria quasi araldica è la Crocifissione in cui le
quattro figure della Madonna, del S. Giovanni e dei due Angioli
piangenti creano intorno alla figura del Cristo uno spazio che nella
sua ben calcolata ampiezza appar misterioso e solenne come quello
di un sacro tabernacolo; più ancora che drammatica, sottilmente
elegiaca è la Flagellazione per il ritmico rispecchiarsi dei gesti dei
persecutori che rompono la rigidezza del retrostante colonnato.
Reminiscenze dell'arte classica emotivi iconografici tipicamente
gotici trovano il loro felice punto di incontro e di fusione nel gu- sto
ghibertesco: così ad esempio, se nel giovane caduto in primo piano
nella Cacciata dei mercanti dal TemPio si riecheggia la classica posa
di un antico dio fluviale, la Vergine dell' Annunciazione è simile ad
una flessuosa statua gotica nel suo tabernacolo, inche se questo, con
la sua collocazione in tralice, accenna ad una profondità spaziale
ancora ignota alla precedente tradizione. Creazioni di raffinata
eleganza lineare sono gli otto Santi dei due registri inferiori, la
varietà delle cui pose deter- mina, davanti ai leggii preziosi e
sfaccettati, i più virtuosistici giochi di panneggi.
20. L’ADORAZIONE DEI MAGI
Epoca: Secolo XVIII
Descrizione: Bronzo
dorato, (h. cm 54)
particolare della
formella della porta
settentrionale del
Battistero, eseguita tra
il 1403 e il 1415 e
posta in opera nel
1424.
21. L’ANNUNCIAZIONE
Epoca: Secolo XV
Descrizione: Bronzo dorato, (h.
cm 27) particolare della
formella della porta
settentrionale del Battistero,
commissionatagli in seguito alla
vincita del concorso del 1401
indetto dall' Arte di Calimala,
eseguita tra il 1403 e il 1415 e
posta in opera nel 1424.
22. STORIE DELLA REGINA DI SABA
Epoca: Secolo XV
Descrizione: Bronzo
dorato, h. cm 60. Formella
della porta orientale,
l'ultima del Battistero che
gli fu commissionata nel
1425 e portata a termine
dall'autore nel 1452 su
indicazioni di Leonardo
Bruni
23. STORIE DI GIOSUE’
Epoca: Secolo XV
Descrizione: Bronzo dorato, h.
cm 79. Formella della porta
orientale, detta "Porta del
Paradiso".
25. Completamente diversa e’invece la concezione
del Brunelleschi.Anche egli come il Ghiberti,e
forse piu’di lui,studia il rapporto fra le figure e la
cornice,non riuscendo pero’poi a contenere tutte
le immagini entro i confini imposti:anzi le 2 in
basso trasbordano,come spinte da una forza
interna.Ma,soprattutto,egli coglie nel fatto
lpelemento drammatico,la velocita’ e la violenza
di cio’che sta per accadere:Abramo ha
gia’forzatamente costretto il figlio,che si puntella
sull’ara,a esporre la gola e sta vibrando la
coltellata,fermato non da un ordine,ma da una
forza superiore,quella dell’angelo che gli afferra
il braccio.
26. Tutta l’azione tende a focalizzarsi al
cento,in alto,in un movimento
impetuoso.In Brunelleschi c’e’una
concezione drammatica e storica,una
nuova impostazione dello spazio e
un’insofferenza verso la forma gotica
della cornice.In Ghiberti invece
c’e’una contemplazione equilibrata in
un perfetto adeguarsi alla cornice e in
un morbido fluire dele forme.
27. Anche il giudizio della commissione,malgrado
il valore dell’opera Brunelleschiana,sembra
quindi giusto,tanto piu’se si pensa che la
formella doveva essere immaginata non chiusa
in se stessa ma facente parte di un
complesso(l’intera porta)composto da 28
pannelli:essa doveva percio’,come ha fatto il
Ghiberti non presentare elementi di contrasto
o comunque esuberanti da quella cornice
che,insieme alle altre 27 avrebbe dovuto
costituire una trama armonica,in un continuo
rinvio di linee rette ecurve per lo svolgersi
totale della superficie decorata.
33. Gli esempi più antichi si trovano in Italia (ad esempio
a Ravenna e ad Albenga, risalenti al V secolo) e in
Asia Minore: a Istanbul, il battistero di Santa Sofia
risale al VI secolo.
La rinascita dell'architettura europea dell'XI secolo
condusse, in Italia, all'edificazione di battisteri
riccamente adornati, solitamente collocati presso la
cattedrale e il campanile. Gli esempi più interessanti
di complessi architettonici di tal genere si trovano,
oltre che a Parma, Pisa e Firenze, anche in altri
centri, come Pistoia, Novara, Cremona, Verona,
Lucca, Volterra e Siena; tra questi, il battistero più
celebre è quello di Firenze, dotato di decorazioni
musive interne e di magnifiche porte bronzee
eseguite dagli scultori italiani Andrea Pisano e
Lorenzo Ghiberti. Quello di Pisa custodisce un
famoso pulpito marmoreo eseguito da Nicola Pisano,
mentre il battistero di Parma, opera di Benedetto
Antelami, è adornato da numerosi affreschi e
sculture.
34.
35. Il Battistero, uno dei monumenti architettonici più antichi di Firenze, ha origini
finora non sicuramente databili. Un tempo era creduto tempio pagano dedicato
al culto di Marte, ma gli studi più recenti tendono a collocarne l'origine al IV
secolo.
Il suo aspetto fortemente caratterizzato in senso geometrico anche dalle
decorazioni in marmo bianco e verde di Prato, è dovuto ad una felice
combinazione di architettura romanica e paleocristiana, attuata nel corso dei
secoli XI-XIII.L'esterno, con tre archi per facciata all'interno dei quali sono
iscritte finestre con timpano ed altri archetti a serie di tre, sembra alludere alla
loggetta interna con rispondenze puntuali, in un giuoco di rimandi sottolineati
dalla decorazione marmorea. Le sculture e i bassorilievi presenti all'esterno,
sopra le porte e nei battenti delle stesse, sono tra i complessi più importanti
eseguiti in Toscana: i portali in bronzo dorato sono dovuti rispettivamente ad
Andrea Pisano nel 1336 (porta attualmente a sud) e a Lorenzo Ghiberti nel
1427 e nel 1452 (le due porte a nord e a est).
Quest'ultima è detta del "Paradiso" e rappresenta uno dei massimi risultati
raggiunti dallo scultore, che unisce eleganze ritmiche tardo gotiche a un felice
recupero di armonie classiche. L'originale è stato rimosso per essere
restaurato e al suo posto collocata una copia. Attualmente quattro pannelli
restaurati si trovano nel Museo dell'Opera del Duomo.
36. Nelle chiese cristiane, un edificio separato,
o un'area all'interno della chiesa, nel quale
si svolge il rito del battesimo. A partire dal
IV secolo, durante il regno dell'imperatore
romano Costantino I, ne furono edificati
diversi di grandi dimensioni; dedicati di
solito a san Giovanni Battista, erano a
pianta circolare o poligonale. La zona
centrale era generalmente sovrastata da
una cupola in muratura o legno, sotto la
quale si trovava il fonte battesimale,
circondato da colonne; gli spazi fra le
colonne erano chiusi da tende allo scopo di
impedire agli astanti, raccolti nel
deambulatorio oltre le colonne, di assistere
al sacramento che avveniva tramite
immersione completa. Quando il rito
dell'immersione fu sostituito
dall'aspersione, costruzioni di così grandi
dimensioni divennero superflue.