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Giulia Fiocco   A.S. 2005-2006   Classe 5°F
Fra giovani artisti attivi intorno al 1850, si avvertiva la
volontà di riforma in senso "europeo" dei generi pittorici
affermati;
In particolare, di quel romanticismo storico a cui ormai
quasi tutti i più evoluti tra loro avevano aderito.




Anno cruciale di questi eventi innovatori fu il 1856.
In tale anno, a Firenze, i giovani frequentatori del caffè
Michelangelo, avvertirono con maggiore nettezza la
necessità di confrontare il loro operato con ciò che
andava accadendo in ambito europeo.
Questi artisti giunsero alla definizione di MACCHIA:




Accentuazione del chiaroscuro per stabilire il valore
strutturale della luce e colore.




Questo interesse per l' effetto della luce-colore, per la
macchia costruttiva scuro su chiaro, si diffuse tra
molti artisti italiani.
Luogo di nascita:
Firenze



Luoghi d'ispirazione:
In Toscana: le campagne intorno a Firenze (Settignano);
Livorno, la sua costa (Castiglioncello) e il suo interno
(Gabbro); la campagna senese (Staggia) e la Maremma.
In Liguria: La Spezia e le Cinqueterre (Riomaggiore).
All'estero: Parigi e le campagne della Senna e della Marna;
Londra, Bath e Edimburgo.
Periodo:
1853-1858: anni di formazione; 1859-1861: fase di intensa
ricerca; 1862-1871: decennio di massima creatività;
1872-1900: sviluppi ulteriori.




Temi dominanti:

Motivi all'aperto (pascoli, vita nei campi e nei borghi,
costumi locali, marine, ambienti urbani), ritratti, interni, vita
domestica, edifici monumentali, rievocazioni letterarie.
PROTAGONISTI

 Telemaco Signorini          Giovanni Fattori




Giuseppe Abbati              Odoardo Borrani



Giovanni Boldini             Adriano Cecioni
L’interno del caffè
Michelangelo a Firenze
ca. 1861. Acquerello su
carta




L’opera rappresenta l’interno del famoso caffè
Michelangelo in via Larga, punto di ritrovo degli artisti
della vicina accademia fiorentina.
L’Arno dalla casaccia
ca.1863


L’opera rappresenta una
piccola barca che
scivola sulle acque
dell’Arno.

Il pittore si stabilì a Firenze verso la fine del 1860 e lì
iniziò a frequentare il caffè Michelangelo.
I renaioli nel mugnone
 ca. 1880
 Olio su tela

L’episodio rappresentato in
quest’opera è un’ episodio di
vita quotidiana.

Borrani andò a vivere a
Piagentina, dove dipinse le sue
opere più meditate e belle.
Ritratto di Adelaide Banti
1866, Acquerello su carta

Quest’opera riprende uno dei
temi più diffusi fra i macchiaioli: i
ritratti.

La fanciulla rappresentata
appartiene a una famiglia
aristocratica fiorentina.
Giovanni Fattori nasce a Livorno nel
1825 e muore a Firenze nel 1908.


Frequenta la Scuola libera del Nudo
alla Accademia di Firenze, ricevette
l'insegnamento del Bezzuoli e dal
1850 fu uno dei frequentatori più
assidui del Caffè Michelangelo.
Anche se nei primi tempi risultano
ancora evidenti nella sua pittura i
segni del '400 fiorentino, dal 1859
Fattori divenne il più importante
pittore macchiaiolo.


 I soggetti tipici di Fattori sono:
 soldati e cavalli, battaglie, scene
 di vita militare, scorci di
 paesaggio maremmano con
 mandrie di buoi, figure di
                                       Autoritratto
 contadini.
                                       1854 Olio su tela
In quest’opera il
senso della
prospettiva è
dato dalla parete
sulla destra, che
interrompe la
linea
dell’orizzonte,
dove l’ocra della
pianura si
confonde col
cielo azzurro-
violaceo.           ca. 1872 Olio su tela
Le figure del soldato e del cavaliere
in primo piano si stagliano contro il
muro bianco; gli altri due soldati in
lontananza equilibrano la scena.




 La scena è giocata su forti contrasti
 cromatici e l’atmosfera creata è quella
 di una afosa giornata estiva.
1861-1862
Olio su tela

Fattori in questo
quadro non
rappresenta un
momento di
battaglia, ma il
mesto e pur
dignitoso ritorno
dei feriti.
Alcuni soldati
procedono barcollando,
mentre i più gravi sono
adagiati su un carro e
accanto a loro si
prodigano due
monache infermiere.


L’opera non è ancora
macchiaiola anche se i
soggetti prefigurano la
pittura di Fattori
L'impostazione di questo
quadro è
melodrammatica: l'eroe
è disteso sul proscenio,
l'eroina, sorretta dalle
dame e confortata
dall'abate, si sofferma
smarrita.


Tuttavia la disposizione dei protagonisti crea la profondità
spaziale, che si accentua sul fondo, dove vi è ancora il
fragore del combattimento dei guerrieri, il polverone sollevato
dai cavalli.
1859
Olio su tavola
Il dipinto,
come
suggerisce il
titolo, risale al
1859, quando
le truppe di
Napoleone III
si stabilirono al Pratone delle Cascine di Firenze.
In quest’opera sono rappresentati un drappello 8 soldati e un
ufficiale in testa.
Il dipinto è organizzato
per semplici fasce di
colore sovrapposte:
 la tonalità ocra costituita
dal terreno, quella
grigiastra rappresentata
dal muro e infine il colore
azzurro del cielo.




 Ufficiale dell’esercito francese
1866     Olio su tavola

In quest’opera sono rappresentate delle ricche signore, che
secondo la moda del tempo, fanno bagni di aria di mare
standosene sedute al fresco sotto il tendone di uno
stabilimento balneare di Livorno.
Anche in quest’opera c’è
una meticolosa ripartizione
in fasce di colori
sovrapposti:
L’ ocra della parte in
ombra della rotonda,
l’azzurro intenso del mare,
il bruno rossiccio delle
rocce, l’azzurro grigiastro
del cielo estivo e l’arancio
dorato della tenda.


       Particolare che sottolinea i vari
       colori usati dall’artista.
ca. 1867   Olio su tela

Il dipinto rappresenta un carro trainato da una coppia di buoi
sullo sfondo di un’assolata campagna maremmana.
All’interno di questa
natura vasta e
incontaminata il
massiccio gruppo dei
buoi con il contadino
assume un significato
quasi monumentale.


I colori utilizzati sono il
giallo brunastro delle
stoppie, il grigio-azzurro
del cielo, il verde delle
coline
L’opera rappresenta un vecchio
cavallo morto, il cui corpo è
scomposto; in terra il cesto con il
cibo, ormai inutile davanti al suo
muso. In piedi, con le redini e la
frusta in mano, è il contadino con
gli abiti sformati e la testa dalla
barba bianca incassata fra le spalle, incredulo guarda nel vuoto,
addolorato per la morte di un fedele amico e per l'angoscia di
aver perso un mezzo indispensabile al proprio lavoro: il cavallo.
In questo quadro è rappresentato un momento di vita
quotidiana in maremma. Il punto di fuga è posto fuori dal
quadro, così che lo spazio ne risulta ampio e ruotante.
Particolare: la
coppia di buoi




Il frontale del carro e e la coppia dei buoi, conferiscono a
tutto, l'immobilità delle pose e la fermezza tipica dei dipinti di
Fattori.
ca. 1880
Olio su tela




La tela rappresenta con crudo realismo una scena di gran
movimento. I colori utilizzati sono il marrone per il cavallo e il
suolo e il grigio per il cielo.
Nell’opera si
osserva un
cavallo che,
forse
spaventato da
uno sparo, si
lancia in un
galoppo
forsennato
trascinandosi
dietro il suo
povero cavaliere che, disarcionato e ferito, è rimasto con un
piede mortalmente impigliato alla staffa.
Nasce a Firenze nel 1835 e lì vi
muore nel 1901.
Dopo aver frequentato la Scuola
libera del Nudo all'Accademia
fiorentina, e dopo aver dipinto dal
vero con Borrani frequentò il caffè
Michelangelo.
Fu il primo a illustrare le novità
espressive della macchia e a
interessarsi della pittura europea,
che conobbe attraverso continui
viaggi di studio.
Nel 1858 si reca a La Spezia
alla ricerca di un ambiente
visivo che gli rendesse più facile
nel diretto rapporto con il "vero".


 Nel 1862, ospite di Diego
Martelli a Castiglioncello, diede
vita alla Scuola di Piagentina.
Nel 1871-1872 fu a Roma e tra
il 1873 e il 1881 furono
numerosi i suoi soggiorni in
Francia, Svizzera e Inghilterra
L’opera
descrive con
molta
accuratezza
la toilette del
mattino in
una celebre
"casa" in via
Lontanmorti;
Il dipinto si qualifica
soprattutto come
opera di complessi
fascini descrittivi,
ed è forse il più
complesso quadro
che Signorini abbia
lavorato.



 Particolare del dipinto
Questo quadro suscitò
diverse polemiche per la
scelta del soggetto, che
rappresenta la sala riservata
alle ammalate più gravi del
manicomio di Firenze.
Signorini azzittì queste
polemiche affermando che il
valore del quadro non è
determinato dal tema ma da
come ne è resa la terribile
drammaticità.
L'opera è impostata con una
prospettiva obliqua e la
drammaticità è resa con
l'ampiezza e l'altezza dello
squallido stanzone.
Altro elemento che evidenzia la
drammaticità del quadro è il
biancore della luce riflessa dalle
pareti calcinate contro le quali
si stagliano anonime figure,
ammassate o isolate, delle
povere dementi destinate alla
reclusione perpetua.
L’opera
rappresenta la
prigione di
Portoferraio.
L’atmosfera è
triste e cupa,
grazie ai volti
magri e senza
speranza dei
carcerati.
L’opera rappresenta
un giorno di inizio
Primavera.
Il cielo è nuvoloso e
una giovane
ragazza sta
camminando su
una collina,
confondendosi con
il colore scuro
della terra.
- Itinerario nell’arte (Zanichelli)




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- Enciclopedia Treccani
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I Macchiaioli

  • 1. Giulia Fiocco A.S. 2005-2006 Classe 5°F
  • 2. Fra giovani artisti attivi intorno al 1850, si avvertiva la volontà di riforma in senso "europeo" dei generi pittorici affermati; In particolare, di quel romanticismo storico a cui ormai quasi tutti i più evoluti tra loro avevano aderito. Anno cruciale di questi eventi innovatori fu il 1856. In tale anno, a Firenze, i giovani frequentatori del caffè Michelangelo, avvertirono con maggiore nettezza la necessità di confrontare il loro operato con ciò che andava accadendo in ambito europeo.
  • 3. Questi artisti giunsero alla definizione di MACCHIA: Accentuazione del chiaroscuro per stabilire il valore strutturale della luce e colore. Questo interesse per l' effetto della luce-colore, per la macchia costruttiva scuro su chiaro, si diffuse tra molti artisti italiani.
  • 4. Luogo di nascita: Firenze Luoghi d'ispirazione: In Toscana: le campagne intorno a Firenze (Settignano); Livorno, la sua costa (Castiglioncello) e il suo interno (Gabbro); la campagna senese (Staggia) e la Maremma. In Liguria: La Spezia e le Cinqueterre (Riomaggiore). All'estero: Parigi e le campagne della Senna e della Marna; Londra, Bath e Edimburgo.
  • 5. Periodo: 1853-1858: anni di formazione; 1859-1861: fase di intensa ricerca; 1862-1871: decennio di massima creatività; 1872-1900: sviluppi ulteriori. Temi dominanti: Motivi all'aperto (pascoli, vita nei campi e nei borghi, costumi locali, marine, ambienti urbani), ritratti, interni, vita domestica, edifici monumentali, rievocazioni letterarie.
  • 6. PROTAGONISTI Telemaco Signorini Giovanni Fattori Giuseppe Abbati Odoardo Borrani Giovanni Boldini Adriano Cecioni
  • 7. L’interno del caffè Michelangelo a Firenze ca. 1861. Acquerello su carta L’opera rappresenta l’interno del famoso caffè Michelangelo in via Larga, punto di ritrovo degli artisti della vicina accademia fiorentina.
  • 8. L’Arno dalla casaccia ca.1863 L’opera rappresenta una piccola barca che scivola sulle acque dell’Arno. Il pittore si stabilì a Firenze verso la fine del 1860 e lì iniziò a frequentare il caffè Michelangelo.
  • 9. I renaioli nel mugnone ca. 1880 Olio su tela L’episodio rappresentato in quest’opera è un’ episodio di vita quotidiana. Borrani andò a vivere a Piagentina, dove dipinse le sue opere più meditate e belle.
  • 10. Ritratto di Adelaide Banti 1866, Acquerello su carta Quest’opera riprende uno dei temi più diffusi fra i macchiaioli: i ritratti. La fanciulla rappresentata appartiene a una famiglia aristocratica fiorentina.
  • 11. Giovanni Fattori nasce a Livorno nel 1825 e muore a Firenze nel 1908. Frequenta la Scuola libera del Nudo alla Accademia di Firenze, ricevette l'insegnamento del Bezzuoli e dal 1850 fu uno dei frequentatori più assidui del Caffè Michelangelo.
  • 12. Anche se nei primi tempi risultano ancora evidenti nella sua pittura i segni del '400 fiorentino, dal 1859 Fattori divenne il più importante pittore macchiaiolo. I soggetti tipici di Fattori sono: soldati e cavalli, battaglie, scene di vita militare, scorci di paesaggio maremmano con mandrie di buoi, figure di Autoritratto contadini. 1854 Olio su tela
  • 13.
  • 14. In quest’opera il senso della prospettiva è dato dalla parete sulla destra, che interrompe la linea dell’orizzonte, dove l’ocra della pianura si confonde col cielo azzurro- violaceo. ca. 1872 Olio su tela
  • 15. Le figure del soldato e del cavaliere in primo piano si stagliano contro il muro bianco; gli altri due soldati in lontananza equilibrano la scena. La scena è giocata su forti contrasti cromatici e l’atmosfera creata è quella di una afosa giornata estiva.
  • 16. 1861-1862 Olio su tela Fattori in questo quadro non rappresenta un momento di battaglia, ma il mesto e pur dignitoso ritorno dei feriti.
  • 17. Alcuni soldati procedono barcollando, mentre i più gravi sono adagiati su un carro e accanto a loro si prodigano due monache infermiere. L’opera non è ancora macchiaiola anche se i soggetti prefigurano la pittura di Fattori
  • 18. L'impostazione di questo quadro è melodrammatica: l'eroe è disteso sul proscenio, l'eroina, sorretta dalle dame e confortata dall'abate, si sofferma smarrita. Tuttavia la disposizione dei protagonisti crea la profondità spaziale, che si accentua sul fondo, dove vi è ancora il fragore del combattimento dei guerrieri, il polverone sollevato dai cavalli.
  • 19. 1859 Olio su tavola Il dipinto, come suggerisce il titolo, risale al 1859, quando le truppe di Napoleone III si stabilirono al Pratone delle Cascine di Firenze. In quest’opera sono rappresentati un drappello 8 soldati e un ufficiale in testa.
  • 20. Il dipinto è organizzato per semplici fasce di colore sovrapposte: la tonalità ocra costituita dal terreno, quella grigiastra rappresentata dal muro e infine il colore azzurro del cielo. Ufficiale dell’esercito francese
  • 21. 1866 Olio su tavola In quest’opera sono rappresentate delle ricche signore, che secondo la moda del tempo, fanno bagni di aria di mare standosene sedute al fresco sotto il tendone di uno stabilimento balneare di Livorno.
  • 22. Anche in quest’opera c’è una meticolosa ripartizione in fasce di colori sovrapposti: L’ ocra della parte in ombra della rotonda, l’azzurro intenso del mare, il bruno rossiccio delle rocce, l’azzurro grigiastro del cielo estivo e l’arancio dorato della tenda. Particolare che sottolinea i vari colori usati dall’artista.
  • 23. ca. 1867 Olio su tela Il dipinto rappresenta un carro trainato da una coppia di buoi sullo sfondo di un’assolata campagna maremmana.
  • 24. All’interno di questa natura vasta e incontaminata il massiccio gruppo dei buoi con il contadino assume un significato quasi monumentale. I colori utilizzati sono il giallo brunastro delle stoppie, il grigio-azzurro del cielo, il verde delle coline
  • 25. L’opera rappresenta un vecchio cavallo morto, il cui corpo è scomposto; in terra il cesto con il cibo, ormai inutile davanti al suo muso. In piedi, con le redini e la frusta in mano, è il contadino con gli abiti sformati e la testa dalla barba bianca incassata fra le spalle, incredulo guarda nel vuoto, addolorato per la morte di un fedele amico e per l'angoscia di aver perso un mezzo indispensabile al proprio lavoro: il cavallo.
  • 26. In questo quadro è rappresentato un momento di vita quotidiana in maremma. Il punto di fuga è posto fuori dal quadro, così che lo spazio ne risulta ampio e ruotante.
  • 27. Particolare: la coppia di buoi Il frontale del carro e e la coppia dei buoi, conferiscono a tutto, l'immobilità delle pose e la fermezza tipica dei dipinti di Fattori.
  • 28. ca. 1880 Olio su tela La tela rappresenta con crudo realismo una scena di gran movimento. I colori utilizzati sono il marrone per il cavallo e il suolo e il grigio per il cielo.
  • 29. Nell’opera si osserva un cavallo che, forse spaventato da uno sparo, si lancia in un galoppo forsennato trascinandosi dietro il suo povero cavaliere che, disarcionato e ferito, è rimasto con un piede mortalmente impigliato alla staffa.
  • 30. Nasce a Firenze nel 1835 e lì vi muore nel 1901. Dopo aver frequentato la Scuola libera del Nudo all'Accademia fiorentina, e dopo aver dipinto dal vero con Borrani frequentò il caffè Michelangelo. Fu il primo a illustrare le novità espressive della macchia e a interessarsi della pittura europea, che conobbe attraverso continui viaggi di studio.
  • 31. Nel 1858 si reca a La Spezia alla ricerca di un ambiente visivo che gli rendesse più facile nel diretto rapporto con il "vero". Nel 1862, ospite di Diego Martelli a Castiglioncello, diede vita alla Scuola di Piagentina. Nel 1871-1872 fu a Roma e tra il 1873 e il 1881 furono numerosi i suoi soggiorni in Francia, Svizzera e Inghilterra
  • 32.
  • 33. L’opera descrive con molta accuratezza la toilette del mattino in una celebre "casa" in via Lontanmorti;
  • 34. Il dipinto si qualifica soprattutto come opera di complessi fascini descrittivi, ed è forse il più complesso quadro che Signorini abbia lavorato. Particolare del dipinto
  • 35. Questo quadro suscitò diverse polemiche per la scelta del soggetto, che rappresenta la sala riservata alle ammalate più gravi del manicomio di Firenze. Signorini azzittì queste polemiche affermando che il valore del quadro non è determinato dal tema ma da come ne è resa la terribile drammaticità.
  • 36. L'opera è impostata con una prospettiva obliqua e la drammaticità è resa con l'ampiezza e l'altezza dello squallido stanzone. Altro elemento che evidenzia la drammaticità del quadro è il biancore della luce riflessa dalle pareti calcinate contro le quali si stagliano anonime figure, ammassate o isolate, delle povere dementi destinate alla reclusione perpetua.
  • 37. L’opera rappresenta la prigione di Portoferraio. L’atmosfera è triste e cupa, grazie ai volti magri e senza speranza dei carcerati.
  • 38. L’opera rappresenta un giorno di inizio Primavera. Il cielo è nuvoloso e una giovane ragazza sta camminando su una collina, confondendosi con il colore scuro della terra.
  • 39. - Itinerario nell’arte (Zanichelli) - www.artonline.it - Enciclopedia Treccani