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CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA
ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO
A.A.2012-13
STUDENTE:
PROGETTO:
1
ELEONORABOMPIERI
POSTPOMO
IL NEOLOGISMO
Post Pomo.
Quante volte ci si è trovati di corsa, cercando uno snack veloce da portare con sè mentre si stava
uscendo di casa? Quante volte non si ha potuto rinunciare alla propria mela di routine per una
gradevole pausa fuoripasto? “Post Pomo” vuole essere l’espressione di tale bisogno. Questo
neologismo nasce dalla fusione di due termini che ne descrivono la specificità.
POST + POMO
L’associazione con l’idea di
mela è immediata, seppur lessi-
calmente non del tutto corretta
nella sua specificità.
Questo termine si pone nell’ac-
cezione di un collocamento
temporale. Esso evoca la possi-
bilità di “postporre” un’azione.
Il concetto conclusivo è quello di “mela del dopo”, ovvero la necessità di consumare il proprio
frutto in un secondo momento. Riconoscere tale bisogno è il primo passo per formulare una
proposta per il suo soddisfacimento.
IL CONCEPT
Come risposta, l’idea è quella di creare un oggetto che valorizzi quest’abitudine e che allo stesso
tempo veicoli il bisogno, privandolo della sua connotazione di gesto spontaneo, non program-
mato.
Il progetto vuole farsi portavoce di come oggi spesso sia l’oggetto ad essere determinante per la
definizione di una necessità, suscitando nell’individuo una sorta di “bisogno indotto” che inverta
il rapporto funzione-prodotto. Pensare ad un accessorio che, in questo caso, stimoli il consumo
di frutta fuori casa, educando ad una corretta alimentazione anche nei pasti veloci, è quindi quasi
un’obbligo più che una necessità.
L’OGGETTO: MI PIACE, LO USO!
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STUDENTE:
PROGETTO:
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ELEONORABOMPIERI
POSTPOMO
PROBLEMA PROGETTUALE
Dovendo pensare a come risolvere il bisogno, incorrono alcuni problemi che nascono soprat-
tutto da come il frutto entri in contatto con l’ambiente e con lo stesso oggetto in sviluppo. Ana-
lizziamo le problematiche delle diverse relazione del frutto, con l’esterno e con il prodotto futuro:
TARGET
Il progetto vuole rispondere alle
esigenze di tutto il grande pubbli-
co: esso abbraccia tutte le fasce
di età, chiunque si trovi fuori casa
e abbia voglia anche solo di un
semplice fuoripasto.
Perchè una mela fa bene a tutti.
CONTESTO & TARGET
Il punto di forza del progetto è proprio quello di vedere il suo utilizzo in qualsiasi contesto al di
fuori dell’abitazione: a scuola, a lavoro, per una gita fuoriporta... Come packaging take away, la
sua vuole essere una presenza invisibile che trovi posto in qualsiasi situazione di necessità.
BRIEF
Alla luce delle considerazioni appena fatte, è bene intervenire singolarmente su ogni singola
problematica con una risposta mirata. Le soluzioni dovranno successivamente confluire nel pro-
dotto finale perchè da considerarsi priorità per il suo successo.
POST POMO
L’oggetto prende il nome dal neologismo stesso, trovando in esso un significato nuovo ed in-
trinseco che formalizzi l’idea del concept e l’intuizione per la successiva soluzione del bisogno.
POST + POMO
Nella sua accezione più stretta,
il termine prende il significato di
“falso frutto”, contraddistinto
dalla sua forma globosa.
In questo caso, può fonicamen-
te richiamare alla parola “po-
sto”, alla finalità di collocare il
prodotto scelto.
- il frutto, nei suoi sottogeneri, non sempre
potrebbe rientrare nello spazio previsto;
- dopo molti usi, l’oggetto potrebbe venire
a contatto con escrezioni della mela;
- se l’oggetto di trasporto non contenesse
bene al suo interno il frutto, potrebbe cre-
are uno “spazio d’urto” che vanifichereb-
be la finalità.
- soggetta a possibili urti tali da creare
ammaccature, soprattutto nella parte più
sporgente del frutto;
- consequenziale ossidazione;
- predisposizione al contatto con sostanze
esterne e sporcizia che compromettereb-
bero la mangiabilità della mela.
- il frutto, in tutti i suoi sottogeneri, deve
poter calzare nel portamela senza subire
pressioni o altre costrizioni;
- per un uso igienico del prodotto, è
necessario che esso sia in materiale atos-
sico e e lavabile;
- l’aderenza dev’essere tale da impedire
microurti tra la mela e l’oggetto.
- il frutto dev’essere protetto dagli urti,
evitandoli e possibilmente ammortizzan-
doli in sperficie;
- intervenire con una copertura della mela
che eviti, soprattutto nelle parti più espo-
ste, il contatto con l’esterno.
OVUNQUE!
IN UFFICIO
SUI MEZZI
A SCUOLA
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PROGETTO:
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POSTPOMO
IL BISOGNO
Sebbene il mercato spinga sempre maggiormente a un incremento dei consumo, certe tipologie
di prodotti sono spesso tralasciate in questa strategia di caccia al cliente, forse perchè conside-
rate di poca attrattiva o merce scontata nel carrello di qualsiasi consumatore. A risentirne c’è a
volte il settore ortofrutticolo che, nonostante fornisca prodotti più che basilari, trova a scontrarsi
con prodotti nuovi, non sempre salutari. Come riproporre al pubblico, di grandi e piccoli, il piace-
re di mangiare un semplice frutto nella sua forma più naturale e genuina?
Il mercato ci insegna quanto la clientela nutra una quasi incondizionata attrattiva per nuovi og-
getti (ma non sempre del tutto utili) che riconsolidino bisogni già esistenti, puntando su fattori
estetici, sensoriali e funzionali.
BISOGNO FUNZIONALE .
Un prodotto che venga in contro alle mo-
dalità di consumo del consumatore:
cibo pret-a-porter, da portare ovunque -
lavabile col frutto stesso -
poco ingombrante -
BISOGNO SENSORIALE
Apprezzare il frutto prima del consumo,
tramite:
- vista (colore, forma...)
- tatto (consistenza)
IL RAPPORTO PRODOTTO - PACKAGING .
Se ci soffermassimo anche solo per un momento ad osservare gli scaffali di un qualunque su-
permercato, noteremmo immediatamente la grandissima varietà di packaging usata tra i prodotti
che abitualmente compriamo: scatole, barattoli, sacchetti, bottiglie lattine... Ogni cosa è atten-
tamente predisposta in strutture ben calcolate, in piccoli “pacchi regalo” che mirino ad accen-
tuare la nostra soddisfazione nell’acquisto. Con uno sguardo ancor più attento, osserveremmo
come sia molto spesso impossibile individuare, tramite questi packaging, il contenuto, se la
risposta non fosse data dalle nostre scelte di routine e dalle squillanti immagini delle etichette
Nella maggior parte dei casi, in risposta a una grande domanda di mercato, il packaging tende a
introdurre il prodotto in forme semplici. Guardiamo più nel concreto la situazione packaging nel
settore ortofrutta: si è passati da una situazione di estremo distacco dalla natura del prodotto a
una realtà che valorizza il singolo frutto in forma e colore. In particolare, le nuove EPE Foam Net
accolgono il prodotto in una sorta di nido naturale.
Proprio secondo il concetto appena esplicatio, questo progetto vuole essere una sorta di elogio
al frutto, che ne valorizzi le proprietà sensoriali più immediate, quali forma e colore. Sofferman-
doci sul “caso mela”, pur non negando il possibile utilizzo del prodotto con altri frutti, la diversità
tra sottospecie è assai ampia: grandi, piccole, rosse, verdi...
Nel rispetto di queste e molte altre differenze, il progetto non vuole imporsi come un’entità rigida
e impassibile col contatto col frutto, ma bensì sensibile, che “ascolti” e valorizzi la singolarità di
ognuno di essi.
UN PRODOTTO ITALIANO
Quasi tutta la frutta raccolta in Alto Adige (cir-
ca 1.000.000 di tonnellate/l’anno) viene com-
mercializzata attraverso le cooperative. La
metà è venduta in Italia, un quarto va a finire in
Germania e il resto è esportato in Inghilterra,
in Scandinavia e nei Paesi dell’Est europeo.
DA SEMPRE, IN TAVOLA
Le mele vedono la maggior parte della loro
vendita ai singoli privati, con percentuali de-
cisamente minori nell’uso industriale. Questo
“salvamela” vuole proprio accostarsi a questa
tipologia di consumo, incentivandolo anche in
connotazione di cibo take-away.
ITALIA
50% DEU
25%
UK
25%
DA
TAVOLA
85%
IND
15%
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ANALISI DEL MERCATO
L’idea di rendere la mela ( o qualsiasi altro frutto) un alimento a cui possa adattarsi il packaging
take-away non è nuova. La possibilità di portare con sè della frutta è un giusto incentivo per il
suo consumo, oltre che un adeguato compromesso per chi è spesso costretto a mangiar fuori
casa. Sul mercato sono presenti diverse tipologie di portamel , con scelte progettuali più o meno
contestabili. I modelli sono in materiali molto differenti, influendo in modo nettamente differente
sul prezzo.
PORTAMELA DI HERMES, 2008 .
Questa borsa-mela è di colore verde, semirigida e sulla tracolla vi è stato messo un
piccolo coltellino, con manico in corno, per poterla sbucciare. E’ realizzato in acciaio
inossidabile e ricoperto di pelle d’agnello, per il costo di 146 euro.
PORTAMELA DI MAIUGUALI, 2010 .
Questa applebox è realizzata in polipropilene, disponibile in una grande gamma di colori.
Ha una forma semplice, senza pretese. Prezzo consigliato: 6 euro.
prodotto durevole -
protegge il frutto da eventuali -
ammaccature
materiali pregiati -
- prodotto poco economico
- costrizione della mela in uno
spazio definito, sferico
- oggetto ingombrante dopo l’uso
prodotto accessibile, economico -
facile realizzazione -
- prodotto poco durevole, perchè
soggetto a rotture
- costrizione della mela in uno
spazio definito, sferico
- non protegge il frutto dagli urti
- oggetto ingombrante dopo l’uso
RETINA EPE FOAM .
Le EPE Foam Net accolgono il prodotto in una sorta di nido naturale in materiale sinteti-
co, morbido e allo stesso tempo resistente.
prodotto molto economico -
ottimo per protegge il frutto -
dalle ammaccature
materiale malleabile, adattabile -
alla forma del singolo frutto
- prodotto poco durevole, perchè
soggetto a rotture
- adatto al trasporto per vendite
all’ingrossso ma non per
l’uso privato
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CONCEPT
Dopo aver analizzato i vincoli progettuali con la fase di brief e osservato i casi più tipici di espo-
sizione del bisogno,è possibile passare alla fase successiva di sintesi e formalizzazione.
Gli schizzi sono una parte fondamentale: essi permettono una prima concretizzazione su carta
dell’idea in sviluppo, dando spazio ai dati raccolti e alle prime proposte.
Ciò che ne emerge è una soluzione comune ad anello che avvolga la mela adattandosi ad essa.
Tale sistema sarebbe predisposto per permettere il trasporto sia a mano, con una sorta di mani-
co, sia come una semplice custodia da mettere in borsa, che protegga la mela dal resto del con-
tenuto (penne, chiavi...). Da questa struttura base, si sviluppano modelli molto differenti tra loro.
SEGUENDO I PRINCIPI DEL BAUHAUS .
Procedendo nella fase di progettazione, è doveroso citare il grande contenuto teorico del
Bauhaus come guida nello sviluppo del prodotto. Il suo manifesto, seppur del 1919, continua a
dimostrarsi un importante pilastro per tutta l’architettura e il design contemporaneo, dettando i
requisiti chiave di cui tener conto nel progetto, dall’ideazione alla produzione.
Il suo obbiettivo era perseguire nuove forme e soluzioni che soddisfacessero i bisogni del con-
sumatore, senza però tralasciare la qualità estetica dell’oggetto. Il Bauhaus provò, e riuscì, a
dare una nuova definizione di bellezza negli aspetti pratici e disadorni del funzionale.
ECONOMICITA’
UNITA’
DELICATEZZA
MONOCROMIA
Il prodotto finale ha cercato di rispettare il più possibile i canoni sopra citati. Esso vuole eredi-
tare dal Bauhaus le idee del rispetto dei materiali e della loro funzione, l’utilizzabilità dei prodotti
come idea-guida e la produzione industriale quale scopo del lavoro di progettazione.
ASTRAZIONE
SIMMETRIA
SEMPLICITA’
CONTINUITA’
Il prodotto vuole rispettare un’unità stilistica e formale nelle due
diverse parti, oltre che nell’uso dei colori e dei materiali.
Vuole adattarsi a un processo produttivo che permetta un’ampia
distribuzione a prezzi accessibili.
Per accostarsi al concept, il prodotto vuole apparire come una
presenza poco invasiva, ispirata dal frutto stesso.
Sebbene non abbia una precisa geometria durante l’uso, esso
vuole svilupparsi almeno su un asse di simmetria.
Si è cercato di ricavare una forma astratta e minimal che svol-
gesse la funzione col minimo numero di elementi sintetizzando
quella del frutto.
Unità / Continuità
Economicità
Delicatezza
Simmetria
Astrazione /
Semplicità
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SOLUZIONI DALLA NATURA .
Nella storia dell’uomo la natura ha sempre costituito un importante riferimento, sia formale sia
funzionale, in grado di stimolare la nascita di nuove soluzioni tecniche ed espressive. Molti dei
più importanti progressi scientifici e tecnologici sono stati indotti dall’osservazione dei fenomeni
e delle strutture naturali. Da sempre è stata la biologia la scienza verso la quale i teorici dell’archi-
tettura e del design si sono più frequentemente rivolti. Volendo citare la famosa citazione “form
follows function”, di Louis Sullivan, perchè allora non soffermarsi sui sui casi di totale connubio
di forma e funzione suggeriti dalle risposte sintetiche della natura?
PERCHE’ LE MATERIE PLASTICHE .
Il Bauhaus dei giorni nostri può essere riassunto in poche parole: la funzione e l’armonia secondo
natura. Per questo i materiali usati possono essere naturali, come il legno, o tecnologici, come
l’acciaio, il vetro o la plastica, purché rispondano a requisiti di leggerezza, trasparenza, bellezza
del design e totale razionalità.
In questo caso, la scelta necessaria di un materiale plastico non è solo determinata dalle esigen-
ze progettuali, ma anche per affrontare un dibattito sui polimeri che,molto spesso, li ritrae come
materiali di scarso valore, quasi incapaci di stabilire un rapporto sensazionale con l’utente. Eppu-
re, la nostra è stata definita l’età della plastica: la produzione e l’uso di questa categoria di ma-
teriali è di tale portata da non permettere più simili stereotipi, rivolgendosi a materie consolidate
per rendere un prodotto desiderabile e sofisticato.
La mandorla, seppur all’apparenza dall’aspetto grezzo e casuale, nasconde sotto la superficie
del suo guscio un interessante ed efficace sistema per la protezione del seme interno. Le zigrina-
ture nelle pareti hanno la funzione di attuttire qualsiasi urto attraverso la creazione di piccoli spazi
d’aria. Tale sistema ha visto grandi imitazioni soprattutto nel campo degli imballaggi.
Nella melagrana ci piace osservare coe i chicchi occupino l’intero spazio venendo protetti da un
sottilissimo strato di scorza gommosa. Allo stesso modo, perchè non rispondere agli urti con un
materiale plastico che intercorra tra la polpa e l’agente esterno?
Infine, gli agrumi: la loro spessa scorza porosa ricopre il frutto dandogli una protezione totale.
La consistenza gommosa allevia gli urti senza però dar l’idea di soffocare o comprimre il suo
interno. Come per il caso precedente, la soluzione proposta è quella di un materiale malleabile
ed elastico che, però, rifacendosi dell’esempio degli agrumi, si arricchisce di uno spessore più
consistente.
L’osservazione della natura è stata anche importante per definire il colore del prodotto e quindi
la sua percezione immediata. Sono state definite tre tonalità:
I colori pastelli hanno un aspetto delicato e rassicurante, che, in questo caso, riescono a far
da cornice al frutto senza sovrastare nell’impatto visivo. Queste tonalità sono spesso usate in
natura,in particolare nei fiori: non a caso, esse sono segnali per catturare l’attenzione del fruitore.
Come il colore di un frutto serve ad attirare un uccello che ne spargerà poi il seme, allo stesso
modo il prodotto vuole avvicinare a sè più pubblico possibile.
Philip Steadman, “ L’evoluzione del design. L’analisi biologi-
ca in architettura e nelle arti applicate”, 1979
“Studiando l’ingegneria della natura, si può trovare la soluzione per tutte le esigenze tec-
niche, dal momento che basterebbe soltanto ricopiare i modelli naturali nel design di mac-
chine e strutture. Invece di una soluzione tecnologica che richieda un grande dispendio di
tempo, si potrà così prendere in “prestito” il tempo già impiegato nell’evoluzione organica di
questi equivalenti naturali dei manufatti prodotti dall’uomo.”
Avvicinandoci così alla biomimetica e facendo tesoro della sua spiccata capacità di osservazio-
ne, prima ancora che di studio, per risolvere le problematiche principali del nostro progetto. La
struttura di molti frutti ci fornisce la soluzione per il principale interrogativo del progetto: come
ammortizzare gli urti che potrebbero intaccare la mela.
Osserviamo tre casi emblematici.
Gaetano Pesce, da “ Plastiche: i materiali del possibile”
di Cecilia Cecchini, 2004
“Non ci si può esprimere con materiali non appartenenti alla propria epoca, altrimenti si fa-
rebbe un falso, dato che essi stessi sono un documento culturale. Esprimersi nella propria
epoca vuol dire usare i mezzi della propria epoca, altrimenti si sfocerebbe in una forma di
non sincerità.”
Questo progetto vuole essere una sfida che abbatta contrasti e stereotipi: l’uso di un materiale
sintetico che si leghi a un prodotto naturale, come “seconda pelle”, senza apparire un accosta-
mento forzato e che, allo stesso tempo, stuzzichi l’attenzione dell’utente verso il bisogno e lo
stimolo sensazionale.
Pastel Green
13-0116 TPX
Pink Lady
13-2806 TCX
Crystal Blue
13-4411 TCX
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MATERIALI E TECNOLOGIE
Il silicone è un polimero il cui utilizzo ha un visto un notevole incremento negli ultimi anni. Dagli
accessori da cucina all’uso in chirurgia, questo materiale si è rivelato estremamente versatile e,
allo stesso tempo, un valido prodotto per le tasche del grande pubblico.
Oltre alle sue ottime caratteristiche meccaniche, il silicone ha in parte motivo del suo succes-
so nella percezione sensoriale che si ha di esso: la sua consistenza e finitura sono di grande
attrattiva, trovando un immediato collegamento alla sfera naturale (lattice, caucciù...) tanto da
distrarre per un attimo dalla sua vera origine sintetica. E’ per tale ragione che il silicone è, per
questo prodotto, una scelta progettuale logica ed indispensabile: le sue proprietà ne fanno un
giusto accompagnatore dei prodotti naturali, soprattutto se generi alimentari. In particolare, per
quest’ultima tipologia di prodotti, trova largo uso il silicone liquido platinico.
- flessibilità: quando viene piegato o
schiacciato, lo stampo può tornare
subito alla forma originaria;
- salvaspazio: richiede poco spazio,
perché si piega a piacimento;
- infrangibilità: non si rompe danneggia.
- resistenza ai fattori di invecchiamento
e agli agenti atmosferici;
- inodore, non sprigiona odori.
- manutenzione pratica: è lavabile in
lavastoviglie;
- atossico: è adatto al contatto con gli
alimenti e rispetta le più severe norme
internazionali che regolamentano l’utiliz-
zo di materiali che vengono a contatto
con gli alimenti;
- resistenza ai fattori di invecchiamento
e agli agenti atmosferici.
SILICONE LIQUIDO PLATINICO
REALIZZAZIONE
La gomma siliconica liquida (LSR) è un silicone trattato con platino ad alto livello di purezza ed
è, in assoluto, il più adatto a garantire la piena alimentarietà del prodotto: ha il minor contenuto
di sostanze volatili e trova comunemente impiego nei settori più delicati.
1
2
3
Di solito viene fornito in due parti, una delle quali contiene il catalizzatore al
platino. Le due componenti (il catalizzatore di reazione, che costituisce la parte
reattiva, e il reticolo che, a polimerizzazione avvenuta, costituirà la struttura del
composto siliconico) sono dosate da una centralina di pompaggio e miscelati,
con l’aggiunta di qualsiasi colore o altro ingrediente necessario .
La miscela è poi stampata con macchine ad iniezione tradizionali in stampi di
acciaio temperato. Il silicone dev’ essere mantenuto a bassa temperatura du-
rante tutto il processo per poi essere reticolato all’interno dello stampo ad una
temperatura di 160 / 200 gradi.
Per rendere il silicone idoneo al contatto con alimenti, a completamento del
processo di reticolazione, viene effettuato il Post Curing, che consiste nel trat-
tamento termico del prodotto finito all’interno di forni a 210 gradi, con circo-
lazione d’aria per 4 / 5 ore, in modo da eliminare qualsiasi residuo di sostanze
volatili. Tale processo migliora le caratteristiche meccaniche del prodotto.
A A
B
E
A
B
C
D
Dosi calibrate delle due componenti del silicone liquido
Dosi calibrate di additivi e coloranti
Miscelatore
Dosatore di silicone
E Stampo riscaldato per l’iniezione
D
C
Gli stampi saranno due, rispetti-
vamente per il manico e l’anello.
Vanno evidenziati i vantaggi
di questo tipo di produzione:
- gli articoli non necessitano di
lavorazioni successive;
- possibilità di produzione;
assolutamente automatizzata;
- bassissimo spreco di
materiale;
- asciugatura rapida.
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IL PROTOTIPO: LA REALIZZAZIONE
Il prototipo dell’oggetto non è stato di facile realizzazione: la forma malleabile e soprattutto la
natura stessa del materiale scelto hanno dato notevole difficoltà alla costruzione di un modello
fisico, “domestico”, che rispecchiasse almeno in parte l’oggetto finale post produzione.
La difficoltà maggiore è stata la resa di un oggetto coerente al concept, il cui punto chiave è il
legame armonico col frutto, dalla forma morbida e compatta.
Il primo ostacolo, se non il principale, è stata la modellazione del silicone liquido, la cui produzio-
ne stessa impedisce una ricreazione arrangiata in domicilio, date le materie prime, gli stampi e
i macchinari assolutamente necessari.
6. ATTACCO DEI SOSTEGNI
Le palline sono agganciate alle bande elasti-
che del corpo centrale tramite alcuni chio-
di di sostegno collocati nella parte interna
dell’oggetto.
7. ASSEMBLAGGIO
Infine, le diverse parti sono assemblate: il
manico può essere finalmente agganciato al
corpo centrale dell’oggetto.
3. RIFINITURA DELLE PARTI
Le parti appena ritagliate, sono poi arroton-
date alle estremità per emulare la produzio-
ne di stampaggio.
4. RESA DEI POMELLI
Per i “pomelli” laterali ci si è serviti di alcune
palline in silicone. Sebbene molto differen-
ti dall’aggancio originale del progetto, per-
mettono di visualizzare il prodotto nella sua
unità di materiali.
1. PARTIRE DAL MATERIALE
Per il materaile di partenza, si ha provvedu-
to all’acquisto di alcuni oggetti in silicone in
grado di adattarsi alla forma finale deside-
rata.
2. TAGLIO DELLE PARTI
Dalla superficie siliconica sono stati ricava-
ti, seguendo i contorni dei disegni tecnici, 4
sagome: l’”anello”, il mancio e i due pomelli.
Vedendo quasi impossibile trovare un materiale sostitutivo
al silicone, che ne evocasse l’elasticità senza però trala-
sciare la caratteristica consistenza, si è deciso di lavora-
re su una base siliconica già prodotta industrialmente, da
conformare al risultato finale dell’oggetto pensato. Possia-
mo sintetizzare la realizzazione del prototipo in 7 fasi:
- l’acquisiszione del materiale;
- il taglio delle parti;
- la rifinitura di quest’ultime;
- la creazione dei pomelli esterni;
- attacco dei sostegni;
- l’assemblaggio.
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RISCONTRO FUNZIONALE
iIl prototipo è un utile strumento per verificare il funzionamento e le cartteristiche fondamentali
del prodotto finale. Sebbene il modello si presenti con alcune differenze evidenti, date dalle pro-
blematiche di prototipazione, rispetto al progetto definitivo, vedesi il confronto coi disegni tecni-
ci, esso è un giusto mezzo per testare almeno in parte l’approccio fisico dell’oggetto in contesti
e situazioni diverse.
Per valutare la messa in pratica delle funzionalità del prodotto, bisognerà prima concentrarsi sui
principali obbiettivi per il soddisfacimento del bisogno considerato.
LA SOLUZIONE ANTI-URTO .
Il punto forza del prodotto, nonchè funzione primaria, è la capacità di ammortizzare gli urti a cui
potrebbe essere soggetto il frutto anche negli spostamenti più semplici. Facendo una prova di
caduta su due mele della stessa qualità da medesima altezza, con e senza il nostro Post Pomo,
la differenza è evidente:
Senza il prodotto ad avvolgere il frutto, quest’ultimo presenta delle ammaccature che intacca-
no la superficie liscia del frutto. Con il prodotto in uso, invece, la mela non presenta nessuna
intaccatura. Tale prova confermerebbe l’efficacia dell’oggetto, determinata soprattutto dalla
scelta del materiale.
IL TRASPORTO .
Ad evidenziare il suo lato di “packaging” take away, non si può non tener conto dell’approccio
dell’oggetto in contesti fuori casa. Osservando le fasi fasi di utilizzo, si può capire meglio come
esso soddisfi il bisogno.
Dopo aver fatto calzare la mela nell’anello dell’oggetto, basterà riporla in borsa senza preoccu-
parsi di urti o che sporchi l’interno di quest’ultima. Anche se stretta tra gli altri oggetti, questa
non verrà intaccata, ma protetta per compressione.
Dopo che il frutto verrà consumato, il prodotto avrà esaurito la sua funzione. In previsione di
questo calo d’uso, l’oggetto vuole ridurre al massimo il suo spazio d’ingombro, minimizzando
la sua presenza anche senza frutto. Esso può essere facilmente schiacciato o piegato, per poi
essere riposto ovunque fino al prossimo uso.
LAVABILITA’ .
Il fatto di poter essere lavato, anche ad alte
temperature (ad esempio, in lavastoviglie),
è una caratteristica importante che fa fronte
ai mille contesti d’utilizzo dell’oggetto. Dopo
il lavaggio, esso non presenta presenta va-
riazioni nè nell’aspetto (deformazione, sbia-
dimento...) nè nelle prestazioni meccaniche,
permettendone altri infiniti usi.
ADATTABILITA’ .
La forma in silicone è in una misura media che
permette l’utilizzo con mele di diverse tipolo-
gie di dimensioni, in rispetto della biodiversità
nel settore agricolo. Ciò non ne esclude l’uso
con altri tipi di frutta che rientrino nella carat-
teristica forma a pomo, come pesche e pru-
gne.
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IL PRODOTTO FINALE
Dopo il prototipo è col render che riusciamo finalmente a completare il quadro dell’oggetto, pre-
sentandolo anche nelle sue caratteristiche estetiche e formali. Esso si compone di due elementi
in silicone , realizzati con stampi differenti: una forma anulare, che abbracci il frutto, con dei “po-
melli” laterali a cui poter infilare una banda elastica, da usare come manico facoltativo.
Questa parte staccabile dell’oggetto permette così una doppia modalità d’uso: usare solo
l’”anello elastico” per proteggere la propria mela, oppure portarla come uno sfizioso accessorio?
Per chi è sempre di fretta,
per chi non vuole rinunciare
a una buona dose di frut-
ta fresca anche fuori casa:
questo prodotto vuole es-
sere una risposta a un pic-
colo bisogno, che possa ac-
compagnare una porzione
di gestualità quotidiana a un
approccio più funzionale e
programmato.
Un invito a un’alimentazione
sana, alla possibilità di rega-
larsi piccoli piaceri, soprat-
tutto se di fretta.
POST
POMO
CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA
ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO
A.A.2012-13
STUDENTE:
PROGETTO:
11
ELEONORABOMPIERI
POSTPOMO
ANELLO
Vista frontale
Scala 1 : 1
Vista laterale
Scala 1 : 1
Vista superiore
Scala 1 : 1
Sezione A - A
Scala 2 : 3
Sezione A - A
Scala 2 : 3
CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA
ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO
A.A.2012-13
STUDENTE:
PROGETTO:
12
ELEONORABOMPIERI
POSTPOMO MANICO
Vista frontale
Scala 1:1
Sezione A - A
Scala 1 : 1
Sezione B - B
Scala 1 : 1

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Post Pomo

  • 1. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 1 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO IL NEOLOGISMO Post Pomo. Quante volte ci si è trovati di corsa, cercando uno snack veloce da portare con sè mentre si stava uscendo di casa? Quante volte non si ha potuto rinunciare alla propria mela di routine per una gradevole pausa fuoripasto? “Post Pomo” vuole essere l’espressione di tale bisogno. Questo neologismo nasce dalla fusione di due termini che ne descrivono la specificità. POST + POMO L’associazione con l’idea di mela è immediata, seppur lessi- calmente non del tutto corretta nella sua specificità. Questo termine si pone nell’ac- cezione di un collocamento temporale. Esso evoca la possi- bilità di “postporre” un’azione. Il concetto conclusivo è quello di “mela del dopo”, ovvero la necessità di consumare il proprio frutto in un secondo momento. Riconoscere tale bisogno è il primo passo per formulare una proposta per il suo soddisfacimento. IL CONCEPT Come risposta, l’idea è quella di creare un oggetto che valorizzi quest’abitudine e che allo stesso tempo veicoli il bisogno, privandolo della sua connotazione di gesto spontaneo, non program- mato. Il progetto vuole farsi portavoce di come oggi spesso sia l’oggetto ad essere determinante per la definizione di una necessità, suscitando nell’individuo una sorta di “bisogno indotto” che inverta il rapporto funzione-prodotto. Pensare ad un accessorio che, in questo caso, stimoli il consumo di frutta fuori casa, educando ad una corretta alimentazione anche nei pasti veloci, è quindi quasi un’obbligo più che una necessità. L’OGGETTO: MI PIACE, LO USO!
  • 2. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 2 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO PROBLEMA PROGETTUALE Dovendo pensare a come risolvere il bisogno, incorrono alcuni problemi che nascono soprat- tutto da come il frutto entri in contatto con l’ambiente e con lo stesso oggetto in sviluppo. Ana- lizziamo le problematiche delle diverse relazione del frutto, con l’esterno e con il prodotto futuro: TARGET Il progetto vuole rispondere alle esigenze di tutto il grande pubbli- co: esso abbraccia tutte le fasce di età, chiunque si trovi fuori casa e abbia voglia anche solo di un semplice fuoripasto. Perchè una mela fa bene a tutti. CONTESTO & TARGET Il punto di forza del progetto è proprio quello di vedere il suo utilizzo in qualsiasi contesto al di fuori dell’abitazione: a scuola, a lavoro, per una gita fuoriporta... Come packaging take away, la sua vuole essere una presenza invisibile che trovi posto in qualsiasi situazione di necessità. BRIEF Alla luce delle considerazioni appena fatte, è bene intervenire singolarmente su ogni singola problematica con una risposta mirata. Le soluzioni dovranno successivamente confluire nel pro- dotto finale perchè da considerarsi priorità per il suo successo. POST POMO L’oggetto prende il nome dal neologismo stesso, trovando in esso un significato nuovo ed in- trinseco che formalizzi l’idea del concept e l’intuizione per la successiva soluzione del bisogno. POST + POMO Nella sua accezione più stretta, il termine prende il significato di “falso frutto”, contraddistinto dalla sua forma globosa. In questo caso, può fonicamen- te richiamare alla parola “po- sto”, alla finalità di collocare il prodotto scelto. - il frutto, nei suoi sottogeneri, non sempre potrebbe rientrare nello spazio previsto; - dopo molti usi, l’oggetto potrebbe venire a contatto con escrezioni della mela; - se l’oggetto di trasporto non contenesse bene al suo interno il frutto, potrebbe cre- are uno “spazio d’urto” che vanifichereb- be la finalità. - soggetta a possibili urti tali da creare ammaccature, soprattutto nella parte più sporgente del frutto; - consequenziale ossidazione; - predisposizione al contatto con sostanze esterne e sporcizia che compromettereb- bero la mangiabilità della mela. - il frutto, in tutti i suoi sottogeneri, deve poter calzare nel portamela senza subire pressioni o altre costrizioni; - per un uso igienico del prodotto, è necessario che esso sia in materiale atos- sico e e lavabile; - l’aderenza dev’essere tale da impedire microurti tra la mela e l’oggetto. - il frutto dev’essere protetto dagli urti, evitandoli e possibilmente ammortizzan- doli in sperficie; - intervenire con una copertura della mela che eviti, soprattutto nelle parti più espo- ste, il contatto con l’esterno. OVUNQUE! IN UFFICIO SUI MEZZI A SCUOLA
  • 3. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 3 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO IL BISOGNO Sebbene il mercato spinga sempre maggiormente a un incremento dei consumo, certe tipologie di prodotti sono spesso tralasciate in questa strategia di caccia al cliente, forse perchè conside- rate di poca attrattiva o merce scontata nel carrello di qualsiasi consumatore. A risentirne c’è a volte il settore ortofrutticolo che, nonostante fornisca prodotti più che basilari, trova a scontrarsi con prodotti nuovi, non sempre salutari. Come riproporre al pubblico, di grandi e piccoli, il piace- re di mangiare un semplice frutto nella sua forma più naturale e genuina? Il mercato ci insegna quanto la clientela nutra una quasi incondizionata attrattiva per nuovi og- getti (ma non sempre del tutto utili) che riconsolidino bisogni già esistenti, puntando su fattori estetici, sensoriali e funzionali. BISOGNO FUNZIONALE . Un prodotto che venga in contro alle mo- dalità di consumo del consumatore: cibo pret-a-porter, da portare ovunque - lavabile col frutto stesso - poco ingombrante - BISOGNO SENSORIALE Apprezzare il frutto prima del consumo, tramite: - vista (colore, forma...) - tatto (consistenza) IL RAPPORTO PRODOTTO - PACKAGING . Se ci soffermassimo anche solo per un momento ad osservare gli scaffali di un qualunque su- permercato, noteremmo immediatamente la grandissima varietà di packaging usata tra i prodotti che abitualmente compriamo: scatole, barattoli, sacchetti, bottiglie lattine... Ogni cosa è atten- tamente predisposta in strutture ben calcolate, in piccoli “pacchi regalo” che mirino ad accen- tuare la nostra soddisfazione nell’acquisto. Con uno sguardo ancor più attento, osserveremmo come sia molto spesso impossibile individuare, tramite questi packaging, il contenuto, se la risposta non fosse data dalle nostre scelte di routine e dalle squillanti immagini delle etichette Nella maggior parte dei casi, in risposta a una grande domanda di mercato, il packaging tende a introdurre il prodotto in forme semplici. Guardiamo più nel concreto la situazione packaging nel settore ortofrutta: si è passati da una situazione di estremo distacco dalla natura del prodotto a una realtà che valorizza il singolo frutto in forma e colore. In particolare, le nuove EPE Foam Net accolgono il prodotto in una sorta di nido naturale. Proprio secondo il concetto appena esplicatio, questo progetto vuole essere una sorta di elogio al frutto, che ne valorizzi le proprietà sensoriali più immediate, quali forma e colore. Sofferman- doci sul “caso mela”, pur non negando il possibile utilizzo del prodotto con altri frutti, la diversità tra sottospecie è assai ampia: grandi, piccole, rosse, verdi... Nel rispetto di queste e molte altre differenze, il progetto non vuole imporsi come un’entità rigida e impassibile col contatto col frutto, ma bensì sensibile, che “ascolti” e valorizzi la singolarità di ognuno di essi. UN PRODOTTO ITALIANO Quasi tutta la frutta raccolta in Alto Adige (cir- ca 1.000.000 di tonnellate/l’anno) viene com- mercializzata attraverso le cooperative. La metà è venduta in Italia, un quarto va a finire in Germania e il resto è esportato in Inghilterra, in Scandinavia e nei Paesi dell’Est europeo. DA SEMPRE, IN TAVOLA Le mele vedono la maggior parte della loro vendita ai singoli privati, con percentuali de- cisamente minori nell’uso industriale. Questo “salvamela” vuole proprio accostarsi a questa tipologia di consumo, incentivandolo anche in connotazione di cibo take-away. ITALIA 50% DEU 25% UK 25% DA TAVOLA 85% IND 15%
  • 4. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 4 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO ANALISI DEL MERCATO L’idea di rendere la mela ( o qualsiasi altro frutto) un alimento a cui possa adattarsi il packaging take-away non è nuova. La possibilità di portare con sè della frutta è un giusto incentivo per il suo consumo, oltre che un adeguato compromesso per chi è spesso costretto a mangiar fuori casa. Sul mercato sono presenti diverse tipologie di portamel , con scelte progettuali più o meno contestabili. I modelli sono in materiali molto differenti, influendo in modo nettamente differente sul prezzo. PORTAMELA DI HERMES, 2008 . Questa borsa-mela è di colore verde, semirigida e sulla tracolla vi è stato messo un piccolo coltellino, con manico in corno, per poterla sbucciare. E’ realizzato in acciaio inossidabile e ricoperto di pelle d’agnello, per il costo di 146 euro. PORTAMELA DI MAIUGUALI, 2010 . Questa applebox è realizzata in polipropilene, disponibile in una grande gamma di colori. Ha una forma semplice, senza pretese. Prezzo consigliato: 6 euro. prodotto durevole - protegge il frutto da eventuali - ammaccature materiali pregiati - - prodotto poco economico - costrizione della mela in uno spazio definito, sferico - oggetto ingombrante dopo l’uso prodotto accessibile, economico - facile realizzazione - - prodotto poco durevole, perchè soggetto a rotture - costrizione della mela in uno spazio definito, sferico - non protegge il frutto dagli urti - oggetto ingombrante dopo l’uso RETINA EPE FOAM . Le EPE Foam Net accolgono il prodotto in una sorta di nido naturale in materiale sinteti- co, morbido e allo stesso tempo resistente. prodotto molto economico - ottimo per protegge il frutto - dalle ammaccature materiale malleabile, adattabile - alla forma del singolo frutto - prodotto poco durevole, perchè soggetto a rotture - adatto al trasporto per vendite all’ingrossso ma non per l’uso privato
  • 5. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 5 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO CONCEPT Dopo aver analizzato i vincoli progettuali con la fase di brief e osservato i casi più tipici di espo- sizione del bisogno,è possibile passare alla fase successiva di sintesi e formalizzazione. Gli schizzi sono una parte fondamentale: essi permettono una prima concretizzazione su carta dell’idea in sviluppo, dando spazio ai dati raccolti e alle prime proposte. Ciò che ne emerge è una soluzione comune ad anello che avvolga la mela adattandosi ad essa. Tale sistema sarebbe predisposto per permettere il trasporto sia a mano, con una sorta di mani- co, sia come una semplice custodia da mettere in borsa, che protegga la mela dal resto del con- tenuto (penne, chiavi...). Da questa struttura base, si sviluppano modelli molto differenti tra loro. SEGUENDO I PRINCIPI DEL BAUHAUS . Procedendo nella fase di progettazione, è doveroso citare il grande contenuto teorico del Bauhaus come guida nello sviluppo del prodotto. Il suo manifesto, seppur del 1919, continua a dimostrarsi un importante pilastro per tutta l’architettura e il design contemporaneo, dettando i requisiti chiave di cui tener conto nel progetto, dall’ideazione alla produzione. Il suo obbiettivo era perseguire nuove forme e soluzioni che soddisfacessero i bisogni del con- sumatore, senza però tralasciare la qualità estetica dell’oggetto. Il Bauhaus provò, e riuscì, a dare una nuova definizione di bellezza negli aspetti pratici e disadorni del funzionale. ECONOMICITA’ UNITA’ DELICATEZZA MONOCROMIA Il prodotto finale ha cercato di rispettare il più possibile i canoni sopra citati. Esso vuole eredi- tare dal Bauhaus le idee del rispetto dei materiali e della loro funzione, l’utilizzabilità dei prodotti come idea-guida e la produzione industriale quale scopo del lavoro di progettazione. ASTRAZIONE SIMMETRIA SEMPLICITA’ CONTINUITA’ Il prodotto vuole rispettare un’unità stilistica e formale nelle due diverse parti, oltre che nell’uso dei colori e dei materiali. Vuole adattarsi a un processo produttivo che permetta un’ampia distribuzione a prezzi accessibili. Per accostarsi al concept, il prodotto vuole apparire come una presenza poco invasiva, ispirata dal frutto stesso. Sebbene non abbia una precisa geometria durante l’uso, esso vuole svilupparsi almeno su un asse di simmetria. Si è cercato di ricavare una forma astratta e minimal che svol- gesse la funzione col minimo numero di elementi sintetizzando quella del frutto. Unità / Continuità Economicità Delicatezza Simmetria Astrazione / Semplicità
  • 6. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 6 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO SOLUZIONI DALLA NATURA . Nella storia dell’uomo la natura ha sempre costituito un importante riferimento, sia formale sia funzionale, in grado di stimolare la nascita di nuove soluzioni tecniche ed espressive. Molti dei più importanti progressi scientifici e tecnologici sono stati indotti dall’osservazione dei fenomeni e delle strutture naturali. Da sempre è stata la biologia la scienza verso la quale i teorici dell’archi- tettura e del design si sono più frequentemente rivolti. Volendo citare la famosa citazione “form follows function”, di Louis Sullivan, perchè allora non soffermarsi sui sui casi di totale connubio di forma e funzione suggeriti dalle risposte sintetiche della natura? PERCHE’ LE MATERIE PLASTICHE . Il Bauhaus dei giorni nostri può essere riassunto in poche parole: la funzione e l’armonia secondo natura. Per questo i materiali usati possono essere naturali, come il legno, o tecnologici, come l’acciaio, il vetro o la plastica, purché rispondano a requisiti di leggerezza, trasparenza, bellezza del design e totale razionalità. In questo caso, la scelta necessaria di un materiale plastico non è solo determinata dalle esigen- ze progettuali, ma anche per affrontare un dibattito sui polimeri che,molto spesso, li ritrae come materiali di scarso valore, quasi incapaci di stabilire un rapporto sensazionale con l’utente. Eppu- re, la nostra è stata definita l’età della plastica: la produzione e l’uso di questa categoria di ma- teriali è di tale portata da non permettere più simili stereotipi, rivolgendosi a materie consolidate per rendere un prodotto desiderabile e sofisticato. La mandorla, seppur all’apparenza dall’aspetto grezzo e casuale, nasconde sotto la superficie del suo guscio un interessante ed efficace sistema per la protezione del seme interno. Le zigrina- ture nelle pareti hanno la funzione di attuttire qualsiasi urto attraverso la creazione di piccoli spazi d’aria. Tale sistema ha visto grandi imitazioni soprattutto nel campo degli imballaggi. Nella melagrana ci piace osservare coe i chicchi occupino l’intero spazio venendo protetti da un sottilissimo strato di scorza gommosa. Allo stesso modo, perchè non rispondere agli urti con un materiale plastico che intercorra tra la polpa e l’agente esterno? Infine, gli agrumi: la loro spessa scorza porosa ricopre il frutto dandogli una protezione totale. La consistenza gommosa allevia gli urti senza però dar l’idea di soffocare o comprimre il suo interno. Come per il caso precedente, la soluzione proposta è quella di un materiale malleabile ed elastico che, però, rifacendosi dell’esempio degli agrumi, si arricchisce di uno spessore più consistente. L’osservazione della natura è stata anche importante per definire il colore del prodotto e quindi la sua percezione immediata. Sono state definite tre tonalità: I colori pastelli hanno un aspetto delicato e rassicurante, che, in questo caso, riescono a far da cornice al frutto senza sovrastare nell’impatto visivo. Queste tonalità sono spesso usate in natura,in particolare nei fiori: non a caso, esse sono segnali per catturare l’attenzione del fruitore. Come il colore di un frutto serve ad attirare un uccello che ne spargerà poi il seme, allo stesso modo il prodotto vuole avvicinare a sè più pubblico possibile. Philip Steadman, “ L’evoluzione del design. L’analisi biologi- ca in architettura e nelle arti applicate”, 1979 “Studiando l’ingegneria della natura, si può trovare la soluzione per tutte le esigenze tec- niche, dal momento che basterebbe soltanto ricopiare i modelli naturali nel design di mac- chine e strutture. Invece di una soluzione tecnologica che richieda un grande dispendio di tempo, si potrà così prendere in “prestito” il tempo già impiegato nell’evoluzione organica di questi equivalenti naturali dei manufatti prodotti dall’uomo.” Avvicinandoci così alla biomimetica e facendo tesoro della sua spiccata capacità di osservazio- ne, prima ancora che di studio, per risolvere le problematiche principali del nostro progetto. La struttura di molti frutti ci fornisce la soluzione per il principale interrogativo del progetto: come ammortizzare gli urti che potrebbero intaccare la mela. Osserviamo tre casi emblematici. Gaetano Pesce, da “ Plastiche: i materiali del possibile” di Cecilia Cecchini, 2004 “Non ci si può esprimere con materiali non appartenenti alla propria epoca, altrimenti si fa- rebbe un falso, dato che essi stessi sono un documento culturale. Esprimersi nella propria epoca vuol dire usare i mezzi della propria epoca, altrimenti si sfocerebbe in una forma di non sincerità.” Questo progetto vuole essere una sfida che abbatta contrasti e stereotipi: l’uso di un materiale sintetico che si leghi a un prodotto naturale, come “seconda pelle”, senza apparire un accosta- mento forzato e che, allo stesso tempo, stuzzichi l’attenzione dell’utente verso il bisogno e lo stimolo sensazionale. Pastel Green 13-0116 TPX Pink Lady 13-2806 TCX Crystal Blue 13-4411 TCX
  • 7. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 7 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO MATERIALI E TECNOLOGIE Il silicone è un polimero il cui utilizzo ha un visto un notevole incremento negli ultimi anni. Dagli accessori da cucina all’uso in chirurgia, questo materiale si è rivelato estremamente versatile e, allo stesso tempo, un valido prodotto per le tasche del grande pubblico. Oltre alle sue ottime caratteristiche meccaniche, il silicone ha in parte motivo del suo succes- so nella percezione sensoriale che si ha di esso: la sua consistenza e finitura sono di grande attrattiva, trovando un immediato collegamento alla sfera naturale (lattice, caucciù...) tanto da distrarre per un attimo dalla sua vera origine sintetica. E’ per tale ragione che il silicone è, per questo prodotto, una scelta progettuale logica ed indispensabile: le sue proprietà ne fanno un giusto accompagnatore dei prodotti naturali, soprattutto se generi alimentari. In particolare, per quest’ultima tipologia di prodotti, trova largo uso il silicone liquido platinico. - flessibilità: quando viene piegato o schiacciato, lo stampo può tornare subito alla forma originaria; - salvaspazio: richiede poco spazio, perché si piega a piacimento; - infrangibilità: non si rompe danneggia. - resistenza ai fattori di invecchiamento e agli agenti atmosferici; - inodore, non sprigiona odori. - manutenzione pratica: è lavabile in lavastoviglie; - atossico: è adatto al contatto con gli alimenti e rispetta le più severe norme internazionali che regolamentano l’utiliz- zo di materiali che vengono a contatto con gli alimenti; - resistenza ai fattori di invecchiamento e agli agenti atmosferici. SILICONE LIQUIDO PLATINICO REALIZZAZIONE La gomma siliconica liquida (LSR) è un silicone trattato con platino ad alto livello di purezza ed è, in assoluto, il più adatto a garantire la piena alimentarietà del prodotto: ha il minor contenuto di sostanze volatili e trova comunemente impiego nei settori più delicati. 1 2 3 Di solito viene fornito in due parti, una delle quali contiene il catalizzatore al platino. Le due componenti (il catalizzatore di reazione, che costituisce la parte reattiva, e il reticolo che, a polimerizzazione avvenuta, costituirà la struttura del composto siliconico) sono dosate da una centralina di pompaggio e miscelati, con l’aggiunta di qualsiasi colore o altro ingrediente necessario . La miscela è poi stampata con macchine ad iniezione tradizionali in stampi di acciaio temperato. Il silicone dev’ essere mantenuto a bassa temperatura du- rante tutto il processo per poi essere reticolato all’interno dello stampo ad una temperatura di 160 / 200 gradi. Per rendere il silicone idoneo al contatto con alimenti, a completamento del processo di reticolazione, viene effettuato il Post Curing, che consiste nel trat- tamento termico del prodotto finito all’interno di forni a 210 gradi, con circo- lazione d’aria per 4 / 5 ore, in modo da eliminare qualsiasi residuo di sostanze volatili. Tale processo migliora le caratteristiche meccaniche del prodotto. A A B E A B C D Dosi calibrate delle due componenti del silicone liquido Dosi calibrate di additivi e coloranti Miscelatore Dosatore di silicone E Stampo riscaldato per l’iniezione D C Gli stampi saranno due, rispetti- vamente per il manico e l’anello. Vanno evidenziati i vantaggi di questo tipo di produzione: - gli articoli non necessitano di lavorazioni successive; - possibilità di produzione; assolutamente automatizzata; - bassissimo spreco di materiale; - asciugatura rapida.
  • 8. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 8 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO IL PROTOTIPO: LA REALIZZAZIONE Il prototipo dell’oggetto non è stato di facile realizzazione: la forma malleabile e soprattutto la natura stessa del materiale scelto hanno dato notevole difficoltà alla costruzione di un modello fisico, “domestico”, che rispecchiasse almeno in parte l’oggetto finale post produzione. La difficoltà maggiore è stata la resa di un oggetto coerente al concept, il cui punto chiave è il legame armonico col frutto, dalla forma morbida e compatta. Il primo ostacolo, se non il principale, è stata la modellazione del silicone liquido, la cui produzio- ne stessa impedisce una ricreazione arrangiata in domicilio, date le materie prime, gli stampi e i macchinari assolutamente necessari. 6. ATTACCO DEI SOSTEGNI Le palline sono agganciate alle bande elasti- che del corpo centrale tramite alcuni chio- di di sostegno collocati nella parte interna dell’oggetto. 7. ASSEMBLAGGIO Infine, le diverse parti sono assemblate: il manico può essere finalmente agganciato al corpo centrale dell’oggetto. 3. RIFINITURA DELLE PARTI Le parti appena ritagliate, sono poi arroton- date alle estremità per emulare la produzio- ne di stampaggio. 4. RESA DEI POMELLI Per i “pomelli” laterali ci si è serviti di alcune palline in silicone. Sebbene molto differen- ti dall’aggancio originale del progetto, per- mettono di visualizzare il prodotto nella sua unità di materiali. 1. PARTIRE DAL MATERIALE Per il materaile di partenza, si ha provvedu- to all’acquisto di alcuni oggetti in silicone in grado di adattarsi alla forma finale deside- rata. 2. TAGLIO DELLE PARTI Dalla superficie siliconica sono stati ricava- ti, seguendo i contorni dei disegni tecnici, 4 sagome: l’”anello”, il mancio e i due pomelli. Vedendo quasi impossibile trovare un materiale sostitutivo al silicone, che ne evocasse l’elasticità senza però trala- sciare la caratteristica consistenza, si è deciso di lavora- re su una base siliconica già prodotta industrialmente, da conformare al risultato finale dell’oggetto pensato. Possia- mo sintetizzare la realizzazione del prototipo in 7 fasi: - l’acquisiszione del materiale; - il taglio delle parti; - la rifinitura di quest’ultime; - la creazione dei pomelli esterni; - attacco dei sostegni; - l’assemblaggio.
  • 9. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 9 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO RISCONTRO FUNZIONALE iIl prototipo è un utile strumento per verificare il funzionamento e le cartteristiche fondamentali del prodotto finale. Sebbene il modello si presenti con alcune differenze evidenti, date dalle pro- blematiche di prototipazione, rispetto al progetto definitivo, vedesi il confronto coi disegni tecni- ci, esso è un giusto mezzo per testare almeno in parte l’approccio fisico dell’oggetto in contesti e situazioni diverse. Per valutare la messa in pratica delle funzionalità del prodotto, bisognerà prima concentrarsi sui principali obbiettivi per il soddisfacimento del bisogno considerato. LA SOLUZIONE ANTI-URTO . Il punto forza del prodotto, nonchè funzione primaria, è la capacità di ammortizzare gli urti a cui potrebbe essere soggetto il frutto anche negli spostamenti più semplici. Facendo una prova di caduta su due mele della stessa qualità da medesima altezza, con e senza il nostro Post Pomo, la differenza è evidente: Senza il prodotto ad avvolgere il frutto, quest’ultimo presenta delle ammaccature che intacca- no la superficie liscia del frutto. Con il prodotto in uso, invece, la mela non presenta nessuna intaccatura. Tale prova confermerebbe l’efficacia dell’oggetto, determinata soprattutto dalla scelta del materiale. IL TRASPORTO . Ad evidenziare il suo lato di “packaging” take away, non si può non tener conto dell’approccio dell’oggetto in contesti fuori casa. Osservando le fasi fasi di utilizzo, si può capire meglio come esso soddisfi il bisogno. Dopo aver fatto calzare la mela nell’anello dell’oggetto, basterà riporla in borsa senza preoccu- parsi di urti o che sporchi l’interno di quest’ultima. Anche se stretta tra gli altri oggetti, questa non verrà intaccata, ma protetta per compressione. Dopo che il frutto verrà consumato, il prodotto avrà esaurito la sua funzione. In previsione di questo calo d’uso, l’oggetto vuole ridurre al massimo il suo spazio d’ingombro, minimizzando la sua presenza anche senza frutto. Esso può essere facilmente schiacciato o piegato, per poi essere riposto ovunque fino al prossimo uso. LAVABILITA’ . Il fatto di poter essere lavato, anche ad alte temperature (ad esempio, in lavastoviglie), è una caratteristica importante che fa fronte ai mille contesti d’utilizzo dell’oggetto. Dopo il lavaggio, esso non presenta presenta va- riazioni nè nell’aspetto (deformazione, sbia- dimento...) nè nelle prestazioni meccaniche, permettendone altri infiniti usi. ADATTABILITA’ . La forma in silicone è in una misura media che permette l’utilizzo con mele di diverse tipolo- gie di dimensioni, in rispetto della biodiversità nel settore agricolo. Ciò non ne esclude l’uso con altri tipi di frutta che rientrino nella carat- teristica forma a pomo, come pesche e pru- gne.
  • 10. CORSODILAUREAINDISEGNOINDUSTRIALE|FACOLTA’DIARCHITETTURA ATELIERDIPRODUCT3|PROFF.CRISTALLO,LUCIBELLO|TUTOR:DEFRANCESCHI,RADUAZZO A.A.2012-13 STUDENTE: PROGETTO: 10 ELEONORABOMPIERI POSTPOMO IL PRODOTTO FINALE Dopo il prototipo è col render che riusciamo finalmente a completare il quadro dell’oggetto, pre- sentandolo anche nelle sue caratteristiche estetiche e formali. Esso si compone di due elementi in silicone , realizzati con stampi differenti: una forma anulare, che abbracci il frutto, con dei “po- melli” laterali a cui poter infilare una banda elastica, da usare come manico facoltativo. Questa parte staccabile dell’oggetto permette così una doppia modalità d’uso: usare solo l’”anello elastico” per proteggere la propria mela, oppure portarla come uno sfizioso accessorio? Per chi è sempre di fretta, per chi non vuole rinunciare a una buona dose di frut- ta fresca anche fuori casa: questo prodotto vuole es- sere una risposta a un pic- colo bisogno, che possa ac- compagnare una porzione di gestualità quotidiana a un approccio più funzionale e programmato. Un invito a un’alimentazione sana, alla possibilità di rega- larsi piccoli piaceri, soprat- tutto se di fretta. POST POMO