Gli assiomi della comunicazione. Non è possibile non comunicare. L'utilizzo delle immagini e la scelta delle parole. Il sistema della comunicazione. Verbale, non verbale e paraverbale.
2. Gli assiomi della comunicazione
• Gli assiomi della comunicazione furono
elaborati dalla scuola di Palo Alto in California.
• Uno dei maggiori esponenti fu Paul Watzlawick,
insieme a Gregory Bateson, Donald deAvila
Jackson, John Weakland, Richard Fish e parte
della loro ricerca fu relativa agli elementi e alle
fasi della comunicazione.
3. Assioma 1
• 1° assioma - È impossibile non comunicare.
In qualsiasi tipo di interazione tra persone,
anche il semplice guardarsi negli occhi, si sta
comunicando sempre qualche cosa all'altro
soggetto.
5. Assioma 2
• 2° assioma - In ogni comunicazione si ha una
metacomunicazione che regolamenta i
rapporti tra chi sta comunicando.
• Occorre conoscere il codice dell’altra persona
ed il contesto oltre alla relazione che si ha con
lui/lei.
6. Contesto
Il modo di interpretare il
contenuto dipende
inoltre da:
• Contesto in cui si svolge
(es. uffici pubblici)
• Relazione tra gli individui
(personale o
professionale)
7. Assioma 3
• 3° assioma - Le variazioni dei flussi
comunicativi all'interno di una comunicazione
sono regolate dalla punteggiatura utilizzata
dai soggetti che comunicano.
• Tono, ritmo, velocità, enfasi ed emotività
condizionano il dialogo e la piacevolezza della
conversazione.
9. Assioma 4
• 4° assioma - Le comunicazioni possono essere
di due tipi:
• analogiche : ad esempio le immagini, i segni
• digitali: le parole e gli elementi del linguaggio
11. Le parole che usiamo
Il vocabolario, il registro, il lessico e la quantità
di parole che scegliamo di usare definiscono
chi siamo e come ci poniamo rispetto al resto
del mondo.
12. Assioma 5
• 5° assioma - Le comunicazioni possono essere
di tipo:
• simmetrico, in cui i soggetti che comunicano
sono sullo stesso piano (ad esempio due
amici)
• complementare, in cui i soggetti che
comunicano non sono sullo stesso piano (ad
esempio la mamma con il figlio o i capi).
13. • Capire il livello della conversazione si svolge la
conversazione e se mettiamo gli altri sullo
stesso piano è fondamentale.
17. Roman Jakobson
• Jakobson introduce altri sei concetti strettamente
correlati ai sei elementi dello schema proposto:
• 1.una funzione emotiva (inerente al mittente);
• 2.una funzione poetica (riferita al messaggio);
• 3.una funzione conativa (legata al destinatario);
• 4.una funzione referenziale (riferita al contesto);
• 5.una funzione metalinguistica (inerente al codice);
• 6.una funzione fàtica (relativa al contatto).
18. • Funzione emotiva: esprime l'atteggiamento del mittente che proietta le
informazioni riguardanti se stesso.
• Funzione poetica: concerne l'aspetto fonico delle parole, la scelta dei
vocaboli e la costruzione delle frasi. Un messaggio ricco di figure retoriche
evidenza questa funzione.
• Funzione conativa: tendente ad avere una risposta dal destinatario o una
sua adesione. Si riconosce dalla presenza nel messaggio del modo
imperativo, verbi/pronomi/aggettivi possessivi o pronomi personali e punti
di domanda.
• Funzione referenziale: consiste nel riferimento, meglio se preciso e
puntuale, al contesto spazio-temporale in cui avviene la comunicazione o
comunque l'azione di cui si parla.
• Funzione metalinguistica: consiste nel parlare del codice, come nei libri di
grammatica. Si evidenzia quando i due interlocutori vogliono verificare se
stanno utilizzando lo stesso codice. In questa situazione si usano enunciati
come: "mi hai capito?", "Cosa vuoi dire?"
• Funzione fàtica: consiste in quella parte della comunicazione atta a
controllare il canale attraverso cui si stabilisce la comunicazione. Lo scopo è
quello di stabilire, mantenere, verificare o interrompere la comunicazione.
Casi tipici sono frasi come: stammi a sentire, attenzione, prego, capito?
20. I tre livelli della comunicazione
• Verbale: ciò che dici
• Non verbale: cosa fai mentre lo dici
• Paraverbale: come lo dici
21. Verbale
• Comunicazione verbale, che avviene
attraverso l'uso del linguaggio, sia scritto che
orale, e che dipende da precise regole
sintattiche e grammaticali;
• Sono le parole e le regole che usiamo
parlando o scrivendo
22. Non verbale
• Comunicazione non verbale, la quale invece
avviene senza l'uso delle parole, ma attraverso
canali diversificati, quali mimiche facciali,
sguardi, gesti, posture;
• Sono i gesti e le posture che assumiamo
durante una conversazione
23. Paraverbale
• Comunicazione para verbale, che riguarda
tono, volume e ritmo della voce di chi parla,
pause ed altre espressioni sonore (come lo
schiarirsi la voce) e non (come il giocherellare
con le mani con qualsiasi cosa capiti a tiro).
24. Capire e farsi capire
I due metodi principali che si
utilizzano nella comunicazione sono:
• Ascolto attivo
• Comportamento assertivo
25. Ascolto attivo
• L’ascolto attivo non si limita al mero ascolto
ma è un approccio in cui si studiano
costantemente l’interlocutore e le sue reazioni
per capire se e quando intervenire per
portarlo ad un punto a noi congeniale.
• Richiede uno studio attento del paraverbale e
della scelta dei termini da usare ma
soprattutto coerenza e di non esagerare.
26. Il potere del sì
• Il comportamento assertivo ha in sé un
potere che agisce a livello subliminale
sull’altra persona. Il fatto di dare conferme
positive ed attivarsi in funzione del sì attiva
tutta una serie di meccanismi neurali che
aprono potenzialmente in maniera positiva nei
nostri confronti e lasciano una chance di
dialogo e quindi di fiducia.
27. La comunicazione efficace
La comunicazione risulta efficace se la
persona ha ricevuto e compreso il messaggio
e se si dimostra disponibile ad approfondire il
discorso.
• Non deve svelare tutto ma deve lasciare nella
mente della persona la voglia di scoprire se c’è
ancora qualcosa di interessante che valga la
pena scoprire ed ascoltare.
• Inoltre il messaggio deve arrivare in modo
chiaro e senza distorsioni.
28. Comunicazione telefonica
La conversazione telefonica implica in genere
una doppia gestione rispetto a quella
tradizionale, in quanto ha dei fattori
caratteristici che dovremo tenere presenti.
• Non avendo la possibilità di vedere o farci
vedere dal cliente dovremo instaurare la
relazione con l’utilizzo della voce e di tecniche
che vedremo in seguito
29. Conoscere l’interlocutore
• La conoscenza dell’interlocutore è un processo
graduale ma lo studio dei fattori sociali,
demografici e comportamentali ci aiutano a
suddividerlo in macro categorie.
• Chi è il nostro interlocutore tipo?
30. Il target
• Il target è il consumatore tipo che si
sceglie di raggiungere con una
determinata campagna o con un
piano di comunicazione mirato.
• Oggi però potrebbe risultare meno
definito di un tempo e serve
elasticità mentale per individuare i
fattori di successo che ci aiuteranno
nel guidare la conversazione
31. Personas
• Personas è un termine di marketing per
racchiudere invece tutte le persone
potenzialmente interessate al nostro prodotto
o servizio.
• Servirà uno sforzo maggiore affinché la
comunicazione arrivi in maniera efficace
anche a loro, evitando situazioni conflittuali e
fraintendimenti.
32. Importanza del contesto
• Il contesto riveste un’importanza
fondamentale in quanto influenza tutte le
scelte ed i fattori che abbiamo visto finora.
• Sbagliare il registro, il tono o il momento
potrebbero causare un effetto negativo sul
nostro interlocutore, che non sempre risulta
recuperabile.