1. “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è stato l’evento letterario più imponente della seconda
metà del secon do novecento italiano e anche europeo.
Dopo la sua difficile nascita, il successo è stato planetario e su di esso sono stati versati fiumi di inchiostro in
tutte le lingue e in tutte le latitudini, cosa che non è avvenuta per il suo antenato, da cui ha preso le mosse,
e cioè “I Vicerè” di De Roberto che tratta la stessa tematica vista però da diversa angolazione e cioè dalla
parte del popolo. Probabilmente le novecento pagine del De Roberto impediscono al grosso pubblico di
avvicinarsi a quello che è certamente un grande capolavoro della letteratura italiana, mentre la snellezza e
la bellezza della prosa del Lampedusa, hanno consentito una lettura più accessibile e godibile.
Certamente ha anche influito positivamente sul successo dell’opera le posizioni del Principe nel discorso
con Chevalley, i sentimenti dei personaggi che coincidono con il sentire della gente, la grande delusione
dell’avventura unitaria che il Lampedusa ha saputo tratteggiare con colpi di pennello rosso-fuoco e
l’universalità di alcuni sentimenti che sono parte principale dell’opera. Se così non fosse non si capirebbe il
successo anche fuori dai confini italiani.
La gente comune conosce “Il Gattopardo” per la frase pronunciata da Tancredi: cambiare tutto per non
cambiare nulla.
Invece il dramma dei Gattopardi è che tutto cambia in maniera radicale e le ‘farfalle’ cioè i feudi passano
dai nobili ai Sedàra e Don Calogero, genero di ‘Peppe merda’, sale le scale della casa del Principe con il frak
per imparentarsi con la famiglia più potente della Sicilia.
Angelica, la figlia di Sedara, prevale su Concetta che rimane zitella, per custodire la memoria di un casato
ormai in estinzione, riempiendo la sua casa di false reliquie di santi.
Ciò premesso, dobbiamo subito dire che condividiamo l’esigenza di Luisa Catapano di cimentarsi
nell’impresa di scrivere anche Lei su ‘Il Gattopardo’ senza però avere la pretesa di aggiungere nulla di nuovo
e sull’opera e sull’autore, cosa che del resto sarebbe impossibile.
La Catapano dice quale è il suo intendimento già dal testo del suo scritto “Guida alle lettura de ‘Il
Gattopardo’ di Giuseppe Tomasi di Lampedusa”.
Allora si capisce chiaramente che l’autrice vuole scrivere un libro che possa servire a meglio divulgare il
romanzo del Lampedusa e quindi parla dell’ambientazione e del periodo storico in cui si svolgono i fatti,
scrive una bella biografia dell’autore parlando dei suoi rapporti con il cugino Lucio Piccolo, con l’alunno
Federico Orlando, con il figlio adottivo Gioacchino Lanza e delle visite di Lampedusa a Palma di
Montechiaro che è la vera patria dei Tomasi e dove si trovano il palazzo ducale e il convento di clausura
fondato dai Tomasi e dove può avere accesso solamente l’erede diretto dei Principi di Salina.
La Catapano accenna alla disputa con Vittorini e all’intuizione di Giorgio Bassani.
Nella descrizione dell’opera la scrittrice ha saputo cogliere i fatti principali, i concetti fondanti del romanzo
a cui abbiamo già accennato tenendo presente che la morte incombe su tutta l’opera.
2. Potrebbe sembrare banale il fatto di riassumere i capitoli del romanzo e invece non è così perché la
Catapano, come abbiamo detto, ha saputo evidenziare quello che è il senso del libro di Tomasi di
Lampedusa, offrendo al lettore una sintesi che dà un’idea perfetta di quello che Giuseppe >Tomasi di
Lampedusa ci voleva comunicare.
Concludiamo affermando che il libro della Catapano è molto dignitoso e può essere utilizzato nella scuole
secondarie per fare conoscere, in maniera sintetica, l’opera letteraria più importante della fine del
novecento italiano.
E’ mia convinzione che le opere semplici, tendenti alla divulgazione della letteratura, sono più utili e
importanti dei grandi tomi che approfondiscono le tematiche trattate ma non raggiungono il grande
pubblico.
Agrigento, lì 7.10.2014
Gaspare Agnello
P.S.
Gentile signora le do i seguenti consigli che spero voglia seguire:
-non deve scrivere che le notizie sono prese da Wipikedia perché la gente dirà che il libro è copiato. Per le
foto va bene.
Poi deve apportare le seguenti correzioni: pag. 13 al quintultimo rigo rettificare conto in contro.
Pag.14 al 13 rigo scrivere Cutò al posto di Calò.
Pag.47. al 17 rigo cancellare un ‘già’ .
A pag. 63 scriverei Tutto un mondo e non tutt’un mondo.
Infine se lo pubblica e lo presenta a Taranto mi piacerebbe visitare la città dove mio padre ha fatto il
militare durante la prima guerra mondiale e mi parlava sempre del ponte girevole.
Abbracci da www.gaspareagnello.it