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MARBELLA	
Viaggio	nella	
Topologia	delle	
Emozioni	
Marco	Bertagni
IO	SONO	MARBELLA	
		
	
	
	
Sono	Marbella.		
Lo	sono	sempre	stata.		
E,	sembra,	che	sempre	lo	sarò.		
Nella	mia	più	recente	vita	terrestre	mi	piaceva	molto	il	calcio	e	
amavo	una	donna.		
Anche	io,	sulla	Terra,	ero	una	donna.		
Le	mie	passioni	erano	le	sue,	i	miei	sogni	i	suoi.			
Le	sue	passioni	le	mie,	i	suoi	sogni	i	miei.	
Nel	rispe?o	degli	Altri	e	della	Vita.		
Così	vivevo.	
E	come	mi	piaceva	vivere!
Un	giorno,	mentre	camminavo	su	una	spiaggia	tagliata	
da	un	muro	di	freddo	metallo	
che	si	immergeva	nelle	acque	dell’Oceano,
vidi	una	balena	che	nuotava	e	mostrava	la	sua	immensa	coda.		
Giocava,	libera,	nell’infinito	silenzio	del	suo	elemento.
All’improvviso,	senLi	delle	mani	stringermi	le	spalle	e	venni	
spinta	in	una	macchina.		
Bendata	e	immobilizzata.		
	
	
	
Delle	persone	senza	volto	mi	picchiarono	per	giorni.		
Mi	urlavano	cose	e	mi	percuotevano.	
Mi	ritrovavo,	nelle	lunghe	noO	passate	in	una	piccola	stanza,	
a	pensare	–	per	quanto	possa	apparire	paradossale	-	alla	
balena	e	al	suo	mondo	senza	fronLere.	
Il	mio	cuore	era	scaldato	dalla	mia	coscienza,	dai	miei	valori,	
dal	fa?o	che	credevo	in	qualcosa	di	importante:	nell’amore.	
Gli	esseri	vuoL	che	mi	avevano	tolto	la	libertà,	erano	persi	
nei	labirinL	della	propria	anima.
Non	avevano	sogni.	
Non	c’era	poesia	in	loro.	
		
Poi	il	buio	e	il	distacco.	
		
	
	
	
Subito	dopo	una	luce.	
		
Sento	che	la	mia	anima	è	sempre	quella	di	quando	ero	sulla	
Terra.	
Amo	ancora	il	calcio	e	una	donna.	
Sono	su	una	nuvola.	
E’	da	qui	che	ora	vedo,	su	una	spiaggia	enorme,	delle	persone	
disposte	in	cerchio.
C’è	un	uomo	alto	al	centro	e	delle	donne	intorno	a	lui.	
L’uomo	parla	di	rovesciate,	di	prospeOve,	di	sogni,	di	
rispe?o,	di	libertà,	di	bisogno	di	infinito.
In	quel	momento,	sulla	mia	stessa	nuvola,	arriva	un	ragazzo.	
Sembra	triste.	
“Chi	sei?	E	perché	sei	triste?”	
“Lorenzo.	Mi	hanno	rubato	la	Palla	quando	avevo	17	anni.	In	
una	no?e	di	Giugno.	Sono	triste	perché	non	posso	portare	la	
donna	della	mia	vita,	che	non	ho	avuto	il	tempo	di	conoscere,	a	
vedere	il	Grand	Canyon,	dove	ero	stato	felice	con	la	mia	
famiglia.	E	tu,	che	ci	fai	qui?”.
“Anche	a	me	hanno	rubato	la	Palla	–	gli	rispondo	-		quando	
avevo	47	anni.		
E	non	ho	potuto	più	allenare	la	squadra	di	calcio	dei	miei	sogni	
con	Karla,	la	donna	che	amo,	capitano,	alla	conquista	
dell’America,	al	di	là	del	Muro.		
	
	
	
	
	
	
	
	
Il	Muro	contro	cui	s’infransero	i	miei	sogni	era	nel	mio	stesso	
Paese,	dove	si	credeva	che	il	cielo	fosse	bello”.
Nel	fra?empo,	intorno	a	noi	si	era	creato	un	grande	gruppo	di	
persone	 e	 ognuno	 raccontava	 di	 quando	 e	 di	 come	 gli	 fosse	
stata	rubata	la	Palla.		
		
“Ero	 del	 ’47	 e	 avevo	 46	 anni	 quando	 una	 pallo?ola	 di	 una	
calibro	 45	 mi	 ha	 aperto	 il	 cuore	 e	 spento	 gli	 occhi,	 ma	 non	
l’anima”	 dice	 Horts	 a	 me	 e	 Lorenzo	 “Anch’io	 –	 come	 voi	 –	
sognavo	 l’America,	 avrei	 voluto	 percorrerla	 in	 moto	 con	 il	
vento	che	mi	accarezzava	la	pelle.	Una	piccola	palla	di	piombo,	
ha	 invece	 fa?o	 esplodere,	 la	 grande	 Palla	 d’Amore	 con	 cui	
avrei	voluto	giocare”.	
		
Mi	accorgo	che	la	nuvola	in	realtà	è	un	Lago,	la	cui	acqua	è	
fa?a	delle	lacrime	di	chi	si	era	visto	portar	via	un	figlio,	una	
figlia,	una	madre,	un	padre,	un	fratello,	una	sorella,	un	amico,	
un’amica,	la	persona	amata.	
Il	grande	Lago	dei	Sogni	RubaL!
Lorenzo,	Horts	ed	io	ci	affacciamo	dalla	nostra	nuvola-lago	e	
osserviamo	quello	che	sta	succedendo	sulla	spiaggia.	
Una	parLta	di	calcio	è	appena	iniziata.	
Una	donna	si	lancia	in	un’acrobazia	e	guarda	proprio	la	nuvola	
dove	sono	io,	mentre	con	una	magnifica	rovesciata	fa	gol.
La	palla	buca	la	rete	e	sembra	non	fermarsi.	
Viene	verso	di	me!	
La	prendo	con	le	mie	mani!	
TuO	gli	abitanL	del	Lago	dei	Sogni	RubaL	restano	senza	parole!	
Mi	abbracciano	incuriosiL.	
Sul	cuoio	della	Palla	qualcuno	ha	scri?o	una	lunga	le?era.
LA	LETTERA	DI	KARLA	
	
	
		
“Marbella,		
amore	mio,			
voglio	raccontar2	di	un	sogno	che	ho	fa8o.	
Sono	su	una	spiaggia	con	un	uomo	alto,	che	mi	racconta	di	
strane	cose	che	succedono		quando	si	fanno	le	rovesciate,	di	
come,	dice	l’uomo,	quando	si	cambiano	le	prospe>ve	tu8o	
possa	succedere.	
Allora	mi	faccio	coraggio	e	gli	chiedo	di	passarmi	la	palla	ad	
una	certa	altezza	per	vedere	cosa	c’è	di	tanto	miracoloso	in	
questa	rovesciata…		
L’uomo	2ra	la	palla	all’altezza	delle	nuvole.	
Mi	chiedo	perché	la	2ri	così	in	alto.
La	seguo	con	lo	sguardo	e	quando	la	Palla	raggiunge	il	suo	
zenith,	prima	di	cominciare	a	scendere	verso	di	me,	mi	arriva	
come	un	flash.	
E’	un’immagine,	una	mappa,	una	visione	del	Mondo	dall’alto.		
E’	la	Palla	che	mi	ha	inviato	quell’immagine.	
Capisco	che	quella	Palla	è	un	drone	magico!	
Il	Drone	dell’Anima.		
E	ora	2	racconto	perché.	
Nell’immagine	ci	sono	milioni	di	persone,	distribuite	sugli	
oppos2	la2	di	un	interminabile	Muro	di	metallo.	
E’	una	specie	di	gigantesco	alveare,	dove	le	persone	sono	dei	
pallini	colora2	che	coprono	interamente	la	Terra.		
A	Ovest	e	a	Est	di	questa	massa	infinita	di	persone	si	vede	il	
Mare.	
La	superficie	della	Terra	è	come	soffocata	da	tu8e	queste	
persone.
E	non	si	riesce	a	vedere	nella	mappa.	
Guardo	meglio	l’immagine	e	percepisco	che	ogni	persona	ha	
costruito	intorno	a	sé	un	piccolo	muro	cilindrico,	fa8o	di	materiali	
invisibili	ma	impenetrabili,	isolan2,	alienan2,	dirimen2	e	messo	
un	cartello	con	scri8a	la	propria	lista	di	E2che8e,	
Generalizzazioni,	Pregiudizi	e	Incompa2bilità.	
E	da	dentro	queste	celle	cilindriche	le	persone	senza	interruzione	
scrivono	con	frenesia	cose	al	telefono.	
Nessuno	parla	con	il	vicino.		
Nessuno	si	abbraccia.	
Nessuno	si	guarda	negli	occhi.	
Nessuno	si	fida.	
Miliardi	di	cartelli.	
Miliardi	di	barriere	ere8e	intorno	alle	men2.	
Miliardi	di	parole	inu2li	e	orribili.	
Il	nostro	Pianeta	non	ha	più	ossigeno	-	ho	pensato	nel	sogno	-	non	
ha	più	il	proprio	Spirito,	l’Umanità	gli	sta	calpestando	l’Anima.
La	Palla	intanto	comincia	a	scendere	e	quindi	devo	prepararmi	
a	colpirla	in	rovesciata.	
Mi	sollevo	in	aria	e	proprio	dove	il	Muro	che	nella	mappa	del	
drone	magico	divideva	in	due	l’umanità	s’inabissava	nel	Mare,	
tra	le	onde,	vedo	una	balena	che	nuota	libera	nel	suo	infinito	
elemento.
E,	ascoltami	bene,	mentre	guardavo	il	cielo,	è	questa,	come	sai,	
la	prospe>va	di	chi	fa	una	rovesciata,	2	sembrerà	strano,	e	del	
resto	è	un	sogno,	vedo,	si,	li	ho	vis2,	dei	nastri	di	tan2	colori	che	
si	incrociano		nell’infinito	azzurro	del	cielo.
Sono	le	emozioni,	che	partono	dalla	Terra,	da	ogni	punto	del	
nostro	Pianeta	e	portano	energia	al	Mondo.	
La	cosa	bella,	non	ci	crederai,	è	che	la	Tristezza	che	par2va	da	
Sydney	aveva	lo	stesso	colore	di	quella	che	par2va	da	Vancouver;	
la	Felicità	di	Atene	era	uguale	a	quella	di	Shanghai!	
Queste	strisce	colorate	si	integravano	e	la	persona	da	cui	il	nastro	
aveva	avuto	origine	si	sen2va	meno	sola	al	mondo.
Mi	accorgo	che	da	ogni	cella	cilindrica,	le	persone	fanno	
cadere	i	propri	telefoni	e	–	come	a8ra8e	da	una	forza	di	
gravità	al	contrario	-	cominciano	a	guardare	sopra	di	sé,	verso	
il	cielo,	e	a	liberare	le	proprie	emozioni,	a	farle	fluire	dentro	64	
nastri	colora2	–	non	so	come	ma	li	ho	conta2	nel	sogno!	-	che	
assumono	forme	sempre	diverse	sospin2	dal	vento	
dell’empa2a	universale.	
		
La	Gioia	e	di	un	Egiziano	per	la	nascita	di	un	figlio	entrava	nel	
nastro	arancione	e	si	incontrava	con	la	stessa	gioia	di	un	
Giapponese,	la	Sorpresa	provata	da	un	Cris2ano	a	Roma	nel	
guardare	una	rosa	sbocciare	era	simile	a	quella	di	un	
Musulmano	nel	vedere	una	rosa	sbocciare	a	Algeri,	la	rabbia	di	
un	Nero	per	un	ingius2zia	era	la	stessa	di	quella	di	un	Bianco,	
la	paura	di	un	Uomo	era	profonda	come	quella	di	una	Donna.
In	quell’arcobaleno	di	nastri	vivo	per	un	
interminabile	a>mo	una	meravigliosa	
topologia	delle	emozioni,	gli	spazi	infini2	
si	colorano	di	energia	e	mentre	colpisco	la	
Palla,	sospesa	per	aria,	so	che	nessuno	
potrà	mai	interrompere,	né	con	muri,	né	
con	discriminazioni	o	con	violenza,	la	
forza	primordiale	che	accomuna	ogni	
essere	umano:	le	emozioni.	
Tu	mi	hai	insegnato	il	rispe8o,	la	forza	dei	
sogni	e	lo	schema	4-3-1-2	dove	io	ero	il	
10,	la	“tua”	10.		
Ora	2	res2tuisco	la	tua	palla,	amore	mio!	
		
E	qui	finiva	il	mio	sogno.
Appena	mi	sono	svegliata	mi	sen2vo	felice	perché	nel	sogno	le	
persone	non	avevano	paura	delle	proprie	emozioni,	
guardavano	i	grandi	nastri	del	cielo	e	cominciavano	a	capire	
che	quei	nastri	erano	loro	a	farli	volare,	che	le	energie	che	
liberavano	verso	l’alto	si	stavano	incontrando.	
Sen2vo	però	che	ancora	qualcosa	sarebbe	dovuto	succedere.		
Non	riuscivo	a	capire	cosa.	
Sarebbe	bello	se	tu	mi	dicessi,	non	so	come,	dal	luogo	in	cui	sei,	
perché	so	che	sei	da	qualche	parte,	cosa	deve	ancora	
succedere	per	guarire	il	Mondo.	
		
Per	sempre	
		
	
Karla”
LA	BOUGANVILLE	
		
	
Mentre	lacrime	di	incredulità	scendono	sulle	mie	guance,	
vedo	una	grande	bouganville	rossa	in	fiore	sulla	nuvola.	
Non	chiedetemi	come	questo	sia	possibile,	ma	è	così!	
		
Su	ognuna	delle	migliaia	di	foglie	comincio	a	scrivere	le	
le?ere	dell’alfabeto,	dalla	A	alla	Z.	
Senza	un	criterio.	
	
Chiedo	poi	agli	abitanL	del	Lago	di	aiutarmi	a	scuotere	con	
forza	la	bouganville.	
	
TuO	insieme,	dalla	nuvola,	ci	meOamo	quindi	ad	osservare	
che	succede	sulla	Terra.
LA	NASCITA	DI	UN	FIUME	
		
Sulla	spiaggia	di	Rosarito,	all’improvviso,	un	giorno	di	Febbraio,	
l’8	per	la	precisione,	da	una	nuvola	cominciò	a	piovere.
Il	che	è	normale	che	piova	da	una	
nuvola,	direte	voi.	
Tu?avia	quel	giorno	non	si	
tra?ava	di	gocce	d’acqua,	ma	di	
petali	rossi.		
La	strana	pioggia	durò	per	molL	
mesi.	
Le	persone	si	chiedevano	il	
perché	di	questo	strano	
fenomeno;	tanto	più	che	su	ogni	
petalo	c’era	scri?a	una	le?era	
dell’alfabeto.	
		
Smise	di	piovere	petali	8	mesi	
dopo,	l’8	o?obre.	O?o,	il	numero	
dell’infinito.
Era	il	16	o?obre	quando	sulla	spiaggia	di	Rosarito,	mentre	
passeggiava,	Karla	vide	8	petali	disposL	uno	a	fianco	all’altro	
sulla	sabbia.	Formavano	una	parola	
		
T	E	Q	U	I	E	R	O	
		
Mentre	Marbella	piangeva	calde	lacrime,	arrivò	un’onda	e	
portò	i		petali	con	sè.	
		
Una	balena	vide	arrivare	l’onda	con	gli	8	petali	di	bouganville	
che	flo?avano	e	con	tu?a	la	sua	forza	la	respinse	con	la	sua	
immensa	coda		in	direzione	del	Muro	che	a	Tijuana	entrava	nel	
mare.
Quel	muro	al	di	sopra	del	quale	Karla,	nel	suo	sogno,	aveva	
visto	un	cielo	pieno	di	emozioni.	
Il	Muro	fu	spazzato	via	dalla	grande	onda	generata	dalla	balena.	
		
Quando	il	mare	tornò	calmo	al	posto	del	Muro	c’era	un	Fiume,	
che	ora	chiamano	Fiume	Tequiero,	e	qualcuno	sulla	sponda	
Nord,	Iloveyou	River.	
		
Questo	fiume,	di	3014	kilometri,	unisce		il	Pacifico	all’AtlanLco.	
		
E	le	migliaia,	milioni,	di	persone	che	prima	della	grande	onda	
erano	ai	due	laL	del	Muro	e	adesso	si	trovavano	sulle	due	
sponde	del	Fiume,	uscirono	dalle	loro	celle	e	entrarono	in	
acqua.
ArrivaL	al	centro	del	Fiume	si	strinsero	le	mani	si	sorrisero,	
capirono	che	erano	tuO	esseri	umani.		
Da	quel	momento	cominciarono	a	costruire	senza	sosta	
infiniL	ponL	da	Tijuana-San	Diego	fino	a	Brownsville-
Matamoros.	
Le	ci?à,	prima	divise	dal	Muro	e	ora	unite	dai	ponL,	
cominciarono	a	chiamarsi	Utopia.	
		
Le	persone,	che	si	tenevano	la	mano,	ascoltarono	insieme	gli	
infini2	silenzi	dell’acqua,	che	dal	centro	del	Fiume	correva	
alla	meta.	
	
Guardarono	il	Cielo	e	la	Terra,	a	Nord,	a	Sud,	ad	Ovest	
e	quando	finalmente	il	loro	sguardo	si	volse	ad	Est,	
intuirono	l’alba	di	un		nuovo	Mondo.
EPILOGO	
		
	
	
	
La	Nuvola-Lago	dei	Sogni	RubaL	dopo	la	grande	pioggia	di	
petali	aveva	cambiato	forma,	era	scesa	in	basso	e	si	era	
adagiata	alla	perfezione	all’interno	del	Grand	Canyon,	dove	
stava	sorgendo	il	sole	del	nuovo	Mondo.		
Restava	però	un	solco,	una	specie	di	baratro,	a	separare	la	
Nuvola	dal	bordo	del	Canyon.	
Horts	su	una	moto	fiammante,	si	fece	coraggio,	prese	una	
lunga	rincorsa	e	si	lanciò	a?raverso	uno	spicchio	di	cielo	dalla	
Nuvola	alla	Terra	dove	un	senLero	fa?o	di	luce	lo	aspe?ava.	
La	moto	si	allontanò	all’orizzonte	e	Horts	si	perse	felice	nel	
sole.
Lorenzo,	diede	la	mano	a	una	ragazza	che	aveva	incontrato	al	
Lago	e	insieme	saltarono	l’abisso.	Andarono	ad	osservare	
tu?e	le	albe	e	i	tramonL	del	Grand	Canyon.	E	furono	felici.	
Marbella,	costruì	un	ponte	fa?o	di	Vita	e	Amore	per	unire	la	
Nuvola	al	bordo	del	Canyon	e	lo	a?raversò	insieme	a	11	
uomini	e	donne,	diversi	per	sesso,	colore	della	pelle,	origini	
geografiche,	inclinazioni	sessuali,	aspe?o	fisico,	istruzione	e	
per	tante	altre	cose,	ma	uniL	dal	senso	di	appartenenza	
all’Umanità.		Arrivate	su	un	prato,	aspe?arono	una	squadra	di	
11	terrestri	e	cominciarono	una	parLta	con	la	sola	regola	che	
il	goal	in	rovesciata	avrebbe	avuto	valore	doppio,	perché	
questo	Lro	consente	a	chi	lo	effe?ua	di	guardare	il	Mondo	da	
un’altra	prospeOva,	di	esprimere	il	proprio	coraggio	e	il	
proprio	talento	e	di	capire,	una	volta	per	tu?e,	che	in	Cielo	
non	ci	sono	confini,	né	barriere,	né	fronLere,	ma	solo	64	
nastri	di	emozioni	colorate.
Karla,	dì	alle	persone	che	sono	nel	fiume	e	che	ora	si	tengono	
per	mano	di	saltare,	senza	paura	–	la	nuova	forza	di	gravità	li	
aiuterà	-	e	di	aggrapparsi	a	quesL	nastri	coloraL.		
Cominceranno	a	dondolare	libere	nel	cielo,	a	lanciarsi	da	una	
emozione	all’altra,	come	scimmie	felici	nella	grande	e	
misteriosa	giungla	dell’infinita	umanità.		
		
E	la	Terra,	in	basso,	tornerà	a	respirare.	
		
Senza	fronLere.	
		
	
	
	
	
Marbella
Il	racconto	MARBELLA	è	stato	scri?o	a	Tijuana,	il	7	Febbraio	2019	e	la	mappa	EL	DIA	EN	
QUE	NACIO’	EL	RIO	TEQUIERO	(v	pag.	17)	è	stata	disegnata	lo	stesso	giorno.	Il	giorno	
successivo,	l’8	febbraio	2019	è	stata	disputata	a	Playas	de	Rosarito	una	parLta	dedicata	
a	Marbella	Ibarra.	
		
Donne	e	uomini,	insieme,	senza	barriere,	hanno	rincorso	con	gioia	la	Palla	per	poi	
calciarla,	in	rovesciata,	verso	il	cielo.	E	Il	cielo,	ad	un	certo	punto,	è	diventato	così:
ANTEFATTI	
		
	
Il	15	o?obre	2018	a	Rosarito,	vicino	Tijuana,	in	Messico,	è	stato	ritrovato	il	corpo	di	Marbella	Ibarra,	
sequestrata	il	19	se?embre.	Marbella	è	stata	la	pioniera	del	calcio	femminile	in	Messico.		
La	polizia	brancola	ancora	nel	buio,	non	si	sa	né	chi	siano	gli	autori	dell’omicidio,	né	il	perché.		
In	Messico	ogni	anno	vengono	uccise	cenLnaia	di	donne.		
Spesso	per	il	solo	fa?o	di	essere	donne.	
All’interno	del	proge?o	THE	RIVER	OF	LIFE,	l’8	febbraio	2019	è	stata	giocata	sulla	spiaggia	di	Rosarito	una	
parLta	di	calcio	speciale,	chiamata	Playing	FOR	Life.		
Le	squadre	erano	composte	da	Karla	Peres,	giocatrice	di	calcio	professionista	e	compagna	di	vita	di	Marbella	
da	11	anni,	da	altre	7	giocatrici	di	Tijuana	e	da	due	uomini.	
La	parLta	è	finita	8	a	8.	
La	Palla,	durante	la	parLta,		è	stata	idealmente	resLtuita	a	Marbella	e	alle	altre	persone	che	vivono	nel	Lago	
dei	Sogni	RubaL,	tra	cui	Lorenzo	Guarnieri,	ucciso	a	17	anni	a	Firenze	nella	no?e	tra	l’1	e	il	2	giugno	2010	da	
un	uomo	che	stava	guidando	la	propria	moto	so?o	effe?o	di	droga	e	alcol	e	Horts	Blaschke,	viOma	innocente	
di	una	sparatoria	in	un	ristorante	di	Xochimilco,	Ci?à	del	Messico,	nel	pomeriggio	del	23	febbraio	1994.	
A	pochi	chilometri	da	Rosarito,	c’è	Tijuana	la	ci?à	di	confine	più	famosa	del	mondo.		
E’	qui	che	l’estremità	occidentale	del	muro	si	inabissa	nell’Oceano,	è	qui	–	e	nei	pressi	delle	altre	cenLnaia	di	
chilometri	del	muro	che	si	snoda	verso	Est	-	che	ogni	giorno	tanL	esseri	umani	tentano	di	raggiungere	il	sogno	
americano.		
Gli	evenL	di	Rosarito,	Tijuana	e	l’orribile	muro	hanno	ispirato	questo	viaggio	emozionale	e	questo	racconto	
che	vuole	essere	una	riflessione	sulla	condizione	umana.	
TuO	noi	abbiamo	bisogno	di	infinito	e	di	sogni.	
I	confini,	le	barriere,	le	discriminazioni,	i	pregiudizi,	le	prevaricazioni	uccidono	la	libertà	e	l’essenza	dell’unico	
genere	che	esiste:	quello	umano.	
Questo	racconto	è	dedicato	a	Marbella	Ibarra,	a	Lorenzo	Guarnieri,	a	Horts	Blaschke	e	a	tu?e	le	persone	a	cui	
è	stata	rubata	la	Palla.
WEB	
		
THE	RIVER	OF	LIFE	
	www.theriveroflife.it	
		
PLAYING	FOR	LIFE	A	PLAYAS	DE	ROSARITO	
h?ps://www.youtube.com/watch?v=8dLibiyam_o&feature=youtu.be	
h?p://www.theriveroflife.it/playing-for-life	
		
MARBELLA	IBARRA	
h?ps://www.tgcom24.mediaset.it/2018/video/messico-torturata-e-uccisa-marbella-ibarra-pioniera-del-calcio-
femminile_3087823.shtml		
h?ps://www.repubblica.it/esteri/2018/10/19/news/
messico_marbella_ibarra_torturata_e_uccisa_perche_amava_il_calcio-209367748/		
h?ps://www.facebook.com/watch/?v=261532871232240		
h?p://videos.marca.com/v/0_xLct2a2-fut-fem-sin-fronteras-la-fundacion-que-canaliza-a-las-futbolistas?count=0		
	h?ps://elpais.com/internacional/2018/10/23/mexico/1540320881_882008.html	
h?ps://www.bbc.com/news/world-laLn-america-45901214		
h?ps://www.theguardian.com/world/2018/oct/21/mexico-marbella-ibarra-murder-women-football		
h?ps://www.footdelles.com/meurtre-de-marbella-ibarra-pionniere-mexicaine-du-football-praLque-par-les-
femmes/		
		
HORTS	BLASCHKE	
h?ps://www.youtube.com/watch?v=6HN4wwQWRiA&app=desktop	
		
LORENZO	GUARNIERI	
	www.lorenzoguarnieri.com

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