Si tratta della presentazione fatta nel 2009 all'Archvio di Stato di Rimini, di un mio laboratorio di uso delle fonti archivistiche nella scuola dell'obbligo.
2. Le mappe del tesoro e i tesori delle mappe
Palata Pepoli dai Cabrei a Google Hearth
Istituzione dei Servizi Culturali Paolo Borsellino
del Comune di Crevalcore (BO)
Servizio Archivio Storico Comunale
Laboratorio ideato e realizzato da Maria Rita Biagini
anno accademico 2008/2009
3. Il laboratorio della durata di un’ora circa, è stato
pensato per i ragazzi della scuola media ma può
anche essere rivolto ad un pubblico di adulti che
vogliano farsi una prima idea per grandi linee
delle vicende storiche del territorio in cui si trova
il Comune di Crevalcore (Bo).
4. L’attività ha infatti lo scopo di far conoscere
attraverso la lettura guidata di alcune
rappresentazioni cartografiche, dal XVII
secolo ai tempi odierni, i cambiamenti
avvenuti nel territorio a seguito di mutamenti
nello sfruttamento economico delle risorse
naturali o per ragioni indipendenti dalla volontà
dell’uomo come le esondazioni dei fiumi. Oltre
che i mutamenti, le carte storiche sono in grado
di testimoniare la continuità con il passato come
per esempio nel tracciato di certe strade e nel
loro nome.
5. Il materiale cartografico che è stato digitalizzato,
attraverso opportuni software che permettono lo
zoom e la rotazione delle carte, viene proiettato
su un grande schermo.
Ai ragazzi vanno date alcune nozioni basilari di
cartografia.
In particolare vanno introdotti all’orientamento
delle carte, all’uso delle scale e di sistemi di
misurazione dello spazio diversi da quello
decimale.
6. Inoltre vengono date le nozioni di topografia
necessarie perché comprendano che le
rappresentazioni satellitari della terra che si
possono utilizzare tramite la piattaforma Google
Hearth sono alla base della moderna cartografia e
dunque sono le attuali mappe del territorio.
7. Il laboratorio inizia con la contestualizzazione
del territorio della attuale frazione del Comune
di Crevalcore (Bo) denominata Palata Pepoli con
l’aiuto di una mappa tratta dalle tavolette
IGM di cui viene proiettata su grande schermo la
porzione che interessa. Per sommi capi vengono
raccontati i fatti salienti della storia del territorio
citando le fonti, dalle più antiche al XVII secolo,
cioè l’epoca a cui risale la prima rappresentazione
topografica usata nel laboratorio.
8. Per aiutare i ragazzi a leggere la mappa cartacea
degli anni 1990 che viene proiettata li si invita a
percorrere idealmente la strada più diretta che li
porta dal capoluogo alla frazione di Palata Pepoli
e a prestare attenzione in questo tragitto al
territorio circostante perché è lo stesso
documentato dalla mappe.
La mappa è in scala 1 : 100.000
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10. La carta topografica più antica utilizzata é
come abbiamo già detto, del XVII secolo. Essa
fa parte di un repertorio di due grossi volumi di
mappe agrarie tutte del XVII secolo, appartenenti
alla nobile famiglia bolognese dei Pepoli e
conservati attualmente presso l’Archivio Storico del
Comune di Crevalcore. Si tratta di 120 cabrei
(mappe acquerellate, con emergenze
architettoniche rese in maniera assonometrica) di
possedimenti agrari quasi tutti siti nel crevalcorese
per un totale di 5.000 ettari circa (quasi la metà
dell’attuale territorio del comune di Crevalcore).
11. Essi, come era consuetudine all’epoca,
costituivano una sorta di catasto privato della
famiglia Pepoli in grado di dimostrare i confini, la
consistenza dei beni, il tipo di coltivazioni e di
sfruttamento delle risorse, la natura dei rapporti
giuridici intercorrenti fra la famiglia stessa e chi
a vario titolo lavorava la terra.
12. I cabrei dei Pepoli oltre ad essere dei manufatti
di notevole valore tecnico, sono un prodotto
artisticamente raffinato e dunque sono molto
belli da vedere e da leggere in tutti i loro
numerosi e ben rappresentati particolari. Vi si
leggono anche i nomi delle strade. Documentano
come era il territorio in un’epoca in cui si
coltivavano frumento, legumi e canapa.
13. In particolare la mappa che viene usata e
proiettata rappresenta un territorio di 1.000 ettari.
Per aiutare i ragazzi a farsi un’idea della
estensione di 1.000 ettari si ricorda loro che
un campo regolamentare per il gioco del
calcio misura circa 8.000 mq. E dunque in
1.000 ettari ci stanno circa 1.250 campi da calcio.
La mappa misura 95 x 95 cm circa.
Il righello sulla mappa in pertiche bolognesi
rappresenta una distanza di circa 630 metri reali.
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24. La seconda pianta utilizzata è della prima
metà del XIX secolo e si trova in archivio
storico comunale, allegata ai documenti
necessari per ottenere l’autorizzazione
all’impianto di risaie.
Nell’archivio storico comunale di Crevalcore nel
fondo della Corrispondenza del Comune, esiste
molto materiale relativo alla gestione delle
acque.
25. Il territorio di cui Crevalcore fa parte è sempre
stato particolarmente influenzato dai
problemi relativi alla gestione delle acque.
In particolare per gli anni dal 1797 al 1858 il
titolo 1° Acque è ricco di rubriche e di materiale:
Rub.1° provvidenza generali; Rub. 2° fiumi;
Rub. 3° Canali, Fossi e Scoli; Rub. 4° Ponti e
Chiaviche; Rub. 5° mulini; Rub. 6° Valli e
Risaie; Rub. 7° Pozzi ed Acquedotti.
26. Proprio nella Rub. 6° “Valli e Risaie” è conservata
la documentazione necessaria per ottenere il
permesso di impiantare nuove risaie e fra i
documenti ci sono molte mappe che
rappresentano la situazione idrografica del
territorio.
Fra queste mappe c’è anche quella utilizzata per
il laboratorio.
27. La mappa rappresenta un territorio più limitato del
cabreo. In particolare si tratta di un estensione di
circa 400 ettari dunque poco meno della metà
della estensione della mappa precedente.
La mappa misura 42 x 56 cm circa.
Il righello in pertiche bolognesi rappresenta una
distanza di 600 metri reali.
28. La cartina in questione non è particolarmente
interessante da un punto di vista artistico – pur
essendo a colori e comunque ben fatta anche da
un punto di vista tecnico - ma ha il pregio di
mostrare chiaramente la continuità e la
discontinuità con la situazione
rappresentata nel cabro del XVII.
29. In particolare la mappa mostra come l’affermarsi
dell’economia risicola avesse stravolto il territorio
che nella prima metà del XIX non è più asciutto
come era nel XVII secolo quando il terreno era
percorso da una ragnatela di canali in grado di
irrigarlo e sgrondarlo, ma è completamente
inondato di acqua per molta parte dell’anno.
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31. L’ultima rappresentazione topografica utilizzata nel
laboratorio è data dalle immagini satellitari attuali
(2003) della frazione di Palata Pepoli che si
possono vedere in internet attraverso la
piattaforma gratuita Google Hearth. Anche in
questo caso il software permette di zoomare,
di leggere il nome delle vie e di avere una
visione tridimensionale delle emergenze
anche meno significative del territorio. Il volo
ad uccello che Google Hearth permette di
effettuare sulla frazione e il suo territorio è di
notevole impatto emotivo.
32. I ragazzi sono aiutati a seguire i tracciati
delle strade che non sono cambiati dal XVII
secolo ai nostri giorni. In alcuni casi neppure i
nomi sono cambiati o hanno subito
modifiche di poco conto. In altri casi il territorio
è cambiato notevolmente e si cerca di capirne le
ragioni. Per esempio si individuano gli alvei dei
collettori delle acque costruiti negli anni Venti
del XX secolo per convogliare le acque basse e
quelle alte delle campagne verso il fiume Panaro
in modo da garantire, anche grazie all’opera di
potenti idrovore, lo scolo del territorio e il suo
sfruttamento agricolo nell’ottica delle colture
estensive come il frumento e il mais che
costituiscono tuttora la base dell’economia
agricola della zona.
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35. Bibliografia di riferimento
(in ordine cronologico di pubblicazione o di stampa)
Archivio Storico Comunale di Crevalcore
voce Comune di Crevalcore in: (a cura di)
Giuseppe Rabotti, Archivi storici in Emilia-
Romagna. Guida generale degli Archivi storici
comunali, Bologna, Analisi, 1991, pp. 99-103;
(a cura di) Erminio Furlotti, Archivio storico di
Crevalcore, Inventario in 4 tomi. Pubblicazione
grigia del 1996 conservata all’Archivio Storico
Comunale di Crevalcore.
36. Il territorio di Crevalcore e si suoi cambiamenti
Agostino Bignardi, Le campagne emiliane nel
Rinascimento e nell’Età barocca, Arnoldo Forni
Editore, stampa 1978;
Risi Mario, Origini e vicende della risicoltura nel
persicetano dal XVI al XX secolo, relatore Franco
Cazzola, Università degli studi di Bologna, Facoltà
di economia e commercio, a.a.1982-1983;
Cinzia Casadio, Assetto e organizzazione fondiaria
del territorio di Crevalcore attraverso la
documentazione nonantolana (secoli VIII-XIII) in
Strada Maestra, n, 33 (2° sem.1992), p.58-73;
37. Il territorio di Crevalcore e si suoi cambiamenti
(continua)
Edoardo Rosa, Uomo salute e ambiente nella
pianura bolognese: valli, risaie e malaria tra XVIII
e XIX secolo, in La pianura e le acque tra Bologna
e Ferrara, un problema secolare: atti del convegno
di studi Cento 18-20 marzo 1983, Centro Studi
Baruffaldi, 1993;
Libero Poluzzi, Bonifiche antiche e moderne
nell’area idrografica persicetana, in Strada
Maestra n.46 (1° semestre 1999) pp. 24-56;
38. Il territorio di Crevalcore e i suoi cambiamenti
(continua)
Massimo Balboni, Terra di confine, in: (a cura di)
Magda Abbati, Crevalcore percorsi storici, Costa
editore, 2001, pp.11-56;
Paolo Cassoli, Il territorio crevalcorese nei Cabrei
dei Pepoli, in Strada Maestra, n.34 (1° sem.
2006), pp. 57-61;
Paolo Cremonini, Da territorio ad agroecosistema.
Linee per una lettura storica, ambientale ed
economica del paesaggio agrario persicetano, in
Strada Maestra n.61 2° sem. 2006, pp. 2-22;
39. Il territorio di Crevalcore e si suoi cambiamenti
Floriano Govoni, Pierangelo Pancaldi, Alberto
Tampellini, Quel che vedono le nuvole : morfologia
ed evoluzione storico-topografica della pianura
compresa fra via Emilia, Reno, Panaro e
Centopievese, [San Matteo della Decima, San
Giovanni in Persiceto] : Marefosca, 2008.
40. Vicende storiche di Palata Pepoli
Michele Simoni, Palata nella storia. Rassegna delle
pubblicazioni su Palata Pepoli dal XVII al XX
secolo, in Rassegna Storica Crevalcorese, n.3
(giugno 2006), pp.38-56.
La cartografia storica e le immagini satellitari
Antonio Catizzone, Fondamenti di cartografia,
Gangemi, stampa 2007;
Weinbergerg Simon, Il satellite ci guarda, in
l’Internazionale, 773 (anno 16, 2008) p.49-53.