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 Il web ci rende liberi o ci opprime?
 Nell’universo digitale saremo ignoranti o colti, felici,
infelici, soli o pieni di amici?
 Facile ridurre le ambivalenze affermando che il
problema sta nell’uso che ne faremo.
 Intanto le applicazioni operative delle tecnologie si
muovono con una velocità sconcertante.
maura.franchi@unipr.it
 La rete ci rende stupidi, afferma Carr (2010), indicando i rischi di
appiattimento che derivano da una superficiale esplorazione della
rete.
 Ogni giorno navighiamo nel Web, a caccia di notizie, documenti,
video; controlliamo ossessivamente la nostra casella di posta
elettronica, inviamo messaggi e inseguiamo i social network.
 La rete rende più rapida la ricerca di notizie e più stimolante il tempo
libero, ma stiamo sacrificando la nostra capacità di pensare in modo
approfondito?
 Nicholas Carr invita a riflettere su come l'uso distratto di innumerevoli
frammenti di informazione finisca per farci perdere capacità di
concentrazione e ragionamento.
maura.franchi@unipr.it
 Secondo Rheingold la rete è in grado di produrre intelligenza collettiva.
 Nell’alfabetizzazione digitale sono in gioco conseguenze sociali assai più
rilevanti che il semplice arricchimento individuale.
 Mettendo insieme i singoli sforzi, è possibile costruire una società più
attenta e responsabile: l’uso consapevole del web può renderci più
intelligenti.
 Il passaggio epocale da un sistema di massa ad un sistema degli individui
richiede valori di dialogo, critica, tolleranza, apertura.
maura.franchi@unipr.it
 La tecnologia sollecita sempre reazioni contrapposte e
ci pone di fronte ad una discontinuità tale da
richiedere nuovi occhiali per analizzarne le implicazioni.
 Il compito che ci proponiamo è, quindi, quello di
mettere a fuoco le questioni cruciali, superando il
semplice confronto con il passato.
 Diverse domande investono la vita individuale, la vita
pubblica e le organizzazioni.
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 Come cambiano le forme della socialità e i linguaggi delle relazioni
interpersonali?
 Saremo più soli o la rete ci renderà sempre connessi?
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 La rete fa parte della vita quotidiana. È stata spazzata via una delle
tante semplificazioni, che Internet fosse una sorta di rifugio per identità
anonime e disadattate.
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 Che forme di rapporto si stanno configurando tra individuo e
comunità? Emergono inedite forme di aggregazione e di
espressione della cittadinanza.
 Tali forme lasciano irrisolto il tema cruciale della cittadinanza,
vale a dire il rapporto tra partecipazione e democrazia
rappresentativa.
 Come si articola il rapporto tra partecipazione diffusa e sintesi?
 Come posiamo trasformare l’informazione che circola in rete in
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formazione?
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 Come debbono essere ridisegnate, però parallelamente, le
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 L’innovazione diffusa è vera innovazione?
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 Qual è l’equilibrio tra velocità e lentezza anche nella costruzione
delle conoscenze e delle competenze? Come si controlla l’ansia
di perdere informazioni, come si evita la distrazione che deriva
da una connessione perpetua, come si mantiene l’orientamento
all’analisi critica?
maura.franchi@unipr.it
 Possono essere messi in evidenza i vantaggi delle reti, ma
anche gli aspetti problematici.
 I cambiamenti tecnologici investono i modelli organizzativi e di
produzione e i modelli sociali.
 Ma i modelli sociali e organizzativi hanno una vischiosità e una
resistenza al cambiamento maggiore di quella che le
tecnologie lascerebbero presumere.
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 Le tecnologie forniscono risorse e inducono mutamenti
sempre più profondi di quelli funzionali
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nel nostro spazio quotidiano qualcosa di estraneo, per
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 Le forme e gli usi non sono prevedibili. Molte previsioni si
sono rivelate false.
maura.franchi@unipr.it
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comunicare il vino- Paola Tanzi 13
 N. Carr (2010), La rete ci rende stupidi. Come la rete sta cambiando
il nostro cervello, Raffaello Cortina.
 M. Franchi, A. Schianchi (2011), Scegliere nel tempo di Facebook.
Come i social network influenzano le nostre preferenze, Carocci.
 S. Turkle (2012), Insieme ma soli, Codice.
 M. Franchi (2012), Una socialità individuale, La società degli individui,
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 McKinsey ( 2012), The social economy: Unlocking value and
productivity through social technologies, July.
 M. Franchi (2013), Social network: risorse per la collaborazione? La
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 H. Rheingold (2013), Perché la rete ci rende intelligenti, Raffaello
Cortina.
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  • 2.  Il web ci rende liberi o ci opprime?  Nell’universo digitale saremo ignoranti o colti, felici, infelici, soli o pieni di amici?  Facile ridurre le ambivalenze affermando che il problema sta nell’uso che ne faremo.  Intanto le applicazioni operative delle tecnologie si muovono con una velocità sconcertante. maura.franchi@unipr.it
  • 3.  La rete ci rende stupidi, afferma Carr (2010), indicando i rischi di appiattimento che derivano da una superficiale esplorazione della rete.  Ogni giorno navighiamo nel Web, a caccia di notizie, documenti, video; controlliamo ossessivamente la nostra casella di posta elettronica, inviamo messaggi e inseguiamo i social network.  La rete rende più rapida la ricerca di notizie e più stimolante il tempo libero, ma stiamo sacrificando la nostra capacità di pensare in modo approfondito?  Nicholas Carr invita a riflettere su come l'uso distratto di innumerevoli frammenti di informazione finisca per farci perdere capacità di concentrazione e ragionamento. maura.franchi@unipr.it
  • 4.  Secondo Rheingold la rete è in grado di produrre intelligenza collettiva.  Nell’alfabetizzazione digitale sono in gioco conseguenze sociali assai più rilevanti che il semplice arricchimento individuale.  Mettendo insieme i singoli sforzi, è possibile costruire una società più attenta e responsabile: l’uso consapevole del web può renderci più intelligenti.  Il passaggio epocale da un sistema di massa ad un sistema degli individui richiede valori di dialogo, critica, tolleranza, apertura. maura.franchi@unipr.it
  • 5.  La tecnologia sollecita sempre reazioni contrapposte e ci pone di fronte ad una discontinuità tale da richiedere nuovi occhiali per analizzarne le implicazioni.  Il compito che ci proponiamo è, quindi, quello di mettere a fuoco le questioni cruciali, superando il semplice confronto con il passato.  Diverse domande investono la vita individuale, la vita pubblica e le organizzazioni. maura.franchi@unipr.it
  • 6.  Come cambiano le forme della socialità e i linguaggi delle relazioni interpersonali?  Saremo più soli o la rete ci renderà sempre connessi?  Che ne sarà dell’intimità che si gioca ormai in uno spazio permanentemente pubblico?  La rete cambia il modo di scegliere: ciò produce una semplificazione o una complicazione?  Le applicazioni investono ogni sfera (salute, informazione, ecc.).  La rete fa parte della vita quotidiana. È stata spazzata via una delle tante semplificazioni, che Internet fosse una sorta di rifugio per identità anonime e disadattate. maura.franchi@unipr.it
  • 7.  Che forme di rapporto si stanno configurando tra individuo e comunità? Emergono inedite forme di aggregazione e di espressione della cittadinanza.  Tali forme lasciano irrisolto il tema cruciale della cittadinanza, vale a dire il rapporto tra partecipazione e democrazia rappresentativa.  Come si articola il rapporto tra partecipazione diffusa e sintesi?  Come posiamo trasformare l’informazione che circola in rete in conoscenza?  Cosa significa tutto ciò per quanto riguarda i luoghi della formazione? maura.franchi@unipr.it
  • 8.  Le connessioni informali tra individui nelle reti si traducono in nuove forme di collaborazione? Riducono i conflitti personali?  Possiamo immaginare che le reti producano maggiore collaborazione tra persone?  Sul versante delle risorse umane come si può sfruttare il potenziale collaborativo delle reti sociali?  Le pratiche spontanee delle reti danno luogo a nuove forme di appartenenza e, se sì, a quali condizioni?  Come debbono essere ridisegnate, però parallelamente, le funzioni di leadership? maura.franchi@unipr.it
  • 9.  L’innovazione diffusa è vera innovazione?  Il crowdsourcing è diventato rapidamente un termine di riferimento per descrivere nuove vie di innovazione  L’intelligenza sociale può guidare le decisioni? Ma dove sta il confine tra innovazione diffusa e discontinuità dell’innovazione?  I processi di partecipazione ridisegnano il ruolo della leadership? Resta una differenza tra decisione come processo e decisione come assunzione del rischio? maura.franchi@unipr.it
  • 10.  Come si articola il rapporto tra partecipazione diffusa e sintesi?  Come possiamo trasformare l’informazione che circola in rete in conoscenza?  Cosa significa tutto ciò per quanto riguarda i luoghi della formazione?  Qual è l’equilibrio tra velocità e lentezza anche nella costruzione delle conoscenze e delle competenze? Come si controlla l’ansia di perdere informazioni, come si evita la distrazione che deriva da una connessione perpetua, come si mantiene l’orientamento all’analisi critica? maura.franchi@unipr.it
  • 11.  Possono essere messi in evidenza i vantaggi delle reti, ma anche gli aspetti problematici.  I cambiamenti tecnologici investono i modelli organizzativi e di produzione e i modelli sociali.  Ma i modelli sociali e organizzativi hanno una vischiosità e una resistenza al cambiamento maggiore di quella che le tecnologie lascerebbero presumere. maura.franchi@unipr.it
  • 12.  Le tecnologie forniscono risorse e inducono mutamenti sempre più profondi di quelli funzionali  Innestano adattamenti e «domesticazioni», portiamo nel nostro spazio quotidiano qualcosa di estraneo, per questo impieghiamo un po' di tempo per metabolizzarlo  Le forme e gli usi non sono prevedibili. Molte previsioni si sono rivelate false. maura.franchi@unipr.it
  • 13.  Comprendere il nuovo scenario  Operare le connessioni necessarie per valorizzarlo  Non ridurre le tecnologie a meri strumenti applicativi  Coglierne il potenziale di innovazione per le persone e le organizzazioni comunicare il vino- Paola Tanzi 13
  • 14.  N. Carr (2010), La rete ci rende stupidi. Come la rete sta cambiando il nostro cervello, Raffaello Cortina.  M. Franchi, A. Schianchi (2011), Scegliere nel tempo di Facebook. Come i social network influenzano le nostre preferenze, Carocci.  S. Turkle (2012), Insieme ma soli, Codice.  M. Franchi (2012), Una socialità individuale, La società degli individui, n. 44  McKinsey ( 2012), The social economy: Unlocking value and productivity through social technologies, July.  M. Franchi (2013), Social network: risorse per la collaborazione? La società degli individui, n. 45.  H. Rheingold (2013), Perché la rete ci rende intelligenti, Raffaello Cortina. maura.franchi@unipr.it