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IL	
  PROGETTO	
  «CURIAMO	
  LA	
  CORRUZIONE»	
  	
  
INCONTRA	
  L’AOUI	
  DI	
  VERONA	
  
Verona,	
  7	
  novembre	
  2017	
  
Col.	
  CC.	
  Maurizio	
  BORTOLETTI	
  
AZIENDA	
  OSPEDALIERA	
  UNIVERSITARIA	
  INTEGRATA	
  	
  
VERONA	
  	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
	
  
Una	
  premessa	
  conosci3va:	
  il	
  fenomeno	
  tra	
  burocrazia,	
  maladministra3on,	
  sprechi,	
  
cortesie	
  a	
  futura	
  memoria,	
  favori	
  ,	
  par3te	
  di	
  giro	
  e	
  mazze>e.	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  
	
  
Per	
  concludere.	
  
	
  
AGENDA	
  
LA	
  PREVENZIONE	
  DEL	
  FENOMENO	
  RIGUARDA	
  TUTTI.	
  
NON	
  E’	
  UN	
  “AFFARE”	
  DELL’RPC,	
  DEL	
  D.A.	
  E	
  DI	
  QUALCHEDUN	
  ALTRO.	
  
	
  
TUTTI	
  IN	
  AZIENDA	
  VEDONO,	
  SENTONO,	
  PARLANO	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
AGENDA	
  
LA	
  PREVENZIONE	
  DEL	
  FENOMENO	
  RIGUARDA	
  TUTTI.	
  
NON	
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  D.A.	
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TUTTI	
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  AZIENDA	
  VIVONO,	
  VEDONO,	
  SENTONO,	
  ASCOLTANO,	
  NOTANO,	
  …	
  
“Le	
  amministrazioni	
  pubbliche	
  sono	
  una	
  delle	
  cose	
  più	
  imperfe7e	
  che	
  esistano	
  per	
  la	
  loro	
  
essenziale	
  contraddizione:	
  sono	
  spaventosi	
  di	
  potenza	
  e	
  insieme	
  inermi,	
  sopraffanno	
  ma	
  
si	
   lasciano	
   puerilmente	
   gabbare,	
   hanno	
   ricchezze	
   immense	
   e	
   vivono	
   lesinando,	
   sono	
  
concepite	
  secondo	
  ordine	
  e	
  vivono	
  in	
  disordine.	
  	
  
In	
  questo	
  c’è	
  il	
  dramma	
  dello	
  Stato	
  contemporaneo.	
  	
  
Ma	
  con	
  ciò	
  siamo	
  giunE	
  ai	
  confini	
  della	
  nostra	
  disciplina	
  che	
  dobbiamo	
  rispe7are”	
  
	
  
Prof.	
  Massimo	
  Severo	
  Giannini,	
  Diri4o	
  Amministra7vo,	
  1970.	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
 
“Il	
   nostro	
   è	
   un	
   Paese	
   malato,	
   non	
   un	
   malato	
   terminale,	
   ma	
   certamente	
   un	
   malato	
   grave,	
  
affetto	
  da	
  una	
  patologia	
  cronica,	
  progressiva	
  e	
  contagiosa,	
  che	
  ne	
  sta	
  minando	
  alla	
  radice	
  
le	
  energie	
  2isiche	
  e	
  morali.	
  …	
  anche	
  il	
  chirurgo	
  è	
  malato	
  e	
  forse	
  è	
  più	
  malato	
  degli	
  altri	
  …	
  preda	
  
di	
  una	
  rassegnazione	
  debilitante	
  …	
  un	
  cancro	
  ad	
  alta	
  potenzialità	
  distruttiva	
  che	
  stravolge	
  
il	
  sistema	
  immunitario	
  del	
  paese	
  …	
  un	
  malato	
  che	
  appare	
  ormai	
  inguaribile,	
  perché	
  soffre	
  
di	
  un	
  male	
  che	
  ogni	
  giorno	
  ne	
  mina	
  la	
  2ibra.	
  Sembra	
  che	
  non	
  ci	
  siano	
  terapie	
  …” (Liberal,	
  
15.7.10)	
  
	
  
Senza	
  entrare	
  nel	
  merito,	
  certamente	
  angosciante.	
  
	
  
Ma	
  effettivamente,	
  	
  
nell’Italia	
  “culla	
  del	
  diritto”	
  il	
  diritto	
  ci	
  stava	
  così	
  bene	
  da	
  essersi	
  addormentato?	
  
(Enio	
  Flaiano).	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
2017,	
  CORRUPTION	
  IN	
  THE	
  EUROPEAN	
  UNION.	
  
Prevalence	
  of	
  corruption,	
  and	
  anti-­‐corruption	
  efforts	
  in	
  selected	
  EU	
  Member	
  States.	
  
9	
  
“La	
  le4era	
  al	
  milite	
  ignoto”	
  di	
  Carlo	
  Mochi	
  Sismondi,	
  presidente	
  di	
  FORUMPA	
  
“…	
  perché	
  certe	
  cose	
  le	
  sapevi	
  benissimo,	
  perché	
  le	
  hai	
  de7e	
  cento	
  volte	
  ai	
  tuoi	
  capi,	
  perché	
  
hai	
  dovuto	
  sopportare	
  lo	
  sguardo	
  di	
  commiserazione	
  dei	
  furbi…	
  (eppure,	
  n.d.r.)	
  …nonostante	
  
i	
  tuoi	
  colleghi	
  facessero	
  di	
  tu7o	
  invece	
  di	
  lavorare,	
  hai	
  fa7o	
  sempre	
  lo	
  stesso	
  il	
  tuo	
  dovere,	
  
anzi	
  un	
  po’	
  di	
  più	
  perché	
  facevi	
  anche	
  il	
  lavoro	
  degli	
  altri….”.	
  
CORROSIONE	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  DEL	
  SISTEMA	
  PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
10	
  
La	
  constatazione	
  di	
  uffici	
  che	
  funzionavano	
  nonostante	
  quelle	
  assenze,	
  così	
  che	
  “…	
  dopo	
  lustri	
  di	
  
commissioni	
  sulla	
  spesa	
  pubblica,	
  dopo	
  l’inconcludenza	
  della	
  spending	
  review,	
  si	
  dovrà	
  riconoscere	
  
ai	
  195	
  eroi	
  del	
  non	
  lavoro	
  il	
  merito	
  di	
  avere	
  indicato	
  come	
  e	
  dove	
  tagliare….”.	
  
“195	
  eroi	
  del	
  non	
  lavoro”	
  di	
  Davide	
  Giacalone	
  
CORROSIONE	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  DEL	
  SISTEMA	
  PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
Percezione della estensione della corruzione o
di altri illeciti nella pubblica amministrazione
nazionale.
Cittadini che dichiarano di aver ricevuto la
richiesta di una tangente negli ultimi 12 mesi.
Indagine richiesta dall’European Anti-Fraud Office e
realizzata dalla Gallup Organization ( consultabile su
http://ec.europa.eu ).
CITIZENS’ PERCEPTIONS OF FRAUD AND
THE FIGHT AGAINST FRAUD IN THE EU 27
“…	
  I	
  dati	
  sono	
  dati	
  –	
  ha	
  ricordato	
  Luca	
  RICOLFI,	
  Il	
  sacco	
  del	
  nord,	
  Guerini,	
  2010	
  –	
  ciò	
  che	
  
cambia	
  è	
  la	
  prospettiva	
  con	
  i	
  quali	
  li	
  interpretiamo…”.	
  	
  
PRESENTAZIONE	
  
Perché	
  siamo	
  qui.	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
 La	
  CORRUZIONE	
  	
  
nasce	
  da	
  una	
  posizione	
  di	
  	
  
DISPARITA’	
  	
  
fra	
  chi,	
  voce	
  dell’Amministrazione,	
  ne	
  esprime	
  le	
  determinazioni	
  	
  	
  
e	
  	
  i	
  	
  CITTADINI	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
Robert	
  Klitgaard	
  1988:	
  	
  
C	
  =	
  M	
  +	
  D	
  –	
  A.	
  	
  
Corruption	
  equals	
  monopoly	
  plus	
  discretion	
  minus	
  accountability	
  
Le	
  Nazioni	
  Unite	
  -­‐	
  come	
  ha	
  ricordato	
  A.M.COSTA,	
  già	
  Vice-­‐Segretario	
  Generale	
  e	
  Direttore	
  
Esecutivo	
  dello	
  United	
  Nations	
  OfPice	
  on	
  Drugs	
  and	
  Crime	
  di	
  Vienna,	
  su	
  www.altalex.com	
  -­‐	
  
hanno	
  evitato	
  di	
  avventurarsi	
  in	
  una	
  pericolosa	
  attività	
  deainitoria	
  nella	
  Convenzione	
  
contro	
  la	
  corruzione,	
  scegliendo	
  di	
  fare	
  “…	
  ricorso	
  a	
  fattispecie	
  concrete	
  piuttosto	
  che	
  a	
  una	
  
mera	
   deJinizione	
   terminologica;	
   queste	
   stesse	
   Jigure	
   criminose	
   dovranno	
   essere	
  
obbligatoriamente	
  recepite	
  come	
  tali	
  dalle	
  legislazioni	
  nazionali	
  …”.	
  
Premessa
Fino agli anni ‘90 la corruzion
ancora considerata un argom
tabù: non solo veniva rarame
citata come problema nei con
internazionali, ma addirittura
Pesi era consentito alle aziend
iscrivere le tangenti pagate ne
bilanci, come fossero “normal
di consulenza o intermediazio
Alcuni dittatori e Capi di Stato
dell’epoca sono divenuti legge
più per i patrimoni stratosferi
accumulati grazie alla corruzio
ruberie che per la loro attività
politica; le organizzazioni
internazionali sembravano or
essersi rassegnate al fatto che
aiuti allo sviluppo per il terzo
venissero ineluttabilmente dr
corruzione e frodi.
Non vi era alcuna convenzion
internazionale a regolare e de
gli standard minimi per la lott
corruzione ed anche la conos
del fenomeno e delle sue dim
reali era pressoché nulla.
CHE COS’ E’ LA CORRUZIONE
La definizione corrente utilizzata da Transparency International di corruzione è: abuso
della fiducia pubblica e del potere per l’ottenimento di vantaggi privati.
Le conseguenze della corruzione sono disastrose e vanno ben al di là di ciò che
generalmente si considera il danno provocato: la corruzione infatti avvelena la società,
distrugge la fiducia, erode le possibilità di sviluppo, accresce la povertà distraendo le
risorse disponibili, causa distorsioni ed ineguaglianze anche a livello regionale,
alimenta investimenti e spese inutili, peggiora il rischio paese e allontana gli investitori,
aumentando il costo del debito e, quindi, mettendo a rischio il futuro delle nuove
generazioni.
L’Italia si sarebbe potuta risparmiare molti dei sacrifici che vengono oggi richiesti alla
collettività, se solo avesse scelto di percorrere la strada dell’etica e dell’anticorruzione
negli anni passati: avremmo avuto un debito pubblico inferiore, avremmo avuto una
migliore immagine internazionale e quindi un rating migliore sul debito, la nostra
credibilità internazionale sarebbe certamente più lusinghiera.
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
	
  	
  	
  	
  	
  Il	
  tema	
  della	
  corruzione	
  è	
  evocativo	
  ed	
  eclatante,	
  ed	
  è	
  naturale	
  utilizzarlo	
  con	
  termini	
  quali	
  
“allarme”	
  ed	
  “emergenza”,	
  alimentando	
  una	
  nebbia	
  nella	
  quale	
  NESSUNO	
  distingue	
  	
  tra:	
  
1.  l’infedeltà	
   del	
   dipendente	
   pubblico,	
   che	
   è	
   alla	
   base	
   di	
   gravi	
   delitti	
   (corruzione,	
  
concussione	
  e	
  peculato),	
  	
  
2.  la	
  cattiva	
  amministrazione	
  (la	
  cd.	
  maladministration),	
  l’inefPicienza	
  della	
  PA,	
  
3.  la	
  congerie	
  di	
  condotte	
  criminali	
  tentate	
  o	
  consumate	
  da	
  chi,	
  il	
  più	
  delle	
  volte	
  privato	
  
cittadino,	
   ha	
   scambiato	
   la	
   Pubblica	
   Amministrazione,	
   disattenta	
   e	
   indifesa,	
   per	
   un	
  
bancomat	
  senza	
  plafond.	
  
Il	
  tema	
  della	
  legalità	
  
	
  
InefPicienza	
  e	
  burocrazia.	
  
	
  
L’ipertroPia	
  normativa	
  e	
  la	
  cd.	
  opzione	
  zero.	
  
	
  
La	
  corrosione	
  del	
  sistema,	
  prima	
  della	
  corruzione	
  
del	
  sistema.	
  
	
  
Il	
  tema	
  nell’agenda	
  politica	
  
	
  
La	
  sPiducia	
  dei	
  cittadini	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
 
Le	
  poche	
  voci	
  dissonanti	
  vengono	
  schiacciate	
  da	
  una	
  “questione	
  morale”	
  che,	
  costantemente,	
  
quasi	
   come	
   un	
   Piume	
   carsico,	
   riemerge	
   nel	
   dibattito	
   politico	
   e	
   sociale	
   e	
   “mette	
   all’indice”	
  
coloro	
  che	
  resistono	
  “…	
  alla	
  tentazione	
  di	
  avventurarsi	
  sul	
  rischioso	
  terreno	
  dei	
  paralleli	
  e	
  
dei	
  calcoli	
  …	
  custodendo	
  con	
  caparbietà	
  il	
  segreto	
  –	
  come	
  ha	
  ricordato	
  Emanuele	
  Narducci,	
  
Processi	
  ai	
  politici	
  nella	
  Roma	
  antica,	
  	
  Laterza,	
  Roma-­‐Bari,	
  1995	
  -­‐	
  di	
  questi	
  risultati	
  allegati	
  e	
  
non	
   dimostrati,	
   facendo	
   riferimento	
   a	
   parametri	
   noti	
   solo	
   a	
   lui	
   stesso	
   ed	
   eludendo	
   con	
  
allegria	
  una	
  serie	
  di	
  evidenti	
  interrogativi….”.	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
17	
  
Inefficienza	
   e	
   corruzione	
   sono	
   patologie	
   ben	
   dis3nte,	
   dal	
   momento	
   che	
   può	
   aversi	
  
inefficienza	
  anche	
  senza	
  corruzione	
  (cioè	
  nel	
  caso	
  di	
  funzionari	
  perfe4amente	
  integri).	
  
Diversamente,	
   è	
   più	
   difficile	
   affermare	
   che	
   possa	
   esservi	
   corruzione	
   che	
   non	
   generi	
  
inefficienza.	
  	
  
	
  
L'inefficienza,	
  al	
  contrario	
  della	
  corruzione	
  che	
  è	
  per	
  definizione	
  un	
  fenomeno	
  nascosto,	
  
è	
  riscontrabile	
  nei	
  da3	
  che	
  mostrano	
  che	
  in	
  Italia	
  le	
  opere	
  costano	
  più	
  che	
  in	
  altri	
  Paesi,	
  
che	
  hanno	
  tempi	
  più	
  lunghi	
  e	
  che	
  spesso	
  rimangono	
  incompiute.	
  	
  
	
  
Misure	
   volte	
   a	
   contrastare	
   e	
   ridurre	
   l'inefficienza	
   possano	
   avere	
   anche	
   l'effe4o	
  
indire4o	
  di	
  ridurre	
  la	
  corruzione.	
  Se	
  infaR	
  la	
  corruzione	
  corrisponde	
  a	
  una	
  quota	
  parte	
  
dell'inefficienza	
  e	
  dietro	
  a	
  questa	
  si	
  nasconde,	
  il	
  miglioramento	
  dell'efficienza	
  (ovvero	
  la	
  
diminuzione	
   dei	
   cos7,	
   l'accorciamento	
   dei	
   tempi,	
   il	
   miglioramento	
   della	
   qualità	
   e,	
   in	
  
defini7va	
   il	
   conseguimento	
   della	
   performance)	
   può	
   ridurre	
   gli	
   spazi	
   di	
   a4uazione	
   dei	
  
paR	
  corruRvi.	
  	
  
	
  
Se	
  si	
  conseguisse	
  la	
  piena	
  efficienza	
  si	
  azzererebbe	
  lo	
  spazio	
  per	
  la	
  corruzione	
  o,	
  più	
  
corre4amente,	
  potrebbe	
  permanere	
  uno	
  spazio	
  solo	
  per	
  forme	
  di	
  corruzione	
  neutrali	
  
all'efficienza.	
  
APRIAMO	
  UNA	
  PARENTESI:	
  INEFFICIENZA	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
18	
  
INEFFICIENZA	
  misurabile:	
  
•  negli	
  indicatori	
  di	
  performance,	
  	
  
•  nel	
  confronto	
  tra	
  i	
  cos7	
  sostenu7	
  e	
  dei	
  tempi	
  impiega7	
  dalle	
  diverse	
  amministrazioni	
  
in	
  relazione	
  ad	
  aRvità	
  similari;	
  
•  …..	
  
L’alta	
  velocità	
  in	
  Italia	
  è	
  costata	
  47,3	
  milioni	
  di	
  euro	
  al	
  chilometro	
  per	
  il	
  tra4o	
  Roma	
  -­‐	
  
Milano,	
  74	
  milioni	
  per	
  il	
  tra4o	
  tra4a	
  Torino	
  –	
  Novara,	
  79,5	
  milioni	
  per	
  il	
  tra4o	
  Novara-­‐
Milano	
  e	
  96,4	
  milioni	
  per	
  il	
  tra4o	
  Bologna	
  -­‐	
  Firenze.	
  	
  
Analoga	
  opera	
  è	
  costata	
  10	
  milioni	
  a	
  chilometro	
  della	
  tra4a	
  Parigi-­‐Lione,	
  9,8	
  milioni	
  per	
  
il	
  tra4o	
  Madrid	
  –	
  Siviglia	
  e	
  9,3	
  milioni	
  per	
  il	
  tra4o	
  della	
  Tokyo-­‐Osaka.	
  	
  
	
  
Quindi,	
  estrema	
  rischiosità	
  della	
  regolazione	
  fondata	
  su	
  norme	
  preposte	
  a	
  contrastare	
  
la	
  corruzione	
  che	
  prescindano	
  dalla	
  ricerca	
  dell'efficienza	
  (come	
  nel	
  caso	
  della	
  privazione	
  
della	
   discrezionalità	
   amministra7va	
   e	
   della	
   limitazione	
   dell'u7lizzo	
   di	
   procedure	
   volte	
  
all'apprendimento	
  dell'amministrazione).	
  
3	
   PERICOLI:	
   enormi	
   perdite	
   di	
   efficienza,	
   con	
   inaltera7	
   livelli	
   di	
   corruzione	
   e	
   con	
   la	
  
necessità	
  di	
  costan7	
  procedure	
  derogatorie.	
  
APRIAMO	
  UNA	
  PARENTESI:	
  INEFFICIENZA	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
19	
  
L'amministrazione	
  non	
  può	
  essere	
  sos3tuita	
  dalla	
  Legislazione.	
  	
  
	
  
SE	
  l'inefficienza	
  si	
  traduce	
  nel	
  caRvo	
  u7lizzo	
  delle	
  risorse	
  pubbliche,	
  dovuto	
  a	
  caRva	
  
qualità	
  dei	
  beni	
  e	
  servizi	
  acquis7,	
  alla	
  dilatazione	
  dei	
  tempi	
  delle	
  commesse	
  pubbliche,	
  
all'aumento	
   della	
   spesa,	
   può	
   esserci	
   inefficienza	
   senza	
   corruzione,	
   ovvero	
   anche	
   in	
  
presenza	
  di	
  funzionari	
  ones7ssimi	
  (tanto	
  in	
  fase	
  di	
  aggiudicazione	
  che	
  di	
  esecuzione	
  del	
  
contra4o).	
  	
  
Tale	
   inefficienza	
   può	
   essere	
   causata	
   dalla	
   caVva	
   regolazione	
   (compresa	
   la	
   c.d.	
  
inflazione	
  norma7va),	
  dalla	
  caVva	
  amministrazione	
  (dovuta	
  a	
  caRva	
  organizzazione,	
  ad	
  
incapacità	
  dei	
  funzionari	
  pubblici,	
  ecc)	
  oppure	
  alle	
  due	
  cose	
  insieme.	
  	
  
	
  
La	
  pretesa	
  di	
  disciplinare	
  ex	
  ante	
  tu4e	
  le	
  molteplici	
  e	
  astra4e	
  possibilità,	
  cos7tuisce	
  un	
  
approccio	
  errato	
  alla	
  complessità	
  mentre	
  una	
  ges7one	
  corre4a	
  della	
  stessa	
  complessità	
  
richiede	
  la	
  flessibilità	
  delle	
  scelte	
  necessarie	
  per	
  il	
  caso	
  concreto.	
  	
  
	
  
APRIAMO	
  UNA	
  PARENTESI:	
  INEFFICIENZA	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
20	
  
TUTTO	
  QUI?	
  
	
  
Magari:	
  
	
  
⇒ L’ipertrofia	
  norma7va	
  e	
  la	
  «burocrazia	
  difensiva»;	
  
⇒ Dalle	
  regole	
  alla	
  quo7dianità:	
  la	
  risposta	
  del	
  Legislatore,	
  con	
  il	
  recente,	
  purtroppo,	
  
dibaRto	
  sul	
  reato	
  di	
  abuso	
  d’ufficio;	
  
⇒ la	
  corrosione	
  del	
  sistema,	
  prima	
  della	
  corruzione	
  del	
  sistema;	
  
⇒ Il	
  tema	
  nell’agenda	
  poli7ca;	
  
	
  
ma,	
  sopra>u>o,	
  
	
  
⇒ una	
  REALTA’	
  completamente	
  diversa;	
  
⇒ una	
  REALTA’	
  so4ovalutata	
  
e	
  una	
  QUOTIDIANITA’	
  che	
  mol3,	
  forse	
  per	
  convenienza,	
  fingono	
  di	
  NON	
  CONOSCERE.	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
21	
  
“SULLA	
  BASE	
  DEL	
  PASSATO	
  IL	
  PRESENTE	
  PRUDENTEMENTE	
  AGISCE	
  PER	
  NON	
  
GUASTARE	
  L’AZIONE	
  FUTURA”.	
  
	
  
	
  
TIZIANO,	
   Allegoria	
   della	
   Prudenza,	
  
1565-­‐1570,	
  colore	
  ad	
  olio,	
  	
  
Na3onal	
  Gallery,	
  Londra.	
  
Raffigura	
  tre	
  teste	
  umane,	
  un	
  vecchio,	
  un	
  
uomo	
   maturo	
   e	
   un	
   giovane,	
   che	
  
s o v r a s t a n o	
   t r e	
   t e s t e	
   a n i m a l i ,	
  
rispeRvamente	
  un	
  lupo,	
  un	
  leone	
  ed	
  un	
  
cane.	
  	
  
	
  
Ex	
  Praeterito	
  /	
  Praesens	
  Prudenter	
  Agit	
  /	
  
Ni	
  Futura(m)	
  AcPone(m)	
  Deturpet	
  
L’IPERTROFIA	
  NORMATIVA	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
22	
  
L’IPERTROFIA	
  NORMATIVA	
  
La	
   risposta	
   ha	
   vissuto,	
   a	
   lungo,	
   su	
   una	
   illusione:	
   che	
   si	
   potesse	
   esprimere	
   con	
  
geometrica	
   precisione	
   la	
   bontà	
   dei	
   servizi	
   offer7	
   agli	
   uten7	
   e	
   l’efficienza	
   della	
  
Pubblica	
  Amministrazione.	
  
	
  
L’unico	
   risultato	
   conseguito	
   è	
   stato,	
   quindi,	
   diametralmente	
   opposto	
   a	
   quello	
  
perseguito:	
  è	
  sufficiente	
  pensare	
  a	
  quel	
  fiume	
  in	
  piena	
  di	
  circolari,	
  direRve,	
  norme	
  
di	
  standardizzazione,	
  procedure,	
  protocolli	
  e	
  istruzioni	
  par7colareggiate,	
  diventa7	
  
una	
  «prigione»	
  per	
  i	
  dipenden7	
  pubblici	
  responsabili	
  sempre	
  di	
  più	
  verso	
  revisori	
  e	
  
superiori	
  e	
  sempre	
  meno	
  verso	
  i	
  ci4adini.	
  
	
  
Così,	
   anziché	
   o>enere	
   la	
   rassicurazione	
   del	
   ci>adino	
   è	
   stata,	
   così,	
   gravemente	
  
compromessa	
  l’aRvità	
  degli	
  addeR	
  ai	
  lavori,	
  affoga7,	
  almeno	
  per	
  metà	
  della	
  loro	
  
giornata	
  lavora7va,	
  in	
  adempimen7	
  burocra7ci.	
  	
  	
  
	
  
Un	
  fenomeno	
  che	
  ha	
  finito	
  con	
  l’alimentare	
  la	
  crescita	
  di	
  una	
  serie	
  di	
  concrezioni	
  
burocra3che,	
   con	
   sovrapposizioni	
   e	
   duplicazioni	
   di	
   competenze	
   che	
   hanno	
  
generato	
  deresponsabilizzazione	
  e,	
  alla	
  fine,	
  impunità.	
  	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
23	
  
L’IPERTROFIA	
  NORMATIVA	
  
Questo	
  abuso	
  di	
  regolazione	
  formale	
  e	
  formalis3ca,	
  quale	
  espressione	
  silenziosa	
  
dell’evidente	
  sfiducia	
  verso	
  il	
  funzionario	
  pubblico	
  –	
  lasciato	
  a	
  se	
  stesso	
  e	
  valutato	
  
più	
  per	
  il	
  rispe4o	
  delle	
  procedure	
  seguite	
  che	
  per	
  i	
  risulta7	
  che	
  oRene	
  –	
  ha	
  inoltre	
  
generato	
   un	
   tale	
   sovraccarico	
   procedurale	
   da	
   rendere	
   in	
   mol3	
   casi	
   necessarie	
  
quelle	
  deroghe	
  e	
  quelle	
  eccezioni	
  che	
  sono	
  una	
  merce	
  preziosa	
  del	
  mercato	
  della	
  
corruzione.	
  	
  
	
  
Più	
  che	
  inquilini	
  di	
  uno	
  Stato	
  senza	
  Stato,	
  dove	
  prosperano	
  inefficienza	
  pubblica	
  e	
  
illegalità	
   privata,	
   si	
   è	
   diventa7	
   viRme	
   paradossali	
   di	
   un	
   vuoto	
   che	
   dipende	
  
dall’ipertrofia	
  norma7va,	
  dal	
  «troppo	
  pieno»,	
  fru4o	
  di	
  una	
  bulimia	
  incontrollabile	
  
di	
   medicine,	
   rimedi,	
   interven7,	
   in	
   un	
   tenta7vo	
   affannoso	
   di	
   porre	
   rimedio	
   ai	
  
problemi:	
  la	
  soluzione	
  cercata	
  in	
  una	
  nuova	
  norma,	
  piu>osto	
  che	
  nel	
  tenta3vo	
  di	
  
far	
   funzionare	
   l’esistente,	
   diventa,	
   poi,	
   un	
   facile	
   alibi	
   legisla7vo	
   dietro	
   il	
   quale	
  
mime7zzare	
  l’irresponsabilità	
  ges7onale.	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
24	
  
	
  
	
  
“SULLA	
  BASE	
  DEL	
  PASSATO	
  IL	
  PRESENTE	
  PRUDENTEMENTE	
  AGISCE	
  
PER	
  NON	
  GUASTARE	
  L’AZIONE	
  FUTURA”.	
  
	
  
Con	
   un	
   unico	
   risultato,	
   che	
   si	
   amplifica	
   quanto	
   più	
   la	
   situazione	
  
ambientale	
  è	
  difficile.	
  
	
  
	
  Si	
  tra4a	
  della	
  cd.	
  burocrazia	
  difensiva:	
  
⇒ meglio	
  star	
  fermi,	
  che	
  rischiare;	
  
⇒ meglio	
  avere	
  un	
  ordine	
  che	
  avere	
  un’inizia7va;	
  
⇒ meglio	
  porre	
  un	
  quesito	
  che	
  firmare,	
  
	
  
….	
   mentre	
   tu4o	
   si	
   blocca,	
   la	
   corruzione	
   la	
   sua	
   strada	
   la	
   trova	
  
sempre.	
  
	
  
LA	
  BUROCRAZIA	
  DIFENSIVA	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
25	
  
“SULLA	
  BASE	
  DEL	
  PASSATO	
  IL	
  PRESENTE	
  PRUDENTEMENTE	
  AGISCE	
  
PER	
  NON	
  GUASTARE	
  L’AZIONE	
  FUTURA”.	
  
	
  
	
  
Un	
   sistema	
   is7tuzionale	
   e	
   amministra7vo	
   stra7ficato	
   che	
   penalizza	
  
chi	
   decide	
   di	
   decidere	
   e	
   che	
   disincen3va	
   l’assunzione	
   di	
  
responsabilità.	
  
	
  
Un	
   sistema	
   nel	
   quale	
   ognuno	
   sa	
   di	
   poter	
   essere	
   giudicato	
   o	
  
condannato	
  solo	
  se	
  prenderà	
  una	
  qualsiasi	
  decisione.	
  
	
  
Al	
  centro,	
  appunto,	
  LA	
  PRUDENZA.	
  
	
  
E’	
  quella	
  che	
  DELZIO	
  ha	
  definito,	
  l’	
  Opzione	
  zero.	
  
	
  
Quella	
   dell’ul3ma	
   slide,	
   dopo	
   presentazioni	
   nelle	
   quali	
   vengono	
  
presentate	
  e	
  sviscera7	
  cos7	
  e	
  benefici	
  di	
  tu4e	
  le	
  opzioni.	
  
	
  
	
  
	
  
	
  
LA	
  BUROCRAZIA	
  DIFENSIVA	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
26	
  
LA	
  BUROCRAZIA	
  DIFENSIVA	
  
“SULLA	
   BASE	
   DEL	
   PASSATO	
   IL	
   PRESENTE	
   PRUDENTEMENTE	
  
AGISCE	
  PER	
  NON	
  GUASTARE	
  L’AZIONE	
  FUTURA”.	
  
	
  
	
  
Un	
   virus	
   invisibile	
   e	
   perfido,	
   perché	
   quando	
   ci	
   si	
   inizia	
   ad	
  
ammalare	
   ci	
   fa	
   sen7re	
   meglio,	
   perché	
   ci	
   fa	
   percepire	
   di	
   aver	
  
scansato	
  un	
  grosso	
  rischio,	
  un	
  problema	
  rognoso,	
  eliminando	
  cos7	
  
e	
  incertezze.	
  
	
  
MA	
  dopo	
  anni,	
  tu>o	
  si	
  sclero3zza	
  e	
  diventa	
  impossibile.	
  
	
  
MA	
  così	
  si	
  abba>ono	
  i	
  cos3	
  nel	
  presente	
  ignorando	
  il	
  futuro,	
  per	
  
vivere	
  tranquilli	
  oggi.	
  
	
  
COSI’,	
  alla	
  fine,	
  la	
  responsabilità	
  non	
  è	
  di	
  nessuno.	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
27	
  
DALLE	
  REGOLE	
  ALLA	
  QUOTIDIANITA’	
  
Il	
  mancato,	
  reale	
  intervento	
  sulle	
  disfunzionalità,	
  le	
  ha,	
  come	
  è	
  ovvio,	
  alimentate:	
  
si	
   tra4a	
   di	
   malpracEces	
   mirate	
   a	
   logiche	
   di	
   favore	
   patrimoniale,	
   di	
   protezione	
  
d’interessi	
  ele4orali,	
  di	
  mone7zzazione	
  di	
  beni	
  non	
  monetari,	
  che	
  vanno	
  al	
  di	
  là	
  
del	
   mercimonio	
   della	
   funzione	
   pubblica	
   e	
   che	
   soltanto	
   in	
   piccola	
   parte	
   riveste	
  
rilievo	
  penale.	
  	
  
	
  
Un	
   mix	
   di	
   manifestazioni	
   patologiche	
   della	
   nostra	
   quo3dianità,	
   un	
   intreccio	
   di	
  
aspeR	
  disfunzionali,	
  tra	
  loro	
  correla7,	
  che	
  investono	
  la	
  dimensione	
  della	
  caRva	
  
programmazione	
  e	
  la	
  definizione	
  proge4uale	
  degli	
  interven7,	
  le	
  differen7	
  fon7	
  di	
  
inefficienza	
   nella	
   ges7one	
   delle	
   procedure,	
   la	
   debolezza	
   e	
   la	
   vulnerabilità	
   dei	
  
controlli	
   alla	
   collusione	
   con	
   i	
   controlla7,	
   le	
   resistenze	
   al	
   cambiamento	
   e	
   al	
  
formalismo,	
  l’indifferenza	
  verso	
  l’efficienza	
  e	
  l’os7lità	
  verso	
  la	
  tecnologia.	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
28	
  
DALLE	
  REGOLE	
  ALLA	
  QUOTIDIANITA’	
  
Una	
  quo7dianità	
  che	
  produce	
  la	
  mor7ficazione	
  delle	
  aspe4azioni	
  e	
  dei	
  desideri	
  
della	
   popolazione,	
   vanificando	
   gli	
   sforzi	
   prodoR	
   dalla	
   parte	
   sana	
   della	
   Pubblica	
  
Amministrazione	
  che	
  assiste,	
  e,	
  spesso,	
  subisce	
  le	
  risposte	
  sintoma3che,	
  e	
  non	
  
sistemiche,	
  7piche	
  di	
  uno	
  «stato	
  barelliere»,	
  con	
  l’abituale	
  «pezza»	
  che	
  si	
  me4e	
  
sulla	
  situazione	
  problema7ca	
  esplosa.	
  
	
  
E’	
  la	
  cd.	
  ipotesi	
  della	
  illegalità	
  tollerabile,	
  con	
  	
  «…	
  il	
  diri7o	
  ci	
  stava	
  così	
  bene	
  –	
  per	
  
ricordare	
  Ennio	
  Flaiano	
  –	
  da	
  essersi	
  addormentato…»,	
  ma	
  che:	
  
⇒ produce	
  cos7,	
  direR	
  e	
  indireR,	
  «paga3»,	
  il	
  più	
  delle	
  volte,	
  dai	
  più	
  deboli;	
  
⇒ alimenta	
  inefficienze	
  nel	
  sistema;	
  
⇒ droga	
  la	
  concorrenza;	
  
⇒ marginalizza	
  i	
  meritevoli,	
  anzi	
  alimenta	
  una	
  cronica	
  asfissia	
  di	
  merito;	
  
⇒ erode	
  i	
  livelli	
  di	
  fiducia	
  dei	
  ci4adini	
  verso	
  la	
  Pubblica	
  Amministrazione	
  e,	
  più	
  in	
  
generale,	
  verso	
  le	
  Is7tuzioni.	
  
Senza	
  una	
  EXIT	
  e	
  lasciando	
  solo	
  la	
  VOICE,	
  quando,	
  poi,	
  emerge.	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
29	
  
DALLE	
  REGOLE	
  ALLA	
  QUOTIDIANITA’	
  
Un	
  Paese	
  che,	
  così,	
  sembra	
  popolato	
  di	
  inefficienze	
  e	
  di	
  mariuoli,	
  veri	
  o	
  presun7	
  
poco	
  importa,	
  mentre	
  la	
  fiducia	
  si	
  erode	
  inesorabilmente	
  e,	
  con	
  questa,	
  inizia	
  a	
  
morire	
  pian	
  piano	
  la	
  stessa	
  società,	
  sempre	
  più	
  impassibile	
  e	
  immobile	
  di	
  fronte	
  a	
  
un	
  des7no	
  che	
  sembra	
  inelu4abile:	
  una	
  «Capore4o	
  »	
  delle	
  Is7tuzioni,	
  sintesi	
  di	
  
un’Italia	
  che,	
  «oltre	
  ad	
  aver	
  sempre	
  mescolato	
  il	
  serio	
  con	
  il	
  fuEle	
  ha	
  spesso	
  preso	
  
il	
  fuEle	
  come	
  l’unica	
  cosa	
  seria»,	
  mentre	
  la	
  poli7ca	
  del	
  risen7mento	
  si	
  insinua	
  nei	
  
cuori	
  della	
  gente.	
  	
  
	
  
SI	
  RAFFORZA	
  l’immagine	
  di	
  un	
  Paese	
  dove	
  vige	
  la	
  legge	
  del	
  più	
  furbo	
  o	
  del	
  più	
  
forte	
  piu4osto	
  che	
  la	
  forza	
  della	
  legge:	
  o,	
  meglio,	
  la	
  regola	
  dell’aggirare	
  le	
  regole,	
  
in	
  un	
  incredibile	
  –	
  «non	
  è	
  vero,	
  ma	
  ci	
  credo»,	
  diceva	
  Peppino	
  De	
  Filippo	
  –	
  groviglio	
  
di	
  contraddizioni,	
  lassismo	
  poli7co	
  e	
  morale,	
  corruzione	
  e	
  malaffare.	
  
	
  
UNO	
  IATO	
  CHE	
  SEMBRA	
  IMMORTALE	
  tra	
  il	
  predicare	
  e	
  il	
  fare,	
  che	
  lascia	
  i	
  problemi	
  
perennemente	
   irrisol7,	
   fino	
   a	
   far	
   diventare	
   il	
   termine	
   un	
   passe-­‐partout	
   per	
   la	
  
rassicurazione	
   del	
   ci4adino,	
   una	
   ghio4a	
   occasione	
   di	
   promesse	
   ele4orali	
   e	
   di	
  
consenso	
  a	
  buon	
  mercato	
  mentre	
  si	
  alles7scono	
  pa3boli	
  media3ci,	
  si	
  auspicano	
  
boia	
  poli7ci	
  e	
  si	
  invocano	
  governi	
  di	
  salute	
  pubblica.	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
30	
  
DALLE	
  REGOLE	
  ALLA	
  QUOTIDIANITA’	
  
ABITUDINE	
   ANTICA,	
   NON	
   NUOVA,	
   cara4erizzata	
   dalla	
   mera	
   ripe3zione	
   della	
  
litania	
   laica	
   dei	
   problemi,	
   che	
   non	
   ha	
   consen7to	
   in	
   passato	
   e	
   non	
   sembra	
  
perme4ere,	
  oggi,	
  di	
  individuare	
  percorsi	
  risolu7vi.	
  	
  
	
  
CON	
  UN	
  UNICO	
  RISULTATO,	
  quello	
  di	
  individuare	
  in	
  quel	
  certo	
  fa4ore	
  immutabile,	
  
l’eterno	
  cara4ere	
  degli	
  italiani,	
  l’origine	
  di	
  tuR	
  i	
  mali,	
  senza	
  alcuna	
  autocri3ca,	
  
dimen7cando,	
   con	
   estrema	
   facilità,	
   che	
   «erano	
   i	
   regimi	
   poliEci,	
   caso	
   mai,	
   che	
  
s’intonavano	
  ai	
  difeT	
  degli	
  italiani»,	
  come	
  ebbe	
  a	
  ricordare	
  Indro	
  Montanelli.	
  	
  
	
  
NON	
  E’	
  QUINDI,	
  CASUALE	
  che	
  il	
  normale	
  senso	
  civico,	
  se	
  e	
  dove	
  esiste,	
  finisca	
  con	
  
il	
   venir	
   descri4o	
   e	
   vissuto	
   come	
   una	
   «virtù	
   eroica»,	
   un	
   calvario	
   che	
   adduce	
   al	
  
mar7rio	
  e	
  alla	
  successiva	
  bea7ficazione	
  laica,	
  quasi	
  che	
  il	
  fare	
  il	
  proprio	
  dovere	
  di	
  
ci4adino,	
  	
  di	
  lavoratore,	
  di	
  padre	
  di	
  famiglia,	
  non	
  sia	
  più	
  la	
  normalità.	
  	
  
	
  
E	
  che,	
  giun7	
  a	
  questo	
  punto,	
  sia	
  superfluo.	
  	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
31	
  
DALLE	
  REGOLE	
  ALLA	
  QUOTIDIANITA’	
  
Dimen7cando	
   come	
   «…	
   la	
   disperazione	
   più	
   grave	
   che	
   possa	
   impadronirsi	
   d’una	
  
società	
  –	
  ricordava	
  Corrado	
  Alvaro	
  –	
  è	
  il	
  dubbio	
  che	
  vivere	
  re4amente	
  sia	
  inuPle…	
  ».	
  
	
  
Perché	
  "...	
  se	
  la	
  normalità	
  è	
  diventata	
  eroica,	
  in	
  Italia	
  siamo	
  nei	
  guai	
  –	
  come	
  ha	
  
ricordato	
   Beppe	
   Severgnini	
   sul	
   Corriere	
   della	
   Sera,	
   dopo	
   l’episodio	
   dell’Isola	
   del	
  
Giglio	
  -­‐	
  O	
  forse	
  abbiamo	
  bisogno	
  di	
  applaudire	
  i	
  competenE,	
  come	
  anEdoto	
  ai	
  troppi	
  
superficiali?...».	
  
	
  
INSOMMA,	
   «l’Italia	
   è	
   gobba»,	
   ripeteva	
   GioliR,	
   con	
   una	
   doppia	
   morale:	
   una	
  
pubblica,	
  all’apparenza	
  rigorosa	
  nell’adesione	
  alle	
  norma7ve	
  esisten7,	
  e	
  una	
  privata,	
  
fa4a	
   di	
   flessibilità	
   estrema,	
   tesa	
   ad	
   ada4are	
   anche	
   il	
   rispe4o	
   delle	
   regole	
   allo	
  
specifico	
  contesto.	
  
	
  
Espressione	
   dell’ennesima	
   conferma	
   di	
   un	
   Paese	
   che	
   sembra	
   vivere	
   della	
   logica	
  
ga>opardiana	
   del	
   «se	
   vogliamo	
   che	
   tu7o	
   rimanga	
   com’è,	
   è	
   necessario	
   che	
   tu7o	
  
cambi»,	
  dove	
  si	
  rileva	
  una	
  sfasatura	
  amplissima	
  tra	
  le	
  parole	
  e	
  le	
  cose,	
  tra	
  l’ideologia	
  
e	
   la	
   realtà,	
   con	
   frasi	
   ripetute	
   	
   come	
   un	
   rosario	
   o	
   come	
   uno	
   stratagemma	
   per	
  
costruirsi	
  un	
  immenso	
  alibi	
  di	
  fronte	
  alle	
  regole	
  con7nuamente	
  trasgredite.	
  	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
32	
  
CORROSIONE	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  DEL	
  SISTEMA	
  
Più	
   che	
   di	
   CORRUZIONE	
   sembrerebbe	
   necessario	
   parlare	
   di	
   CORROSIONE	
   DEL	
  
SISTEMA.	
  
	
  
La	
  Maladministra7on	
  non	
  sempre	
  ha	
  rilievo	
  penale,	
  ma	
  il	
  più	
  delle	
  volte	
  ci	
  si	
  trova	
  di	
  
fronte	
  ad	
  un	
  tenue	
  confine	
  tra	
  lecito	
  e	
  illecito,	
  con	
  la	
  cortesia	
  a	
  futura	
  memoria,	
  
con	
   le	
   contropar7te	
   invisibili	
   del	
   «sistema	
   gela7noso»,	
   con	
   la	
   smaterializzazione	
  
della	
  tangente	
  che	
  segna	
  il	
  superamento	
  del	
  tradizionale	
  «modello	
  mercan7le»	
  e	
  
che	
  non	
  presenta	
  più	
  un	
  immediato	
  e	
  dire4o	
  collegamento	
  con	
  l’a4o	
  contra	
  legem	
  
del	
  pubblico	
  ufficiale.	
  
	
  
Una	
  sorta	
  di	
  economia	
  dello	
  scambio,	
  del	
  bara>o,	
  di	
  favori,	
  ovviamente,	
  al	
  posto	
  
dell’economia	
  di	
  mercato	
  che	
  conosciamo,	
  quella	
  di	
  beni	
  e	
  servizi	
  7pica	
  di	
  uno	
  stato	
  
di	
  diri>o,	
  mentre	
  la	
  prima	
  sembra	
  appartenere	
  di	
  più	
  a	
  uno	
  «stato	
  dei	
  driV»,	
  che	
  
vive	
  e	
  si	
  alimenta	
  grazie	
  ad	
  un	
  insieme	
  di	
  «regole	
  informali	
  del	
  gioco»	
  sanzionate	
  da	
  
quegli	
  stessi	
  centri	
  di	
  potere	
  che,	
  spesso,	
  ne	
  beneficiano.	
  
	
  
Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
33	
  
Una	
   situazione	
   nella	
   quale	
   non	
   resta	
   che	
   confidare,	
   anzi,	
   meglio,	
   sperare	
  
nell’ipocrisia,	
  	
  quale	
  «omaggio	
  che	
  il	
  vizio	
  rende	
  alla	
  virtù»,	
  come	
  ul7mo	
  baluardo:	
  	
  
insomma,	
   coloro	
   che	
   si	
   rappresentano	
   probi,	
   mentre	
   stanno	
   dissimulando	
   il	
   loro	
  
agire,	
  a4estano,	
  pur	
  sempre,	
  l’esistenza	
  di	
  regole	
  di	
  cui	
  si	
  amme4e	
  l’importanza,	
  
confermando	
   che	
   esiste	
   un	
   limite	
   tra	
   giusto	
   e	
   ingiusto	
   e	
   riconoscendo,	
  
implicitamente,	
  nel	
  momento	
  in	
  cui	
  la	
  violano,	
  che	
  un’e7ca	
  pubblica	
  esiste	
  e	
  che,	
  
ancora,	
  non	
  esiste	
  un’e7ca	
  del	
  furto.	
  
COSI’	
   è	
   estremamente	
   naturale	
   interrogarsi,	
   per	
   questo	
   «…popolo	
   –	
   come	
  
ricordava	
  Ennio	
  Flaiano	
  –	
  di	
  sanE,	
  poeE,	
  navigatori,	
  nipoE	
  e	
  cognaE…»:	
  
⇒ a	
   che	
   giro	
   appar7ene	
   7zio	
   o	
   caio	
   oppure	
   a	
   chi	
   debba	
   qualcosa	
   questa/quella	
  
di4a;	
  
⇒ su	
  chi	
  si	
  conosce	
  qui	
  o	
  lì,	
  quando	
  uno	
  sta	
  male,	
  piu4osto	
  che	
  qual	
  è	
  il	
  migliore	
  
ospedale	
  dove	
  farsi	
  curare.	
  
	
  
Una	
   Pubblica	
   Amministrazione	
   percepita	
   come	
   inefficiente	
   e	
   parziale,	
   oltre	
   che	
  
poco	
   trasparente	
   e	
   autoreferenziale,	
   genera	
   inevitabilmente	
   un	
   approccio	
  
culturale	
  che	
  facilita	
  l’opzione	
  dell’illegalità.	
  
CORROSIONE	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  DEL	
  SISTEMA	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
34	
  
Un	
  approccio	
  culturale	
  che	
  sfocia	
  in	
  una	
  vera	
  e	
  propria	
  cultura	
  del	
  demerito,	
  che	
  
cancella,	
   così,	
   implicitamente,	
   termini	
   quali	
   valore,	
   qualità,	
   competenza,	
  
professionalità,	
   serietà,	
   che	
   restano	
   una	
   mera	
   oleografia	
   di	
   una	
   Pubblica	
  
Amministrazione	
  che,	
  a	
  traR,	
  sembra	
  aver	
  smarrito	
  la	
  cultura	
  dell’esempio	
  e	
  del	
  
comportamento.	
  
	
  
Un	
   «…	
   sistema	
   che	
   premia	
   i	
   piraE	
   –	
   come	
   ha	
   so4olineato	
   il	
   premio	
   nobel	
   per	
  
l’economia,	
  North	
  –	
  produce	
  piraE	
  e	
  non	
  ingegneri	
  …	
  ».	
  
	
  
Una	
  cultura	
  del	
  demerito	
  par7colarmente	
  insidiosa,	
  perché,	
  per	
  	
  chi	
  non	
  si	
  ribella,	
  
resta,	
   comunque,	
   qualcosa,	
   un	
   riconoscimento,	
   un	
   incarico,	
   una	
   prebenda	
   che	
  
consente	
   di	
   vivere	
   e	
   di	
   convivere	
   con	
   la	
   mediocrità,	
   mentre	
   la	
   MEDIOCRAZIA	
  	
  
sos7tuisce	
  la	
  MERITOCRAZIA.	
  
CORROSIONE	
  vs.	
  CORRUZIONE	
  DEL	
  SISTEMA	
  Corruzione:	
  una	
  premessa	
  conosci3va	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
Il	
  fenomeno	
  è	
  stato	
  –	
  o,	
  è	
  ancora	
  ?	
  –	
  vissuto:	
  
	
  
1.  irrilevanza	
   del	
   danno:	
   poiché	
   i	
   danni	
   in	
   termini	
   di	
   consumo,	
   o	
   in	
   termini	
   di	
   domanda	
  
politica,	
   si	
   ripartiscono	
   su	
   di	
   un'ampia	
   popolazione,	
   essi	
   tendono	
   a	
   venire	
   giudicati	
  
irrilevanti;	
  
2.  la	
   necessità	
   di	
   "oliare"	
   i	
   meccanismi	
   burocratici	
   ritenuta	
   Pisiologica	
   e	
   che	
   anzi	
  
consentirebbe	
  di	
  velocizzare	
  e	
  sempliPicare	
  l’azione	
  amministrativa;	
  
3.  la	
  non	
  aderenza	
  della	
  legge	
  al	
  costume,	
  che	
  sarebbe	
  molto	
  più	
  permissivo;	
  
4.  la	
   ricerca	
   di	
   equità	
   nel	
   trattamento	
   economico	
   da	
   parte	
   dei	
   dipendenti	
   pubblici	
   che	
   si	
  
considerano	
  sotto-­‐remunerati;	
  
5.  gli	
   inevitabili	
   costi	
   della	
   democrazia	
   –	
   ad	
   esempio	
   per	
   il	
   mantenimento	
   dei	
   partiti	
  
politici	
  -­‐	
  che	
  difPicilmente	
  possono	
  venire	
  sostenuti	
  senza	
  l'apporto	
  di	
  denaro	
  raccolto	
  in	
  
maniera	
  illecita.	
  
6.  ……	
  
CORROTTI
E
“…L’Italia ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di
chi se ne serve a suo danno…”. G.PREZZOLINI, Codice della vita italiana.
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
Meglio	
   ripetere	
   e	
   chiarire	
   che	
   la	
   corruzione,	
   il	
   mercimonio	
   della	
   funzione	
   pubblica,	
   è	
   una	
  
grave	
  patologia	
  del	
  sistema	
  pubblico	
  e	
  va	
  combattuta	
  e	
  contrastata,	
  senza	
  SE	
  e	
  senza	
  MA.	
  
	
  
Detto	
   questo,	
   vanno	
   dette	
   –	
   in	
   modo	
   altrettanto	
   chiaro	
   -­‐	
   alcune	
   cose	
   che	
   si	
   ascoltano	
  
raramente:	
  
1.  nessun	
  paese	
  -­‐	
  nei	
  dispotismi	
  più	
  che	
  nelle	
  democrazie	
  -­‐	
  e	
  nessun	
  comparto	
  è	
  immune	
  
dalla	
  corruzione;	
  
2.  nessuna	
   legge	
   penale	
   ha	
   mai	
   fermato	
   alcun	
   crimine.	
   In	
   nessuna	
   parte	
   del	
   mondo	
   e	
  
qualsiasi	
  cosa	
  ci	
  sia	
  scritta.	
  La	
  corruzione	
  non	
  si	
  sconPigge	
  con	
  l’aumento	
  delle	
  pene	
  e/o	
  
con	
  l’ipertroPia	
  del	
  sistema	
  penale	
  o	
  eliminando	
  la	
  prescrizione:	
  senza	
  scomodare	
  Beccaria,	
  
è	
   evidente	
   che	
   è	
   la	
   concreta	
   possibilità	
   della	
   pena	
   a	
   disincentivare	
   il	
   reato,	
   non	
   la	
   sua	
  
roboante	
  e	
  inutile	
  enunciazione.	
  Non	
  è	
  il	
  reato	
  di	
  spaccio	
  a	
  disincentivare	
  il	
  mercato	
  della	
  
droga,	
   semmai	
   condanne	
   inPlitte	
   e	
   pene	
   effettivamente	
   scontate:	
   quindi,	
   basta	
   ipocrisie,	
  
spesso	
   affondiamo	
   nell’ipocrisia,	
   ci	
   prendiamo	
   in	
   giro	
   da	
   soli	
   e	
   facciamo	
   anche	
   Pinta	
   di	
  
crederci,	
   nessuno	
   vuole	
   cambiare,	
   ma	
   tutti	
   s’affannano	
   a	
   dire	
   che	
   andrebbe	
   cambiato	
  
questo	
  o	
  quello,	
  invece	
  di	
  fare,	
  lanciando	
  allarmi	
  qua	
  e	
  là;	
  
segue	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
Detto	
   questo,	
   vanno	
   dette	
   –	
   in	
   modo	
   altrettanto	
   chiaro	
   -­‐	
   alcune	
   cose	
   che	
   si	
   ascoltano	
  
raramente:	
  
3.  trattandosi	
   di	
   un	
   tema	
   evocativo	
   ed	
   eclatante	
   che	
   fa	
   necessariamente	
   parte	
   dell’agenda	
  
politica	
  NON	
  deve,	
  o	
  non	
  dovrebbe,	
  essere	
  usato	
  come	
  strumento	
  di	
  lotta	
  politica:	
  c’è	
  
un	
   qualcosa	
   di	
   inquietante	
   e	
   insondabile	
   nel	
   tono	
   da	
   derby	
   –	
   ladri	
   contro	
   onesti	
   –	
   che	
  
accompagna	
   qualsivoglia	
   ragionamento	
   sul	
   tema.	
   In	
   sintesi	
   non	
   è	
   né	
   di	
   destra,	
   né	
   di	
  
sinistra,	
  ma	
  un	
  problema	
  di	
  TUTTI.	
  
4.  supporre	
  che	
  la	
  patologia	
  possa	
  essere	
  individuata	
  e	
  colpita	
  in	
  luogo	
  distante	
  da	
  quello	
  
in	
   cui	
   si	
   deainisce	
   e	
   regola	
   la	
   aisiologia	
   è	
   supposizione	
   più	
   vicina	
   all’opera	
   di	
   una	
  
macumbeira,	
  piuttosto	
  che	
  a	
  quella	
  di	
  un	
  medico;	
  
5.  la	
   corruzione	
   tesa	
   a	
   far	
   marciare	
   una	
   macchina	
   (autorizzazioni,	
   revisioni,	
   adempimenti,	
  
etc.)	
  altrimenti	
  inchiodata	
  non	
  è	
  un	
  male,	
  sono	
  due:	
  non	
  serve	
  un’anticorruzione	
  che	
  non	
  
facesse	
  altro	
  che	
  creare	
  nuove	
  macchine,	
  capaci	
  d’inchiodarsi	
  e	
  inchiodare;	
  
6.  è	
  inutile	
  ricordarsi	
  del	
  tema	
  quando	
  emergono	
  gravi	
  scandali:	
  in	
  tali	
  circostanze,	
  la	
  
sola	
  cosa	
  che	
  dovrebbe	
  sbalortdirci	
  	
  è	
  che	
  ci	
  siano	
  degli	
  sbalorditi	
  in	
  circolazione;	
  
segue	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
Detto	
   questo,	
   vanno	
   dette	
   –	
   in	
   modo	
   altrettanto	
   chiaro	
   -­‐	
   alcune	
   cose	
   che	
   si	
   ascoltano	
  
raramente:	
  
7.  I	
   dati	
   sul	
   tema,	
   e	
   su	
   tutti	
   i	
   temi	
   che	
   toccano	
   la	
   sicurezza	
   e	
   la	
   tranquillità	
   dei	
   cittadini,	
  
vengono	
   diffusi	
   (e	
   riprodotti),	
   in	
   modo	
   frequente,	
   senza	
   neanche	
   avvertire	
   il	
   loro	
  
contraddirsi,	
  privilegiandone	
  la	
  funzione	
  aizzatoria;	
  
8.  In	
  tema	
  di	
  conPlitto	
  di	
  interesse	
  dobbiamo	
  valutare	
  quale	
  è,	
  in	
  effetti,	
  il	
  problema,	
  perché	
  
l’Italia	
  è	
  dominata	
  da	
  conPlitti	
  d’interesse.	
  Non	
  ce	
  n’è	
  uno,	
  ma	
  tanti.	
  Il	
  problema	
  non	
  sono	
  
mica	
  gli	
  interessi,	
  senza	
  i	
  quali	
  non	
  c’è	
   	
  mercato,	
  ma	
  neanche	
  democrazia	
  e	
  libertà,	
  ma	
  il	
  
conalitto	
  fra	
  quelli	
  particolari	
  e	
  il	
  governo	
  delle	
  cose	
  collettive;	
  
9.  Le	
   scelte	
   comportano	
   conPlitti	
   con	
   gli	
   interessi	
   colpiti,	
   quasi	
   tutti	
   pendenti	
   dalla	
   spesa	
  
pubblica	
  corrente.	
  Ma	
  se	
  non	
  si	
  interviene	
  dove	
  è	
  necessario	
  e	
  quando	
  è	
  necessario	
  ciò	
  
innesca	
  il	
  timer	
  di	
  conPlitti	
  più	
  vasti,	
  destinati	
  a	
  scoppiare	
  quando	
  si	
  avrà	
  meno	
  forza	
  per	
  
dominarli;	
  
10.  Un’ultima	
  cosa,	
  che	
  ritengo	
  determinante:	
  nel	
  tema	
  che	
  andiamo	
  a	
  trattare	
  il	
  segreto	
  e'	
  
che	
  non	
  ci	
  sono	
  segreti.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
Nessuno	
   si	
   presenterà	
   mai	
   senza	
   conoscervi,	
   senza	
   una	
   notizia	
   su	
   di	
   voi	
  
proponendovi	
  qualcosa	
  di	
  illegale.	
  
Dall’avvicinamento	
  a	
  ………………	
  
42	
  
NOI	
  e	
  le	
  cd.	
  terze	
  par3	
  
1.  Indicatori	
  di	
  rischio	
  di	
  contesto	
  
2.  Indicatori	
  di	
  rischio	
  a	
  livello	
  economico-­‐finanziario	
  
3.  Indicatori	
  di	
  rischio	
  a	
  livello	
  di	
  governance	
  e	
  asse4o	
  proprietario	
  
ALCUNI	
  INDICATORI	
  DI	
  ANOMALIA	
  La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
•  intensità	
  di	
  contante	
  
•  economia	
  irregolare	
  
•  difficoltà	
  di	
  accesso	
  al	
  credito	
  
ELEMENTI	
  SENTINELLA	
  
proposte	
  di	
  soluzioni	
  opera7ve	
  a	
  basso	
  costo;	
  	
  
proposta	
  di	
  forniture	
  a	
  prezzi	
  inferiori	
  al	
  mercato;	
  
	
  proposte	
  con	
  rapporto	
  prezzo/qualità	
  sbilanciato;	
  
proposta	
  di	
  servizi/fornitori	
  non	
  qualifica7;	
  	
  
reperimento	
  autorizzazioni	
  a	
  condizioni	
  o	
  con	
  tempis7che	
  anomale;	
  
pressioni	
  a	
  favore	
  di	
  specifici	
  fornitori	
  ricorren7;	
  	
  
concentrazione	
  appal7/acquis7	
  su	
  soggeR	
  ricorren7;	
  	
  
anomala	
  distribuzione	
  di	
  margini	
  e	
  fa4urato;	
  	
  
concentrazione	
  fa4urato	
  su	
  specifici	
  marchi;	
  	
  
pressioni	
  per	
  impiego	
  di	
  specifici	
  immobili.	
  
43	
  
ALCUNI	
  INDICATORI	
  DI	
  ANOMALIA	
  La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
ELEMENTI	
  SENTINELLA	
  
•  procedure	
  annullate	
  
•  esclusioni	
  dalle	
  procedure	
  di	
  evidenza	
  pubblica.	
  
•  ricorsi	
  persi.	
  
•  frequenza	
  e	
  motivazione	
  delle	
  urgenze	
  
•  lunghezza	
  dei	
  criteri	
  di	
  scelta.	
  
•  tempi	
  medi	
  richiesti	
  per	
  la	
  presentazione	
  delle	
  offerte	
  dove	
  non	
  ci	
  sono	
  termini	
  tipizzati	
  
•  numero	
  di	
  procedure	
  con	
  un’unica	
  offerta	
  
•  concentrazione	
  delle	
  imprese	
  aggiudicatarie	
  
•  ricorrenza	
  temporale	
  dell’aggiudicazione	
  agli	
  stessi	
  operatori	
  
•  numero	
  medio	
  e	
  valore	
  medio	
  delle	
  riserve	
  dePinite	
  
•  scostamento	
  dei	
  costi	
  e	
  dei	
  tempi	
  di	
  esecuzione	
  	
  
•  mancata	
   separazione	
   dei	
   compiti	
   ed	
   in	
   particolare	
   fra	
   chi	
   autorizza,	
   chi	
   esegue	
   e	
   chi	
  
registra	
  un’operazione;	
  	
  
•  assenza	
  di	
  politiche	
  di	
  acquisto;	
  	
  
•  assenza	
  di	
  esame	
  periodico	
  del	
  grado	
  di	
  concentrazione	
  degli	
  acquisti	
  per	
  merceologia;	
  	
  
•  assenza	
  di	
  controlli	
  su	
  acquisti	
  molto	
  convenienti	
  e	
  sulla	
  provenienza	
  dei	
  beni/servizi	
  
acquistati.	
  
RICORRENZE,	
  SINGOLARITA’	
  E	
  ANOMALIE	
  
44	
  
ALCUNI	
  INDICATORI	
  DI	
  ANOMALIA	
  La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
ELEMENTI	
  SENTINELLA	
   RICORRENZE,	
  SINGOLARITA’	
  E	
  ANOMALIE	
  
•  inserimento	
  di	
  persone	
  segnalate;	
  	
  	
  
•  assunzioni	
  	
  senza	
  ruolo	
  e/o	
  7tolo;	
  	
  
•  creazione	
  di	
  posizioni	
  non	
  gius7ficate	
  
•  mobbing	
  e/o	
  discriminazione	
  del	
  personale	
  intermedio;	
  	
  
•  richieste	
  di	
  lavoro	
  temporaneo	
  e	
  contraR	
  a	
  proge4o	
  ;	
  	
  
•  Offerta	
  di	
  consulenze	
  professionali	
  non	
  finalizzate;	
  	
  
•  presenza	
  di	
  personale	
  non	
  autorizzato	
  in	
  azienda;	
  	
  
•  mancato	
  rispe4o	
  degli	
  orari	
  e	
  dei	
  turni;	
  	
  
•  elusione	
  norme	
  sicurezza;	
  	
  
•  promozioni/	
  premi	
  non	
  gius7fica7;	
  	
  
•  ges7one	
  e	
  rendicontazione	
  delle	
  trasferte;	
  controllo	
  delle	
  presenze;	
  
•  accesso	
  visitatori	
  e	
  controllo	
  degli	
  accessi;	
  	
  
•  aree	
  sterili	
  dedicate	
  ove	
  si	
  tra4ano	
  contraR,	
  ove	
  vi	
  sono	
  sistemi	
  informa7vi,	
  …;	
  	
  
•  registrazione	
  accesso	
  fornitori	
  e	
  portatori	
  di	
  interesse;	
  	
  
•  pubblicità	
  e	
  abbonamen7	
  riviste	
  specializzate	
  e	
  quo7diani;	
  	
  
•  sponsorizzazioni;	
  
45	
  
ALCUNI	
  INDICATORI	
  DI	
  ANOMALIA	
  La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno	
  
ELEMENTI	
  SENTINELLA	
  
Un’altra	
  area	
  di	
  particolare	
  signiaicatività	
  è	
  quella	
  DEI	
  SERVIZI	
  SOCIALI	
  E	
  TERZO	
  SETTORE	
  per	
  le	
  
evidenti	
   implicazioni	
   e	
   per	
   le	
   chiare	
   possibilità	
   di	
   strumentalizzazione	
   socio-­‐politica	
   che	
   ne	
  
possono	
  derivare	
  .	
  
•  Associazioni	
   di	
   volontariato	
   non	
   convenzionate	
   che	
   erogano	
   servizi	
   E	
   convenzionate	
   di	
   recente	
  
iscrizione.	
  
•  Ass.	
  di	
  vol.	
  che	
  percepiscono	
  la	
  corresponsione	
  di	
  una	
  retribuzione	
  per	
  l’attività	
  lavorativa	
  svolta	
  
•  Iniziative	
  no	
  proPit.	
  
•  soggetti	
  del	
  terzo	
  settore	
  che	
  ricevono	
  sovvenzioni	
  o	
  contributi	
  senza	
  procedura	
  competitiva	
  
•  interventi	
  e	
  servizi	
  sociali	
  realizzati	
  dall’amministrazione	
  non	
  previsti	
  da	
  apposita	
  programmazione	
  
•  CONVENZIONI:	
  mancata	
  rotazione	
  delle	
  cooperative	
  afPidatarie;	
  non	
  corretto	
  calcolo	
  del	
  valore	
  a	
  base	
  
di	
  gara;	
  insufPicienza	
  delle	
  veriPiche	
  successive	
  all’afPidamento	
  e	
  all’esecuzione	
  del	
  contratto;	
  omissione	
  
degli	
   obblighi	
   informativi;	
   modalità	
   di	
   accesso	
   e	
   “presa	
   in	
   carico”	
   degli	
   utenti;	
   rispetto	
   dei	
   requisiti	
  
organizzativi	
  e	
  di	
  qualità	
  per	
  l’erogazione	
  dei	
  servizi,	
  …..	
  
RICORRENZE,	
  SINGOLARITA’	
  E	
  ANOMALIE	
  
PER	
  CONCLUDERE	
  
Per	
  concludere	
  
L’INFORMAZIONE	
  CHE	
  CONTA	
  
1.  Le	
  stime	
  delle	
  tangenti?	
  La	
  percezione	
  della	
  corruzione?	
  Le	
  denunce?	
  Le	
  condanne?	
  
2.  Il	
  danno	
  visibile?	
  Il	
  bambino	
  morto	
  di	
  malaria	
  per	
  una	
  rete	
  anti-­‐zanzare	
  bucata.	
  
3.  Il	
  danno	
  invisibile?	
  Tutte	
  le	
  cose	
  che	
  avrebbe	
  potuto	
  fare	
  nella	
  sua	
  vita	
  quel	
  bambino.	
  
Due	
  domande:	
  
1.  Si	
  possono	
  migliorare	
  le	
  misure	
  basate	
  sulla	
  percezione?	
  (Borra-­‐Castelli,	
  2012)	
  
2.  Si	
  può	
  andare	
  al	
  di	
  là	
  di	
  misure	
  sulla	
  percezione?	
  (Borra	
  –	
  Picci,	
  2011)	
  
Per	
  concludere	
  
L’INFORMAZIONE	
  CHE	
  CONTA	
  
	
  
Un	
  esempio	
  di	
  analisi	
  su	
  microdati	
  di	
  statistica	
  giudiziaria	
  (Borra-­‐Picci,	
  2011)	
  
	
  
1.  Stima	
  del	
  tempo	
  medio	
  trascorso	
  tra	
  data	
  del	
  reato	
  e	
  data	
  della	
  condanna;	
  
2.  Stima	
  del	
  numero	
  di	
  reati	
  commessi	
  nell’anno	
  T	
  e	
  in	
  seguito	
  arrivati	
  a	
  condanna;	
  
3.  Stima	
  del	
  numero	
  di	
  reati	
  commessi	
  nell’anno	
  T	
  ma	
  non	
  giunti	
  a	
  condanna	
  (autore	
  ignoto,	
  
prescrizione,	
  ecc);	
  
4.  Analisi	
  delle	
  possibili	
  associazioni	
  tra	
  diverse	
  tipologie	
  di	
  reato	
  contro	
  la	
  PA	
  e	
  tra	
  questi	
  e	
  
altri	
  reati.	
  
L’INFORMAZIONE	
  CHE	
  CONTA,	
  UN	
  ESEMPIO	
  
0.05.1.15.20.05.1.15.2
0 10 20 30
0 10 20 30
2007 2008
2009
Density
Tempo	
  intercorso	
  tra	
  data	
  del	
  reato	
  e	
  data	
  della	
  sentenza	
  di	
  condanna	
  /	
  anni
Graphs	
  by	
  anno	
  di	
  iscrizione	
  al	
  Casellario,	
  uguale	
  a	
  var	
  ANNO
Per	
  concludere	
  
L’INFORMAZIONE	
  CHE	
  CONTA,	
  UN	
  ESEMPIO	
  
0.05.1.15.20.05.1.15.2
0 10 20 30 0 10 20 30
abusouff concussione
corruzione peculato
Density
Tempo	
  intercorso	
  tra	
  data	
  del	
  reato	
  e	
  data	
  della	
  sentenza	
  di	
  condanna	
  /	
  anni
Graphs	
  by	
  tipo_reato
Per	
  concludere	
  
L’INFORMAZIONE	
  CHE	
  CONTA,	
  UN	
  ESEMPIO	
  
02468
mean	
  of	
  diff_reatocond_a
pie vaalom taa ven fvg lig emr tosumbmar laz abr molcampug bas cal sic sar
media	
  tempo	
  intercorso	
  tra	
  data	
  crimine	
  e	
  sentenza	
  definitiva
Per	
  concludere	
  
Per	
  concludere	
  
LA	
  PREVENZIONE	
  DEL	
  FENOMENO	
  RIGUARDA	
  TUTTI.	
  
NON	
  E’	
  UN	
  “AFFARE”	
  DELL’RPC,	
  DEL	
  D.A.	
  E	
  DI	
  QUALCHEDUN	
  ALTRO.	
  
	
  
TUTTI	
  IN	
  AZIENDA	
  VEDONO,	
  SENTONO,	
  PARLANO	
  
	
  
Col.	
  CC.	
  Maurizio	
  BORTOLETTI	
  
	
  
CONTATTI	
  
maurizio.bortoletti@gmail.com	
  
L’autore	
  ha	
  utilizzato	
  per	
  la	
  predisposizione	
  del	
  materiale	
  di	
  questa	
  giornata	
  di	
  formazione	
  materiale	
  disponibile	
  su	
  fonti	
  aperte,	
  predisposto	
  
dai	
  Prof.ri	
  L.	
  Hinna,	
  G.	
  Piga,	
   	
  E.	
  Galli	
  e	
  M.	
  Villani,	
  dai	
  dott.ri	
  N.	
  Cartabellotta,	
  G.	
  Domenighetti,	
  e	
  da	
  AA.VV.	
  in	
  ambito	
  Ministero	
  dell’Interno,	
  
Ministero	
  per	
  la	
  Pubblica	
  Amministrazione	
  e	
  per	
  l’Innovazione,	
  ISTAT,	
  Transparency	
  International	
  Italia,	
  Riparte	
  il	
  futuro.	
  
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
La	
  cifra	
  rimbalzata	
  sui	
  media	
  di	
  60	
  miliardi	
  di	
  euro	
  	
  
quale	
  costo	
  della	
  corruzione	
  in	
  Italia,	
  
	
  
con	
  qualche	
  autorevole	
  “addetto	
  ai	
  lavori”	
  che	
  si	
  è	
  spinto	
  ancora	
  più	
  in	
  là,	
  	
  
sostenendo	
  che	
  il	
  dato	
  va	
  “…ben	
  oltre	
  la	
  stima	
  di	
  50-­‐60	
  miliardi	
  di	
  euro	
  …”	
  	
  	
  
e	
  ottenendo	
  uno	
  spazio	
  ancor	
  più	
  ampio	
  sui	
  mezzi	
  di	
  informazione,	
  	
  
	
  
È	
  ATECNICA	
  ed	
  ERRATA	
  
ed	
  è	
  reale	
  solo	
  l’EFFETTO	
  ECO	
  	
  che	
  la	
  ha	
  resa	
  verosimile.	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Il	
  costo	
  della	
  corruzione,	
  magari,	
  è	
  ancora	
  maggiore	
  di	
  60	
  miliardi	
  di	
  euro,	
  ma:	
  
1.  la	
  “stima”	
  deriva	
  da	
  un	
  dato	
  contenuto	
  in	
  una	
  ricerca	
  della	
  World	
  Bank,	
  la	
  cd.	
  “Relazione	
  
Kauffman”	
  del	
  2004,	
  che	
  individuava	
  il	
  costo	
  della	
  corruzione	
  nel	
  mondo	
  nel	
  3%	
  del	
  PIL	
  
mondiale;	
  
2.  da	
  qui	
  	
  i	
  60	
  miliardi	
  di	
  euro	
  (!),	
  pari	
  al	
  3%	
  del	
  PIL	
  italiano,	
  cioè	
  un	
  decimo	
  circa	
  del	
  costo	
  
della	
  corruzione	
  mondiale	
  stimata	
  -­‐	
  con	
  questo	
  studio	
  dalla	
  World	
  Bank	
  -­‐	
  in	
  $1	
  Trillion,	
  
700	
  miliardi	
  di	
  euro	
  dell’epoca.	
  
	
  
L’autore	
   della	
   stima	
   ha,	
   però,	
   dimenticato	
   di	
   proseguire	
   la	
   sua	
   lettura	
   Pino	
   a	
   dove	
   la	
  
stessa	
  World	
  Bank	
  afferma	
  quella	
  che	
  poteva	
  sembrare	
  una	
  banalità.	
  E	
  cioè	
  che	
  "First,	
  as	
  
shown	
   clearly	
   by	
   the	
   data,	
   the	
   scale	
   of	
   corruption	
   varies	
   signi2icantly	
   from	
   country	
   to	
  
country“.	
  
Il	
   2	
   settembre	
   2010,	
   il	
   SEGRETARIO	
   GENERALE	
   DELLE	
   NAZIONI	
   UNITE	
   BAN	
   KI-­‐MOON	
   A	
  
VIENNA,	
   nel	
   suo	
   intervento	
   in	
   occasione	
   dell’inaugurazione	
   della	
   IACA,	
   	
   l’Accademia	
  
internazionale	
  anticorruzione,	
  ha	
  ricordato	
  il	
  dato	
  madre:	
  one	
  trillion	
  dollar	
  quale	
  costo	
  della	
  
corruzione	
  mondiale,	
  700	
  miliardi	
  di	
  euro.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Corruption	
   has	
   devastating	
   effects	
   on	
   developing	
  
economies	
  and	
  their	
  citizens’ quality	
  of	
  life.	
  Its	
  cost	
  
in	
   Africa	
   alone	
   has	
   been	
   estimated	
   at	
   US$148	
  
billion	
   a	
   year,	
   representing	
   25%	
   of	
   the	
  
continent’s	
  GDP.	
  	
  
	
  
Corruption	
  undermines	
  economic	
  growth	
  rates	
  and	
  
cripples	
  public	
  services,	
  as	
  money	
  which	
  should	
  be	
  
destined	
   for	
   reinvestment	
   and	
   public	
   expenditure	
  
Pinds	
   its	
   way	
   into	
   private	
   bank	
   accounts,	
   often	
  
abroad.	
  
	
  
The	
  size	
  of	
  Pinancial	
  Plows	
  has	
  been	
  estimated	
  at	
  up	
  
to	
  $1	
  trillion	
  each	
  year.	
  	
  
	
  
These	
  Plows,	
  which	
  include	
  state	
  looting,	
  tax	
  evasion	
  
and	
   abusive	
   tax	
   avoidance,	
   rob	
   developing	
  
countries	
   of	
   much	
   needed	
   revenue	
   and	
   therefore	
  
seriously	
   undermine	
   the	
   impact	
   of	
   development	
  
assistance	
  from	
  the	
  developed	
  world.	
  	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
L’INDICE	
  DI	
  PERCEZIONE	
  (CPI),	
  comunicato	
  annualmente	
  da	
  Transparency	
  
International:	
  
1.  NON	
  è	
  una	
  misurazione	
  del	
  livello	
  di	
  corruzione	
  di	
  un	
  Paese,	
  
2.  NON	
  consente	
  di	
  stilare	
  classiPiche	
  e	
  graduatorie:	
  la	
  stessa	
  Transparency	
  
afferma	
   –	
   in	
   Transparency	
   International,	
   Università	
   di	
   Passau	
   (2008),	
  
The	
  Methodology	
  of	
  the	
  Corruption	
  Perceptions	
  Index	
  2008	
  -­‐	
  che	
  “…	
  una	
  
graduatoria	
   di	
   Paesi	
   può	
   facilmente	
   essere	
   erroneamente	
  
interpretata	
  come	
  una	
  misura	
  assolutamente	
  precisa	
  delle	
  performance	
  
di	
  un	
  dato	
  paese.	
  Questo	
  non	
  è	
  affatto	
  vero….”;	
  
3.  NESSUNO	
   	
   dice	
   che	
   la	
   stessa	
   Transparency	
   segnala	
   una	
   INTRINSECA	
  
IMPRECISIONE	
  del	
  suo	
  Indice:	
  “…Sin	
  dalla	
  sua	
  prima	
  pubblicazione	
  nel	
  
1995,	
  TI	
  ha	
  fornito	
  i	
  dati	
  relativi	
  alla	
  deviazione	
  standard	
  e	
  al	
  numero	
  delle	
  
fonti	
  utilizzate	
  per	
  la	
  costruzione	
  dell’indice.	
  Queste	
  informazioni	
  servono	
  
per	
   evidenziare	
   che	
   vi	
   è	
   una	
   intrinseca	
   imprecisione.	
   Inoltre	
   viene	
  
fornita	
   l’informazione	
   del	
   range	
   tra	
   il	
   valore	
   più	
   basso/più	
   alto.…”,	
   con	
  
l’Italia	
   che	
   fa	
   segnare	
   una	
   deviazione	
   standard	
   tra	
   le	
   più	
   elevate,	
  
superiore	
   a	
   1,	
   chiaro	
   indicatore	
   di	
   un	
   sostanziale	
   disaccordo	
   tra	
   le	
  
diverse	
  fonti	
  e,	
  quindi,	
  una	
  signiPicativa	
  imprecisione	
  della	
  misurazione;	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
L’INDICE	
  DI	
  PERCEZIONE	
  (CPI),	
  comunicato	
  annualmente	
  da	
  Transparency	
  
International:	
  
4.  NESSUNO	
  dice	
  che	
  nel	
  2009,	
  è	
  stato	
  calcolato	
  con	
  modalità	
  diverse,	
  da	
  un	
  
ente	
  di	
  ricerca	
  diverso,	
  con	
  le	
  6	
  (!)	
  rilevazioni	
  sull’Italia	
  che	
  sono	
  state	
  
richieste	
  a	
  4	
  enti	
  diversi:	
  Economic	
  Intelligence	
  Unit,	
  Global	
  Insights,	
  IMD	
  
International,	
  World	
  Economic	
  Forum’s	
  Global	
  Competitiveness;	
  
5.  NON	
  si	
  dice	
  che	
  si	
  evoca	
  il	
  nomen	
  “corruzione”,	
  ma	
  non	
  si	
  fa	
  riferimento	
  
alle	
  condotte	
  che	
  in	
  Italia	
  integrano	
  le	
  fattispecie	
  penali	
  di	
  corruzione	
  e	
  
concussione,	
  bensì	
  a	
  un	
  universo	
  molto	
  più	
  ampio,	
  tenuto	
  conto	
  che	
  per	
  
Transparency	
  International	
  il	
  CPI	
  misura	
  la	
  percezione	
  del	
  “…misuse	
  of	
  
public	
   power	
   for	
   private	
   beneJit	
   …” per	
   la	
   nota	
   metodologica	
   del	
   CPI	
  
2008,	
  analoga	
  a	
  quella	
  contenuta	
  nello	
  stesso	
  documento	
  relativo	
  al	
  CPI	
  
2006:	
   “…as	
   the	
   abuse	
   of	
   public	
   ofJice	
   for	
   private	
   gain	
   …”.	
   Ciò	
   che	
  
Transparency	
  dePinisce	
  corruzione,	
  nell’Ordinamento	
  Giuridico	
  italiano	
  
corrisponde,	
   in	
   realtà,	
   al	
   risultato	
   della	
   “somma”	
   di	
   corruzione,	
  
concussione	
   e	
   abuso	
   d’ufPicio,	
   di	
   cui	
   all’art.	
   323	
   c.p.,	
   un	
   universo	
  
statistico	
  estremamente	
  più	
  vasto.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
L’INDICE	
  DI	
  PERCEZIONE	
  (CPI),	
  comunicato	
  annualmente	
  da	
  Transparency	
  
International:	
  
6.  NESSUNO	
   dice	
   che	
   in	
   alcune	
   annualità	
   altri	
   indicatori	
   –	
   tra	
   l’altro,	
   tra	
  
quelli	
   considerati	
   da	
   TI	
   -­‐	
   abbiano	
   dato	
   risultati	
   diversi.	
   Ad	
   esempio,	
   il
Control of Corruption della World Bank, che comprende le 4 fonti utilizzate
da Transparency per il proprio Indice, quando gli esiti delle 4 fonti utilizzate da
Transparency per il proprio indice e quelli di altri 6 istituti di ricerca, danno
vita al Control of Corruption del Country Data Report for Italy dei Worldwide
Governance Indicators, il cd. WGI, della World Bank.
MA, in quella circostanza l’Italia: nell’Indice di Transparency perdeva più del
10% (dal 4,8 del 2008 al 4,3 del 2009); nello stesso periodo, nel Control of
Corruption della World Bank si leggono 8 indici identici tra le due annualità,
uno in aumento (il Gallup World Poll salito da 0,19 a 0,27) e uno che cala in
misura minore (l’IMD, l’Institute for Management & Development World
Competitiveness Yearbook, passato dallo 0,26 allo 0,22).
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
L'Ocse:	
  "Classiaiche	
  poco	
  attendibili,possono	
  produrre	
  danni"	
  
L'organizzazione	
   lancia	
   l'allarme	
   sul	
   rapporto	
   di	
   Transparency	
  
International:	
   "Metodologia	
   poco	
   chiara	
   e	
   viziata	
   da	
   pregiudizi,	
  
ma	
  i	
  risultati	
  vengono	
  usati	
  da	
  chi	
  decide	
  gli	
  aiuti	
  internazionali"	
  
di	
  CARLO	
  CLERICETTI	
  	
  
	
  
ROMA	
  -­‐	
  Era	
  stato	
  lanciato	
  addirittura	
  un	
  allarme	
  preventivo:	
  con	
  una	
  
mail	
   inviata	
   ieri	
   un	
   dipartimento	
   dell'Ocse	
   ha	
   diffuso	
   uno	
   studio,	
  
"Measuring	
  governance",	
  in	
  cui	
  avvertiva	
  di	
  prendere	
  con	
  le	
  molle	
  la	
  
classiPica	
  del	
  rapporto	
  di	
  Transparency	
  International	
  che	
  sarebbe	
  stato	
  
pubblicato.	
  
"Senza	
  entrare	
  nel	
  merito	
  della	
  discussione	
  sull'importanza	
  di	
  questo	
  o	
  
altri	
  indicatori	
  internazionali	
  sulla	
  governance	
  -­‐	
  si	
  dice	
  nella	
  mail	
  -­‐	
  gli	
  
autori	
   dello	
   studio	
   Ocse	
   mettono	
   in	
   guardia	
   i	
   potenziali	
   utenti	
   del	
  
rapporto,	
   invitandoli	
   caldamente	
   ad	
   essere	
   più	
   attenti	
   nell'esame	
   dei	
  
reali	
   contenuti	
   e	
   alla	
   precisione	
   di	
   tutti	
   i	
   sistemi	
   di	
   classiJiche	
   della	
  
governance	
  e	
  di	
  usare	
  più	
  cautela	
  su	
  come	
  utilizzarli".	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Per	
  Franz	
  -­‐	
  Hermann	
  Bruener,	
  compianto	
  Direttore	
  generale	
  dell’OLAF,	
  l’UfPicio	
  anti-­‐frode	
  
europeo,	
   l’Italia	
   “…dispone	
   degli	
   arsenali	
   di	
   protezione	
   penale	
   e	
   investigativa	
   tra	
   i	
   più	
  
avanzati	
  a	
  livello	
  europeo	
  …”,	
  con	
  “…	
  strumenti	
  di	
  indagine	
  utilizzati	
  tra	
  i	
  più	
  avanzati	
  al	
  
mondo	
  …	
  strumenti	
  raramente	
  utilizzati	
  nella	
  maggior	
  parte	
  degli	
  altri	
  Paesi	
  per	
  tali	
  tipi	
  
di	
  illeciti	
  …”	
  e	
  con	
  le	
  Forze	
  di	
  Polizia	
  e	
  la	
  Magistratura,	
  per	
  questo,	
  “…	
  spesso	
  invidiati	
  dai	
  
colleghi	
  di	
  altri	
  Paesi…”.	
  
	
  
PARADOSSO	
  DELL’EFFICIENZA
se	
  il	
  sistema	
  repressivo	
  cattura	
  un	
  ladro	
  o	
  arresta	
  un	
  rapinatore,	
  i	
  cittadini	
  si	
  sentono	
  
rassicurati	
  e	
  provano	
  Piducia	
  verso	
  le	
  Istituzioni	
  
se	
  lo	
  stesso	
  sistema	
  repressivo	
  indaga	
  un	
  corruttore	
  o	
  arresta	
  un	
  concussore,	
  i	
  cittadini	
  non	
  
provano	
  alcuna	
  rassicurazione,	
  piuttosto	
  provano	
  sPiducia	
  verso	
  il	
  sistema	
  
PARADOSSALMENTE	
  
un	
  sistema	
  repressivo	
  NON	
  indipendente	
  e	
  meno	
  efaicace	
  	
  
ASSICURA	
  minori	
  livelli	
  di	
  saiducia	
  verso	
  le	
  Istituzioni	
  e	
  una	
  minore	
  percezione	
  
soggettiva	
  negativa	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
 	
  	
  	
  L’ATTIVITA’	
  REPRESSIVA	
  FUNZIONA	
  	
  
	
  
	
  	
  	
  	
  	
  e	
  PERMANE	
  SU	
  LIVELLI	
  DI	
  ASSOLUTA	
  STRAORDINARIETA’	
  
	
  
	
  
	
   	
   	
   	
   	
   	
   	
   	
  In	
  una	
  delle	
  giornate	
  "porte	
  aperte"	
  delle	
  Istituzioni	
  comunitarie	
  svoltasi	
  a	
  Bruxelles,	
  
l’OLAF	
  ha	
  presentato	
  le	
  Forze	
  di	
  Polizia	
  italiane	
  come	
  un	
  "…	
  modello	
  di	
  polizia	
  europea	
  per	
  il	
  
contrasto	
  alle	
  frodi	
  ai	
  danni	
  del	
  bilancio	
  comunitario.	
  L’Italia	
  -­‐	
  	
  prosegue	
  il	
  lancio	
  dell’agenzia	
  
-­‐	
  per	
  troppo	
  tempo	
  all'indice	
  delle	
  statistiche	
  dei	
  paesi	
  a	
  rischio	
  di	
  frode	
  e	
  corruzione,	
  da	
  
tempo	
  sta	
  assumendo	
  un	
  nuovo	
  ruolo	
  sulla	
  scena	
  internazionale.	
  Non	
  più	
  Paese	
  della	
  frode,	
  ma	
  
quello	
  che	
  con	
  maggiore	
  vigore,	
  maggiori	
  strumenti	
  normativi,	
  maggior	
  numero	
  di	
  mezzi	
  
e	
  più	
  spiccata	
  professionalità	
  investigativa	
  e	
  giudiziaria	
  (sia	
  penale	
  che	
  amministrativa)	
  
combatte	
  la	
  criminalità	
  2inanziaria	
  internazionale	
  ….”.	
  
	
  
di	
  nuovo	
  il	
  	
  
PARADOSSO	
  DELL’EFFICIENZA	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
L’ATTIVITA’	
   REPRESSIVA	
   FUNZIONA	
   e	
   PERMANE	
   SU	
   LIVELLI	
   DI	
   ASSOLUTA	
  
STRAORDINARIETÀ	
  
	
  
Siim	
  Kallas,	
  ex	
  Vice	
  Presidente	
  della	
  Commissione	
  europea	
  e	
  Commissario	
  responsabile	
  per	
  
l’amministrazione,	
  l’audit	
  e	
  la	
  lotta	
  antifrode,	
  evidenziò	
  come	
  “…	
  un	
  numero	
  crescente	
  di	
  
irregolarità	
   comunicate	
   può	
   essere	
   un	
   buon	
   segnale	
   del	
   fatto	
   che	
   i	
   controlli	
   sono	
  
migliorati	
  …”	
  :	
  un	
  alto	
  livello	
  di	
  corruzione	
  accertata	
  dalle	
  Forze	
  di	
  polizia	
  NON	
  EQUIVALE,	
  in	
  
una	
  prospettiva	
  comparata	
  con	
  altri	
  Paesi,	
  a	
  bassi	
  livelli	
  di	
  integrità	
  e	
  moralità	
  dell’apparato	
  
pubblico.	
  
	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Come	
   ha	
   indicato	
   il	
   Segretario	
   Generale	
   delle	
   Nazioni	
   Unite,	
   Ban	
   Ki-­‐moon,	
   Remarks	
   to	
  
Inaugural	
  Conference	
  of	
  the	
  International	
  Anti-­‐Corruption	
  Academy,	
  CAC/COPS/WG.4/2010/4,	
  
Vienna,	
  2	
  settembre	
  2010,	
  “…	
  One	
  major	
  handicap	
  is	
  that	
  we	
  don’t	
  know	
  how	
  to	
  measure	
  
corruption	
  …”.	
  
	
  
Una	
   situazione	
   nella	
   quale,	
   tanto	
   più	
   si	
   enfatizza	
   il	
   numero	
   degli	
   illeciti	
   	
   che	
   non	
   viene	
  
“misurato”,	
  tanto	
  più	
  risulta	
  facile	
  muoversi	
  lungo	
  altre	
  piste	
  nella	
  quantiPicazione	
  del	
  “dato	
  
reale”,	
   rispetto	
   a	
   quelle	
   che	
   emergono	
   dal	
   dato	
   della	
   criminalità	
   registrata:	
   un	
   pericolo	
  
estremamente	
   attuale,	
   perché	
   	
   “…	
   come	
   ricordava	
   l’altro	
   giorno	
   il	
   collega	
   De	
   Sena	
   –	
   la	
  
notazione	
   è	
   di	
   G.	
   PISANU,	
   Comunicazioni,	
   Commissione	
   Parlamentare	
   d’Inchiesta	
   sul	
  
fenomeno	
  della	
  maPia	
  e	
  sulle	
  altre	
  associazioni	
  criminali,	
  anche	
  straniere,	
  2	
  dicembre	
  2008	
  -­‐	
  	
  
sull’entità	
   di	
   questo	
   fatturato	
   si	
   conoscono	
   valutazioni	
   diverse,	
   tutte	
   per	
   la	
   verità	
  
impressionanti,	
  ma	
  raramente	
  ben	
  documentate….”.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Un	
  proPilo	
  di	
  rilevante	
  delicatezza,	
  sul	
  quale	
  ha	
  ritenuto	
  necessario	
  esprimersi	
  recentemente	
  lo	
  
stesso	
  Consiglio	
  d’Europa	
  -­‐	
  Press	
  Service	
  fact	
  sheet	
  è	
  consultabile	
  all’indirizzo	
  www.coe.int/
greco	
   -­‐	
   evidenziando	
   come	
   “...	
   It	
   is	
   practically	
   impossible	
   to	
   quantify	
   the	
   total	
   cost	
   of	
  
corruption	
   because	
   under-­‐the-­‐counter	
   payments	
   are	
   obviously	
   unknown	
   (they	
   were	
   to	
   some	
  
extent	
  known	
  until	
  the	
  tax	
  deductibility	
  of	
  corruption-­‐linked	
  expenses	
  was	
  abolished	
  following	
  
anti-­‐corruption	
  efforts	
  by	
  the	
  international	
  community	
  in	
  the	
  1990s)...”.	
  
	
  
	
  In	
  merito	
  a	
  questo	
  “budgettare”	
  i	
  business	
  criminali	
  e,	
  poi,	
  i	
  mercati	
  sommersi,	
  illegali,	
  grigi	
  o	
  
neri,	
   viene	
   rilevato	
   sul	
   piano	
   del	
   metodo,	
   quindi	
   a	
   carattere	
   generale,	
   come	
   gli	
   indicatori	
  
relativi	
  ai	
  mercati	
  illegali	
  appaiano	
  molto	
  vulnerabili	
  alle	
  analisi	
  approfondite	
  sulla	
  qualità	
  dei	
  
dati,	
  così	
  da	
  venire	
  Pino	
  ad	
  oggi	
  frequentemente	
  utilizzati	
  più	
  a	
  Pini	
  comunicativi	
  che	
  non	
  a	
  Pini	
  
analitici	
   veri	
   e	
   propri	
   :	
   …	
   classi2iche	
   e	
   stime	
   sono,	
   quindi	
   –	
   ha	
   notato	
   L.	
   CELI,	
   Measuring	
  
Organised	
  Crime	
  in	
  Italy	
  –	
  Experiences	
  of	
  the	
  Mezzogiorno	
  Region,	
  intervento	
  al	
  convegno	
  “UE	
  
Forum	
  on	
  the	
  Prevention	
  of	
  Organised	
  Crime”,	
  Bruxelles,	
  7	
  febbraio	
  2006	
  -­‐	
  un’area	
  di	
  analisi	
  
che	
  va	
  sicuramente	
  sviluppata,	
  ma	
  che	
  oggi	
  non	
  appare	
  ancora	
  suf2icientemente	
  consolidata	
  
…”.	
  	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Vi	
  sono	
  tre	
  strumenti	
  ufaiciali	
  per	
  fornire	
  una	
  lettura	
  del	
  fenomeno	
  in	
  Italia.	
  
1.  le	
  statistiche	
  della	
  delittuosità	
  e	
  le	
  statistiche	
  della	
  criminalità,	
  che	
  rilevano	
  i	
  reati	
  che,	
  
una	
  volta	
  commessi,	
  diventano	
  noti	
  alle	
  forze	
  di	
  polizia	
  o	
  ad	
  un	
  ufPicio	
  giudiziario.	
  	
  
Si	
  riferiscono	
  alla	
  corruzione	
  dePinita	
  con	
  il	
  criterio	
  legalistico,	
  relativa	
  a	
  un’esperienza	
  
diretta	
   con	
   il	
   fenomeno	
   e	
   riguarda	
   la	
   corruzione	
   che	
   si	
   è	
   già	
   manifestata.	
   Tali	
   misure	
  
hanno	
  vantaggi	
  (	
  essere	
  oggettive	
  e	
  molto	
  dettagliate	
  e	
  disaggregate	
  per	
  aree	
  territoriali	
  o	
  
per	
  settori)	
  e	
  svantaggi	
  (sono	
  scarsamente	
  utili	
  ai	
  Pini	
  della	
  prevenzione	
  dal	
  momento	
  che	
  
si	
   riferiscono	
   ad	
   un	
   fenomeno	
   più	
   ristretto	
   dell’integrità	
   e	
   che	
   sono	
   elaborate	
   con	
   un	
  
notevole	
  ritardo	
  temporale	
  dall’evento;	
  possono	
  essere	
  fuorvianti	
  nella	
  misurazione	
  del	
  
fenomeno	
   e	
   vanno	
   interpretate	
   con	
   cautela	
   perché	
   dipendono	
   in	
   maniera	
   forte	
  
dall’efPicienza	
  del	
  sistema	
  giudiziario	
  o	
  comunque	
  dalla	
  Piducia	
  che	
  i	
  cittadini	
  hanno	
  nel	
  
sistema	
   giudiziario	
   e	
   nelle	
   forze	
   dell’ordine;	
   sono	
   scarsamente	
   comparabili	
   a	
   livello	
  
internazionale	
  dal	
  momento	
  che	
  le	
  regole	
  giuridiche	
  e	
  i	
  sistemi	
  giudiziari	
  possono	
  essere	
  
anche	
  molto	
  diversi).	
  
2.  Le	
  indagini	
  di	
  vittimizzazione,	
  in	
  Italia	
  condotte	
  dall’ISTAT	
  e	
  fortemente	
  sviluppate	
  nei	
  
Paesi	
   anglossassoni	
   e,	
   ora,	
   dalle	
   Istituzioni	
   comunitarie,	
   che	
   puntano	
   a	
   fornire	
   una	
  
indicazione	
  della	
  parte	
  dei	
  reati	
  non	
  rilevata	
  dalle	
  statistiche	
  ufPiciali.	
  
Vi	
  è	
  chi	
  distingue	
  tra	
  quelle	
  basate	
  sulla	
  percezione	
  e	
  quelle	
  basate	
  sull’esperienza.	
  	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Si	
  tratta	
  di	
  misurazioni	
  che	
  presentano	
  una	
  grande	
  variabilità	
  di	
  risultati,	
  e	
  una	
  prima	
  ragione	
  
è	
  costituita	
  dalle	
  diverse	
  deainizioni	
  e	
  concettualizzazioni	
  di	
  corruzione	
  sottostanti,	
  al	
  di	
  
là	
   del	
   tema	
   della	
   validità	
   e	
   afPidabilità	
   di	
   alcune	
   misurazioni	
   in	
   tema	
   di	
   indagini	
   di	
  
vittimizzazione	
  (dove,	
  ad	
  esempio,	
  le	
  misure	
  percettive	
  pongono	
  sullo	
  stesso	
  piano	
  situazioni	
  
molto	
  differenti,	
  con	
  il	
  valore	
  percepito	
  che	
  potrebbe	
  essere	
  alto:	
  	
  sia	
  nel	
  caso	
  in	
  cui	
  esista	
  una	
  
diffusa	
  e	
  frequente	
  piccola	
  corruzione	
  –	
  petty	
  C.	
  -­‐	
   	
  praticata	
  da	
  funzionari	
  di	
  livello	
  inferiore	
  
per	
   importi	
   modesti;	
   sia	
   nel	
   caso	
   in	
   cui	
   si	
   veriPichino	
   pochi	
   episodi	
   di	
   grande	
   corruzione	
   –	
  
grand	
  C.	
  -­‐	
  che	
  riguarda	
  alti	
  funzionari	
  ed	
  esponenti	
  politici	
  e	
  grosse	
  somme	
  di	
  denaro).	
  
	
  
Le	
   indagini	
   di	
   vittimizzazione,	
   in	
   particolare	
   quelle	
   basate	
   sulla	
   percezione	
   hanno	
   il	
  
vantaggio	
  di:	
  essere	
  comparabili	
  a	
  livello	
  internazionale;	
  rilevare	
  degli	
  aspetti	
  importanti	
  per	
  
le	
   politiche	
   di	
   prevenzione	
   e	
   	
   promozione	
   dell’integrità	
   (corruzione	
   latente,	
   Piducia	
   dei	
  
cittadini,	
  	
  ecc.);	
  rilevare	
  aspetti	
  utili	
  per	
  determinare	
  gli	
  effetti	
  della	
  corruzione	
  	
  (investimenti	
  
esteri,	
  impatti	
  della	
  corruzione	
  sulla	
  crescita,	
  ecc.).	
  Ma	
  hanno	
  rilevanti	
  svantaggi	
  che	
  devono	
  
essere	
   considerati	
   nell’analisi:	
   le	
   percezioni	
   possono	
   cambiare	
   rapidamente	
   senza	
   alcun	
  
fondamento	
  oggettivo;	
  a	
  livello	
  locale	
  le	
  percezioni	
  possono	
  essere	
  condizionate	
  da	
  differenti	
  
interpretazioni	
  e	
  schemi	
  culturali	
  di	
  che	
  cosa	
  costituisca	
  effettivamente	
  corruzione	
  e	
  cosa	
  no;	
  
alcune	
  persone	
  possono	
  non	
  avere	
  una	
  valida	
  base	
  conoscitiva	
  ed	
  esperienziale	
  per	
  esprimere	
  
la	
  propria	
  percezione.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Le	
   statistiche	
   della	
   delittuosità	
   rese	
   disponibili	
   dal	
   Ministero	
   dell’Interno	
   sono	
   l’unica	
  
fonte	
  ufaiciale	
  circa	
  i	
  reati	
  e	
  le	
  persone	
  denunciate	
  da	
  tutte	
  le	
  Forze	
  di	
  Polizia,	
  comprese	
  
Polizia	
   Penitenziaria,	
   Direzione	
   investigativa	
   antimaPia,	
   Corpo	
   Forestale	
   dello	
   Stato	
   e,	
  
indirettamente,	
  Corpi	
  di	
  polizia	
  locali	
  e	
  Capitanerie	
  di	
  Porto.	
  	
  
	
  
Si	
  tratta	
  di	
  una	
  delle	
  due	
  novità	
  estremamente	
  rilevanti	
  introdotte	
  nel	
  2004,	
  quando	
  il	
  
Sistema	
  di	
  Indagine,	
  più	
  noto	
  con	
  il	
  suo	
  acronimo	
  SDI,	
  sostituì	
  il	
  cd.	
  modello	
  165	
  attraverso	
  il	
  
quale	
  dal	
  1955	
  gli	
  organismi	
  periferici	
  di	
  sole	
  3	
  Forze	
  di	
  Polizia	
  -­‐	
  Polizia	
  di	
  Stato,	
  Carabinieri	
  e	
  
Guardia	
  di	
  Finanza	
  -­‐	
  trasmettevano	
  all’Istat	
  le	
  denunce	
  per	
  tutti	
  i	
  delitti	
  previsti	
  dal	
  codice	
  
penale,	
  compendiate	
  in	
  informative	
  trasmesse	
  all’Autorità	
  Giudiziaria.	
  	
  	
  
	
  
L’altra	
  rilevante	
  innovazione	
  è	
  stata	
  quella	
  della	
  registrazione:	
  
1. di	
  “fatti”,	
  cioè	
  di	
  tutti	
  gli	
  avvenimenti	
  d’interesse	
  per	
  le	
  Forze	
  di	
  polizia,	
  che	
  a	
  loro	
  volta	
  si	
  
distinguono	
  in	
  reati	
  ed	
  eventi	
  non	
  sanzionati	
  penalmente,	
  	
  
2. di	
   “provvedimenti”,	
   cioè	
   atti	
   formali	
   emessi	
   dalle	
   autorità	
   competenti	
   nei	
   confronti	
   di	
  
soggetti	
  od	
  oggetti	
  coinvolti	
  in	
  uno	
  speciPico	
  reato	
  o	
  evento.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Le	
  statistiche	
  della	
  delittuosità	
  sono	
  un	
  metodo	
  aderente	
  –	
  come	
  evidenzia	
  E.	
  CALABRIA,	
  Le	
  
statistiche	
   della	
   delittuosità,	
   una	
   misura	
   possibile	
   della	
   criminalità	
   in	
   Italia	
   e	
   in	
   Europa,	
  
consultabile	
  all’indirizzo	
  www.istat.it	
  -­‐	
  ai	
  programmi	
  statistici	
  comunitari	
  annuali,	
  nel	
  rispetto	
  
dei	
  principi	
  enunciati	
  dal	
  Codice	
  delle	
  statistiche	
  europee.	
  
	
  
Se	
   ogni	
   ulteriore	
   informazione	
   empirica	
   può	
   essere	
   utile,	
   se	
   le	
   consuete	
   indagini	
   di	
  
vittimizzazione	
  condotte	
  dall’ISTAT	
  possono	
  fornire	
  una	
  ulteriore	
  prospettiva	
  di	
  lettura	
   	
  del	
  
fenomeno,	
  non	
  esistono	
  “…due	
  verità	
  sulla	
  corruzione…”,	
  come	
  ha	
  	
  titolato	
  A.	
  CHERCHI,	
  	
  Le	
  
due	
  verità	
  sulla	
  corruzione,	
  su	
  “Il	
  Sole	
  24	
  Ore”.	
  
	
  
Il	
   tentativo	
   di	
   “superare”	
   le	
   statistiche	
   della	
   delittuosità	
   rese	
   disponibili	
   dal	
   Ministero	
  
dell’Interno	
  e	
  quelle	
  della	
  criminalità	
  o	
  giudiziarie	
  fornite	
  dal	
  Ministero	
  della	
  Giustizia,	
  	
  sembra	
  
tanto	
  inutile	
  quanto	
  pericoloso,	
  perché	
  su	
  questo	
  tema	
  –	
  come	
  ben	
  presente	
  a	
  tutti	
  coloro	
  
che	
  si	
  avventurano	
  in	
  simili	
  iniziative	
  –	
  il	
  risultato	
  è	
  prima	
  di	
  tutto	
  quello	
  di	
  far	
  passare	
  l’idea	
  
che	
   questi	
   dati	
   ufPiciali	
   non	
   siano	
   veri,	
   mentre,	
   come	
   noto	
   a	
   criminologi	
   e	
   sociologi	
   della	
  
devianza,	
   richiedono	
   esclusivamente	
   delle	
   “cautele	
   di	
   lettura”	
   analoghe	
   a	
   quelle	
   di	
   altri	
  
importanti	
  fenomenologie	
  criminali,	
  come,	
  ad	
  esempio,	
  	
  il	
  trafPico	
  di	
  sostanze	
  stupefacenti.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Lo	
  stesso	
  sistema,	
  quello	
  delle	
  statistiche	
  della	
  delittuosità,	
  è	
  quello	
  utilizzato	
  dal	
  Paese	
  
per	
   rispondere	
   alle	
   richieste	
   pervenute	
   dall’UfPicio	
   delle	
   Nazioni	
   Unite	
   di	
   Vienna,	
   UNODC,	
  
competente	
   sulla	
   attuazione	
   della	
   Convenzione	
   ONU	
   contro	
   la	
   corruzione:	
   diversamente	
  
raggruppati	
   i	
   diversi	
   reati	
   secondo	
   la	
   maschera	
   pervenuta	
   da	
   Vienna	
   con	
   il	
   UN-­‐CTS	
   –	
  
Questionnaire,	
   la	
   situazione	
   italiana	
   viene	
   rappresentata	
   attraverso	
   le	
   statistiche	
   della	
  
delittuosità,	
   rese	
   disponibili	
   dal	
   Ministero	
   dell’Interno	
   (il	
   cd.	
   Police	
   Module	
   –	
   Corruption	
   –	
  
Recorded	
  offences	
  	
  and	
  persons	
  brought	
  	
  into	
  formal	
  contact	
  	
  for	
  crimes	
  involving	
  corruption	
  ),	
  
e	
  quelle	
  della	
  criminalità	
  o	
  giudiziarie	
  fornite	
  dal	
  Ministero	
  della	
  Giustizia	
  (il	
  cd.	
  	
  Prosecution	
  
Module	
  –	
  Corruption	
  -­‐	
  	
  Persons	
  prosecuted	
  for	
  crimes	
  involving	
  corruption).	
  
	
  	
  
	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
 
Le	
  statistiche	
  della	
  criminalità,	
  una	
  species	
  del	
  genus	
  di	
  quelle	
  giudiziarie	
  (in	
  cui	
  rientrano	
  
anche	
  le	
  statistiche	
  giudiziarie	
  civile	
  e	
  amministrativa),	
  fotografano	
  i	
  reati	
  per	
  i	
  quali	
  l’Autorità	
  
Giudiziaria	
  ha	
  avviato	
  l’azione	
  penale,	
  cioè	
  quell’atto	
  che	
  al	
  termine	
  delle	
  indagini	
  preliminari	
  
trasforma	
  un	
  indagato	
  in	
  un	
  imputato	
  di	
  un	
  processo.	
  	
  
Nell’area	
   delle	
   statistiche	
   giudiziarie,	
   quelle	
   sulla	
   criminalità	
   sono	
   forse	
   le	
   più	
   antiche,	
  
considerato	
  che	
  è	
  possibile	
  disporre	
  di	
  informazioni	
  già	
  dalla	
  Pine	
  del	
  XIX	
  secolo.	
  	
  
	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Il	
  numero	
  dei	
  reati	
  registrati	
  rappresenta	
  solo	
  una	
  parte	
  di	
  quelli	
  effettivamente	
  consumati:	
  le	
  
statistiche	
   della	
   delittuosità	
   e	
   della	
   criminalità	
   fotografano,	
   quindi,	
   quella	
   che	
   possiamo	
  
dePinire	
  “criminalità	
  apparente”	
  o	
  registrata,	
  considerato	
  che	
  la	
  rilevazione	
  non	
  “percepisce”,	
  
per	
  diverse	
  ragioni,	
  un	
  numero	
  più	
  o	
  meno	
  rilevante	
  di	
  reati	
  che	
  compongono	
  il	
  sommerso	
  
della	
  criminalità,	
  il	
  cd.	
  numero	
  oscuro:	
  
• varia	
  sensibilmente	
  da	
  reato	
  a	
  reato,	
  e	
  anche	
  all’interno	
  della	
  stessa	
  tipologia	
  delittuosa;	
  
• è	
  pari	
  a	
  zero	
  per	
  furti	
  di	
  beni	
  mobili	
  registrati	
  o	
  quelli	
  coperti	
  da	
  assicurazione	
  (auto	
  e	
  moto),	
  
• è	
  elevatissimo	
  nel	
  caso	
  di	
  furti	
  di	
  beni	
  di	
  modico	
  valore.	
  
	
  
In	
  tema	
  di	
  reati	
  contro	
  la	
  PA,	
  in	
  particolare,	
  emerge	
  una	
  ulteriore	
  difPicoltà	
  nella	
  misurazione	
  
del	
  dato:	
  questi	
  delitti	
  sono	
  in	
  larga	
  parte	
  “reati	
  senza	
  vittima”,	
  caratterizzati	
  cioè	
  dal	
  fatto	
  
che	
  manca	
  il	
  tipico	
  vettore	
  della	
  denuncia,	
  nel	
  senso	
  che	
  non	
  vi	
  è	
  una	
  vittima,	
  persona	
  Pisica	
  o	
  
giuridica,	
   che,	
   quale	
   soggetto	
   passivo,	
   può	
   presentare	
   una	
   denuncia	
   alle	
   Forze	
   di	
   Polizia,	
  
facilitando,	
  quindi,	
  la	
  rilevazione	
  e	
  l’intervento	
  sulla	
  condotta	
  criminale.	
  
	
  
E’	
  evidente,	
  con	
  immediatezza,	
  che	
  tanto	
  più	
  si	
  enfatizza	
  questo	
  “dato	
  nascosto”,	
  tanto	
  più	
  
risulta	
  facile	
  muoversi	
  lungo	
  altre	
  piste	
  rispetto	
  a	
  quelle	
  che	
  emergono	
  dall’analisi	
  del	
  dato	
  
statistico.	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
2004	
   2005	
   2006	
   2007	
   2008	
   2009	
   2010	
  
Delitti	
  
registrati	
  
3.403	
   3.550	
   5.498	
   3.367	
   3.413	
   3.230	
   3.076	
  
Persone	
  denunciate	
  
F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
  
2.812	
   9.935	
   2.944	
   10.903	
   5.785	
   15.019	
   3.561	
   10.418	
   3.091	
   11.309	
   3.651	
   9.963	
   3.591	
   10.233	
  
12.747	
   13.847	
   20.804	
   13.979	
   14.400	
   13.614	
   13.824	
  
Dato	
  ITALIA	
  
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
NOTA	
  	
  METODOLOGICA:	
  sono	
  state	
  considerate	
  le	
  fattispecie	
  p.	
  e	
  p.	
  dagli	
  artt.	
  :	
  414,	
  316,	
  316	
  bis,	
  316	
  ter,	
  317,	
  318,	
  319,	
  319	
  ter,	
  320,	
  322,	
  322	
  
bis,	
  323,	
  353,	
  354,	
  355,	
  356,	
  640	
  bis	
  del	
  codice	
  penale.	
  Pur	
  se	
  evidentemente	
  signiJicativa,	
  la	
  fattispecie	
  p.	
  e	
  p.	
  dall’art.	
  640,	
  2°comma,	
  c.p.,	
  
dedicata	
  a	
  punire	
  la	
  fattispecie	
  aggravata	
  prevista	
  nei	
  casi	
  di	
  consumazione	
  a	
  danno	
  dello	
  Stato,	
  non	
  è	
  stata	
  considerata,	
  in	
  quanto	
  il	
  Sistema	
  
di	
   Indagine,	
   nella	
   registrazione	
   delle	
   denunce	
   per	
   l’art.	
   640	
   bis	
   cp,	
   prevede	
   tale	
   speciJicazione	
   quale	
   voce	
   facoltativa	
   lasciata	
   alla	
  
discrezionalità	
  dell’operatore.	
  	
  	
  
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
DATO	
  ITALIA,	
  UNA	
  INSOLITA	
  PROSPETTIVA	
  DI	
  GENERE	
  
25.435	
  donne	
  denunciate	
  su	
  103.215	
  	
  persone	
  denunciate	
  dal	
  2004	
  al	
  2010,	
  segnalano	
  una	
  “presenza”	
  
prossima	
  al	
  25%,	
  con	
  alcune	
  annualità	
  dove	
  tale	
  percentuale	
  sPiora	
  il	
  30%:	
  
• il	
  22	
  %	
  nel	
  2004,	
  con	
  2.812	
  donne	
  su	
  12.747	
  persone	
  denunciate;	
  
• il	
  22	
  %	
  nel	
  2005,	
  con	
  2.944	
  donne	
  su	
  13.847;	
  
• il	
  28	
  %	
  nel	
  2006,	
  con	
  5.785	
  donne	
  su	
  20.804;	
  	
  
• il	
  25%	
  nel	
  2007,	
  con	
  3.561	
  donne	
  su	
  13.979;	
  
• il	
  22	
  %	
  nel	
  2008,	
  con	
  3.091	
  donne	
  su	
  14.400;	
  
• il	
  27%	
  nel	
  2009,	
  con	
  3.651	
  donne	
  su	
  13.614;	
  
• di	
  nuovo	
  il	
  27%	
  nel	
  2010,	
  con	
  3.591	
  donne	
  denunciate	
  su	
  13.824	
  soggetti	
  segnalati.	
  
2004	
   2005	
   2006	
   2007	
   2008	
   2009	
   2010	
  
Persone	
  denunciate	
  
F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
  
2.812	
   9.935	
   2.944	
   10.903	
   5.785	
   15.019	
   3.561	
   10.418	
   3.091	
   11.309	
   3.651	
   9.963	
   3.591	
   10.233	
  
12.747	
   13.847	
   20.804	
   13.979	
   14.400	
   13.614	
   13.824	
  
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI SOGGETTO ATTIVO
Reati	
  commessi	
  da	
  
“chiunque”,	
  
Reati	
  p.	
  e	
  p.	
  dagli	
  art.	
  
322	
  e	
  353	
  cp	
  
Reati	
  consumati	
  da	
  P.U.	
  o	
  	
  da	
  
Incaricati	
  di	
  P.S.	
  
Reato	
  p.	
  e	
  p.	
  
dall’art.	
  323	
  cp	
  
TOTALE	
  
Delitti	
  consumati	
  
11.956	
   2.147	
   4.048	
   7.386	
   25.537	
  
Donne	
  denunciate	
  
19.421	
   757	
   2.279	
   2.978	
   25.435	
  
Maschi	
  denunciati	
  
40.465	
   6.263	
   12.478	
   18.574	
   77.780	
  
Totale	
   persone	
  
denunciate	
   59.886	
   7.020	
   14.757	
   21.552	
   103.215	
  
1.  In	
  tale	
  dato	
  è	
  ricompresa	
  anche	
  	
  l’ipotesi	
  di	
  cui	
  all’art.	
  321	
  cp,	
  “Pene	
  per	
  il	
  corruttore”,	
  che	
  realizza	
  la	
  Pigura	
  della	
  corruzione	
  quale	
  
reato	
  a	
  concorso	
  necessario	
  estendendo	
  al	
  privato	
  le	
  stesse	
  pene	
  del	
  pubblico	
  ufPiciale	
  o	
  dell’incaricato	
  di	
  pubblico	
  servizio.	
  
2.  Come	
  già	
  illustrato	
  alla	
  nota	
  69	
  per	
  l’ipotesi	
  p.	
  e	
  p.	
  dall’art.	
  640	
  II	
  comma	
  cp,	
  il	
  Sistema	
  di	
  Indagine	
  non	
  consente	
  anche	
  per	
  queste	
  
due	
  fattispecie	
  di	
  distinguere	
  tra	
  le	
  diverse	
  ipotesi	
  sanzionatorie	
  rispettivamente	
  previste,	
  alcune	
  delle	
  quali	
  costruite	
  come	
  reato	
  
“proprio”	
   e	
   altre	
   come	
   reato	
   “comune”,	
   perché	
   prevede	
   tale	
   speciPicazione	
   quale	
   voce	
   facoltativa	
   lasciata	
   alla	
   discrezionalità	
  
dell’operatore.	
  
3.  Il	
  dato	
  comprende	
  anche	
  i	
  soggetti	
  cui	
  l’art.	
  322	
  bis	
  cp	
  estende	
  la	
  punibilità	
  rispetto	
  alle	
  fattispecie	
  p.	
  e	
  p.	
  dagli	
  art.	
  314,	
  316,	
  317	
  –	
  
320,	
  322	
  terzo	
  e	
  quarto	
  comma	
  cp.	
  
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
La	
  relazione	
  con	
  tale	
  fenomeno.	
  ALLEGATI	
  
Delitti	
  
corruzione	
  
(art.	
  318,	
  319,	
  320	
  cp)	
  
concussione	
  
(art.	
  317	
  cp)	
  
abuso	
  d’ufaicio	
  
(art.	
  323	
  cp)	
  
truffa	
  per	
  il	
  …	
  
(art.640	
  bis	
  cp)	
  
indebita	
  percezione	
  
(art.	
  316	
  ter	
  cp)	
  
Numero	
  
denunce	
  
939	
   881	
   7.386	
   7.515	
   3.099	
  
	
  	
  Persone	
  denunciate	
  
M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
   M	
   F	
  
6.490	
   1.199	
   1.846	
   159	
   18.574	
   2.978	
   28.531	
   14.247	
   5.371	
   3.944	
  
7.689	
   2.005	
   21.552	
   42.778	
   9.315	
  
DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI REATO
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
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Azienda Ospedaliera U.I. Verona, bortoletti, 2017, corruzione, sprechi, cortesie a futura memoria, favori, partite di giro e mazzette

  • 1. IL  PROGETTO  «CURIAMO  LA  CORRUZIONE»     INCONTRA  L’AOUI  DI  VERONA   Verona,  7  novembre  2017   Col.  CC.  Maurizio  BORTOLETTI   AZIENDA  OSPEDALIERA  UNIVERSITARIA  INTEGRATA     VERONA    
  • 2. Perché  siamo  qui.     Una  premessa  conosci3va:  il  fenomeno  tra  burocrazia,  maladministra3on,  sprechi,   cortesie  a  futura  memoria,  favori  ,  par3te  di  giro  e  mazze>e.     La  relazione  con  tale  fenomeno.     Per  concludere.     AGENDA   LA  PREVENZIONE  DEL  FENOMENO  RIGUARDA  TUTTI.   NON  E’  UN  “AFFARE”  DELL’RPC,  DEL  D.A.  E  DI  QUALCHEDUN  ALTRO.     TUTTI  IN  AZIENDA  VEDONO,  SENTONO,  PARLANO  
  • 3. Perché  siamo  qui.   AGENDA   LA  PREVENZIONE  DEL  FENOMENO  RIGUARDA  TUTTI.   NON  E’  UN  “AFFARE”  DELL’RPC,  DEL  D.A.  E  DI  QUALCHEDUN  ALTRO.     TUTTI  IN  AZIENDA  VIVONO,  VEDONO,  SENTONO,  ASCOLTANO,  NOTANO,  …  
  • 4. “Le  amministrazioni  pubbliche  sono  una  delle  cose  più  imperfe7e  che  esistano  per  la  loro   essenziale  contraddizione:  sono  spaventosi  di  potenza  e  insieme  inermi,  sopraffanno  ma   si   lasciano   puerilmente   gabbare,   hanno   ricchezze   immense   e   vivono   lesinando,   sono   concepite  secondo  ordine  e  vivono  in  disordine.     In  questo  c’è  il  dramma  dello  Stato  contemporaneo.     Ma  con  ciò  siamo  giunE  ai  confini  della  nostra  disciplina  che  dobbiamo  rispe7are”     Prof.  Massimo  Severo  Giannini,  Diri4o  Amministra7vo,  1970.   PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.  
  • 5.   “Il   nostro   è   un   Paese   malato,   non   un   malato   terminale,   ma   certamente   un   malato   grave,   affetto  da  una  patologia  cronica,  progressiva  e  contagiosa,  che  ne  sta  minando  alla  radice   le  energie  2isiche  e  morali.  …  anche  il  chirurgo  è  malato  e  forse  è  più  malato  degli  altri  …  preda   di  una  rassegnazione  debilitante  …  un  cancro  ad  alta  potenzialità  distruttiva  che  stravolge   il  sistema  immunitario  del  paese  …  un  malato  che  appare  ormai  inguaribile,  perché  soffre   di  un  male  che  ogni  giorno  ne  mina  la  2ibra.  Sembra  che  non  ci  siano  terapie  …” (Liberal,   15.7.10)     Senza  entrare  nel  merito,  certamente  angosciante.     Ma  effettivamente,     nell’Italia  “culla  del  diritto”  il  diritto  ci  stava  così  bene  da  essersi  addormentato?   (Enio  Flaiano).   PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.  
  • 8. PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.   2017,  CORRUPTION  IN  THE  EUROPEAN  UNION.   Prevalence  of  corruption,  and  anti-­‐corruption  efforts  in  selected  EU  Member  States.  
  • 9. 9   “La  le4era  al  milite  ignoto”  di  Carlo  Mochi  Sismondi,  presidente  di  FORUMPA   “…  perché  certe  cose  le  sapevi  benissimo,  perché  le  hai  de7e  cento  volte  ai  tuoi  capi,  perché   hai  dovuto  sopportare  lo  sguardo  di  commiserazione  dei  furbi…  (eppure,  n.d.r.)  …nonostante   i  tuoi  colleghi  facessero  di  tu7o  invece  di  lavorare,  hai  fa7o  sempre  lo  stesso  il  tuo  dovere,   anzi  un  po’  di  più  perché  facevi  anche  il  lavoro  degli  altri….”.   CORROSIONE  vs.  CORRUZIONE  DEL  SISTEMA  PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.  
  • 10. 10   La  constatazione  di  uffici  che  funzionavano  nonostante  quelle  assenze,  così  che  “…  dopo  lustri  di   commissioni  sulla  spesa  pubblica,  dopo  l’inconcludenza  della  spending  review,  si  dovrà  riconoscere   ai  195  eroi  del  non  lavoro  il  merito  di  avere  indicato  come  e  dove  tagliare….”.   “195  eroi  del  non  lavoro”  di  Davide  Giacalone   CORROSIONE  vs.  CORRUZIONE  DEL  SISTEMA  PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.  
  • 11. Percezione della estensione della corruzione o di altri illeciti nella pubblica amministrazione nazionale. Cittadini che dichiarano di aver ricevuto la richiesta di una tangente negli ultimi 12 mesi. Indagine richiesta dall’European Anti-Fraud Office e realizzata dalla Gallup Organization ( consultabile su http://ec.europa.eu ). CITIZENS’ PERCEPTIONS OF FRAUD AND THE FIGHT AGAINST FRAUD IN THE EU 27 “…  I  dati  sono  dati  –  ha  ricordato  Luca  RICOLFI,  Il  sacco  del  nord,  Guerini,  2010  –  ciò  che   cambia  è  la  prospettiva  con  i  quali  li  interpretiamo…”.     PRESENTAZIONE   Perché  siamo  qui.  
  • 12. Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 13.  La  CORRUZIONE     nasce  da  una  posizione  di     DISPARITA’     fra  chi,  voce  dell’Amministrazione,  ne  esprime  le  determinazioni       e    i    CITTADINI     Corruzione:  una  premessa  conosci3va   Robert  Klitgaard  1988:     C  =  M  +  D  –  A.     Corruption  equals  monopoly  plus  discretion  minus  accountability   Le  Nazioni  Unite  -­‐  come  ha  ricordato  A.M.COSTA,  già  Vice-­‐Segretario  Generale  e  Direttore   Esecutivo  dello  United  Nations  OfPice  on  Drugs  and  Crime  di  Vienna,  su  www.altalex.com  -­‐   hanno  evitato  di  avventurarsi  in  una  pericolosa  attività  deainitoria  nella  Convenzione   contro  la  corruzione,  scegliendo  di  fare  “…  ricorso  a  fattispecie  concrete  piuttosto  che  a  una   mera   deJinizione   terminologica;   queste   stesse   Jigure   criminose   dovranno   essere   obbligatoriamente  recepite  come  tali  dalle  legislazioni  nazionali  …”.  
  • 14. Premessa Fino agli anni ‘90 la corruzion ancora considerata un argom tabù: non solo veniva rarame citata come problema nei con internazionali, ma addirittura Pesi era consentito alle aziend iscrivere le tangenti pagate ne bilanci, come fossero “normal di consulenza o intermediazio Alcuni dittatori e Capi di Stato dell’epoca sono divenuti legge più per i patrimoni stratosferi accumulati grazie alla corruzio ruberie che per la loro attività politica; le organizzazioni internazionali sembravano or essersi rassegnate al fatto che aiuti allo sviluppo per il terzo venissero ineluttabilmente dr corruzione e frodi. Non vi era alcuna convenzion internazionale a regolare e de gli standard minimi per la lott corruzione ed anche la conos del fenomeno e delle sue dim reali era pressoché nulla. CHE COS’ E’ LA CORRUZIONE La definizione corrente utilizzata da Transparency International di corruzione è: abuso della fiducia pubblica e del potere per l’ottenimento di vantaggi privati. Le conseguenze della corruzione sono disastrose e vanno ben al di là di ciò che generalmente si considera il danno provocato: la corruzione infatti avvelena la società, distrugge la fiducia, erode le possibilità di sviluppo, accresce la povertà distraendo le risorse disponibili, causa distorsioni ed ineguaglianze anche a livello regionale, alimenta investimenti e spese inutili, peggiora il rischio paese e allontana gli investitori, aumentando il costo del debito e, quindi, mettendo a rischio il futuro delle nuove generazioni. L’Italia si sarebbe potuta risparmiare molti dei sacrifici che vengono oggi richiesti alla collettività, se solo avesse scelto di percorrere la strada dell’etica e dell’anticorruzione negli anni passati: avremmo avuto un debito pubblico inferiore, avremmo avuto una migliore immagine internazionale e quindi un rating migliore sul debito, la nostra credibilità internazionale sarebbe certamente più lusinghiera. Corruzione:  una  premessa  conosci3va            Il  tema  della  corruzione  è  evocativo  ed  eclatante,  ed  è  naturale  utilizzarlo  con  termini  quali   “allarme”  ed  “emergenza”,  alimentando  una  nebbia  nella  quale  NESSUNO  distingue    tra:   1.  l’infedeltà   del   dipendente   pubblico,   che   è   alla   base   di   gravi   delitti   (corruzione,   concussione  e  peculato),     2.  la  cattiva  amministrazione  (la  cd.  maladministration),  l’inefPicienza  della  PA,   3.  la  congerie  di  condotte  criminali  tentate  o  consumate  da  chi,  il  più  delle  volte  privato   cittadino,   ha   scambiato   la   Pubblica   Amministrazione,   disattenta   e   indifesa,   per   un   bancomat  senza  plafond.  
  • 15. Il  tema  della  legalità     InefPicienza  e  burocrazia.     L’ipertroPia  normativa  e  la  cd.  opzione  zero.     La  corrosione  del  sistema,  prima  della  corruzione   del  sistema.     Il  tema  nell’agenda  politica     La  sPiducia  dei  cittadini   Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 16.   Le  poche  voci  dissonanti  vengono  schiacciate  da  una  “questione  morale”  che,  costantemente,   quasi   come   un   Piume   carsico,   riemerge   nel   dibattito   politico   e   sociale   e   “mette   all’indice”   coloro  che  resistono  “…  alla  tentazione  di  avventurarsi  sul  rischioso  terreno  dei  paralleli  e   dei  calcoli  …  custodendo  con  caparbietà  il  segreto  –  come  ha  ricordato  Emanuele  Narducci,   Processi  ai  politici  nella  Roma  antica,    Laterza,  Roma-­‐Bari,  1995  -­‐  di  questi  risultati  allegati  e   non   dimostrati,   facendo   riferimento   a   parametri   noti   solo   a   lui   stesso   ed   eludendo   con   allegria  una  serie  di  evidenti  interrogativi….”.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 17. 17   Inefficienza   e   corruzione   sono   patologie   ben   dis3nte,   dal   momento   che   può   aversi   inefficienza  anche  senza  corruzione  (cioè  nel  caso  di  funzionari  perfe4amente  integri).   Diversamente,   è   più   difficile   affermare   che   possa   esservi   corruzione   che   non   generi   inefficienza.       L'inefficienza,  al  contrario  della  corruzione  che  è  per  definizione  un  fenomeno  nascosto,   è  riscontrabile  nei  da3  che  mostrano  che  in  Italia  le  opere  costano  più  che  in  altri  Paesi,   che  hanno  tempi  più  lunghi  e  che  spesso  rimangono  incompiute.       Misure   volte   a   contrastare   e   ridurre   l'inefficienza   possano   avere   anche   l'effe4o   indire4o  di  ridurre  la  corruzione.  Se  infaR  la  corruzione  corrisponde  a  una  quota  parte   dell'inefficienza  e  dietro  a  questa  si  nasconde,  il  miglioramento  dell'efficienza  (ovvero  la   diminuzione   dei   cos7,   l'accorciamento   dei   tempi,   il   miglioramento   della   qualità   e,   in   defini7va   il   conseguimento   della   performance)   può   ridurre   gli   spazi   di   a4uazione   dei   paR  corruRvi.       Se  si  conseguisse  la  piena  efficienza  si  azzererebbe  lo  spazio  per  la  corruzione  o,  più   corre4amente,  potrebbe  permanere  uno  spazio  solo  per  forme  di  corruzione  neutrali   all'efficienza.   APRIAMO  UNA  PARENTESI:  INEFFICIENZA  vs.  CORRUZIONE  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 18. 18   INEFFICIENZA  misurabile:   •  negli  indicatori  di  performance,     •  nel  confronto  tra  i  cos7  sostenu7  e  dei  tempi  impiega7  dalle  diverse  amministrazioni   in  relazione  ad  aRvità  similari;   •  …..   L’alta  velocità  in  Italia  è  costata  47,3  milioni  di  euro  al  chilometro  per  il  tra4o  Roma  -­‐   Milano,  74  milioni  per  il  tra4o  tra4a  Torino  –  Novara,  79,5  milioni  per  il  tra4o  Novara-­‐ Milano  e  96,4  milioni  per  il  tra4o  Bologna  -­‐  Firenze.     Analoga  opera  è  costata  10  milioni  a  chilometro  della  tra4a  Parigi-­‐Lione,  9,8  milioni  per   il  tra4o  Madrid  –  Siviglia  e  9,3  milioni  per  il  tra4o  della  Tokyo-­‐Osaka.       Quindi,  estrema  rischiosità  della  regolazione  fondata  su  norme  preposte  a  contrastare   la  corruzione  che  prescindano  dalla  ricerca  dell'efficienza  (come  nel  caso  della  privazione   della   discrezionalità   amministra7va   e   della   limitazione   dell'u7lizzo   di   procedure   volte   all'apprendimento  dell'amministrazione).   3   PERICOLI:   enormi   perdite   di   efficienza,   con   inaltera7   livelli   di   corruzione   e   con   la   necessità  di  costan7  procedure  derogatorie.   APRIAMO  UNA  PARENTESI:  INEFFICIENZA  vs.  CORRUZIONE  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 19. 19   L'amministrazione  non  può  essere  sos3tuita  dalla  Legislazione.       SE  l'inefficienza  si  traduce  nel  caRvo  u7lizzo  delle  risorse  pubbliche,  dovuto  a  caRva   qualità  dei  beni  e  servizi  acquis7,  alla  dilatazione  dei  tempi  delle  commesse  pubbliche,   all'aumento   della   spesa,   può   esserci   inefficienza   senza   corruzione,   ovvero   anche   in   presenza  di  funzionari  ones7ssimi  (tanto  in  fase  di  aggiudicazione  che  di  esecuzione  del   contra4o).     Tale   inefficienza   può   essere   causata   dalla   caVva   regolazione   (compresa   la   c.d.   inflazione  norma7va),  dalla  caVva  amministrazione  (dovuta  a  caRva  organizzazione,  ad   incapacità  dei  funzionari  pubblici,  ecc)  oppure  alle  due  cose  insieme.       La  pretesa  di  disciplinare  ex  ante  tu4e  le  molteplici  e  astra4e  possibilità,  cos7tuisce  un   approccio  errato  alla  complessità  mentre  una  ges7one  corre4a  della  stessa  complessità   richiede  la  flessibilità  delle  scelte  necessarie  per  il  caso  concreto.       APRIAMO  UNA  PARENTESI:  INEFFICIENZA  vs.  CORRUZIONE  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 20. 20   TUTTO  QUI?     Magari:     ⇒ L’ipertrofia  norma7va  e  la  «burocrazia  difensiva»;   ⇒ Dalle  regole  alla  quo7dianità:  la  risposta  del  Legislatore,  con  il  recente,  purtroppo,   dibaRto  sul  reato  di  abuso  d’ufficio;   ⇒ la  corrosione  del  sistema,  prima  della  corruzione  del  sistema;   ⇒ Il  tema  nell’agenda  poli7ca;     ma,  sopra>u>o,     ⇒ una  REALTA’  completamente  diversa;   ⇒ una  REALTA’  so4ovalutata   e  una  QUOTIDIANITA’  che  mol3,  forse  per  convenienza,  fingono  di  NON  CONOSCERE.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 21. 21   “SULLA  BASE  DEL  PASSATO  IL  PRESENTE  PRUDENTEMENTE  AGISCE  PER  NON   GUASTARE  L’AZIONE  FUTURA”.       TIZIANO,   Allegoria   della   Prudenza,   1565-­‐1570,  colore  ad  olio,     Na3onal  Gallery,  Londra.   Raffigura  tre  teste  umane,  un  vecchio,  un   uomo   maturo   e   un   giovane,   che   s o v r a s t a n o   t r e   t e s t e   a n i m a l i ,   rispeRvamente  un  lupo,  un  leone  ed  un   cane.       Ex  Praeterito  /  Praesens  Prudenter  Agit  /   Ni  Futura(m)  AcPone(m)  Deturpet   L’IPERTROFIA  NORMATIVA  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 22. 22   L’IPERTROFIA  NORMATIVA   La   risposta   ha   vissuto,   a   lungo,   su   una   illusione:   che   si   potesse   esprimere   con   geometrica   precisione   la   bontà   dei   servizi   offer7   agli   uten7   e   l’efficienza   della   Pubblica  Amministrazione.     L’unico   risultato   conseguito   è   stato,   quindi,   diametralmente   opposto   a   quello   perseguito:  è  sufficiente  pensare  a  quel  fiume  in  piena  di  circolari,  direRve,  norme   di  standardizzazione,  procedure,  protocolli  e  istruzioni  par7colareggiate,  diventa7   una  «prigione»  per  i  dipenden7  pubblici  responsabili  sempre  di  più  verso  revisori  e   superiori  e  sempre  meno  verso  i  ci4adini.     Così,   anziché   o>enere   la   rassicurazione   del   ci>adino   è   stata,   così,   gravemente   compromessa  l’aRvità  degli  addeR  ai  lavori,  affoga7,  almeno  per  metà  della  loro   giornata  lavora7va,  in  adempimen7  burocra7ci.         Un  fenomeno  che  ha  finito  con  l’alimentare  la  crescita  di  una  serie  di  concrezioni   burocra3che,   con   sovrapposizioni   e   duplicazioni   di   competenze   che   hanno   generato  deresponsabilizzazione  e,  alla  fine,  impunità.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 23. 23   L’IPERTROFIA  NORMATIVA   Questo  abuso  di  regolazione  formale  e  formalis3ca,  quale  espressione  silenziosa   dell’evidente  sfiducia  verso  il  funzionario  pubblico  –  lasciato  a  se  stesso  e  valutato   più  per  il  rispe4o  delle  procedure  seguite  che  per  i  risulta7  che  oRene  –  ha  inoltre   generato   un   tale   sovraccarico   procedurale   da   rendere   in   mol3   casi   necessarie   quelle  deroghe  e  quelle  eccezioni  che  sono  una  merce  preziosa  del  mercato  della   corruzione.       Più  che  inquilini  di  uno  Stato  senza  Stato,  dove  prosperano  inefficienza  pubblica  e   illegalità   privata,   si   è   diventa7   viRme   paradossali   di   un   vuoto   che   dipende   dall’ipertrofia  norma7va,  dal  «troppo  pieno»,  fru4o  di  una  bulimia  incontrollabile   di   medicine,   rimedi,   interven7,   in   un   tenta7vo   affannoso   di   porre   rimedio   ai   problemi:  la  soluzione  cercata  in  una  nuova  norma,  piu>osto  che  nel  tenta3vo  di   far   funzionare   l’esistente,   diventa,   poi,   un   facile   alibi   legisla7vo   dietro   il   quale   mime7zzare  l’irresponsabilità  ges7onale.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 24. 24       “SULLA  BASE  DEL  PASSATO  IL  PRESENTE  PRUDENTEMENTE  AGISCE   PER  NON  GUASTARE  L’AZIONE  FUTURA”.     Con   un   unico   risultato,   che   si   amplifica   quanto   più   la   situazione   ambientale  è  difficile.      Si  tra4a  della  cd.  burocrazia  difensiva:   ⇒ meglio  star  fermi,  che  rischiare;   ⇒ meglio  avere  un  ordine  che  avere  un’inizia7va;   ⇒ meglio  porre  un  quesito  che  firmare,     ….   mentre   tu4o   si   blocca,   la   corruzione   la   sua   strada   la   trova   sempre.     LA  BUROCRAZIA  DIFENSIVA  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 25. 25   “SULLA  BASE  DEL  PASSATO  IL  PRESENTE  PRUDENTEMENTE  AGISCE   PER  NON  GUASTARE  L’AZIONE  FUTURA”.       Un   sistema   is7tuzionale   e   amministra7vo   stra7ficato   che   penalizza   chi   decide   di   decidere   e   che   disincen3va   l’assunzione   di   responsabilità.     Un   sistema   nel   quale   ognuno   sa   di   poter   essere   giudicato   o   condannato  solo  se  prenderà  una  qualsiasi  decisione.     Al  centro,  appunto,  LA  PRUDENZA.     E’  quella  che  DELZIO  ha  definito,  l’  Opzione  zero.     Quella   dell’ul3ma   slide,   dopo   presentazioni   nelle   quali   vengono   presentate  e  sviscera7  cos7  e  benefici  di  tu4e  le  opzioni.           LA  BUROCRAZIA  DIFENSIVA  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 26. 26   LA  BUROCRAZIA  DIFENSIVA   “SULLA   BASE   DEL   PASSATO   IL   PRESENTE   PRUDENTEMENTE   AGISCE  PER  NON  GUASTARE  L’AZIONE  FUTURA”.       Un   virus   invisibile   e   perfido,   perché   quando   ci   si   inizia   ad   ammalare   ci   fa   sen7re   meglio,   perché   ci   fa   percepire   di   aver   scansato  un  grosso  rischio,  un  problema  rognoso,  eliminando  cos7   e  incertezze.     MA  dopo  anni,  tu>o  si  sclero3zza  e  diventa  impossibile.     MA  così  si  abba>ono  i  cos3  nel  presente  ignorando  il  futuro,  per   vivere  tranquilli  oggi.     COSI’,  alla  fine,  la  responsabilità  non  è  di  nessuno.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 27. 27   DALLE  REGOLE  ALLA  QUOTIDIANITA’   Il  mancato,  reale  intervento  sulle  disfunzionalità,  le  ha,  come  è  ovvio,  alimentate:   si   tra4a   di   malpracEces   mirate   a   logiche   di   favore   patrimoniale,   di   protezione   d’interessi  ele4orali,  di  mone7zzazione  di  beni  non  monetari,  che  vanno  al  di  là   del   mercimonio   della   funzione   pubblica   e   che   soltanto   in   piccola   parte   riveste   rilievo  penale.       Un   mix   di   manifestazioni   patologiche   della   nostra   quo3dianità,   un   intreccio   di   aspeR  disfunzionali,  tra  loro  correla7,  che  investono  la  dimensione  della  caRva   programmazione  e  la  definizione  proge4uale  degli  interven7,  le  differen7  fon7  di   inefficienza   nella   ges7one   delle   procedure,   la   debolezza   e   la   vulnerabilità   dei   controlli   alla   collusione   con   i   controlla7,   le   resistenze   al   cambiamento   e   al   formalismo,  l’indifferenza  verso  l’efficienza  e  l’os7lità  verso  la  tecnologia.   Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 28. 28   DALLE  REGOLE  ALLA  QUOTIDIANITA’   Una  quo7dianità  che  produce  la  mor7ficazione  delle  aspe4azioni  e  dei  desideri   della   popolazione,   vanificando   gli   sforzi   prodoR   dalla   parte   sana   della   Pubblica   Amministrazione  che  assiste,  e,  spesso,  subisce  le  risposte  sintoma3che,  e  non   sistemiche,  7piche  di  uno  «stato  barelliere»,  con  l’abituale  «pezza»  che  si  me4e   sulla  situazione  problema7ca  esplosa.     E’  la  cd.  ipotesi  della  illegalità  tollerabile,  con    «…  il  diri7o  ci  stava  così  bene  –  per   ricordare  Ennio  Flaiano  –  da  essersi  addormentato…»,  ma  che:   ⇒ produce  cos7,  direR  e  indireR,  «paga3»,  il  più  delle  volte,  dai  più  deboli;   ⇒ alimenta  inefficienze  nel  sistema;   ⇒ droga  la  concorrenza;   ⇒ marginalizza  i  meritevoli,  anzi  alimenta  una  cronica  asfissia  di  merito;   ⇒ erode  i  livelli  di  fiducia  dei  ci4adini  verso  la  Pubblica  Amministrazione  e,  più  in   generale,  verso  le  Is7tuzioni.   Senza  una  EXIT  e  lasciando  solo  la  VOICE,  quando,  poi,  emerge.   Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 29. 29   DALLE  REGOLE  ALLA  QUOTIDIANITA’   Un  Paese  che,  così,  sembra  popolato  di  inefficienze  e  di  mariuoli,  veri  o  presun7   poco  importa,  mentre  la  fiducia  si  erode  inesorabilmente  e,  con  questa,  inizia  a   morire  pian  piano  la  stessa  società,  sempre  più  impassibile  e  immobile  di  fronte  a   un  des7no  che  sembra  inelu4abile:  una  «Capore4o  »  delle  Is7tuzioni,  sintesi  di   un’Italia  che,  «oltre  ad  aver  sempre  mescolato  il  serio  con  il  fuEle  ha  spesso  preso   il  fuEle  come  l’unica  cosa  seria»,  mentre  la  poli7ca  del  risen7mento  si  insinua  nei   cuori  della  gente.       SI  RAFFORZA  l’immagine  di  un  Paese  dove  vige  la  legge  del  più  furbo  o  del  più   forte  piu4osto  che  la  forza  della  legge:  o,  meglio,  la  regola  dell’aggirare  le  regole,   in  un  incredibile  –  «non  è  vero,  ma  ci  credo»,  diceva  Peppino  De  Filippo  –  groviglio   di  contraddizioni,  lassismo  poli7co  e  morale,  corruzione  e  malaffare.     UNO  IATO  CHE  SEMBRA  IMMORTALE  tra  il  predicare  e  il  fare,  che  lascia  i  problemi   perennemente   irrisol7,   fino   a   far   diventare   il   termine   un   passe-­‐partout   per   la   rassicurazione   del   ci4adino,   una   ghio4a   occasione   di   promesse   ele4orali   e   di   consenso  a  buon  mercato  mentre  si  alles7scono  pa3boli  media3ci,  si  auspicano   boia  poli7ci  e  si  invocano  governi  di  salute  pubblica.   Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 30. 30   DALLE  REGOLE  ALLA  QUOTIDIANITA’   ABITUDINE   ANTICA,   NON   NUOVA,   cara4erizzata   dalla   mera   ripe3zione   della   litania   laica   dei   problemi,   che   non   ha   consen7to   in   passato   e   non   sembra   perme4ere,  oggi,  di  individuare  percorsi  risolu7vi.       CON  UN  UNICO  RISULTATO,  quello  di  individuare  in  quel  certo  fa4ore  immutabile,   l’eterno  cara4ere  degli  italiani,  l’origine  di  tuR  i  mali,  senza  alcuna  autocri3ca,   dimen7cando,   con   estrema   facilità,   che   «erano   i   regimi   poliEci,   caso   mai,   che   s’intonavano  ai  difeT  degli  italiani»,  come  ebbe  a  ricordare  Indro  Montanelli.       NON  E’  QUINDI,  CASUALE  che  il  normale  senso  civico,  se  e  dove  esiste,  finisca  con   il   venir   descri4o   e   vissuto   come   una   «virtù   eroica»,   un   calvario   che   adduce   al   mar7rio  e  alla  successiva  bea7ficazione  laica,  quasi  che  il  fare  il  proprio  dovere  di   ci4adino,    di  lavoratore,  di  padre  di  famiglia,  non  sia  più  la  normalità.       E  che,  giun7  a  questo  punto,  sia  superfluo.       Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 31. 31   DALLE  REGOLE  ALLA  QUOTIDIANITA’   Dimen7cando   come   «…   la   disperazione   più   grave   che   possa   impadronirsi   d’una   società  –  ricordava  Corrado  Alvaro  –  è  il  dubbio  che  vivere  re4amente  sia  inuPle…  ».     Perché  "...  se  la  normalità  è  diventata  eroica,  in  Italia  siamo  nei  guai  –  come  ha   ricordato   Beppe   Severgnini   sul   Corriere   della   Sera,   dopo   l’episodio   dell’Isola   del   Giglio  -­‐  O  forse  abbiamo  bisogno  di  applaudire  i  competenE,  come  anEdoto  ai  troppi   superficiali?...».     INSOMMA,   «l’Italia   è   gobba»,   ripeteva   GioliR,   con   una   doppia   morale:   una   pubblica,  all’apparenza  rigorosa  nell’adesione  alle  norma7ve  esisten7,  e  una  privata,   fa4a   di   flessibilità   estrema,   tesa   ad   ada4are   anche   il   rispe4o   delle   regole   allo   specifico  contesto.     Espressione   dell’ennesima   conferma   di   un   Paese   che   sembra   vivere   della   logica   ga>opardiana   del   «se   vogliamo   che   tu7o   rimanga   com’è,   è   necessario   che   tu7o   cambi»,  dove  si  rileva  una  sfasatura  amplissima  tra  le  parole  e  le  cose,  tra  l’ideologia   e   la   realtà,   con   frasi   ripetute     come   un   rosario   o   come   uno   stratagemma   per   costruirsi  un  immenso  alibi  di  fronte  alle  regole  con7nuamente  trasgredite.       Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 32. 32   CORROSIONE  vs.  CORRUZIONE  DEL  SISTEMA   Più   che   di   CORRUZIONE   sembrerebbe   necessario   parlare   di   CORROSIONE   DEL   SISTEMA.     La  Maladministra7on  non  sempre  ha  rilievo  penale,  ma  il  più  delle  volte  ci  si  trova  di   fronte  ad  un  tenue  confine  tra  lecito  e  illecito,  con  la  cortesia  a  futura  memoria,   con   le   contropar7te   invisibili   del   «sistema   gela7noso»,   con   la   smaterializzazione   della  tangente  che  segna  il  superamento  del  tradizionale  «modello  mercan7le»  e   che  non  presenta  più  un  immediato  e  dire4o  collegamento  con  l’a4o  contra  legem   del  pubblico  ufficiale.     Una  sorta  di  economia  dello  scambio,  del  bara>o,  di  favori,  ovviamente,  al  posto   dell’economia  di  mercato  che  conosciamo,  quella  di  beni  e  servizi  7pica  di  uno  stato   di  diri>o,  mentre  la  prima  sembra  appartenere  di  più  a  uno  «stato  dei  driV»,  che   vive  e  si  alimenta  grazie  ad  un  insieme  di  «regole  informali  del  gioco»  sanzionate  da   quegli  stessi  centri  di  potere  che,  spesso,  ne  beneficiano.     Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 33. 33   Una   situazione   nella   quale   non   resta   che   confidare,   anzi,   meglio,   sperare   nell’ipocrisia,    quale  «omaggio  che  il  vizio  rende  alla  virtù»,  come  ul7mo  baluardo:     insomma,   coloro   che   si   rappresentano   probi,   mentre   stanno   dissimulando   il   loro   agire,  a4estano,  pur  sempre,  l’esistenza  di  regole  di  cui  si  amme4e  l’importanza,   confermando   che   esiste   un   limite   tra   giusto   e   ingiusto   e   riconoscendo,   implicitamente,  nel  momento  in  cui  la  violano,  che  un’e7ca  pubblica  esiste  e  che,   ancora,  non  esiste  un’e7ca  del  furto.   COSI’   è   estremamente   naturale   interrogarsi,   per   questo   «…popolo   –   come   ricordava  Ennio  Flaiano  –  di  sanE,  poeE,  navigatori,  nipoE  e  cognaE…»:   ⇒ a   che   giro   appar7ene   7zio   o   caio   oppure   a   chi   debba   qualcosa   questa/quella   di4a;   ⇒ su  chi  si  conosce  qui  o  lì,  quando  uno  sta  male,  piu4osto  che  qual  è  il  migliore   ospedale  dove  farsi  curare.     Una   Pubblica   Amministrazione   percepita   come   inefficiente   e   parziale,   oltre   che   poco   trasparente   e   autoreferenziale,   genera   inevitabilmente   un   approccio   culturale  che  facilita  l’opzione  dell’illegalità.   CORROSIONE  vs.  CORRUZIONE  DEL  SISTEMA  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 34. 34   Un  approccio  culturale  che  sfocia  in  una  vera  e  propria  cultura  del  demerito,  che   cancella,   così,   implicitamente,   termini   quali   valore,   qualità,   competenza,   professionalità,   serietà,   che   restano   una   mera   oleografia   di   una   Pubblica   Amministrazione  che,  a  traR,  sembra  aver  smarrito  la  cultura  dell’esempio  e  del   comportamento.     Un   «…   sistema   che   premia   i   piraE   –   come   ha   so4olineato   il   premio   nobel   per   l’economia,  North  –  produce  piraE  e  non  ingegneri  …  ».     Una  cultura  del  demerito  par7colarmente  insidiosa,  perché,  per    chi  non  si  ribella,   resta,   comunque,   qualcosa,   un   riconoscimento,   un   incarico,   una   prebenda   che   consente   di   vivere   e   di   convivere   con   la   mediocrità,   mentre   la   MEDIOCRAZIA     sos7tuisce  la  MERITOCRAZIA.   CORROSIONE  vs.  CORRUZIONE  DEL  SISTEMA  Corruzione:  una  premessa  conosci3va  
  • 35. La  relazione  con  tale  fenomeno  
  • 36. La  relazione  con  tale  fenomeno   Il  fenomeno  è  stato  –  o,  è  ancora  ?  –  vissuto:     1.  irrilevanza   del   danno:   poiché   i   danni   in   termini   di   consumo,   o   in   termini   di   domanda   politica,   si   ripartiscono   su   di   un'ampia   popolazione,   essi   tendono   a   venire   giudicati   irrilevanti;   2.  la   necessità   di   "oliare"   i   meccanismi   burocratici   ritenuta   Pisiologica   e   che   anzi   consentirebbe  di  velocizzare  e  sempliPicare  l’azione  amministrativa;   3.  la  non  aderenza  della  legge  al  costume,  che  sarebbe  molto  più  permissivo;   4.  la   ricerca   di   equità   nel   trattamento   economico   da   parte   dei   dipendenti   pubblici   che   si   considerano  sotto-­‐remunerati;   5.  gli   inevitabili   costi   della   democrazia   –   ad   esempio   per   il   mantenimento   dei   partiti   politici  -­‐  che  difPicilmente  possono  venire  sostenuti  senza  l'apporto  di  denaro  raccolto  in   maniera  illecita.   6.  ……  
  • 37. CORROTTI E “…L’Italia ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di chi se ne serve a suo danno…”. G.PREZZOLINI, Codice della vita italiana. La  relazione  con  tale  fenomeno  
  • 38. Meglio   ripetere   e   chiarire   che   la   corruzione,   il   mercimonio   della   funzione   pubblica,   è   una   grave  patologia  del  sistema  pubblico  e  va  combattuta  e  contrastata,  senza  SE  e  senza  MA.     Detto   questo,   vanno   dette   –   in   modo   altrettanto   chiaro   -­‐   alcune   cose   che   si   ascoltano   raramente:   1.  nessun  paese  -­‐  nei  dispotismi  più  che  nelle  democrazie  -­‐  e  nessun  comparto  è  immune   dalla  corruzione;   2.  nessuna   legge   penale   ha   mai   fermato   alcun   crimine.   In   nessuna   parte   del   mondo   e   qualsiasi  cosa  ci  sia  scritta.  La  corruzione  non  si  sconPigge  con  l’aumento  delle  pene  e/o   con  l’ipertroPia  del  sistema  penale  o  eliminando  la  prescrizione:  senza  scomodare  Beccaria,   è   evidente   che   è   la   concreta   possibilità   della   pena   a   disincentivare   il   reato,   non   la   sua   roboante  e  inutile  enunciazione.  Non  è  il  reato  di  spaccio  a  disincentivare  il  mercato  della   droga,   semmai   condanne   inPlitte   e   pene   effettivamente   scontate:   quindi,   basta   ipocrisie,   spesso   affondiamo   nell’ipocrisia,   ci   prendiamo   in   giro   da   soli   e   facciamo   anche   Pinta   di   crederci,   nessuno   vuole   cambiare,   ma   tutti   s’affannano   a   dire   che   andrebbe   cambiato   questo  o  quello,  invece  di  fare,  lanciando  allarmi  qua  e  là;   segue     La  relazione  con  tale  fenomeno  
  • 39. Detto   questo,   vanno   dette   –   in   modo   altrettanto   chiaro   -­‐   alcune   cose   che   si   ascoltano   raramente:   3.  trattandosi   di   un   tema   evocativo   ed   eclatante   che   fa   necessariamente   parte   dell’agenda   politica  NON  deve,  o  non  dovrebbe,  essere  usato  come  strumento  di  lotta  politica:  c’è   un   qualcosa   di   inquietante   e   insondabile   nel   tono   da   derby   –   ladri   contro   onesti   –   che   accompagna   qualsivoglia   ragionamento   sul   tema.   In   sintesi   non   è   né   di   destra,   né   di   sinistra,  ma  un  problema  di  TUTTI.   4.  supporre  che  la  patologia  possa  essere  individuata  e  colpita  in  luogo  distante  da  quello   in   cui   si   deainisce   e   regola   la   aisiologia   è   supposizione   più   vicina   all’opera   di   una   macumbeira,  piuttosto  che  a  quella  di  un  medico;   5.  la   corruzione   tesa   a   far   marciare   una   macchina   (autorizzazioni,   revisioni,   adempimenti,   etc.)  altrimenti  inchiodata  non  è  un  male,  sono  due:  non  serve  un’anticorruzione  che  non   facesse  altro  che  creare  nuove  macchine,  capaci  d’inchiodarsi  e  inchiodare;   6.  è  inutile  ricordarsi  del  tema  quando  emergono  gravi  scandali:  in  tali  circostanze,  la   sola  cosa  che  dovrebbe  sbalortdirci    è  che  ci  siano  degli  sbalorditi  in  circolazione;   segue   La  relazione  con  tale  fenomeno  
  • 40. Detto   questo,   vanno   dette   –   in   modo   altrettanto   chiaro   -­‐   alcune   cose   che   si   ascoltano   raramente:   7.  I   dati   sul   tema,   e   su   tutti   i   temi   che   toccano   la   sicurezza   e   la   tranquillità   dei   cittadini,   vengono   diffusi   (e   riprodotti),   in   modo   frequente,   senza   neanche   avvertire   il   loro   contraddirsi,  privilegiandone  la  funzione  aizzatoria;   8.  In  tema  di  conPlitto  di  interesse  dobbiamo  valutare  quale  è,  in  effetti,  il  problema,  perché   l’Italia  è  dominata  da  conPlitti  d’interesse.  Non  ce  n’è  uno,  ma  tanti.  Il  problema  non  sono   mica  gli  interessi,  senza  i  quali  non  c’è    mercato,  ma  neanche  democrazia  e  libertà,  ma  il   conalitto  fra  quelli  particolari  e  il  governo  delle  cose  collettive;   9.  Le   scelte   comportano   conPlitti   con   gli   interessi   colpiti,   quasi   tutti   pendenti   dalla   spesa   pubblica  corrente.  Ma  se  non  si  interviene  dove  è  necessario  e  quando  è  necessario  ciò   innesca  il  timer  di  conPlitti  più  vasti,  destinati  a  scoppiare  quando  si  avrà  meno  forza  per   dominarli;   10.  Un’ultima  cosa,  che  ritengo  determinante:  nel  tema  che  andiamo  a  trattare  il  segreto  e'   che  non  ci  sono  segreti.   La  relazione  con  tale  fenomeno  
  • 41. La  relazione  con  tale  fenomeno   Nessuno   si   presenterà   mai   senza   conoscervi,   senza   una   notizia   su   di   voi   proponendovi  qualcosa  di  illegale.   Dall’avvicinamento  a  ………………  
  • 42. 42   NOI  e  le  cd.  terze  par3   1.  Indicatori  di  rischio  di  contesto   2.  Indicatori  di  rischio  a  livello  economico-­‐finanziario   3.  Indicatori  di  rischio  a  livello  di  governance  e  asse4o  proprietario   ALCUNI  INDICATORI  DI  ANOMALIA  La  relazione  con  tale  fenomeno   •  intensità  di  contante   •  economia  irregolare   •  difficoltà  di  accesso  al  credito   ELEMENTI  SENTINELLA   proposte  di  soluzioni  opera7ve  a  basso  costo;     proposta  di  forniture  a  prezzi  inferiori  al  mercato;    proposte  con  rapporto  prezzo/qualità  sbilanciato;   proposta  di  servizi/fornitori  non  qualifica7;     reperimento  autorizzazioni  a  condizioni  o  con  tempis7che  anomale;   pressioni  a  favore  di  specifici  fornitori  ricorren7;     concentrazione  appal7/acquis7  su  soggeR  ricorren7;     anomala  distribuzione  di  margini  e  fa4urato;     concentrazione  fa4urato  su  specifici  marchi;     pressioni  per  impiego  di  specifici  immobili.  
  • 43. 43   ALCUNI  INDICATORI  DI  ANOMALIA  La  relazione  con  tale  fenomeno   ELEMENTI  SENTINELLA   •  procedure  annullate   •  esclusioni  dalle  procedure  di  evidenza  pubblica.   •  ricorsi  persi.   •  frequenza  e  motivazione  delle  urgenze   •  lunghezza  dei  criteri  di  scelta.   •  tempi  medi  richiesti  per  la  presentazione  delle  offerte  dove  non  ci  sono  termini  tipizzati   •  numero  di  procedure  con  un’unica  offerta   •  concentrazione  delle  imprese  aggiudicatarie   •  ricorrenza  temporale  dell’aggiudicazione  agli  stessi  operatori   •  numero  medio  e  valore  medio  delle  riserve  dePinite   •  scostamento  dei  costi  e  dei  tempi  di  esecuzione     •  mancata   separazione   dei   compiti   ed   in   particolare   fra   chi   autorizza,   chi   esegue   e   chi   registra  un’operazione;     •  assenza  di  politiche  di  acquisto;     •  assenza  di  esame  periodico  del  grado  di  concentrazione  degli  acquisti  per  merceologia;     •  assenza  di  controlli  su  acquisti  molto  convenienti  e  sulla  provenienza  dei  beni/servizi   acquistati.   RICORRENZE,  SINGOLARITA’  E  ANOMALIE  
  • 44. 44   ALCUNI  INDICATORI  DI  ANOMALIA  La  relazione  con  tale  fenomeno   ELEMENTI  SENTINELLA   RICORRENZE,  SINGOLARITA’  E  ANOMALIE   •  inserimento  di  persone  segnalate;       •  assunzioni    senza  ruolo  e/o  7tolo;     •  creazione  di  posizioni  non  gius7ficate   •  mobbing  e/o  discriminazione  del  personale  intermedio;     •  richieste  di  lavoro  temporaneo  e  contraR  a  proge4o  ;     •  Offerta  di  consulenze  professionali  non  finalizzate;     •  presenza  di  personale  non  autorizzato  in  azienda;     •  mancato  rispe4o  degli  orari  e  dei  turni;     •  elusione  norme  sicurezza;     •  promozioni/  premi  non  gius7fica7;     •  ges7one  e  rendicontazione  delle  trasferte;  controllo  delle  presenze;   •  accesso  visitatori  e  controllo  degli  accessi;     •  aree  sterili  dedicate  ove  si  tra4ano  contraR,  ove  vi  sono  sistemi  informa7vi,  …;     •  registrazione  accesso  fornitori  e  portatori  di  interesse;     •  pubblicità  e  abbonamen7  riviste  specializzate  e  quo7diani;     •  sponsorizzazioni;  
  • 45. 45   ALCUNI  INDICATORI  DI  ANOMALIA  La  relazione  con  tale  fenomeno   ELEMENTI  SENTINELLA   Un’altra  area  di  particolare  signiaicatività  è  quella  DEI  SERVIZI  SOCIALI  E  TERZO  SETTORE  per  le   evidenti   implicazioni   e   per   le   chiare   possibilità   di   strumentalizzazione   socio-­‐politica   che   ne   possono  derivare  .   •  Associazioni   di   volontariato   non   convenzionate   che   erogano   servizi   E   convenzionate   di   recente   iscrizione.   •  Ass.  di  vol.  che  percepiscono  la  corresponsione  di  una  retribuzione  per  l’attività  lavorativa  svolta   •  Iniziative  no  proPit.   •  soggetti  del  terzo  settore  che  ricevono  sovvenzioni  o  contributi  senza  procedura  competitiva   •  interventi  e  servizi  sociali  realizzati  dall’amministrazione  non  previsti  da  apposita  programmazione   •  CONVENZIONI:  mancata  rotazione  delle  cooperative  afPidatarie;  non  corretto  calcolo  del  valore  a  base   di  gara;  insufPicienza  delle  veriPiche  successive  all’afPidamento  e  all’esecuzione  del  contratto;  omissione   degli   obblighi   informativi;   modalità   di   accesso   e   “presa   in   carico”   degli   utenti;   rispetto   dei   requisiti   organizzativi  e  di  qualità  per  l’erogazione  dei  servizi,  …..   RICORRENZE,  SINGOLARITA’  E  ANOMALIE  
  • 47. Per  concludere   L’INFORMAZIONE  CHE  CONTA   1.  Le  stime  delle  tangenti?  La  percezione  della  corruzione?  Le  denunce?  Le  condanne?   2.  Il  danno  visibile?  Il  bambino  morto  di  malaria  per  una  rete  anti-­‐zanzare  bucata.   3.  Il  danno  invisibile?  Tutte  le  cose  che  avrebbe  potuto  fare  nella  sua  vita  quel  bambino.   Due  domande:   1.  Si  possono  migliorare  le  misure  basate  sulla  percezione?  (Borra-­‐Castelli,  2012)   2.  Si  può  andare  al  di  là  di  misure  sulla  percezione?  (Borra  –  Picci,  2011)  
  • 48. Per  concludere   L’INFORMAZIONE  CHE  CONTA     Un  esempio  di  analisi  su  microdati  di  statistica  giudiziaria  (Borra-­‐Picci,  2011)     1.  Stima  del  tempo  medio  trascorso  tra  data  del  reato  e  data  della  condanna;   2.  Stima  del  numero  di  reati  commessi  nell’anno  T  e  in  seguito  arrivati  a  condanna;   3.  Stima  del  numero  di  reati  commessi  nell’anno  T  ma  non  giunti  a  condanna  (autore  ignoto,   prescrizione,  ecc);   4.  Analisi  delle  possibili  associazioni  tra  diverse  tipologie  di  reato  contro  la  PA  e  tra  questi  e   altri  reati.  
  • 49. L’INFORMAZIONE  CHE  CONTA,  UN  ESEMPIO   0.05.1.15.20.05.1.15.2 0 10 20 30 0 10 20 30 2007 2008 2009 Density Tempo  intercorso  tra  data  del  reato  e  data  della  sentenza  di  condanna  /  anni Graphs  by  anno  di  iscrizione  al  Casellario,  uguale  a  var  ANNO Per  concludere  
  • 50. L’INFORMAZIONE  CHE  CONTA,  UN  ESEMPIO   0.05.1.15.20.05.1.15.2 0 10 20 30 0 10 20 30 abusouff concussione corruzione peculato Density Tempo  intercorso  tra  data  del  reato  e  data  della  sentenza  di  condanna  /  anni Graphs  by  tipo_reato Per  concludere  
  • 51. L’INFORMAZIONE  CHE  CONTA,  UN  ESEMPIO   02468 mean  of  diff_reatocond_a pie vaalom taa ven fvg lig emr tosumbmar laz abr molcampug bas cal sic sar media  tempo  intercorso  tra  data  crimine  e  sentenza  definitiva Per  concludere  
  • 52. Per  concludere   LA  PREVENZIONE  DEL  FENOMENO  RIGUARDA  TUTTI.   NON  E’  UN  “AFFARE”  DELL’RPC,  DEL  D.A.  E  DI  QUALCHEDUN  ALTRO.     TUTTI  IN  AZIENDA  VEDONO,  SENTONO,  PARLANO    
  • 53. Col.  CC.  Maurizio  BORTOLETTI     CONTATTI   maurizio.bortoletti@gmail.com   L’autore  ha  utilizzato  per  la  predisposizione  del  materiale  di  questa  giornata  di  formazione  materiale  disponibile  su  fonti  aperte,  predisposto   dai  Prof.ri  L.  Hinna,  G.  Piga,    E.  Galli  e  M.  Villani,  dai  dott.ri  N.  Cartabellotta,  G.  Domenighetti,  e  da  AA.VV.  in  ambito  Ministero  dell’Interno,   Ministero  per  la  Pubblica  Amministrazione  e  per  l’Innovazione,  ISTAT,  Transparency  International  Italia,  Riparte  il  futuro.   GRAZIE PER L’ATTENZIONE
  • 54. La  cifra  rimbalzata  sui  media  di  60  miliardi  di  euro     quale  costo  della  corruzione  in  Italia,     con  qualche  autorevole  “addetto  ai  lavori”  che  si  è  spinto  ancora  più  in  là,     sostenendo  che  il  dato  va  “…ben  oltre  la  stima  di  50-­‐60  miliardi  di  euro  …”       e  ottenendo  uno  spazio  ancor  più  ampio  sui  mezzi  di  informazione,       È  ATECNICA  ed  ERRATA   ed  è  reale  solo  l’EFFETTO  ECO    che  la  ha  resa  verosimile.     La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 55. Il  costo  della  corruzione,  magari,  è  ancora  maggiore  di  60  miliardi  di  euro,  ma:   1.  la  “stima”  deriva  da  un  dato  contenuto  in  una  ricerca  della  World  Bank,  la  cd.  “Relazione   Kauffman”  del  2004,  che  individuava  il  costo  della  corruzione  nel  mondo  nel  3%  del  PIL   mondiale;   2.  da  qui    i  60  miliardi  di  euro  (!),  pari  al  3%  del  PIL  italiano,  cioè  un  decimo  circa  del  costo   della  corruzione  mondiale  stimata  -­‐  con  questo  studio  dalla  World  Bank  -­‐  in  $1  Trillion,   700  miliardi  di  euro  dell’epoca.     L’autore   della   stima   ha,   però,   dimenticato   di   proseguire   la   sua   lettura   Pino   a   dove   la   stessa  World  Bank  afferma  quella  che  poteva  sembrare  una  banalità.  E  cioè  che  "First,  as   shown   clearly   by   the   data,   the   scale   of   corruption   varies   signi2icantly   from   country   to   country“.   Il   2   settembre   2010,   il   SEGRETARIO   GENERALE   DELLE   NAZIONI   UNITE   BAN   KI-­‐MOON   A   VIENNA,   nel   suo   intervento   in   occasione   dell’inaugurazione   della   IACA,     l’Accademia   internazionale  anticorruzione,  ha  ricordato  il  dato  madre:  one  trillion  dollar  quale  costo  della   corruzione  mondiale,  700  miliardi  di  euro.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 56. Corruption   has   devastating   effects   on   developing   economies  and  their  citizens’ quality  of  life.  Its  cost   in   Africa   alone   has   been   estimated   at   US$148   billion   a   year,   representing   25%   of   the   continent’s  GDP.       Corruption  undermines  economic  growth  rates  and   cripples  public  services,  as  money  which  should  be   destined   for   reinvestment   and   public   expenditure   Pinds   its   way   into   private   bank   accounts,   often   abroad.     The  size  of  Pinancial  Plows  has  been  estimated  at  up   to  $1  trillion  each  year.       These  Plows,  which  include  state  looting,  tax  evasion   and   abusive   tax   avoidance,   rob   developing   countries   of   much   needed   revenue   and   therefore   seriously   undermine   the   impact   of   development   assistance  from  the  developed  world.     La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 57. L’INDICE  DI  PERCEZIONE  (CPI),  comunicato  annualmente  da  Transparency   International:   1.  NON  è  una  misurazione  del  livello  di  corruzione  di  un  Paese,   2.  NON  consente  di  stilare  classiPiche  e  graduatorie:  la  stessa  Transparency   afferma   –   in   Transparency   International,   Università   di   Passau   (2008),   The  Methodology  of  the  Corruption  Perceptions  Index  2008  -­‐  che  “…  una   graduatoria   di   Paesi   può   facilmente   essere   erroneamente   interpretata  come  una  misura  assolutamente  precisa  delle  performance   di  un  dato  paese.  Questo  non  è  affatto  vero….”;   3.  NESSUNO     dice   che   la   stessa   Transparency   segnala   una   INTRINSECA   IMPRECISIONE  del  suo  Indice:  “…Sin  dalla  sua  prima  pubblicazione  nel   1995,  TI  ha  fornito  i  dati  relativi  alla  deviazione  standard  e  al  numero  delle   fonti  utilizzate  per  la  costruzione  dell’indice.  Queste  informazioni  servono   per   evidenziare   che   vi   è   una   intrinseca   imprecisione.   Inoltre   viene   fornita   l’informazione   del   range   tra   il   valore   più   basso/più   alto.…”,   con   l’Italia   che   fa   segnare   una   deviazione   standard   tra   le   più   elevate,   superiore   a   1,   chiaro   indicatore   di   un   sostanziale   disaccordo   tra   le   diverse  fonti  e,  quindi,  una  signiPicativa  imprecisione  della  misurazione;   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 58. L’INDICE  DI  PERCEZIONE  (CPI),  comunicato  annualmente  da  Transparency   International:   4.  NESSUNO  dice  che  nel  2009,  è  stato  calcolato  con  modalità  diverse,  da  un   ente  di  ricerca  diverso,  con  le  6  (!)  rilevazioni  sull’Italia  che  sono  state   richieste  a  4  enti  diversi:  Economic  Intelligence  Unit,  Global  Insights,  IMD   International,  World  Economic  Forum’s  Global  Competitiveness;   5.  NON  si  dice  che  si  evoca  il  nomen  “corruzione”,  ma  non  si  fa  riferimento   alle  condotte  che  in  Italia  integrano  le  fattispecie  penali  di  corruzione  e   concussione,  bensì  a  un  universo  molto  più  ampio,  tenuto  conto  che  per   Transparency  International  il  CPI  misura  la  percezione  del  “…misuse  of   public   power   for   private   beneJit   …” per   la   nota   metodologica   del   CPI   2008,  analoga  a  quella  contenuta  nello  stesso  documento  relativo  al  CPI   2006:   “…as   the   abuse   of   public   ofJice   for   private   gain   …”.   Ciò   che   Transparency  dePinisce  corruzione,  nell’Ordinamento  Giuridico  italiano   corrisponde,   in   realtà,   al   risultato   della   “somma”   di   corruzione,   concussione   e   abuso   d’ufPicio,   di   cui   all’art.   323   c.p.,   un   universo   statistico  estremamente  più  vasto.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 59. L’INDICE  DI  PERCEZIONE  (CPI),  comunicato  annualmente  da  Transparency   International:   6.  NESSUNO   dice   che   in   alcune   annualità   altri   indicatori   –   tra   l’altro,   tra   quelli   considerati   da   TI   -­‐   abbiano   dato   risultati   diversi.   Ad   esempio,   il Control of Corruption della World Bank, che comprende le 4 fonti utilizzate da Transparency per il proprio Indice, quando gli esiti delle 4 fonti utilizzate da Transparency per il proprio indice e quelli di altri 6 istituti di ricerca, danno vita al Control of Corruption del Country Data Report for Italy dei Worldwide Governance Indicators, il cd. WGI, della World Bank. MA, in quella circostanza l’Italia: nell’Indice di Transparency perdeva più del 10% (dal 4,8 del 2008 al 4,3 del 2009); nello stesso periodo, nel Control of Corruption della World Bank si leggono 8 indici identici tra le due annualità, uno in aumento (il Gallup World Poll salito da 0,19 a 0,27) e uno che cala in misura minore (l’IMD, l’Institute for Management & Development World Competitiveness Yearbook, passato dallo 0,26 allo 0,22). La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 60. L'Ocse:  "Classiaiche  poco  attendibili,possono  produrre  danni"   L'organizzazione   lancia   l'allarme   sul   rapporto   di   Transparency   International:   "Metodologia   poco   chiara   e   viziata   da   pregiudizi,   ma  i  risultati  vengono  usati  da  chi  decide  gli  aiuti  internazionali"   di  CARLO  CLERICETTI       ROMA  -­‐  Era  stato  lanciato  addirittura  un  allarme  preventivo:  con  una   mail   inviata   ieri   un   dipartimento   dell'Ocse   ha   diffuso   uno   studio,   "Measuring  governance",  in  cui  avvertiva  di  prendere  con  le  molle  la   classiPica  del  rapporto  di  Transparency  International  che  sarebbe  stato   pubblicato.   "Senza  entrare  nel  merito  della  discussione  sull'importanza  di  questo  o   altri  indicatori  internazionali  sulla  governance  -­‐  si  dice  nella  mail  -­‐  gli   autori   dello   studio   Ocse   mettono   in   guardia   i   potenziali   utenti   del   rapporto,   invitandoli   caldamente   ad   essere   più   attenti   nell'esame   dei   reali   contenuti   e   alla   precisione   di   tutti   i   sistemi   di   classiJiche   della   governance  e  di  usare  più  cautela  su  come  utilizzarli".     La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 61. Per  Franz  -­‐  Hermann  Bruener,  compianto  Direttore  generale  dell’OLAF,  l’UfPicio  anti-­‐frode   europeo,   l’Italia   “…dispone   degli   arsenali   di   protezione   penale   e   investigativa   tra   i   più   avanzati  a  livello  europeo  …”,  con  “…  strumenti  di  indagine  utilizzati  tra  i  più  avanzati  al   mondo  …  strumenti  raramente  utilizzati  nella  maggior  parte  degli  altri  Paesi  per  tali  tipi   di  illeciti  …”  e  con  le  Forze  di  Polizia  e  la  Magistratura,  per  questo,  “…  spesso  invidiati  dai   colleghi  di  altri  Paesi…”.     PARADOSSO  DELL’EFFICIENZA se  il  sistema  repressivo  cattura  un  ladro  o  arresta  un  rapinatore,  i  cittadini  si  sentono   rassicurati  e  provano  Piducia  verso  le  Istituzioni   se  lo  stesso  sistema  repressivo  indaga  un  corruttore  o  arresta  un  concussore,  i  cittadini  non   provano  alcuna  rassicurazione,  piuttosto  provano  sPiducia  verso  il  sistema   PARADOSSALMENTE   un  sistema  repressivo  NON  indipendente  e  meno  efaicace     ASSICURA  minori  livelli  di  saiducia  verso  le  Istituzioni  e  una  minore  percezione   soggettiva  negativa   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 62.        L’ATTIVITA’  REPRESSIVA  FUNZIONA                e  PERMANE  SU  LIVELLI  DI  ASSOLUTA  STRAORDINARIETA’                      In  una  delle  giornate  "porte  aperte"  delle  Istituzioni  comunitarie  svoltasi  a  Bruxelles,   l’OLAF  ha  presentato  le  Forze  di  Polizia  italiane  come  un  "…  modello  di  polizia  europea  per  il   contrasto  alle  frodi  ai  danni  del  bilancio  comunitario.  L’Italia  -­‐    prosegue  il  lancio  dell’agenzia   -­‐  per  troppo  tempo  all'indice  delle  statistiche  dei  paesi  a  rischio  di  frode  e  corruzione,  da   tempo  sta  assumendo  un  nuovo  ruolo  sulla  scena  internazionale.  Non  più  Paese  della  frode,  ma   quello  che  con  maggiore  vigore,  maggiori  strumenti  normativi,  maggior  numero  di  mezzi   e  più  spiccata  professionalità  investigativa  e  giudiziaria  (sia  penale  che  amministrativa)   combatte  la  criminalità  2inanziaria  internazionale  ….”.     di  nuovo  il     PARADOSSO  DELL’EFFICIENZA   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 63. L’ATTIVITA’   REPRESSIVA   FUNZIONA   e   PERMANE   SU   LIVELLI   DI   ASSOLUTA   STRAORDINARIETÀ     Siim  Kallas,  ex  Vice  Presidente  della  Commissione  europea  e  Commissario  responsabile  per   l’amministrazione,  l’audit  e  la  lotta  antifrode,  evidenziò  come  “…  un  numero  crescente  di   irregolarità   comunicate   può   essere   un   buon   segnale   del   fatto   che   i   controlli   sono   migliorati  …”  :  un  alto  livello  di  corruzione  accertata  dalle  Forze  di  polizia  NON  EQUIVALE,  in   una  prospettiva  comparata  con  altri  Paesi,  a  bassi  livelli  di  integrità  e  moralità  dell’apparato   pubblico.       La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 64. Come   ha   indicato   il   Segretario   Generale   delle   Nazioni   Unite,   Ban   Ki-­‐moon,   Remarks   to   Inaugural  Conference  of  the  International  Anti-­‐Corruption  Academy,  CAC/COPS/WG.4/2010/4,   Vienna,  2  settembre  2010,  “…  One  major  handicap  is  that  we  don’t  know  how  to  measure   corruption  …”.     Una   situazione   nella   quale,   tanto   più   si   enfatizza   il   numero   degli   illeciti     che   non   viene   “misurato”,  tanto  più  risulta  facile  muoversi  lungo  altre  piste  nella  quantiPicazione  del  “dato   reale”,   rispetto   a   quelle   che   emergono   dal   dato   della   criminalità   registrata:   un   pericolo   estremamente   attuale,   perché     “…   come   ricordava   l’altro   giorno   il   collega   De   Sena   –   la   notazione   è   di   G.   PISANU,   Comunicazioni,   Commissione   Parlamentare   d’Inchiesta   sul   fenomeno  della  maPia  e  sulle  altre  associazioni  criminali,  anche  straniere,  2  dicembre  2008  -­‐     sull’entità   di   questo   fatturato   si   conoscono   valutazioni   diverse,   tutte   per   la   verità   impressionanti,  ma  raramente  ben  documentate….”.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 65. Un  proPilo  di  rilevante  delicatezza,  sul  quale  ha  ritenuto  necessario  esprimersi  recentemente  lo   stesso  Consiglio  d’Europa  -­‐  Press  Service  fact  sheet  è  consultabile  all’indirizzo  www.coe.int/ greco   -­‐   evidenziando   come   “...   It   is   practically   impossible   to   quantify   the   total   cost   of   corruption   because   under-­‐the-­‐counter   payments   are   obviously   unknown   (they   were   to   some   extent  known  until  the  tax  deductibility  of  corruption-­‐linked  expenses  was  abolished  following   anti-­‐corruption  efforts  by  the  international  community  in  the  1990s)...”.      In  merito  a  questo  “budgettare”  i  business  criminali  e,  poi,  i  mercati  sommersi,  illegali,  grigi  o   neri,   viene   rilevato   sul   piano   del   metodo,   quindi   a   carattere   generale,   come   gli   indicatori   relativi  ai  mercati  illegali  appaiano  molto  vulnerabili  alle  analisi  approfondite  sulla  qualità  dei   dati,  così  da  venire  Pino  ad  oggi  frequentemente  utilizzati  più  a  Pini  comunicativi  che  non  a  Pini   analitici   veri   e   propri   :   …   classi2iche   e   stime   sono,   quindi   –   ha   notato   L.   CELI,   Measuring   Organised  Crime  in  Italy  –  Experiences  of  the  Mezzogiorno  Region,  intervento  al  convegno  “UE   Forum  on  the  Prevention  of  Organised  Crime”,  Bruxelles,  7  febbraio  2006  -­‐  un’area  di  analisi   che  va  sicuramente  sviluppata,  ma  che  oggi  non  appare  ancora  suf2icientemente  consolidata   …”.     La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 66. Vi  sono  tre  strumenti  ufaiciali  per  fornire  una  lettura  del  fenomeno  in  Italia.   1.  le  statistiche  della  delittuosità  e  le  statistiche  della  criminalità,  che  rilevano  i  reati  che,   una  volta  commessi,  diventano  noti  alle  forze  di  polizia  o  ad  un  ufPicio  giudiziario.     Si  riferiscono  alla  corruzione  dePinita  con  il  criterio  legalistico,  relativa  a  un’esperienza   diretta   con   il   fenomeno   e   riguarda   la   corruzione   che   si   è   già   manifestata.   Tali   misure   hanno  vantaggi  (  essere  oggettive  e  molto  dettagliate  e  disaggregate  per  aree  territoriali  o   per  settori)  e  svantaggi  (sono  scarsamente  utili  ai  Pini  della  prevenzione  dal  momento  che   si   riferiscono   ad   un   fenomeno   più   ristretto   dell’integrità   e   che   sono   elaborate   con   un   notevole  ritardo  temporale  dall’evento;  possono  essere  fuorvianti  nella  misurazione  del   fenomeno   e   vanno   interpretate   con   cautela   perché   dipendono   in   maniera   forte   dall’efPicienza  del  sistema  giudiziario  o  comunque  dalla  Piducia  che  i  cittadini  hanno  nel   sistema   giudiziario   e   nelle   forze   dell’ordine;   sono   scarsamente   comparabili   a   livello   internazionale  dal  momento  che  le  regole  giuridiche  e  i  sistemi  giudiziari  possono  essere   anche  molto  diversi).   2.  Le  indagini  di  vittimizzazione,  in  Italia  condotte  dall’ISTAT  e  fortemente  sviluppate  nei   Paesi   anglossassoni   e,   ora,   dalle   Istituzioni   comunitarie,   che   puntano   a   fornire   una   indicazione  della  parte  dei  reati  non  rilevata  dalle  statistiche  ufPiciali.   Vi  è  chi  distingue  tra  quelle  basate  sulla  percezione  e  quelle  basate  sull’esperienza.     La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 67. Si  tratta  di  misurazioni  che  presentano  una  grande  variabilità  di  risultati,  e  una  prima  ragione   è  costituita  dalle  diverse  deainizioni  e  concettualizzazioni  di  corruzione  sottostanti,  al  di   là   del   tema   della   validità   e   afPidabilità   di   alcune   misurazioni   in   tema   di   indagini   di   vittimizzazione  (dove,  ad  esempio,  le  misure  percettive  pongono  sullo  stesso  piano  situazioni   molto  differenti,  con  il  valore  percepito  che  potrebbe  essere  alto:    sia  nel  caso  in  cui  esista  una   diffusa  e  frequente  piccola  corruzione  –  petty  C.  -­‐    praticata  da  funzionari  di  livello  inferiore   per   importi   modesti;   sia   nel   caso   in   cui   si   veriPichino   pochi   episodi   di   grande   corruzione   –   grand  C.  -­‐  che  riguarda  alti  funzionari  ed  esponenti  politici  e  grosse  somme  di  denaro).     Le   indagini   di   vittimizzazione,   in   particolare   quelle   basate   sulla   percezione   hanno   il   vantaggio  di:  essere  comparabili  a  livello  internazionale;  rilevare  degli  aspetti  importanti  per   le   politiche   di   prevenzione   e     promozione   dell’integrità   (corruzione   latente,   Piducia   dei   cittadini,    ecc.);  rilevare  aspetti  utili  per  determinare  gli  effetti  della  corruzione    (investimenti   esteri,  impatti  della  corruzione  sulla  crescita,  ecc.).  Ma  hanno  rilevanti  svantaggi  che  devono   essere   considerati   nell’analisi:   le   percezioni   possono   cambiare   rapidamente   senza   alcun   fondamento  oggettivo;  a  livello  locale  le  percezioni  possono  essere  condizionate  da  differenti   interpretazioni  e  schemi  culturali  di  che  cosa  costituisca  effettivamente  corruzione  e  cosa  no;   alcune  persone  possono  non  avere  una  valida  base  conoscitiva  ed  esperienziale  per  esprimere   la  propria  percezione.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 68. Le   statistiche   della   delittuosità   rese   disponibili   dal   Ministero   dell’Interno   sono   l’unica   fonte  ufaiciale  circa  i  reati  e  le  persone  denunciate  da  tutte  le  Forze  di  Polizia,  comprese   Polizia   Penitenziaria,   Direzione   investigativa   antimaPia,   Corpo   Forestale   dello   Stato   e,   indirettamente,  Corpi  di  polizia  locali  e  Capitanerie  di  Porto.       Si  tratta  di  una  delle  due  novità  estremamente  rilevanti  introdotte  nel  2004,  quando  il   Sistema  di  Indagine,  più  noto  con  il  suo  acronimo  SDI,  sostituì  il  cd.  modello  165  attraverso  il   quale  dal  1955  gli  organismi  periferici  di  sole  3  Forze  di  Polizia  -­‐  Polizia  di  Stato,  Carabinieri  e   Guardia  di  Finanza  -­‐  trasmettevano  all’Istat  le  denunce  per  tutti  i  delitti  previsti  dal  codice   penale,  compendiate  in  informative  trasmesse  all’Autorità  Giudiziaria.         L’altra  rilevante  innovazione  è  stata  quella  della  registrazione:   1. di  “fatti”,  cioè  di  tutti  gli  avvenimenti  d’interesse  per  le  Forze  di  polizia,  che  a  loro  volta  si   distinguono  in  reati  ed  eventi  non  sanzionati  penalmente,     2. di   “provvedimenti”,   cioè   atti   formali   emessi   dalle   autorità   competenti   nei   confronti   di   soggetti  od  oggetti  coinvolti  in  uno  speciPico  reato  o  evento.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 69. Le  statistiche  della  delittuosità  sono  un  metodo  aderente  –  come  evidenzia  E.  CALABRIA,  Le   statistiche   della   delittuosità,   una   misura   possibile   della   criminalità   in   Italia   e   in   Europa,   consultabile  all’indirizzo  www.istat.it  -­‐  ai  programmi  statistici  comunitari  annuali,  nel  rispetto   dei  principi  enunciati  dal  Codice  delle  statistiche  europee.     Se   ogni   ulteriore   informazione   empirica   può   essere   utile,   se   le   consuete   indagini   di   vittimizzazione  condotte  dall’ISTAT  possono  fornire  una  ulteriore  prospettiva  di  lettura    del   fenomeno,  non  esistono  “…due  verità  sulla  corruzione…”,  come  ha    titolato  A.  CHERCHI,    Le   due  verità  sulla  corruzione,  su  “Il  Sole  24  Ore”.     Il   tentativo   di   “superare”   le   statistiche   della   delittuosità   rese   disponibili   dal   Ministero   dell’Interno  e  quelle  della  criminalità  o  giudiziarie  fornite  dal  Ministero  della  Giustizia,    sembra   tanto  inutile  quanto  pericoloso,  perché  su  questo  tema  –  come  ben  presente  a  tutti  coloro   che  si  avventurano  in  simili  iniziative  –  il  risultato  è  prima  di  tutto  quello  di  far  passare  l’idea   che   questi   dati   ufPiciali   non   siano   veri,   mentre,   come   noto   a   criminologi   e   sociologi   della   devianza,   richiedono   esclusivamente   delle   “cautele   di   lettura”   analoghe   a   quelle   di   altri   importanti  fenomenologie  criminali,  come,  ad  esempio,    il  trafPico  di  sostanze  stupefacenti.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 70. Lo  stesso  sistema,  quello  delle  statistiche  della  delittuosità,  è  quello  utilizzato  dal  Paese   per   rispondere   alle   richieste   pervenute   dall’UfPicio   delle   Nazioni   Unite   di   Vienna,   UNODC,   competente   sulla   attuazione   della   Convenzione   ONU   contro   la   corruzione:   diversamente   raggruppati   i   diversi   reati   secondo   la   maschera   pervenuta   da   Vienna   con   il   UN-­‐CTS   –   Questionnaire,   la   situazione   italiana   viene   rappresentata   attraverso   le   statistiche   della   delittuosità,   rese   disponibili   dal   Ministero   dell’Interno   (il   cd.   Police   Module   –   Corruption   –   Recorded  offences    and  persons  brought    into  formal  contact    for  crimes  involving  corruption  ),   e  quelle  della  criminalità  o  giudiziarie  fornite  dal  Ministero  della  Giustizia  (il  cd.    Prosecution   Module  –  Corruption  -­‐    Persons  prosecuted  for  crimes  involving  corruption).                                 La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 71.   Le  statistiche  della  criminalità,  una  species  del  genus  di  quelle  giudiziarie  (in  cui  rientrano   anche  le  statistiche  giudiziarie  civile  e  amministrativa),  fotografano  i  reati  per  i  quali  l’Autorità   Giudiziaria  ha  avviato  l’azione  penale,  cioè  quell’atto  che  al  termine  delle  indagini  preliminari   trasforma  un  indagato  in  un  imputato  di  un  processo.     Nell’area   delle   statistiche   giudiziarie,   quelle   sulla   criminalità   sono   forse   le   più   antiche,   considerato  che  è  possibile  disporre  di  informazioni  già  dalla  Pine  del  XIX  secolo.       La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 72. Il  numero  dei  reati  registrati  rappresenta  solo  una  parte  di  quelli  effettivamente  consumati:  le   statistiche   della   delittuosità   e   della   criminalità   fotografano,   quindi,   quella   che   possiamo   dePinire  “criminalità  apparente”  o  registrata,  considerato  che  la  rilevazione  non  “percepisce”,   per  diverse  ragioni,  un  numero  più  o  meno  rilevante  di  reati  che  compongono  il  sommerso   della  criminalità,  il  cd.  numero  oscuro:   • varia  sensibilmente  da  reato  a  reato,  e  anche  all’interno  della  stessa  tipologia  delittuosa;   • è  pari  a  zero  per  furti  di  beni  mobili  registrati  o  quelli  coperti  da  assicurazione  (auto  e  moto),   • è  elevatissimo  nel  caso  di  furti  di  beni  di  modico  valore.     In  tema  di  reati  contro  la  PA,  in  particolare,  emerge  una  ulteriore  difPicoltà  nella  misurazione   del  dato:  questi  delitti  sono  in  larga  parte  “reati  senza  vittima”,  caratterizzati  cioè  dal  fatto   che  manca  il  tipico  vettore  della  denuncia,  nel  senso  che  non  vi  è  una  vittima,  persona  Pisica  o   giuridica,   che,   quale   soggetto   passivo,   può   presentare   una   denuncia   alle   Forze   di   Polizia,   facilitando,  quindi,  la  rilevazione  e  l’intervento  sulla  condotta  criminale.     E’  evidente,  con  immediatezza,  che  tanto  più  si  enfatizza  questo  “dato  nascosto”,  tanto  più   risulta  facile  muoversi  lungo  altre  piste  rispetto  a  quelle  che  emergono  dall’analisi  del  dato   statistico.   La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 73. 2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010   Delitti   registrati   3.403   3.550   5.498   3.367   3.413   3.230   3.076   Persone  denunciate   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   2.812   9.935   2.944   10.903   5.785   15.019   3.561   10.418   3.091   11.309   3.651   9.963   3.591   10.233   12.747   13.847   20.804   13.979   14.400   13.614   13.824   Dato  ITALIA   Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica. Relazione al Parlamento 2011. NOTA    METODOLOGICA:  sono  state  considerate  le  fattispecie  p.  e  p.  dagli  artt.  :  414,  316,  316  bis,  316  ter,  317,  318,  319,  319  ter,  320,  322,  322   bis,  323,  353,  354,  355,  356,  640  bis  del  codice  penale.  Pur  se  evidentemente  signiJicativa,  la  fattispecie  p.  e  p.  dall’art.  640,  2°comma,  c.p.,   dedicata  a  punire  la  fattispecie  aggravata  prevista  nei  casi  di  consumazione  a  danno  dello  Stato,  non  è  stata  considerata,  in  quanto  il  Sistema   di   Indagine,   nella   registrazione   delle   denunce   per   l’art.   640   bis   cp,   prevede   tale   speciJicazione   quale   voce   facoltativa   lasciata   alla   discrezionalità  dell’operatore.       La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 74. DATO  ITALIA,  UNA  INSOLITA  PROSPETTIVA  DI  GENERE   25.435  donne  denunciate  su  103.215    persone  denunciate  dal  2004  al  2010,  segnalano  una  “presenza”   prossima  al  25%,  con  alcune  annualità  dove  tale  percentuale  sPiora  il  30%:   • il  22  %  nel  2004,  con  2.812  donne  su  12.747  persone  denunciate;   • il  22  %  nel  2005,  con  2.944  donne  su  13.847;   • il  28  %  nel  2006,  con  5.785  donne  su  20.804;     • il  25%  nel  2007,  con  3.561  donne  su  13.979;   • il  22  %  nel  2008,  con  3.091  donne  su  14.400;   • il  27%  nel  2009,  con  3.651  donne  su  13.614;   • di  nuovo  il  27%  nel  2010,  con  3.591  donne  denunciate  su  13.824  soggetti  segnalati.   2004   2005   2006   2007   2008   2009   2010   Persone  denunciate   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   F   M   2.812   9.935   2.944   10.903   5.785   15.019   3.561   10.418   3.091   11.309   3.651   9.963   3.591   10.233   12.747   13.847   20.804   13.979   14.400   13.614   13.824   Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica. Relazione al Parlamento 2011. La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 75. DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI SOGGETTO ATTIVO Reati  commessi  da   “chiunque”,   Reati  p.  e  p.  dagli  art.   322  e  353  cp   Reati  consumati  da  P.U.  o    da   Incaricati  di  P.S.   Reato  p.  e  p.   dall’art.  323  cp   TOTALE   Delitti  consumati   11.956   2.147   4.048   7.386   25.537   Donne  denunciate   19.421   757   2.279   2.978   25.435   Maschi  denunciati   40.465   6.263   12.478   18.574   77.780   Totale   persone   denunciate   59.886   7.020   14.757   21.552   103.215   1.  In  tale  dato  è  ricompresa  anche    l’ipotesi  di  cui  all’art.  321  cp,  “Pene  per  il  corruttore”,  che  realizza  la  Pigura  della  corruzione  quale   reato  a  concorso  necessario  estendendo  al  privato  le  stesse  pene  del  pubblico  ufPiciale  o  dell’incaricato  di  pubblico  servizio.   2.  Come  già  illustrato  alla  nota  69  per  l’ipotesi  p.  e  p.  dall’art.  640  II  comma  cp,  il  Sistema  di  Indagine  non  consente  anche  per  queste   due  fattispecie  di  distinguere  tra  le  diverse  ipotesi  sanzionatorie  rispettivamente  previste,  alcune  delle  quali  costruite  come  reato   “proprio”   e   altre   come   reato   “comune”,   perché   prevede   tale   speciPicazione   quale   voce   facoltativa   lasciata   alla   discrezionalità   dell’operatore.   3.  Il  dato  comprende  anche  i  soggetti  cui  l’art.  322  bis  cp  estende  la  punibilità  rispetto  alle  fattispecie  p.  e  p.  dagli  art.  314,  316,  317  –   320,  322  terzo  e  quarto  comma  cp.   Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica. Relazione al Parlamento 2011. La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI  
  • 76. Delitti   corruzione   (art.  318,  319,  320  cp)   concussione   (art.  317  cp)   abuso  d’ufaicio   (art.  323  cp)   truffa  per  il  …   (art.640  bis  cp)   indebita  percezione   (art.  316  ter  cp)   Numero   denunce   939   881   7.386   7.515   3.099      Persone  denunciate   M   F   M   F   M   F   M   F   M   F   6.490   1.199   1.846   159   18.574   2.978   28.531   14.247   5.371   3.944   7.689   2.005   21.552   42.778   9.315   DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI REATO Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica. Relazione al Parlamento 2011. La  relazione  con  tale  fenomeno.  ALLEGATI