Azienda Ospedaliera U.I. Verona, bortoletti, 2017, corruzione, sprechi, cortesie a futura memoria, favori, partite di giro e mazzette
1. IL
PROGETTO
«CURIAMO
LA
CORRUZIONE»
INCONTRA
L’AOUI
DI
VERONA
Verona,
7
novembre
2017
Col.
CC.
Maurizio
BORTOLETTI
AZIENDA
OSPEDALIERA
UNIVERSITARIA
INTEGRATA
VERONA
2. Perché
siamo
qui.
Una
premessa
conosci3va:
il
fenomeno
tra
burocrazia,
maladministra3on,
sprechi,
cortesie
a
futura
memoria,
favori
,
par3te
di
giro
e
mazze>e.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
Per
concludere.
AGENDA
LA
PREVENZIONE
DEL
FENOMENO
RIGUARDA
TUTTI.
NON
E’
UN
“AFFARE”
DELL’RPC,
DEL
D.A.
E
DI
QUALCHEDUN
ALTRO.
TUTTI
IN
AZIENDA
VEDONO,
SENTONO,
PARLANO
3. Perché
siamo
qui.
AGENDA
LA
PREVENZIONE
DEL
FENOMENO
RIGUARDA
TUTTI.
NON
E’
UN
“AFFARE”
DELL’RPC,
DEL
D.A.
E
DI
QUALCHEDUN
ALTRO.
TUTTI
IN
AZIENDA
VIVONO,
VEDONO,
SENTONO,
ASCOLTANO,
NOTANO,
…
4. “Le
amministrazioni
pubbliche
sono
una
delle
cose
più
imperfe7e
che
esistano
per
la
loro
essenziale
contraddizione:
sono
spaventosi
di
potenza
e
insieme
inermi,
sopraffanno
ma
si
lasciano
puerilmente
gabbare,
hanno
ricchezze
immense
e
vivono
lesinando,
sono
concepite
secondo
ordine
e
vivono
in
disordine.
In
questo
c’è
il
dramma
dello
Stato
contemporaneo.
Ma
con
ciò
siamo
giunE
ai
confini
della
nostra
disciplina
che
dobbiamo
rispe7are”
Prof.
Massimo
Severo
Giannini,
Diri4o
Amministra7vo,
1970.
PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
5.
“Il
nostro
è
un
Paese
malato,
non
un
malato
terminale,
ma
certamente
un
malato
grave,
affetto
da
una
patologia
cronica,
progressiva
e
contagiosa,
che
ne
sta
minando
alla
radice
le
energie
2isiche
e
morali.
…
anche
il
chirurgo
è
malato
e
forse
è
più
malato
degli
altri
…
preda
di
una
rassegnazione
debilitante
…
un
cancro
ad
alta
potenzialità
distruttiva
che
stravolge
il
sistema
immunitario
del
paese
…
un
malato
che
appare
ormai
inguaribile,
perché
soffre
di
un
male
che
ogni
giorno
ne
mina
la
2ibra.
Sembra
che
non
ci
siano
terapie
…” (Liberal,
15.7.10)
Senza
entrare
nel
merito,
certamente
angosciante.
Ma
effettivamente,
nell’Italia
“culla
del
diritto”
il
diritto
ci
stava
così
bene
da
essersi
addormentato?
(Enio
Flaiano).
PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
8. PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
2017,
CORRUPTION
IN
THE
EUROPEAN
UNION.
Prevalence
of
corruption,
and
anti-‐corruption
efforts
in
selected
EU
Member
States.
9. 9
“La
le4era
al
milite
ignoto”
di
Carlo
Mochi
Sismondi,
presidente
di
FORUMPA
“…
perché
certe
cose
le
sapevi
benissimo,
perché
le
hai
de7e
cento
volte
ai
tuoi
capi,
perché
hai
dovuto
sopportare
lo
sguardo
di
commiserazione
dei
furbi…
(eppure,
n.d.r.)
…nonostante
i
tuoi
colleghi
facessero
di
tu7o
invece
di
lavorare,
hai
fa7o
sempre
lo
stesso
il
tuo
dovere,
anzi
un
po’
di
più
perché
facevi
anche
il
lavoro
degli
altri….”.
CORROSIONE
vs.
CORRUZIONE
DEL
SISTEMA
PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
10. 10
La
constatazione
di
uffici
che
funzionavano
nonostante
quelle
assenze,
così
che
“…
dopo
lustri
di
commissioni
sulla
spesa
pubblica,
dopo
l’inconcludenza
della
spending
review,
si
dovrà
riconoscere
ai
195
eroi
del
non
lavoro
il
merito
di
avere
indicato
come
e
dove
tagliare….”.
“195
eroi
del
non
lavoro”
di
Davide
Giacalone
CORROSIONE
vs.
CORRUZIONE
DEL
SISTEMA
PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
11. Percezione della estensione della corruzione o
di altri illeciti nella pubblica amministrazione
nazionale.
Cittadini che dichiarano di aver ricevuto la
richiesta di una tangente negli ultimi 12 mesi.
Indagine richiesta dall’European Anti-Fraud Office e
realizzata dalla Gallup Organization ( consultabile su
http://ec.europa.eu ).
CITIZENS’ PERCEPTIONS OF FRAUD AND
THE FIGHT AGAINST FRAUD IN THE EU 27
“…
I
dati
sono
dati
–
ha
ricordato
Luca
RICOLFI,
Il
sacco
del
nord,
Guerini,
2010
–
ciò
che
cambia
è
la
prospettiva
con
i
quali
li
interpretiamo…”.
PRESENTAZIONE
Perché
siamo
qui.
13. La
CORRUZIONE
nasce
da
una
posizione
di
DISPARITA’
fra
chi,
voce
dell’Amministrazione,
ne
esprime
le
determinazioni
e
i
CITTADINI
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
Robert
Klitgaard
1988:
C
=
M
+
D
–
A.
Corruption
equals
monopoly
plus
discretion
minus
accountability
Le
Nazioni
Unite
-‐
come
ha
ricordato
A.M.COSTA,
già
Vice-‐Segretario
Generale
e
Direttore
Esecutivo
dello
United
Nations
OfPice
on
Drugs
and
Crime
di
Vienna,
su
www.altalex.com
-‐
hanno
evitato
di
avventurarsi
in
una
pericolosa
attività
deainitoria
nella
Convenzione
contro
la
corruzione,
scegliendo
di
fare
“…
ricorso
a
fattispecie
concrete
piuttosto
che
a
una
mera
deJinizione
terminologica;
queste
stesse
Jigure
criminose
dovranno
essere
obbligatoriamente
recepite
come
tali
dalle
legislazioni
nazionali
…”.
14. Premessa
Fino agli anni ‘90 la corruzion
ancora considerata un argom
tabù: non solo veniva rarame
citata come problema nei con
internazionali, ma addirittura
Pesi era consentito alle aziend
iscrivere le tangenti pagate ne
bilanci, come fossero “normal
di consulenza o intermediazio
Alcuni dittatori e Capi di Stato
dell’epoca sono divenuti legge
più per i patrimoni stratosferi
accumulati grazie alla corruzio
ruberie che per la loro attività
politica; le organizzazioni
internazionali sembravano or
essersi rassegnate al fatto che
aiuti allo sviluppo per il terzo
venissero ineluttabilmente dr
corruzione e frodi.
Non vi era alcuna convenzion
internazionale a regolare e de
gli standard minimi per la lott
corruzione ed anche la conos
del fenomeno e delle sue dim
reali era pressoché nulla.
CHE COS’ E’ LA CORRUZIONE
La definizione corrente utilizzata da Transparency International di corruzione è: abuso
della fiducia pubblica e del potere per l’ottenimento di vantaggi privati.
Le conseguenze della corruzione sono disastrose e vanno ben al di là di ciò che
generalmente si considera il danno provocato: la corruzione infatti avvelena la società,
distrugge la fiducia, erode le possibilità di sviluppo, accresce la povertà distraendo le
risorse disponibili, causa distorsioni ed ineguaglianze anche a livello regionale,
alimenta investimenti e spese inutili, peggiora il rischio paese e allontana gli investitori,
aumentando il costo del debito e, quindi, mettendo a rischio il futuro delle nuove
generazioni.
L’Italia si sarebbe potuta risparmiare molti dei sacrifici che vengono oggi richiesti alla
collettività, se solo avesse scelto di percorrere la strada dell’etica e dell’anticorruzione
negli anni passati: avremmo avuto un debito pubblico inferiore, avremmo avuto una
migliore immagine internazionale e quindi un rating migliore sul debito, la nostra
credibilità internazionale sarebbe certamente più lusinghiera.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
Il
tema
della
corruzione
è
evocativo
ed
eclatante,
ed
è
naturale
utilizzarlo
con
termini
quali
“allarme”
ed
“emergenza”,
alimentando
una
nebbia
nella
quale
NESSUNO
distingue
tra:
1. l’infedeltà
del
dipendente
pubblico,
che
è
alla
base
di
gravi
delitti
(corruzione,
concussione
e
peculato),
2. la
cattiva
amministrazione
(la
cd.
maladministration),
l’inefPicienza
della
PA,
3. la
congerie
di
condotte
criminali
tentate
o
consumate
da
chi,
il
più
delle
volte
privato
cittadino,
ha
scambiato
la
Pubblica
Amministrazione,
disattenta
e
indifesa,
per
un
bancomat
senza
plafond.
15. Il
tema
della
legalità
InefPicienza
e
burocrazia.
L’ipertroPia
normativa
e
la
cd.
opzione
zero.
La
corrosione
del
sistema,
prima
della
corruzione
del
sistema.
Il
tema
nell’agenda
politica
La
sPiducia
dei
cittadini
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
16.
Le
poche
voci
dissonanti
vengono
schiacciate
da
una
“questione
morale”
che,
costantemente,
quasi
come
un
Piume
carsico,
riemerge
nel
dibattito
politico
e
sociale
e
“mette
all’indice”
coloro
che
resistono
“…
alla
tentazione
di
avventurarsi
sul
rischioso
terreno
dei
paralleli
e
dei
calcoli
…
custodendo
con
caparbietà
il
segreto
–
come
ha
ricordato
Emanuele
Narducci,
Processi
ai
politici
nella
Roma
antica,
Laterza,
Roma-‐Bari,
1995
-‐
di
questi
risultati
allegati
e
non
dimostrati,
facendo
riferimento
a
parametri
noti
solo
a
lui
stesso
ed
eludendo
con
allegria
una
serie
di
evidenti
interrogativi….”.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
17. 17
Inefficienza
e
corruzione
sono
patologie
ben
dis3nte,
dal
momento
che
può
aversi
inefficienza
anche
senza
corruzione
(cioè
nel
caso
di
funzionari
perfe4amente
integri).
Diversamente,
è
più
difficile
affermare
che
possa
esservi
corruzione
che
non
generi
inefficienza.
L'inefficienza,
al
contrario
della
corruzione
che
è
per
definizione
un
fenomeno
nascosto,
è
riscontrabile
nei
da3
che
mostrano
che
in
Italia
le
opere
costano
più
che
in
altri
Paesi,
che
hanno
tempi
più
lunghi
e
che
spesso
rimangono
incompiute.
Misure
volte
a
contrastare
e
ridurre
l'inefficienza
possano
avere
anche
l'effe4o
indire4o
di
ridurre
la
corruzione.
Se
infaR
la
corruzione
corrisponde
a
una
quota
parte
dell'inefficienza
e
dietro
a
questa
si
nasconde,
il
miglioramento
dell'efficienza
(ovvero
la
diminuzione
dei
cos7,
l'accorciamento
dei
tempi,
il
miglioramento
della
qualità
e,
in
defini7va
il
conseguimento
della
performance)
può
ridurre
gli
spazi
di
a4uazione
dei
paR
corruRvi.
Se
si
conseguisse
la
piena
efficienza
si
azzererebbe
lo
spazio
per
la
corruzione
o,
più
corre4amente,
potrebbe
permanere
uno
spazio
solo
per
forme
di
corruzione
neutrali
all'efficienza.
APRIAMO
UNA
PARENTESI:
INEFFICIENZA
vs.
CORRUZIONE
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
18. 18
INEFFICIENZA
misurabile:
• negli
indicatori
di
performance,
• nel
confronto
tra
i
cos7
sostenu7
e
dei
tempi
impiega7
dalle
diverse
amministrazioni
in
relazione
ad
aRvità
similari;
• …..
L’alta
velocità
in
Italia
è
costata
47,3
milioni
di
euro
al
chilometro
per
il
tra4o
Roma
-‐
Milano,
74
milioni
per
il
tra4o
tra4a
Torino
–
Novara,
79,5
milioni
per
il
tra4o
Novara-‐
Milano
e
96,4
milioni
per
il
tra4o
Bologna
-‐
Firenze.
Analoga
opera
è
costata
10
milioni
a
chilometro
della
tra4a
Parigi-‐Lione,
9,8
milioni
per
il
tra4o
Madrid
–
Siviglia
e
9,3
milioni
per
il
tra4o
della
Tokyo-‐Osaka.
Quindi,
estrema
rischiosità
della
regolazione
fondata
su
norme
preposte
a
contrastare
la
corruzione
che
prescindano
dalla
ricerca
dell'efficienza
(come
nel
caso
della
privazione
della
discrezionalità
amministra7va
e
della
limitazione
dell'u7lizzo
di
procedure
volte
all'apprendimento
dell'amministrazione).
3
PERICOLI:
enormi
perdite
di
efficienza,
con
inaltera7
livelli
di
corruzione
e
con
la
necessità
di
costan7
procedure
derogatorie.
APRIAMO
UNA
PARENTESI:
INEFFICIENZA
vs.
CORRUZIONE
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
19. 19
L'amministrazione
non
può
essere
sos3tuita
dalla
Legislazione.
SE
l'inefficienza
si
traduce
nel
caRvo
u7lizzo
delle
risorse
pubbliche,
dovuto
a
caRva
qualità
dei
beni
e
servizi
acquis7,
alla
dilatazione
dei
tempi
delle
commesse
pubbliche,
all'aumento
della
spesa,
può
esserci
inefficienza
senza
corruzione,
ovvero
anche
in
presenza
di
funzionari
ones7ssimi
(tanto
in
fase
di
aggiudicazione
che
di
esecuzione
del
contra4o).
Tale
inefficienza
può
essere
causata
dalla
caVva
regolazione
(compresa
la
c.d.
inflazione
norma7va),
dalla
caVva
amministrazione
(dovuta
a
caRva
organizzazione,
ad
incapacità
dei
funzionari
pubblici,
ecc)
oppure
alle
due
cose
insieme.
La
pretesa
di
disciplinare
ex
ante
tu4e
le
molteplici
e
astra4e
possibilità,
cos7tuisce
un
approccio
errato
alla
complessità
mentre
una
ges7one
corre4a
della
stessa
complessità
richiede
la
flessibilità
delle
scelte
necessarie
per
il
caso
concreto.
APRIAMO
UNA
PARENTESI:
INEFFICIENZA
vs.
CORRUZIONE
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
20. 20
TUTTO
QUI?
Magari:
⇒ L’ipertrofia
norma7va
e
la
«burocrazia
difensiva»;
⇒ Dalle
regole
alla
quo7dianità:
la
risposta
del
Legislatore,
con
il
recente,
purtroppo,
dibaRto
sul
reato
di
abuso
d’ufficio;
⇒ la
corrosione
del
sistema,
prima
della
corruzione
del
sistema;
⇒ Il
tema
nell’agenda
poli7ca;
ma,
sopra>u>o,
⇒ una
REALTA’
completamente
diversa;
⇒ una
REALTA’
so4ovalutata
e
una
QUOTIDIANITA’
che
mol3,
forse
per
convenienza,
fingono
di
NON
CONOSCERE.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
21. 21
“SULLA
BASE
DEL
PASSATO
IL
PRESENTE
PRUDENTEMENTE
AGISCE
PER
NON
GUASTARE
L’AZIONE
FUTURA”.
TIZIANO,
Allegoria
della
Prudenza,
1565-‐1570,
colore
ad
olio,
Na3onal
Gallery,
Londra.
Raffigura
tre
teste
umane,
un
vecchio,
un
uomo
maturo
e
un
giovane,
che
s o v r a s t a n o
t r e
t e s t e
a n i m a l i ,
rispeRvamente
un
lupo,
un
leone
ed
un
cane.
Ex
Praeterito
/
Praesens
Prudenter
Agit
/
Ni
Futura(m)
AcPone(m)
Deturpet
L’IPERTROFIA
NORMATIVA
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
22. 22
L’IPERTROFIA
NORMATIVA
La
risposta
ha
vissuto,
a
lungo,
su
una
illusione:
che
si
potesse
esprimere
con
geometrica
precisione
la
bontà
dei
servizi
offer7
agli
uten7
e
l’efficienza
della
Pubblica
Amministrazione.
L’unico
risultato
conseguito
è
stato,
quindi,
diametralmente
opposto
a
quello
perseguito:
è
sufficiente
pensare
a
quel
fiume
in
piena
di
circolari,
direRve,
norme
di
standardizzazione,
procedure,
protocolli
e
istruzioni
par7colareggiate,
diventa7
una
«prigione»
per
i
dipenden7
pubblici
responsabili
sempre
di
più
verso
revisori
e
superiori
e
sempre
meno
verso
i
ci4adini.
Così,
anziché
o>enere
la
rassicurazione
del
ci>adino
è
stata,
così,
gravemente
compromessa
l’aRvità
degli
addeR
ai
lavori,
affoga7,
almeno
per
metà
della
loro
giornata
lavora7va,
in
adempimen7
burocra7ci.
Un
fenomeno
che
ha
finito
con
l’alimentare
la
crescita
di
una
serie
di
concrezioni
burocra3che,
con
sovrapposizioni
e
duplicazioni
di
competenze
che
hanno
generato
deresponsabilizzazione
e,
alla
fine,
impunità.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
23. 23
L’IPERTROFIA
NORMATIVA
Questo
abuso
di
regolazione
formale
e
formalis3ca,
quale
espressione
silenziosa
dell’evidente
sfiducia
verso
il
funzionario
pubblico
–
lasciato
a
se
stesso
e
valutato
più
per
il
rispe4o
delle
procedure
seguite
che
per
i
risulta7
che
oRene
–
ha
inoltre
generato
un
tale
sovraccarico
procedurale
da
rendere
in
mol3
casi
necessarie
quelle
deroghe
e
quelle
eccezioni
che
sono
una
merce
preziosa
del
mercato
della
corruzione.
Più
che
inquilini
di
uno
Stato
senza
Stato,
dove
prosperano
inefficienza
pubblica
e
illegalità
privata,
si
è
diventa7
viRme
paradossali
di
un
vuoto
che
dipende
dall’ipertrofia
norma7va,
dal
«troppo
pieno»,
fru4o
di
una
bulimia
incontrollabile
di
medicine,
rimedi,
interven7,
in
un
tenta7vo
affannoso
di
porre
rimedio
ai
problemi:
la
soluzione
cercata
in
una
nuova
norma,
piu>osto
che
nel
tenta3vo
di
far
funzionare
l’esistente,
diventa,
poi,
un
facile
alibi
legisla7vo
dietro
il
quale
mime7zzare
l’irresponsabilità
ges7onale.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
24. 24
“SULLA
BASE
DEL
PASSATO
IL
PRESENTE
PRUDENTEMENTE
AGISCE
PER
NON
GUASTARE
L’AZIONE
FUTURA”.
Con
un
unico
risultato,
che
si
amplifica
quanto
più
la
situazione
ambientale
è
difficile.
Si
tra4a
della
cd.
burocrazia
difensiva:
⇒ meglio
star
fermi,
che
rischiare;
⇒ meglio
avere
un
ordine
che
avere
un’inizia7va;
⇒ meglio
porre
un
quesito
che
firmare,
….
mentre
tu4o
si
blocca,
la
corruzione
la
sua
strada
la
trova
sempre.
LA
BUROCRAZIA
DIFENSIVA
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
25. 25
“SULLA
BASE
DEL
PASSATO
IL
PRESENTE
PRUDENTEMENTE
AGISCE
PER
NON
GUASTARE
L’AZIONE
FUTURA”.
Un
sistema
is7tuzionale
e
amministra7vo
stra7ficato
che
penalizza
chi
decide
di
decidere
e
che
disincen3va
l’assunzione
di
responsabilità.
Un
sistema
nel
quale
ognuno
sa
di
poter
essere
giudicato
o
condannato
solo
se
prenderà
una
qualsiasi
decisione.
Al
centro,
appunto,
LA
PRUDENZA.
E’
quella
che
DELZIO
ha
definito,
l’
Opzione
zero.
Quella
dell’ul3ma
slide,
dopo
presentazioni
nelle
quali
vengono
presentate
e
sviscera7
cos7
e
benefici
di
tu4e
le
opzioni.
LA
BUROCRAZIA
DIFENSIVA
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
26. 26
LA
BUROCRAZIA
DIFENSIVA
“SULLA
BASE
DEL
PASSATO
IL
PRESENTE
PRUDENTEMENTE
AGISCE
PER
NON
GUASTARE
L’AZIONE
FUTURA”.
Un
virus
invisibile
e
perfido,
perché
quando
ci
si
inizia
ad
ammalare
ci
fa
sen7re
meglio,
perché
ci
fa
percepire
di
aver
scansato
un
grosso
rischio,
un
problema
rognoso,
eliminando
cos7
e
incertezze.
MA
dopo
anni,
tu>o
si
sclero3zza
e
diventa
impossibile.
MA
così
si
abba>ono
i
cos3
nel
presente
ignorando
il
futuro,
per
vivere
tranquilli
oggi.
COSI’,
alla
fine,
la
responsabilità
non
è
di
nessuno.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
27. 27
DALLE
REGOLE
ALLA
QUOTIDIANITA’
Il
mancato,
reale
intervento
sulle
disfunzionalità,
le
ha,
come
è
ovvio,
alimentate:
si
tra4a
di
malpracEces
mirate
a
logiche
di
favore
patrimoniale,
di
protezione
d’interessi
ele4orali,
di
mone7zzazione
di
beni
non
monetari,
che
vanno
al
di
là
del
mercimonio
della
funzione
pubblica
e
che
soltanto
in
piccola
parte
riveste
rilievo
penale.
Un
mix
di
manifestazioni
patologiche
della
nostra
quo3dianità,
un
intreccio
di
aspeR
disfunzionali,
tra
loro
correla7,
che
investono
la
dimensione
della
caRva
programmazione
e
la
definizione
proge4uale
degli
interven7,
le
differen7
fon7
di
inefficienza
nella
ges7one
delle
procedure,
la
debolezza
e
la
vulnerabilità
dei
controlli
alla
collusione
con
i
controlla7,
le
resistenze
al
cambiamento
e
al
formalismo,
l’indifferenza
verso
l’efficienza
e
l’os7lità
verso
la
tecnologia.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
28. 28
DALLE
REGOLE
ALLA
QUOTIDIANITA’
Una
quo7dianità
che
produce
la
mor7ficazione
delle
aspe4azioni
e
dei
desideri
della
popolazione,
vanificando
gli
sforzi
prodoR
dalla
parte
sana
della
Pubblica
Amministrazione
che
assiste,
e,
spesso,
subisce
le
risposte
sintoma3che,
e
non
sistemiche,
7piche
di
uno
«stato
barelliere»,
con
l’abituale
«pezza»
che
si
me4e
sulla
situazione
problema7ca
esplosa.
E’
la
cd.
ipotesi
della
illegalità
tollerabile,
con
«…
il
diri7o
ci
stava
così
bene
–
per
ricordare
Ennio
Flaiano
–
da
essersi
addormentato…»,
ma
che:
⇒ produce
cos7,
direR
e
indireR,
«paga3»,
il
più
delle
volte,
dai
più
deboli;
⇒ alimenta
inefficienze
nel
sistema;
⇒ droga
la
concorrenza;
⇒ marginalizza
i
meritevoli,
anzi
alimenta
una
cronica
asfissia
di
merito;
⇒ erode
i
livelli
di
fiducia
dei
ci4adini
verso
la
Pubblica
Amministrazione
e,
più
in
generale,
verso
le
Is7tuzioni.
Senza
una
EXIT
e
lasciando
solo
la
VOICE,
quando,
poi,
emerge.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
29. 29
DALLE
REGOLE
ALLA
QUOTIDIANITA’
Un
Paese
che,
così,
sembra
popolato
di
inefficienze
e
di
mariuoli,
veri
o
presun7
poco
importa,
mentre
la
fiducia
si
erode
inesorabilmente
e,
con
questa,
inizia
a
morire
pian
piano
la
stessa
società,
sempre
più
impassibile
e
immobile
di
fronte
a
un
des7no
che
sembra
inelu4abile:
una
«Capore4o
»
delle
Is7tuzioni,
sintesi
di
un’Italia
che,
«oltre
ad
aver
sempre
mescolato
il
serio
con
il
fuEle
ha
spesso
preso
il
fuEle
come
l’unica
cosa
seria»,
mentre
la
poli7ca
del
risen7mento
si
insinua
nei
cuori
della
gente.
SI
RAFFORZA
l’immagine
di
un
Paese
dove
vige
la
legge
del
più
furbo
o
del
più
forte
piu4osto
che
la
forza
della
legge:
o,
meglio,
la
regola
dell’aggirare
le
regole,
in
un
incredibile
–
«non
è
vero,
ma
ci
credo»,
diceva
Peppino
De
Filippo
–
groviglio
di
contraddizioni,
lassismo
poli7co
e
morale,
corruzione
e
malaffare.
UNO
IATO
CHE
SEMBRA
IMMORTALE
tra
il
predicare
e
il
fare,
che
lascia
i
problemi
perennemente
irrisol7,
fino
a
far
diventare
il
termine
un
passe-‐partout
per
la
rassicurazione
del
ci4adino,
una
ghio4a
occasione
di
promesse
ele4orali
e
di
consenso
a
buon
mercato
mentre
si
alles7scono
pa3boli
media3ci,
si
auspicano
boia
poli7ci
e
si
invocano
governi
di
salute
pubblica.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
30. 30
DALLE
REGOLE
ALLA
QUOTIDIANITA’
ABITUDINE
ANTICA,
NON
NUOVA,
cara4erizzata
dalla
mera
ripe3zione
della
litania
laica
dei
problemi,
che
non
ha
consen7to
in
passato
e
non
sembra
perme4ere,
oggi,
di
individuare
percorsi
risolu7vi.
CON
UN
UNICO
RISULTATO,
quello
di
individuare
in
quel
certo
fa4ore
immutabile,
l’eterno
cara4ere
degli
italiani,
l’origine
di
tuR
i
mali,
senza
alcuna
autocri3ca,
dimen7cando,
con
estrema
facilità,
che
«erano
i
regimi
poliEci,
caso
mai,
che
s’intonavano
ai
difeT
degli
italiani»,
come
ebbe
a
ricordare
Indro
Montanelli.
NON
E’
QUINDI,
CASUALE
che
il
normale
senso
civico,
se
e
dove
esiste,
finisca
con
il
venir
descri4o
e
vissuto
come
una
«virtù
eroica»,
un
calvario
che
adduce
al
mar7rio
e
alla
successiva
bea7ficazione
laica,
quasi
che
il
fare
il
proprio
dovere
di
ci4adino,
di
lavoratore,
di
padre
di
famiglia,
non
sia
più
la
normalità.
E
che,
giun7
a
questo
punto,
sia
superfluo.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
31. 31
DALLE
REGOLE
ALLA
QUOTIDIANITA’
Dimen7cando
come
«…
la
disperazione
più
grave
che
possa
impadronirsi
d’una
società
–
ricordava
Corrado
Alvaro
–
è
il
dubbio
che
vivere
re4amente
sia
inuPle…
».
Perché
"...
se
la
normalità
è
diventata
eroica,
in
Italia
siamo
nei
guai
–
come
ha
ricordato
Beppe
Severgnini
sul
Corriere
della
Sera,
dopo
l’episodio
dell’Isola
del
Giglio
-‐
O
forse
abbiamo
bisogno
di
applaudire
i
competenE,
come
anEdoto
ai
troppi
superficiali?...».
INSOMMA,
«l’Italia
è
gobba»,
ripeteva
GioliR,
con
una
doppia
morale:
una
pubblica,
all’apparenza
rigorosa
nell’adesione
alle
norma7ve
esisten7,
e
una
privata,
fa4a
di
flessibilità
estrema,
tesa
ad
ada4are
anche
il
rispe4o
delle
regole
allo
specifico
contesto.
Espressione
dell’ennesima
conferma
di
un
Paese
che
sembra
vivere
della
logica
ga>opardiana
del
«se
vogliamo
che
tu7o
rimanga
com’è,
è
necessario
che
tu7o
cambi»,
dove
si
rileva
una
sfasatura
amplissima
tra
le
parole
e
le
cose,
tra
l’ideologia
e
la
realtà,
con
frasi
ripetute
come
un
rosario
o
come
uno
stratagemma
per
costruirsi
un
immenso
alibi
di
fronte
alle
regole
con7nuamente
trasgredite.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
32. 32
CORROSIONE
vs.
CORRUZIONE
DEL
SISTEMA
Più
che
di
CORRUZIONE
sembrerebbe
necessario
parlare
di
CORROSIONE
DEL
SISTEMA.
La
Maladministra7on
non
sempre
ha
rilievo
penale,
ma
il
più
delle
volte
ci
si
trova
di
fronte
ad
un
tenue
confine
tra
lecito
e
illecito,
con
la
cortesia
a
futura
memoria,
con
le
contropar7te
invisibili
del
«sistema
gela7noso»,
con
la
smaterializzazione
della
tangente
che
segna
il
superamento
del
tradizionale
«modello
mercan7le»
e
che
non
presenta
più
un
immediato
e
dire4o
collegamento
con
l’a4o
contra
legem
del
pubblico
ufficiale.
Una
sorta
di
economia
dello
scambio,
del
bara>o,
di
favori,
ovviamente,
al
posto
dell’economia
di
mercato
che
conosciamo,
quella
di
beni
e
servizi
7pica
di
uno
stato
di
diri>o,
mentre
la
prima
sembra
appartenere
di
più
a
uno
«stato
dei
driV»,
che
vive
e
si
alimenta
grazie
ad
un
insieme
di
«regole
informali
del
gioco»
sanzionate
da
quegli
stessi
centri
di
potere
che,
spesso,
ne
beneficiano.
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
33. 33
Una
situazione
nella
quale
non
resta
che
confidare,
anzi,
meglio,
sperare
nell’ipocrisia,
quale
«omaggio
che
il
vizio
rende
alla
virtù»,
come
ul7mo
baluardo:
insomma,
coloro
che
si
rappresentano
probi,
mentre
stanno
dissimulando
il
loro
agire,
a4estano,
pur
sempre,
l’esistenza
di
regole
di
cui
si
amme4e
l’importanza,
confermando
che
esiste
un
limite
tra
giusto
e
ingiusto
e
riconoscendo,
implicitamente,
nel
momento
in
cui
la
violano,
che
un’e7ca
pubblica
esiste
e
che,
ancora,
non
esiste
un’e7ca
del
furto.
COSI’
è
estremamente
naturale
interrogarsi,
per
questo
«…popolo
–
come
ricordava
Ennio
Flaiano
–
di
sanE,
poeE,
navigatori,
nipoE
e
cognaE…»:
⇒ a
che
giro
appar7ene
7zio
o
caio
oppure
a
chi
debba
qualcosa
questa/quella
di4a;
⇒ su
chi
si
conosce
qui
o
lì,
quando
uno
sta
male,
piu4osto
che
qual
è
il
migliore
ospedale
dove
farsi
curare.
Una
Pubblica
Amministrazione
percepita
come
inefficiente
e
parziale,
oltre
che
poco
trasparente
e
autoreferenziale,
genera
inevitabilmente
un
approccio
culturale
che
facilita
l’opzione
dell’illegalità.
CORROSIONE
vs.
CORRUZIONE
DEL
SISTEMA
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
34. 34
Un
approccio
culturale
che
sfocia
in
una
vera
e
propria
cultura
del
demerito,
che
cancella,
così,
implicitamente,
termini
quali
valore,
qualità,
competenza,
professionalità,
serietà,
che
restano
una
mera
oleografia
di
una
Pubblica
Amministrazione
che,
a
traR,
sembra
aver
smarrito
la
cultura
dell’esempio
e
del
comportamento.
Un
«…
sistema
che
premia
i
piraE
–
come
ha
so4olineato
il
premio
nobel
per
l’economia,
North
–
produce
piraE
e
non
ingegneri
…
».
Una
cultura
del
demerito
par7colarmente
insidiosa,
perché,
per
chi
non
si
ribella,
resta,
comunque,
qualcosa,
un
riconoscimento,
un
incarico,
una
prebenda
che
consente
di
vivere
e
di
convivere
con
la
mediocrità,
mentre
la
MEDIOCRAZIA
sos7tuisce
la
MERITOCRAZIA.
CORROSIONE
vs.
CORRUZIONE
DEL
SISTEMA
Corruzione:
una
premessa
conosci3va
36. La
relazione
con
tale
fenomeno
Il
fenomeno
è
stato
–
o,
è
ancora
?
–
vissuto:
1. irrilevanza
del
danno:
poiché
i
danni
in
termini
di
consumo,
o
in
termini
di
domanda
politica,
si
ripartiscono
su
di
un'ampia
popolazione,
essi
tendono
a
venire
giudicati
irrilevanti;
2. la
necessità
di
"oliare"
i
meccanismi
burocratici
ritenuta
Pisiologica
e
che
anzi
consentirebbe
di
velocizzare
e
sempliPicare
l’azione
amministrativa;
3. la
non
aderenza
della
legge
al
costume,
che
sarebbe
molto
più
permissivo;
4. la
ricerca
di
equità
nel
trattamento
economico
da
parte
dei
dipendenti
pubblici
che
si
considerano
sotto-‐remunerati;
5. gli
inevitabili
costi
della
democrazia
–
ad
esempio
per
il
mantenimento
dei
partiti
politici
-‐
che
difPicilmente
possono
venire
sostenuti
senza
l'apporto
di
denaro
raccolto
in
maniera
illecita.
6. ……
37. CORROTTI
E
“…L’Italia ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di
chi se ne serve a suo danno…”. G.PREZZOLINI, Codice della vita italiana.
La
relazione
con
tale
fenomeno
38. Meglio
ripetere
e
chiarire
che
la
corruzione,
il
mercimonio
della
funzione
pubblica,
è
una
grave
patologia
del
sistema
pubblico
e
va
combattuta
e
contrastata,
senza
SE
e
senza
MA.
Detto
questo,
vanno
dette
–
in
modo
altrettanto
chiaro
-‐
alcune
cose
che
si
ascoltano
raramente:
1. nessun
paese
-‐
nei
dispotismi
più
che
nelle
democrazie
-‐
e
nessun
comparto
è
immune
dalla
corruzione;
2. nessuna
legge
penale
ha
mai
fermato
alcun
crimine.
In
nessuna
parte
del
mondo
e
qualsiasi
cosa
ci
sia
scritta.
La
corruzione
non
si
sconPigge
con
l’aumento
delle
pene
e/o
con
l’ipertroPia
del
sistema
penale
o
eliminando
la
prescrizione:
senza
scomodare
Beccaria,
è
evidente
che
è
la
concreta
possibilità
della
pena
a
disincentivare
il
reato,
non
la
sua
roboante
e
inutile
enunciazione.
Non
è
il
reato
di
spaccio
a
disincentivare
il
mercato
della
droga,
semmai
condanne
inPlitte
e
pene
effettivamente
scontate:
quindi,
basta
ipocrisie,
spesso
affondiamo
nell’ipocrisia,
ci
prendiamo
in
giro
da
soli
e
facciamo
anche
Pinta
di
crederci,
nessuno
vuole
cambiare,
ma
tutti
s’affannano
a
dire
che
andrebbe
cambiato
questo
o
quello,
invece
di
fare,
lanciando
allarmi
qua
e
là;
segue
La
relazione
con
tale
fenomeno
39. Detto
questo,
vanno
dette
–
in
modo
altrettanto
chiaro
-‐
alcune
cose
che
si
ascoltano
raramente:
3. trattandosi
di
un
tema
evocativo
ed
eclatante
che
fa
necessariamente
parte
dell’agenda
politica
NON
deve,
o
non
dovrebbe,
essere
usato
come
strumento
di
lotta
politica:
c’è
un
qualcosa
di
inquietante
e
insondabile
nel
tono
da
derby
–
ladri
contro
onesti
–
che
accompagna
qualsivoglia
ragionamento
sul
tema.
In
sintesi
non
è
né
di
destra,
né
di
sinistra,
ma
un
problema
di
TUTTI.
4. supporre
che
la
patologia
possa
essere
individuata
e
colpita
in
luogo
distante
da
quello
in
cui
si
deainisce
e
regola
la
aisiologia
è
supposizione
più
vicina
all’opera
di
una
macumbeira,
piuttosto
che
a
quella
di
un
medico;
5. la
corruzione
tesa
a
far
marciare
una
macchina
(autorizzazioni,
revisioni,
adempimenti,
etc.)
altrimenti
inchiodata
non
è
un
male,
sono
due:
non
serve
un’anticorruzione
che
non
facesse
altro
che
creare
nuove
macchine,
capaci
d’inchiodarsi
e
inchiodare;
6. è
inutile
ricordarsi
del
tema
quando
emergono
gravi
scandali:
in
tali
circostanze,
la
sola
cosa
che
dovrebbe
sbalortdirci
è
che
ci
siano
degli
sbalorditi
in
circolazione;
segue
La
relazione
con
tale
fenomeno
40. Detto
questo,
vanno
dette
–
in
modo
altrettanto
chiaro
-‐
alcune
cose
che
si
ascoltano
raramente:
7. I
dati
sul
tema,
e
su
tutti
i
temi
che
toccano
la
sicurezza
e
la
tranquillità
dei
cittadini,
vengono
diffusi
(e
riprodotti),
in
modo
frequente,
senza
neanche
avvertire
il
loro
contraddirsi,
privilegiandone
la
funzione
aizzatoria;
8. In
tema
di
conPlitto
di
interesse
dobbiamo
valutare
quale
è,
in
effetti,
il
problema,
perché
l’Italia
è
dominata
da
conPlitti
d’interesse.
Non
ce
n’è
uno,
ma
tanti.
Il
problema
non
sono
mica
gli
interessi,
senza
i
quali
non
c’è
mercato,
ma
neanche
democrazia
e
libertà,
ma
il
conalitto
fra
quelli
particolari
e
il
governo
delle
cose
collettive;
9. Le
scelte
comportano
conPlitti
con
gli
interessi
colpiti,
quasi
tutti
pendenti
dalla
spesa
pubblica
corrente.
Ma
se
non
si
interviene
dove
è
necessario
e
quando
è
necessario
ciò
innesca
il
timer
di
conPlitti
più
vasti,
destinati
a
scoppiare
quando
si
avrà
meno
forza
per
dominarli;
10. Un’ultima
cosa,
che
ritengo
determinante:
nel
tema
che
andiamo
a
trattare
il
segreto
e'
che
non
ci
sono
segreti.
La
relazione
con
tale
fenomeno
41. La
relazione
con
tale
fenomeno
Nessuno
si
presenterà
mai
senza
conoscervi,
senza
una
notizia
su
di
voi
proponendovi
qualcosa
di
illegale.
Dall’avvicinamento
a
………………
42. 42
NOI
e
le
cd.
terze
par3
1. Indicatori
di
rischio
di
contesto
2. Indicatori
di
rischio
a
livello
economico-‐finanziario
3. Indicatori
di
rischio
a
livello
di
governance
e
asse4o
proprietario
ALCUNI
INDICATORI
DI
ANOMALIA
La
relazione
con
tale
fenomeno
• intensità
di
contante
• economia
irregolare
• difficoltà
di
accesso
al
credito
ELEMENTI
SENTINELLA
proposte
di
soluzioni
opera7ve
a
basso
costo;
proposta
di
forniture
a
prezzi
inferiori
al
mercato;
proposte
con
rapporto
prezzo/qualità
sbilanciato;
proposta
di
servizi/fornitori
non
qualifica7;
reperimento
autorizzazioni
a
condizioni
o
con
tempis7che
anomale;
pressioni
a
favore
di
specifici
fornitori
ricorren7;
concentrazione
appal7/acquis7
su
soggeR
ricorren7;
anomala
distribuzione
di
margini
e
fa4urato;
concentrazione
fa4urato
su
specifici
marchi;
pressioni
per
impiego
di
specifici
immobili.
43. 43
ALCUNI
INDICATORI
DI
ANOMALIA
La
relazione
con
tale
fenomeno
ELEMENTI
SENTINELLA
• procedure
annullate
• esclusioni
dalle
procedure
di
evidenza
pubblica.
• ricorsi
persi.
• frequenza
e
motivazione
delle
urgenze
• lunghezza
dei
criteri
di
scelta.
• tempi
medi
richiesti
per
la
presentazione
delle
offerte
dove
non
ci
sono
termini
tipizzati
• numero
di
procedure
con
un’unica
offerta
• concentrazione
delle
imprese
aggiudicatarie
• ricorrenza
temporale
dell’aggiudicazione
agli
stessi
operatori
• numero
medio
e
valore
medio
delle
riserve
dePinite
• scostamento
dei
costi
e
dei
tempi
di
esecuzione
• mancata
separazione
dei
compiti
ed
in
particolare
fra
chi
autorizza,
chi
esegue
e
chi
registra
un’operazione;
• assenza
di
politiche
di
acquisto;
• assenza
di
esame
periodico
del
grado
di
concentrazione
degli
acquisti
per
merceologia;
• assenza
di
controlli
su
acquisti
molto
convenienti
e
sulla
provenienza
dei
beni/servizi
acquistati.
RICORRENZE,
SINGOLARITA’
E
ANOMALIE
44. 44
ALCUNI
INDICATORI
DI
ANOMALIA
La
relazione
con
tale
fenomeno
ELEMENTI
SENTINELLA
RICORRENZE,
SINGOLARITA’
E
ANOMALIE
• inserimento
di
persone
segnalate;
• assunzioni
senza
ruolo
e/o
7tolo;
• creazione
di
posizioni
non
gius7ficate
• mobbing
e/o
discriminazione
del
personale
intermedio;
• richieste
di
lavoro
temporaneo
e
contraR
a
proge4o
;
• Offerta
di
consulenze
professionali
non
finalizzate;
• presenza
di
personale
non
autorizzato
in
azienda;
• mancato
rispe4o
degli
orari
e
dei
turni;
• elusione
norme
sicurezza;
• promozioni/
premi
non
gius7fica7;
• ges7one
e
rendicontazione
delle
trasferte;
controllo
delle
presenze;
• accesso
visitatori
e
controllo
degli
accessi;
• aree
sterili
dedicate
ove
si
tra4ano
contraR,
ove
vi
sono
sistemi
informa7vi,
…;
• registrazione
accesso
fornitori
e
portatori
di
interesse;
• pubblicità
e
abbonamen7
riviste
specializzate
e
quo7diani;
• sponsorizzazioni;
45. 45
ALCUNI
INDICATORI
DI
ANOMALIA
La
relazione
con
tale
fenomeno
ELEMENTI
SENTINELLA
Un’altra
area
di
particolare
signiaicatività
è
quella
DEI
SERVIZI
SOCIALI
E
TERZO
SETTORE
per
le
evidenti
implicazioni
e
per
le
chiare
possibilità
di
strumentalizzazione
socio-‐politica
che
ne
possono
derivare
.
• Associazioni
di
volontariato
non
convenzionate
che
erogano
servizi
E
convenzionate
di
recente
iscrizione.
• Ass.
di
vol.
che
percepiscono
la
corresponsione
di
una
retribuzione
per
l’attività
lavorativa
svolta
• Iniziative
no
proPit.
• soggetti
del
terzo
settore
che
ricevono
sovvenzioni
o
contributi
senza
procedura
competitiva
• interventi
e
servizi
sociali
realizzati
dall’amministrazione
non
previsti
da
apposita
programmazione
• CONVENZIONI:
mancata
rotazione
delle
cooperative
afPidatarie;
non
corretto
calcolo
del
valore
a
base
di
gara;
insufPicienza
delle
veriPiche
successive
all’afPidamento
e
all’esecuzione
del
contratto;
omissione
degli
obblighi
informativi;
modalità
di
accesso
e
“presa
in
carico”
degli
utenti;
rispetto
dei
requisiti
organizzativi
e
di
qualità
per
l’erogazione
dei
servizi,
…..
RICORRENZE,
SINGOLARITA’
E
ANOMALIE
47. Per
concludere
L’INFORMAZIONE
CHE
CONTA
1. Le
stime
delle
tangenti?
La
percezione
della
corruzione?
Le
denunce?
Le
condanne?
2. Il
danno
visibile?
Il
bambino
morto
di
malaria
per
una
rete
anti-‐zanzare
bucata.
3. Il
danno
invisibile?
Tutte
le
cose
che
avrebbe
potuto
fare
nella
sua
vita
quel
bambino.
Due
domande:
1. Si
possono
migliorare
le
misure
basate
sulla
percezione?
(Borra-‐Castelli,
2012)
2. Si
può
andare
al
di
là
di
misure
sulla
percezione?
(Borra
–
Picci,
2011)
48. Per
concludere
L’INFORMAZIONE
CHE
CONTA
Un
esempio
di
analisi
su
microdati
di
statistica
giudiziaria
(Borra-‐Picci,
2011)
1. Stima
del
tempo
medio
trascorso
tra
data
del
reato
e
data
della
condanna;
2. Stima
del
numero
di
reati
commessi
nell’anno
T
e
in
seguito
arrivati
a
condanna;
3. Stima
del
numero
di
reati
commessi
nell’anno
T
ma
non
giunti
a
condanna
(autore
ignoto,
prescrizione,
ecc);
4. Analisi
delle
possibili
associazioni
tra
diverse
tipologie
di
reato
contro
la
PA
e
tra
questi
e
altri
reati.
49. L’INFORMAZIONE
CHE
CONTA,
UN
ESEMPIO
0.05.1.15.20.05.1.15.2
0 10 20 30
0 10 20 30
2007 2008
2009
Density
Tempo
intercorso
tra
data
del
reato
e
data
della
sentenza
di
condanna
/
anni
Graphs
by
anno
di
iscrizione
al
Casellario,
uguale
a
var
ANNO
Per
concludere
50. L’INFORMAZIONE
CHE
CONTA,
UN
ESEMPIO
0.05.1.15.20.05.1.15.2
0 10 20 30 0 10 20 30
abusouff concussione
corruzione peculato
Density
Tempo
intercorso
tra
data
del
reato
e
data
della
sentenza
di
condanna
/
anni
Graphs
by
tipo_reato
Per
concludere
51. L’INFORMAZIONE
CHE
CONTA,
UN
ESEMPIO
02468
mean
of
diff_reatocond_a
pie vaalom taa ven fvg lig emr tosumbmar laz abr molcampug bas cal sic sar
media
tempo
intercorso
tra
data
crimine
e
sentenza
definitiva
Per
concludere
52. Per
concludere
LA
PREVENZIONE
DEL
FENOMENO
RIGUARDA
TUTTI.
NON
E’
UN
“AFFARE”
DELL’RPC,
DEL
D.A.
E
DI
QUALCHEDUN
ALTRO.
TUTTI
IN
AZIENDA
VEDONO,
SENTONO,
PARLANO
53. Col.
CC.
Maurizio
BORTOLETTI
CONTATTI
maurizio.bortoletti@gmail.com
L’autore
ha
utilizzato
per
la
predisposizione
del
materiale
di
questa
giornata
di
formazione
materiale
disponibile
su
fonti
aperte,
predisposto
dai
Prof.ri
L.
Hinna,
G.
Piga,
E.
Galli
e
M.
Villani,
dai
dott.ri
N.
Cartabellotta,
G.
Domenighetti,
e
da
AA.VV.
in
ambito
Ministero
dell’Interno,
Ministero
per
la
Pubblica
Amministrazione
e
per
l’Innovazione,
ISTAT,
Transparency
International
Italia,
Riparte
il
futuro.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
54. La
cifra
rimbalzata
sui
media
di
60
miliardi
di
euro
quale
costo
della
corruzione
in
Italia,
con
qualche
autorevole
“addetto
ai
lavori”
che
si
è
spinto
ancora
più
in
là,
sostenendo
che
il
dato
va
“…ben
oltre
la
stima
di
50-‐60
miliardi
di
euro
…”
e
ottenendo
uno
spazio
ancor
più
ampio
sui
mezzi
di
informazione,
È
ATECNICA
ed
ERRATA
ed
è
reale
solo
l’EFFETTO
ECO
che
la
ha
resa
verosimile.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
55. Il
costo
della
corruzione,
magari,
è
ancora
maggiore
di
60
miliardi
di
euro,
ma:
1. la
“stima”
deriva
da
un
dato
contenuto
in
una
ricerca
della
World
Bank,
la
cd.
“Relazione
Kauffman”
del
2004,
che
individuava
il
costo
della
corruzione
nel
mondo
nel
3%
del
PIL
mondiale;
2. da
qui
i
60
miliardi
di
euro
(!),
pari
al
3%
del
PIL
italiano,
cioè
un
decimo
circa
del
costo
della
corruzione
mondiale
stimata
-‐
con
questo
studio
dalla
World
Bank
-‐
in
$1
Trillion,
700
miliardi
di
euro
dell’epoca.
L’autore
della
stima
ha,
però,
dimenticato
di
proseguire
la
sua
lettura
Pino
a
dove
la
stessa
World
Bank
afferma
quella
che
poteva
sembrare
una
banalità.
E
cioè
che
"First,
as
shown
clearly
by
the
data,
the
scale
of
corruption
varies
signi2icantly
from
country
to
country“.
Il
2
settembre
2010,
il
SEGRETARIO
GENERALE
DELLE
NAZIONI
UNITE
BAN
KI-‐MOON
A
VIENNA,
nel
suo
intervento
in
occasione
dell’inaugurazione
della
IACA,
l’Accademia
internazionale
anticorruzione,
ha
ricordato
il
dato
madre:
one
trillion
dollar
quale
costo
della
corruzione
mondiale,
700
miliardi
di
euro.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
56. Corruption
has
devastating
effects
on
developing
economies
and
their
citizens’ quality
of
life.
Its
cost
in
Africa
alone
has
been
estimated
at
US$148
billion
a
year,
representing
25%
of
the
continent’s
GDP.
Corruption
undermines
economic
growth
rates
and
cripples
public
services,
as
money
which
should
be
destined
for
reinvestment
and
public
expenditure
Pinds
its
way
into
private
bank
accounts,
often
abroad.
The
size
of
Pinancial
Plows
has
been
estimated
at
up
to
$1
trillion
each
year.
These
Plows,
which
include
state
looting,
tax
evasion
and
abusive
tax
avoidance,
rob
developing
countries
of
much
needed
revenue
and
therefore
seriously
undermine
the
impact
of
development
assistance
from
the
developed
world.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
57. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
1. NON
è
una
misurazione
del
livello
di
corruzione
di
un
Paese,
2. NON
consente
di
stilare
classiPiche
e
graduatorie:
la
stessa
Transparency
afferma
–
in
Transparency
International,
Università
di
Passau
(2008),
The
Methodology
of
the
Corruption
Perceptions
Index
2008
-‐
che
“…
una
graduatoria
di
Paesi
può
facilmente
essere
erroneamente
interpretata
come
una
misura
assolutamente
precisa
delle
performance
di
un
dato
paese.
Questo
non
è
affatto
vero….”;
3. NESSUNO
dice
che
la
stessa
Transparency
segnala
una
INTRINSECA
IMPRECISIONE
del
suo
Indice:
“…Sin
dalla
sua
prima
pubblicazione
nel
1995,
TI
ha
fornito
i
dati
relativi
alla
deviazione
standard
e
al
numero
delle
fonti
utilizzate
per
la
costruzione
dell’indice.
Queste
informazioni
servono
per
evidenziare
che
vi
è
una
intrinseca
imprecisione.
Inoltre
viene
fornita
l’informazione
del
range
tra
il
valore
più
basso/più
alto.…”,
con
l’Italia
che
fa
segnare
una
deviazione
standard
tra
le
più
elevate,
superiore
a
1,
chiaro
indicatore
di
un
sostanziale
disaccordo
tra
le
diverse
fonti
e,
quindi,
una
signiPicativa
imprecisione
della
misurazione;
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
58. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
4. NESSUNO
dice
che
nel
2009,
è
stato
calcolato
con
modalità
diverse,
da
un
ente
di
ricerca
diverso,
con
le
6
(!)
rilevazioni
sull’Italia
che
sono
state
richieste
a
4
enti
diversi:
Economic
Intelligence
Unit,
Global
Insights,
IMD
International,
World
Economic
Forum’s
Global
Competitiveness;
5. NON
si
dice
che
si
evoca
il
nomen
“corruzione”,
ma
non
si
fa
riferimento
alle
condotte
che
in
Italia
integrano
le
fattispecie
penali
di
corruzione
e
concussione,
bensì
a
un
universo
molto
più
ampio,
tenuto
conto
che
per
Transparency
International
il
CPI
misura
la
percezione
del
“…misuse
of
public
power
for
private
beneJit
…” per
la
nota
metodologica
del
CPI
2008,
analoga
a
quella
contenuta
nello
stesso
documento
relativo
al
CPI
2006:
“…as
the
abuse
of
public
ofJice
for
private
gain
…”.
Ciò
che
Transparency
dePinisce
corruzione,
nell’Ordinamento
Giuridico
italiano
corrisponde,
in
realtà,
al
risultato
della
“somma”
di
corruzione,
concussione
e
abuso
d’ufPicio,
di
cui
all’art.
323
c.p.,
un
universo
statistico
estremamente
più
vasto.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
59. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
6. NESSUNO
dice
che
in
alcune
annualità
altri
indicatori
–
tra
l’altro,
tra
quelli
considerati
da
TI
-‐
abbiano
dato
risultati
diversi.
Ad
esempio,
il
Control of Corruption della World Bank, che comprende le 4 fonti utilizzate
da Transparency per il proprio Indice, quando gli esiti delle 4 fonti utilizzate da
Transparency per il proprio indice e quelli di altri 6 istituti di ricerca, danno
vita al Control of Corruption del Country Data Report for Italy dei Worldwide
Governance Indicators, il cd. WGI, della World Bank.
MA, in quella circostanza l’Italia: nell’Indice di Transparency perdeva più del
10% (dal 4,8 del 2008 al 4,3 del 2009); nello stesso periodo, nel Control of
Corruption della World Bank si leggono 8 indici identici tra le due annualità,
uno in aumento (il Gallup World Poll salito da 0,19 a 0,27) e uno che cala in
misura minore (l’IMD, l’Institute for Management & Development World
Competitiveness Yearbook, passato dallo 0,26 allo 0,22).
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
60. L'Ocse:
"Classiaiche
poco
attendibili,possono
produrre
danni"
L'organizzazione
lancia
l'allarme
sul
rapporto
di
Transparency
International:
"Metodologia
poco
chiara
e
viziata
da
pregiudizi,
ma
i
risultati
vengono
usati
da
chi
decide
gli
aiuti
internazionali"
di
CARLO
CLERICETTI
ROMA
-‐
Era
stato
lanciato
addirittura
un
allarme
preventivo:
con
una
mail
inviata
ieri
un
dipartimento
dell'Ocse
ha
diffuso
uno
studio,
"Measuring
governance",
in
cui
avvertiva
di
prendere
con
le
molle
la
classiPica
del
rapporto
di
Transparency
International
che
sarebbe
stato
pubblicato.
"Senza
entrare
nel
merito
della
discussione
sull'importanza
di
questo
o
altri
indicatori
internazionali
sulla
governance
-‐
si
dice
nella
mail
-‐
gli
autori
dello
studio
Ocse
mettono
in
guardia
i
potenziali
utenti
del
rapporto,
invitandoli
caldamente
ad
essere
più
attenti
nell'esame
dei
reali
contenuti
e
alla
precisione
di
tutti
i
sistemi
di
classiJiche
della
governance
e
di
usare
più
cautela
su
come
utilizzarli".
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
61. Per
Franz
-‐
Hermann
Bruener,
compianto
Direttore
generale
dell’OLAF,
l’UfPicio
anti-‐frode
europeo,
l’Italia
“…dispone
degli
arsenali
di
protezione
penale
e
investigativa
tra
i
più
avanzati
a
livello
europeo
…”,
con
“…
strumenti
di
indagine
utilizzati
tra
i
più
avanzati
al
mondo
…
strumenti
raramente
utilizzati
nella
maggior
parte
degli
altri
Paesi
per
tali
tipi
di
illeciti
…”
e
con
le
Forze
di
Polizia
e
la
Magistratura,
per
questo,
“…
spesso
invidiati
dai
colleghi
di
altri
Paesi…”.
PARADOSSO
DELL’EFFICIENZA
se
il
sistema
repressivo
cattura
un
ladro
o
arresta
un
rapinatore,
i
cittadini
si
sentono
rassicurati
e
provano
Piducia
verso
le
Istituzioni
se
lo
stesso
sistema
repressivo
indaga
un
corruttore
o
arresta
un
concussore,
i
cittadini
non
provano
alcuna
rassicurazione,
piuttosto
provano
sPiducia
verso
il
sistema
PARADOSSALMENTE
un
sistema
repressivo
NON
indipendente
e
meno
efaicace
ASSICURA
minori
livelli
di
saiducia
verso
le
Istituzioni
e
una
minore
percezione
soggettiva
negativa
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
62. L’ATTIVITA’
REPRESSIVA
FUNZIONA
e
PERMANE
SU
LIVELLI
DI
ASSOLUTA
STRAORDINARIETA’
In
una
delle
giornate
"porte
aperte"
delle
Istituzioni
comunitarie
svoltasi
a
Bruxelles,
l’OLAF
ha
presentato
le
Forze
di
Polizia
italiane
come
un
"…
modello
di
polizia
europea
per
il
contrasto
alle
frodi
ai
danni
del
bilancio
comunitario.
L’Italia
-‐
prosegue
il
lancio
dell’agenzia
-‐
per
troppo
tempo
all'indice
delle
statistiche
dei
paesi
a
rischio
di
frode
e
corruzione,
da
tempo
sta
assumendo
un
nuovo
ruolo
sulla
scena
internazionale.
Non
più
Paese
della
frode,
ma
quello
che
con
maggiore
vigore,
maggiori
strumenti
normativi,
maggior
numero
di
mezzi
e
più
spiccata
professionalità
investigativa
e
giudiziaria
(sia
penale
che
amministrativa)
combatte
la
criminalità
2inanziaria
internazionale
….”.
di
nuovo
il
PARADOSSO
DELL’EFFICIENZA
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
63. L’ATTIVITA’
REPRESSIVA
FUNZIONA
e
PERMANE
SU
LIVELLI
DI
ASSOLUTA
STRAORDINARIETÀ
Siim
Kallas,
ex
Vice
Presidente
della
Commissione
europea
e
Commissario
responsabile
per
l’amministrazione,
l’audit
e
la
lotta
antifrode,
evidenziò
come
“…
un
numero
crescente
di
irregolarità
comunicate
può
essere
un
buon
segnale
del
fatto
che
i
controlli
sono
migliorati
…”
:
un
alto
livello
di
corruzione
accertata
dalle
Forze
di
polizia
NON
EQUIVALE,
in
una
prospettiva
comparata
con
altri
Paesi,
a
bassi
livelli
di
integrità
e
moralità
dell’apparato
pubblico.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
64. Come
ha
indicato
il
Segretario
Generale
delle
Nazioni
Unite,
Ban
Ki-‐moon,
Remarks
to
Inaugural
Conference
of
the
International
Anti-‐Corruption
Academy,
CAC/COPS/WG.4/2010/4,
Vienna,
2
settembre
2010,
“…
One
major
handicap
is
that
we
don’t
know
how
to
measure
corruption
…”.
Una
situazione
nella
quale,
tanto
più
si
enfatizza
il
numero
degli
illeciti
che
non
viene
“misurato”,
tanto
più
risulta
facile
muoversi
lungo
altre
piste
nella
quantiPicazione
del
“dato
reale”,
rispetto
a
quelle
che
emergono
dal
dato
della
criminalità
registrata:
un
pericolo
estremamente
attuale,
perché
“…
come
ricordava
l’altro
giorno
il
collega
De
Sena
–
la
notazione
è
di
G.
PISANU,
Comunicazioni,
Commissione
Parlamentare
d’Inchiesta
sul
fenomeno
della
maPia
e
sulle
altre
associazioni
criminali,
anche
straniere,
2
dicembre
2008
-‐
sull’entità
di
questo
fatturato
si
conoscono
valutazioni
diverse,
tutte
per
la
verità
impressionanti,
ma
raramente
ben
documentate….”.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
65. Un
proPilo
di
rilevante
delicatezza,
sul
quale
ha
ritenuto
necessario
esprimersi
recentemente
lo
stesso
Consiglio
d’Europa
-‐
Press
Service
fact
sheet
è
consultabile
all’indirizzo
www.coe.int/
greco
-‐
evidenziando
come
“...
It
is
practically
impossible
to
quantify
the
total
cost
of
corruption
because
under-‐the-‐counter
payments
are
obviously
unknown
(they
were
to
some
extent
known
until
the
tax
deductibility
of
corruption-‐linked
expenses
was
abolished
following
anti-‐corruption
efforts
by
the
international
community
in
the
1990s)...”.
In
merito
a
questo
“budgettare”
i
business
criminali
e,
poi,
i
mercati
sommersi,
illegali,
grigi
o
neri,
viene
rilevato
sul
piano
del
metodo,
quindi
a
carattere
generale,
come
gli
indicatori
relativi
ai
mercati
illegali
appaiano
molto
vulnerabili
alle
analisi
approfondite
sulla
qualità
dei
dati,
così
da
venire
Pino
ad
oggi
frequentemente
utilizzati
più
a
Pini
comunicativi
che
non
a
Pini
analitici
veri
e
propri
:
…
classi2iche
e
stime
sono,
quindi
–
ha
notato
L.
CELI,
Measuring
Organised
Crime
in
Italy
–
Experiences
of
the
Mezzogiorno
Region,
intervento
al
convegno
“UE
Forum
on
the
Prevention
of
Organised
Crime”,
Bruxelles,
7
febbraio
2006
-‐
un’area
di
analisi
che
va
sicuramente
sviluppata,
ma
che
oggi
non
appare
ancora
suf2icientemente
consolidata
…”.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
66. Vi
sono
tre
strumenti
ufaiciali
per
fornire
una
lettura
del
fenomeno
in
Italia.
1. le
statistiche
della
delittuosità
e
le
statistiche
della
criminalità,
che
rilevano
i
reati
che,
una
volta
commessi,
diventano
noti
alle
forze
di
polizia
o
ad
un
ufPicio
giudiziario.
Si
riferiscono
alla
corruzione
dePinita
con
il
criterio
legalistico,
relativa
a
un’esperienza
diretta
con
il
fenomeno
e
riguarda
la
corruzione
che
si
è
già
manifestata.
Tali
misure
hanno
vantaggi
(
essere
oggettive
e
molto
dettagliate
e
disaggregate
per
aree
territoriali
o
per
settori)
e
svantaggi
(sono
scarsamente
utili
ai
Pini
della
prevenzione
dal
momento
che
si
riferiscono
ad
un
fenomeno
più
ristretto
dell’integrità
e
che
sono
elaborate
con
un
notevole
ritardo
temporale
dall’evento;
possono
essere
fuorvianti
nella
misurazione
del
fenomeno
e
vanno
interpretate
con
cautela
perché
dipendono
in
maniera
forte
dall’efPicienza
del
sistema
giudiziario
o
comunque
dalla
Piducia
che
i
cittadini
hanno
nel
sistema
giudiziario
e
nelle
forze
dell’ordine;
sono
scarsamente
comparabili
a
livello
internazionale
dal
momento
che
le
regole
giuridiche
e
i
sistemi
giudiziari
possono
essere
anche
molto
diversi).
2. Le
indagini
di
vittimizzazione,
in
Italia
condotte
dall’ISTAT
e
fortemente
sviluppate
nei
Paesi
anglossassoni
e,
ora,
dalle
Istituzioni
comunitarie,
che
puntano
a
fornire
una
indicazione
della
parte
dei
reati
non
rilevata
dalle
statistiche
ufPiciali.
Vi
è
chi
distingue
tra
quelle
basate
sulla
percezione
e
quelle
basate
sull’esperienza.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
67. Si
tratta
di
misurazioni
che
presentano
una
grande
variabilità
di
risultati,
e
una
prima
ragione
è
costituita
dalle
diverse
deainizioni
e
concettualizzazioni
di
corruzione
sottostanti,
al
di
là
del
tema
della
validità
e
afPidabilità
di
alcune
misurazioni
in
tema
di
indagini
di
vittimizzazione
(dove,
ad
esempio,
le
misure
percettive
pongono
sullo
stesso
piano
situazioni
molto
differenti,
con
il
valore
percepito
che
potrebbe
essere
alto:
sia
nel
caso
in
cui
esista
una
diffusa
e
frequente
piccola
corruzione
–
petty
C.
-‐
praticata
da
funzionari
di
livello
inferiore
per
importi
modesti;
sia
nel
caso
in
cui
si
veriPichino
pochi
episodi
di
grande
corruzione
–
grand
C.
-‐
che
riguarda
alti
funzionari
ed
esponenti
politici
e
grosse
somme
di
denaro).
Le
indagini
di
vittimizzazione,
in
particolare
quelle
basate
sulla
percezione
hanno
il
vantaggio
di:
essere
comparabili
a
livello
internazionale;
rilevare
degli
aspetti
importanti
per
le
politiche
di
prevenzione
e
promozione
dell’integrità
(corruzione
latente,
Piducia
dei
cittadini,
ecc.);
rilevare
aspetti
utili
per
determinare
gli
effetti
della
corruzione
(investimenti
esteri,
impatti
della
corruzione
sulla
crescita,
ecc.).
Ma
hanno
rilevanti
svantaggi
che
devono
essere
considerati
nell’analisi:
le
percezioni
possono
cambiare
rapidamente
senza
alcun
fondamento
oggettivo;
a
livello
locale
le
percezioni
possono
essere
condizionate
da
differenti
interpretazioni
e
schemi
culturali
di
che
cosa
costituisca
effettivamente
corruzione
e
cosa
no;
alcune
persone
possono
non
avere
una
valida
base
conoscitiva
ed
esperienziale
per
esprimere
la
propria
percezione.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
68. Le
statistiche
della
delittuosità
rese
disponibili
dal
Ministero
dell’Interno
sono
l’unica
fonte
ufaiciale
circa
i
reati
e
le
persone
denunciate
da
tutte
le
Forze
di
Polizia,
comprese
Polizia
Penitenziaria,
Direzione
investigativa
antimaPia,
Corpo
Forestale
dello
Stato
e,
indirettamente,
Corpi
di
polizia
locali
e
Capitanerie
di
Porto.
Si
tratta
di
una
delle
due
novità
estremamente
rilevanti
introdotte
nel
2004,
quando
il
Sistema
di
Indagine,
più
noto
con
il
suo
acronimo
SDI,
sostituì
il
cd.
modello
165
attraverso
il
quale
dal
1955
gli
organismi
periferici
di
sole
3
Forze
di
Polizia
-‐
Polizia
di
Stato,
Carabinieri
e
Guardia
di
Finanza
-‐
trasmettevano
all’Istat
le
denunce
per
tutti
i
delitti
previsti
dal
codice
penale,
compendiate
in
informative
trasmesse
all’Autorità
Giudiziaria.
L’altra
rilevante
innovazione
è
stata
quella
della
registrazione:
1. di
“fatti”,
cioè
di
tutti
gli
avvenimenti
d’interesse
per
le
Forze
di
polizia,
che
a
loro
volta
si
distinguono
in
reati
ed
eventi
non
sanzionati
penalmente,
2. di
“provvedimenti”,
cioè
atti
formali
emessi
dalle
autorità
competenti
nei
confronti
di
soggetti
od
oggetti
coinvolti
in
uno
speciPico
reato
o
evento.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
69. Le
statistiche
della
delittuosità
sono
un
metodo
aderente
–
come
evidenzia
E.
CALABRIA,
Le
statistiche
della
delittuosità,
una
misura
possibile
della
criminalità
in
Italia
e
in
Europa,
consultabile
all’indirizzo
www.istat.it
-‐
ai
programmi
statistici
comunitari
annuali,
nel
rispetto
dei
principi
enunciati
dal
Codice
delle
statistiche
europee.
Se
ogni
ulteriore
informazione
empirica
può
essere
utile,
se
le
consuete
indagini
di
vittimizzazione
condotte
dall’ISTAT
possono
fornire
una
ulteriore
prospettiva
di
lettura
del
fenomeno,
non
esistono
“…due
verità
sulla
corruzione…”,
come
ha
titolato
A.
CHERCHI,
Le
due
verità
sulla
corruzione,
su
“Il
Sole
24
Ore”.
Il
tentativo
di
“superare”
le
statistiche
della
delittuosità
rese
disponibili
dal
Ministero
dell’Interno
e
quelle
della
criminalità
o
giudiziarie
fornite
dal
Ministero
della
Giustizia,
sembra
tanto
inutile
quanto
pericoloso,
perché
su
questo
tema
–
come
ben
presente
a
tutti
coloro
che
si
avventurano
in
simili
iniziative
–
il
risultato
è
prima
di
tutto
quello
di
far
passare
l’idea
che
questi
dati
ufPiciali
non
siano
veri,
mentre,
come
noto
a
criminologi
e
sociologi
della
devianza,
richiedono
esclusivamente
delle
“cautele
di
lettura”
analoghe
a
quelle
di
altri
importanti
fenomenologie
criminali,
come,
ad
esempio,
il
trafPico
di
sostanze
stupefacenti.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
70. Lo
stesso
sistema,
quello
delle
statistiche
della
delittuosità,
è
quello
utilizzato
dal
Paese
per
rispondere
alle
richieste
pervenute
dall’UfPicio
delle
Nazioni
Unite
di
Vienna,
UNODC,
competente
sulla
attuazione
della
Convenzione
ONU
contro
la
corruzione:
diversamente
raggruppati
i
diversi
reati
secondo
la
maschera
pervenuta
da
Vienna
con
il
UN-‐CTS
–
Questionnaire,
la
situazione
italiana
viene
rappresentata
attraverso
le
statistiche
della
delittuosità,
rese
disponibili
dal
Ministero
dell’Interno
(il
cd.
Police
Module
–
Corruption
–
Recorded
offences
and
persons
brought
into
formal
contact
for
crimes
involving
corruption
),
e
quelle
della
criminalità
o
giudiziarie
fornite
dal
Ministero
della
Giustizia
(il
cd.
Prosecution
Module
–
Corruption
-‐
Persons
prosecuted
for
crimes
involving
corruption).
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
71.
Le
statistiche
della
criminalità,
una
species
del
genus
di
quelle
giudiziarie
(in
cui
rientrano
anche
le
statistiche
giudiziarie
civile
e
amministrativa),
fotografano
i
reati
per
i
quali
l’Autorità
Giudiziaria
ha
avviato
l’azione
penale,
cioè
quell’atto
che
al
termine
delle
indagini
preliminari
trasforma
un
indagato
in
un
imputato
di
un
processo.
Nell’area
delle
statistiche
giudiziarie,
quelle
sulla
criminalità
sono
forse
le
più
antiche,
considerato
che
è
possibile
disporre
di
informazioni
già
dalla
Pine
del
XIX
secolo.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
72. Il
numero
dei
reati
registrati
rappresenta
solo
una
parte
di
quelli
effettivamente
consumati:
le
statistiche
della
delittuosità
e
della
criminalità
fotografano,
quindi,
quella
che
possiamo
dePinire
“criminalità
apparente”
o
registrata,
considerato
che
la
rilevazione
non
“percepisce”,
per
diverse
ragioni,
un
numero
più
o
meno
rilevante
di
reati
che
compongono
il
sommerso
della
criminalità,
il
cd.
numero
oscuro:
• varia
sensibilmente
da
reato
a
reato,
e
anche
all’interno
della
stessa
tipologia
delittuosa;
• è
pari
a
zero
per
furti
di
beni
mobili
registrati
o
quelli
coperti
da
assicurazione
(auto
e
moto),
• è
elevatissimo
nel
caso
di
furti
di
beni
di
modico
valore.
In
tema
di
reati
contro
la
PA,
in
particolare,
emerge
una
ulteriore
difPicoltà
nella
misurazione
del
dato:
questi
delitti
sono
in
larga
parte
“reati
senza
vittima”,
caratterizzati
cioè
dal
fatto
che
manca
il
tipico
vettore
della
denuncia,
nel
senso
che
non
vi
è
una
vittima,
persona
Pisica
o
giuridica,
che,
quale
soggetto
passivo,
può
presentare
una
denuncia
alle
Forze
di
Polizia,
facilitando,
quindi,
la
rilevazione
e
l’intervento
sulla
condotta
criminale.
E’
evidente,
con
immediatezza,
che
tanto
più
si
enfatizza
questo
“dato
nascosto”,
tanto
più
risulta
facile
muoversi
lungo
altre
piste
rispetto
a
quelle
che
emergono
dall’analisi
del
dato
statistico.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
73. 2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Delitti
registrati
3.403
3.550
5.498
3.367
3.413
3.230
3.076
Persone
denunciate
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
2.812
9.935
2.944
10.903
5.785
15.019
3.561
10.418
3.091
11.309
3.651
9.963
3.591
10.233
12.747
13.847
20.804
13.979
14.400
13.614
13.824
Dato
ITALIA
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
NOTA
METODOLOGICA:
sono
state
considerate
le
fattispecie
p.
e
p.
dagli
artt.
:
414,
316,
316
bis,
316
ter,
317,
318,
319,
319
ter,
320,
322,
322
bis,
323,
353,
354,
355,
356,
640
bis
del
codice
penale.
Pur
se
evidentemente
signiJicativa,
la
fattispecie
p.
e
p.
dall’art.
640,
2°comma,
c.p.,
dedicata
a
punire
la
fattispecie
aggravata
prevista
nei
casi
di
consumazione
a
danno
dello
Stato,
non
è
stata
considerata,
in
quanto
il
Sistema
di
Indagine,
nella
registrazione
delle
denunce
per
l’art.
640
bis
cp,
prevede
tale
speciJicazione
quale
voce
facoltativa
lasciata
alla
discrezionalità
dell’operatore.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
74. DATO
ITALIA,
UNA
INSOLITA
PROSPETTIVA
DI
GENERE
25.435
donne
denunciate
su
103.215
persone
denunciate
dal
2004
al
2010,
segnalano
una
“presenza”
prossima
al
25%,
con
alcune
annualità
dove
tale
percentuale
sPiora
il
30%:
• il
22
%
nel
2004,
con
2.812
donne
su
12.747
persone
denunciate;
• il
22
%
nel
2005,
con
2.944
donne
su
13.847;
• il
28
%
nel
2006,
con
5.785
donne
su
20.804;
• il
25%
nel
2007,
con
3.561
donne
su
13.979;
• il
22
%
nel
2008,
con
3.091
donne
su
14.400;
• il
27%
nel
2009,
con
3.651
donne
su
13.614;
• di
nuovo
il
27%
nel
2010,
con
3.591
donne
denunciate
su
13.824
soggetti
segnalati.
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
Persone
denunciate
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
M
2.812
9.935
2.944
10.903
5.785
15.019
3.561
10.418
3.091
11.309
3.651
9.963
3.591
10.233
12.747
13.847
20.804
13.979
14.400
13.614
13.824
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
75. DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI SOGGETTO ATTIVO
Reati
commessi
da
“chiunque”,
Reati
p.
e
p.
dagli
art.
322
e
353
cp
Reati
consumati
da
P.U.
o
da
Incaricati
di
P.S.
Reato
p.
e
p.
dall’art.
323
cp
TOTALE
Delitti
consumati
11.956
2.147
4.048
7.386
25.537
Donne
denunciate
19.421
757
2.279
2.978
25.435
Maschi
denunciati
40.465
6.263
12.478
18.574
77.780
Totale
persone
denunciate
59.886
7.020
14.757
21.552
103.215
1. In
tale
dato
è
ricompresa
anche
l’ipotesi
di
cui
all’art.
321
cp,
“Pene
per
il
corruttore”,
che
realizza
la
Pigura
della
corruzione
quale
reato
a
concorso
necessario
estendendo
al
privato
le
stesse
pene
del
pubblico
ufPiciale
o
dell’incaricato
di
pubblico
servizio.
2. Come
già
illustrato
alla
nota
69
per
l’ipotesi
p.
e
p.
dall’art.
640
II
comma
cp,
il
Sistema
di
Indagine
non
consente
anche
per
queste
due
fattispecie
di
distinguere
tra
le
diverse
ipotesi
sanzionatorie
rispettivamente
previste,
alcune
delle
quali
costruite
come
reato
“proprio”
e
altre
come
reato
“comune”,
perché
prevede
tale
speciPicazione
quale
voce
facoltativa
lasciata
alla
discrezionalità
dell’operatore.
3. Il
dato
comprende
anche
i
soggetti
cui
l’art.
322
bis
cp
estende
la
punibilità
rispetto
alle
fattispecie
p.
e
p.
dagli
art.
314,
316,
317
–
320,
322
terzo
e
quarto
comma
cp.
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI
76. Delitti
corruzione
(art.
318,
319,
320
cp)
concussione
(art.
317
cp)
abuso
d’ufaicio
(art.
323
cp)
truffa
per
il
…
(art.640
bis
cp)
indebita
percezione
(art.
316
ter
cp)
Numero
denunce
939
881
7.386
7.515
3.099
Persone
denunciate
M
F
M
F
M
F
M
F
M
F
6.490
1.199
1.846
159
18.574
2.978
28.531
14.247
5.371
3.944
7.689
2.005
21.552
42.778
9.315
DENUNCE PER REATI CONTRO LA P.A., PER TIPOLOGIA DI REATO
Fonte : Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Tecnologica.
Relazione al Parlamento 2011.
La
relazione
con
tale
fenomeno.
ALLEGATI