2. L’AGRICOLTURA PROTAGONISTA DELLA RIPRESA
Dopo aver perso 9 punti di Pil nel periodo della crisi,
l’economia italiana, nel 2015, ricomincia a crescere
Il Pil del Mezzogiorno, dopo 17 anni (1999), cresce più
che al Centro-Nord
L’agricoltura italiana è protagonista della crescita
IL 2015 È L’ANNO DELLA SVOLTA
11,2 miliardi di € (+0,6%)
Agricoltura +3,8%
Industria +0,9%
Servizi +0,4%
Mezzogiorno +0,8%
Centro-Nord +0,5%
3. Ma l’agricoltura traina la ripresa soprattutto nel Mezzogiorno, con un
vero e proprio balzo in avanti:
L’agricoltura del Mezzogiorno cresce molto di più che nel Centro-Nord:
...SPECIE NEL MEZZOGIORNO
Mezzogiorno +7,3%
Centro-Nord +1,6%
Agricoltura +7,3%
Industria -0,3%
Servizi +0,8%
4. LE ESPORTAZIONI
Nel 2015, l’export agroalimentare italiano raggiunge la cifra record di 36,8
mld di € con una crescita del +7,3%
Il Mezzogiorno registra tassi di crescita superiori al Centro-Nord:
PRODOTTI AGRICOLI: Mezzogiorno +15,5%; Centro-Nord +9,6%
PRODOTTI ALIMENTARI: Mezzogiorno +7,6%; Centro-Nord +6,3%
Ci sono ancora molti margini di crescita:
Il contributo del Mezzogiorno alle esportazioni agricole italiane (30% del
totale), è ben al di sotto del ruolo che l’agricoltura meridionale riveste in
termini di Valore Aggiunto (oltre 40%).
L’EXPORT DEL MEZZOGIORNO CRESCE A VELOCITÀ DOPPIA
5. GLI INVESTIMENTI
Nel 2015, il valore degli investimenti fissi lordi in agricoltura nel
Mezzogiorno è stato pari a 2,2 miliardi di €, evidenziando una dinamica
decisamente migliore rispetto al resto del Paese.
Ma gli investimenti restano sbilanciati nella loro articolazione territoriale: ¾
nel Centro Nord e solo ¼ nel Mezzogiorno
Se si rapportano gli investimenti al Valore Aggiunto, lo squilibrio diviene
ancora più evidente:
+9,6% Mezzogiorno
-2,0% Centro-Nord
+0,7% Italia
6% nel Mezzogiorno
33% nel Centro-Nord
6. IL CREDITO
Nel 2015, il credito per l’agricoltura nel Mezzogiorno è cresciuto, mentre a livello
nazionale si è ridotto. Una crescita che ha sospinto gli investimenti:
Gli impieghi bancari sono passati, tra il 2010 e il 2015, da 7,5 a 8,6 mld €
Il tasso di decadimento del credito agricolo è minore nel Mezzogiorno che nel
resto del Paese
Ma permangono difficoltà strutturali di accesso al credito da parte delle imprese
agricole e di una struttura produttiva troppo frammentata.
Il nuovo ciclo della programmazione dei fondi strutturali 2014-2020 è un banco di
prova importante.
+0,7% nel Mezzogiorno
-0,2% nel Centro-Nord
+0,7% in agricoltura
+1% nel complesso
7. CREDITO E AGRICOLTURA
EVOLUZIONE DEGLI STOCK DEI PRESTITI BANCARI OLTRE IL BREVE TERMINE
70
75
80
85
90
95
100
105
110
mar giu set dic mar giu set dic mar giu set dic mar giu set dic mar giu set dic mar giu set dic
2010 2011 2012 2013 2014 2015
Italia Mezzogiorno
8. L’occupazione agricola nel Mezzogiorno raggiunge nel 2015 quasi 500 mila
unità, crescendo di più che nel resto del Paese:
In questo andamento pesa la componente giovanile che cresce più nel
Mezzogiorno (+13%) che nel Centro-Nord (+9,5).
Ritrovato interesse da parte dei giovani in termini imprenditoriali, anche
per una nuova consapevolezza del valore della terra:
Negli ultimi 10 anni in Italia le immatricolazioni al «gruppo agrario» sono
aumentate del 20%.
Nei primi nove mesi del 2016, gli under 35 hanno creato circa 90 mila imprese
agricole, di cui ben 20 mila nel Mezzogiorno.
L’OCCUPAZIONE
Negli ultimi 10 anni,
+20% del gruppo agrario,
-19% il totale
Mezzogiorno +3,8%
Centro-Nord +0,4%
Italia +2,2%
9. IL CRESCENTE INTERESSE DEI GIOVANI
IMMATRICOLAZIONI TOTALI E AL GRUPPO AGRARIO DALL’AA 04/05 AL 15/16
80
85
90
95
100
105
110
115
120
125
2004-05 2005-O6 2006-07 2007-08 2008-09 2009-10 2010-11 2011-12 2012-13 2013-14 2014-15 2015-16
Totale immatricolati Immatricolati al gruppo agrario
10. MULTIFUNZIONALITÀ E QUALITÀ
Le attività secondarie nel Mezzogiorno (energia, agriturismo, agricoltura
sociale, ecc.) concorrono a poco meno del 5% del VA agricolo, ma sono
cresciute molto negli ultimi anni: + 50% dal 2010; + 100% dal 2005.
L’agriturismo è una formula di successo con 22.238 unità raggiunte nel 2015 a
livello nazionale e 11,3 milioni di turisti frequentatori.
Ma solo il 20% degli agriturismi, è collocato nelle regioni del Mezzogiorno.
Le produzioni di qualità certificata del Mezzogiorno rappresentano solo il 37%
del patrimonio di IG nazionale (65 DOP e 41 IGP). Tra i primi cinque
prodotti che coprono oltre il 60% del fatturato nazionale, solo la Mozzarella
di Bufala Campana ha il suo areale nel Mezzogiorno.
Ma questi ritardi possono diventare delle opportunità in considerazione degli
ampi margini di miglioramento che offre il territorio meridionale.
11. Il dubbio è che (specie nel Mezzogiorno) il 2015 sia stata solo una annata
eccezionale, ma a livello macro i primi dati sul 2016 sono confortanti:
il Pil cresce dell’1% rispetto al 2015
Nei primi nove mesi del 2016, il VA agricolo nazionale cresce del 2,3% rispetto al
2015 e l’occupazione del 3%
Nel Mezzogiorno, la crescita dell’occupazione agricola è ancora maggiore (4,3%), e la
componente «under 35» aumenta a livello nazionale del +8,9%
L‘export agroalimentare continua a trainare le esportazioni italiane raggiungendo nel
2016 un record: 38,4 miliardi di € il valore (+3,9%)
Il buon risultato 2016 dell’agricoltura del Mezzogiorno potrà essere attenuato
dall’esito della campagna olivicola, ma i segnali rimangono nel complesso
positivi.
NEL 2016: UN BUON AVVIO…
12. CONCLUSIONI
L’agroalimentare è sempre più forte nell’economia del Mezzogiorno, a
dispetto della sua debolezza rispetto al Centro-Nord ma a testimonianza di un
enorme potenziale inespresso.
Coesistono due modelli di modernizzazione:
la classica “modernizzazione produttivistica”, basata su
capitalizzazione, efficienza, riduzione dei costi per unità di prodotto,
organizzazione, logistica, integrazione di filiera.
la “modernizzazione qualitativa” ispirata alla multifunzionalità:
agriturismo, agricoltura sociale, tipicità, biodiversità, filiera corta, beni
pubblici.
La sfida è sostenere entrambi i modelli in modo complementare e non
alternativo, facendo leva sui giovani e valorizzando le diverse anime
dell’agricoltura meridionale: la «polpa e l’osso» della metafora di Manlio
Rossi-Doria, sapendo che oggi c’è spazio anche per l’osso.