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LA SENTENZA
ISLAMICA SULLA
MUSICA E IL CANTO
Shaykh Muhammed Salih Al-Munajjid
Appendice:
Le condizioni per la liceità degli anāshīd nel nostro tempo
Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq
1
Lode ad Allāh.
Ma’āzif è il plurale di mi’zafah, e si riferisce agli
strumenti musicali (Fath al-Bāri, 10/55), strumenti che
vengono suonati (al-Majmū’, 11/577). Al-Qurtūbī (che
Allāh abbia misericordia di lui) narrò da al-Jawhari
che ma’āzif significa cantare. Nel suo Sihāh si dice che
significa strumenti musicali. E’ stato anche detto che si
riferisce al suono degli strumenti.
In al-Hawāshi di al-Dimyāti è detto: Ma’āzif significa
tamburi (dufūf, sing. daff) e altri strumenti che sono
suonati o battuti (Fath al-Bāri, 10/55).
Evidenza della proibizione nel Qur’ān
e nella Sunnah:
Allāh dice in Sūrat Luqmān:
ََ‫ِن‬‫م‬ َ‫و‬ََِ‫اس‬َّ‫ن‬‫ٱل‬َ‫ن‬َ‫م‬َ‫ى‬ ِ‫ر‬َ‫ت‬ ۡ‫ش‬َ‫ي‬َََ‫و‬ ۡ‫ه‬َ‫ل‬ََِ‫ث‬‫ِي‬‫د‬َ‫ح‬ۡ‫ٱل‬َََّ‫ل‬ ِ‫ض‬ُ‫ي‬ِ‫ل‬َ‫ن‬َ‫ع‬ََِ‫يل‬ِ‫ب‬َ‫س‬ََِ َّ‫ٱّلل‬
“Tra gli uomini vi è chi compra storie ridicole
(vale a dire, musica, canzoni) per traviare (gli uomini)
dal sentiero di Allāh...” [Luqmān, 6]
2
Il sapiente della Ummah, Ibn ‘Abbās (che Allāh sia
soddisfatto di lui) disse: Questo significa il canto.
Mujāhid disse: Ciò significa suonare il tamburo
(tabl). (Tafsīr at-Tabarī, 21/40)
Al-Hasan al-Basri disse: Questo versetto fu rivelato a
proposito del canto e degli strumenti musicali (lett.
strumenti a fiato). (Tafsīr Ibn Kathīr, 3/451)
As-Sa’di disse: Questo include tutti i tipi di discorso
harām, ogni storia ridicola e falsità, e qualsiasi
sciocchezza che incoraggia kufr e disobbedienza; le
parole di coloro che dicono cose per confutare la verità e
argomentano a sostegno della menzogna per
sconfiggere la verità; e maldicenza, calunnie, menzogne,
insulti e maledizioni; il canto e gli strumenti musicali
dello Shaytān; e gli strumenti musicali che non sono di
alcun beneficio spirituale o terreno. (Tafsīr as-Sa’di,
6/150)
Ibn al-Qayyim disse: L’interpretazione dei Sahābah e
dei Tābi’in, secondo cui ‘storie ridicole’ si riferisce al
canto, è sufficiente. Questo fu riportato con delle sanād
(catene di trasmissione) sahīh da Ibn ‘Abbās e Ibn
Mas’ūd. Abu’l-Sahbā’ disse: Domandai a Ibn Mas’ūd
riguardo alla āyah, “Tra gli uomini vi è chi compra
storie ridicole”. Egli disse: Per Allāh, oltre il Quale
3
non c’è altro dio, questo significa il canto - e lo ripeté tre
volte. Inoltre è stato riportato con una isnād sahīh da
Ibn ‘Umar che ciò significa il canto. Non c’è
contraddizione tra l’interpretazione di “storie
ridicole” nel senso di canto e l’interpretazione di ciò
intendendo le storie dei Persiani e dei loro re, e del re
dei Romani e così via, come Al-Nadr ibn al-Hārith era
solito dire alla gente di Makkah per distoglierli dal
Qur’ān. In entrambi i casi sono storie ridicole. Per
questo Ibn ‘Abbās disse: “storie ridicole” è la falsità e
il canto. Alcuni dei Sahābah dissero l’una e alcuni
l’altra, e alcuni dissero entrambe. Cantare è peggiore e
più dannoso delle storie dei re, perché conduce alla zinā
e fa crescere l’ipocrisia (nel cuore); è la trappola dello
Shaytān, e annebbia la mente. Il modo in cui allontana
la gente dal Qur’ān è peggiore del modo in cui altri tipi
di falsi discorsi li allontanano da esso, perché le persone
sono naturalmente inclini verso il canto e tendono a
volerlo ascoltare. Le āyāt condannano il sostituire il
Qur’ān con le storie ridicole al fine di traviare (gli
uomini) dal sentiero di Allāh, senza conoscenza e
prendendolo come uno scherzo, perché quando una
āyah del Qur’ān viene recitata a una certa persona, egli
gira la schiena come se non sentisse, come se ci fosse
sordità nel suo orecchio; se ne ascolta qualcosa, si
4
prende gioco di esso. Tutto questo accade solo nel caso
delle persone che sono più ostinatamente kuffār e se
qualcosa di ciò avviene ai cantanti e a coloro che li
ascoltano, entrambi hanno una parte di questa colpa.
(Ighāthat al-Lahfān, 1/258-259)
Allāh dice:
َۡ‫ز‬ ِ‫ز‬ ۡ‫ف‬َ‫ت‬ ۡ‫ٱس‬ َ‫و‬ََِ‫ن‬َ‫م‬َََ‫ت‬ ۡ‫ع‬َ‫ط‬َ‫ت‬ ۡ‫ٱس‬َ‫م‬ُ‫ہ‬ ۡ‫ِن‬‫م‬َََ‫ك‬ِ‫ت‬ ۡ‫و‬َ‫ص‬ِ‫ب‬َ
“[Allāh disse a Iblīs:] Seduci con la tua voce (cioè, le
canzoni, la musica, e ogni altra chiamata a disobbedire
ad Allāh) quelli che potrai…” [Al-‘Isrā’, 64]
E’ stato narrato che Mujāhid disse: “Seduci con la
tua voce [di Iblīs] quelli che potrai…” è il canto e la
falsità.
Ibn al-Qayyim disse: Questa idāfah [costruzione
possessiva o genitiva, vale a dire, la tua voce] serve a
rendere specifico il significato, come con le frasi
[tradotte come] “i tuoi cavalieri” e “i tuoi fanti”
[più avanti nella stessa āyah]. Ognuno che parla in una
maniera che non è obbediente ad Allāh, ognuno che
soffia in un flauto o in altro strumento a fiato o che
suona qualsiasi tipo di tamburo harām, questa è la voce
dello Shaytān. Ognuno che cammina per commettere
qualche atto di disobbedienza nei confronti di Allāh fa
5
parte dei fanti [di Shaytān], e ognuno che cavalca per
commettere peccato fa parte dei suoi cavalieri. Questa è
l’opinione dei Salaf, come Ibn ‘Abi Hātim narrò da Ibn
‘Abbās: i suoi fanti sono tutti coloro che camminano per
disobbedire ad Allāh. (Ighāthat al-Lahfān)
Allāh dice:
َۡ‫ِن‬‫م‬َ‫ف‬َ‫أ‬َ‫ا‬َ‫ذ‬ٰ‫َـ‬‫ه‬ََِ‫ث‬‫ِي‬‫د‬َ‫ح‬ۡ‫ٱل‬َََ‫ون‬ُ‫ب‬َ‫ج‬ ۡ‫ع‬َ‫ت‬-ََ‫ون‬ُ‫ك‬َ‫ح‬ ۡ‫ض‬َ‫ت‬ َ‫و‬َََ‫ل‬ َ‫و‬َََ‫ون‬ُ‫ك‬ ۡ‫ب‬َ‫ت‬-َۡ‫م‬ُ‫ت‬‫ن‬َ‫أ‬ َ‫و‬َََ‫ُون‬‫د‬ِ‫م‬ٰ‫ـ‬َ‫س‬َ
“Ma come, vi stupite di questa recitazione (il
Qur’ān)? Ne riderete invece che piangerne,
sprecando la vostra (preziosa) vita nel
passatempo e nei divertimenti (cantando)?” [An-
Najm, 59-61]
‘Ikrima disse: fu narrato da Ibn ‘Abbās che al-sumūd
[sostantivo verbale da sāmidūn, qui tradotto
“sprecando la vostra (preziosa) vita nel
passatempo e nei divertimenti”] significa il “canto”
nel dialetto dello Ḥimyar; si potrebbe dire “Ismidi lanā”
[‘canta per noi’ - dalla stessa radice di sāmidūn/sumūd]
significa “ghaniy” [cantare]. Ed egli disse: Quando [i
kuffār] sentivano il Qur’ān, lo avrebbero cantato, così fu
rivelata questa āyah.
Ibn Kathīr disse: Allāh dice, “sprecando la vostra
(preziosa) vita nel passatempo e nei divertimenti
6
(canto)” - Sufyān at-Thawrī disse, narrando da suo
padre da Ibn ‘Abbās : (Ciò significa) il canto. Questo è
(dialetto) Yemenita: ismad lanā significa ghan lanā
[canta per noi]. Questa fu anche l’opinione di ‘Ikrima.
(Tafsīr Ibn Kathīr)
E’ stato riportato da Abū Umāmah che il Messaggero
di Allāh disse: “Non vendete donne schiave
cantanti, non compratele e non istruitele. Non c’è
niente di buono in questo commercio, e il loro prezzo è
harām. E riguardo a cose come queste che fu rivelata
la āyah, «Tra gli uomini vi è chi compra storie
ridicole (vale a dire, musica, canzoni) per traviare
(gli uomini) dal sentiero di Allāh»...” (Hadīth
hasan)
Il Messaggero di Allāh disse:
“Tra la mia Ummah ci saranno sicuramente persone
che permetteranno la zinā, la seta, l’alcool e gli
strumenti musicali...” (Narrato da Al-Bukhārī ta’līqan,
n. 559; narrato come mawsūl da At-Tabarāni e Al-
Bayhaqī. Vedere As-Silsilah as-Sahīhah di Al-Albānī, 91)
Ibn al-Qayyim disse: Questo è un hadīth sahīh
narrato da al-Bukhārī nel suo Sahīh, dove egli lo citò
come evidenza dichiarando che è mu’allaq e majzūm.
Egli disse: Capitolo su ciò che è stato raccontato
7
riguardo a coloro che permettono l’alcool e lo chiamano
con un altro nome.
Questo hadīth indica in due modi che gli strumenti
musicali e il divertimento nell’ascoltare la musica sono
harām. Il primo è il fatto che il Profeta disse: “[essi]
permetteranno”, il che indica chiaramente che le cose
menzionate, tra cui gli strumenti musicali, sono harām
secondo la Sharī’ah, ma quella gente le permetterà. Il
secondo è il fatto che gli strumenti musicali sono
menzionati insieme a cose che sono sicuramente note
essere harām, cioè la zinā e l’alcool: se (gli strumenti
musicali) non fossero harām, perché avrebbero dovuto
essere menzionati accanto a queste cose? (Adattato da
As-Silsilah as-Sahīhah di al-Albānī, 1/140-141)
Shaykh al-Islām (Ibn Taymiyah) disse: Questo
hadīth indica che i ma’āzif sono harām, e ma’āzif
significa strumenti musicali secondo i sapienti della
lingua (Araba). Questa parola include tutti questi
strumenti. (Al-Majmū’, 11/535)
Ibn al-Qayyim disse: E riguardo allo stesso
argomento, osservazioni simili furono narrate da Sahl
ibn Sa’d as-Sā’idi, ‘Imrān ibn Husayn, ‘Abd-Allāh ibn
‘Amr, ‘Abd-Allāh ibn ‘Abbās, Abū Hurayrah, Abū
Umāmah al-Bāhili, ‘Ā’ishah Umm al-Mu’minīn, ‘Alī ibn
8
Abī Tālib, Anas ibn Mālik, ‘Abdur Rahmān ibn Sābit e
Al-Ghāzi ibn Rabī’ah. Poi menzionò questo in Ighāthat
al-Lahfān, e ciò indica che (gli strumenti musicali) sono
harām.
E’ stato narrato che Nāfi’ disse: Ibn ‘Umar sentì uno
strumento a fiato, e si mise le dita nelle orecchie
tenendosi alla larga da quella strada. Mi disse: O Nāfi’,
riesci a sentire nulla? Dissi, No. Allora si tolse le dita
dalle orecchie e disse: Ero con il Profeta ed egli sentì
qualcosa di simile, e fece la stessa cosa. (Sahīh Abī
Dāwūd) Qualche insignificante persona ha detto che
questo hadīth non prova che gli strumenti musicali sono
harām, perché se così fosse, il Messaggero di Allāh
avrebbe istruito Ibn ‘Umar a mettere anch’egli le dita
nelle orecchie, e Ibn ‘Umar avrebbe istruito Nāfi’ a fare
altrettanto! La risposta a questo è: Egli non stava
ascoltando, ma poteva sentirlo. C’è una differenza tra
ascoltare e sentire. Shaykh al-Islām (Ibn Taymiyah)
disse: Riguardo (alla musica) che una persona non ha
intenzione di ascoltare, non vi è proibizione o colpa,
secondo il consenso dei sapienti. Pertanto la colpa o la
lode è collegata all’ascoltare, non al sentire. Chi ascolta
il Qur’ān sarà ricompensato per questo, mentre chi lo
sente senza intenzione o senza volerlo non sarà
ricompensato, perché le azioni sono giudicate per le
9
intenzioni. Lo stesso vale per gli strumenti musicali che
sono proibiti: se una persona li sente senza volerlo,
questo non ha importanza. (Al-Majmū’, 10/78)
Ibn Qudāmah al-Maqdīsi disse: L’ascoltatore è colui
che si propone di ascoltare, che non fu il caso di Ibn
‘Umar ; ciò che avvenne nel suo caso fu sentire. Il
Profeta ebbe la necessità di sapere quando il suono
era cessato perché si era allontanato da quella strada e
aveva otturato le sue orecchie. Quindi egli non volle
tornare in quella strada o sturare le sue orecchie fino a
quando il rumore si fermò, così quando permise a Ibn
‘Umar di continuare a sentirlo, questo fu per necessità.
(Al-Mughni, 10/173)
(Anche se l’ascoltare riferito nei commenti dei due
a’imma è makrūh, è stato permesso a causa della
necessità, come vedremo qui di seguito nei commenti di
Imām Mālik . E Allāh ne sa di più)
Le opinioni dei sapienti dell’Islām
Al-Qāsim disse: Il canto fa parte della falsità. Al-
Hasan disse: Se c’è musica coinvolta in un invito a
cena (walīmah), non accettate l’invito (Al-Jāmi di al-
Qayrawāni, pagg. 262-263)
10
Shaykh al-Islām Ibn Taymiyah disse: L’opinione dei
quattro A’imma è che tutti i tipi di strumenti musicali
sono harām. E’ stato riportato in Sahīh al-Bukhārī e
altrove, che il Profeta disse che ci sarebbero stati tra
la sua Ummah coloro che avrebbero permesso la zinā, la
seta, l’alcool e gli strumenti musicali, e disse che essi
sarebbero stati trasformati in scimmie e maiali...
Nessuno dei seguaci degli A’imma menzionò alcuna
disputa in relazione alla questione della musica. (Al-
Majmū’, 11/576)
Al-Albānī disse: I quattro madhāhib sono d’accordo
che tutti gli strumenti musicali sono harām. (As-
Sahīhah, 1/145)
Ibn al-Qayyim disse: Il madhhab di Abū Hanīfah è il
più rigoroso al riguardo, e i suoi commenti sono tra i
più duri. I suoi compagni affermarono chiaramente che
è harām ascoltare qualsiasi tipo di strumento musicale
come il flauto e il tamburo, finanche battere un bastone.
Essi dichiararono che si tratta di un peccato che implica
che una persona è un fāsiq (ribelle malvagio), la cui
testimonianza dovrebbe essere respinta. Andarono oltre
e dissero che l’ascolto della musica è fisq (ribellione,
malvagità) e goderne è kufr (miscredenza).
11
Queste sono le loro parole. A sostegno di ciò narrarono
un hadīth che potrebbe non essere attribuito al Profeta
. Dissero: Uno dovrebbe cercare di non ascoltare se
passa di lì o nelle sue vicinanze (da dove proviene la
musica). Abū Yūsuf disse, riguardo a una casa da cui si
potrebbe udire il suono di strumenti musicali: Entratevi
senza il loro permesso, perché proibire le azioni
malvagie è obbligatorio, e se non fosse consentito
entrare senza permesso, la gente non adempirebbe il
dovere obbligatorio (di ingiungere ciò che è bene e
proibire ciò che è male). (Ighāthat al-Lahfān, 1/425)
A Imām Mālik fu chiesto sul suonare il tamburo o il
flauto, e se a una persona capita di sentirne il suono e di
goderne mentre sta camminando o è seduto. Egli disse:
Se lo trova piacevole dovrebbe alzarsi, a meno che sia
seduto per un bisogno o non è in grado di alzarsi. Se è in
strada, deve o tornare indietro o proseguire avanti. (Al-
Jāmi’ di al-Qayrawāni, 262)
Egli disse anche: “Le uniche persone che fanno cose
del genere, a nostro avviso, sono fāsiqīn.” (Tafsīr al-
Qurtūbī, 14/55)
Ibn ‘Abd al-Barr disse: Tra i tipi di guadagni che
sono harām dal consenso dei sapienti vi sono la ribā, il
compenso di una prostituta, qualsiasi cosa proibita, le
12
tangenti, il pagamento per la lamentazione sul morto e
il canto, pagare gli indovini e coloro che pretendono di
conoscere l’invisibile e gli astrologi, il pagamento per il
suono di flauti, e tutti i tipi di gioco d’azzardo. (Al-Kāfi)
Ibn al-Qayyim disse, spiegando l’opinione di Imām
Ash-Shāfa’i: I suoi compagni che conoscono il suo
madhhab (punto di vista), hanno dichiarato che è
harām e denunciato chi ha detto che è permesso.
(Ighāthat al-Lahfān, 1/425)
L’autore di Kifāyat al-Akhbār, che fu uno dei shāfa’iti,
considerò gli strumenti musicali come flauti e altri,
essere munkar (malvagi), e disse che chi è presente
(dove vengono suonati) dovrebbe denunciarli. Non si
può essere giustificati dal fatto che ci sono cattivi
sapienti, perché essi stanno corrompendo la Sharī’ah, o
che ci siano fachiri malvagi - intendendo i Sufi, perché
si definiscono fuqarā’ o fachiri - perché essi sono
ignoranti e seguono chiunque fa baccano; non sono
guidati dalla luce della conoscenza, piuttosto sono
sollevati da ogni vento. (Kifāyat al-Akhbār, 2/128)
Ibn al-Qayyim disse: Per quanto riguarda l’opinione
di Imām Ahmad, suo figlio ‘Abd-Allāh disse: Chiesi a
mio padre sul canto. Egli disse: Cantare fa crescere
l’ipocrisia nel cuore, non mi piace. Poi menzionò le
13
parole di Mālik: I malvagi (fāsiqīn) tra noi lo fanno.
(Ighāthat al-Lahfān)
Ibn Qudāmah, il ricercatore del madhhab Hanbalita
disse: Gli strumenti musicali sono di tre tipi, che sono
harām. Questi sono le corde e tutti i tipi di flauto, e il
liuto, il tamburo e il rabāb (strumento a corde) e così
via. Chi persiste nell’ascoltarli, la sua testimonianza
dovrebbe essere respinta. (Al-Mughni, 10/173)
Ed egli disse: Se una persona è invitata a un incontro
in cui c’è qualcosa di detestabile, come il vino e gli
strumenti musicali, ed è in grado di denunciarlo, allora
dovrebbe parteciparvi e parlarne contro, perché allora
egli combinerà due doveri obbligatori. Se non è in grado
di farlo, allora non dovrebbe partecipare. (Al-Kāfi,
3/118)
At-Tabarī disse: I sapienti di tutte le regioni sono
d’accordo che il canto è makrūh e che dovrebbe essere
impedito. Anche se Ibrāhīm ibn Sa’d e ‘Ubayd-Allāh al-
‘Anbari differirono dalla maggioranza, (va notato che) il
Messaggero di Allāh disse: “Aderite alla
maggioranza.” E chi muore differendo dalla
maggioranza, muore come un jāhili. (Tafsīr al-Qurtūbī,
14/56)
14
Nelle prime generazioni, la parola “makrūh” era usata
per indicare harām, poi assunse il significato di
“riprovevole”. Ma questo deve essere inteso nel senso
che è proibito, perché egli [At-Tabarī] disse, “dovrebbe
essere impedito”, e nulla deve essere impedito tranne
ciò che è harām, e perché nei due ahādīth citati la
musica è denunciata nel modo più assoluto. Al-Qurtūbī
è colui che narrò questo resoconto, poi disse: Abu’l-
Faraj e Al-Qaffāl tra i nostri compagni dissero: La
testimonianza del cantante e del ballerino non deve
essere accettata. Io dico: se è provato che questa
faccenda non è permessa, allora nemmeno accettare il
pagamento per essa è permesso.
Shaykh Al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse: Ciò che
Ibrāhīm ibn Sa’d e ‘Ubayd-Allāh al-‘Anbari dissero sul
canto è che non è come il tipo di canto che è conosciuto
al giorno d’oggi, perché essi non avrebbero mai
permesso questo tipo di canto che è il massimo
dell’immoralità e oscenità. (Al-I’lām)
Ibn Taymiyah disse: Non è lecito costruire strumenti
musicali. (Al-Majmū’, 22/140)
E disse: Secondo la maggioranza dei fuqahā’, è lecito
distruggere gli strumenti musicali, come ad esempio il
tanbūr [uno strumento a corde simile a un mandolino].
15
Questa è l’opinione di Mālik ed è il più famoso dei due
pareri narrati da Ahmad. (Al-Majmū’, 28/113)
Ed egli disse: Ibn al-Mundhir menzionò che i sapienti
hanno convenuto che non è lecito pagare le persone per
il canto e la lamentazione (sul morto)... il consenso di
tutti i sapienti, le cui opinioni abbiamo imparato a
conoscere, è che la lamentazione e il canto non sono
consentiti. Ash-Shu’bi, An-Nakha’i e Mālik
considerarono ciò essere makrūh [vale a dire, harām].
Abū Thawr, An-Nu’mān - Abū Hanīfah e Ya’qūb e
Muhammad, due studenti di Abū Hanīfah dissero: Non
è lecito pagare alcunché per il canto e la lamentazione.
Questo è il nostro punto di vista. Ed egli disse: gli
strumenti musicali sono il vino dell’anima, e ciò che
fanno all’anima è peggiore di quello che fanno le
bevande inebrianti. (Majmū’ al-Fatāwā, 10/417)
Ibn Abī Shaybah riportò che un uomo ruppe un
mandolino appartenente a un altro uomo, e
quest’ultimo presentò il suo caso a Shurayh. Ma
Shurayh non gli assegnò alcun indennizzo - vale a dire,
non fece pagare al primo uomo il costo del mandolino,
perché era harām e non aveva alcun valore. (Al-
Musannaf, 5/395)
16
Al-Baghawī dichiarò in una fatwā che è harām
vendere tutti i tipi di strumenti musicali come
mandolini, flauti, eccetera. Poi disse: Se le immagini
sono cancellate e gli strumenti musicali sono alterati
nella forma, allora è lecito vendere le loro parti, che
siano d’argento, di ferro, di legno o di qualsiasi altra
cosa. (Sharh as-Sunnah, 8/28)
Un’eccezione appropriata
L’eccezione a quanto sopra è il daff - senza alcun anello
(vale a dire, un tamburo a mano che si presenta come
un tamburello, ma senza nessun sonaglio) - quando
viene utilizzato dalle donne nelle ‘Īdayn e ai matrimoni.
Ciò è indicato dai resoconti sahīh.
Shaykh al-Islām disse: Ma il Profeta fece delle
concessioni per alcuni tipi di strumenti musicali in
occasione di matrimoni e simili, e fece delle concessioni
per le donne nel suonare il daff ai matrimoni e in altre
occasioni gioiose. Ma gli uomini nel suo tempo non
suonavano il daff e non battevano le mani. E’ stato
narrato in al-Sahīh che egli disse: “Battere le mani è per
le donne e tasbīh (dire Subhān Allāh) è per gli uomini.”
Ed egli maledisse le donne che imitano gli uomini e gli
uomini che imitano le donne. Poiché cantare e suonare
17
il daff sono cose che fanno le donne, i Salaf solitamente
chiamavano un uomo che faceva questo un
mukhannath (uomo effeminato), ed erano soliti definire
effemminati i cantanti maschi - e quanti ce ne sono al
giorno d’oggi! E’ ben noto che i Salaf dissero questo.
Di uno spirito simile è l’hadīth di ‘Ā’ishah , quando
suo padre entrò da lei al momento della ‘Īd, e c’erano
due giovani ragazze con lei che stavano cantando i versi
che gli Ansār avevano declamato il giorno di Bu’āth - e
qualsiasi persona di buon senso sa che cosa dice la
gente a proposito della guerra. Abū Bakr disse: “Gli
strumenti musicali dello Shaytān nella casa del
Messaggero di Allāh !” Il Messaggero di Allāh si era
allontanato da esse e stava di fronte al muro - e da qui
alcuni sapienti hanno detto che Abū Bakr non
avrebbe rimproverato qualcuno di fronte al Messaggero
di Allāh , ma pensava che il Messaggero di Allāh
non stesse prestando attenzione a ciò che stava
accadendo. E Allāh ne sa di più. Egli (il Profeta )
disse: “Lasciale stare, O Abū Bakr, perché ogni nazione
ha la sua ‘Īd, e questa è la nostra ‘Īd, la gente
dell’Islām.” Questo hadīth dimostra che non era
l’abitudine del Profeta e dei suoi compagni riunirsi
per ascoltare il canto, per questo Abū Bakr as-Siddīq li
chiamò “gli strumenti musicali dello Shaytān”. E il
18
Profeta approvò quest’appellativo e non lo negò
quando disse: “Lasciale stare, O Abū Bakr, perché ogni
nazione ha la sua ‘Īd, e questa è la nostra ‘Īd...” Questo
indica che la ragione per cui fu permesso è stata perché
era il momento della ‘Īd, e la proibizione restava in
vigore in momenti diversi dalla ‘Īd, a parte le eccezioni
fatte per i matrimoni in altri ahādīth. Shaykh Al-Albānī
spiegò questo nel suo prezioso libro Tahrīm Ālāt al-
Tarab (La proibizione degli strumenti musicali).
Il Profeta approvò il canto di giovani ragazze nella
‘Īd, come affermato nell’hadīth: “Così i mushrikin
sapranno che nella nostra religione c’è spazio per il
rilassamento.” Non vi è alcuna indicazione nell’hadīth
delle due giovani ragazze che il Profeta le stesse
ascoltando. I comandi e le proibizioni hanno a che fare
con l’ascoltare, non solo il sentire, proprio come nel
caso del vedere, le norme hanno a che fare con il
guardare intenzionalmente e non con ciò che avviene
accidentalmente. Così è chiaro che questo è solo per le
donne. Imām Abū ‘Ubayd definì il daff come “ciò che
viene suonato dalle donne.” (Gharīb al-Hadīth, 3/64)
19
Un’eccezione inappropriata
Alcuni fanno un’eccezione per i tamburi in tempi di
guerra, e di conseguenza alcuni sapienti moderni hanno
detto che la musica militare è consentita. Ma non vi è
affatto una base per questo, per una serie di ragioni, la
prima delle quali è che ciò significa fare un’eccezione
senza nessuna chiara evidenza, a parte una semplice
opinione e pensare che ciò sia un bene, e questo è
sbagliato. La seconda ragione è che quello che i
Musulmani dovrebbero fare in tempo di guerra è
volgere i propri cuori verso il loro Signore.
Allāh dice:
ََ‫ن‬‫و‬ُ‫ل‬َ‫ـ‬ ۡ‫س‬َ‫ي‬ََ‫ك‬ََِ‫ن‬َ‫ع‬ََِ‫ال‬َ‫ف‬‫ن‬َ ۡ‫ٱۡل‬َََِۖ‫ل‬ُ‫ق‬ََُ‫ل‬‫ا‬َ‫ف‬‫ن‬َ ۡ‫ٱۡل‬ََِ َّ ِ‫ّلل‬ََِ‫ول‬ُ‫س‬َّ‫ٱلر‬ َ‫و‬َََۖ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ٱ‬َ‫ف‬َََ َّ‫ٱّلل‬ََ‫وا‬ُ‫ح‬ِ‫ل‬ ۡ‫ص‬َ‫أ‬ َ‫و‬َََ‫ات‬َ‫ذ‬ََۡ‫ُم‬‫ڪ‬ِ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ب‬ََۖ
“T’interrogheranno (O Muhammad) a proposito
del bottino. Dì: «Il bottino appartiene ad Allāh e
al Suo Messaggero». Temete Allāh e mantenete
la concordia tra di voi.” [Al-‘Anfāl, 1]
Ma servirsi della musica è l’opposto di questa idea di
taqwā e ciò li distrarrebbe dal ricordare il loro Signore.
In terzo luogo, servirsi della musica è una delle usanze
dei kuffār, e non è permesso imitarli, con particolare
riguardo a qualcosa che Allāh ci ha proibito, in generale,
come la musica. (As-Sahīhah, 1/145)
20
“Nessun popolo si svia dopo essere stato guidato,
tranne quelli che sono presi dalla morsa della
polemica.” (Sahīh)
Alcuni di loro hanno usato l’hadīth degli abissini che
giocavano nella moschea del Profeta come prova che
il canto sia permesso! Al-Bukhārī incluse questo hadīth
nel suo Sahīh, sotto la voce Bāb al-Hirāb wa’l-Daraq
Yawm al-‘Īd (Capitolo sulle Lance e gli Scudi nel giorno
della ‘Īd).
An-Nawawī disse: Ciò indica che è permesso giocare
con armi e simili nella moschea, ed egli lo giudicò
attinente alle altre attività connesse con il jihād. (Sharh
Muslim)
Tuttavia al-Hāfiz ibn Hajar disse: Chi parla di
qualcosa che non è il suo mestiere, se ne uscirà con idee
strane come queste.
Alcuni di loro usano come prova l’hadīth sul canto delle
due ragazze, di cui abbiamo discusso in precedenza, ma
citeremo quello che Ibn al-Qayyim disse, perché è
prezioso:
Mi stupisco che citiate come prova per permettere
l’ascolto di canzoni raffinate, il resoconto che abbiamo
menzionato su come due giovani ragazze che erano
21
sotto l’età della pubertà cantarono a una giovane donna
il giorno della ‘Īd alcuni versi della poesia araba sul
coraggio in guerra e altre nobili caratteristiche. Come si
può paragonare questo a quello? Ciò che è strano è che
questo hadīth è una delle più forti prove contro di loro.
Il più grande oratore della verità [Abū Bakr as-Siddīq] li
chiamò strumenti musicali dello Shaytān, e il
Messaggero di Allāh approvò tale appellativo, ma
fece un’eccezione nel caso di queste due ragazze giovani
che non avevano ancora raggiunto l’età della
responsabilità e le cui parole delle canzoni non
potevano corrompere chiunque le ascoltasse. Questo
può essere usato come prova per permettere ciò che fate
e ciò che conoscete dell’ascoltare (la musica), che
include cose (malvagie) che non sono nascoste?!
Subhān Allāh! Come possono essere fuorviate le
persone! (Madārij as-Sālikīn, 1/493)
Ibn al-Jawzi disse: ‘Ā’ishah a quel tempo era
giovane; nulla fu trasmesso da lei (a questo proposito)
dopo che raggiunse l’età della pubertà, tranne la
condanna del canto. Il figlio di suo fratello, al-Qāsim
ibn Muhammad, condannò il canto e disse che non è
stato permesso ascoltarlo, e prese la sua conoscenza da
lei. (Talbīs Iblīs, 229)
22
Al-Hāfiz ibn Hajar disse: Un gruppo di Sufi ha usato
questo hadīth - il resoconto sulle due giovani ragazze -
come evidenza che il canto è consentito ed è lecito
ascoltarlo, che sia accompagnato da strumenti o meno.
Questo punto di vista è sufficientemente confutato dalla
chiara affermazione di ‘Ā’ishah nel seguente hadīth,
dove lei dice: “Non erano cantanti.” Ella chiarì che esse
non erano cantanti in quanto tali, anche se questo può
essere compreso dalla formulazione del resoconto. Così
dovremmo limitarlo a ciò che è stato narrato nel testo
con riferimento all’occasione e al modo, così da ridurre
il rischio di andare contro il principio, cioè l’hadīth. E
Allāh ne sa di più. (Fath al-Bāri, 2/442-443)
Alcune persone hanno anche il coraggio di suggerire che
i Sahābah e i Tābi’īn ascoltavano il canto, e che non vi
hanno visto niente di sbagliato!
Al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse: Noi chiediamo
loro di mostrarci delle sanād sahīh risalenti a questi
Sahābah e Tābi’īn, comprovanti ciò che gli
attribuiscono. Poi disse: Imām Muslim citò nella sua
introduzione al suo Sahīh che ‘Abd-Allāh ibn al-
Mubārak disse: La isnād fa parte della religione. Se non
fosse per la isnād, chiunque lo avesse voluto, avrebbe
potuto dire quello che voleva.
23
Alcuni di loro hanno detto che gli ahādīth che
proibiscono la musica sono pieni di difetti. Nessun
hadīth è stato esente dall’essere criticato da alcuni
sapienti. Ibn Bāz disse: Gli ahādīth che sono stati
narrati sulla musica e sul suo essere harām non sono
pieni di difetti, com’è stato affermato. Alcuni di essi
sono in Sahīh al-Bukhārī, che è il più solido dei libri
dopo il Libro di Allāh, e alcuni sono hasan (buoni) e
alcuni sono da’īf (deboli). Ma dato che sono così tanti,
con diverse sanād, essi costituiscono la prova definitiva
che il canto e gli strumenti musicali sono harām.
Tutti gli A’imma hanno concordato sulla solidità degli
ahādīth che proibiscono il canto e gli strumenti
musicali, a parte Abū Hāmid al-Ghazzāli, ma al-
Ghazzāli non aveva conoscenza dell’Hadīth; e Ibn
Hazam, ma Al-Albānī spiegò dove Ibn Hazam
sbagliò, e Ibn Hazam stesso disse che se uno (di questi
ahādīth) fosse stato sahīh, lo avrebbe seguito. Ora però
essi hanno la prova che questi resoconti sono sahīh
perché ci sono così tanti libri da parte dei sapienti che
affermano che questi sono ahādīth autentici, tuttavia
voltano le spalle a questo. Essi sono molto più estremi
rispetto a Ibn Hazam e non sono affatto come lui,
perché non sono qualificati e ad essi non ci si può
riferire.
24
Alcuni di loro hanno detto che i sapienti proibirono il
canto perché è menzionato assieme alle riunioni in cui
viene bevuto l’alcool e dove la gente rimane fino a tarda
notte per scopi malvagi. Ash-Shawkāni disse: La
risposta a questo è che menzionando queste cose in
insieme, ciò non solo significa che quello che è harām è
quello che è associato insieme in questa maniera.
Altrimenti ciò significherebbe che la zinā, come
menzionato nell’hadīth, non è harām se non è
accompagnata dall’alcool e dall’uso degli strumenti
musicali. Per lo stesso motivo, una āyah come la
seguente,
َُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫ۥ‬َََ‫ان‬َ‫ك‬َََ‫ل‬ََُ‫ِن‬‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫ي‬ََِ َّ‫ٱّلل‬ِ‫ب‬ََِ‫يم‬ ِ‫ظ‬َ‫ع‬ۡ‫ٱل‬*ََ‫ل‬ َ‫و‬ََ‫ض‬ُ‫ح‬َ‫ي‬ََٰ‫ى‬َ‫ل‬َ‫ع‬ََِ‫ام‬َ‫ع‬َ‫ط‬ََِ‫ِين‬‫ك‬ ۡ‫ِس‬‫م‬ۡ‫ٱل‬َ
“Non credeva in Allāh, il Supremo, e non
esortava a nutrire Al‑Miskīn (il povero).” [Al-
Ĥāqqah, 33-34],
implicherebbe che non è harām miscredere in Allāh, a
meno che ciò sia accompagnato dal non incoraggiare il
nutrimento dei poveri. Se si dice che la proibizione di
queste cose una alla volta, è provata da altri resoconti,
la risposta a questo è che la proibizione degli strumenti
musicali è nota anche da altre evidenze, come detto
sopra. (Nayl al-Awtār, 8/107)
25
Alcuni di loro hanno detto che “storie ridicole” non è
riferito al canto; la confutazione di questo è stata
menzionata in precedenza. Al-Qurtūbī disse: Questo
- l’opinione che ciò significa il canto - è il meglio che sia
stato detto riguardo a questa āyah, e Ibn Mas’ūd giurò
tre volte su Allāh oltre al Quale non c’è altro dio , che è
riferita al canto. Poi citò altri A’imma che dissero la
stessa cosa. Poi menzionò altre opinioni riguardanti la
materia. Poi disse: Il primo punto di vista è il migliore
di tutto ciò che è stato detto su questa materia, a causa
dell’hadīth marfū’, e dell’opinione dei Sahābah e dei
Tābi’īn. (Tafsīr al-Qurtūbī)
Ibn al-Qayyim , dopo aver citato questo Tafsīr, disse:
Al-Hākim Abū ‘Abd-Allāh disse nel Tafsīr di Kitāb al-
Mustadrak: Lasciate che chi sta cercando questa
conoscenza sappia che il Tafsīr di un Sahābi che
assistette alla rivelazione è un hadīth con isnād secondo
i due Shuyūkh (Al-Bukhārī e Muslim). Altrove, nel suo
libro, disse: A nostro avviso questo hadīth ha la stessa
forza di un resoconto marfū’.
Anche se il loro tafsīr è ancora oggetto di ulteriore
esame, è ancora più facilmente accettabile rispetto al
tafsīr di quelli che sono venuti dopo di loro, perché essi
sono i più ben informati tra questa Ummah su ciò che
Allāh ha inteso dire nel Suo Libro. Esso fu rivelato in
26
mezzo a loro e loro furono i primi ai quali fu indirizzato.
Essi ascoltarono il tafsīr dal Messaggero , in parole e
opere. Ed erano arabi che comprendevano i veri
significati delle parole (arabe), così i Musulmani
dovrebbero evitare il più possibile il ricorso a qualsiasi
altra interpretazione.
Alcuni di loro hanno detto che il canto è una forma di
adorazione, se l’intenzione è aiutare qualcuno a
obbedire ad Allāh!
Ibn al-Qayyim disse: Che strano! Che tipo di fede,
luce, intuizione, guida e conoscenza possono essere
raggiunte ascoltando versi melodiosi e musica in cui la
maggior parte di ciò che viene detto è harām e merita la
collera e la punizione di Allāh e del Suo Messaggero?
Come può qualcuno che ha la minima quantità
d’intuizione e fede nel suo cuore avvicinarsi ad Allāh e
accrescere la propria fede godendo per qualcosa che è
da Lui odiata, ed Egli detesta chi dice questo e chi lo
accetta? (Madārij as-Sālikīn, 1/485)
Shaykh al-Islām disse, discutendo lo status di chi è
abituato ad ascoltare il canto: Qui si scopre che coloro
che vi sono abituati e per i quali esso è come il cibo e le
bevande, non potranno mai avere il desiderio di
ascoltare il Qur’ān o provare gioia quando lo sentono,
27
ed essi ascoltando i suoi versetti non provano mai la
stessa sensazione che provano quando ascoltano la
poesia. Infatti, se sentono il Qur’ān, la sentono con il
cuore disattento, parlando mentre viene recitato, ma se
sentono fischi e battimani, abbassano le loro voci e
restano in silenzio, prestando attenzione. (Majmū’ al-
Fatāwā, 11/557)
Alcuni dicono che la musica e gli strumenti musicali
hanno l’effetto di ammorbidire i cuori delle persone e
generare nobili sentimenti. Questo non è vero, perché
ciò provoca desideri fisici e capricci. Se facesse davvero
ciò che dicono, avrebbe ammorbidito i cuori dei
musicisti e reso il loro atteggiamento e comportamento
migliore, ma la maggior parte di essi, come sappiamo,
sono sviati e si comportano male.
Conclusione
Forse - per i lettori di buon senso e obiettivi - questa
sintesi renderà chiaro che l’opinione secondo la quale la
musica è lecita non ha alcuna solida base. Non ci sono
due opinioni al riguardo. Così dobbiamo consigliare nel
modo migliore, e poi fare un passo alla volta e
denunciare la musica, se siamo in grado di farlo. Non
dobbiamo farci ingannare dalla fama di un uomo dei
28
nostri tempi, in cui le persone che sono veramente
impegnate per l’Islam sono diventate strane.
Chi dice che il canto e gli strumenti musicali sono leciti
sta semplicemente sostenendo i capricci della gente di
oggigiorno, come se le masse stiano emettendo fatāwā
ed egli le stia semplicemente firmando! Se si presenta
una questione, costoro guarderanno alle opinioni dei
fuqahā’ su questa materia, poi adotteranno la scelta più
semplice, come loro sostengono. Poi andranno a cercare
evidenze o argomenti speciosi che valgono niente che
più di un pezzo di carne morta. Quante volte queste
persone hanno approvato cose in nome della Sharī’ah
che in realtà non hanno nulla a che fare con l’Islām!
Sforzatevi di imparare il vostro Islām dal Libro del
vostro Signore e dalla Sunnah del Profeta. Non dite, tal
dei tali ha detto, perché non si può apprendere la verità
dai soli uomini. Imparate la verità e poi misurate la
gente con essa. Questo dovrebbe essere sufficiente per
chi controlla i propri capricci e si sottomette al suo
Signore. Che ciò che abbiamo scritto sopra possa
guarire i cuori dei credenti e scacciare i sussurri dai
cuori di chi è colpito dai sussurri insinuanti. Che ciò
mostri chiunque sta deviando dal sentiero della
Rivelazione e aderendo alle scelte più semplici,
pensando di essere arrivato a qualcosa che nessuna
29
delle prime generazioni ha mai raggiunto, e che sta
parlando di Allāh senza conoscenza. Essi hanno cercato
di sottrarsi al fisq (iniquità) e hanno finito per
commettere bid’ah - che Allāh non li benedica in questo.
Sarebbe stato meglio per loro seguire il sentiero dei
credenti.
E Allāh ne sa di più. Che Allāh benedica e conceda la
pace al Suo Messaggero che rese chiaro il sentiero dei
credenti, e ai suoi Compagni e a coloro che li seguono
nella verità fino al Giorno del Giudizio.
Sintesi di un articolo intitolato al-Darb bi’l-Nawa li man
abāha al-Ma’āzif li’l-Hawa dello Shaykh Sa’d al-Dīn ibn
Muhammad al-Kibbi.
Per ulteriori informazioni, vedere:
Al-I’lām bi Naqd Kitāb al-Halāl wa’l-Harām, dello
Shaykh al-‘Allāmah Sālih ibn Fawzān al-Fawzān;
As-Samā’ dello Shaykh al-Islām Ibn al-Qayyim;
Tahrīm Ālāt al-Tarab, dello Shaykh Muhammad
Nāsiruddīn Al-Albānī .
Fatwā n. 5000
Islam Q&A
30
QUESTIONI HARĀM NEGLI ANĀSHĪD
MODERNI E LE CONDIZIONI AFFINCHE’ IL
NASHĪD SIA CONSENTITO
Domanda:
I ‘videoclip’ dei moderni anāshīd sono leciti? Ciò non è
simile alle normali canzoni dei kuffār? Sono leciti questi
videoclip, anche se includono donne che indossano il
trucco e mostrano i loro volti e le mani, molti effetti
sonori e uomini senza barba? È lecito che tutto ciò sia
guardato? Si prega di rispondere in dettaglio. Che Allāh
vi ricompensi!
Risposta:
Lode ad Allāh.
In primo luogo:
Gli anāshīd sono cambiati da com’erano prima.
Purtroppo gli anāshīd e i munshidīn (“cantanti” di
anāshīd) sono sprofondati a questo livello. Mentre gli
anāshīd erano usati per avere significati di fede, jihād e
conoscenza, ora sono - in molti casi - diventati simili
alle canzoni dei malvagi, con l’addolcimento della voce,
31
mettendo una foto del munshid sulla copertina del
nastro, e accompagnando il nashīd con videoclip che
contengono cose harām, come la presenza di donne o
malvagi e l’utilizzo di strumenti musicali. I “migliori” di
essi nei giorni nostri, sono quelli che utilizzano effetti
sonori che simulano il suono degli strumenti musicali.
Non si presta attenzione al senso, piuttosto tutto
l’interesse è focalizzato sulla melodia e sugli altri effetti
sonori. Altrimenti ditemi come può un munshid
produrre un nashīd in inglese per il quale gli ascoltatori
[arabi] godono tanto l’ascolto, anche se non ne
capiscono una sola parola?!
Gli anāshīd hanno superato gli altri tipi di materiale
audio educativo e benefico, e gruppi del nashīd sono
proliferati nel mondo Musulmano. Questi gruppi non
esitano a pubblicare le loro foto su giornali e riviste
indossando abiti identici, e le loro facce spesso
proclamano il loro andare contro la guida del Profeta
poiché hanno rasato le loro barbe. Alcuni lettori del
Qur’ān, che Allāh ha benedetto con belle voci e talento
nella recitazione che fa piangere, hanno seguito le loro
orme. Alcuni di loro sono diventati molto ansiosi di
andare su questa strada, e hanno rilasciato alcune
registrazioni che non sono appropriate al loro status.
Così è possibile trovare uno di essi che produce una
32
registrazione con qualche malvagio rasato, e immagini
di donne che appaiono nel videoclip insieme al nashīd.
La telecamera stringe sul volto del munshid quando egli
cerca di fare del suo meglio, e fissa sentimentalmente la
telecamera comportandosi come un cantante pop.
Non stiamo esagerando, né stiamo parlando di cose che
non accadono. Questi munshidīn che pubblicano le loro
foto e i propri numeri di cellulare sanno che le donne
sono tentate da loro, e sanno quale effetto i loro
movimenti, sguardi e immagini hanno su quella parte
debole del genere umano. Purtroppo li vediamo solo
produrre molti di questi anāshīd con immagini.
Da qui alcuni degli eminenti Shuyūkh che hanno
permesso gli anāshīd, dapprima sono rimasti sconvolti
per ciò che gli anāshīd e i munshidīn sono diventati - e
questo è accaduto prima dell’arrivo dei videoclip - così
hanno ritrattato l’opinione che ciò sia lecito o hanno
stabilito le condizioni per dire che sia permesso. Tra
questi eminenti Shuyūkh ci sono: Shaykh Muhammad
ibn Sālih al-‘Uthaymīn .
1. Egli disse:
Penso che gli anāshīd islamici siano cambiati da ciò che
erano prima. Erano fatti con voci che non erano
seducenti, ma ora sono fatti con voci seducenti, e sono
33
anche accompagnati da melodie malvagie e corruttrici e
dicono che sono accompagnati dal duff, ma tutto questo
significa che ci si dovrebbe tenere lontano da questi
anāshīd. Tuttavia, se un uomo viene da noi e canta
anāshīd che hanno un significato sano e che non
includono alcun non senso, e usa unicamente la sua
voce e senza strumenti musicali, non c’è nulla di
sbagliato in questo. Hassān ibn Thābit era solito
recitare poesie nella moschea del Profeta .
Durūs wa Fatāwā al-Haram al-Madani, 1416 AH,
domanda n. 18.
2. Egli inoltre disse:
C’è stato un gran parlare di anāshīd Islamici. Non li ho
ascoltati per lungo tempo. Quando apparvero in un
primo momento, non c’era niente di sbagliato in essi.
Non c’erano dufūf, ed erano eseguiti in una maniera che
non comportava alcuna fitna, e non erano eseguiti con
le melodie delle canzoni harām. Ma poi sono cambiati e
abbiamo cominciato a sentire un ritmo che poteva
essere di un duff o di qualcosa di diverso da un duff, e
hanno cominciato a scegliere artisti con voci belle e
seducenti, poi sono cambiati ulteriormente e iniziarono
a essere eseguiti alla maniera delle canzoni harām. Poi
abbiamo cominciato a sentirci a disagio con essi, e non
34
in grado di emettere fatāwā che ne attestassero la liceità
in ogni caso, o la loro proibizione in ogni caso. Se sono
privi delle cose che ho menzionato, allora sono leciti,
ma se sono accompagnati dal duff o gli esecutori sono
scelti perché hanno voci belle e seducenti, oppure se
sono eseguiti alla maniera delle canzoni indecenti,
allora è non lecito ascoltarli.
Al-Sahwah al-Islamiyyah (pag. 185).
3. Shaykh Sālih al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse:
Quanto ai cosiddetti anāshīd Islamici, gli è stato
riservato più tempo e fatica di ciò che meritano, a tal
punto che sono diventati una forma d’arte che occupa
spazio nei programmi scolastici e nelle attività
educative, e le compagnie discografiche ne registrano
un gran numero da vendere e distribuire, e la maggior
parte delle case ne sono piene, e molti giovani uomini e
donne li ascoltano e gli prendono un sacco del loro
tempo, e sono ascoltati più delle registrazioni del
Qur’ān, della Sunnah, delle conferenze e delle utili
lezioni.
Al-Bayān li Akhta’ Ba’d al-Kuttāb (pag. 342).
35
4. Shaykh al-Albānī disse:
Mi ricordo benissimo che, quando ero a Damasco, due
anni prima di emigrare qui a ‘Amman, alcuni dei
giovani Musulmani cominciarono a cantare alcuni
anāshīd che avevano un sano significato, intendendo in
tal modo contrastare i canti sufi, come le poesie di al-
Busayri e altre, e li registrarono su nastro, ma ben
presto ciò fu accompagnato dal battere il duff! In un
primo momento li usarono nelle feste di matrimonio,
sulla base del fatto che il duff è permesso in questi
ricevimenti, poi i nastri si diffusero e ne furono fatte
copie, e iniziarono a essere ascoltati in molte case, e
cominciarono ad ascoltarli giorno e notte, se vi era
l’occasione o meno. Questo divenne il loro modo di
rilassarsi. Ciò però è solo a causa dei loro capricci e
desideri, e della loro ignoranza dei trucchi di Shaytān,
così egli li ha distolti dal prestare attenzione al Qur’ān e
dall’ascoltarlo, per non parlare dello studiarlo, ed è
quindi stato abbandonato da essi, come detto nel
versetto:
ََ‫ل‬‫ا‬َ‫ق‬ َ‫و‬ََُ‫ل‬‫و‬ُ‫س‬َّ‫الر‬َ‫ا‬َ‫ي‬َََ‫ر‬َ‫ب‬َََّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫مِي‬‫و‬َ‫ق‬َ‫وا‬ُ‫ذ‬َ‫خ‬َّ‫ت‬‫ا‬َ‫ا‬َ‫َذ‬‫ه‬َََ‫آن‬‫ر‬ُ‫ق‬‫ال‬ََ‫ورا‬ُ‫ج‬‫ه‬َ‫م‬
“Il Messaggero (Muhammad ) dice: «Signore, in
verità il mio popolo ha in avversione questo
36
Qur’ān (né lo ascolta né agisce sulle sue leggi e
insegnamenti)!».” [Al-Furqān, 30]
Tahrīm Ālāt al-Tarb (pagg. 181-182).
E’ deplorevole che alcuni di coloro che s’incaricano di
dare fatāwā abbiano raggiunto un tale livello da
emettere fatāwā per le donne adulte consentendogli di
eseguire anāshīd davanti agli uomini e anche su canali
satellitari di fronte a milioni di persone, e queste
intrattenitrici usano strumenti musicali che sono
proibiti nella Sharī’ah, ma sono resi leciti da questo
cosiddetto muftī.
In secondo luogo:
Le linee guida e le condizioni degli anāshīd leciti:
Studiando le parole dei sapienti e degli affidabili
Shuyūkh, possiamo compilare una lista di linee guida e
di condizioni shar’i che devono essere soddisfatte
affinché il nashīd sia permesso. Ciò comprende:
1. Le parole del nashīd devono essere prive di termini
harām e insensati.
2. Il nashīd non deve essere accompagnato da strumenti
musicali. Nessuno strumento musicale è lecito, tranne il
duff per le donne in certe occasioni. Vedere la risposta
alla domanda n. 20406.
37
3. Deve essere privo di effetti sonori che imitano gli
strumenti musicali, perché ciò che conta è quello che
sembra essere il caso, e imitare gli strumenti harām non
è lecito, specialmente quando il cattivo effetto è lo
stesso di quello che avviene con gli strumenti veri e
propri.
4. Ascoltare anāshīd non deve diventare un’abitudine
che occupa il tempo di una persona e che colpisce i suoi
doveri e le azioni mustahabb, come il suo leggere il
Qur’ān e il chiamare gli altri ad Allāh.
5. L’esecutore di un nashīd non deve essere una donna
che lo esegue davanti agli uomini, o un uomo con un
aspetto o una voce seducente che lo esegue di fronte alle
donne.
6. Si deve evitare l’ascolto d’intrattenitori con voci
delicate che muovono i loro corpi ritmicamente, perché
vi è fitna in tutto questo ed è un’imitazione dei malvagi.
7. Si devono evitare le immagini che vengono messe
sulle copertine dei loro nastri, e cosa più importante,
vanno evitati i videoclip che accompagnano i loro
anāshīd, soprattutto quelli che contengono movimenti
provocanti e imitazioni di cantanti immorali.
8. Lo scopo del nashīd deve essere le sue parole, non la
melodia.
38
Seguono alcuni dei commenti dei sapienti che
includono le linee guida e le condizioni di cui sopra.
1. Shaykh al-Islām Ibn Taymiyah disse:
Per riassumere, ciò che è ben noto nella religione
Islamica è che il Profeta non prescrisse per i virtuosi,
fedeli devoti e asceti della sua Ummah, di radunarsi per
ascoltare versi poetici recitati con l’accompagnamento
di battimani o del battere un duff. Non è lecito per
nessuno deviare dal seguire lui e quello che egli ha
portato del Libro e della saggezza, se ciò ha a che fare
con questioni interiori o esteriori, sia per un uomo
comune che per un membro dell’élite. Tuttavia il
Profeta accordò concessioni che permettono alcuni
tipi d’intrattenimento in matrimoni e simili, e permise
alle donne di battere il duff durante i matrimoni e altre
celebrazioni.
Per quanto riguarda gli uomini della sua epoca, non uno
di loro era solito battere il duff o battere le mani,
piuttosto è provato in al-Sahīh che egli disse: “Battere le
mani è per le donne, e il tasbīh è per gli uomini”, ed egli
maledisse le donne che imitano gli uomini e gli uomini
che imitano le donne.
39
Poiché cantare, battere il duff e battere le mani sono
cose che fanno le donne, i Salaf erano soliti chiamare
‘effeminato’ l’uomo che faceva queste cose, e
chiamavano ‘effeminati’ gli uomini che cantavano, e
questo è ben noto tra i loro detti. Fine citazione.
Majmū’ al-Fatāwā (11/565, 566).
2. Shaykh ‘Abd al-‘Azīz ibn Bāz disse:
Gli anāshīd Islamici variano. Se sono sani e non
contengono altro che chiamare la gente a ciò che è bene,
e ricordare loro ciò che è bene, e l’obbedienza ad Allāh e
al Suo Messaggero, e chiamare la gente a difendere la
propria patria contro le trame del nemico e prepararsi a
fronteggiarlo e così via, non c’è nulla di sbagliato in
questo. Ma, se sono qualcosa di diverso da ciò, e
promuovono il peccato e sono eseguiti davanti a un
pubblico misto di uomini e donne o a un pubblico in cui
le donne sono scoperte alla presenza degli uomini o di
qualsiasi altra azione malvagia, allora non è lecito
ascoltarli. Fine citazione.
Majmū’ Fatāwā al-Shaykh Ibn Bāz (3/437).
3. Egli inoltre disse:
40
Gli anāshīd Islamici sono come la poesia: se è sana,
allora è sana e se c’è qualcosa di detestabile, allora è
detestabile.
La conclusione è che non è possibile dare un giudizio su
tutti i tipi di anāshīd, piuttosto ciascuno dovrebbe
essere esaminato nel merito. Non c’è niente di sbagliato
con i sani anāshīd, ma gli anāshīd che contengono
qualcosa di deplorevole o che promuovono qualsiasi
cosa deplorevole, sono detestabili e malvagi. Fine
citazione.
Sharīt As’ilah wa Ajwabah al-Jāmi’ al-Kabīr (n. 90/A).
4. I sapienti della Lajnah ad-Dā’imah lil-Buhūth al-
‘Ilmiyyah wal-Iftā hanno detto:
È lecito per voi sostituire queste canzoni con anāshīd
Islamici che contengono parole di saggezza, esortazione
e lezioni, che promuovono ardore nel seguire l’Islām e
che richiamano sentimenti Islamici, che scoraggiano il
male e le cose cui esso chiama, e che motivano chi le
“canta” e chi le ascolta a obbedire ad Allāh, e che
scoraggiano dal disobbedirGli o trasgredire i Suoi limiti;
esse rendono ansiosi di proteggere la Sua Sharī’ah e di
sforzarsi nel jihād per la Sua causa. Ma non dovreste
prendere ciò come un’abitudine in cui persistere,
piuttosto dovrebbe essere qualcosa che si fa solo
41
qualche volta, in occasioni speciali come matrimoni o
viaggiando per il jihād e così via, e quando ci si sente
giù, al fine di risollevare lo spirito e motivare se stessi a
compiere il bene, o quando ci si sente inclini al male, in
modo tale che l’ascolto di questi anāshīd possa
scongiurarlo. Fine citazione.
Fatāwā Islamiyyah (4/533); abbiamo citato per intero la
fatwā nella risposta alle domande n. 47996 e 67925.
5. Shaykh al-Albānī disse:
Ci può essere un altro peccato coinvolto in questo [vale
a dire, negli anāshīd], e cioè che essi possano essere
eseguiti alla maniera delle canzoni immorali e secondo
le regole della musica orientale o occidentale, il che fa si
che gli ascoltatori ne godano e li facciano ballare e
comportarsi scioccamente. Così l’obiettivo diventa la
melodia e il godimento della stessa, e non il nashīd in
sé. Questo è un altro errore ed è un’imitazione dei
kuffār e della gente immorale. Ciò può portare a un
nuovo errore, che è imitarli nell’allontanamento dal
Qur’ān e nell’abbandonarlo, essendo ciò incluso nel
significato generale della denuncia del Profeta , come
Allāh dice:
42
ََ‫ل‬‫ا‬َ‫ق‬ َ‫و‬ََُ‫ل‬‫و‬ُ‫س‬َّ‫الر‬َ‫ا‬َ‫ي‬ََ‫ب‬َ‫ر‬َََّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫مِي‬‫و‬َ‫ق‬َ‫وا‬ُ‫ذ‬َ‫خ‬َّ‫ت‬‫ا‬َ‫ا‬َ‫َذ‬‫ه‬َََ‫آن‬‫ر‬ُ‫ق‬‫ال‬ََ‫ورا‬ُ‫ج‬‫ه‬َ‫م‬
“Il Messaggero (Muhammad ) dice: «Signore, in
verità il mio popolo ha in avversione questo
Qur’ān (né lo ascolta né agisce sulle sue leggi e
insegnamenti)!».” [Al-Furqān, 30]
Fine citazione da Tahrīm Ālāt al-Tarb (pag. 181).
6. Egli disse anche:
Se questi anāshīd contengono significati Islamici e non
sono accompagnati da nessuno strumento come il daff,
il tablah e così via, allora non c’è niente di sbagliato in
essi, ma dobbiamo porre l’accento su una condizione
importante per la loro liceità, e cioè che devono essere
privi di qualsiasi cosa che va contro la Sharī’ah, come
l’esagerazione e simili. Poi c’è un’altra condizione, e cioè
è che non devono diventare un’abitudine, perché questo
distoglie gli ascoltatori dalla lettura del Qur’ān che è
incoraggiata nella Sunnah, e distoglie anche dalla
ricerca della conoscenza benefica e dal chiamare la
gente ad Allāh. Fine citazione.
Majallat al-Asālah (questione n. 2, 15 Jumāda al-
Ākhirah 1413 AH).
43
7. Nella risposta alla domanda n. 11563 abbiamo
menzionato una serie di linee guida, che citeremo di
nuovo qui, perché sono utili:
• Non usare strumenti musicali proibiti nel
nashīd.
• Non farlo troppo, e non renderlo il fulcro della
mente del Musulmano, occupando tutto il suo
tempo, o trascurando i doveri obbligatori a
causa di esso.
• Il nashīd non deve essere recitato da donne, o
includere discorsi harām o osceni.
• Non deve assomigliare alle melodie della gente
dell’immoralità e della promiscuità.
• Deve essere privo di effetti vocali che
riproducono suoni come quelli degli strumenti
musicali.
• Non deve proporre melodie che fanno sentire
“elevato” chi le ascolta, come accade a chi vi si
dedica. Questo è il caso di molti degli anāshīd di
oggigiorno, tanto che coloro che le ascoltano
non prestano più alcuna attenzione al buon
significato delle parole, perché sono così tanto
estasiati dalle melodie.
Abbiamo un’opinione troppo alta dei nostri fratelli che
eseguono anāshīd e che recitano il Qur’ān per pensare
44
che essi potrebbero essere una causa di fitna per i
giovani uomini e donne, e un motivo del loro essere
distolti dall’obbedienza ad Allāh. Essi sanno quale
grande effetto le loro voci e immagini possono avere su
maschi e femmine; se andate in chat vedrete cose molto
strane. Vedrete una donna infatuata di un munshid o
una che non riesce a dormire salvo che non stia
ascoltando la voce di tal dei tali, e chi si definisce
‘āshiqat fulān (amante di tal de tali - un munshid) e
vedrete uomini e donne venerare questi munshidīn,
dando loro titoli e uno status elevato, anche se alcuni di
essi non sono per niente religiosi, e alcuni sono caduti
nella trappola del cantare canzoni immorali, e se
visitate alcuni siti web che ospitano questi anāshīd
rimarrete sorpresi di quanto spesso queste canzoni
vengono scaricate, e quante persone non hanno alcun
interesse ad ascoltare Qur’ān e le utili lezioni.
Chiediamo ad Allāh di mettere le cose in chiaro a tutti
noi.
E Allāh ne sa di più.
Fatwā n. 91142
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  • 1. LA SENTENZA ISLAMICA SULLA MUSICA E IL CANTO Shaykh Muhammed Salih Al-Munajjid Appendice: Le condizioni per la liceità degli anāshīd nel nostro tempo Traduzione e adattamento a cura di Muhammad Nur al Haqq
  • 2. 1 Lode ad Allāh. Ma’āzif è il plurale di mi’zafah, e si riferisce agli strumenti musicali (Fath al-Bāri, 10/55), strumenti che vengono suonati (al-Majmū’, 11/577). Al-Qurtūbī (che Allāh abbia misericordia di lui) narrò da al-Jawhari che ma’āzif significa cantare. Nel suo Sihāh si dice che significa strumenti musicali. E’ stato anche detto che si riferisce al suono degli strumenti. In al-Hawāshi di al-Dimyāti è detto: Ma’āzif significa tamburi (dufūf, sing. daff) e altri strumenti che sono suonati o battuti (Fath al-Bāri, 10/55). Evidenza della proibizione nel Qur’ān e nella Sunnah: Allāh dice in Sūrat Luqmān: ََ‫ِن‬‫م‬ َ‫و‬ََِ‫اس‬َّ‫ن‬‫ٱل‬َ‫ن‬َ‫م‬َ‫ى‬ ِ‫ر‬َ‫ت‬ ۡ‫ش‬َ‫ي‬َََ‫و‬ ۡ‫ه‬َ‫ل‬ََِ‫ث‬‫ِي‬‫د‬َ‫ح‬ۡ‫ٱل‬َََّ‫ل‬ ِ‫ض‬ُ‫ي‬ِ‫ل‬َ‫ن‬َ‫ع‬ََِ‫يل‬ِ‫ب‬َ‫س‬ََِ َّ‫ٱّلل‬ “Tra gli uomini vi è chi compra storie ridicole (vale a dire, musica, canzoni) per traviare (gli uomini) dal sentiero di Allāh...” [Luqmān, 6]
  • 3. 2 Il sapiente della Ummah, Ibn ‘Abbās (che Allāh sia soddisfatto di lui) disse: Questo significa il canto. Mujāhid disse: Ciò significa suonare il tamburo (tabl). (Tafsīr at-Tabarī, 21/40) Al-Hasan al-Basri disse: Questo versetto fu rivelato a proposito del canto e degli strumenti musicali (lett. strumenti a fiato). (Tafsīr Ibn Kathīr, 3/451) As-Sa’di disse: Questo include tutti i tipi di discorso harām, ogni storia ridicola e falsità, e qualsiasi sciocchezza che incoraggia kufr e disobbedienza; le parole di coloro che dicono cose per confutare la verità e argomentano a sostegno della menzogna per sconfiggere la verità; e maldicenza, calunnie, menzogne, insulti e maledizioni; il canto e gli strumenti musicali dello Shaytān; e gli strumenti musicali che non sono di alcun beneficio spirituale o terreno. (Tafsīr as-Sa’di, 6/150) Ibn al-Qayyim disse: L’interpretazione dei Sahābah e dei Tābi’in, secondo cui ‘storie ridicole’ si riferisce al canto, è sufficiente. Questo fu riportato con delle sanād (catene di trasmissione) sahīh da Ibn ‘Abbās e Ibn Mas’ūd. Abu’l-Sahbā’ disse: Domandai a Ibn Mas’ūd riguardo alla āyah, “Tra gli uomini vi è chi compra storie ridicole”. Egli disse: Per Allāh, oltre il Quale
  • 4. 3 non c’è altro dio, questo significa il canto - e lo ripeté tre volte. Inoltre è stato riportato con una isnād sahīh da Ibn ‘Umar che ciò significa il canto. Non c’è contraddizione tra l’interpretazione di “storie ridicole” nel senso di canto e l’interpretazione di ciò intendendo le storie dei Persiani e dei loro re, e del re dei Romani e così via, come Al-Nadr ibn al-Hārith era solito dire alla gente di Makkah per distoglierli dal Qur’ān. In entrambi i casi sono storie ridicole. Per questo Ibn ‘Abbās disse: “storie ridicole” è la falsità e il canto. Alcuni dei Sahābah dissero l’una e alcuni l’altra, e alcuni dissero entrambe. Cantare è peggiore e più dannoso delle storie dei re, perché conduce alla zinā e fa crescere l’ipocrisia (nel cuore); è la trappola dello Shaytān, e annebbia la mente. Il modo in cui allontana la gente dal Qur’ān è peggiore del modo in cui altri tipi di falsi discorsi li allontanano da esso, perché le persone sono naturalmente inclini verso il canto e tendono a volerlo ascoltare. Le āyāt condannano il sostituire il Qur’ān con le storie ridicole al fine di traviare (gli uomini) dal sentiero di Allāh, senza conoscenza e prendendolo come uno scherzo, perché quando una āyah del Qur’ān viene recitata a una certa persona, egli gira la schiena come se non sentisse, come se ci fosse sordità nel suo orecchio; se ne ascolta qualcosa, si
  • 5. 4 prende gioco di esso. Tutto questo accade solo nel caso delle persone che sono più ostinatamente kuffār e se qualcosa di ciò avviene ai cantanti e a coloro che li ascoltano, entrambi hanno una parte di questa colpa. (Ighāthat al-Lahfān, 1/258-259) Allāh dice: َۡ‫ز‬ ِ‫ز‬ ۡ‫ف‬َ‫ت‬ ۡ‫ٱس‬ َ‫و‬ََِ‫ن‬َ‫م‬َََ‫ت‬ ۡ‫ع‬َ‫ط‬َ‫ت‬ ۡ‫ٱس‬َ‫م‬ُ‫ہ‬ ۡ‫ِن‬‫م‬َََ‫ك‬ِ‫ت‬ ۡ‫و‬َ‫ص‬ِ‫ب‬َ “[Allāh disse a Iblīs:] Seduci con la tua voce (cioè, le canzoni, la musica, e ogni altra chiamata a disobbedire ad Allāh) quelli che potrai…” [Al-‘Isrā’, 64] E’ stato narrato che Mujāhid disse: “Seduci con la tua voce [di Iblīs] quelli che potrai…” è il canto e la falsità. Ibn al-Qayyim disse: Questa idāfah [costruzione possessiva o genitiva, vale a dire, la tua voce] serve a rendere specifico il significato, come con le frasi [tradotte come] “i tuoi cavalieri” e “i tuoi fanti” [più avanti nella stessa āyah]. Ognuno che parla in una maniera che non è obbediente ad Allāh, ognuno che soffia in un flauto o in altro strumento a fiato o che suona qualsiasi tipo di tamburo harām, questa è la voce dello Shaytān. Ognuno che cammina per commettere qualche atto di disobbedienza nei confronti di Allāh fa
  • 6. 5 parte dei fanti [di Shaytān], e ognuno che cavalca per commettere peccato fa parte dei suoi cavalieri. Questa è l’opinione dei Salaf, come Ibn ‘Abi Hātim narrò da Ibn ‘Abbās: i suoi fanti sono tutti coloro che camminano per disobbedire ad Allāh. (Ighāthat al-Lahfān) Allāh dice: َۡ‫ِن‬‫م‬َ‫ف‬َ‫أ‬َ‫ا‬َ‫ذ‬ٰ‫َـ‬‫ه‬ََِ‫ث‬‫ِي‬‫د‬َ‫ح‬ۡ‫ٱل‬َََ‫ون‬ُ‫ب‬َ‫ج‬ ۡ‫ع‬َ‫ت‬-ََ‫ون‬ُ‫ك‬َ‫ح‬ ۡ‫ض‬َ‫ت‬ َ‫و‬َََ‫ل‬ َ‫و‬َََ‫ون‬ُ‫ك‬ ۡ‫ب‬َ‫ت‬-َۡ‫م‬ُ‫ت‬‫ن‬َ‫أ‬ َ‫و‬َََ‫ُون‬‫د‬ِ‫م‬ٰ‫ـ‬َ‫س‬َ “Ma come, vi stupite di questa recitazione (il Qur’ān)? Ne riderete invece che piangerne, sprecando la vostra (preziosa) vita nel passatempo e nei divertimenti (cantando)?” [An- Najm, 59-61] ‘Ikrima disse: fu narrato da Ibn ‘Abbās che al-sumūd [sostantivo verbale da sāmidūn, qui tradotto “sprecando la vostra (preziosa) vita nel passatempo e nei divertimenti”] significa il “canto” nel dialetto dello Ḥimyar; si potrebbe dire “Ismidi lanā” [‘canta per noi’ - dalla stessa radice di sāmidūn/sumūd] significa “ghaniy” [cantare]. Ed egli disse: Quando [i kuffār] sentivano il Qur’ān, lo avrebbero cantato, così fu rivelata questa āyah. Ibn Kathīr disse: Allāh dice, “sprecando la vostra (preziosa) vita nel passatempo e nei divertimenti
  • 7. 6 (canto)” - Sufyān at-Thawrī disse, narrando da suo padre da Ibn ‘Abbās : (Ciò significa) il canto. Questo è (dialetto) Yemenita: ismad lanā significa ghan lanā [canta per noi]. Questa fu anche l’opinione di ‘Ikrima. (Tafsīr Ibn Kathīr) E’ stato riportato da Abū Umāmah che il Messaggero di Allāh disse: “Non vendete donne schiave cantanti, non compratele e non istruitele. Non c’è niente di buono in questo commercio, e il loro prezzo è harām. E riguardo a cose come queste che fu rivelata la āyah, «Tra gli uomini vi è chi compra storie ridicole (vale a dire, musica, canzoni) per traviare (gli uomini) dal sentiero di Allāh»...” (Hadīth hasan) Il Messaggero di Allāh disse: “Tra la mia Ummah ci saranno sicuramente persone che permetteranno la zinā, la seta, l’alcool e gli strumenti musicali...” (Narrato da Al-Bukhārī ta’līqan, n. 559; narrato come mawsūl da At-Tabarāni e Al- Bayhaqī. Vedere As-Silsilah as-Sahīhah di Al-Albānī, 91) Ibn al-Qayyim disse: Questo è un hadīth sahīh narrato da al-Bukhārī nel suo Sahīh, dove egli lo citò come evidenza dichiarando che è mu’allaq e majzūm. Egli disse: Capitolo su ciò che è stato raccontato
  • 8. 7 riguardo a coloro che permettono l’alcool e lo chiamano con un altro nome. Questo hadīth indica in due modi che gli strumenti musicali e il divertimento nell’ascoltare la musica sono harām. Il primo è il fatto che il Profeta disse: “[essi] permetteranno”, il che indica chiaramente che le cose menzionate, tra cui gli strumenti musicali, sono harām secondo la Sharī’ah, ma quella gente le permetterà. Il secondo è il fatto che gli strumenti musicali sono menzionati insieme a cose che sono sicuramente note essere harām, cioè la zinā e l’alcool: se (gli strumenti musicali) non fossero harām, perché avrebbero dovuto essere menzionati accanto a queste cose? (Adattato da As-Silsilah as-Sahīhah di al-Albānī, 1/140-141) Shaykh al-Islām (Ibn Taymiyah) disse: Questo hadīth indica che i ma’āzif sono harām, e ma’āzif significa strumenti musicali secondo i sapienti della lingua (Araba). Questa parola include tutti questi strumenti. (Al-Majmū’, 11/535) Ibn al-Qayyim disse: E riguardo allo stesso argomento, osservazioni simili furono narrate da Sahl ibn Sa’d as-Sā’idi, ‘Imrān ibn Husayn, ‘Abd-Allāh ibn ‘Amr, ‘Abd-Allāh ibn ‘Abbās, Abū Hurayrah, Abū Umāmah al-Bāhili, ‘Ā’ishah Umm al-Mu’minīn, ‘Alī ibn
  • 9. 8 Abī Tālib, Anas ibn Mālik, ‘Abdur Rahmān ibn Sābit e Al-Ghāzi ibn Rabī’ah. Poi menzionò questo in Ighāthat al-Lahfān, e ciò indica che (gli strumenti musicali) sono harām. E’ stato narrato che Nāfi’ disse: Ibn ‘Umar sentì uno strumento a fiato, e si mise le dita nelle orecchie tenendosi alla larga da quella strada. Mi disse: O Nāfi’, riesci a sentire nulla? Dissi, No. Allora si tolse le dita dalle orecchie e disse: Ero con il Profeta ed egli sentì qualcosa di simile, e fece la stessa cosa. (Sahīh Abī Dāwūd) Qualche insignificante persona ha detto che questo hadīth non prova che gli strumenti musicali sono harām, perché se così fosse, il Messaggero di Allāh avrebbe istruito Ibn ‘Umar a mettere anch’egli le dita nelle orecchie, e Ibn ‘Umar avrebbe istruito Nāfi’ a fare altrettanto! La risposta a questo è: Egli non stava ascoltando, ma poteva sentirlo. C’è una differenza tra ascoltare e sentire. Shaykh al-Islām (Ibn Taymiyah) disse: Riguardo (alla musica) che una persona non ha intenzione di ascoltare, non vi è proibizione o colpa, secondo il consenso dei sapienti. Pertanto la colpa o la lode è collegata all’ascoltare, non al sentire. Chi ascolta il Qur’ān sarà ricompensato per questo, mentre chi lo sente senza intenzione o senza volerlo non sarà ricompensato, perché le azioni sono giudicate per le
  • 10. 9 intenzioni. Lo stesso vale per gli strumenti musicali che sono proibiti: se una persona li sente senza volerlo, questo non ha importanza. (Al-Majmū’, 10/78) Ibn Qudāmah al-Maqdīsi disse: L’ascoltatore è colui che si propone di ascoltare, che non fu il caso di Ibn ‘Umar ; ciò che avvenne nel suo caso fu sentire. Il Profeta ebbe la necessità di sapere quando il suono era cessato perché si era allontanato da quella strada e aveva otturato le sue orecchie. Quindi egli non volle tornare in quella strada o sturare le sue orecchie fino a quando il rumore si fermò, così quando permise a Ibn ‘Umar di continuare a sentirlo, questo fu per necessità. (Al-Mughni, 10/173) (Anche se l’ascoltare riferito nei commenti dei due a’imma è makrūh, è stato permesso a causa della necessità, come vedremo qui di seguito nei commenti di Imām Mālik . E Allāh ne sa di più) Le opinioni dei sapienti dell’Islām Al-Qāsim disse: Il canto fa parte della falsità. Al- Hasan disse: Se c’è musica coinvolta in un invito a cena (walīmah), non accettate l’invito (Al-Jāmi di al- Qayrawāni, pagg. 262-263)
  • 11. 10 Shaykh al-Islām Ibn Taymiyah disse: L’opinione dei quattro A’imma è che tutti i tipi di strumenti musicali sono harām. E’ stato riportato in Sahīh al-Bukhārī e altrove, che il Profeta disse che ci sarebbero stati tra la sua Ummah coloro che avrebbero permesso la zinā, la seta, l’alcool e gli strumenti musicali, e disse che essi sarebbero stati trasformati in scimmie e maiali... Nessuno dei seguaci degli A’imma menzionò alcuna disputa in relazione alla questione della musica. (Al- Majmū’, 11/576) Al-Albānī disse: I quattro madhāhib sono d’accordo che tutti gli strumenti musicali sono harām. (As- Sahīhah, 1/145) Ibn al-Qayyim disse: Il madhhab di Abū Hanīfah è il più rigoroso al riguardo, e i suoi commenti sono tra i più duri. I suoi compagni affermarono chiaramente che è harām ascoltare qualsiasi tipo di strumento musicale come il flauto e il tamburo, finanche battere un bastone. Essi dichiararono che si tratta di un peccato che implica che una persona è un fāsiq (ribelle malvagio), la cui testimonianza dovrebbe essere respinta. Andarono oltre e dissero che l’ascolto della musica è fisq (ribellione, malvagità) e goderne è kufr (miscredenza).
  • 12. 11 Queste sono le loro parole. A sostegno di ciò narrarono un hadīth che potrebbe non essere attribuito al Profeta . Dissero: Uno dovrebbe cercare di non ascoltare se passa di lì o nelle sue vicinanze (da dove proviene la musica). Abū Yūsuf disse, riguardo a una casa da cui si potrebbe udire il suono di strumenti musicali: Entratevi senza il loro permesso, perché proibire le azioni malvagie è obbligatorio, e se non fosse consentito entrare senza permesso, la gente non adempirebbe il dovere obbligatorio (di ingiungere ciò che è bene e proibire ciò che è male). (Ighāthat al-Lahfān, 1/425) A Imām Mālik fu chiesto sul suonare il tamburo o il flauto, e se a una persona capita di sentirne il suono e di goderne mentre sta camminando o è seduto. Egli disse: Se lo trova piacevole dovrebbe alzarsi, a meno che sia seduto per un bisogno o non è in grado di alzarsi. Se è in strada, deve o tornare indietro o proseguire avanti. (Al- Jāmi’ di al-Qayrawāni, 262) Egli disse anche: “Le uniche persone che fanno cose del genere, a nostro avviso, sono fāsiqīn.” (Tafsīr al- Qurtūbī, 14/55) Ibn ‘Abd al-Barr disse: Tra i tipi di guadagni che sono harām dal consenso dei sapienti vi sono la ribā, il compenso di una prostituta, qualsiasi cosa proibita, le
  • 13. 12 tangenti, il pagamento per la lamentazione sul morto e il canto, pagare gli indovini e coloro che pretendono di conoscere l’invisibile e gli astrologi, il pagamento per il suono di flauti, e tutti i tipi di gioco d’azzardo. (Al-Kāfi) Ibn al-Qayyim disse, spiegando l’opinione di Imām Ash-Shāfa’i: I suoi compagni che conoscono il suo madhhab (punto di vista), hanno dichiarato che è harām e denunciato chi ha detto che è permesso. (Ighāthat al-Lahfān, 1/425) L’autore di Kifāyat al-Akhbār, che fu uno dei shāfa’iti, considerò gli strumenti musicali come flauti e altri, essere munkar (malvagi), e disse che chi è presente (dove vengono suonati) dovrebbe denunciarli. Non si può essere giustificati dal fatto che ci sono cattivi sapienti, perché essi stanno corrompendo la Sharī’ah, o che ci siano fachiri malvagi - intendendo i Sufi, perché si definiscono fuqarā’ o fachiri - perché essi sono ignoranti e seguono chiunque fa baccano; non sono guidati dalla luce della conoscenza, piuttosto sono sollevati da ogni vento. (Kifāyat al-Akhbār, 2/128) Ibn al-Qayyim disse: Per quanto riguarda l’opinione di Imām Ahmad, suo figlio ‘Abd-Allāh disse: Chiesi a mio padre sul canto. Egli disse: Cantare fa crescere l’ipocrisia nel cuore, non mi piace. Poi menzionò le
  • 14. 13 parole di Mālik: I malvagi (fāsiqīn) tra noi lo fanno. (Ighāthat al-Lahfān) Ibn Qudāmah, il ricercatore del madhhab Hanbalita disse: Gli strumenti musicali sono di tre tipi, che sono harām. Questi sono le corde e tutti i tipi di flauto, e il liuto, il tamburo e il rabāb (strumento a corde) e così via. Chi persiste nell’ascoltarli, la sua testimonianza dovrebbe essere respinta. (Al-Mughni, 10/173) Ed egli disse: Se una persona è invitata a un incontro in cui c’è qualcosa di detestabile, come il vino e gli strumenti musicali, ed è in grado di denunciarlo, allora dovrebbe parteciparvi e parlarne contro, perché allora egli combinerà due doveri obbligatori. Se non è in grado di farlo, allora non dovrebbe partecipare. (Al-Kāfi, 3/118) At-Tabarī disse: I sapienti di tutte le regioni sono d’accordo che il canto è makrūh e che dovrebbe essere impedito. Anche se Ibrāhīm ibn Sa’d e ‘Ubayd-Allāh al- ‘Anbari differirono dalla maggioranza, (va notato che) il Messaggero di Allāh disse: “Aderite alla maggioranza.” E chi muore differendo dalla maggioranza, muore come un jāhili. (Tafsīr al-Qurtūbī, 14/56)
  • 15. 14 Nelle prime generazioni, la parola “makrūh” era usata per indicare harām, poi assunse il significato di “riprovevole”. Ma questo deve essere inteso nel senso che è proibito, perché egli [At-Tabarī] disse, “dovrebbe essere impedito”, e nulla deve essere impedito tranne ciò che è harām, e perché nei due ahādīth citati la musica è denunciata nel modo più assoluto. Al-Qurtūbī è colui che narrò questo resoconto, poi disse: Abu’l- Faraj e Al-Qaffāl tra i nostri compagni dissero: La testimonianza del cantante e del ballerino non deve essere accettata. Io dico: se è provato che questa faccenda non è permessa, allora nemmeno accettare il pagamento per essa è permesso. Shaykh Al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse: Ciò che Ibrāhīm ibn Sa’d e ‘Ubayd-Allāh al-‘Anbari dissero sul canto è che non è come il tipo di canto che è conosciuto al giorno d’oggi, perché essi non avrebbero mai permesso questo tipo di canto che è il massimo dell’immoralità e oscenità. (Al-I’lām) Ibn Taymiyah disse: Non è lecito costruire strumenti musicali. (Al-Majmū’, 22/140) E disse: Secondo la maggioranza dei fuqahā’, è lecito distruggere gli strumenti musicali, come ad esempio il tanbūr [uno strumento a corde simile a un mandolino].
  • 16. 15 Questa è l’opinione di Mālik ed è il più famoso dei due pareri narrati da Ahmad. (Al-Majmū’, 28/113) Ed egli disse: Ibn al-Mundhir menzionò che i sapienti hanno convenuto che non è lecito pagare le persone per il canto e la lamentazione (sul morto)... il consenso di tutti i sapienti, le cui opinioni abbiamo imparato a conoscere, è che la lamentazione e il canto non sono consentiti. Ash-Shu’bi, An-Nakha’i e Mālik considerarono ciò essere makrūh [vale a dire, harām]. Abū Thawr, An-Nu’mān - Abū Hanīfah e Ya’qūb e Muhammad, due studenti di Abū Hanīfah dissero: Non è lecito pagare alcunché per il canto e la lamentazione. Questo è il nostro punto di vista. Ed egli disse: gli strumenti musicali sono il vino dell’anima, e ciò che fanno all’anima è peggiore di quello che fanno le bevande inebrianti. (Majmū’ al-Fatāwā, 10/417) Ibn Abī Shaybah riportò che un uomo ruppe un mandolino appartenente a un altro uomo, e quest’ultimo presentò il suo caso a Shurayh. Ma Shurayh non gli assegnò alcun indennizzo - vale a dire, non fece pagare al primo uomo il costo del mandolino, perché era harām e non aveva alcun valore. (Al- Musannaf, 5/395)
  • 17. 16 Al-Baghawī dichiarò in una fatwā che è harām vendere tutti i tipi di strumenti musicali come mandolini, flauti, eccetera. Poi disse: Se le immagini sono cancellate e gli strumenti musicali sono alterati nella forma, allora è lecito vendere le loro parti, che siano d’argento, di ferro, di legno o di qualsiasi altra cosa. (Sharh as-Sunnah, 8/28) Un’eccezione appropriata L’eccezione a quanto sopra è il daff - senza alcun anello (vale a dire, un tamburo a mano che si presenta come un tamburello, ma senza nessun sonaglio) - quando viene utilizzato dalle donne nelle ‘Īdayn e ai matrimoni. Ciò è indicato dai resoconti sahīh. Shaykh al-Islām disse: Ma il Profeta fece delle concessioni per alcuni tipi di strumenti musicali in occasione di matrimoni e simili, e fece delle concessioni per le donne nel suonare il daff ai matrimoni e in altre occasioni gioiose. Ma gli uomini nel suo tempo non suonavano il daff e non battevano le mani. E’ stato narrato in al-Sahīh che egli disse: “Battere le mani è per le donne e tasbīh (dire Subhān Allāh) è per gli uomini.” Ed egli maledisse le donne che imitano gli uomini e gli uomini che imitano le donne. Poiché cantare e suonare
  • 18. 17 il daff sono cose che fanno le donne, i Salaf solitamente chiamavano un uomo che faceva questo un mukhannath (uomo effeminato), ed erano soliti definire effemminati i cantanti maschi - e quanti ce ne sono al giorno d’oggi! E’ ben noto che i Salaf dissero questo. Di uno spirito simile è l’hadīth di ‘Ā’ishah , quando suo padre entrò da lei al momento della ‘Īd, e c’erano due giovani ragazze con lei che stavano cantando i versi che gli Ansār avevano declamato il giorno di Bu’āth - e qualsiasi persona di buon senso sa che cosa dice la gente a proposito della guerra. Abū Bakr disse: “Gli strumenti musicali dello Shaytān nella casa del Messaggero di Allāh !” Il Messaggero di Allāh si era allontanato da esse e stava di fronte al muro - e da qui alcuni sapienti hanno detto che Abū Bakr non avrebbe rimproverato qualcuno di fronte al Messaggero di Allāh , ma pensava che il Messaggero di Allāh non stesse prestando attenzione a ciò che stava accadendo. E Allāh ne sa di più. Egli (il Profeta ) disse: “Lasciale stare, O Abū Bakr, perché ogni nazione ha la sua ‘Īd, e questa è la nostra ‘Īd, la gente dell’Islām.” Questo hadīth dimostra che non era l’abitudine del Profeta e dei suoi compagni riunirsi per ascoltare il canto, per questo Abū Bakr as-Siddīq li chiamò “gli strumenti musicali dello Shaytān”. E il
  • 19. 18 Profeta approvò quest’appellativo e non lo negò quando disse: “Lasciale stare, O Abū Bakr, perché ogni nazione ha la sua ‘Īd, e questa è la nostra ‘Īd...” Questo indica che la ragione per cui fu permesso è stata perché era il momento della ‘Īd, e la proibizione restava in vigore in momenti diversi dalla ‘Īd, a parte le eccezioni fatte per i matrimoni in altri ahādīth. Shaykh Al-Albānī spiegò questo nel suo prezioso libro Tahrīm Ālāt al- Tarab (La proibizione degli strumenti musicali). Il Profeta approvò il canto di giovani ragazze nella ‘Īd, come affermato nell’hadīth: “Così i mushrikin sapranno che nella nostra religione c’è spazio per il rilassamento.” Non vi è alcuna indicazione nell’hadīth delle due giovani ragazze che il Profeta le stesse ascoltando. I comandi e le proibizioni hanno a che fare con l’ascoltare, non solo il sentire, proprio come nel caso del vedere, le norme hanno a che fare con il guardare intenzionalmente e non con ciò che avviene accidentalmente. Così è chiaro che questo è solo per le donne. Imām Abū ‘Ubayd definì il daff come “ciò che viene suonato dalle donne.” (Gharīb al-Hadīth, 3/64)
  • 20. 19 Un’eccezione inappropriata Alcuni fanno un’eccezione per i tamburi in tempi di guerra, e di conseguenza alcuni sapienti moderni hanno detto che la musica militare è consentita. Ma non vi è affatto una base per questo, per una serie di ragioni, la prima delle quali è che ciò significa fare un’eccezione senza nessuna chiara evidenza, a parte una semplice opinione e pensare che ciò sia un bene, e questo è sbagliato. La seconda ragione è che quello che i Musulmani dovrebbero fare in tempo di guerra è volgere i propri cuori verso il loro Signore. Allāh dice: ََ‫ن‬‫و‬ُ‫ل‬َ‫ـ‬ ۡ‫س‬َ‫ي‬ََ‫ك‬ََِ‫ن‬َ‫ع‬ََِ‫ال‬َ‫ف‬‫ن‬َ ۡ‫ٱۡل‬َََِۖ‫ل‬ُ‫ق‬ََُ‫ل‬‫ا‬َ‫ف‬‫ن‬َ ۡ‫ٱۡل‬ََِ َّ ِ‫ّلل‬ََِ‫ول‬ُ‫س‬َّ‫ٱلر‬ َ‫و‬َََۖ‫وا‬ُ‫ق‬َّ‫ت‬‫ٱ‬َ‫ف‬َََ َّ‫ٱّلل‬ََ‫وا‬ُ‫ح‬ِ‫ل‬ ۡ‫ص‬َ‫أ‬ َ‫و‬َََ‫ات‬َ‫ذ‬ََۡ‫ُم‬‫ڪ‬ِ‫ن‬ ۡ‫ي‬َ‫ب‬ََۖ “T’interrogheranno (O Muhammad) a proposito del bottino. Dì: «Il bottino appartiene ad Allāh e al Suo Messaggero». Temete Allāh e mantenete la concordia tra di voi.” [Al-‘Anfāl, 1] Ma servirsi della musica è l’opposto di questa idea di taqwā e ciò li distrarrebbe dal ricordare il loro Signore. In terzo luogo, servirsi della musica è una delle usanze dei kuffār, e non è permesso imitarli, con particolare riguardo a qualcosa che Allāh ci ha proibito, in generale, come la musica. (As-Sahīhah, 1/145)
  • 21. 20 “Nessun popolo si svia dopo essere stato guidato, tranne quelli che sono presi dalla morsa della polemica.” (Sahīh) Alcuni di loro hanno usato l’hadīth degli abissini che giocavano nella moschea del Profeta come prova che il canto sia permesso! Al-Bukhārī incluse questo hadīth nel suo Sahīh, sotto la voce Bāb al-Hirāb wa’l-Daraq Yawm al-‘Īd (Capitolo sulle Lance e gli Scudi nel giorno della ‘Īd). An-Nawawī disse: Ciò indica che è permesso giocare con armi e simili nella moschea, ed egli lo giudicò attinente alle altre attività connesse con il jihād. (Sharh Muslim) Tuttavia al-Hāfiz ibn Hajar disse: Chi parla di qualcosa che non è il suo mestiere, se ne uscirà con idee strane come queste. Alcuni di loro usano come prova l’hadīth sul canto delle due ragazze, di cui abbiamo discusso in precedenza, ma citeremo quello che Ibn al-Qayyim disse, perché è prezioso: Mi stupisco che citiate come prova per permettere l’ascolto di canzoni raffinate, il resoconto che abbiamo menzionato su come due giovani ragazze che erano
  • 22. 21 sotto l’età della pubertà cantarono a una giovane donna il giorno della ‘Īd alcuni versi della poesia araba sul coraggio in guerra e altre nobili caratteristiche. Come si può paragonare questo a quello? Ciò che è strano è che questo hadīth è una delle più forti prove contro di loro. Il più grande oratore della verità [Abū Bakr as-Siddīq] li chiamò strumenti musicali dello Shaytān, e il Messaggero di Allāh approvò tale appellativo, ma fece un’eccezione nel caso di queste due ragazze giovani che non avevano ancora raggiunto l’età della responsabilità e le cui parole delle canzoni non potevano corrompere chiunque le ascoltasse. Questo può essere usato come prova per permettere ciò che fate e ciò che conoscete dell’ascoltare (la musica), che include cose (malvagie) che non sono nascoste?! Subhān Allāh! Come possono essere fuorviate le persone! (Madārij as-Sālikīn, 1/493) Ibn al-Jawzi disse: ‘Ā’ishah a quel tempo era giovane; nulla fu trasmesso da lei (a questo proposito) dopo che raggiunse l’età della pubertà, tranne la condanna del canto. Il figlio di suo fratello, al-Qāsim ibn Muhammad, condannò il canto e disse che non è stato permesso ascoltarlo, e prese la sua conoscenza da lei. (Talbīs Iblīs, 229)
  • 23. 22 Al-Hāfiz ibn Hajar disse: Un gruppo di Sufi ha usato questo hadīth - il resoconto sulle due giovani ragazze - come evidenza che il canto è consentito ed è lecito ascoltarlo, che sia accompagnato da strumenti o meno. Questo punto di vista è sufficientemente confutato dalla chiara affermazione di ‘Ā’ishah nel seguente hadīth, dove lei dice: “Non erano cantanti.” Ella chiarì che esse non erano cantanti in quanto tali, anche se questo può essere compreso dalla formulazione del resoconto. Così dovremmo limitarlo a ciò che è stato narrato nel testo con riferimento all’occasione e al modo, così da ridurre il rischio di andare contro il principio, cioè l’hadīth. E Allāh ne sa di più. (Fath al-Bāri, 2/442-443) Alcune persone hanno anche il coraggio di suggerire che i Sahābah e i Tābi’īn ascoltavano il canto, e che non vi hanno visto niente di sbagliato! Al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse: Noi chiediamo loro di mostrarci delle sanād sahīh risalenti a questi Sahābah e Tābi’īn, comprovanti ciò che gli attribuiscono. Poi disse: Imām Muslim citò nella sua introduzione al suo Sahīh che ‘Abd-Allāh ibn al- Mubārak disse: La isnād fa parte della religione. Se non fosse per la isnād, chiunque lo avesse voluto, avrebbe potuto dire quello che voleva.
  • 24. 23 Alcuni di loro hanno detto che gli ahādīth che proibiscono la musica sono pieni di difetti. Nessun hadīth è stato esente dall’essere criticato da alcuni sapienti. Ibn Bāz disse: Gli ahādīth che sono stati narrati sulla musica e sul suo essere harām non sono pieni di difetti, com’è stato affermato. Alcuni di essi sono in Sahīh al-Bukhārī, che è il più solido dei libri dopo il Libro di Allāh, e alcuni sono hasan (buoni) e alcuni sono da’īf (deboli). Ma dato che sono così tanti, con diverse sanād, essi costituiscono la prova definitiva che il canto e gli strumenti musicali sono harām. Tutti gli A’imma hanno concordato sulla solidità degli ahādīth che proibiscono il canto e gli strumenti musicali, a parte Abū Hāmid al-Ghazzāli, ma al- Ghazzāli non aveva conoscenza dell’Hadīth; e Ibn Hazam, ma Al-Albānī spiegò dove Ibn Hazam sbagliò, e Ibn Hazam stesso disse che se uno (di questi ahādīth) fosse stato sahīh, lo avrebbe seguito. Ora però essi hanno la prova che questi resoconti sono sahīh perché ci sono così tanti libri da parte dei sapienti che affermano che questi sono ahādīth autentici, tuttavia voltano le spalle a questo. Essi sono molto più estremi rispetto a Ibn Hazam e non sono affatto come lui, perché non sono qualificati e ad essi non ci si può riferire.
  • 25. 24 Alcuni di loro hanno detto che i sapienti proibirono il canto perché è menzionato assieme alle riunioni in cui viene bevuto l’alcool e dove la gente rimane fino a tarda notte per scopi malvagi. Ash-Shawkāni disse: La risposta a questo è che menzionando queste cose in insieme, ciò non solo significa che quello che è harām è quello che è associato insieme in questa maniera. Altrimenti ciò significherebbe che la zinā, come menzionato nell’hadīth, non è harām se non è accompagnata dall’alcool e dall’uso degli strumenti musicali. Per lo stesso motivo, una āyah come la seguente, َُ‫ه‬َّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫ۥ‬َََ‫ان‬َ‫ك‬َََ‫ل‬ََُ‫ِن‬‫م‬ ۡ‫ؤ‬ُ‫ي‬ََِ َّ‫ٱّلل‬ِ‫ب‬ََِ‫يم‬ ِ‫ظ‬َ‫ع‬ۡ‫ٱل‬*ََ‫ل‬ َ‫و‬ََ‫ض‬ُ‫ح‬َ‫ي‬ََٰ‫ى‬َ‫ل‬َ‫ع‬ََِ‫ام‬َ‫ع‬َ‫ط‬ََِ‫ِين‬‫ك‬ ۡ‫ِس‬‫م‬ۡ‫ٱل‬َ “Non credeva in Allāh, il Supremo, e non esortava a nutrire Al‑Miskīn (il povero).” [Al- Ĥāqqah, 33-34], implicherebbe che non è harām miscredere in Allāh, a meno che ciò sia accompagnato dal non incoraggiare il nutrimento dei poveri. Se si dice che la proibizione di queste cose una alla volta, è provata da altri resoconti, la risposta a questo è che la proibizione degli strumenti musicali è nota anche da altre evidenze, come detto sopra. (Nayl al-Awtār, 8/107)
  • 26. 25 Alcuni di loro hanno detto che “storie ridicole” non è riferito al canto; la confutazione di questo è stata menzionata in precedenza. Al-Qurtūbī disse: Questo - l’opinione che ciò significa il canto - è il meglio che sia stato detto riguardo a questa āyah, e Ibn Mas’ūd giurò tre volte su Allāh oltre al Quale non c’è altro dio , che è riferita al canto. Poi citò altri A’imma che dissero la stessa cosa. Poi menzionò altre opinioni riguardanti la materia. Poi disse: Il primo punto di vista è il migliore di tutto ciò che è stato detto su questa materia, a causa dell’hadīth marfū’, e dell’opinione dei Sahābah e dei Tābi’īn. (Tafsīr al-Qurtūbī) Ibn al-Qayyim , dopo aver citato questo Tafsīr, disse: Al-Hākim Abū ‘Abd-Allāh disse nel Tafsīr di Kitāb al- Mustadrak: Lasciate che chi sta cercando questa conoscenza sappia che il Tafsīr di un Sahābi che assistette alla rivelazione è un hadīth con isnād secondo i due Shuyūkh (Al-Bukhārī e Muslim). Altrove, nel suo libro, disse: A nostro avviso questo hadīth ha la stessa forza di un resoconto marfū’. Anche se il loro tafsīr è ancora oggetto di ulteriore esame, è ancora più facilmente accettabile rispetto al tafsīr di quelli che sono venuti dopo di loro, perché essi sono i più ben informati tra questa Ummah su ciò che Allāh ha inteso dire nel Suo Libro. Esso fu rivelato in
  • 27. 26 mezzo a loro e loro furono i primi ai quali fu indirizzato. Essi ascoltarono il tafsīr dal Messaggero , in parole e opere. Ed erano arabi che comprendevano i veri significati delle parole (arabe), così i Musulmani dovrebbero evitare il più possibile il ricorso a qualsiasi altra interpretazione. Alcuni di loro hanno detto che il canto è una forma di adorazione, se l’intenzione è aiutare qualcuno a obbedire ad Allāh! Ibn al-Qayyim disse: Che strano! Che tipo di fede, luce, intuizione, guida e conoscenza possono essere raggiunte ascoltando versi melodiosi e musica in cui la maggior parte di ciò che viene detto è harām e merita la collera e la punizione di Allāh e del Suo Messaggero? Come può qualcuno che ha la minima quantità d’intuizione e fede nel suo cuore avvicinarsi ad Allāh e accrescere la propria fede godendo per qualcosa che è da Lui odiata, ed Egli detesta chi dice questo e chi lo accetta? (Madārij as-Sālikīn, 1/485) Shaykh al-Islām disse, discutendo lo status di chi è abituato ad ascoltare il canto: Qui si scopre che coloro che vi sono abituati e per i quali esso è come il cibo e le bevande, non potranno mai avere il desiderio di ascoltare il Qur’ān o provare gioia quando lo sentono,
  • 28. 27 ed essi ascoltando i suoi versetti non provano mai la stessa sensazione che provano quando ascoltano la poesia. Infatti, se sentono il Qur’ān, la sentono con il cuore disattento, parlando mentre viene recitato, ma se sentono fischi e battimani, abbassano le loro voci e restano in silenzio, prestando attenzione. (Majmū’ al- Fatāwā, 11/557) Alcuni dicono che la musica e gli strumenti musicali hanno l’effetto di ammorbidire i cuori delle persone e generare nobili sentimenti. Questo non è vero, perché ciò provoca desideri fisici e capricci. Se facesse davvero ciò che dicono, avrebbe ammorbidito i cuori dei musicisti e reso il loro atteggiamento e comportamento migliore, ma la maggior parte di essi, come sappiamo, sono sviati e si comportano male. Conclusione Forse - per i lettori di buon senso e obiettivi - questa sintesi renderà chiaro che l’opinione secondo la quale la musica è lecita non ha alcuna solida base. Non ci sono due opinioni al riguardo. Così dobbiamo consigliare nel modo migliore, e poi fare un passo alla volta e denunciare la musica, se siamo in grado di farlo. Non dobbiamo farci ingannare dalla fama di un uomo dei
  • 29. 28 nostri tempi, in cui le persone che sono veramente impegnate per l’Islam sono diventate strane. Chi dice che il canto e gli strumenti musicali sono leciti sta semplicemente sostenendo i capricci della gente di oggigiorno, come se le masse stiano emettendo fatāwā ed egli le stia semplicemente firmando! Se si presenta una questione, costoro guarderanno alle opinioni dei fuqahā’ su questa materia, poi adotteranno la scelta più semplice, come loro sostengono. Poi andranno a cercare evidenze o argomenti speciosi che valgono niente che più di un pezzo di carne morta. Quante volte queste persone hanno approvato cose in nome della Sharī’ah che in realtà non hanno nulla a che fare con l’Islām! Sforzatevi di imparare il vostro Islām dal Libro del vostro Signore e dalla Sunnah del Profeta. Non dite, tal dei tali ha detto, perché non si può apprendere la verità dai soli uomini. Imparate la verità e poi misurate la gente con essa. Questo dovrebbe essere sufficiente per chi controlla i propri capricci e si sottomette al suo Signore. Che ciò che abbiamo scritto sopra possa guarire i cuori dei credenti e scacciare i sussurri dai cuori di chi è colpito dai sussurri insinuanti. Che ciò mostri chiunque sta deviando dal sentiero della Rivelazione e aderendo alle scelte più semplici, pensando di essere arrivato a qualcosa che nessuna
  • 30. 29 delle prime generazioni ha mai raggiunto, e che sta parlando di Allāh senza conoscenza. Essi hanno cercato di sottrarsi al fisq (iniquità) e hanno finito per commettere bid’ah - che Allāh non li benedica in questo. Sarebbe stato meglio per loro seguire il sentiero dei credenti. E Allāh ne sa di più. Che Allāh benedica e conceda la pace al Suo Messaggero che rese chiaro il sentiero dei credenti, e ai suoi Compagni e a coloro che li seguono nella verità fino al Giorno del Giudizio. Sintesi di un articolo intitolato al-Darb bi’l-Nawa li man abāha al-Ma’āzif li’l-Hawa dello Shaykh Sa’d al-Dīn ibn Muhammad al-Kibbi. Per ulteriori informazioni, vedere: Al-I’lām bi Naqd Kitāb al-Halāl wa’l-Harām, dello Shaykh al-‘Allāmah Sālih ibn Fawzān al-Fawzān; As-Samā’ dello Shaykh al-Islām Ibn al-Qayyim; Tahrīm Ālāt al-Tarab, dello Shaykh Muhammad Nāsiruddīn Al-Albānī . Fatwā n. 5000 Islam Q&A
  • 31. 30 QUESTIONI HARĀM NEGLI ANĀSHĪD MODERNI E LE CONDIZIONI AFFINCHE’ IL NASHĪD SIA CONSENTITO Domanda: I ‘videoclip’ dei moderni anāshīd sono leciti? Ciò non è simile alle normali canzoni dei kuffār? Sono leciti questi videoclip, anche se includono donne che indossano il trucco e mostrano i loro volti e le mani, molti effetti sonori e uomini senza barba? È lecito che tutto ciò sia guardato? Si prega di rispondere in dettaglio. Che Allāh vi ricompensi! Risposta: Lode ad Allāh. In primo luogo: Gli anāshīd sono cambiati da com’erano prima. Purtroppo gli anāshīd e i munshidīn (“cantanti” di anāshīd) sono sprofondati a questo livello. Mentre gli anāshīd erano usati per avere significati di fede, jihād e conoscenza, ora sono - in molti casi - diventati simili alle canzoni dei malvagi, con l’addolcimento della voce,
  • 32. 31 mettendo una foto del munshid sulla copertina del nastro, e accompagnando il nashīd con videoclip che contengono cose harām, come la presenza di donne o malvagi e l’utilizzo di strumenti musicali. I “migliori” di essi nei giorni nostri, sono quelli che utilizzano effetti sonori che simulano il suono degli strumenti musicali. Non si presta attenzione al senso, piuttosto tutto l’interesse è focalizzato sulla melodia e sugli altri effetti sonori. Altrimenti ditemi come può un munshid produrre un nashīd in inglese per il quale gli ascoltatori [arabi] godono tanto l’ascolto, anche se non ne capiscono una sola parola?! Gli anāshīd hanno superato gli altri tipi di materiale audio educativo e benefico, e gruppi del nashīd sono proliferati nel mondo Musulmano. Questi gruppi non esitano a pubblicare le loro foto su giornali e riviste indossando abiti identici, e le loro facce spesso proclamano il loro andare contro la guida del Profeta poiché hanno rasato le loro barbe. Alcuni lettori del Qur’ān, che Allāh ha benedetto con belle voci e talento nella recitazione che fa piangere, hanno seguito le loro orme. Alcuni di loro sono diventati molto ansiosi di andare su questa strada, e hanno rilasciato alcune registrazioni che non sono appropriate al loro status. Così è possibile trovare uno di essi che produce una
  • 33. 32 registrazione con qualche malvagio rasato, e immagini di donne che appaiono nel videoclip insieme al nashīd. La telecamera stringe sul volto del munshid quando egli cerca di fare del suo meglio, e fissa sentimentalmente la telecamera comportandosi come un cantante pop. Non stiamo esagerando, né stiamo parlando di cose che non accadono. Questi munshidīn che pubblicano le loro foto e i propri numeri di cellulare sanno che le donne sono tentate da loro, e sanno quale effetto i loro movimenti, sguardi e immagini hanno su quella parte debole del genere umano. Purtroppo li vediamo solo produrre molti di questi anāshīd con immagini. Da qui alcuni degli eminenti Shuyūkh che hanno permesso gli anāshīd, dapprima sono rimasti sconvolti per ciò che gli anāshīd e i munshidīn sono diventati - e questo è accaduto prima dell’arrivo dei videoclip - così hanno ritrattato l’opinione che ciò sia lecito o hanno stabilito le condizioni per dire che sia permesso. Tra questi eminenti Shuyūkh ci sono: Shaykh Muhammad ibn Sālih al-‘Uthaymīn . 1. Egli disse: Penso che gli anāshīd islamici siano cambiati da ciò che erano prima. Erano fatti con voci che non erano seducenti, ma ora sono fatti con voci seducenti, e sono
  • 34. 33 anche accompagnati da melodie malvagie e corruttrici e dicono che sono accompagnati dal duff, ma tutto questo significa che ci si dovrebbe tenere lontano da questi anāshīd. Tuttavia, se un uomo viene da noi e canta anāshīd che hanno un significato sano e che non includono alcun non senso, e usa unicamente la sua voce e senza strumenti musicali, non c’è nulla di sbagliato in questo. Hassān ibn Thābit era solito recitare poesie nella moschea del Profeta . Durūs wa Fatāwā al-Haram al-Madani, 1416 AH, domanda n. 18. 2. Egli inoltre disse: C’è stato un gran parlare di anāshīd Islamici. Non li ho ascoltati per lungo tempo. Quando apparvero in un primo momento, non c’era niente di sbagliato in essi. Non c’erano dufūf, ed erano eseguiti in una maniera che non comportava alcuna fitna, e non erano eseguiti con le melodie delle canzoni harām. Ma poi sono cambiati e abbiamo cominciato a sentire un ritmo che poteva essere di un duff o di qualcosa di diverso da un duff, e hanno cominciato a scegliere artisti con voci belle e seducenti, poi sono cambiati ulteriormente e iniziarono a essere eseguiti alla maniera delle canzoni harām. Poi abbiamo cominciato a sentirci a disagio con essi, e non
  • 35. 34 in grado di emettere fatāwā che ne attestassero la liceità in ogni caso, o la loro proibizione in ogni caso. Se sono privi delle cose che ho menzionato, allora sono leciti, ma se sono accompagnati dal duff o gli esecutori sono scelti perché hanno voci belle e seducenti, oppure se sono eseguiti alla maniera delle canzoni indecenti, allora è non lecito ascoltarli. Al-Sahwah al-Islamiyyah (pag. 185). 3. Shaykh Sālih al-Fawzān (che Allāh lo preservi) disse: Quanto ai cosiddetti anāshīd Islamici, gli è stato riservato più tempo e fatica di ciò che meritano, a tal punto che sono diventati una forma d’arte che occupa spazio nei programmi scolastici e nelle attività educative, e le compagnie discografiche ne registrano un gran numero da vendere e distribuire, e la maggior parte delle case ne sono piene, e molti giovani uomini e donne li ascoltano e gli prendono un sacco del loro tempo, e sono ascoltati più delle registrazioni del Qur’ān, della Sunnah, delle conferenze e delle utili lezioni. Al-Bayān li Akhta’ Ba’d al-Kuttāb (pag. 342).
  • 36. 35 4. Shaykh al-Albānī disse: Mi ricordo benissimo che, quando ero a Damasco, due anni prima di emigrare qui a ‘Amman, alcuni dei giovani Musulmani cominciarono a cantare alcuni anāshīd che avevano un sano significato, intendendo in tal modo contrastare i canti sufi, come le poesie di al- Busayri e altre, e li registrarono su nastro, ma ben presto ciò fu accompagnato dal battere il duff! In un primo momento li usarono nelle feste di matrimonio, sulla base del fatto che il duff è permesso in questi ricevimenti, poi i nastri si diffusero e ne furono fatte copie, e iniziarono a essere ascoltati in molte case, e cominciarono ad ascoltarli giorno e notte, se vi era l’occasione o meno. Questo divenne il loro modo di rilassarsi. Ciò però è solo a causa dei loro capricci e desideri, e della loro ignoranza dei trucchi di Shaytān, così egli li ha distolti dal prestare attenzione al Qur’ān e dall’ascoltarlo, per non parlare dello studiarlo, ed è quindi stato abbandonato da essi, come detto nel versetto: ََ‫ل‬‫ا‬َ‫ق‬ َ‫و‬ََُ‫ل‬‫و‬ُ‫س‬َّ‫الر‬َ‫ا‬َ‫ي‬َََ‫ر‬َ‫ب‬َََّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫مِي‬‫و‬َ‫ق‬َ‫وا‬ُ‫ذ‬َ‫خ‬َّ‫ت‬‫ا‬َ‫ا‬َ‫َذ‬‫ه‬َََ‫آن‬‫ر‬ُ‫ق‬‫ال‬ََ‫ورا‬ُ‫ج‬‫ه‬َ‫م‬ “Il Messaggero (Muhammad ) dice: «Signore, in verità il mio popolo ha in avversione questo
  • 37. 36 Qur’ān (né lo ascolta né agisce sulle sue leggi e insegnamenti)!».” [Al-Furqān, 30] Tahrīm Ālāt al-Tarb (pagg. 181-182). E’ deplorevole che alcuni di coloro che s’incaricano di dare fatāwā abbiano raggiunto un tale livello da emettere fatāwā per le donne adulte consentendogli di eseguire anāshīd davanti agli uomini e anche su canali satellitari di fronte a milioni di persone, e queste intrattenitrici usano strumenti musicali che sono proibiti nella Sharī’ah, ma sono resi leciti da questo cosiddetto muftī. In secondo luogo: Le linee guida e le condizioni degli anāshīd leciti: Studiando le parole dei sapienti e degli affidabili Shuyūkh, possiamo compilare una lista di linee guida e di condizioni shar’i che devono essere soddisfatte affinché il nashīd sia permesso. Ciò comprende: 1. Le parole del nashīd devono essere prive di termini harām e insensati. 2. Il nashīd non deve essere accompagnato da strumenti musicali. Nessuno strumento musicale è lecito, tranne il duff per le donne in certe occasioni. Vedere la risposta alla domanda n. 20406.
  • 38. 37 3. Deve essere privo di effetti sonori che imitano gli strumenti musicali, perché ciò che conta è quello che sembra essere il caso, e imitare gli strumenti harām non è lecito, specialmente quando il cattivo effetto è lo stesso di quello che avviene con gli strumenti veri e propri. 4. Ascoltare anāshīd non deve diventare un’abitudine che occupa il tempo di una persona e che colpisce i suoi doveri e le azioni mustahabb, come il suo leggere il Qur’ān e il chiamare gli altri ad Allāh. 5. L’esecutore di un nashīd non deve essere una donna che lo esegue davanti agli uomini, o un uomo con un aspetto o una voce seducente che lo esegue di fronte alle donne. 6. Si deve evitare l’ascolto d’intrattenitori con voci delicate che muovono i loro corpi ritmicamente, perché vi è fitna in tutto questo ed è un’imitazione dei malvagi. 7. Si devono evitare le immagini che vengono messe sulle copertine dei loro nastri, e cosa più importante, vanno evitati i videoclip che accompagnano i loro anāshīd, soprattutto quelli che contengono movimenti provocanti e imitazioni di cantanti immorali. 8. Lo scopo del nashīd deve essere le sue parole, non la melodia.
  • 39. 38 Seguono alcuni dei commenti dei sapienti che includono le linee guida e le condizioni di cui sopra. 1. Shaykh al-Islām Ibn Taymiyah disse: Per riassumere, ciò che è ben noto nella religione Islamica è che il Profeta non prescrisse per i virtuosi, fedeli devoti e asceti della sua Ummah, di radunarsi per ascoltare versi poetici recitati con l’accompagnamento di battimani o del battere un duff. Non è lecito per nessuno deviare dal seguire lui e quello che egli ha portato del Libro e della saggezza, se ciò ha a che fare con questioni interiori o esteriori, sia per un uomo comune che per un membro dell’élite. Tuttavia il Profeta accordò concessioni che permettono alcuni tipi d’intrattenimento in matrimoni e simili, e permise alle donne di battere il duff durante i matrimoni e altre celebrazioni. Per quanto riguarda gli uomini della sua epoca, non uno di loro era solito battere il duff o battere le mani, piuttosto è provato in al-Sahīh che egli disse: “Battere le mani è per le donne, e il tasbīh è per gli uomini”, ed egli maledisse le donne che imitano gli uomini e gli uomini che imitano le donne.
  • 40. 39 Poiché cantare, battere il duff e battere le mani sono cose che fanno le donne, i Salaf erano soliti chiamare ‘effeminato’ l’uomo che faceva queste cose, e chiamavano ‘effeminati’ gli uomini che cantavano, e questo è ben noto tra i loro detti. Fine citazione. Majmū’ al-Fatāwā (11/565, 566). 2. Shaykh ‘Abd al-‘Azīz ibn Bāz disse: Gli anāshīd Islamici variano. Se sono sani e non contengono altro che chiamare la gente a ciò che è bene, e ricordare loro ciò che è bene, e l’obbedienza ad Allāh e al Suo Messaggero, e chiamare la gente a difendere la propria patria contro le trame del nemico e prepararsi a fronteggiarlo e così via, non c’è nulla di sbagliato in questo. Ma, se sono qualcosa di diverso da ciò, e promuovono il peccato e sono eseguiti davanti a un pubblico misto di uomini e donne o a un pubblico in cui le donne sono scoperte alla presenza degli uomini o di qualsiasi altra azione malvagia, allora non è lecito ascoltarli. Fine citazione. Majmū’ Fatāwā al-Shaykh Ibn Bāz (3/437). 3. Egli inoltre disse:
  • 41. 40 Gli anāshīd Islamici sono come la poesia: se è sana, allora è sana e se c’è qualcosa di detestabile, allora è detestabile. La conclusione è che non è possibile dare un giudizio su tutti i tipi di anāshīd, piuttosto ciascuno dovrebbe essere esaminato nel merito. Non c’è niente di sbagliato con i sani anāshīd, ma gli anāshīd che contengono qualcosa di deplorevole o che promuovono qualsiasi cosa deplorevole, sono detestabili e malvagi. Fine citazione. Sharīt As’ilah wa Ajwabah al-Jāmi’ al-Kabīr (n. 90/A). 4. I sapienti della Lajnah ad-Dā’imah lil-Buhūth al- ‘Ilmiyyah wal-Iftā hanno detto: È lecito per voi sostituire queste canzoni con anāshīd Islamici che contengono parole di saggezza, esortazione e lezioni, che promuovono ardore nel seguire l’Islām e che richiamano sentimenti Islamici, che scoraggiano il male e le cose cui esso chiama, e che motivano chi le “canta” e chi le ascolta a obbedire ad Allāh, e che scoraggiano dal disobbedirGli o trasgredire i Suoi limiti; esse rendono ansiosi di proteggere la Sua Sharī’ah e di sforzarsi nel jihād per la Sua causa. Ma non dovreste prendere ciò come un’abitudine in cui persistere, piuttosto dovrebbe essere qualcosa che si fa solo
  • 42. 41 qualche volta, in occasioni speciali come matrimoni o viaggiando per il jihād e così via, e quando ci si sente giù, al fine di risollevare lo spirito e motivare se stessi a compiere il bene, o quando ci si sente inclini al male, in modo tale che l’ascolto di questi anāshīd possa scongiurarlo. Fine citazione. Fatāwā Islamiyyah (4/533); abbiamo citato per intero la fatwā nella risposta alle domande n. 47996 e 67925. 5. Shaykh al-Albānī disse: Ci può essere un altro peccato coinvolto in questo [vale a dire, negli anāshīd], e cioè che essi possano essere eseguiti alla maniera delle canzoni immorali e secondo le regole della musica orientale o occidentale, il che fa si che gli ascoltatori ne godano e li facciano ballare e comportarsi scioccamente. Così l’obiettivo diventa la melodia e il godimento della stessa, e non il nashīd in sé. Questo è un altro errore ed è un’imitazione dei kuffār e della gente immorale. Ciò può portare a un nuovo errore, che è imitarli nell’allontanamento dal Qur’ān e nell’abbandonarlo, essendo ciò incluso nel significato generale della denuncia del Profeta , come Allāh dice:
  • 43. 42 ََ‫ل‬‫ا‬َ‫ق‬ َ‫و‬ََُ‫ل‬‫و‬ُ‫س‬َّ‫الر‬َ‫ا‬َ‫ي‬ََ‫ب‬َ‫ر‬َََّ‫ن‬ِ‫إ‬َ‫مِي‬‫و‬َ‫ق‬َ‫وا‬ُ‫ذ‬َ‫خ‬َّ‫ت‬‫ا‬َ‫ا‬َ‫َذ‬‫ه‬َََ‫آن‬‫ر‬ُ‫ق‬‫ال‬ََ‫ورا‬ُ‫ج‬‫ه‬َ‫م‬ “Il Messaggero (Muhammad ) dice: «Signore, in verità il mio popolo ha in avversione questo Qur’ān (né lo ascolta né agisce sulle sue leggi e insegnamenti)!».” [Al-Furqān, 30] Fine citazione da Tahrīm Ālāt al-Tarb (pag. 181). 6. Egli disse anche: Se questi anāshīd contengono significati Islamici e non sono accompagnati da nessuno strumento come il daff, il tablah e così via, allora non c’è niente di sbagliato in essi, ma dobbiamo porre l’accento su una condizione importante per la loro liceità, e cioè che devono essere privi di qualsiasi cosa che va contro la Sharī’ah, come l’esagerazione e simili. Poi c’è un’altra condizione, e cioè è che non devono diventare un’abitudine, perché questo distoglie gli ascoltatori dalla lettura del Qur’ān che è incoraggiata nella Sunnah, e distoglie anche dalla ricerca della conoscenza benefica e dal chiamare la gente ad Allāh. Fine citazione. Majallat al-Asālah (questione n. 2, 15 Jumāda al- Ākhirah 1413 AH).
  • 44. 43 7. Nella risposta alla domanda n. 11563 abbiamo menzionato una serie di linee guida, che citeremo di nuovo qui, perché sono utili: • Non usare strumenti musicali proibiti nel nashīd. • Non farlo troppo, e non renderlo il fulcro della mente del Musulmano, occupando tutto il suo tempo, o trascurando i doveri obbligatori a causa di esso. • Il nashīd non deve essere recitato da donne, o includere discorsi harām o osceni. • Non deve assomigliare alle melodie della gente dell’immoralità e della promiscuità. • Deve essere privo di effetti vocali che riproducono suoni come quelli degli strumenti musicali. • Non deve proporre melodie che fanno sentire “elevato” chi le ascolta, come accade a chi vi si dedica. Questo è il caso di molti degli anāshīd di oggigiorno, tanto che coloro che le ascoltano non prestano più alcuna attenzione al buon significato delle parole, perché sono così tanto estasiati dalle melodie. Abbiamo un’opinione troppo alta dei nostri fratelli che eseguono anāshīd e che recitano il Qur’ān per pensare
  • 45. 44 che essi potrebbero essere una causa di fitna per i giovani uomini e donne, e un motivo del loro essere distolti dall’obbedienza ad Allāh. Essi sanno quale grande effetto le loro voci e immagini possono avere su maschi e femmine; se andate in chat vedrete cose molto strane. Vedrete una donna infatuata di un munshid o una che non riesce a dormire salvo che non stia ascoltando la voce di tal dei tali, e chi si definisce ‘āshiqat fulān (amante di tal de tali - un munshid) e vedrete uomini e donne venerare questi munshidīn, dando loro titoli e uno status elevato, anche se alcuni di essi non sono per niente religiosi, e alcuni sono caduti nella trappola del cantare canzoni immorali, e se visitate alcuni siti web che ospitano questi anāshīd rimarrete sorpresi di quanto spesso queste canzoni vengono scaricate, e quante persone non hanno alcun interesse ad ascoltare Qur’ān e le utili lezioni. Chiediamo ad Allāh di mettere le cose in chiaro a tutti noi. E Allāh ne sa di più. Fatwā n. 91142 Islam Q&A