3. 1) Executive Summary
2) Idea di Business:
• Bisogni del mercato
• Prodotti/servi offerti
3) Mercato di Approvigionamento
• Definizione componenti
• Individuazione
caratteristiche fornitori
• Potere contrattuale
fornitori
4) Piano di Marketing:
• Mercato Potenziale
• Mercato Obiettivo
• Previsioni di vendita
5) Piano Strategico:
• Analisi della concorrenza
• Vantaggi competitivi
• Rischi
• Strategia
• Scelte di Marketing mix – prezzo
6) Piano Operativo:
• Management team
• Risorse Chiave
7) Piano Economico Finanziario:
• Sintesi dei risultati economico
• Piano finanziari attesi
• Rendiconto finanziario
4. Il business plan è un documento, strutturato secondo uno schema
preciso e rigido, che sintetizza i contenuti e le caratteristiche del
progetto imprenditoriale (business idea).
Non deve però essere considerato uno strumento assoluto, ma uno
strumento dinamico, adattabile ai cambiamenti che avvengono
all'interno o all'esterno dell'impresa.
I business plan possono anche diventare rapidamente obsoleti, ma
hanno un altissimo valore se fatti e se usati correttamente.
In pratica, ogni business plan è una sorta di vademecum dell'azienda
o della business idea e deve essere verificato costantemente da ogni
imprenditore, deve essere modificato perché è una previsione basata
su dati statistici e questi dati sono talvolta difficili da reperire.
5. Cosa, dove, come, quando.
Cosa
In questa sezione del piano d'impresa dovrà essere fornita una dettagliata descrizione di cosa si va
ad offrire al mercato, cioè le caratteristiche del prodotto o del servizio che si vuole offrire e a quali
clienti potenziali si rivolge.
Dove
In questa fase inizia una vera e propria raccolta di informazioni sull'ambiente dove la nuova
attività andrà ad operare.
Si dovrà quindi fare particolare attenzione al macro-ambiente ed al micro-ambiente.
Il macro-ambiente riguarda tutto quello che l'impresa non può controllare direttamente:
la pubblica amministrazione; il clima politico; il clima sociale; il clima economico; il clima
culturale
Il micro-ambiente rappresenta in sostanza il campo di battaglia sul quale si cimenterà la nuova
impresa.
Esso è composto da 4 elementi fondamentali.
Come
Si dovranno ora prendere decisioni relative all'identità dell'impresa, cioè alla quantità di merce
che si vorrà produrre, alla struttura dell'impianto, al livello di redditività del capitale investito.
Una volta definiti questi obbiettivi bisognerà indicare come si vorrà raggiungerli.
Quando
Una pianificazione temporale del business plan consente di programmare quando immettere sul
9. La nostra struttura
Quali sono i nostri top product?
Dove vogliamo sviluppare il nostro
business?
Con quali canali vogliamo sviluppare il
business?
Definizione del mix ottimale
16. NOI E IL MERCATO:
INDIVIDUARE I
BISOGNI
DEI CLIENTI
17. Prodotti Mercato
Pricing +/-
No Price
competition
+
Price
competition
-
+
-
+
-
Differenziazio
ne
Gustidel
mercato
Individuazione del mix ottimale di
vendita per raggiungere i gusti del
cliente ed evitare la price competition
19. Il processo di posizionamento si configura quindi di due fasi
fondamentali
20. La fase analitica riguarda tutta la ricerca che deve essere effettuata per
individuare lo spazio occupato dal prodotto/marca nel sistema
percettivo dei consumatori con riferimento agli spazi occupati dai
principali competitors.
La fase strategica si fonda sulle informazioni che nascono dalla fase
analitica e deve andare ad individuare quale sia la posizione giudicata
più efficace per raggiungere il segmento di domanda al quale l’impresa
intende rivolgersi
21. A livello internazionale tale definizione del posizionamento risulta essere
più complesso in quanto variano esponenzialmente le variabili potenziali
da considerare.
A tal fine potremmo avere due diverse tipologie:
• Posizionamento standardizzato
• Posizionamento differenziato
22.
23. •PRODOTTO: in questo caso è possibile osservare come il posizionamento avvenga considerandone
gli attributi tangibili e intangibili: la qualità, il design, la confezione, il servizio pre e post vendita.
Definire qui criteri standardizzati o personalizzati a seconda del paese.
•COMUNICAZIONE: la comunicazione è il veicolo fondamentale per far arrivare al consumatore gli
elementi caratterizzanti il prodotto. Nei prodotti ad alta valenza simbolica spesso la comunicazione
definisce il positioning. In questo caso definire se standardizzare a livello centralizzato o se lasciare
libertà di creazione e livello locale considerando caso per caso anche quali sono i mezzi di
comunicazione più adatti per raggiungere i nostri clienti e potenziali clienti.
•PREZZI: la politica dei prezzi influenza in maniera significativa la definizione del posizionamento
internazionale. Applicando un prezzo reale uguale per tutti i paesi, la fascia di prezzo occupata
dall’impresa o il posizionamento all’interno della fascia di prezzo siano diversi, perché variano i prezzi
della concorrenza. Viceversa un’impresa può vendere il prodotto a prezzi diversi ma essere comunque
collocata all’interno della stessa fascia di prezzo, determinando in questo modo un posizionamento
standardizzato.
•DISTRIBUZIONE: la definizione delle politiche distributive influenzano la percezione del
posizionamento del prodotto/marca nel consumatore. La scelta tra una distribuzione a tappeto ed
una distribuzione selettiva possono aumentare o diminuire il posizionamento dell’azienda.
MARKETING
MIX
24. Il posizionamento del prodotto all’interno di un mercato e le politiche di marketing
attraverso le quali viene data attuazione alla decisione di posizionamento sono
strettamente influenzati dall’uso a cui il prodotto è destinato nonché al contesto in cui
questo ha luogo.
•Situazione d’uso: il succo d’arancia è diffusamente utilizzato in USA per la prima
colazione ma assai meno in Francia in cui viene utilizzato come bevanda rinfrescante.
• Condizioni d’uso: la tecnologia del prodotto influisce sul posizionamento dello stesso
in mercati differenti che presentano caratteristiche diverse. Le macchine agricole nei
paesi industrializzati necessitano di una determinata tecnologia perché vengono
utilizzati per coltivazioni intensive in cui esiste una manodopera specializzata, nei paesi
in via di sviluppo invece le condizioni sono completante diverse e non sussistono
neanche i medesimi capitali di investimento.