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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC
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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC 
La Teoria Agile Project Management 
Ing. Claudio Vettor & Ing. Michela Rea
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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC 
COME E PERCHE’ 
IMPRESA AGILE
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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC 
AGENDA DELLA GIORNATA
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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC 
AGENDA DELLA GIORNATA 
AGILE PROJECT MANAGEMENT 
Processo e progetto : due facce della stessa medaglia 
Progetti: 
Definizioni 
Approccio tradizionale 
Il super problema: il governo della variabilità 
Le lezioni apprese dal process management (LEAN) 
Il framework AGILE 
Il conflitto insoluto.. one step ahead 
AGILI E ROBUSTI: L’approccio TOC
I processi possono insegnare qualcosa ai progetti? 
AGILE O FRAGILE?
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Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC 
Dal processo al progetto: 
una storia sistemica
•È più facile partire dall’esistente, soprattutto nell’ottica del miglioramento (migliorare un modello è difficile) 
•Se è nuovo per me non è detto che sia nuovo in assoluto 
•Solo pensando in termini sistemici è possibile comprendere i diversi livelli di gestione dei progetti (program management (contenuti e requisiti)/portfolio management (priorità e investimenti)/project management/ team management (day by day, dimensionamento) 
I vantaggi del pensare in termini di processo
Dal processo al progetto: dal flow chart al Gantt
Dal processo al progetto
C’è un modo di guardare al processo che facilita un project management delle attività in senso lato e, ove opportuno, anche in senso stretto Questo modalità richiede due step preparatori: 
-Inquadrare il processo nel sistema e sottosistema, concettualmente e operativamente 
-Dettagliare il processo in termini di tempistiche e risorse 
La transizione da processo a progetto: 
uno sforzo di disegno organizzativo
Lista processi
Mappatura del singolo processo
Foglio risorse
Indicatori
Progetti: 
Definizioni 
Approccio tradizionale 
Il super problema: il governo della variabilità 
Le lezioni apprese dal process management (LEAN) 
Il framework AGILE 
Il conflitto insoluto.. one step ahead 
AGILI E ROBUSTI: L’approccio TOC
Organizzazione e BPM
Project management è l’applicazione di conoscenze, attitudini , tecniche e strumenti alle attività di un progetto al fine di conseguirne gli obiettivi Un progetto è uno sforzo temporaneo intrapreso allo scopo di creare un prodotto, un servizio o un risultato unici Caratteristiche di un progetto: 
• Un solo punto di fine attività 
• Almeno due attività collegate da un rapporto di dipendenza 
• Difficoltà intrinseca di prevedere la durata (dell’insieme) delle attività 
Definizioni utili
Dal processo al progetto: il continuum
• Rispetto dei tempi, costi, qualità del prodotto/performance del servizio -> maggiori ricavi, margini, clienti più soddisfatti 
• Un piano di attività stabile ->utilizzo più produttivo delle risorse 
• Misure semplici e obiettive dell’avanzamento del progetto -> riunioni più brevi, stakeholder meglio informati 
• Indicazioni più chiare se intraprendere o meno azioni correttive -> AC più mirate e meno sprechi 
• Indicazioni di miglioramento -> progetti futuri con migliori ricavi, margini e clienti più soddisfatti 
Cosa ci aspettiamo dal PM?
•Il PMI è un organismo indipendente che opera come ente di certificazione/accreditamento, scuola di formazione, ente di normazione 
•Prince2 è stato sviluppato dal governo inglese, inizialmente come standard di PM per l’informatica 
Scuole di PM
PMI-PMBOK 
PRINCE 2 
Approccio 
Checklist 
Metodologia 
Modalità di pianificazione 
Tutta all’inizio 
Stage gate 
Dimensioni del progetto 
Ambito, qualità, costi, tempo 
Ambito, qualità, costi, tempo, rischi, benefici 
Figure decisionali 
Project manager e project sponsor 
Project manager, executive, utilizzatore senior, fornitore senior 
Focus su 
Stato di avanzamento 
Requisiti e loro tolleranze 
Scuole del PM «tradizionale»
•Più si riesce ad anticipare e risolvere i problemi in fase progettuale minore è il costo che l’organizzazione sostiene e maggiore è la probabilità di raggiungere gli obiettivi del progetto 
Aspettative e PM tradizionale: le fasi della progettazione
•Queste sono le attività di planning secondo il PMBOK 
In questa fase viene pianificato nel dettaglio: 
-Lo scopo- i prodotti 
-La tempistica-schedulazione 
-Il budget 
-L’organizzazione delle risorse umane 
-La comunicazione con gli stakeholder 
-La gestione della qualità 
-Il risk management 
-Approvvigionamento 
Aspettative e PM tradizionale: i processi di dettaglio
In teoria 
In pratica 
Rispetto di tempi, costi, qualità 
Una lotta continua per metter d’accordo tempi, costi e obiettivi 
Piano di attività stabile 
Continue ripianificazioni 
Misure semplici e obiettive del’avanzamento del progetto 
Chiarezza all’inizio e poi nebbia: aggiustamenti soggettivi 
Indicazioni chiare se intraprendere o meno azioni correttive 
Interventi eccessivi troppo presto o correzioni troppo leggere troppo tardi 
Indicazioni di miglioramento 
“faremo dei miglioramenti quando avremo tempo” 
Qual è la nostra esperienza reale del PM?
I progetti gestiti con metodi tradizionali evidenziano che: 
• i progetti completati nei tempi sono il 44% del totale 
• mediamente il completamento dei progetti avviene in tempi uguali al 220% del tempo pianificato 
• mediamente il completamento di un progetto avviene con il 190% del costo pianificato 
• il 30% dei progetti non si conclude 
• il 70% dei progetti (che si concludono) si conclude con un risultato inferiore alle aspettative Il 30% del tempo di progetto viene speso per: 
• Attività burocratiche 
• Cattiva gestione delle risorse condivise 
• Scarsa definizione delle priorità sulle attività 
Il PM è cos’ che funziona?
Perché i progetti falliscono?
Spesso abbiamo difficoltà a finire i progetti in tempo 
Spesso abbiamo difficoltà 
a rispettare il budget di progetto 
Spesso le finalità e 
le specifiche dei progetti 
vengono ridimensionate 
per cercare 
di rimanere nel budget e 
di rispettare la data di consegna 
Incertezza nei progetti ? 
Legame tra tempo, costo e specifiche
•Guardiamo più da vicino il problema dell’incertezza e in particolare il modo in cui calcoliamo le date di conclusione. 
•Quale data di conclusione stimerete per una determinata attività di progetto? 
A 
B 
C 
probabilità 
tempo 
50% 
30% 
Stime e misura delle prestazioni
Il nostro capo ci chiede quando sarà pronta una determinata attività di progetto 
SE… 
Il nostro capo 
si aspetta che 
manteniamo ciò 
che promettiamo 
E… 
Ci sentiamo impegnati da ciò che promettiamo 
E… 
Sappiamo che c’è sempre qualcosa che non va mentre si realizza l’attività 
E… 
Siamo pieni di lavoro (multitasking) 
E… 
La stima della durata dell’attività sarà conservativa 
ALLORA… 
Stime e misura delle prestazioni
• Gli studi comportamentali parlano chiaro, nei primi due terzi dell’intervallo di tempo allocato viene svolto circa 1/3 del quantitativo di lavoro 
•Se aggiungiamo effetti come la “paralisi decisionale da troppe alternative” e la legge di Murphy abbiamo un quadro completo di come, anche con stime conservative, un singolo task possa andare in ritardo 
Milestone e sindrome dello studente
una unità di 
Throughput 
una unità di Throughput 
una unità di 
Throughput 
Tre unità di Throughput 
Task A 
Task B 
Task C 
Task C 
Task B 
Task A 
Multitasking
• Quale sarà l’impatto sull’intero progetto se il task A è completato in soli 3 giorni? 
• Cosa succede se il task C richiede 8 giorni? 
• Cosa succede se i task A,B e C sono completati tutti e tre in soli 2 giorni? Il task D sarà pronto a partire con 3 giorni di anticipo? I ritardi si propagano. Le variazioni positive (anticipi) vengono filtrate e perse 
Task D 10 giorni 
Task C 
5 8 giorni 
Task B 5 giorni 
Task A 5 3 giorni 
Dipendenza dei task
100% 
100% 
100% 
100% 
100% 
100% 
75% 
Il completamento della maggioranza delle attività sui rami del percorso non critico non significa che il progetto sia a buon punto 
€ 
€ 
Inoltre inserire dei milestone (ai quali magari è legato una parte del compenso) incentiva distorsioni della realtà 
Misura erronea dello stato di avanzamento
Diverse risposte in funzione del grado di complessità / variabilità / numero di interdipendenze (tra task e/o persone) dei progetti Team dedicati a un progetto Team condivisi tra progetti Variabilità interna (risorse, competenze, priorità (valore, tput) Variabilità esterna (comprensione dei bisogni del cliente, auto consapevolezza del cliente sui propri processi 
Modello organizzativo e gestione della variabilità
Sviluppo nuovo prodotto, modello organizzativo e framework «Agile»: un’introduzione
Il processo di sviluppo nuovo prodotto viene diviso in fasi e monitorato con dei punti di controllo: 
-Gli Stage sono delle sequenze di attività suddivise secondo una logica temporale e di argomento 
-I Gate sono dei momenti di controllo in corrispondenza dei quali vengono definiti e valutati dei deliverable. Sulla base di questa valutazione si può verificare un avanzamento, un blocco, un ciclo ricorsivo o anche un abbandono del progetto 
Tecniche tradizionali di pianificazione del nuovo prodotto: stage gate
•Queste fasi hanno validità quasi universale 
Stage gate
PMI-PMBOK 
PRINCE 2 
Approccio 
Checklist 
Metodologia 
Modalità di pianificazione 
Tutta all’inizio 
Stage gate 
Dimensioni del progetto 
Ambito, qualità, costi, tempo 
Ambito, qualità, costi, tempo, rischi, benefici 
Figure decisionali 
Project manager e project sponsor 
Project manager, executive, utilizzatore senior, fornitore senior 
Focus su 
Stato di avanzamento 
Requisiti e loro tolleranze 
Scuole del PM «tradizionale»
Le forme organizzative
Differenze, vantaggi e svantaggi
•Sponsor (in fase preliminare fornisce i requisiti, si occupa di trovare fondi e supporto, conferisce autorità al PM…, in fase operativa approva i cambiamenti, aiuta a scegliere tra le diverse opzioni etc) 
•Project manager 
•Team (è particolarmente coinvolto nella creazione della WBS, nel risk management, nella qualità) 
•Responsabile di area/manager funzionale (“presta” le risorse, è interpellato su questioni specifiche, condivide la documentazione) 
I ruoli secondo il PMI
•Top management o Program management 
•Project Board (ruolo simile allo sponsor ma meglio definito e piu’ sfaccettato) 
•Project manager 
•Team manager o team 
I ruoli secondo Prince 2
Ambiente di lavoro caotico 
Priorità non chiare 
Barriere funzionali alla comunicazione 
Requisiti di prodotto mal definiti 
Mancanza di risorse 
Cambiamenti di specifica 
Problemi di producibilità non anticipati 
Paralisi progettuale (gold plating) 
Troppe riunioni e email 
I problemi principali: verso l’Agile Framework
Progetti Complessi 
Persone 
Mercato e Requisiti dinamici 
Controllare il Progetto 
Motivare il Team 
Prodotti/Servizi di Qualita’ e Valore 
A G I L E ! 
Agile quando?
Cercate produttività? Agile non fa per voi! Agile è per: 
• apportare facilmente cambiamenti 
• creare velocemente valore 
• aumentare la trasparenza 
Agile quando?
AGILE NON E’ 
AGILE E’ 
Poca o nessuna documentazione 
Uno specchio della realtà 
Requisiti di massima 
Un processo guidato dal valore 
Nessuna pianificazione 
Un continuo adattamento agli input esterni con lo scopo di massimizzare il valore globale dell’output 
Fare e poi pensare 
Un waterfall interattivo 
Nessun controllo di progetto 
Agile cosa
Che bisogni ha il cliente? Come lavora il cliente? Cosa vede il cliente? Come comunicare con lui? Quali aspettative ha? 
1.Lavorare a stretto contatto con il cliente 
2.Respirare la stessa aria 
3.Avere le stesse aspettative Fa superare più facilmente la conflittualità intrinseca dei contratti 
Coinvolgere il cliente
Cos’ è per il cliente il valore? 
•Un servizio/prodotto che apporta valore al proprio business 
•Aumenta la competitività 
•Riduce i costi 
•Aumenta i ricavi 
•Aumenta la penetrazione di mercato 
•Alza le barriere all’ingresso ai competitor 
•Crea nuovi mercati 
•ecc 
Creare valore
L’Agilità è la capacità di tenere insieme: 
•Stabilità e flessibilità 
•Ordine e caos 
•Pianificazione ed esecuzione 
•Ottimizzazione e capacità di sperimentare 
•Controllo e velocità 
L’ « Agilità»
The Agile Manifesto
•Produrre valore il prima possibile ( e confrontarsi subito con il cliente) 
•Accogliere il cambiamento e pianificare in modo iterativo 
•Team che si auto-organizza e modello partecipativo 
•Semplicità e sostenibilità tecnica e nelle modalità di lavoro 
•Vediamo una panoramica di alcune idee chiave dal mondo AGILE 
I principi sottesi
Value= attività a valore aggiunto 
Type 1 = attività non a valore aggiunto ma necessaria 
Type 2 = attività non a valore aggiunto e non necessaria 
Semplicità e gestione delle priorità
Subito qualcosa di funzionante/stabile: test driven development cycle
I requisiti vengono espressi in termini di “storie” associate alla “persona” e ogni iterazione implementa un certo numero di storie 
Oltre il requisito: l’ «Agile Persona» e le «storie»
Iterazione e visione di insieme
•No al micro- management, team che si auto-organizzano 
•Logica della “staffetta” 
•Utilizzo funzionale del tempo delle persone coinvolte 
Una diversa cultura dell’HR
•Questa lista viene progressivamente aggiornata per evidenziare il reale stato di avanzamento e la variabilità che comporta lavoro non pianificato 
Semplici strumenti visuali di PM: un esempio di action list
Le pull card colorate contrassegnano le azioni e il colore ne evidenzia la priorità o il tipo 
Semplici strumenti visuali di PM: un esempio di Wall Gantt
MODALITA’ 
VANTAGGI 
Le riunioni di coordinamento con tutto il team devono durare solo 15 minuti ed essere tenute in piedi di fronte alla lavagna 
Spostano il focus sulle urgenze, l’esecuzione e costringono alla sintesi e selezione 
Sviluppare un piano di lavoro per ogni componente del team 
Permettono di correggere in corsa e riallocare le risorse 
Tutte le altre questione sono rinviate a riunioni separate, se necessario 
Evitano l’effetto accumulo che causa ritardi 
Il coordinamento del team
I principi generali della Lean nel PM
La prima critica lean al PM tradizionale è organizzativa: 
-Una rigida divisione funzionale (es: centralizzare la funzione di controllo o quella di preventivazione) è considerata una delle cause principali di errori nella pianificazione e successive ottimizzazioni locali/competizione per le risorse che causano sprechi e ritardi 
- Il suggerimento è che tutti i team di manager e tecnici portino avanti tutte le tipologia di attività (stima, preventivazione, contrattazione/negoziazione ed esecuzione). Se il progetto è molto grande con più team coinvolti ha senso che per ognuna delle 4 core competencies citate in precedenza ci sia un project leader 
- Viene definita organizzazione a “work cells” con i project leader che si pongono come dei facilitatori e mettono la loro competenza a servizio dei team 
Anche la lean è sistemica
Una pianificazione estremamente dettagliata che gestisca in modo rigido le date illudendosi di poter operare una perfetta sincronizzazione a priori è molto più soggetta agli effetti dirompenti della variabilità perche li amplifica nella misura in cui: 
• non permette di capitalizzare sugli anticipi e sulle risorse effettivamente, non teoricamente, disponibili 
• disperde le energie su più fronti, facendo anche partire la maggioranza dei sottofiloni di progetto troppo presto (tanto poi si bloccano) 
• è basato sull’illusione che tenendo le persone impegnate su più fronti e facendo girare molte materie prime, attrezzature e semilavorati questo massimizzi l’efficienza 
Pianificare….il giusto
• il suggerimento non è di non pianificare nulla affidandosi al fato 
• è molto importante dedicare del tempo alla pianificazione “logica” del progetto capendo bene quali sono i prerequisiti e le condizioni al contorno che rendono possibile e efficace lavorare su un sottogruppo di attività, indicando anche un orizzonte temporale 
• è invece inutile e controproducente riempire il progetto di milestone dettagliati (tutti i livelli WBS) tentando una sincronizzazione millimetrica a livello di pianificazione (sono ammessi dei milestone per la fase) 
• i team devono abituarsi a pensare in termini di riconciliare una pianificazione quotidiana pragmatica con una visione logica del progetto come sistema e dei macro-obiettivi. E’ fondamentale l’idea del Quality Assignment 
• il “chase up” è stigmatizzato in quanto non serve e disturba (suggerito il controllo statistico di processo sull’affidabilità ove possibile) 
Pianificare….il giusto 2
La pianificazione del breve nasce dall’accordo su cosa ottimizza complessivamente il progetto e dall’evitare logiche di competizione. Viene dato il via libera solo se c’è evidenza del fatto che il lavoro potrà procedere SENZA INTERRUZIONI 
Pianificare….il giusto 3
• ridurre la variabilità e eseguire diligentemente il lavoro come se fosse una linea produttiva 
• a quel punto aumentare la velocità 
• deviazioni dal flusso concordato sono considerate alla stregua di difetti su cui intervenire subito 
Esecuzione dei chunk-lean allo stato puro
Misura del commitment
• raggiungimento degli obiettivi 
• team building e grande apprendimento 
• motivazione e entusiasmo (you guys made a believer out of me!) 
Vantaggi
Avere e dare visibilità su tempi, risorse,budget specifiche 
B 
Progettare tutto subito 
D 
Progettare solo quando i requisiti sono certi (progettare step by step) 
D’ 
Gestire la variabilità e avere flessibilità interna 
C 
La nuvola di conflitto 
•Il budget 
Gestione del progetto efficace ed efficiente 
A 
• La durata di un progetto non è banalmente la somma delle durate delle singole attività (percorso critico), così come è molto difficile essere affidabili sul budget se non si consolida 
• Soprattutto se lavoriamo in un contesto multiproject o dobbiamo coinvolgere delle risorse temporary dobbiamo sapere quando 
•Rispetto alle specifiche se gestite individualmente c’è un alto rischio di perderne per strada o di gold plating 
• Una progettazione a corto raggio mi consente di minimizzare la probabilità di lavorare su requisiti che poi decadono 
• Nella progettazione tradizionale c’è sempre una forte probabilità di non avere a disposizione gli input che servono per procedere al momento giusto 
• Progettando “all’ultimo” ho sempre un numero di informazioni maggiore e un numero di rischi inferiore 
• Dare visibilità è considerato sinonimo di qualità da parte del cliente 
•Soprattutto se lavoriamo in ambiente multiproject dobbiamo avere ben chiari gli impatti complessivi per essere efficienti 
•La variabilità non gestita minaccia seriamente l’efficacia e l’efficienza
• La lunghezza e la complessità del progetto non è influente 
• la variabilità non è ipotizzabile a priori né controllabile in corso d’opera 
•Il modo in cui (non) coinvolgiamo il cliente è l’unico possibile 
•Non esistono metodologie intermedie tra il tradizionale e l’Agile 
•Le metodologie si escludono a vicenda e utilizzano strumenti completamente diversi 
•Il clima umano e le dinamiche organizzative non influenzano la gestione della variabilità 
• Non è realmente possibile fare risk management 
assunti D-D’ 
Progettare tutto subito 
Progettare solo quando i requisiti sono certi (progettare step by step) 
• La durata di un progetto non è banalmente la somma delle durate delle singole attività (percorso critico), così come è molto difficile essere affidabili sul budget se non si consolida 
• Soprattutto se lavoriamo in un contesto multiproject o dobbiamo coinvolgere delle risorse temporary dobbiamo sapere quando 
•Rispetto alle specifiche se gestite individualmente c’è un alto rischio di perderne per strada o di gold plating 
• Una progettazione a corto raggio mi consente di minimizzare la probabilità di lavorare su requisiti che poi decadono 
• Nella progettazione tradizionale c’è sempre una forte probabilità di non avere a disposizione gli input che servono per procedere al momento giusto 
• Progettando “all’ultimo” ho sempre un numero di informazioni maggiore e un numero di rischi inferiore 
La nuvola di conflitto
• La scelta della metodologia dipende prima di tutto dal livello di variabilità. Sono elementi importanti anche la lunghezza del progetto, il clima organizzativo e la relazione con il cliente, nonché il particolare ramo o chunk di progetto su cui si sta lavorando 
• La lunghezza e la complessità del progetto non è influente 
• la variabilità non è ipotizzabile a priori né controllabile in corso d’opera 
•Il modo in cui (non) coinvolgiamo il cliente è l’unico possibile 
•Non esistono metodologie intermedie tra il tradizionale e l’Agile 
•Le metodologie si escludono a vicenda e utilizzano strumenti completamente diversi 
•Il clima umano e le dinamiche organizzative non influenzano la gestione della variabilità 
• Non è realmente possibile fare risk management 
La nuvola di conflitto
La direzione della soluzione - TOC Che strada seguire?
•Tutti gli algoritmi hanno in comune due elementi 
•fondamentali: 
l’idea di subordinazione ad una, ben definita, risorsa finita 
il meccanismo di controllo sulla corretta esecuzione dell’algoritmo 
Gli algoritmi
€ 
•Per massimizzare la velocità di generazione di valore da parte di 
•un vincolo di thruput è necessario: 
Identificare: determinare il vincolo 
Sfruttare: far lavorare il vincolo a pieno ritmo e sul giusto mix di prodotti 
Subordinare: costruire il sistema intorno al vincolo 
Gestione della risorsa finita
€ 
istante in cui il vincolo dovrebbe cominciare a processare 
€ 
tempo 
tempo di buffer ovvero anticipo con cui il materiale deve essere pronto davanti al vincolo 
carta di controllo del buffer 
Il meccanismo di controllo: buffer management
Cos’è un progetto: 
•un insieme di azioni necessario per soddisfare 
•delle specifiche stabilite da un committente, 
•in un tempo stabilito e all’interno di un budget definito 
Gestione di progetto e la genesi di catena critica
Schedulazione 
Fase di pianificazione 
Fase di realizzazione 
• lista attività 
• durate 
• foglio risorse 
• sequenze 
• calendari risorse 
• data di consegna 
1.Eventuale Risoluzione contesa di risorse e Identificazione catena critica 
2.Possibile Fast tracking/schedule crashing 
3.Dimensionamento e inserimento dei buffer 
• aggiornamento delle attività 
• costruzione delle carte di controllo/buffer management 
Schedulazioni individuali: le fasi
Creazione del network: 
•Elencare le attività o tasks di progetto 
•Mettere le attività in sequenza evidenziandone le dipendenze logiche 
Capacità finita: tempistica e risorse 
•Stimare la durata di ogni singola attività, ipotizzando che la o le risorse associate lavorino sul task in modo dedicato, senza multitasking 
•Valutare la disponibilità temporale delle risorse 
•Data di consegna 
Gestione sistemica di progetto: quali input
•Chiamiamo Catena Critica la sequenza più lunga di eventi dipendenti considerando l’utilizzo di risorse comuni. 
•Questa sequenza determina la lunghezza del progetto. 
•Essa è il fattore limitante (constraint) del progetto. 
La catena critica
Catena critica e tempo
Soluzione delle contese (level load ) 
Percorso critico 
_ste deve contemporaneamente svolgere 2 lavori 
_alex deve contemporaneamente svolgere 2 lavori
Il cammino critico 
La catena critica 
Solo dopo lo step «level load» può essere definita la Catena Critica
Una volta schedulato un progetto può risultare troppo lungo rispetto alla data di consegna richiesta dal cliente o internamente. 
Ci sono essenzialmente due metodi di compressione che presentano benefici ma anche costi/rischi 
Metodi di compressione della catena critica
Ha quasi sempre un costo 
Schedule Crashing
Richiede elevata sincronizzazione e grande capacità di scomporre logicamente le attività 
Schedule fast tracking
Ipotizzabile in contesti molto stabili con progetti ripetitivi, tendenzialmente ambienti multi- project 
Schedule resource leveling
aggiungere protezione alle attività 
non aggiungere protezione alle attività 
completare il progetto in tempo 
D 
D’ 
C 
A 
promettere al cliente un lead time breve 
gestire un progetto con successo 
B 
Per… 
Dobbiamo… 
e quindi… 
dobbiamo… 
e quindi… 
Il vincolo mentale del project management
D 
D’ 
C 
A 
B 
rispettare le scadenze è importante per il cliente 
il cliente non affida un progetto a chi non è in grado di garantire un lead time sufficientementebreve 
- ci sono fluttuazioni statistiche ed eventi imprevedibili che non possono essere anticipati - la protezione ci permette di gestire l’incertezza 
aggiungere protezione aumenta considerevolmente il lead time 
tutti i task hanno bisogno di protezione 
gestire un progetto con successo 
completare il progetto in tempo 
promettere al cliente un lead time breve 
aggiungere protezione alle attività 
non aggiungere protezione alle attività
•Il project buffer realizza questa injection “aggiungere protezione solo sulla sequenza di task che determina la lunghezza del progetto”. invece di proteggere ogni singolo task della catena critica la protezione viene cumulata alla fine di questa in un buffer unico, il project buffer. 
L’injection è il project buffer
D 
D’ 
C 
A 
B 
Il ramo non critico ha una funzione di supporto 
Una gestione efficace passa anche attraverso il contenimento dell’inventory 
- prima parto più cose faccio 
- ritardi sul ramo non critico impattano sulla catena critica 
Se finisco prima automaticamente nel sistema si crea dell’inventory di wip non necessaria 
La partenza determina il tempo di completamento del progetto 
gestire con successo il ramo non critico 
finire in tempo e non minacciare la catena critica 
risparmiare i costi del tenere inventory 
Partire il prima possibile 
Partire all’ultimo momento 
Conflitto early start vs late start
I rami non critici del progetto che impattano sulla catena critica sono controllati e protetti da un altro buffer detto feeding. 
L’injection è partire solo un buffer di tempo prima: il feeding buffer
Schedulazione 
Fase di pianificazione 
Fase di realizzazione 
• aggiornamento delle attività 
• costruzione delle carte di controllo/buffer management 
fatto 
fatto 
Siamo pronti ad andate in produzione 
• lista attività 
• durate 
• foglio risorse 
• sequenze 
• calendari risorse 
• data di consegna 
1.Risoluzione contesa di risorse 
2.Identificazione catena critica 
3.Dimensionamento dei buffer 
4.Inserimento dei buffer
•No multitasking – quando si inizia un’attività si prosegue finchè è conclusa 
•Ogni attività inizia non appena le risorse sono disponibili e i prerequisiti soddisfatti 
• Le attività finiscono nel più breve tempo possibile 
• Anticipi sulla critical chain anticipano la fine dell’intero progetto 
• Anticipi sulle feeding chain aumentano la protezione della critical chain 
Questi tre principi insieme si definiscono lo stile del roadrunner 
L’esatto contrario del multitasking
•Un sistema è stabile se produce risultati prevedibili. 
•La capacità di prevedere è la vera essenza del Management 
•La domanda alla base di qualsiasi valutazione e successivo 
intervento è: il sistema è stabile? 
•Un meccanismo semplice e potente è in grado di rispondere a 
questa domanda. Questo meccanismo si chiama buffer management. 
Buffer management e variabilità
istante in cui il vincolo dovrebbe cominciare a processare 
€ 
tempo 
carta di controllo del buffer 
•Se i processi che influiscono sul buffer non sono stabili, non siamo in grado di definire la quantità di protezione (dimensionamento del buffer). 
•Il buffer assume una funzione di controllo solo se i processi del sistema sono in controllo e l’oscillazione del consumo del buffer è stabile con limite superiore inferiore all’ampiezza massima del buffer. 
Dalla protezione al controllo
I progetti gestiti con il metodo CCPM evidenziano: 
• una riduzione media del lead time del 69% 
• una riduzione media del cycle time del 66% 
• miglioramento del rispetto delle scadenze del 60% 
• riduzione del magazzino del 50% 
• aumento del throughput/ritorni del 68% 
I risultati del PM CC
GRAZIE! 
Per informazioni: Dott.ssa Gaia Scapini Ufficio Marketing Pragma Management Systems gaia.scapini@pragmams.it

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  • 1. 1 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC
  • 2. 2 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC La Teoria Agile Project Management Ing. Claudio Vettor & Ing. Michela Rea
  • 3. 3 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC COME E PERCHE’ IMPRESA AGILE
  • 4. 4 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC AGENDA DELLA GIORNATA
  • 5. 5 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC AGENDA DELLA GIORNATA AGILE PROJECT MANAGEMENT Processo e progetto : due facce della stessa medaglia Progetti: Definizioni Approccio tradizionale Il super problema: il governo della variabilità Le lezioni apprese dal process management (LEAN) Il framework AGILE Il conflitto insoluto.. one step ahead AGILI E ROBUSTI: L’approccio TOC
  • 6. I processi possono insegnare qualcosa ai progetti? AGILE O FRAGILE?
  • 7. 7 Oltre ogni aspettativa di successo – la TOC Dal processo al progetto: una storia sistemica
  • 8. •È più facile partire dall’esistente, soprattutto nell’ottica del miglioramento (migliorare un modello è difficile) •Se è nuovo per me non è detto che sia nuovo in assoluto •Solo pensando in termini sistemici è possibile comprendere i diversi livelli di gestione dei progetti (program management (contenuti e requisiti)/portfolio management (priorità e investimenti)/project management/ team management (day by day, dimensionamento) I vantaggi del pensare in termini di processo
  • 9. Dal processo al progetto: dal flow chart al Gantt
  • 10. Dal processo al progetto
  • 11. C’è un modo di guardare al processo che facilita un project management delle attività in senso lato e, ove opportuno, anche in senso stretto Questo modalità richiede due step preparatori: -Inquadrare il processo nel sistema e sottosistema, concettualmente e operativamente -Dettagliare il processo in termini di tempistiche e risorse La transizione da processo a progetto: uno sforzo di disegno organizzativo
  • 16. Progetti: Definizioni Approccio tradizionale Il super problema: il governo della variabilità Le lezioni apprese dal process management (LEAN) Il framework AGILE Il conflitto insoluto.. one step ahead AGILI E ROBUSTI: L’approccio TOC
  • 18. Project management è l’applicazione di conoscenze, attitudini , tecniche e strumenti alle attività di un progetto al fine di conseguirne gli obiettivi Un progetto è uno sforzo temporaneo intrapreso allo scopo di creare un prodotto, un servizio o un risultato unici Caratteristiche di un progetto: • Un solo punto di fine attività • Almeno due attività collegate da un rapporto di dipendenza • Difficoltà intrinseca di prevedere la durata (dell’insieme) delle attività Definizioni utili
  • 19. Dal processo al progetto: il continuum
  • 20. • Rispetto dei tempi, costi, qualità del prodotto/performance del servizio -> maggiori ricavi, margini, clienti più soddisfatti • Un piano di attività stabile ->utilizzo più produttivo delle risorse • Misure semplici e obiettive dell’avanzamento del progetto -> riunioni più brevi, stakeholder meglio informati • Indicazioni più chiare se intraprendere o meno azioni correttive -> AC più mirate e meno sprechi • Indicazioni di miglioramento -> progetti futuri con migliori ricavi, margini e clienti più soddisfatti Cosa ci aspettiamo dal PM?
  • 21. •Il PMI è un organismo indipendente che opera come ente di certificazione/accreditamento, scuola di formazione, ente di normazione •Prince2 è stato sviluppato dal governo inglese, inizialmente come standard di PM per l’informatica Scuole di PM
  • 22. PMI-PMBOK PRINCE 2 Approccio Checklist Metodologia Modalità di pianificazione Tutta all’inizio Stage gate Dimensioni del progetto Ambito, qualità, costi, tempo Ambito, qualità, costi, tempo, rischi, benefici Figure decisionali Project manager e project sponsor Project manager, executive, utilizzatore senior, fornitore senior Focus su Stato di avanzamento Requisiti e loro tolleranze Scuole del PM «tradizionale»
  • 23. •Più si riesce ad anticipare e risolvere i problemi in fase progettuale minore è il costo che l’organizzazione sostiene e maggiore è la probabilità di raggiungere gli obiettivi del progetto Aspettative e PM tradizionale: le fasi della progettazione
  • 24. •Queste sono le attività di planning secondo il PMBOK In questa fase viene pianificato nel dettaglio: -Lo scopo- i prodotti -La tempistica-schedulazione -Il budget -L’organizzazione delle risorse umane -La comunicazione con gli stakeholder -La gestione della qualità -Il risk management -Approvvigionamento Aspettative e PM tradizionale: i processi di dettaglio
  • 25. In teoria In pratica Rispetto di tempi, costi, qualità Una lotta continua per metter d’accordo tempi, costi e obiettivi Piano di attività stabile Continue ripianificazioni Misure semplici e obiettive del’avanzamento del progetto Chiarezza all’inizio e poi nebbia: aggiustamenti soggettivi Indicazioni chiare se intraprendere o meno azioni correttive Interventi eccessivi troppo presto o correzioni troppo leggere troppo tardi Indicazioni di miglioramento “faremo dei miglioramenti quando avremo tempo” Qual è la nostra esperienza reale del PM?
  • 26. I progetti gestiti con metodi tradizionali evidenziano che: • i progetti completati nei tempi sono il 44% del totale • mediamente il completamento dei progetti avviene in tempi uguali al 220% del tempo pianificato • mediamente il completamento di un progetto avviene con il 190% del costo pianificato • il 30% dei progetti non si conclude • il 70% dei progetti (che si concludono) si conclude con un risultato inferiore alle aspettative Il 30% del tempo di progetto viene speso per: • Attività burocratiche • Cattiva gestione delle risorse condivise • Scarsa definizione delle priorità sulle attività Il PM è cos’ che funziona?
  • 27. Perché i progetti falliscono?
  • 28. Spesso abbiamo difficoltà a finire i progetti in tempo Spesso abbiamo difficoltà a rispettare il budget di progetto Spesso le finalità e le specifiche dei progetti vengono ridimensionate per cercare di rimanere nel budget e di rispettare la data di consegna Incertezza nei progetti ? Legame tra tempo, costo e specifiche
  • 29. •Guardiamo più da vicino il problema dell’incertezza e in particolare il modo in cui calcoliamo le date di conclusione. •Quale data di conclusione stimerete per una determinata attività di progetto? A B C probabilità tempo 50% 30% Stime e misura delle prestazioni
  • 30. Il nostro capo ci chiede quando sarà pronta una determinata attività di progetto SE… Il nostro capo si aspetta che manteniamo ciò che promettiamo E… Ci sentiamo impegnati da ciò che promettiamo E… Sappiamo che c’è sempre qualcosa che non va mentre si realizza l’attività E… Siamo pieni di lavoro (multitasking) E… La stima della durata dell’attività sarà conservativa ALLORA… Stime e misura delle prestazioni
  • 31. • Gli studi comportamentali parlano chiaro, nei primi due terzi dell’intervallo di tempo allocato viene svolto circa 1/3 del quantitativo di lavoro •Se aggiungiamo effetti come la “paralisi decisionale da troppe alternative” e la legge di Murphy abbiamo un quadro completo di come, anche con stime conservative, un singolo task possa andare in ritardo Milestone e sindrome dello studente
  • 32. una unità di Throughput una unità di Throughput una unità di Throughput Tre unità di Throughput Task A Task B Task C Task C Task B Task A Multitasking
  • 33. • Quale sarà l’impatto sull’intero progetto se il task A è completato in soli 3 giorni? • Cosa succede se il task C richiede 8 giorni? • Cosa succede se i task A,B e C sono completati tutti e tre in soli 2 giorni? Il task D sarà pronto a partire con 3 giorni di anticipo? I ritardi si propagano. Le variazioni positive (anticipi) vengono filtrate e perse Task D 10 giorni Task C 5 8 giorni Task B 5 giorni Task A 5 3 giorni Dipendenza dei task
  • 34. 100% 100% 100% 100% 100% 100% 75% Il completamento della maggioranza delle attività sui rami del percorso non critico non significa che il progetto sia a buon punto € € Inoltre inserire dei milestone (ai quali magari è legato una parte del compenso) incentiva distorsioni della realtà Misura erronea dello stato di avanzamento
  • 35. Diverse risposte in funzione del grado di complessità / variabilità / numero di interdipendenze (tra task e/o persone) dei progetti Team dedicati a un progetto Team condivisi tra progetti Variabilità interna (risorse, competenze, priorità (valore, tput) Variabilità esterna (comprensione dei bisogni del cliente, auto consapevolezza del cliente sui propri processi Modello organizzativo e gestione della variabilità
  • 36. Sviluppo nuovo prodotto, modello organizzativo e framework «Agile»: un’introduzione
  • 37. Il processo di sviluppo nuovo prodotto viene diviso in fasi e monitorato con dei punti di controllo: -Gli Stage sono delle sequenze di attività suddivise secondo una logica temporale e di argomento -I Gate sono dei momenti di controllo in corrispondenza dei quali vengono definiti e valutati dei deliverable. Sulla base di questa valutazione si può verificare un avanzamento, un blocco, un ciclo ricorsivo o anche un abbandono del progetto Tecniche tradizionali di pianificazione del nuovo prodotto: stage gate
  • 38. •Queste fasi hanno validità quasi universale Stage gate
  • 39. PMI-PMBOK PRINCE 2 Approccio Checklist Metodologia Modalità di pianificazione Tutta all’inizio Stage gate Dimensioni del progetto Ambito, qualità, costi, tempo Ambito, qualità, costi, tempo, rischi, benefici Figure decisionali Project manager e project sponsor Project manager, executive, utilizzatore senior, fornitore senior Focus su Stato di avanzamento Requisiti e loro tolleranze Scuole del PM «tradizionale»
  • 42. •Sponsor (in fase preliminare fornisce i requisiti, si occupa di trovare fondi e supporto, conferisce autorità al PM…, in fase operativa approva i cambiamenti, aiuta a scegliere tra le diverse opzioni etc) •Project manager •Team (è particolarmente coinvolto nella creazione della WBS, nel risk management, nella qualità) •Responsabile di area/manager funzionale (“presta” le risorse, è interpellato su questioni specifiche, condivide la documentazione) I ruoli secondo il PMI
  • 43. •Top management o Program management •Project Board (ruolo simile allo sponsor ma meglio definito e piu’ sfaccettato) •Project manager •Team manager o team I ruoli secondo Prince 2
  • 44. Ambiente di lavoro caotico Priorità non chiare Barriere funzionali alla comunicazione Requisiti di prodotto mal definiti Mancanza di risorse Cambiamenti di specifica Problemi di producibilità non anticipati Paralisi progettuale (gold plating) Troppe riunioni e email I problemi principali: verso l’Agile Framework
  • 45. Progetti Complessi Persone Mercato e Requisiti dinamici Controllare il Progetto Motivare il Team Prodotti/Servizi di Qualita’ e Valore A G I L E ! Agile quando?
  • 46. Cercate produttività? Agile non fa per voi! Agile è per: • apportare facilmente cambiamenti • creare velocemente valore • aumentare la trasparenza Agile quando?
  • 47. AGILE NON E’ AGILE E’ Poca o nessuna documentazione Uno specchio della realtà Requisiti di massima Un processo guidato dal valore Nessuna pianificazione Un continuo adattamento agli input esterni con lo scopo di massimizzare il valore globale dell’output Fare e poi pensare Un waterfall interattivo Nessun controllo di progetto Agile cosa
  • 48. Che bisogni ha il cliente? Come lavora il cliente? Cosa vede il cliente? Come comunicare con lui? Quali aspettative ha? 1.Lavorare a stretto contatto con il cliente 2.Respirare la stessa aria 3.Avere le stesse aspettative Fa superare più facilmente la conflittualità intrinseca dei contratti Coinvolgere il cliente
  • 49. Cos’ è per il cliente il valore? •Un servizio/prodotto che apporta valore al proprio business •Aumenta la competitività •Riduce i costi •Aumenta i ricavi •Aumenta la penetrazione di mercato •Alza le barriere all’ingresso ai competitor •Crea nuovi mercati •ecc Creare valore
  • 50. L’Agilità è la capacità di tenere insieme: •Stabilità e flessibilità •Ordine e caos •Pianificazione ed esecuzione •Ottimizzazione e capacità di sperimentare •Controllo e velocità L’ « Agilità»
  • 52. •Produrre valore il prima possibile ( e confrontarsi subito con il cliente) •Accogliere il cambiamento e pianificare in modo iterativo •Team che si auto-organizza e modello partecipativo •Semplicità e sostenibilità tecnica e nelle modalità di lavoro •Vediamo una panoramica di alcune idee chiave dal mondo AGILE I principi sottesi
  • 53. Value= attività a valore aggiunto Type 1 = attività non a valore aggiunto ma necessaria Type 2 = attività non a valore aggiunto e non necessaria Semplicità e gestione delle priorità
  • 54. Subito qualcosa di funzionante/stabile: test driven development cycle
  • 55. I requisiti vengono espressi in termini di “storie” associate alla “persona” e ogni iterazione implementa un certo numero di storie Oltre il requisito: l’ «Agile Persona» e le «storie»
  • 56. Iterazione e visione di insieme
  • 57. •No al micro- management, team che si auto-organizzano •Logica della “staffetta” •Utilizzo funzionale del tempo delle persone coinvolte Una diversa cultura dell’HR
  • 58. •Questa lista viene progressivamente aggiornata per evidenziare il reale stato di avanzamento e la variabilità che comporta lavoro non pianificato Semplici strumenti visuali di PM: un esempio di action list
  • 59. Le pull card colorate contrassegnano le azioni e il colore ne evidenzia la priorità o il tipo Semplici strumenti visuali di PM: un esempio di Wall Gantt
  • 60. MODALITA’ VANTAGGI Le riunioni di coordinamento con tutto il team devono durare solo 15 minuti ed essere tenute in piedi di fronte alla lavagna Spostano il focus sulle urgenze, l’esecuzione e costringono alla sintesi e selezione Sviluppare un piano di lavoro per ogni componente del team Permettono di correggere in corsa e riallocare le risorse Tutte le altre questione sono rinviate a riunioni separate, se necessario Evitano l’effetto accumulo che causa ritardi Il coordinamento del team
  • 61. I principi generali della Lean nel PM
  • 62. La prima critica lean al PM tradizionale è organizzativa: -Una rigida divisione funzionale (es: centralizzare la funzione di controllo o quella di preventivazione) è considerata una delle cause principali di errori nella pianificazione e successive ottimizzazioni locali/competizione per le risorse che causano sprechi e ritardi - Il suggerimento è che tutti i team di manager e tecnici portino avanti tutte le tipologia di attività (stima, preventivazione, contrattazione/negoziazione ed esecuzione). Se il progetto è molto grande con più team coinvolti ha senso che per ognuna delle 4 core competencies citate in precedenza ci sia un project leader - Viene definita organizzazione a “work cells” con i project leader che si pongono come dei facilitatori e mettono la loro competenza a servizio dei team Anche la lean è sistemica
  • 63. Una pianificazione estremamente dettagliata che gestisca in modo rigido le date illudendosi di poter operare una perfetta sincronizzazione a priori è molto più soggetta agli effetti dirompenti della variabilità perche li amplifica nella misura in cui: • non permette di capitalizzare sugli anticipi e sulle risorse effettivamente, non teoricamente, disponibili • disperde le energie su più fronti, facendo anche partire la maggioranza dei sottofiloni di progetto troppo presto (tanto poi si bloccano) • è basato sull’illusione che tenendo le persone impegnate su più fronti e facendo girare molte materie prime, attrezzature e semilavorati questo massimizzi l’efficienza Pianificare….il giusto
  • 64. • il suggerimento non è di non pianificare nulla affidandosi al fato • è molto importante dedicare del tempo alla pianificazione “logica” del progetto capendo bene quali sono i prerequisiti e le condizioni al contorno che rendono possibile e efficace lavorare su un sottogruppo di attività, indicando anche un orizzonte temporale • è invece inutile e controproducente riempire il progetto di milestone dettagliati (tutti i livelli WBS) tentando una sincronizzazione millimetrica a livello di pianificazione (sono ammessi dei milestone per la fase) • i team devono abituarsi a pensare in termini di riconciliare una pianificazione quotidiana pragmatica con una visione logica del progetto come sistema e dei macro-obiettivi. E’ fondamentale l’idea del Quality Assignment • il “chase up” è stigmatizzato in quanto non serve e disturba (suggerito il controllo statistico di processo sull’affidabilità ove possibile) Pianificare….il giusto 2
  • 65. La pianificazione del breve nasce dall’accordo su cosa ottimizza complessivamente il progetto e dall’evitare logiche di competizione. Viene dato il via libera solo se c’è evidenza del fatto che il lavoro potrà procedere SENZA INTERRUZIONI Pianificare….il giusto 3
  • 66. • ridurre la variabilità e eseguire diligentemente il lavoro come se fosse una linea produttiva • a quel punto aumentare la velocità • deviazioni dal flusso concordato sono considerate alla stregua di difetti su cui intervenire subito Esecuzione dei chunk-lean allo stato puro
  • 68. • raggiungimento degli obiettivi • team building e grande apprendimento • motivazione e entusiasmo (you guys made a believer out of me!) Vantaggi
  • 69. Avere e dare visibilità su tempi, risorse,budget specifiche B Progettare tutto subito D Progettare solo quando i requisiti sono certi (progettare step by step) D’ Gestire la variabilità e avere flessibilità interna C La nuvola di conflitto •Il budget Gestione del progetto efficace ed efficiente A • La durata di un progetto non è banalmente la somma delle durate delle singole attività (percorso critico), così come è molto difficile essere affidabili sul budget se non si consolida • Soprattutto se lavoriamo in un contesto multiproject o dobbiamo coinvolgere delle risorse temporary dobbiamo sapere quando •Rispetto alle specifiche se gestite individualmente c’è un alto rischio di perderne per strada o di gold plating • Una progettazione a corto raggio mi consente di minimizzare la probabilità di lavorare su requisiti che poi decadono • Nella progettazione tradizionale c’è sempre una forte probabilità di non avere a disposizione gli input che servono per procedere al momento giusto • Progettando “all’ultimo” ho sempre un numero di informazioni maggiore e un numero di rischi inferiore • Dare visibilità è considerato sinonimo di qualità da parte del cliente •Soprattutto se lavoriamo in ambiente multiproject dobbiamo avere ben chiari gli impatti complessivi per essere efficienti •La variabilità non gestita minaccia seriamente l’efficacia e l’efficienza
  • 70. • La lunghezza e la complessità del progetto non è influente • la variabilità non è ipotizzabile a priori né controllabile in corso d’opera •Il modo in cui (non) coinvolgiamo il cliente è l’unico possibile •Non esistono metodologie intermedie tra il tradizionale e l’Agile •Le metodologie si escludono a vicenda e utilizzano strumenti completamente diversi •Il clima umano e le dinamiche organizzative non influenzano la gestione della variabilità • Non è realmente possibile fare risk management assunti D-D’ Progettare tutto subito Progettare solo quando i requisiti sono certi (progettare step by step) • La durata di un progetto non è banalmente la somma delle durate delle singole attività (percorso critico), così come è molto difficile essere affidabili sul budget se non si consolida • Soprattutto se lavoriamo in un contesto multiproject o dobbiamo coinvolgere delle risorse temporary dobbiamo sapere quando •Rispetto alle specifiche se gestite individualmente c’è un alto rischio di perderne per strada o di gold plating • Una progettazione a corto raggio mi consente di minimizzare la probabilità di lavorare su requisiti che poi decadono • Nella progettazione tradizionale c’è sempre una forte probabilità di non avere a disposizione gli input che servono per procedere al momento giusto • Progettando “all’ultimo” ho sempre un numero di informazioni maggiore e un numero di rischi inferiore La nuvola di conflitto
  • 71. • La scelta della metodologia dipende prima di tutto dal livello di variabilità. Sono elementi importanti anche la lunghezza del progetto, il clima organizzativo e la relazione con il cliente, nonché il particolare ramo o chunk di progetto su cui si sta lavorando • La lunghezza e la complessità del progetto non è influente • la variabilità non è ipotizzabile a priori né controllabile in corso d’opera •Il modo in cui (non) coinvolgiamo il cliente è l’unico possibile •Non esistono metodologie intermedie tra il tradizionale e l’Agile •Le metodologie si escludono a vicenda e utilizzano strumenti completamente diversi •Il clima umano e le dinamiche organizzative non influenzano la gestione della variabilità • Non è realmente possibile fare risk management La nuvola di conflitto
  • 72. La direzione della soluzione - TOC Che strada seguire?
  • 73. •Tutti gli algoritmi hanno in comune due elementi •fondamentali: l’idea di subordinazione ad una, ben definita, risorsa finita il meccanismo di controllo sulla corretta esecuzione dell’algoritmo Gli algoritmi
  • 74. € •Per massimizzare la velocità di generazione di valore da parte di •un vincolo di thruput è necessario: Identificare: determinare il vincolo Sfruttare: far lavorare il vincolo a pieno ritmo e sul giusto mix di prodotti Subordinare: costruire il sistema intorno al vincolo Gestione della risorsa finita
  • 75. € istante in cui il vincolo dovrebbe cominciare a processare € tempo tempo di buffer ovvero anticipo con cui il materiale deve essere pronto davanti al vincolo carta di controllo del buffer Il meccanismo di controllo: buffer management
  • 76. Cos’è un progetto: •un insieme di azioni necessario per soddisfare •delle specifiche stabilite da un committente, •in un tempo stabilito e all’interno di un budget definito Gestione di progetto e la genesi di catena critica
  • 77. Schedulazione Fase di pianificazione Fase di realizzazione • lista attività • durate • foglio risorse • sequenze • calendari risorse • data di consegna 1.Eventuale Risoluzione contesa di risorse e Identificazione catena critica 2.Possibile Fast tracking/schedule crashing 3.Dimensionamento e inserimento dei buffer • aggiornamento delle attività • costruzione delle carte di controllo/buffer management Schedulazioni individuali: le fasi
  • 78. Creazione del network: •Elencare le attività o tasks di progetto •Mettere le attività in sequenza evidenziandone le dipendenze logiche Capacità finita: tempistica e risorse •Stimare la durata di ogni singola attività, ipotizzando che la o le risorse associate lavorino sul task in modo dedicato, senza multitasking •Valutare la disponibilità temporale delle risorse •Data di consegna Gestione sistemica di progetto: quali input
  • 79. •Chiamiamo Catena Critica la sequenza più lunga di eventi dipendenti considerando l’utilizzo di risorse comuni. •Questa sequenza determina la lunghezza del progetto. •Essa è il fattore limitante (constraint) del progetto. La catena critica
  • 81. Soluzione delle contese (level load ) Percorso critico _ste deve contemporaneamente svolgere 2 lavori _alex deve contemporaneamente svolgere 2 lavori
  • 82. Il cammino critico La catena critica Solo dopo lo step «level load» può essere definita la Catena Critica
  • 83. Una volta schedulato un progetto può risultare troppo lungo rispetto alla data di consegna richiesta dal cliente o internamente. Ci sono essenzialmente due metodi di compressione che presentano benefici ma anche costi/rischi Metodi di compressione della catena critica
  • 84. Ha quasi sempre un costo Schedule Crashing
  • 85. Richiede elevata sincronizzazione e grande capacità di scomporre logicamente le attività Schedule fast tracking
  • 86. Ipotizzabile in contesti molto stabili con progetti ripetitivi, tendenzialmente ambienti multi- project Schedule resource leveling
  • 87. aggiungere protezione alle attività non aggiungere protezione alle attività completare il progetto in tempo D D’ C A promettere al cliente un lead time breve gestire un progetto con successo B Per… Dobbiamo… e quindi… dobbiamo… e quindi… Il vincolo mentale del project management
  • 88. D D’ C A B rispettare le scadenze è importante per il cliente il cliente non affida un progetto a chi non è in grado di garantire un lead time sufficientementebreve - ci sono fluttuazioni statistiche ed eventi imprevedibili che non possono essere anticipati - la protezione ci permette di gestire l’incertezza aggiungere protezione aumenta considerevolmente il lead time tutti i task hanno bisogno di protezione gestire un progetto con successo completare il progetto in tempo promettere al cliente un lead time breve aggiungere protezione alle attività non aggiungere protezione alle attività
  • 89. •Il project buffer realizza questa injection “aggiungere protezione solo sulla sequenza di task che determina la lunghezza del progetto”. invece di proteggere ogni singolo task della catena critica la protezione viene cumulata alla fine di questa in un buffer unico, il project buffer. L’injection è il project buffer
  • 90. D D’ C A B Il ramo non critico ha una funzione di supporto Una gestione efficace passa anche attraverso il contenimento dell’inventory - prima parto più cose faccio - ritardi sul ramo non critico impattano sulla catena critica Se finisco prima automaticamente nel sistema si crea dell’inventory di wip non necessaria La partenza determina il tempo di completamento del progetto gestire con successo il ramo non critico finire in tempo e non minacciare la catena critica risparmiare i costi del tenere inventory Partire il prima possibile Partire all’ultimo momento Conflitto early start vs late start
  • 91. I rami non critici del progetto che impattano sulla catena critica sono controllati e protetti da un altro buffer detto feeding. L’injection è partire solo un buffer di tempo prima: il feeding buffer
  • 92. Schedulazione Fase di pianificazione Fase di realizzazione • aggiornamento delle attività • costruzione delle carte di controllo/buffer management fatto fatto Siamo pronti ad andate in produzione • lista attività • durate • foglio risorse • sequenze • calendari risorse • data di consegna 1.Risoluzione contesa di risorse 2.Identificazione catena critica 3.Dimensionamento dei buffer 4.Inserimento dei buffer
  • 93. •No multitasking – quando si inizia un’attività si prosegue finchè è conclusa •Ogni attività inizia non appena le risorse sono disponibili e i prerequisiti soddisfatti • Le attività finiscono nel più breve tempo possibile • Anticipi sulla critical chain anticipano la fine dell’intero progetto • Anticipi sulle feeding chain aumentano la protezione della critical chain Questi tre principi insieme si definiscono lo stile del roadrunner L’esatto contrario del multitasking
  • 94. •Un sistema è stabile se produce risultati prevedibili. •La capacità di prevedere è la vera essenza del Management •La domanda alla base di qualsiasi valutazione e successivo intervento è: il sistema è stabile? •Un meccanismo semplice e potente è in grado di rispondere a questa domanda. Questo meccanismo si chiama buffer management. Buffer management e variabilità
  • 95. istante in cui il vincolo dovrebbe cominciare a processare € tempo carta di controllo del buffer •Se i processi che influiscono sul buffer non sono stabili, non siamo in grado di definire la quantità di protezione (dimensionamento del buffer). •Il buffer assume una funzione di controllo solo se i processi del sistema sono in controllo e l’oscillazione del consumo del buffer è stabile con limite superiore inferiore all’ampiezza massima del buffer. Dalla protezione al controllo
  • 96. I progetti gestiti con il metodo CCPM evidenziano: • una riduzione media del lead time del 69% • una riduzione media del cycle time del 66% • miglioramento del rispetto delle scadenze del 60% • riduzione del magazzino del 50% • aumento del throughput/ritorni del 68% I risultati del PM CC
  • 97. GRAZIE! Per informazioni: Dott.ssa Gaia Scapini Ufficio Marketing Pragma Management Systems gaia.scapini@pragmams.it