3. Distretto di Brescia e Collebeato
!
200.258 abitanti
3 consultori familiari pubblici
!
A sud e a ovest della città
4. Area sanitaria
!
6 ostetriche a tempo pieno
3 ostetriche a part-time
2 assistenti sanitarie a tempo pieno
1 ginecologo a tempo pieno
2 ginecologi convenzionati
5. !
Area psicosociale
!
3 psicologhe/i che coprono anche il
servizio adozioni e di mediazione familiare
1 psicologa/o part-time
2 assistenti sociali che coprono anche il
servizio di mediazione familiare e sono
presenti nelle commissioni invalidi
0 Mediatrice/tore Linguistico culturale
6. Consultorio Adolescenti
!
3 psicologi dipendenti per un numero variabile di ore
perchè si occupano anche di tutela o penale minorile
( USSM )
1 una psicologa convenzionata
1 un'assistente sociale part time, presente anche nelle
commissione invalidi.
Operatori sanitari sono assegnati per un numero
variabile di ore
7. I precedenti 9 consultori pubblici avevano un preciso
riferimento territoriale che facilitava il lavoro di rete e in
rete con:
!
• Centro sociale del Comune
• Comitato di quartiere
• Scuole di ogni ordine e grado
• Organizzazione politiche e partitiche
• Parrocchie
• Associazioni
• Volontariato organizzato e non
8. Oggi non c’è nessuna appartenenza
territoriale
!
Le sedi non sono adeguate al lavoro consultoriale
Nessuna cura per una accoglienza adeguata
!
Gestione verticale
12. !
I luoghi in cui veniamo ascoltati con
disponibilità hanno per noi una grande
importanza: possiamo rintracciarvi la
nostra forza e il nostro valore in modi
che sarebbero impossibile in altri luoghi
di semplice transito”
15. !
Questa conoscenza si traduce in interventi
individuali e di gruppo
mirati e non standardizzati
Ma tutto questo ci riconduce alla
competenza/volontà dei singoli operatori
non a scelte politiche e organizzative
20. lavoro in équipe
in tutti questi anni è stato un antidoto alle
tentazioni di resa e di rinuncia
Solo non vedendosi da soli di fronte alla
gravosità delle situazioni, ma costruendo alleanze di
senso e di lavoro con i colleghi/e è stato possibile
reggere alle frustrazioni e continuare generare
opportunità per le persone
21.
22. Tanto più oggi,
in una fase in cui chi lavora nei servizi di cura è
sottoposto a pressioni, tensioni, stress, è
importante riscoprire come il gruppo sia il lievito
della progettualità
il luogo dove le idee si confrontano e il senso e le
motivazioni si rigenerano.
Per questo diventa cruciale
costruire,ri-costruire e curare “gruppi pensanti”.
23. !
La mancata integrazione tra sociale e
sanitario acuisce oggi le diseguaglianze
nella salute perché lascia alle persone e
alle loro diseguali possibilità e capacità
il compito di integrare percorsi di cura
24. !
Il sociale e il sanitario
.
sono le due metà di uno stesso intero
!
la salute della persona.
28. Il cittadino è diventato cliente.
!
La figura del cliente riduce il servizio a
transazione privata tra un consumatore e
un fornitore, facendo smarrire l’idea di
responsablità collettiva che ci sta dietro
29.
30. Alcuni esempi
ecco le scelte illuminate della regione Lombardia
rispetto
al sostegno alla maternità
alla famiglia, ecc
31.
32. FONDO NASKO
!
Aiuto economico legato al pentimento
ruolo dell’operatore
controllo
Ruolo che preclude la possibilità di una alleanza di
lavoro per costruire un progetto con la donna/
famiglia
!
33. FONDO CRESCO
valore dell’allattamento monetizzato
Allatti poco 75 euro
Allatti tanto 150 euro
Il lavoro di sostegno individuale in questo
momento delicato e il lavoro in gruppo per
condividere saperi passa in secondo piano
prima il controllo poi se si può il sostegno
34. FONDO SOSTENGO
!
Norme a tutela dei coniugi separati o divorziati, in
condizione di disagio, in particolare con figli minori
!
!
residenza in Regione Lombardia da almeno cinque anni
continuativi dalla data di presentazione della richiesta
di accesso al contributo
35. !
La sola risposta economica (e pure
insufficiente)
alla povertà vecchia e nuova
riporta
i servizi indietro di decenni
36.
37. !
la crisi
sta impedendo
non favorendo
la nascita di pensieri e azioni
sia sul piano clinico che politico
capaci di ridare slancio vitale a individui (utenti e
operatori)
38. !
Chi è privo di fattori di protezioni civile
Basso reddito
Contesto familiare e sociale poveri di risorse
economiche e culturali
Ha reti di relazione sfilacciate
39. !
Si trova più esposto a situazioni di perdita
di salute
Più si è in condizione di fragilità sociale
solitudine, povertà più si è a rischio di
malattia
40. !
I bisogni che portano le persone sono il
sintomo di fenomeni più generali che
occorre illuminare, denunciare, portare
all’attenzione pubblica
41. !
Il lavoro consultoriale ha messo al centro
i contesti di vita delle persone.
!
Questi contesti ora sono trascurati
43. Culture professionali che negli anni si sono via
via rese autonome une dalle altre
!
Gerarchie dei saperi
Ordini professionali reciprocamente
rivendicativi
Appiattimento delle professione su dimensioni
burocratico-formali
45. !
il rischio in questi anni è stato quello di
rifugiarsi “in un professionalismo asettico e
distaccato”
accontentandosi “di aver finalmente raggiunto
uno status professionale e di ruolo (laurea,
laurea magistrale, funzione dirigenziale)
46. !
!
Chiusi nei nostri consultori
siamo entrati in una logica diagnostica e
fuoriusciti da una dimensione sociale.
49. Ci siamo allontanati troppo
dalla realtà viva
finendo per essere ingabbiati dentro un
ciclo solo istituzionale che, con il
tempo, ha fatto perdere di vista il
raccordo con la comunità locale
50. Gli operatori dei consultori di Brescia non
possono “parlare con la comunità “
!
Sono i Capi, che da anni lavorano dietro una
scrivania e parlano solo con le circolari,
a parlare del lavoro consultoriale nei
convegni, tavoli di lavoro con altri enti,
ecc.
51. Si assiste quindi alla triste
arringa a sostegno alle politiche socio
sanitarie regionali lombarde
Senza pensiero critico
né valorizzazione delle eccellenze
presenti nei consultori pubblici
o perché non le approvano
o non le conoscono
53. Curare l’interazione con i cittadini che non sono
già in contatto con i servizi
!
Tema dell’impoverimento
!
Intercettare le domande emergenti dei cittadini
e provare ad immaginare con loro le risposte
55. Oggi la realtà dei servizi è fatta
prevalentemente di invisibilità, si diventa
visibili quando succede qualcosa morte
di un bambino, violenza domestica.
Quando ne parlano i media
Quanta gente farebbe battaglia se domani
chiudessero i nostri servizi?
56. 31 maggio 2010
chiusura del Consultorio di Iseo (sostituito
immediatamente da un consultorio privato)
…di fronte alla mobilitazione delle cittadine e
cittadini l’assemblea dei sindaci invia una
lettera di protesta all’ASL…..
questo è stato l’atto rivoluzionario dei politici
della zona
57. Ottobre 2012
chiusura consultorio di via Baracca
!
il sindacato raccoglie più di mille firme, informa e parla
con la gente del quartiere.. che protesta sottovoce
e afferma”… che possiamo fare hanno già deciso”
!
Interrogazione della minoranza alla commissione servizi
alla persona del comune di Brescia…risposte della
maggioranza inconsistenti
58. l’ASL presente all’incontro nella figura del
Direttore Sociale continua ad affermare
che il Consultorio familiare non è stato
chiuso ma trasferito
La perla di questa riunione …. un consigliere
della maggioranza “… se la donna non può
andare al consultorio per problemi di
trasporto può sempre mandare un parente”
59. Maggio 2015
!
Voci di corridoio
annunciano l’imminente chiusura del
consultorio di Borgosatollo
Interpellati i capi
!
Silenzio assordante
60. !
!
È desolante pensare che se un servizio
chiude pochi se ne accorgono o scendono
in piazza
61. Ordine Assistenti Sociale regione Puglia
!
Alimentare la capacità di aspirare per
aprire strade locali di Welfare
!
23 ottobre 2014,
62. Ritornare ad aspirare al cambiamento
ci svincola da un
destino che si ripete,
da un presente che opprime rendendoci
incapaci di vedere altro
.
.
63. possibile strade
➢ riconoscere le sofferenze individuali come “sofferenze
urbane”;
➢ uscire dai blocchi istituzionali per “dare aria” ai
pensieri;
➢ vedere risorse dove abbiamo sempre pensato che ci
fossero problemi;
➢ socializzare le conoscenze sui problemi;
➢ mobilitare gruppi pensanti;
➢ costruire reti di prossimità.
64. !
L’inferno dei viventi non è qualcosa che
sarà; se ce n’è uno, è quello che è già
qui, l’inferno che abitiamo tutti i
giorni, che formiamo stando insieme.
65. !
!
Due modi ci sono per non soffrirne.
Il primo riesce facile a molti: accettare
l’inferno e diventarne parte fino al
punto di non vederlo più.
66. !
Il secondo è rischioso ed esige
attenzione e apprendimento continui:
cercare e saper riconoscere chi e cosa,
in mezzo all’inferno, non è inferno, e
farlo durare, e dargli spazio.
!
Italo Calvino Città Invisibili