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RADIOATTIVITA’ NEI PERCOLATI DI DISCARICA

AUTORI: Dr. Tiziano Vendrame (chimico - Servizio di Vigilanza Territoriale)
        Dr. Franco Andolfato (fisico - Servizio di fisica)
        del Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso
        (Via D’Annunzio 12 - 31100 Treviso - tel 0422 - 323416; fax 0422 - 323441)

      L’incidente di Chernobyl e la maggiore attenzione al problema radon hanno dato
un grosso impulso alle indagini nel campo della radioattività ambientale. Nel settore
delle discariche tuttavia, non è facile reperire dati, e quindi possono essere interessanti
quelli raccolti nel periodo 96 - 98 dal Dipartimento Provinciale dell’ARPAV di Treviso
(ex P.M.P.), contestualmente ad altre indagini.

      Partendo dall’idea che nel percolato di una discarica si raccolgono quasi tutte le
sostanze che da questa possono essere cedute all’ambiente esterno (biogas escluso),
sono stati ricercati i radioisotopi in esso contenuti, quali “spia” di eventuali
contaminazioni dei rifiuti. Di seguito si riportano i risultati ottenuti da sette discariche
di diversa tipologia, site nel trevigiano.

         Caratteristiche salienti delle discariche considerate:


                                   note ed abbreviazioni:

 disc.        volume            inizio          fine                    tipologia rifiuti
  n°            (m3)
   1          636 000       dic. 90        inizio 98       460 000 t: F1 19%; F2 30%; H0 20%;
                                                           K0 31% - elevata percentuale di fanghi
                                                           organici e “scorie saline” da alluminio
   2          500 000       1991           in esercizio    R. speciali accettabili in generiche
              (nel 95)                                     discariche di tipo “2B”
   3          275 000       1994           marzo 97        R. speciali e assimilabili: pulper di
                                                           cartiera 38%, RSU 5%, sovvalli selez.
                                                           RSU 16%, altri R. assimil. 38%, terre di
                                                           bonifica e altro 3%
   4           200 000      inizio 87      1989            rifiuti solidi urbani (RSU)
   5            44 500      marzo 95       giugno 97       ceneri carbone 40 000 t; rimanente
                                                           K0012 - K0015 (assimilabili e “fluff”)
   6           430 000      inizio 94      inizio 97       rifiuti solidi urbani
   7           345 000      fine 97        in esercizio    discarica di tipo “2B” con esclusione di
                                                           R. putrescibili (fanghi) e scorie saline da
                                                           lavorazione di alluminio
F1: fanghi di natura prevalentemente inorganica;
F2: fanghi di natura prevalentemente organica;
H0: “rifiuti solidi” terre di bonifica e di fonderia, terre filtranti, terreni inquinati, carboni, ecc.;
K0:rifiuti assimilabili agli urbani (plastica, imballaggi, carta, legno, tessuti, ecc.);
K0012: gomma, caucciù e materiali derivati (camere d’aria, copertoni ecc.);
K0015: imbottiture, isolanti termici ed acustici (es lana di vetro e di roccia, espansi ecc.)
Fluff: residuo da macinazione di parti leggere di autoveicoli (materiale plastico, imbottiture
ecc.) - notevoli variazioni secondo la provenienza (es: macinazione di residui plastici raccolti
presso carrozzieri e demolitori o da impianti di macinazione di carcasse di autoveicoli); può
venire classificato con i codici K0012 e K0015;

                                                                                                           1
Pulper: residui di lavorazione della carta, umidi e contenenti discrete percentuali di fibra di
legno ed altro materiale putrescibile;
R.:rifiuti;
Scorie saline da lavorazione alluminio: residui di fondenti (principalmente a base di cloruri di
sodio e potassio) usati in operazioni di fusione dell’alluminio - particolarmente “fastidiose”
quelli provenienti da rifusione alluminio di riciclo, per presenza di carburi, nitruri, fosfuri (ecc)
di alluminio che reagiscono con l’acqua generando molto calore, con formazione di metano,
ammoniaca, fosfine (ecc.); la classificazione più corretta è nel codice G0131, ma nel caso della
discarica n° 1 sono conteggiate nel codice H0; notizie specifiche (divulgative) sono riportate in
un articolo (P. Sacco) pubblicato su “Cyanus”, vol 1, n° 2 del luglio 94;
Sovvalli (da selezione di RSU): residui da impianti di cernita e trattamento RSU, non
utilizzabili per il compostaggio;
UNSCEAR: United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation.

     Per un ulteriore confronto comparativo, si riassumono di seguito le principali
caratteristiche chimiche dei percolati in questione:
le concentrazioni riportate sono espresse in mg/l; la conducibilità (Cond.) in µS/cm; tra due
trattini (- -) sono riportati i valori maggiormente approssimati; per il cromo è specificato se
“totale” (tot) o esavalente (esa).

 discar.       1           2           3            4           5         5            6         7
   n°                                                       (percol.) (ceneri)
periodo 91 - 96        91 - 96     media 96    95 media     22.1.97   12.2.97    campione media 97
    e   media su       media su    - 97 (2     su 2 prel.                        medio 98 - 98 (2
  tipo  12 - 15        12          prel.)      (2 pozzi)                         su 9 lotti prel.)
           prelievi    prelievi
pH         8,7         7,5         7,95        6,7          11,6      9,4        7,6       7,15
COD        13400       8030        8100        1990         380       150000     2950      2260
SO4        1430        719         - 200 -     2425         180                  250       - 100 -
Cl         84900       9090        2475        240          16000                2400      535
NH3        7430        1970        3650        214          1,0       < 10       2000      190
Cond.      60000       24400       21500       3650         30000                16500     3650
Na                                 1080
K                                  990
Fe         3,7         1,5         5,0         29           0,5       10400      23        7,5
Al         8,1         1,6         3,0                      8,4                  8,5
Cr         0,6 (tot)   0,2 (tot)   3,7 (tot)   0,1 (tot)    2,1 (esa) 40 (tot)

La tabella dei percolati evidenzia alcuni fattori legati alle tipologie di rifiuti ed alle specifiche
caratteristiche dei singoli impianti, accennate nella tabella precedente:
• la discarica n° 1 denota elevatissimi valori di cloruri (e conseguentemente di conducibilità)
   nonchè di ammoniaca a seguito di una elevata percentuale di “scorie saline” da lavorazione
   dell’alluminio (vedere note precedenti) e di fanghi organici (F2) provenienti da impianti di
   depurazione biologica; la presenza delle “scorie saline” non influenza in modo altrettanto
   evidente la concentrazione di alluminio;
• anche la n° 2 denota un discreto valore di cloruri; pure in questa sono state smaltite (in
   misura più limitata) scorie saline;
• la n° 3 contiene una elevata percentuale di rifiuti di tipo organico (“putrescibili”): “pulper”,
   RSU e “sovvalli” assommano al 59% circa; vi è inoltre una discreta percentuale (circa 38%)
   di rifiuti solidi assimilabili agli urbani (per lo più imballaggi e similari);
• la n° 4 è una “vecchia” discarica di RSU: si nota che il COD e, in maggior misura,
   ammoniaca e cloruri hanno valori abbastanza bassi se paragonati ad una discarica dello
   stesso tipo chiusa di recente (la n° 6) o con una per tipologie di rifiuti similari (la n° 3),
                                                                                                        2
almeno dal punto di vista della facile “puterscibilità”; nonostante l’età, il percolato mantiene
  comunque un discreto carico inquinante;
• la n° 5 è peculiare per essere quasi “monorifiuto”: la maggior parte (in peso) è costituita da
  ceneri di carbone provenienti da centrali termoelettriche; il percolato in questo caso deriva
  essenzialmente dal dilavamento meteorico, nel periodo di esercizio; oltre a bassissimi valori
  di ammoniaca e COD (prevedibili) si è riscontrato un inatteso valore elevato dei cloruri,
  legato forse al fatto che in alcune centrali di origine le ceneri vengono raffreddate con acqua
  di mare; vi è infine una concentrazione di cromo esavalente relativamente elevata,
  considerato che in tutti gli altri campioni questo è sempre risultato pressochè assente; in
  tabella è riportata, per paragone, l’analisi di un campione medio di ceneri, prelevato prima
  dello scarico di altre tipologie di rifiuti (l’elevato valore di “COD” nel rifiuto è legato alla
  presenza di materiale incombusto);
• la n° 6 è una tipica discarica di RSU, chiusa di recente; l’analisi è relativa ad un campione
  medio su nove lotti, a circa un anno dalla chiusura;
• la n° 7, infine, è sempre di tipo “2B” (come la n° 1, 2, 3, 5) ma con notevoli limitazioni
  sulle tipologie di rifiuti ammesse nei lotti iniziali, in particolare con l’esclusione di fanghi di
  tipo organico e di “scorie saline”, in quanto in origine priva di impianto di biogas; con
  l’esclusione della n° 5 e della n° 4 (per i motivi sopra esposti) denota in effetti i valori più
  bassi in assoluto per cloruri ed ammoniaca; anche il COD è abbastanza basso.


      Risultati della ricerca dei radioisotopi:

       In occasione di normali controlli presso le discariche, sono stati occasionalmente
prelevati, oltre agli usuali campioni per l’analisi chimica, anche aliquote destinate alla
ricerca e determinazione dei radioisotopi presenti.
       La maggior parte delle misure tabulate di seguito riguardano percolati; per
paragone sono riportate, quando disponibili, misure su acque di falda prelevate da pozzi
siti in vicinanza agli impianti considerati.
       La tecnica di misura utilizzata è la spettrometria γ HP - Ge; lo strumento
impiegato ha una risoluzione di 1,7 KeV a 1,33 MeV, con efficienza relativa del 30%.
La sensibilità e la precisione delle misure sono legate a molti fattori, quali l’efficienza
dello strumento, la durata delle misure, l’attività del campione e il fondo.
       Per dare un’idea di questi fattori, nelle tabelle seguenti sono riportati anche i
limiti di rilevabilità nei casi in cui l’isotopo non è risultato determinabile (<...), nonchè,
tra parentesi a fianco dei valori rilevati, il valore 2 σ o “intervallo di confidenza” che
comprende il 95% dei valori e dà una misura dell’incertezza strumentale. Oltre a
radiocesio e K 40, sono stati ricercati i seguenti radioisotopi artificiali, non riportati
nelle tabelle, in quanto risultati sempre al di sotto del limite di rilevabilità (dell’ordine
di 0,1 Bq/Kg): Zr 95, Nb 95, I 131, Ru 103, Rh 106, Sb 125, Ba 140, Ce 141, Ce 144,
Co 57.
       La determinazione del Radon, eseguita in alcuni casi, comporta il prelievo del
campione in un apposito beker di alluminio a chiusura ermetica; il conteggio viene
eseguito dopo il raggiungimento dell’equilibrio radioattivo tra il Radon e i suoi prodotti
di decadimento γ - emettitori: Pb 214 e Bi 214. L’attività del Radon viene calcolata
indirettamente dalle attività di questi due prodotti di decadimento (il Rn 222 non è
gamma - emettitore).
       Per gli altri radionuclidi è sufficiente una aliquota del materiale, solido o liquido,
prelevata con le usuali modalità al fine di garantire la rappresentatività del campione.

Le attività sono espresse in Bq/Kg; 1Bq (becquerel) = 1 disintegrazione radioattiva al secondo;
in neretto i valori delle misure; l’asterisco (*) ricorda che l’attività del radon è stata calcolata
indirettamente dalla misura delle attività di Pb 214 e di Bi 214.
                                                                                                        3
disc. n° 1                                   disc. n° 2
data prel.            26.9.96             25.8.97                   20.8.97                 21.1.97
Cs 137           0,24 (0,11)        0,21 (0,11)        <0,13            0,39 (0,11)       <0,1
Cs 134           <0,34               <0,07             <0,06               <0,04          <0,06
K 40             79,7 (3,8)         12,9 (1,9)         19,2 (2,6)       86,4 (3,7)       23,7 (2,2)


La colonna “falda” (discarica n° 3) è relativa ad un pozzo spia sito a monte, profondo circa 30 m.
                           disc. n° 3                                                disc. n° 4

                          percolato                        falda
data prel.         06.11.96      05.11.97                05.11.97                   09.12.96
Cs 137           0,14 (0,05) 0,4 (0,2)                 < 0,1               0,11 (0,08) 0,17 (0,14)
Cs 134           <0,05         < 0,1                   < 0,1               <0,06         <0,05
K 40             7,7 (1,7)          32,6 (2,7)         < 2,0                <2,00       3,1 (1,6)
*(Rn 222)                                              15,1 (2,0)


                                                       disc. n° 6
                                      prelievi del 25.3.98 su 9 pozzi distinti
Cs 137 0,26            0,30        0,30       0,30      0,35        0,43      0,21       0,14     < 0,23
incert.       0,04       0,09       0,07       0,08       0,09       0,07       0,09      0,08
Cs 134       < 0,09     < 0,17     < 0,13     < 0,09     < 0,13     < 0,12     < 0,24    < 0,20   < 0,20
K 40   38,0            72,2        58,9       58,1      62,8        78,0      45,1       31,7     26,3
incert.       1,9        4,0        2,9        2,5        3,1         3,6      3,8       2,9      2,8
Co 57        < 0,15     < 0,05     < 0,07     < 0,06     < 0,18     < 0,17 < 0,24 < 0,20 < 0,23
                                 disc.5                           la durata di queste misure varia da
                     ceneri            percolato                  circa 8 fino a 24 ore cadauna;
data prel.          12.2.97             22.1.97                   l’incertezza di misura sul K 40 è
                                                                  stimato del 4 - 5% sulle prime sei
Cs 137            <0,26              <0,08                        misure, dell’ 8 - 10% per le ultime tre;
Cs 134            <0,19              <0,09                        per il Cs 137 l’incertezza si aggira
K 40        259,4 (8,1) 34,2 (3,0)                                intorno al 20 - 30% per la maggior
                                                                  parte delle misure.
Th 232:
     Ac 228   95,8 (3,6) 0,70 (0,46)                              La discarica n° 5, analogamente a
     Ra 224   91,3 (9,4)                                          quanto fatto per l’analisi chimica,
     Pb 212        100,6 0,66 (0,21)                              consente un confronto tra le
                 (3,0)                                            caratteristiche del rifiuto (ceneri) e
      Bi 212               105,0                                  del percolato; il valore delle ceneri
                 (6,8)                                            è relativo ad un campione medio,
     Tl 208           31,2 (0,5)      0,22 (0,18)                 prelevato prima dello scarico di
U 238:                                                            altre tipologie di rifiuti.
    Th 234            74 (35)    <4,39
    Ra 226                 172,8 1,88 (1,60)                                                                 4
                 (7,6)
      Pb 214               106,4      1,77 (0,56)
                 (4,7)
     Bi 214           94,8 (2,9)      2,22 (0,40)
 *(Rn 222)                            2,25 (0,48)
disc.7
                    percolato                                         falda
                                       pozzo           pozzo spia       pozzo            pozzo
                                       interno (m      (m 12)           esterno (m      esterno (m
                                       280)                             270)            50)
data prel.    29.10.97     14.10.98      13.5.97         13.5.97              10.6.97     10.6.97
Cs 137         < 0,09        0,11         < 0,11          < 0,10               < 0,07      < 0,12
                            (0,05)
Cs 134          < 0,06       <0,14        < 0,07             < 0,03           < 0,07       < 0,08
K 40          2,5 (1,5)    3,1 (1,0)      < 2,21             < 1,86           < 1,86       < 2,43
Th 232:
   Ac 228                                 < 0,47             < 0,29           < 0,26       < 0,64
   Pb 212                                 < 0,29             < 0,21           < 0,15       < 0,26
   Tl 208                                 < 0,09             < 0,08           < 0,11       < 0,14
U 238:
  Th 234                                  < 4,56             < 3,65           < 3,39       < 4,76
   Ra 226                                 < 2,48             < 1,91           < 1,45       < 1,65
   Pb 214                              24,2 (1,3)       4,5 (0,6)         5,9 (0,6)      8,2 (0,6)
   Bi 214                              24,9 (1,2)       4,0 (0,7)         6,5 (0,5)      8,2 (0,5)
*(Rn 222)                              25,7 (3,3)       4,2 (0,6)         6,1 (0,5)      8,7 (0,5)


     Conclusioni:

       In generale, pur con le cautele legate al ridotto numero complessivo di misure, gli
unici radioisotopi rilevati al livello di sensibilità del metodo sono il Cs 137 (da
Chernobyl e rilasci dovuti ad esperimenti nucleari in atmosfera) ed il K 40 (naturale), se
si esclude la discarica n° 5, discussa a parte.
       In nessun campione sono stati riscontrati valori misurabili di Cs 134, come è da
attendersi in base ai tempi di dimezzamento (circa 30 anni per il Cs 137 e circa 2 anni
per il Cs 134) ed all’abbondanza relativa dei due isotopi al momento dell’incidente di
Chernobyl (la quantità di Cs 137 rilasciata è stata di circa il 60% superiore a quella del
Cs 134).


                                                                                                     5
Le discariche n° 1, 3, 6, presentano valori di Cs 137 più alti delle altre e
abbastanza simili tra loro; si nota che anche i periodi di attività sono in buona parte
sovrapponibili.
      Per lo stesso isotopo la discarica n° 4 presenta un valore medio (2 campioni)
nettamente più basso; tuttavia è da notare che anche dal punto di vista chimico il
percolato di questa presenta, per alcuni parametri, valori nettamente inferiori a quelli
delle altre discariche simili per tipologia di rifiuti smaltiti, quali ad es. la n° 3 e la n° 6.
      Per la n° 7 la media è approssimata, con elevato margine di errore, a causa dei
bassi valori misurati. Anche questa, per i parametri chimici, denota molti valori
nettamente più bassi delle altre discariche di tipo “2B” (es. le n°1 e n° 2), causa le
limitazioni sulle tipologie di rifiuti ammesse.
      Infine per la n° 2 il Cs 137 risulta pressochè assente, ma è disponibile una sola
misura.
      In definitiva, i valori di Cs 137 attualmente misurati in queste matrici sembrano
abbastanza bassi e, in linea di massima, i valori più alti si riscontrano nelle discariche
con percolato più “ricco”.

      Riguardo al K 40 si nota che i valori più elevati sono stati misurati nelle
discariche n° 1 e 6, diversissime per altri aspetti. Purtroppo non sono disponibili, se non
in casi sporadici, analisi chimiche sul contenuto di potassio dei singoli percolati. I
parametri conducibilità e cloruri possono dare una generica indicazione della salinità,
ma senza alcuna indicazione sul rapporto sodio/potassio o sulla presenza di altri metalli
(quali calcio e magnesio), che sono senz’altro i cationi più abbondanti.

       La discarica n° 5 merita infine un accenno a parte, in quanto è l’unica in cui si
rilevano isotopi diversi da quelli già citati, a causa dello specifico rifiuto smaltito
(ceneri di carbone). Si osserva in particolare l’assenza del Cs 137 (il rifiuto non ha
avuto modo di essere “contaminato” dall’ambiente esterno), e la presenza di numerosi
elementi delle serie radioattive dell’Uranio 238 e del Torio 232, che non sono stati
rilevati in nessuna delle altre.
       Uranio e Torio, in origine presenti nel carbone, si concentrano nelle ceneri; i
valori misurati in queste rientrano nella media dei valori riportati in letteratura per tale
tipo di materiale (rapporto UNSCEAR 1993).
       Il K 40 nel percolato è a livelli simili a quelli riscontrati negli altri impianti (n° 1,
3, 6 in particolare), ed è pari a circa 1/10 di quanto misurato nelle ceneri.
       Gli isotopi delle serie U 238 e Th 232 hanno invece concentrazioni di circa 1/50 -
1/100 rispetto alle ceneri, senz’altro a causa della minore solubilità dei composti di
questi elementi rispetto a quelli del potassio.
       Si nota infine, in questo percolato, la presenza di una concentrazione misurabile
(indirettamente) di Rn 222, come del resto è da attendersi, vista la presenza dei
precursori.

       Per le discariche n° 3 e n° 7, sono riportate alcune misurazioni eseguite su
campioni di acque di falda, prelevati da pozzi spia e da pozzi privati siti nelle vicinanze
dei rispettivi impianti. In queste risulta che tutti gli isotopi ricercati non sono rilevabili
(al livello di sensibilità del metodo), salvo il Rn 222, a livelli paragonabili, o superiori,
a quelli riscontrati nel percolato della discarica n° 5. Anche questi valori rientrano nelle
medie riportate in letteratura (UNSCEAR 93) che dà valori medi di riferimento per il
Rn 222 di: 1 Bq/l per acque superficiali, 10 Bq/l per acque sotterranee (ground water) e
100 Bq/l per acque più profonde (well water).

                                                                                                   6
I risultati sono riassunti nella tabella seguente:
      Distribuzione degli isotopi di Cesio e Potassio (valori medi approssimati):

       disc.        tipo      Cs 137           K 40         n°                 note
        n°                                                  mis
         1     2B           - 0,21 -      49,5               4     presenti scorie saline
         2     2B           <0,1          23,7               1
         3     RSAU         0,27          20,1               2
         4     RSU          0,14          - 1,5 -            2     percol. “meno carico”
         5     2B           non ril.      259,4 (cen.)       1     prevalenza di ceneri; presenti
                                          34,2 (percol.)     1     isotopi serie U e Th
          6    RSU          - 0,25 -      52,3               9
          7    2B           - 0,05 -      5,6                2     limitaz. sulle tipologie


      Note finali

       Tutte le analisi e misurazioni riportate in questo poster sono state eseguite dalle Sez. di
Chimica e di Fisica dell’ex P.M.P. di Treviso (ora ARPAV).
       Vengono inoltre ripresi ed aggiornati risultati preliminari presentati in precedenti lavori
dal Dr. Vendrame:
• “Caratterizzazione di percolati di discariche nel trevigiano” - (caratteristiche chimiche) -
   presentato al Convegno “Settimana ambiente Italia 1997”;
• “Radioattività e percolati” - su “Cyanus”, n° 10, vol 4 del dicembre 1997 (edito dal Centro
   ricerche ambientali di Padova della Fondazione Salvatore Maugeri).

      Ringraziamenti: agli I.I. Danieletto, Cal, Carraretto che hanno materialmente
contribuito ai campionamenti; al Dr. Moretto (Provincia di Treviso) e al P.I. Contò (Comune di
Paese) per dati e correzioni; infine al Dr. Moro (SPISAL ULSS n° 9 di Treviso) per le utili
osservazioni sulla stesura.




                                                                                                     7

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Radioattivita nei percolati di discarica

  • 1. RADIOATTIVITA’ NEI PERCOLATI DI DISCARICA AUTORI: Dr. Tiziano Vendrame (chimico - Servizio di Vigilanza Territoriale) Dr. Franco Andolfato (fisico - Servizio di fisica) del Dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso (Via D’Annunzio 12 - 31100 Treviso - tel 0422 - 323416; fax 0422 - 323441) L’incidente di Chernobyl e la maggiore attenzione al problema radon hanno dato un grosso impulso alle indagini nel campo della radioattività ambientale. Nel settore delle discariche tuttavia, non è facile reperire dati, e quindi possono essere interessanti quelli raccolti nel periodo 96 - 98 dal Dipartimento Provinciale dell’ARPAV di Treviso (ex P.M.P.), contestualmente ad altre indagini. Partendo dall’idea che nel percolato di una discarica si raccolgono quasi tutte le sostanze che da questa possono essere cedute all’ambiente esterno (biogas escluso), sono stati ricercati i radioisotopi in esso contenuti, quali “spia” di eventuali contaminazioni dei rifiuti. Di seguito si riportano i risultati ottenuti da sette discariche di diversa tipologia, site nel trevigiano. Caratteristiche salienti delle discariche considerate: note ed abbreviazioni: disc. volume inizio fine tipologia rifiuti n° (m3) 1 636 000 dic. 90 inizio 98 460 000 t: F1 19%; F2 30%; H0 20%; K0 31% - elevata percentuale di fanghi organici e “scorie saline” da alluminio 2 500 000 1991 in esercizio R. speciali accettabili in generiche (nel 95) discariche di tipo “2B” 3 275 000 1994 marzo 97 R. speciali e assimilabili: pulper di cartiera 38%, RSU 5%, sovvalli selez. RSU 16%, altri R. assimil. 38%, terre di bonifica e altro 3% 4 200 000 inizio 87 1989 rifiuti solidi urbani (RSU) 5 44 500 marzo 95 giugno 97 ceneri carbone 40 000 t; rimanente K0012 - K0015 (assimilabili e “fluff”) 6 430 000 inizio 94 inizio 97 rifiuti solidi urbani 7 345 000 fine 97 in esercizio discarica di tipo “2B” con esclusione di R. putrescibili (fanghi) e scorie saline da lavorazione di alluminio F1: fanghi di natura prevalentemente inorganica; F2: fanghi di natura prevalentemente organica; H0: “rifiuti solidi” terre di bonifica e di fonderia, terre filtranti, terreni inquinati, carboni, ecc.; K0:rifiuti assimilabili agli urbani (plastica, imballaggi, carta, legno, tessuti, ecc.); K0012: gomma, caucciù e materiali derivati (camere d’aria, copertoni ecc.); K0015: imbottiture, isolanti termici ed acustici (es lana di vetro e di roccia, espansi ecc.) Fluff: residuo da macinazione di parti leggere di autoveicoli (materiale plastico, imbottiture ecc.) - notevoli variazioni secondo la provenienza (es: macinazione di residui plastici raccolti presso carrozzieri e demolitori o da impianti di macinazione di carcasse di autoveicoli); può venire classificato con i codici K0012 e K0015; 1
  • 2. Pulper: residui di lavorazione della carta, umidi e contenenti discrete percentuali di fibra di legno ed altro materiale putrescibile; R.:rifiuti; Scorie saline da lavorazione alluminio: residui di fondenti (principalmente a base di cloruri di sodio e potassio) usati in operazioni di fusione dell’alluminio - particolarmente “fastidiose” quelli provenienti da rifusione alluminio di riciclo, per presenza di carburi, nitruri, fosfuri (ecc) di alluminio che reagiscono con l’acqua generando molto calore, con formazione di metano, ammoniaca, fosfine (ecc.); la classificazione più corretta è nel codice G0131, ma nel caso della discarica n° 1 sono conteggiate nel codice H0; notizie specifiche (divulgative) sono riportate in un articolo (P. Sacco) pubblicato su “Cyanus”, vol 1, n° 2 del luglio 94; Sovvalli (da selezione di RSU): residui da impianti di cernita e trattamento RSU, non utilizzabili per il compostaggio; UNSCEAR: United Nations Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation. Per un ulteriore confronto comparativo, si riassumono di seguito le principali caratteristiche chimiche dei percolati in questione: le concentrazioni riportate sono espresse in mg/l; la conducibilità (Cond.) in µS/cm; tra due trattini (- -) sono riportati i valori maggiormente approssimati; per il cromo è specificato se “totale” (tot) o esavalente (esa). discar. 1 2 3 4 5 5 6 7 n° (percol.) (ceneri) periodo 91 - 96 91 - 96 media 96 95 media 22.1.97 12.2.97 campione media 97 e media su media su - 97 (2 su 2 prel. medio 98 - 98 (2 tipo 12 - 15 12 prel.) (2 pozzi) su 9 lotti prel.) prelievi prelievi pH 8,7 7,5 7,95 6,7 11,6 9,4 7,6 7,15 COD 13400 8030 8100 1990 380 150000 2950 2260 SO4 1430 719 - 200 - 2425 180 250 - 100 - Cl 84900 9090 2475 240 16000 2400 535 NH3 7430 1970 3650 214 1,0 < 10 2000 190 Cond. 60000 24400 21500 3650 30000 16500 3650 Na 1080 K 990 Fe 3,7 1,5 5,0 29 0,5 10400 23 7,5 Al 8,1 1,6 3,0 8,4 8,5 Cr 0,6 (tot) 0,2 (tot) 3,7 (tot) 0,1 (tot) 2,1 (esa) 40 (tot) La tabella dei percolati evidenzia alcuni fattori legati alle tipologie di rifiuti ed alle specifiche caratteristiche dei singoli impianti, accennate nella tabella precedente: • la discarica n° 1 denota elevatissimi valori di cloruri (e conseguentemente di conducibilità) nonchè di ammoniaca a seguito di una elevata percentuale di “scorie saline” da lavorazione dell’alluminio (vedere note precedenti) e di fanghi organici (F2) provenienti da impianti di depurazione biologica; la presenza delle “scorie saline” non influenza in modo altrettanto evidente la concentrazione di alluminio; • anche la n° 2 denota un discreto valore di cloruri; pure in questa sono state smaltite (in misura più limitata) scorie saline; • la n° 3 contiene una elevata percentuale di rifiuti di tipo organico (“putrescibili”): “pulper”, RSU e “sovvalli” assommano al 59% circa; vi è inoltre una discreta percentuale (circa 38%) di rifiuti solidi assimilabili agli urbani (per lo più imballaggi e similari); • la n° 4 è una “vecchia” discarica di RSU: si nota che il COD e, in maggior misura, ammoniaca e cloruri hanno valori abbastanza bassi se paragonati ad una discarica dello stesso tipo chiusa di recente (la n° 6) o con una per tipologie di rifiuti similari (la n° 3), 2
  • 3. almeno dal punto di vista della facile “puterscibilità”; nonostante l’età, il percolato mantiene comunque un discreto carico inquinante; • la n° 5 è peculiare per essere quasi “monorifiuto”: la maggior parte (in peso) è costituita da ceneri di carbone provenienti da centrali termoelettriche; il percolato in questo caso deriva essenzialmente dal dilavamento meteorico, nel periodo di esercizio; oltre a bassissimi valori di ammoniaca e COD (prevedibili) si è riscontrato un inatteso valore elevato dei cloruri, legato forse al fatto che in alcune centrali di origine le ceneri vengono raffreddate con acqua di mare; vi è infine una concentrazione di cromo esavalente relativamente elevata, considerato che in tutti gli altri campioni questo è sempre risultato pressochè assente; in tabella è riportata, per paragone, l’analisi di un campione medio di ceneri, prelevato prima dello scarico di altre tipologie di rifiuti (l’elevato valore di “COD” nel rifiuto è legato alla presenza di materiale incombusto); • la n° 6 è una tipica discarica di RSU, chiusa di recente; l’analisi è relativa ad un campione medio su nove lotti, a circa un anno dalla chiusura; • la n° 7, infine, è sempre di tipo “2B” (come la n° 1, 2, 3, 5) ma con notevoli limitazioni sulle tipologie di rifiuti ammesse nei lotti iniziali, in particolare con l’esclusione di fanghi di tipo organico e di “scorie saline”, in quanto in origine priva di impianto di biogas; con l’esclusione della n° 5 e della n° 4 (per i motivi sopra esposti) denota in effetti i valori più bassi in assoluto per cloruri ed ammoniaca; anche il COD è abbastanza basso. Risultati della ricerca dei radioisotopi: In occasione di normali controlli presso le discariche, sono stati occasionalmente prelevati, oltre agli usuali campioni per l’analisi chimica, anche aliquote destinate alla ricerca e determinazione dei radioisotopi presenti. La maggior parte delle misure tabulate di seguito riguardano percolati; per paragone sono riportate, quando disponibili, misure su acque di falda prelevate da pozzi siti in vicinanza agli impianti considerati. La tecnica di misura utilizzata è la spettrometria γ HP - Ge; lo strumento impiegato ha una risoluzione di 1,7 KeV a 1,33 MeV, con efficienza relativa del 30%. La sensibilità e la precisione delle misure sono legate a molti fattori, quali l’efficienza dello strumento, la durata delle misure, l’attività del campione e il fondo. Per dare un’idea di questi fattori, nelle tabelle seguenti sono riportati anche i limiti di rilevabilità nei casi in cui l’isotopo non è risultato determinabile (<...), nonchè, tra parentesi a fianco dei valori rilevati, il valore 2 σ o “intervallo di confidenza” che comprende il 95% dei valori e dà una misura dell’incertezza strumentale. Oltre a radiocesio e K 40, sono stati ricercati i seguenti radioisotopi artificiali, non riportati nelle tabelle, in quanto risultati sempre al di sotto del limite di rilevabilità (dell’ordine di 0,1 Bq/Kg): Zr 95, Nb 95, I 131, Ru 103, Rh 106, Sb 125, Ba 140, Ce 141, Ce 144, Co 57. La determinazione del Radon, eseguita in alcuni casi, comporta il prelievo del campione in un apposito beker di alluminio a chiusura ermetica; il conteggio viene eseguito dopo il raggiungimento dell’equilibrio radioattivo tra il Radon e i suoi prodotti di decadimento γ - emettitori: Pb 214 e Bi 214. L’attività del Radon viene calcolata indirettamente dalle attività di questi due prodotti di decadimento (il Rn 222 non è gamma - emettitore). Per gli altri radionuclidi è sufficiente una aliquota del materiale, solido o liquido, prelevata con le usuali modalità al fine di garantire la rappresentatività del campione. Le attività sono espresse in Bq/Kg; 1Bq (becquerel) = 1 disintegrazione radioattiva al secondo; in neretto i valori delle misure; l’asterisco (*) ricorda che l’attività del radon è stata calcolata indirettamente dalla misura delle attività di Pb 214 e di Bi 214. 3
  • 4. disc. n° 1 disc. n° 2 data prel. 26.9.96 25.8.97 20.8.97 21.1.97 Cs 137 0,24 (0,11) 0,21 (0,11) <0,13 0,39 (0,11) <0,1 Cs 134 <0,34 <0,07 <0,06 <0,04 <0,06 K 40 79,7 (3,8) 12,9 (1,9) 19,2 (2,6) 86,4 (3,7) 23,7 (2,2) La colonna “falda” (discarica n° 3) è relativa ad un pozzo spia sito a monte, profondo circa 30 m. disc. n° 3 disc. n° 4 percolato falda data prel. 06.11.96 05.11.97 05.11.97 09.12.96 Cs 137 0,14 (0,05) 0,4 (0,2) < 0,1 0,11 (0,08) 0,17 (0,14) Cs 134 <0,05 < 0,1 < 0,1 <0,06 <0,05 K 40 7,7 (1,7) 32,6 (2,7) < 2,0 <2,00 3,1 (1,6) *(Rn 222) 15,1 (2,0) disc. n° 6 prelievi del 25.3.98 su 9 pozzi distinti Cs 137 0,26 0,30 0,30 0,30 0,35 0,43 0,21 0,14 < 0,23 incert. 0,04 0,09 0,07 0,08 0,09 0,07 0,09 0,08 Cs 134 < 0,09 < 0,17 < 0,13 < 0,09 < 0,13 < 0,12 < 0,24 < 0,20 < 0,20 K 40 38,0 72,2 58,9 58,1 62,8 78,0 45,1 31,7 26,3 incert. 1,9 4,0 2,9 2,5 3,1 3,6 3,8 2,9 2,8 Co 57 < 0,15 < 0,05 < 0,07 < 0,06 < 0,18 < 0,17 < 0,24 < 0,20 < 0,23 disc.5 la durata di queste misure varia da ceneri percolato circa 8 fino a 24 ore cadauna; data prel. 12.2.97 22.1.97 l’incertezza di misura sul K 40 è stimato del 4 - 5% sulle prime sei Cs 137 <0,26 <0,08 misure, dell’ 8 - 10% per le ultime tre; Cs 134 <0,19 <0,09 per il Cs 137 l’incertezza si aggira K 40 259,4 (8,1) 34,2 (3,0) intorno al 20 - 30% per la maggior parte delle misure. Th 232: Ac 228 95,8 (3,6) 0,70 (0,46) La discarica n° 5, analogamente a Ra 224 91,3 (9,4) quanto fatto per l’analisi chimica, Pb 212 100,6 0,66 (0,21) consente un confronto tra le (3,0) caratteristiche del rifiuto (ceneri) e Bi 212 105,0 del percolato; il valore delle ceneri (6,8) è relativo ad un campione medio, Tl 208 31,2 (0,5) 0,22 (0,18) prelevato prima dello scarico di U 238: altre tipologie di rifiuti. Th 234 74 (35) <4,39 Ra 226 172,8 1,88 (1,60) 4 (7,6) Pb 214 106,4 1,77 (0,56) (4,7) Bi 214 94,8 (2,9) 2,22 (0,40) *(Rn 222) 2,25 (0,48)
  • 5. disc.7 percolato falda pozzo pozzo spia pozzo pozzo interno (m (m 12) esterno (m esterno (m 280) 270) 50) data prel. 29.10.97 14.10.98 13.5.97 13.5.97 10.6.97 10.6.97 Cs 137 < 0,09 0,11 < 0,11 < 0,10 < 0,07 < 0,12 (0,05) Cs 134 < 0,06 <0,14 < 0,07 < 0,03 < 0,07 < 0,08 K 40 2,5 (1,5) 3,1 (1,0) < 2,21 < 1,86 < 1,86 < 2,43 Th 232: Ac 228 < 0,47 < 0,29 < 0,26 < 0,64 Pb 212 < 0,29 < 0,21 < 0,15 < 0,26 Tl 208 < 0,09 < 0,08 < 0,11 < 0,14 U 238: Th 234 < 4,56 < 3,65 < 3,39 < 4,76 Ra 226 < 2,48 < 1,91 < 1,45 < 1,65 Pb 214 24,2 (1,3) 4,5 (0,6) 5,9 (0,6) 8,2 (0,6) Bi 214 24,9 (1,2) 4,0 (0,7) 6,5 (0,5) 8,2 (0,5) *(Rn 222) 25,7 (3,3) 4,2 (0,6) 6,1 (0,5) 8,7 (0,5) Conclusioni: In generale, pur con le cautele legate al ridotto numero complessivo di misure, gli unici radioisotopi rilevati al livello di sensibilità del metodo sono il Cs 137 (da Chernobyl e rilasci dovuti ad esperimenti nucleari in atmosfera) ed il K 40 (naturale), se si esclude la discarica n° 5, discussa a parte. In nessun campione sono stati riscontrati valori misurabili di Cs 134, come è da attendersi in base ai tempi di dimezzamento (circa 30 anni per il Cs 137 e circa 2 anni per il Cs 134) ed all’abbondanza relativa dei due isotopi al momento dell’incidente di Chernobyl (la quantità di Cs 137 rilasciata è stata di circa il 60% superiore a quella del Cs 134). 5
  • 6. Le discariche n° 1, 3, 6, presentano valori di Cs 137 più alti delle altre e abbastanza simili tra loro; si nota che anche i periodi di attività sono in buona parte sovrapponibili. Per lo stesso isotopo la discarica n° 4 presenta un valore medio (2 campioni) nettamente più basso; tuttavia è da notare che anche dal punto di vista chimico il percolato di questa presenta, per alcuni parametri, valori nettamente inferiori a quelli delle altre discariche simili per tipologia di rifiuti smaltiti, quali ad es. la n° 3 e la n° 6. Per la n° 7 la media è approssimata, con elevato margine di errore, a causa dei bassi valori misurati. Anche questa, per i parametri chimici, denota molti valori nettamente più bassi delle altre discariche di tipo “2B” (es. le n°1 e n° 2), causa le limitazioni sulle tipologie di rifiuti ammesse. Infine per la n° 2 il Cs 137 risulta pressochè assente, ma è disponibile una sola misura. In definitiva, i valori di Cs 137 attualmente misurati in queste matrici sembrano abbastanza bassi e, in linea di massima, i valori più alti si riscontrano nelle discariche con percolato più “ricco”. Riguardo al K 40 si nota che i valori più elevati sono stati misurati nelle discariche n° 1 e 6, diversissime per altri aspetti. Purtroppo non sono disponibili, se non in casi sporadici, analisi chimiche sul contenuto di potassio dei singoli percolati. I parametri conducibilità e cloruri possono dare una generica indicazione della salinità, ma senza alcuna indicazione sul rapporto sodio/potassio o sulla presenza di altri metalli (quali calcio e magnesio), che sono senz’altro i cationi più abbondanti. La discarica n° 5 merita infine un accenno a parte, in quanto è l’unica in cui si rilevano isotopi diversi da quelli già citati, a causa dello specifico rifiuto smaltito (ceneri di carbone). Si osserva in particolare l’assenza del Cs 137 (il rifiuto non ha avuto modo di essere “contaminato” dall’ambiente esterno), e la presenza di numerosi elementi delle serie radioattive dell’Uranio 238 e del Torio 232, che non sono stati rilevati in nessuna delle altre. Uranio e Torio, in origine presenti nel carbone, si concentrano nelle ceneri; i valori misurati in queste rientrano nella media dei valori riportati in letteratura per tale tipo di materiale (rapporto UNSCEAR 1993). Il K 40 nel percolato è a livelli simili a quelli riscontrati negli altri impianti (n° 1, 3, 6 in particolare), ed è pari a circa 1/10 di quanto misurato nelle ceneri. Gli isotopi delle serie U 238 e Th 232 hanno invece concentrazioni di circa 1/50 - 1/100 rispetto alle ceneri, senz’altro a causa della minore solubilità dei composti di questi elementi rispetto a quelli del potassio. Si nota infine, in questo percolato, la presenza di una concentrazione misurabile (indirettamente) di Rn 222, come del resto è da attendersi, vista la presenza dei precursori. Per le discariche n° 3 e n° 7, sono riportate alcune misurazioni eseguite su campioni di acque di falda, prelevati da pozzi spia e da pozzi privati siti nelle vicinanze dei rispettivi impianti. In queste risulta che tutti gli isotopi ricercati non sono rilevabili (al livello di sensibilità del metodo), salvo il Rn 222, a livelli paragonabili, o superiori, a quelli riscontrati nel percolato della discarica n° 5. Anche questi valori rientrano nelle medie riportate in letteratura (UNSCEAR 93) che dà valori medi di riferimento per il Rn 222 di: 1 Bq/l per acque superficiali, 10 Bq/l per acque sotterranee (ground water) e 100 Bq/l per acque più profonde (well water). 6
  • 7. I risultati sono riassunti nella tabella seguente: Distribuzione degli isotopi di Cesio e Potassio (valori medi approssimati): disc. tipo Cs 137 K 40 n° note n° mis 1 2B - 0,21 - 49,5 4 presenti scorie saline 2 2B <0,1 23,7 1 3 RSAU 0,27 20,1 2 4 RSU 0,14 - 1,5 - 2 percol. “meno carico” 5 2B non ril. 259,4 (cen.) 1 prevalenza di ceneri; presenti 34,2 (percol.) 1 isotopi serie U e Th 6 RSU - 0,25 - 52,3 9 7 2B - 0,05 - 5,6 2 limitaz. sulle tipologie Note finali Tutte le analisi e misurazioni riportate in questo poster sono state eseguite dalle Sez. di Chimica e di Fisica dell’ex P.M.P. di Treviso (ora ARPAV). Vengono inoltre ripresi ed aggiornati risultati preliminari presentati in precedenti lavori dal Dr. Vendrame: • “Caratterizzazione di percolati di discariche nel trevigiano” - (caratteristiche chimiche) - presentato al Convegno “Settimana ambiente Italia 1997”; • “Radioattività e percolati” - su “Cyanus”, n° 10, vol 4 del dicembre 1997 (edito dal Centro ricerche ambientali di Padova della Fondazione Salvatore Maugeri). Ringraziamenti: agli I.I. Danieletto, Cal, Carraretto che hanno materialmente contribuito ai campionamenti; al Dr. Moretto (Provincia di Treviso) e al P.I. Contò (Comune di Paese) per dati e correzioni; infine al Dr. Moro (SPISAL ULSS n° 9 di Treviso) per le utili osservazioni sulla stesura. 7