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Vinexpo 2016
1. Italian daily news for key players and wine lovers
di: Roberto Bosticco
Vinexpo Hong Kong: cronaca del primo giorno
Una fiera ben organizzata ma attenzione: Hong Kong resta un mercato
molto difficile!
Lavoro in Asia, esporto vino in Asia, adoro l’Asia… Di sicuro Vinexpo Hong Kong è un
appuntamento che non posso mancare. Vi voglio raccontare come è andato il mio primo
giorno di fiera…
Il luogo. Il polo fieristico di Hong Kong si affaccia su Kowloon, appoggiato all’Isola di
Hong Kong. Progettato e costruito alla fine degli anni ottanta, è grande, bello e
scenografico. Vanta una vista spettacolare. Gli interni sono di lucido marmo e la
manutenzione è ottima, sembra appena inaugurato, da quanto è pulito e profumato.
Raggiungere la fiera. Traghetto da Kowloon: tre minuti a piedi. Metropolitana con la quale
raggiungere praticamente ogni altra parte della città su treni frequenti ed economici: 6
minuti a piedi. Taxi: tanti ed economici. Auto: non ho idea, non ho mai avuto l’ardire di
guidare ad Hong Kong (guidano a sinistra e stile cinese…). Ma mi sembra di vedere che ben
pochi si presentano in auto. Io comunque ho una camera in un hotel a tre minuti a piedi, e
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ce ne sono tantissimi e per tutte le tasche.
Registrarsi ed entrare. Una settimana prima della fiera ho ricevuto una email con il mio
pass espositore; mi si chiedeva di stamparlo e presentarmi all’apposita postazione. Così ho
fatto, e un’oretta prima dell’apertura, il primo giorno, arrivo. Io come altre centinaia di
espositori (in realtà quest’anno gli espositori sono vicini a quota duemila; possiamo
tranquillamente dire circa quattromila pass da emettere). Mi metto in fila e, in cinque
minuti, raggiungo una macchinetta che, scannerizzato il mio pass, emette una scheda di
plastica, tipo carta di credito, con il mio nome, stand, nome azienda e codice a barre. Non
una cosina di cartoncino che si rovinerebbe il primo giorno, proprio una vera card di
plastica rigida. Tempo totale: meno di dieci minuti.
L’ambiente. Siamo al chiuso, soffitti altissimi, areazione ottima. Fuori è caldo e umido,
trenta gradi e novanta per cento di umidità; dentro perfetto, venticinque gradi e secco.
Nessun problema in giacca e cravatta, nessun problema di odori per le degustazioni, nessun
rimbombo eccessivo, nonostante anche i cinesi non siano proprio più silenziosi degli
italiani. Passo tutta la giornata senza problemi di caldo, freddo, rumore o altro. Direi
ambiente confortevole.
Servizi. Dopo qualche ora devo andare in bagno. Trovo bagni vicinissimi alla mia
postazione (ce ne sono tanti), grandi, puliti e con nessuna coda; lavandini con sapone, carta
per asciugarsi le mani, tutto a posto. Mi viene voglia di un caffè: bar più vicino a due
minuti, nessuna coda, caffè considerando tutto bevibile, anche se non economico. Mi viene
voglia di fumare: uscita più vicina a tre minuti, scendo le scale mobili (nemmeno la fatica di
fare le scale…) e trovo una zona fumatori esterna; tutte le volte devo uscire e al rientro mi
scannerizzano il pass, ma non ci sono limiti, non lo faccio ma potrei uscire a fumare ogni
mezzora per tutto il giorno, senza problemi. Servizi direi a posto.
Qualità dei visitatori. Le fiere del vino sono cosa complicata; ovviamente si cerca di
prendere più appuntamenti possibili, di contattare tutti in tempo e comunicare posizione,
vini, cercare di stuzzicare l’interesse in qualche modo. Ma il fine ultimo sarebbe incontrare
e conoscere persone nuove, importatori di cui non si conosce l’esistenza, aprire nuovi
mercati. Ci si affida in parte al caso, ma in parte anche alla qualità della fiera in sé. Nel mio
primo giorno a Vinexpo non ho avuto tantissimi contatti, ma però ho conosciuto e avviato
un primo rapporto con un importatore di Taiwan, uno di Bangkok, uno di Singapore; non li
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conoscevo prima di arrivare qui e tutti e tre mi paiono seri, simpatici, lavorano con ottime
aziende (ho controllato i loro siti internet). Poi ho avviato tutto il mio solito intreccio di
relazioni, di persone che si conoscono da anni, di scambio di contatti buoni (e per buoni
intendiamo che lavorano bene, ci credono, pagano e cose del genere…). E qui sta
funzionando, meglio che da altre parti pare, causa qualità dei visitatori e degli espositori
pare. Certo, un paio di persone che avevano bevuto un poco troppo si sono viste verso l’ora
di chiusura, ma niente di che, e soprattutto nulla di estraneo al mondo professionale del
vino. Erano operatori che avevano esagerato, non ragazzini scalmanati.
Uscita: veloce, pulita, silenziosa. Praticamente non mi sono accorto di essere tornato in
hote. Nessuna coda, nessun schiamazzo, nessun ubriaco. Tutti tranquilli ad avviarsi che alla
metro, chi a chiamare un taxi, chi a raggiungere a piedi il proprio hotel. Così, normalmente.
Conclusioni. Ma allora è un paradiso? Tutti i buoni produttori devono precipitarsi qui il
prossimo anno? Probabilmente no. Fiera ottimamente organizzata in un polo fieristico
davvero bello. Visitatori di livello professionale e ottimi contatti potenziali. Ma Hong Kong
resta un mercato molto difficile, molto maturo e sovraccarico di vini; qui container di
bottiglie non li venderete mai, orami mai più. E il resto resta da valutare caso per caso.
Bangkok ormai è una realtà, e se non ci siete vi conviene affrettarvi. Singapore ha una
situazione simile ad Hong Kong. Taiwan è piccola, anche se molto interessante. Venite a
Vinexpo se avete finito di fare il resto, se avete coperto i paesi principali, magari vicino a
casa, se l’Asia (nuova e vecchia) è il vostro successivo logico passo. In questo caso allora si,
Vinexpo Hong Kong promossa a pieni voti come porta di ingresso per trovare nuovi
sbocchi… Ma ho visto oggi aziende italiane che non hanno un serio distributore in
Germania (non intendo dire la Germania ben coperta, intendo dire nemmeno un
distributore…), e sono qui, a spendere tanto con chissà quale sogno in testa. Programmate
meglio i vostri investimenti. Perché ho raccontato cose belle di questa fiera, ma non sono
gratuite, e gli investimenti vanno programmati seriamente e professionalmente.
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