2. Maestro dell’Impressionismo
CLAUDE-OSCAR MONET nacque a Parigi il 14
Novembre 1840. Quando aveva solo 5 anni la
sua famiglia si trasferì a Le Havre, una città
portuale della Normandia, e lì trascorse il
periodo dell’adolescenza.
A scuola manifestò sin dal primo approccio una
naturale predisposizione verso il disegno, in
particolar modo le caricature. Ne fece tantissime
e all’età di 15 anni iniziò a venderle, acquisendo
una certa fama locale. Il padre di Monet non
approva la sua passione per l’arte ma trova
ugualmente un’alleata nella zia Marie-Jeanne
Lecadre, una pittrice dilettante che lo incoraggiò
a coltivare la sua passione.
Claude Monet rimase sempre fedele agli ideali del movimento impressionista e, a dispetto delle
numerose difficoltà iniziali, negli ultimi anni raggiunse il successo, la ricchezza e la fama
Prof.ssa Rossella Cerreto
3. Intorno al 1857 incontrò il pittore Eugène Boudin, che lo convinse ad abbandonare le caricature e a dipingere paesaggi e fu allora che il
giovane Monet scoprì che questo era il campo che lo interessava in modo particolare. Boudin dipingeva all’aperto sostenendo di poter cogliere
in tal modo la scena che gli stava davanti in tutta la sua luminosità e immediatezza. Tale teoria colpì molto Claude e sarebbe diventata poi
una dei capisaldi della sua arte e degli impressionisti. Tra il 1859 e il 1860 studiò arte a Parigi, e la sua vita di giovane pittore alle prime armi
fu faticosa soprattutto dal punto di vista economico e inoltre fu chiamato alle armi e mandato in Algeria. Nel 1862 tornò a Parigi a studio del
pittore Charles Glerye da cui ricavò molto. Nel 1864 si vide accettare al Salon due suoi quadri. Egli tuttavia non potè sfruttare il primo
successo perché fu costretto nel 1867 a tornare a Le Havre. A quel tempo aveva un’amante Camille Doncieux da cui ebbe due figli. In
Inghilterra conobbe colui che sarà il suo più grande estimatore Paul Durand-Ruel. Alla fine del 1871 si trasferì ad Argenteuil, un villaggio
sulla Senna. Monet era incantato da questo luogo, i battelli, i ponti, l’acqua, e la campagna erano per lui fonte inesauribile di ispirazione e i
quadri che dipinse durante questo periodo sono i più solari.
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4. Impression soleil levant 1872
Nel 1874 gli Impressionisti tennero una
mostra di gruppo a Parigi e si
presentarono col nome di “ Società
anonima di pittori”, ma il critico Leroy
fece suo, con sarcasmo, il titolo di un
dipinto di Monet ( Impression a Levar
del sole), coniando così il termine
Impressionismo.
Le mostre successive aiutarono gli
artisti del movimento a farsi conoscere
ed il pubblico ad apprezzare i colori
brillanti e le pennellate appena
abbozzate dei loro quadri.
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5. La casa a Giverny
Per un breve periodo trovò aiuto economico da
Ernest Hoschedé. Alla morte della moglie Camille
già frequentava Alice Hoscedé, ma quando il marito
scoprì la relazione ruppe subito il matrimonio e i
due si ritrovarono insieme con 8 figli. Nel 1883 si
trasferirono a Giverny, un villaggio sulla Senna, in
cui l’artista avrebbe vissuto il resto della sua vita. In
quegli anni ebbe aiuto economico dall’amico e
mercante, nonché futuro estimatore, Durand-Ruel.
Dal 1890 la carriera di Monet ebbe una svolta e
l’artista fu in grado di ampliare il giardino destinato
a diventare una delle sue passioni e negli ultimi
anni unico soggetto dei suoi lavori.In particolare
negli ultimi anni dipingeva in continuazione le sue
amate ninfee e per farlo nei migliori dei modi allestì
uno studio in giardino. Continuò a dipingere fino
alla fine dei suoi giorni, all’età di 86 anni quando
morì nel 1926. Fu riconosciuto dalla critica e dal
pubblico come il Grande Vecchio dell’arte francese e
la sua casa e il giardino furono aperti al pubblico nel
1981 diventando attrazione turistica.
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6. L’evoluzione dello stile
Claude Monet fu l’anima del movimento Impressionista.
La sua continua ricerca, costante, sulla luce e sulla resa
pittorica sono il fondamento stesso del movimento.
Sebbene nel corso della carriera sia stato criticato e
addirittura schernito, perché i suoi dipinti mancavano
di concretezza, negli ultimi anni la sua straordinaria
opera era ormai apprezzata in tutto il mondo.
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7. Aggiungere un titolo di diapositiva - 2 La gazza 1869
Questo quadro
presenta uno dei temi
preferiti da Monet: il
gioco della fredda luce
invernale sulla neve.
Dal punto di vista
della tecnica, l’opera è
particolarmente
interessante per la
presenza di quelle
marcate linee verticali
che guidano lo sguardo
dell’osservatore verso
la gazza.
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8. Covoni di fieno 1891
Il tema della resa degli effetti prodotti dal
cambiamento della luce sui covoni di fieno
nella campagna vicino a Giverny fu
particolarmente sentito da Claude Monet per
la difficoltà di cogliere i colori indefiniti e
fugaci. L’opera è un olio su tela realizzata da
Monet tra il 1889-1891 e comprende una serie
di 25 tele che ritraggono in maniera diversa lo
stesso soggetto: i covoni.
Egli lavorava contemporaneamente con più
tele,dipingendo sull’una o sull’altra a secondo
dell’effetto voluto. La composizione è divisa
orizzontalmente in tre spazi: il cielo,la
campagna delimitata dagli alberi e il prato in
primo piano dove al centro svettano due
covoni di fieno. Monet attraverso i Covoni
vuole dare una funzione diversa alla luce. La
luce è l’elemento predominante dei suoi
Covoni: essa,vista da diversi punti di
vista,svolge il ruolo del tempo;Monet
voleva,attraverso le sfumature,illustrare la
percezione della luce con le variazioni
naturali del tempo. Dunque un vero e proprio
gioco di luci imposto dalla posizione dei
Covoni. Ancora oggi Monet viene considerato
il “poeta della luce”.
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9. La Cattedrale di Rouen 1894
Con la serie della Cattedrale, Monet si
spinge anche oltre: qui lo scopo non è
quello di rappresentare un modello
concreto, come è accaduto per i pagliai in
diverse condizioni climatiche e di luce.
Nella serie della Cattedrale di Rouen il
protagonista autentico non è il modello
architettonico, in un certo senso
“disprezzato” da Monet che utilizza un
punto di vista molto vicino, in modo tale
che l’architettura, a causa della quasi
totale assenza di prospettiva, perde la sua
grandezza ed è addirittura sezionata nelle
torri e pinnacoli. Così l’edificio qui, non
più che uno sfondo, una “scusa”, per
mostrare l’autentico protagonista della
composizione: il potere della pittura di
rappresentare la qualità dinamica di luce
e atmosfera, capace di dare vita a qualcosa
di così pietrificato ed inanimato, come
l’imponente facciata di una cattedrale
gotica.
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10. I Papaveri 1873
I papaveri esposto per la prima
volta alla mostra degli
impressionisti, ritrae la moglie
Camille e il figlio Jean nei campi
vicino alla casa di Argenteuil.
Come in altre opere di Monet,
anche in questo dipinto Camille
ha in mano un ombrellino dalla
forma graziosa che contribuisce
ad accrescere il fascino
dell’opera. Per creare senso di
movimento Monet aggiunse
altre due figure ( per le quali
posarono ancora Camille e Jean)
sulla sommità della collinetta. Le
due coppie sono unite da un
sentiero nascosto, tracciato
nell’erba. Monet dipinse i
papaveri all’aria aperta su una
piccola tela portatile.
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11. Toni smorzati
In questo dipinto le singole pennellate
non sono visibili in gran parte della
tela. Ma i toni smorzati e morbidi e la
superficie sottile di questa zona fanno
risaltare con forza le macchie scarlatte
Casa tra gli alberi
Questa casa raffigurata con grande semplicità si inserisce sulla linea
dell’orizzonte. Il tetto raccorda lo sfondo con il primo piano, mentre il
muro pallido crea uno stacco tra gli alberi scuri, ammorbidendo il
paesaggio dal campo al cielo. Nel cielo Monet ha lasciato visibile un
po’ di tela
Coppia in primo piano
Tre puntini suggeriscono la fisionomia di
Jean, Monet ha usato lo stesso rosso per la
fascia del cappello e per i papaveri. Sul
braccio di Camille è appoggiato un parasole.
Profilato da una lumeggiatura in delicato
color crema, il blu malva del tessuto si staglia
sull’erba pallida.
Coppia distante
Il ragazzo è dipinto con
poche pennellate, bianche,
rosa, nere e color crema. La
donna in blu scuro, porta
un parasole chiuso.
Tocchi di giallo
Anche se il rosso è il colore più immediato, Monet ha usato tocchi di giallo in tutta la composizione. Fiori gialli appaiono sul
fondo come leggere macchie di colore e come singoli tocchi in primo piano tra i papaveri. Cerca di non dipingere nel
dettaglio i papaveri ma come macchie rosse che decrescono man mano che si allontanano dal primo piano.
12. Donna con il
parasole
1886
Musée d’Orsay, Parigi
La modella per questo quadro fu
Suzanne Hoschedé, che sarebbe
diventata figliastra di Monet nel 1892
quando l’artista ne sposò la madre,
Alice. Monet realizzò un altro quadro
simile a questo, nel quale Suzanne è
girata verso destra e dieci anni prima
aveva dipinto una scena simile che
aveva avuto come modella la prima
moglie Camille. Dei tre quadri questo è
sicuramnete il più vigoroso. La posa è
teatrale, la figura ben delineata e il
tocco energico. Monet è al culmine
della sua ispirazione e padronanza
tecnica
Il blu è steso a tratti sul
bianco, cosicché un
colore si fonde con
l’altro, dando il senso
del movimento delle
nuvole nel cielo.
Pennellate vigorose
e scompigliate
danno l’idea della
brezza che soffia
sull’erba. Monet le
varia a seconda
dell’effetto che
vuole ottenere.
All’ombra del parasole, il viso
della donna è ridotto a forme
generiche e indistinte. L’intento di
Monet è quello di dare
l’impressione di una persona
piuttosto che farne un vero e
proprio ritratto.
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13. Impressione,
levar del sole
1872
Monet realizzò questo quadro nel
1872, durante un breve soggiorno
nella casa paterna : esso descrive
molto semplicemente il sorgere
del sole sul nebbioso porto di Le
Havre.
Larghe pennellate di un
arancione molto diluito-che
lasciano intravede il fondo
bianco- riflettono la luce del
sole sull’acqua e nel cielo
Colori nei toni del grigio e del malva
applicati con pennellate ampie e sciolte
suggeriscono la foschia del mattino e l’acqua
quasi ferma. Come in altre parti del dipinto,
si intravede il fondo bianco che dà
luminosità a queste tinte scure
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14. L’amore per i
fiori e giardini
Per tutta la vita Monet provò gioia nel
dipingere i fiori: quelli selvatici, quelli del
giardino e anche quelli recisi nelle sue rare
opere di natura morta.
Nel 1871 Monet si trasferì con la famiglia ad Argenteuil,
dove acquistò la sua prima casa e un giardino. Ma la
più grande passione della sua vita fu sicuramente il
giardino a Giverny. Negli ultimi anni di vita ricordava
con grande orgoglio”Quaranta anni fa, quando mi
stabilii qui, non c’era niente tranne una fattoria e un
misero frutteto ma io vangai, piantai ed estirpai con le
mie mani…” Il risultato fu un capolavoro botanico
ottenuto grazie a quello che lui stesso definì” un lavoro
lento, compiuto con amore”.
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15. Monet scelse i fiori per creare piacevoli accostamenti e contrasti di colori nelle diverse stagioni e introdusse
anche molte piante insolite stimolato, nel suo amore per le piante esotiche, compreso le ninfee dai delicati fiori
dei dipinti giapponesi che tanto apprezzava
Qui troviamo salici piangenti, che nelle culture orientali rappresentano l’immortalità, la spiritualità e l’eternità; il bambù; la peonia, che in oriente è
considerata il re dei fiori e il giglio. Altro elemento che rafforza l’esotismo del giardino creato da Monet è il ponte giapponese, reso immortale
dall’artista con l’omonima serie di oli su tela, che ne rappresentavano i cambiamenti offerti dalle luci delle diverse ore del giorno.
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