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COMUNICARE LA RICERCA AI DECISORI: UNA QUESTIONE DA RIDEFINIRE
Luciano Abburrà
IRES Piemonte
Prof. Giovanni Fosti, Supervisor
Perchè policy e ricerca hanno bisogno l’una
dell’altra:
“ (….) the successful policy maker needs to combine this evidence-based approach with
political instinct, foresight and creativity. This means the modern policy maker, as other
research users, need to be sophisticated in applying research (…). At the same time the
research community need to be more sophisticated in their understanding of the policy
process” (NAO, UK National Audit Office, Getting the Evidence: using research in policy making”, april 2003, pag. 29)
Il contesto: perché pre-occuparsi
di “comunicare la ricerca ai decisori”?
Però il loro rapporto non è facile …
•Speak different languages
•Operate on different timeframes
•Care about different things
•Researchers continually seek to qualify and
problematize their findings.
•Policymakers press for consensus and definition.
Il cruccio dei ricercatori
Una possibile “risposta”
Un’altra: studiare il problema e trovare
soluzioni innovative
E’ quello che abbiamo cercato
di fare anche noi
Con un approccio modesto e gradualista,
che non si preclude però obiettivi di efficacia
operativa …
Il Progetto d’innovazione:
obiettivi perseguiti e domande di partenza
• Obiettivi di innovazione culturale e organizzativa, per
affrontare un problema posto dal C.d.A dell’Istituto:
migliorare la “comunicazione” all’esterno.
• Focus su uno specifico nodo problematico:
comunicare la ricerca ai decisori in modo che possa
interagire utilmente con i processi decisionali che
riguardano i programmi di policy.
• Punto di partenza: alcune domande, per mettere in
discussione convinzioni tanto diffuse quanto poco
fondate.
Due domande di fondo per innovare la cultura
organizzativa dei ricercatori:
• Come acquisiscono le informazioni/conoscenze che
utilizzano nelle loro decisioni i decisori che vorremmo
raggiungere?
• Come si svolgono i processi decisionali che riguardano
i programmi di policy e quale ruolo vi giocano le
conoscenze provenienti dalla ricerca?
Ipotesi: malintesi su questi punti possono spiegare molti
insuccessi e precludere possibilità di miglioramento.
Prima componente del progetto: ricerca di risposte con
esplorazione della letteratura internazionale
Seconda componente:
due azioni esplorative (1):
1. Interviste – colloqui in profondità con dirigenti
apicali di PP.AA. con cui abbiamo relazioni
professionali su:
• loro modi di acquisire conoscenze per decidere;
• ruolo delle ricerca (in partic. nostra);
• valutazioni e proposte su come migliorare
interazione policy making-ricerca
Due azioni esplorative (2):
2. Workshop in forma di brainstorming con tutti i
colleghi responsabili di ricerca su:
• Valutazioni e reazioni ai risultati di analisi letteratura
e interviste decisori;
• implicazioni sul nostro modo di lavorare e di
“comunicare” i risultati del nostro lavoro;
• proposte operative su come migliorare interazione
policy making-ricerca
Principali risultati conoscitivi
del lavoro d’analisi (1)
Come i decisori di policy acquisiscono le conoscenze che
utilizzano nel loro processo decisionale?
Non leggendo report, anche se scritti bene.
• “A range of studies have found that policy makers favour other
forms of information over research” (cfr.Nutley, Walter and Davies, 2007, pagg. 76).
• “From the prior body of research (…), we know that three conditions
tend to improve the reception of research findings: face-to-face
contacts between researcher and potential users, two-way
interaction in with the researcher listens as well as talks, and
sustained discussion over a fairly long period of time” (Weiss, 1995, pag.144)
Principali risultati conoscitivi
del lavoro d’analisi (2)
Che ruolo ha la ricerca nel policy decision making?
• Modelli diversi di policy making hanno implicazioni differenti sul
ruolo della ricerca:
• spesso non c’è corrispondenza fra modelli dei ricercatori e
modelli “reali”
• Per i ricercatori: il modello implicito è quello lineare razionale,
in cui la ricerca dovrebbe giocare un ruolo centrale in ogni fase
del policy cycle.
• In realtà: “Social programmes tend to be designed on the basis
of informed guesswork and expert hunches enriched by some
evidence and driven by political or other imperatives” (Coote et al.,
2004, p. XI,)
Principali implicazioni …
per un percorso attuativo
• “…research is unlikely to be used through any simple or logical
process of dissemination and application. Instead, research
may enter policy through diverse and indirect routes and from
a variety of different sources” (Nutley, Walter and Davies , 2007, pag.97)
• In sintesi: occorre dare preferenza ai canali/mezzi di
comunicazione orali, praticati attraverso processi
d’interazione personale fra ricercatori e decision
maker, oppure mediati da gruppi d’interesse e da
altri partecipanti ai “network” decisionali, che
definiscono i problemi e formulano soluzioni in modo
negoziale più che razionale
E allora: come conciliare i modi
di apprendere e agire dei decisori e i
modi di operare dei ricercatori?
• L’esigenza di un’efficace comunicazione agli utilizzatori
finisce per riverberarsi all’indietro su tutto il processo
di realizzazione della ricerca, fin dalla progettazione
iniziale,
• mettendo in discussione l’ipotesi che la
“comunicazione” sia un problema tecnico ma,
soprattutto,
• che la “comunicazione” della ricerca sia un flusso
unidirezionale di “evidenza” fattuale che parte dai
ricercatori e di cui il policy making dovrebbe “tenere
conto”.
La comunicazione cambia “senso”?
• Emerge, nella produzione e uso della ricerca, un processo di
interazione fra soggetti che interpretano ruoli diversi, e fra
differenti tipi di “conoscenza” di cui ciascuno di essi è portatore.
• In queste interazioni anche ciò che si chiama “evidenza” viene
ridefinito grazie agli apporti di conoscenza esperienziale di quelli
che in un modello unilineare sarebbero i “destinatari”.
• A questo punto, anche la definizione del problema in termini di
“comunicazione” si rivela inadeguata perché:
“(…) simply presenting findings in a more ‘user-friendly’ way may
be the first step to research use, but it is unlikely to overcome the
kinds of political barriers research faces when it enters the policy
making arena” (Nutley, Walter and Davies, 2007, pag. 83)
Acquisizioni e …
implicazioni pratiche: esempi
• Nelle fasi iniziali e intermedie delle ricerche, incontri di lavoro
ristretti presso i committenti, in cui i ricercatori espongono in
forma orale e i destinatari interagiscono immediatamente.
• A fine ricerca, privilegiare, rispetto alla forma classica del
“convegno finale”, il seminario o workshop più ristretto, per un
confronto reale e di merito.
• Nei confronti del processo politico, collegare di più la
comunicazione alle attività di scrutiny: quelle che si svolgono
prima delle sedute deliberative, in “commissioni” pluralistiche ,
con partecipanti conoscitori se non esperti delle materie di cui si
occupano.
• In generale, forma orale, modello interattivo: confronto di
conoscenze diverse per fonte e contenuto. La lettura dei rapporti,
eventualmente, viene dopo.
A ciascuno il suo:
“decisori” diversi, approcci diversi
• Con i politici in senso stretto si può interagire prevalentemente per via
indiretta, con usi sempre più consapevoli e attivi dei media (es. il
modello del “focus” giornalistico) e con interazioni dirette con i gruppi
di interesse, cui i politici prestano maggiori attenzioni. Dagli stessi
gruppi organizzati anche i ricercatori (come già fanno i politici) possono
trarre elementi di conoscenza, oltre a fornirne loro di propri.
• Con i “dirigenti” delle amministrazioni, si possono sperimentare forme
più intense di interazione diretta e personale: sia nel corso dei processi
di ricerca, sia al di fuori. Si può sviluppare una pratica di interazioni
comunicative motivate soprattutto dalla volontà di una migliore
comprensione reciproca, nelle fasi in cui si formano i bisogni
conoscitivi e si attrezzano le risorse professionali per fronteggiarli.
Research Has Multiple Uses:
Driving new knowledge
Solving problems
Setting agenda
Defending tactics
Enlightening policy
E comunque:
La ricerca può avere diversi usi:
tutti “rispettabili”
“There has been too much glib rhetoric about the vast benefits that
social science can offer if only policy makers paid attention. Perhaps it
is time for social scientists to pay attention to the imperatives of policy
making systems and to consider soberly what they can do, not
necessarily to increase the use of research, but to improve the
contribution that research makes to the wisdom of social policy”
Carol H. Weiss, “The Many Meanings of Research Utilization”,
Public Administration Review, sept.oct. 1979, pag.431
• Grazie a Carol H. Weiss per la lezione
• Grazie a EMMAP per le opportunità di
apprendimento
• Grazie a voi per l’ascolto

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  • 1. Executive Master in Management delle Amministrazioni Pubbliche emmap 4 Edizione COMUNICARE LA RICERCA AI DECISORI: UNA QUESTIONE DA RIDEFINIRE Luciano Abburrà IRES Piemonte Prof. Giovanni Fosti, Supervisor
  • 2. Perchè policy e ricerca hanno bisogno l’una dell’altra: “ (….) the successful policy maker needs to combine this evidence-based approach with political instinct, foresight and creativity. This means the modern policy maker, as other research users, need to be sophisticated in applying research (…). At the same time the research community need to be more sophisticated in their understanding of the policy process” (NAO, UK National Audit Office, Getting the Evidence: using research in policy making”, april 2003, pag. 29) Il contesto: perché pre-occuparsi di “comunicare la ricerca ai decisori”? Però il loro rapporto non è facile … •Speak different languages •Operate on different timeframes •Care about different things •Researchers continually seek to qualify and problematize their findings. •Policymakers press for consensus and definition.
  • 3. Il cruccio dei ricercatori
  • 5. Un’altra: studiare il problema e trovare soluzioni innovative
  • 6. E’ quello che abbiamo cercato di fare anche noi Con un approccio modesto e gradualista, che non si preclude però obiettivi di efficacia operativa …
  • 7. Il Progetto d’innovazione: obiettivi perseguiti e domande di partenza • Obiettivi di innovazione culturale e organizzativa, per affrontare un problema posto dal C.d.A dell’Istituto: migliorare la “comunicazione” all’esterno. • Focus su uno specifico nodo problematico: comunicare la ricerca ai decisori in modo che possa interagire utilmente con i processi decisionali che riguardano i programmi di policy. • Punto di partenza: alcune domande, per mettere in discussione convinzioni tanto diffuse quanto poco fondate.
  • 8. Due domande di fondo per innovare la cultura organizzativa dei ricercatori: • Come acquisiscono le informazioni/conoscenze che utilizzano nelle loro decisioni i decisori che vorremmo raggiungere? • Come si svolgono i processi decisionali che riguardano i programmi di policy e quale ruolo vi giocano le conoscenze provenienti dalla ricerca? Ipotesi: malintesi su questi punti possono spiegare molti insuccessi e precludere possibilità di miglioramento. Prima componente del progetto: ricerca di risposte con esplorazione della letteratura internazionale
  • 9. Seconda componente: due azioni esplorative (1): 1. Interviste – colloqui in profondità con dirigenti apicali di PP.AA. con cui abbiamo relazioni professionali su: • loro modi di acquisire conoscenze per decidere; • ruolo delle ricerca (in partic. nostra); • valutazioni e proposte su come migliorare interazione policy making-ricerca
  • 10. Due azioni esplorative (2): 2. Workshop in forma di brainstorming con tutti i colleghi responsabili di ricerca su: • Valutazioni e reazioni ai risultati di analisi letteratura e interviste decisori; • implicazioni sul nostro modo di lavorare e di “comunicare” i risultati del nostro lavoro; • proposte operative su come migliorare interazione policy making-ricerca
  • 11. Principali risultati conoscitivi del lavoro d’analisi (1) Come i decisori di policy acquisiscono le conoscenze che utilizzano nel loro processo decisionale? Non leggendo report, anche se scritti bene. • “A range of studies have found that policy makers favour other forms of information over research” (cfr.Nutley, Walter and Davies, 2007, pagg. 76). • “From the prior body of research (…), we know that three conditions tend to improve the reception of research findings: face-to-face contacts between researcher and potential users, two-way interaction in with the researcher listens as well as talks, and sustained discussion over a fairly long period of time” (Weiss, 1995, pag.144)
  • 12. Principali risultati conoscitivi del lavoro d’analisi (2) Che ruolo ha la ricerca nel policy decision making? • Modelli diversi di policy making hanno implicazioni differenti sul ruolo della ricerca: • spesso non c’è corrispondenza fra modelli dei ricercatori e modelli “reali” • Per i ricercatori: il modello implicito è quello lineare razionale, in cui la ricerca dovrebbe giocare un ruolo centrale in ogni fase del policy cycle. • In realtà: “Social programmes tend to be designed on the basis of informed guesswork and expert hunches enriched by some evidence and driven by political or other imperatives” (Coote et al., 2004, p. XI,)
  • 13. Principali implicazioni … per un percorso attuativo • “…research is unlikely to be used through any simple or logical process of dissemination and application. Instead, research may enter policy through diverse and indirect routes and from a variety of different sources” (Nutley, Walter and Davies , 2007, pag.97) • In sintesi: occorre dare preferenza ai canali/mezzi di comunicazione orali, praticati attraverso processi d’interazione personale fra ricercatori e decision maker, oppure mediati da gruppi d’interesse e da altri partecipanti ai “network” decisionali, che definiscono i problemi e formulano soluzioni in modo negoziale più che razionale
  • 14. E allora: come conciliare i modi di apprendere e agire dei decisori e i modi di operare dei ricercatori? • L’esigenza di un’efficace comunicazione agli utilizzatori finisce per riverberarsi all’indietro su tutto il processo di realizzazione della ricerca, fin dalla progettazione iniziale, • mettendo in discussione l’ipotesi che la “comunicazione” sia un problema tecnico ma, soprattutto, • che la “comunicazione” della ricerca sia un flusso unidirezionale di “evidenza” fattuale che parte dai ricercatori e di cui il policy making dovrebbe “tenere conto”.
  • 15. La comunicazione cambia “senso”? • Emerge, nella produzione e uso della ricerca, un processo di interazione fra soggetti che interpretano ruoli diversi, e fra differenti tipi di “conoscenza” di cui ciascuno di essi è portatore. • In queste interazioni anche ciò che si chiama “evidenza” viene ridefinito grazie agli apporti di conoscenza esperienziale di quelli che in un modello unilineare sarebbero i “destinatari”. • A questo punto, anche la definizione del problema in termini di “comunicazione” si rivela inadeguata perché: “(…) simply presenting findings in a more ‘user-friendly’ way may be the first step to research use, but it is unlikely to overcome the kinds of political barriers research faces when it enters the policy making arena” (Nutley, Walter and Davies, 2007, pag. 83)
  • 16. Acquisizioni e … implicazioni pratiche: esempi • Nelle fasi iniziali e intermedie delle ricerche, incontri di lavoro ristretti presso i committenti, in cui i ricercatori espongono in forma orale e i destinatari interagiscono immediatamente. • A fine ricerca, privilegiare, rispetto alla forma classica del “convegno finale”, il seminario o workshop più ristretto, per un confronto reale e di merito. • Nei confronti del processo politico, collegare di più la comunicazione alle attività di scrutiny: quelle che si svolgono prima delle sedute deliberative, in “commissioni” pluralistiche , con partecipanti conoscitori se non esperti delle materie di cui si occupano. • In generale, forma orale, modello interattivo: confronto di conoscenze diverse per fonte e contenuto. La lettura dei rapporti, eventualmente, viene dopo.
  • 17. A ciascuno il suo: “decisori” diversi, approcci diversi • Con i politici in senso stretto si può interagire prevalentemente per via indiretta, con usi sempre più consapevoli e attivi dei media (es. il modello del “focus” giornalistico) e con interazioni dirette con i gruppi di interesse, cui i politici prestano maggiori attenzioni. Dagli stessi gruppi organizzati anche i ricercatori (come già fanno i politici) possono trarre elementi di conoscenza, oltre a fornirne loro di propri. • Con i “dirigenti” delle amministrazioni, si possono sperimentare forme più intense di interazione diretta e personale: sia nel corso dei processi di ricerca, sia al di fuori. Si può sviluppare una pratica di interazioni comunicative motivate soprattutto dalla volontà di una migliore comprensione reciproca, nelle fasi in cui si formano i bisogni conoscitivi e si attrezzano le risorse professionali per fronteggiarli.
  • 18. Research Has Multiple Uses: Driving new knowledge Solving problems Setting agenda Defending tactics Enlightening policy E comunque: La ricerca può avere diversi usi: tutti “rispettabili” “There has been too much glib rhetoric about the vast benefits that social science can offer if only policy makers paid attention. Perhaps it is time for social scientists to pay attention to the imperatives of policy making systems and to consider soberly what they can do, not necessarily to increase the use of research, but to improve the contribution that research makes to the wisdom of social policy” Carol H. Weiss, “The Many Meanings of Research Utilization”, Public Administration Review, sept.oct. 1979, pag.431
  • 19. • Grazie a Carol H. Weiss per la lezione • Grazie a EMMAP per le opportunità di apprendimento • Grazie a voi per l’ascolto