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RIVELAZIONI DI DIO
LE OPERE DI JAKOB LORBER
1) IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO - 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a Noè) 3 vol.
2) LE DODICI ORE - 1841 - (le atrocità dei popoli della Terra nel 1841)
3) IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI - 1841 - (la più grande Opera compiuta dalla Divinità)
4) LA LUNA - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite)
5) SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta)
6) LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale)
7) IL GROSSGLOCKNER - 1842 - è un monte austriaco - (lo scopo delle montagne)
8) IL SOLE NATURALE - 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro ‘pianeta’ Sole)
9) IL SOLE SPIRITUALE - 1842/1843 - (il più grande trattato sull’Aldilà) 2 vol.
10) SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche)
11) L’INFANZIA DI GESÙ - 1843/1844 - (la vita di Gesù fino a 12 anni)
12) LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNITÀ DI LAODICEA - 1844 -
13) SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GESÙ - 1845 -
14) LA TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso)
15) OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte)
16) IL VESCOVO MARTINO - 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato “figlio di Dio”)
17) DALL’INFERNO AL CIELO –Robert Blum-1848/1851- (la redenzione dei peccatori nell’Aldilà) 2 vol.
18) I TRE GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegnò Gesù nei tre giorni nel Tempio)
19) DONI DEL CIELO - 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber e dei suoi amici) 3 Vol.
20) IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI -1851/1864-(vita e insegnamenti di Gesù da 30 a 33 anni) 10 vol.


 VARIE
 21) CD-ROM (l’intera Opera in CD) - Volumi in Pdf
 22) INDICE ALFABETICO DEL G.V.G. (1300 voci-Utile per ricerche)
 23) BIOGRAFIA DI JAKOB LORBER (a cura di Karl G. Ritter von Leitner)

 ESTRATTI DALL’OPERA DI JAKOB LORBER La Nuova Rivelazione
 24) IL RITORNO DI CRISTO (profezie di Jakob Lorber e Gottfried Mayerhofer)
 25) TESTIMONIANZE DALLA NATURA (il regno minerale, vegetale e animale)
 26) LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE (metodi di guarigione)
 27) SUPPLEMENTO AL G.V.G. (chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento)
 28) SVELATI I MISTERI DELL’ANTICO EGITTO (Lucilla Zava)
 29) GESÙ E L’ORDINE DEGLI ESSENI (Vincenzo Manzoni – Giuseppe Vesco)
 30) IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA (Alfio Pazzini)
 31) SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini)

 Ordinare i libri a:
 Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione
 Via Vittorio Veneto 167, 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo)
 Tel. 035-851163 - Cell. 347-1041176 - Fax 035-852573
 E-mail damianofrosio@tiscali.it

 Per qualsiasi informazione rivolgersi a:
 Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148, 30035 MIRANO (Venezia)
 Tel. Fax. 041-436154
 E-mail associazionelorber@alice.it
 Sito Internet www.jakoblorber.it

 2
Jakob Lorber




         IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO
                                        Volume 1


                        Storia delle origini dell’umanità




Unità di misura austriache del 18 /19 secolo usate nel testo:
1 Braccio                = 77,8 cm
1 Cubito                 = 7,78 cm
1 Emero                  = 56,6 litri
1 Eone                   = 10120 (1 con 120 zeri)
1 Iugero o Joch          = 5754,664 mq
1 Klafter o Tesa         = 1,9 m
1 Libbra                 = 560 g
1 Linea                  = 2,2 mm
1 Ma                     = 1,4 litri
1 Miglio austriaco       = 7,586 km
1 Miglio tedesco         = 7,42 km
1 Pertica                = 3,8 m
1 Piede                  = 31,6 cm
1 Pollice                = 2,63 cm
1 Quintel                = 4,4 grammi
1 Secchio                = 56,6 litri
1 Spanna                 = 20 cm
1 Startin                = 566 litri
1 Statero                = Piccola moneta antica
1 Tesa o Klafter          = 1,9 m


                                                                3
Traduzione dall’originale tedesco “Die Haushaltung Gottes” - 3° Volume
Opera dettata dal Signore nel 1840/44 al mistico Jakob Lorber
5. edizione tedesca 1981 - 1. edizione tedesca 1882 (scrittura gotica)
Casa Editrice: LORBER VERLAG - Bietigheim - Germania

Copyright © by Lorber Verlag
Copyright © by Associazione Jakob Lorber

“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber
e.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”.

Traduzione di Salvatore Piacentini (1925)
Revisione a cura dell’Associazione Jakob Lorber

Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione
Via Vittorio Veneto, 167,
24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo)

In copertina: “La superbia viene prima del peccato originale”, dipinto della mistica austriaca
               Maria Maddalena Hafenscheer. Spiegazione e storia nell’ultima pagina.

4
Prefazione

  Nella fase finale di quest’epoca, in cui le più importanti profezie annunciano lo
scatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto,
tramite il profeta Jakob Lorber, il più grande messaggio di salvezza a tutti i popoli
della Terra.
  A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato un’opera mo-
numentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 36 volumi.
  Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali più pro-
fonde e significative, il cui fine è la comprensione del processo creativo
dell’uomo, della sua trasformazione e del suo destino finale.
  Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, e
dedicò tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che è stata comunicata
proprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi.


                                Lo “scrivano di Dio”

  Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria)
da una famiglia di contadini. Lorber passò i primi anni della sua infanzia parteci-
pando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifestò un grande desiderio di
istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applicò dunque negli studi
e nella musica, diventando maestro elementare, insegnante di pedagogia e maestro
di violino. Il suo impulso verso una cultura spirituale superiore lo portò alla lettu-
ra delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Böhme, Tennhardt e Kerning.
  Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori di
supplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando l’organo in
una chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre alla
ricerca di una posizione stabile. Non riuscendo però a trovare un posto di inse-
gnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suo
avvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimo
violinista ed ebbe l’onore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anche
alcune lezioni di perfezionamento.
  La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarant’anni
ottenne l’importante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorber
accettò con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita,
all’improvviso, prese una direzione completamente diversa.

                                                                                    5
Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sentì risuonare una voce nel cuore che
gli disse: «Alzati, prendi la penna e scrivi!».
   Egli ubbidì subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano e tra-
scrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo era l'ini-
zio dell'opera “Il Governo della Famiglia di Dio” ovvero “Storia della creazione
primordiale del mondo spirituale e materiale, nonché dei primi patriarchi”. E le
prime frasi di questa Voce misteriosa dicevano:
   «Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metterò la risposta nel
cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà, percepiranno il suono
della Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera
sposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mi
vedrà sempre come un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin
dall’eternità, prima ancora che egli fosse».
   Dopo questo avvenimento, Lorber declinò l'offerta fattagli e da quel momento,
nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli servì da zelante scrivano a
questa misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore.
   Lorber scriveva quasi ogni giorno già di buon mattino e faceva scorrere la penna
con discreta velocità, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere un
passo dello scritto.
   Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa di
quanto udiva. A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico:
   «Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la santissima Parola
del Signore sempre nella regione del cuore come un pensiero chiarissimo, luminoso
e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto possa essermi vicino, può per-
cepire un qualcosa di una qualche voce. Per me, però, questa Voce di Grazia risuo-
na più limpida di qualsiasi altro suono materiale, per quanto forte esso sia».
   È possibile conoscere un po’ più da vicino la vita di Lorber da una lettera che lo
stesso Lorber indirizzò al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c’è una
risposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suo
amico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano di
Lorber rivolge a Busch le seguenti parole:
   «Mio caro amico, tu Mi cerchi, perché Mi ami; ed è perciò facile per te seguire
il Mio comandamento d'Amore in maniera viva ed efficace.
   Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad ogni tipo di
cose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla fine non credono più a
nulla - se non a quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimo
possibile possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose sono
più furbi dei figli della luce!
   Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che mai verran-
no nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore (Lorber)
è veramente povero per amor Mio, poiché egli potrebbe essere molto ricco dato
che possiede, anche per Mia Grazia, le migliori doti di musicista.


6
Egli però ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose - tutto per il grande
amore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e
60 centesimi li distribuisce fra i poveri.
  Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella, per quanto
lontana, è a lui nota come questa Terra. Con l'occhio del suo spirito le può con-
templare ed ammirare a suo piacimento, ma queste cose lo interessano poco
perché solo Io sono per lui Tutto in tutto!
  Ora vedi, questa è l'unica via giusta che conduce al Mio cuore!
  Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la legge fin dalla
fanciullezza e con ciò avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Però gli sem-
brava di non averla ancora. Per questo venne da Me e domandò che cosa avreb-
be dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: “Osserva i comanda-
menti!”. Egli però ribadì di aver fatto ciò già dalla fanciullezza! Al che gli dissi:
“Se vuoi di più, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i poveri, poi vieni e
seguiMi e allora i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!”. Vedi, questo Io lo
dico ora però a ciascuno: “Chi vuole avere molto da Me, deve sacrificarMi anche
molto - chi però vuole tutto, vale a dire Me Stesso, costui deve anche sacrificarMi
tutto, affinché noi diveniamo una cosa sola”.
  Tu, però, Mi hai già sacrificato molto e perciò riceverai anche molto!
  L'amore puro e disinteressato è perciò dinanzi a Me il massimo! Questo poco
sia detto, amico, per tua consolazione. Amen».

  Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la più importante
opera mai comunicata all’umanità, si avvicinò anche per Lorber la fine della sua
peregrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addormentò dolce-
mente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale già da lungo
tempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhard
presso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione dell’eletto servitore
e “scrivano di Dio”.


                             La “Nuova Rivelazione”

  Questa imponente opera è composta da una serie ragguardevole di volumi, che
già sotto l'aspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono una testi-
monianza della più sorprendente fertilità spirituale.
  Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente:
Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44);
Le dodici ore (1841);
Il grande Tempo dei tempi (1841);
La Luna (1841);
Saturno (1841/42);

                                                                                    7
La Mosca (1842);
Il Grossglockner (1842);
Il Sole Naturale (1842);
Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43);
Spiegazione di Testi biblici (1843);
L’infanzia di Gesù (1843/44);
Lettera di Paolo apostolo alla comunità di Laodicea (1844);
Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Gesù (1845/46);
La Terra (1846/47);
Oltre la soglia (1847);
Il vescovo Martino (1847/48);
Dall’Inferno al Cielo - 2 volumi (1848/51);
I tre giorni nel Tempio (1859/60);
Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864)
Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64).

  Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capi-
toli d'introduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiega-
zioni sull'Essenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sulla
formazione dei mondi materiali e sulla creazione finale dell’uomo.
  Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sull'aldiqua e
l'Aldilà sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempo
viene mostrata la Via sulla quale si può giungere dall'iniziale imperfezione
umana alla futura perfezione divina.
  L’opera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, è il gioiello più imponente
che rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In esso
ci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto
nei tre anni del Suo insegnamento terreno.
  In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbia so-
no certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Gesù, ha
insegnato e operato molto di più di quanto è stato tramandato ai posteri attraverso
gli attuali Vangeli.
  Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente e ricon-
segnare integralmente all'umanità tutto ciò che era stato rivelato da Gesù alla
cerchia più ristretta dei Suoi discepoli.
  Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengono
finalmente svelate e chiarite.
  Solo in quest’epoca, infatti, l’umanità è preparata e matura per accogliere e
comprendere la profonda verità sui più importanti misteri divini, sulla continuità
della vita e sul destino finale dell’uomo.




8
Il libro “Il Governo della Famiglia di Dio”

  La monumentale opera “La Nuova Rivelazione” inizia da “Il Governo della
Famiglia di Dio” che presenta lo scenario della genesi illuminandolo con una
luce di verità che solo ora può essere compresa.
  Ci troviamo di fronte alla cronaca quotidiana della vita di Adamo ed Eva, in cui
accanto ai dettagli del loro modo di vivere vengono comunicate delle conoscenze
assolutamente straordinarie su quei temi che da sempre sono al centro del dibattito
religioso: dall’Essenza di Dio all’inizio della Creazione, dal peccato originale al
fratricidio di Caino, da Lucifero che divenne Satana ai patriarchi e fino al diluvio
universale.
  La vastità di tale opera non si limita alla trattazione di tematiche puramente
bibliche, ma abbraccia argomenti di carattere scientifico fornendo indispensabili
chiarimenti alle teorie sulla creazione dell’universo e sull’evoluzione umana
partendo dal fondamentale principio dell’«autoformazione» che testimonia
come Dio non voglia uomini-macchine ma esseri autonomi che si formino da sé
attraverso un processo di errori e tentazioni, decidendo liberamente sul proprio
destino.
  Dalla panoramica a carattere universale che investe a vari livelli i molteplici
aspetti dell’esistenza, l’opera dedica ampio spazio agli interrogativi di natura
più personale che toccano da vicino ogni uomo. Si può infatti considerare anche
come una specie di vademecum spirituale in cui vengono dati insegnamenti su
un retto comportamento, di cui l’amore, l’umiltà e la pazienza sono le basi
fondamentali.
  La cosa più sorprendente che emerge da quest’opera è il fine stesso per cui è
stata dettata, cioè quello di far sapere a tutta l’umanità che Dio ha creato per
amore, ma questo amore è del tutto particolare, perché prevede non solo l’amore
del Padre per i figli, ma anche la necessità del Padre di essere amato dai Suoi figli
e colmare così una solitudine immensa che Lo imprigionava ad una vita prevedi-
bile e insopportabilmente monotona.
  Lo scopo di questi tre volumi è soprattutto quello di risvegliare e promuovere
una fede viva e il giusto amore per Dio: uno “scambio d’amore” tra Creatore e
creatura.
  Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasione
di incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue più profonde
domande.


                                                        Associazione Jakob Lorber


 Venezia, luglio 2000

                                                                                   9
Prefazione del Signore


  Lo scrivano della presente Opera cercò seriamente, e trovò quello che
cercava. Chiese, e gli fu dato; e poiché bussò alla porta giusta, gli fu aper-
to, e per mezzo di lui anche a tutti coloro che sono di buon cuore e di
buona volontà.
  A coloro invece che qui cercano non col cuore, ma esaminano e criticano
sempre soltanto con la loro presunta pura intelligenza mondana, e anziché
bussare al Nome vivente dell’eterno Donatore di ogni buon dono, bussano
soltanto alla dura e morta scorza della materia, a questi non sarà dato né
sarà aperto.
  Poiché lo Spirito del Signore non si rivela mai attraverso l’intelligenza
degli intelligenti del mondo, ma solo attraverso la semplicità del cuore di
coloro che di fronte al mondo degli intelligenti sono considerati e conosciuti
come stolti; e tuttavia l’intelligenza dei sapienti del mondo in breve tempo
diventa un nulla di fronte alla semplicità degli stolti.
  Chi leggerà la presente Opera con un cuore umile, credente e grato, ne
ritrarrà grazie e benedizioni di ogni genere, e non mancherà di riconoscere
nell’Opera il vero Autore. Alla pura casta degli intellettuali è però comun-
que indifferente il leggere un Daniele o un Sir Walter Scott o un Rousseau o
Hegel. Infatti l’intelligenza mondana piglia tutto in modo mondano, e con-
sidera una comunicazione di livello superiore, che viene dall’Alto, come
una vuota fantasticheria di persone illetterate ma per natura ricche di fanta-
sia, le quali vorrebbero valere e ottenere qualcosa per mezzo delle loro
mistificazioni, dato che per la via della pura intelligenza non possono otte-
nere nulla, in quanto, appunto, a loro manca essenzialmente questa.
  Ma nessuno si lasci sviare da ciò! Quante volte i quattro Vangeli sono
già stati messi in dubbio, ma per questo motivo valgono forse di meno nei
cuori dei veri seguaci di Dio? Quanto spesso Io, il Signore e Datore della
vita e di ogni dono veramente vantaggioso ad essa, sono già stato dichiara-
to dai sapienti del mondo un semplice uomo, un ipnotizzatore, anche un
imbroglione e perfino un personaggio puramente immaginario, e come tale
vengo dichiarato da milioni in questo momento! Ma ciò non inganna tutta-
via altri milioni. Costoro, come praticanti e non solo uditori della Mia
Parola, videro nella semplicità del loro cuore che il Gesù di Nazaret era
più di quello che i molti eruditi del mondo credono o non credono affatto.

10
Perciò nessuno per l’Opera qui presente si attenga al giudizio del mondo, il
quale eleva solo ciò che è della propria natura, ma ci si attenga solo alla
voce del cuore dei semplici! Questi daranno a ognuno, davanti agli occhi
del buon Donatore, un giusto giudizio. Ma l’intelligenza dei dotti del
mondo troverà in ciò la migliore occasione per scandalizzarsi molte volte.
Buon per lei se riuscirà ad evitare un completo fallimento!
  Chi legge quest’Opera e la considera sì un’ispirazione spirituale, ma non
gli è chiaro se essa venga da uno spirito di specie superiore o inferiore(1),
quegli è ancora molto cieco, e la coltre dell’intelligenza mondana vela anco-
ra molto la vista del suo cuore.
  A colui che crede in Me con fede viva, non sono sconosciuti il Mio Vigo-
re, la Mia Bontà e la Mia pienissima Sapienza, ed egli scorgerà, e deve
scorgerlo, che Io ben possiedo Forza e Sapienza in eterna sovrabbondanza,
e là dove Io coltivo un campo, so sicuramente scacciare dal campo il nemi-
co per l’eternità; perché Io e Satana ancora non abbiamo mai condotto l’ara-
tro nello stesso solco! Nell’intelligenza del mondo egoista purtroppo sì che
le Mie caratteristiche sono sconosciute. Il mondo, essendo esso stesso tene-
broso, ovunque non vede altro che tenebra; ma agli occhi di coloro che sono
istruiti ed educati dal Padre tutto appare completamente diverso, poiché per
chi è veramente puro e illuminato, tutto è puro e ben illuminato.
  A coloro, invece, i quali dicono che a quest’Opera, per valere come data
dall’Alto, manchino la semplicità, la tranquillità, l’ampiezza di vedute e
quella certa profondità nella visione globale del mondo(2), sia detto molto
brevemente soltanto questo: che essi si esaminino prima scrupolosamente
nel loro cuore se forse proprio a loro non manchi quello che non trovano
nella Parola. Del resto hanno dato qua un giudizio, in modo da aver pur
detto anch’essi qualche cosa su quest’Opera in qualità di colti europei,
senza essersi addentrati nella piena profondità dell’Opera; per un tale
approfondimento, infatti, certo occorre chiaramente di più che leggere a
mala pena un’unica volta, e superficialmente, una parte di quest’Opera.
  Che cosa intendono dunque tali lettori per semplicità? Io ritengo però che
una Scrittura che, nonostante la più che necessaria e - per la limitata visione
umana - misteriosa pienezza e profondità di ciò che dà, è scritta in modo
che perfino i fanciulli la possano capire molto bene, purché siano un po’
capaci di leggere e purché il loro pensiero possa un po’ innalzarsi al di sopra
dell’ABC e dell’uno per uno, ebbene una tale Scrittura a buon diritto non
può dirsi mancante della richiesta semplicità.

(1)
      questa osservazione del Signore si riferisce a un giudizio espresso da un dotto tedesco.
(2)
      questa osservazione del Signore si riferisce a un giudizio che un altro esperto tedesco diede sul
       manoscritto.

                                                                                                          11
Tuttavia ciò che determina la semplicità di una Scrittura non saranno mai
in eterno le immagini e il linguaggio, ma solo ed esclusivamente il facile
discernimento di un cuore, per quanto semplice, e il trovarsi-a-proprio-agio
in una tale Scrittura. Tutto il resto invece - come cioè un linguaggio antico,
goffo e le relative allegorie vecchie di parecchie migliaia di anni - è altret-
tanto poco semplicità quanto lo è l’intelligenza mondana dei sapienti del
mondo. Riguardo invece a quanto viene qui osservato circa le necessarie
tranquillità e ampiezza di vedute, e la richiesta profondità nella visione glo-
bale del mondo, tutto ciò è tanto più presente in quest’Opera quanto più la
cavillosa intelligenza del mondo ne vaneggia la mancanza; poiché ciò che
dà tranquillità al cuore, deve pur avere in sé pienezza di tranquillità. Ma
all’intelligenza ovviamente ciò non può dare alcuna tranquillità, poiché essa
non è atta ad assimilare la tranquillità, e perciò in una Scrittura può trovare
tanto poco una qualsiasi tranquillità quanto la può trovare un qualsiasi
fiume prima che abbia raggiunto il più profondo del mare. Se l’intelligenza
dei sapienti del mondo potesse però umiliarsi, e dalla sua presunta altezza
discendere nella cameretta vitale e piena di semplicità del cuore, allora da
questa tranquillità troverebbe anche nella presente Opera la tranquillità che
va cercando, e una pienissima ampiezza di vedute proprio in questa tran-
quillità. Ma finché l’intelligenza, simile a una banderuola segna-vento in
cima alla torre della sapienza terrena, viene girata di qua e di là ininterrotta-
mente in tutte le direzioni, da ogni e qualsiasi vento del dubbio, è probabile
che essa non possa trovare da nessuna parte la sua tranquillità che essa stes-
sa non ha, e così neanche la consueta ampiezza di vedute che gode dalla sua
ventosa altezza.
  Se però qualcuno in quest’Opera non trova quella certa profondità della
visione globale del mondo, a lui sia detto, anzitutto, che con questa Scrit-
tura il Donatore della stessa non si proponeva affatto di sviluppare una tale
visione globale del mondo - che ormai è troppo diffusa fra gli uomini - in
quelli che la leggeranno per quello che essa è in realtà, nella vera tranquil-
lità e semplicità del loro cuore, ma soltanto di destare un sentimento di
devozione e di gratitudine, e da questo sentimento di risvegliare una fede
viva e il giusto amore per Dio e per il prossimo e mantenerli vivi in modo
duraturo.
  Ma, in secondo luogo, coloro che leggono questa Scrittura nel giusto
senso, raggiungeranno tuttavia con sufficiente profondità una migliore
visione del mondo senza intervento degli eruditi, i quali per la via dei loro
vani esami intellettivi non approderanno mai eternamente a quella vera
profondità della visione globale del mondo e dei mondi, come è
distinguibile per i retti lettori solo e unicamente nella presente Opera - per

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non parlare affatto di altre e successive Opere(3) nelle quali, per così dire, il
sole e con esso, materialmente e spiritualmente, tutti i sistemi planetari,
solari e i sistemi dei soli centrali vengono sviluppati e rivelati in modo suf-
ficientemente comprensibile ed esauriente.
  Se dunque in un’Opera viene rappresentato con sufficiente chiarezza, dal
primo inizio di tutte le cose create - dunque per una sequenza di tempi e di
avvenimenti che dura già da quasi un’eternità -, lo sviluppo di tali cose,
tanto materiale quanto, in modo particolare, spirituale, e tuttavia qualcuno
trova troppo poca profondità in quella che sarebbe una insufficiente visio-
ne del mondo - in verità anche in tutti i Cieli difficilmente ci sarà ancora
un collirio con il quale tali indagatori potrebbero eliminare la loro deplore-
volissima miopia.
  «Noi amanti di Dio semplici e di debole intelligenza», così possono dire
con pieno diritto i retti lettori di quest’Opera, «che davvero all’infuori del-
l’Università di Dio nei nostri cuori non ne abbiamo mai frequentata un’al-
tra, né a Parigi, né a Jena e a Goettingen, noi non vogliamo tuttavia far
cambio con tutta la vostra sapienza mondana tanto celebrata, poiché il
nostro fervoroso guardare nelle profondità delle grandi creazioni del nostro
Padre santo, lo preferiamo al vostro millenario indagare ad occhi bendati.
Quale distanza raggiungono i vostri binocoli e le vostre linee matematiche,
lo possiamo vedere dal vostro calendario, e le vostre vie non ci sono sco-
nosciute; ma quale distanza raggiunge la chiara vista del nostro cuore che
riposa in Dio, ebbene, per misurare questo i vostri "tubi" e le vostre linee
matematiche potrebbero diventare considerevolmente troppo corti ed esse-
re troppo poco matematici!».
  Chi dunque vuole leggere quest’Opera con vero profitto per la propria
anima, la legga in tutta la semplicità del proprio cuore abbandonato in Dio,
e non si comporti come un censore alla maniera umana del mondo, ma sia
sempre solamente un premuroso padrone di casa del proprio cuore, così egli
troverà nella presente Opera, in gran quantità, ciò che alcuni, pochi lettori
altamente eruditi purtroppo non hanno trovato.
  Ed ora dunque vada ogni benedizione ed ogni grazia ai retti lettori che
sono di cuore puro e di buona volontà! Amen.




(3)
      l’intera Opera di Lorber è composta di 35 volumi.


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1. Capitolo
                     Un monito del Padre celeste ai Suoi figli

  Così parlò il Signore a me e in me (Jakob Lorber) per ciascuno, e ciò è vero,
fedele e sicuro:

   1. «Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metterò la risposta
nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà, percepiranno il
suono della Mia Voce.
   2. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera sposa ama
il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli sempre Mi vedrà
come un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin dall’eternità,
prima ancora che egli fosse.
   3. Dì però agli ammalati, che essi non devono affliggersi nella loro malattia,
ma devono rivolgersi seriamente a Me e fidarsi assolutamente di Me. Io li con-
solerò, e un fiume del balsamo più prezioso si riverserà nel loro cuore, e la sor-
gente dell’eterna Vita si rivelerà in essi, inesauribile; essi guariranno e saranno
ristorati, come l’erba dopo una pioggia a dirotto.
   4. A coloro che Mi cercano, dì loro: “Io sono il vero ‘dappertutto’ e il vero
‘da nessuna parte’. Sono dappertutto, dove Mi si ama e si osservano i Miei
Comandamenti, da nessuna parte, invece, dove Mi si adora e Mi si venera sol-
tanto”. Non è dunque l’amore più che la preghiera, e l’osservanza dei Coman-
damenti più che la venerazione? In verità, in verità Io ti dico: “Chi Mi ama,
quegli Mi adora in spirito, e chi osserva i Miei Comandamenti, quegli è colui
che mi venera nella verità!”. I Miei Comandamenti però nessuno può osservarli
se non colui che Mi ama; ma chi Mi ama non ha più alcun comandamento che
questo, e cioè di amare Me e la Mia Parola viva, che è la vera, eterna Vita.
   5. Ai deboli annuncia dalla Mia bocca: “Io sono un Dio forte. Essi devono
tutti rivolgersi a Me, e Io li completerò. Da un acchiappa-mosche voglio fare
un domatore di leoni, e i timorosi debbono distruggere il mondo, e i forti della
Terra devono essere dispersi come pula”.
  6. Ai danzatori e alle danzatrici dì, senza timidezza, che essi sono tutti quanti
burattini manovrati da Satana. Egli infatti li afferra tutti quanti per i piedi e gira
attorno con loro velocemente in un vortice, affinché essi siano in tal modo
completamente storditi da non poter né stare, né andare, né sedere, né dormire,
né sostare, né vedere, né udire, né tastare, né odorare, né gustare, né percepire;
essi infatti sono come morti, per cui non si può né consigliarli né aiutarli. E se
ancora volessero volgersi a Me, si sentirebbero come uno che una persona
robusta prendesse per i piedi e facesse girare in circolo attorno a sé; anche se

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costui guardasse su al cielo, non vedrebbe il sole, ma solo una striscia luminosa
che lo accecherebbe, così che poi vorrebbe chiudere gli occhi e non vedere più
nulla del tutto.
  7. Colui in cui l’occhio del corpo è cieco, a quello sta ancora aperta la vista
dello spirito; ma chi diventa cieco nello spirito, quegli rimane cieco eternamente!
  8. Ai giocatori puoi dire che essi giocando perdono per prima cosa la loro
vita, e poi tutto ciò che fu dato loro per questa stessa vita. Il gioco infatti è una
fonte piena di velenoso sudiciume; i giocatori però credono che sia una fonte
d’oro nascosta. Perciò essi frugano giornalmente in questa immondizia, assimi-
lano nelle narici l’alito pestilenziale, si avvelenano fin nelle più intime fibre e
trovano, al posto del presunto oro, l’eterna morte dello spirito.
  9. Coloro che possiedono la Scrittura e non la leggono, assomigliano a un
assetato alla fontana in cui vi è acqua pura, che essi però non vogliono bere.
Agiscono così o per una certa idrofobia spirituale, a somiglianza dei cani rab-
biosi i quali, per calmare la sete bruciante, mordono le pietre più dure anziché
cacciare il muso nell’acqua e guarire; oppure anche, il più delle volte, essi agi-
scono così per una certa indifferente pigrizia, e preferiscono perciò farsi offrire
da certuni indolenti servitori, per calmare la loro sete, del fango puzzolente
dalla più vicina pozzanghera, per poi perire malamente tutti quanti.
  10. Ma agli amanti sessuali e alle amatrici sessuali dì questo: “Chi cammina
nella carne, cammina nella morte, e il suo piacere sarà presto trasformato
in cibo per i vermi. Solo chi cammina nello spirito, arriva alla luce, la sorgente
di ogni vita: la sua parte sussisterà in eterno e si moltiplicherà”.
  11. Ai maniaci dell’abbigliamento di lusso e della moda dì seriamente che
essi stanno nudi davanti al loro giustissimo Giudice. Il loro lusso passerà come
una schiuma; la loro ambizione e il lusso saranno tramutati nella più bassa schia-
vitù, ed essi dovranno vergognarsi eternamente della loro stoltezza. Non è dun-
que un grande stolto colui che si propone di dorare un mucchio di immondizia,
e fa incastonare invece le pietre preziose nel più sudicio escremento anziché
nell’oro? Oh, ma quanti, quanti ce ne sono di pazzi ora a questo mondo! La
luce, la prendono per tenebra, e la tenebra per luce!
  12. Già sta una stella nell’est, che aprirà la via ad Orione, e il fuoco del Gran-
de Cane tutti li consumerà; e Io voglio scagliarne in grande quantità di stelle
dal Cielo sulla Terra, affinché tutti i malvagi periscano e la Mia luce brilli
ovunque.
 13. Io, Jehova, Dio dall’eternità, il Veritiero e il Fedele, come ultimo avverti-
mento. Amen.
 14. A te, che hai scritto questo malamente sotto dettatura, ciò vale per primo,
poi però per tutti gli altri. Amen. Questo dice il Primo e l’Ultimo. Amen».

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2. Capitolo
                    I Comandamenti del Signore agli uomini


 Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno; e ciò è vero, fedele e sicuro:


   1. «Tu sei il Lot di Sodoma; ma vedi di non soffocare nella lussuria, e che
non ti sia assegnata l’eredità della prostituta, poiché tu sei come nessuno prima
di te e dopo di te. Tu, come uomo, sei interamente nella carne e nella sua brama
di piaceri sensuali, e come spirito sei interamente libero con occhi aperti ed
orecchi aperti. Il tuo corpo lo imbratti di escremento, e sopra il tuo spirito ven-
gono riversati fiumi di luce; il tuo corpo mangia con le scrofe, mentre il tuo
spirito è circondato da mille angeli. Il tuo cuore terreno l’hai riempito di letame
e di escremento, e Io Mi sono eretto un’abitazione nel cuore del tuo spirito. Tu
ti intrattieni con le prostitute, mentre Io parlo con te come un fratello al fratel-
lo; tu puzzi come una fogna, e il tuo spirito respira i profumi del più alto dei
Cieli; tu sei un mostro, e il tuo occhio supera la luminosità dei soli. Perciò puri-
fica la tua carne e diventa uno con Me, perché Io diventi uno con te!
   2. Dì alle madri paurose che esse non devono educare le loro figlie nel timore
degli uomini e del mondo; infatti, a ciò che si teme, si ubbidisce ciecamente
nella tentazione, e colui che è temuto diventerà facilmente vincitore. Esse inve-
ce devono piuttosto educarle nel timore di Me e nell’amore per Me, affinché Io
diventi vincitore e affinché esse disdegnino il mondo e godano di ogni abbon-
danza nel Mio Amore sconfinato. Esse non devono condurle in luoghi pubblici
allo scopo di conquistare un marito, bensì da Me, da Me devono portarle, e Io
ti dico che non uno dei loro desideri resterà senza benedizione e insoddisfatto.
Poiché Io sono un Dio ricco, che di tutto ha il più infinito sovrappiù, che tutto
può e anche vuole dare in somma sovrabbondanza.
  3. I poveri non devono elemosinare davanti alla porta del ricco, dove speri-
mentano la sorte dei cani estranei, e il loro cuore viene volto a tristezza e ama-
rezza. Essi invece devono solo venire da Me con ferma fiducia, e Io li ristorerò
tutti quanti. Voglio dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire
gli ignudi, guarire i malati; lo zoppo dovrà saltare come un cervo, il lebbroso
sarà mondato, il cieco vedrà, il sordo udrà e il debole voglio renderlo più forte
di un leone. Il timoroso sarà più coraggioso di un puledro, e il vecchio troverà
riposo. Il povero è il Mio fratello più prossimo; Io provvedo per lui. Egli dun-
que non deve lasciarsi profanare dai cani; poiché i ricchi del mondo sono fra-
telli di Satana e figli del Diavolo dell’Inferno.
 4. Ai Miei amici e alle Mie amiche dì questo: “Essi non devono amare i Miei
domestici e servi più di Me!”. La loro salvezza non devono tanto metterla nelle

16
loro mani, ma piuttosto interamente nelle Mie, e affidarsi totalmente a Me. Poi-
ché il domestico deve agire rigorosamente secondo il comando, se non vuole
essere trovato indegno; solo il Datore della Legge sta al di sopra di essa, e può
anche porre al di sopra di essa chi Egli vuole. Fino a quando però essi stanno
sotto il giogo, vengono giudicati; ma chi viene da Me, a lui Io posso condonare
il giudizio.
  5. La Mia Chiesa sulla Terra è un bagno di purificazione; chi si è lavato,
venga da Me, perché Io lo asciughi col calore del Mio Amore e lo trattenga. Ma
chi prova solo piacere nel battersi e lavarsi, a quello va come alle ruote del
mulino, che non escono mai dall’acqua.
  6. Se qualcuno ha compiuto opere di vera penitenza, quegli venga da Me,
perché Io lo accolga come un figlio perduto e lo trattenga nella Mia Forza.
Infatti il servo può consigliare, Io invece posso fare; il domestico può istruire,
ma la Redenzione è solamente opera Mia; il servo può pregare, ma solo Io
posso benedire. Il Mio domestico deve giudicare rettamente, ma il diritto della
grazia ce l’ha solo il Signore. Perciò essi, al di là dei domestici e dei servi, non
devono dimenticarsi del Signore!
   7. Questo dì loro fedelmente, parola per parola, senza alcuna timidezza; tu
infatti non devi temere il mondo se Mi vuoi amare, poiché Io sono più che tutto
il mondo.
   8. Per il mondo Io sono un eroe assai piccolo, a cui non si dà alcuna impor-
tanza. Gli eruditi a mala pena Mi guardano ancora più in su delle spalle, e con
estrema difficoltà Mi lasciano ancora il nome di un uomo onesto. Alcuni però
Mi hanno già dato completamente congedo; per costoro dunque Io non ci sono
più affatto. Alcuni Mi concedono bensì ancora un qualche tratto divino, tuttavia
solo per breve tempo; dopo però si lasciano convincere del contrario dai
sapienti del mondo. Allora Io vengo subito vergognosamente respinto e valgo
ancora tutt’al più come un vecchio Dio per donne. Per alcuni dei Miei domesti-
ci e servi che vogliono essere grandi, Io servo ancora solamente come pubblico
sigillo ufficiale e come rivestimento esteriore, di parvenza divina, della loro
nera insensatezza e della loro rozza e tenebrosa stupidità e follia. Certuni però
lasciano bensì che Io Me ne stia ancora nella Mia Divinità, ma in compenso,
per i loro vantaggi temporali, Io devo lasciar fare di Me ciò che vogliono, e
precisamente, il che è peggio di tutto, Io devo essere una pura assurdità! Amore
e Misericordia posso solo averne fino a quando fa comodo a loro; poi però
devo diventare più inesorabile di una pietra, e devo lasciarMi trasformare nel
più scandaloso tiranno! Devo saltare da un tribunale all’altro e pronunciare una
condanna dopo l’altra; il Mio Amore deve essere dunque solo temporale, ma la
Mia tirannia, con l’annessa severissima funzione di giudice, deve durare in
eterno! O che enormi pazzi! La sconfinata Tolleranza, Mansuetudine, Umiltà


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ed il Mio eterno Amore per le Mie creature, ovviamente non sono utili per il
loro avido commercio; ma presto dovrà essere tirata una riga sotto i loro conti!
I loro conti stanno davanti a Me e la misura delle loro azioni è diventata piena,
ad eccezione di una sola cosa, e la ricompensa li attende.
  9. Chi non Mi conosce come sono, e chi Io sono, sarebbe meglio per lui che
di Me non sapesse nulla affatto, poiché allora Io potrei ancora renderlo vivente
là, nel regno degli spiriti; ma così essi si rendono inadatti al Mio aiuto, poiché
uccidono la vita in se stessi per il fatto che distruggono Me in se stessi, e così
anche Mi uccidono, e sono come i tralci staccati dalla vite.
  10. Questo però Io dico adesso: “Io sono l’unico, eterno Dio nella Mia natura
trinitaria, quale Padre secondo la Mia natura divina, quale Figlio secondo la
Mia natura perfettamente umana, e quale Spirito secondo ogni vita, azione e
conoscenza”. Io sono dall’eternità l’Amore Stesso e la Sapienza Stessa. Mai ho
ricevuto qualcosa da qualcuno. Tutto ciò che esiste, è da Me, e chi ha qualcosa,
l’ha da Me. Come posso essere un tiranno e un pronunciatore di condanne? O
voi stolti! Io vi amo, e voi Mi disprezzate. Io sono vostro Padre, e voi fate di
Me un giustiziere. Dove Io benedico, voi maledite; dove Io costruisco, voi
distruggete; ciò che Io erigo, voi lo piegate a terra; dove Io semino, là sopra
convogliate flutti mortali; voi siete in tutto contro di Me. Se Io fossi come voi
dite che Io sia, in verità Io vi dico che la Terra non sussisterebbe più già da
lungo tempo, anzi non sarebbe neanche mai stata creata! Ma poiché Io sono
come sono, così tutto sussiste ancora, com’era e come sarà eternamente; e
anche voi sarete come volete essere, senza il Mio giudizio di condanna, poiché
voi sarete quello che da voi stessi vi sarete fatti. Coloro però che Mi prendono
come sono, e Mi amano come Io li amo, di loro Io farò quello che vogliono,
affinché la loro libertà e la loro gioia siano perfette in eterno”.
  11. Ai Miei domestici e servi dì: “I Miei incarichi non sono banche di cambio
e non sono botteghe di denaro!”. Chi infatti Mi serve a motivo del denaro, que-
gli non Mi serve per amore; ma chi non Mi serve per amore, il suo servizio Mi
è estraneo, come Io devo essere del tutto estraneo per lui, dal momento che non
Mi serve per amore; con lui ho già chiuso il conto. Ma come può essere un
servo fedele, colui che vendette i tesori del padrone senza autorizzazione, come
un ladro, per i prezzi più scandalosi? Iscariota per lo meno Mi vendette per
trenta denari d’argento, senza prevedere ciò che sarebbe stato di Me; poiché
egli era accecato e andò perduto. Adesso però, essendo Io già martirizzato,
ucciso e di nuovo risorto, Mi si può avere ad ogni minuto per i prezzi più scan-
dalosamente ridicoli. O voi scandalosi ladri, voi assassini, a che cosa vi dovrò
paragonare? Voi figli del drago, voi razza di vipere, voi prole di serpenti! E’
così che Mi servite? E’ in queste condizioni che devo trovarvi? Vi feci sì dire,
tramite il Mio caro Paolo, che colui che serve all’altare deve anche vivere del-
l’altare, ma solo dalle opere dell’amore, che produce ogni bene; voi però non

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avete opere d’amore, perciò siete briganti e ladri, e assassini a tradimento del
Vangelo e di ogni verità. Sappiate questo: “Com’è il lavoro, così la paga!”. L’a-
more non si può avere per denaro, ma solo di nuovo con l’amore. Io sono l’A-
more Stesso e, senza eccezione, non Mi si può avere a nessun altro prezzo se
non di nuovo solo con l’amore. Con l’amore vi ho riscattati tutti; perciò preten-
do, da voi tutti, di nuovo amore. Perciò chi vuole servirMi, Mi serva nell’amo-
re nel quale Io per lui sono morto in Croce; e chi vuole venire a Me, venga a
Me in quell’amore che sanguinò per lui sulla Croce.
  12. Ai funzionari e ai signori del mondo dì senza alcuna timidezza, parola per
parola, che i loro incarichi non stanno più in alto degli incarichi del Mio regno.
Ogni incarico però che è contro il Mio incarico, voglio fra poco distruggerlo;
guai ai suoi servitori! Poiché Io sono il Sommo; la Mia Legge è eterna, come
Io lo sono, e rimarrà, come Me, eterna. Le tignole che vogliono rosicchiare la
Mia Legge e fare di nuovo leggi dal loro escremento per cancellare il Mio
Comandamento, su costoro tale Comandamento rotolerà con grande forza e
pesantezza e li annienterà, come se non fossero mai esistiti. Chiunque pecchi
contro i Miei Comandamenti può essere perdonato se si corregge, riconosce il
suo errore e se ne pente, e poi si rivolge a Me e rimane in Me e Io in lui; ma chi
vuole scalzare la Mia Legge, essa lo schiaccerà, ed egli poi non esisterà più in
eterno. Tutte le leggi mondane scalzano il Mio Comandamento, se non sono
ispirate dal Mio Amore e date da uomini che sono istruiti attraverso il Mio Spi-
rito. Guai ai tiranni e guai ai despoti che regnano a motivo del trono e della
potenza e dell’autorità; poiché al loro tempo non manca più che una sola cosa,
ed essi sperimenteranno la potenza dei deboli! Il suolo è Mio, e il campo è
Mio; questo dice il Veritiero, l’eterno Dio di Amore e Sapienza, e l’annuncia a
un pazzo per i sapienti del mondo.
  Amen Io, Jehova, Amen».



                                   3. Capitolo
                       Il Signore quale Padre dei Suoi figli

 Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro:


   1. «Io sono un buon Padrone di casa; neanche una briciola va perduta. Chi
investe da Me il suo capitale, a quegli esso darà alti interessi e resterà registrato
nel Mio Cuore, e gli interessi cresceranno in tutte le eternità delle eternità.
Guarda in alto, tu stolto, e contempla il cielo stellato! Chi mai ha contato i soli,
il cui numero non ha fine, e le terre tutte, che Io ho creato a migliaia attorno ad

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ogni singolo sole?! E Io ti dico, Io che sono veritiero e fedele in ciascuna delle
Mie parole: “Per un centesimo do una terra, e per un sorso d’acqua fresca un
sole”. In verità, Io ti dico: “Il minimo servizio di amore del prossimo sarà com-
pensato nel modo più eccezionale e più indicibile!”.
  2. Tu Mi domandi se è possibile che proprio dappertutto ci siano uomini
come qui sulla Terra che tu abiti, e Io ti dico: “Sì, ci sono dappertutto uomini
che provengono dalle Mie viscere, e Mi riconoscono secondo il tipo di viscere;
e quelli che provengono dalle Mie mani e Mi riconoscono dalle Mie mani; e
quelli che provengono dai Miei piedi e Mi riconoscono dai Miei piedi; e quelli
che provengono dalla Mia testa e Mi riconoscono dalla Mia testa; e quelli che
provengono dai Miei capelli e Mi riconoscono dai Miei capelli; e quelli che
provengono dai Miei lombi e Mi riconoscono dai Miei lombi; e in generale
quelli che provengono da ogni e ciascuna singola parte della Mia Entità corpo-
rea, e Mi riconoscono secondo tale parte. E la loro vita e la loro beatitudine
corrispondono alla parte da cui sono scaturiti, e tutti sono Mie creature, che Mi
sono care; poiché Io sono tutto Amore, e dappertutto sono l’Amore Stesso.
  3. Ma gli uomini di questa Terra li suscitai dal centro del Mio Cuore, e li
creai perfettamente a Mia immagine e somiglianza, ed essi non dovrebbero
essere soltanto Mie creature, ma i Miei cari figli, che Mi devono riconoscere
non come Dio e Creatore, ma solo come il loro buon Padre, Colui che, dopo un
breve periodo di prova, vuole riprenderli interamente con Sé, affinché essi
abbiano tutto quello che ha Lui Stesso, e possano abitare presso di Lui eterna-
mente, e con Lui regnare e governare l’Universo. Ma vedi, tutte le Mie creature
Mi amano come loro Creatore nella loro grata gioia di esistere; invece i Miei
figli non vogliono il loro Padre e disdegnano il Suo Amore!
  4. Vedi, Io sono triste quando vedo come ad ogni ora, a mille e mille migliaia,
essi inaridiscono e muoiono! Oh, se solo potessi aiutarli! Non è triste quando
l’Onnipotente non può dare aiuto?!
  5. Tu Mi chiedi di nuovo: "Ma come può essere possibile questo?". O sì, Io ti
dico, questo è ben possibile! Vedi, tutte le Mie creature dipendono dalla Mia
Potenza, ma i Miei figli dipendono dal Mio Amore! La Mia Potenza comanda,
e avviene come Io comando; ma il Mio Amore desidera soltanto, e comanda
con ogni dolcezza ai liberi figli, e i liberi figli si tappano le orecchie e non
vogliono guardare il Volto del loro Padre. Perciò, poiché essi sono liberi, come
Io lo sono, non posso aiutarli se essi non lo vogliono. Infatti la Mia Potenza va
al di sopra di ogni cosa; ma la Mia Volontà è soggetta ai Miei figli. Questo però
ognuno deve metterselo bene in testa: “Io sono vostro Padre, sono però anche
vostro Dio, e all’infuori di Me non ce n’è un altro. Mi volete come Padre –
oppure come Dio?”. Le vostre azioni Mi daranno la risposta decisiva.

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6. Dunque tenetelo a mente: “L’Amore dimora solo nel Padre, e si chiama
‘il Figlio’. Chi disdegna l’Amore, cadrà in mano alla potente Divinità e sarà
spogliato della propria libertà eternamente, e la morte sarà la sua parte; la
Divinità infatti abita anche nell’Inferno, ma il Padre abita solo in Cielo. Dio
giudica tutto secondo la Sua Potenza; ma la Grazia e l’eterna Vita è solo nel
Padre e si chiama ‘il Figlio’. La Divinità uccide tutto; ma il Figlio, ovvero
l’Amore in Me, ha vita, dà vita e rende vivi”.
 7. Tutto questo dice il buon Padrone di casa e Padre parsimonioso a tutti i
Suoi figli, perché abbiano a correggersi, per prendere un giorno l’eredità che Io
ho preparato e conservato per loro tanto fedelmente dall’eternità.
  8. Ai tuoi amici e fratelli dì pure con ogni amore: “Io, il vostro amorevolissimo
Padre, ho già spalancato entrambe le braccia per stringerli tutti quanti al Mio
Cuore eternamente, eternamente. Mai più devono distogliersi da Me, ma costan-
temente devono guardarMi in Volto, e il Mio occhio dirà loro - sì lo annuncerà
forte - quanto Io li ami, e come sono rette le Mie intenzioni verso di loro”.
  9. Dì loro che ho allontanato dai Miei occhi i loro peccati, e li ho lavati e resi
bianchi come la neve; ora non c’è più alcun ostacolo. Non voglio più essere per
loro un Padre invisibile; essi devono guardarMi sempre, e trastullarsi con Me e
scherzare e rallegrarsi; tutte le loro preoccupazioni devono ora affidarle a Me.
  10. Oh, con quale gioia voglio provvedere ulteriormente per loro! Oh, che
cosa sono per Me, il Padre, tutte le gioie e le beatitudini dei Miei Cieli in con-
fronto a quella di essere amato dai Miei diletti figli quale unico e vero Padre!
   11. Vedi, tutte le beatitudini ve le do in cambio di questa sola, che Io ho stabi-
lito solo per Me, e perciò i Miei figli non devono neanche chiamare nessuno
loro Padre se non unicamente e soltanto Me; poiché Io anche lo sono, e lo sono
pure con ogni diritto, e nessuno può toglierMi questo diritto, poiché Io sono
l’Unico, il Solo, e all’infuori di Me non c’è più nessuno.
 12. Ecco, a te e ai tuoi amici e fratelli voglio indicare per nome ciò che ancora
voi adorate in voi stessi: I (Inferno) - P (Passione) - R (Ragione) - T (Talento) -
E (Egoismo) - GM (Gioia Maligna) - A (Attaccamento fedele ad ogni splendore
mondano - A (Ambizione mondana) - S (Sensualità) - C (Cerimoniale).
Tali amici e fratelli devono tutti ricevere il Mio paterno saluto e oggi stesso, se
vogliono, devono essere aperte per loro le porte dei Cieli, che sono gli occhi
del loro spirito, e oggi stesso Io voglio abitare nei loro cuori. Una cosa soltanto
essi devono fare con costanza, e cioè la loro carne devono lavarla e purificarla
alla fontana al cui interno c’è acqua viva, e devono prendere un bastone che è
mezzo nero e mezzo bianco; lo devono spezzare a metà, e la parte nera devono
gettarla sotto i piedi del mondo, e la parte bianca tenerla per sé in segno che
essi hanno rotto per sempre col mondo e con la loro carne.

                                                                                  21
13. Ma ciò è come dire che essi devono entrare seriamente in se stessi, rico-
noscersi interamente e poi presentare fedelmente e sinceramente a Me, nel loro
cuore, i difetti che hanno trovato. Io cancellerò la sporcizia dai loro cuori e li
riempirò col fuoco del Mio Amore divino-paterno. E così purificati essi devono
poi mostrarsi al sacerdote attraverso la Confessione e nella Confessione; e
subito dopo Io verrò e terrò con loro il banchetto di gioia all’altare.
  14. Inoltre, aggiungi ancora che essi non devono affatto scandalizzarsi della
Chiesa e nella Chiesa(4); infatti ogni cibo che Io raccomando, lo purifico per
colui che lo vuole gustare nello spirito e nella verità, e allora egli lo deve gusta-
re senza preoccupazione. Quello che Io do ai Miei figli è puro e non viene pro-
fanato dalla forma esteriore per coloro per i quali Io l’ho benedetto. Io benedirò
il tempio, e sarà santo il luogo dove essi si troveranno; poiché Io, il vostro
Padre santo, sarò in mezzo a loro là dove essi andranno, e a loro non dovrà
essere torto un capello.
  15. Dì pure a loro, in tutta certezza e sicurezza, che il Mio Amore li attende, e
le Mie braccia non le voglio chiudere se non quando tutti quanti riposeranno
fra le Mie braccia, dove vedranno il loro amorevolissimo Padre santo faccia a
faccia, e la loro gioia non avrà mai più fine. Amen!
  16. Dì a tutti quelli che Mi cercano, che Io sono sempre a casa, non esco mai,
e che non ho stabilito solo certe ore o tempi in cui si possa venire da Me, come
dai re della Terra e da tutti i grandi del mondo. Dunque non solo nel settimo
giorno o nelle festività, ma in ogni minuto Mi è gradito un cuore che ama, e
perfino di notte non ho mai chiuso a nessuno la porta in faccia; dunque, in qua-
lunque momento busserete, voglio dire "Avanti!".
  17. Tu devi e puoi pure dirlo ora francamente e liberamente se ti ho mai
costretto a qualche cosa in un tempo stabilito, o se non è sempre stato lasciato
alla tua libera volontà di venire da Me e di chiederMi qualunque cosa tu abbia
voluto sapere, e se ti sono mai rimasto debitore ad una domanda. E se tu Mi
hai interrogato dall’Inferno, Io ti risposi; e se eri sulla Terra, parlai con te; e
nei Cieli parlai con te. Di giorno e di notte, il Mio orecchio è costantemente
rivolto a te. Quello che tu scrivi qui, lo scrivi soltanto secondo il tuo orario e il
tuo comodo, e per Me va sempre benissimo, e fino a quando vuoi e quanto
vuoi, e vedi, a Me va bene! Perciò dì loro con tutta fedeltà: “Per Me è proprio
uguale il quando qualcuno viene da Me: egli (in qualunque momento) viene
ascoltato e accolto!



(4)
    se fanno parte della Chiesa (cioè se sono nella Chiesa) non devono scandalizzarsi di quanto vedono
in essa. Nota del revisore italiano.

22
18. Dì ai figli che non devono burlarsi di Me, ma che devono prendere questo
seriamente! Dì loro che non sono per niente un buffone, né sto a qualunque
scherzo; poiché Io ho intenzioni serie con tutti, con grandi e piccoli, con giova-
ni e vecchi, con maschi e femmine. Da Me non si fanno eccezioni.
  19. Poiché, vedi, le Mie creature che non sono atte a nulla, le distruggo all’i-
stante e le anniento per l’eternità; ma anche per i Miei figli ho punizioni in
quantità, e voglio castigare i disubbidienti fino all’ultima goccia del loro san-
gue, ed essi poi riconosceranno sicuramente che Io sono per lo meno il Padro-
ne di casa, se proprio non vogliono riconoscerMi come il loro santo e
amorevole Padre.
  20. Ma guai a coloro che non comprendono i Miei paterni castighi e li inter-
pretano falsamente! Dico ancora una volta: “Guai a loro! Costoro il Padre li
scaccerà, e allora avranno a che fare col loro Dio eternamente inesorabile”.
 Questo dico a te, un cattivo e pigro servitore. Amen. Io, Jehova, Amen».



                                  4. Capitolo
                                 La vera Chiesa


 Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro:


  1. «La Mia Grazia è un ricco tesoro; colui che la riceve, non mancherà mai di
nulla, nel tempo e nell’eternità. Perciò ognuno deve darsi premura per appro-
priarsene anche subito; Io infatti la do a chiunque la voglia avere.
  2. Poiché, vedi, se volete il perdono dei vostri peccati, essi vi vengono perdo-
nati qualora facciate vera penitenza per mezzo di Gesù, il quale è la Mia Parola
viva e l’Amore in Me, e le porte del Cielo vi stanno aperte, e se volete entrare,
potete entrare e qua vedere il Volto del vostro Padre santo, che sono Io, l’eterno
Dio Jehova.
  3. Questo voi potete farlo in virtù della Parola vivente, la quale è Gesù Cristo
ovvero l’Amore e la Sapienza eterni in Me, da cui sgorga tutto ciò che è buono
e vero. L’Amore è dato a voi fin dall’inizio; esso infatti è propriamente la vera
vita in voi, così come la Potenza lo è nelle Mie creature. La Potenza proviene
bensì anch’essa dal Mio Amore, e tuttavia non è l’Amore stesso, non essendovi
in essa libertà, ma solo l’effetto dell’Amore. Essa di per sé è però senza vita -
per cui anche tutto ciò che proviene dalla Potenza è di per sé morta materia, la
cui vita è solo apparente -, in realtà però essa è la morte.


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4. Perciò se qualcuno attacca il suo amore al mondo materiale, il suo amore
di per sé viene schiacciato dalla potenza della morte, e la conseguenza è poi la
sorte della materia, ovvero la morte.
  5. Chi invece rivolge a Me il suo amore e si attacca a Me, quegli unisce il suo
amore di nuovo con l’Amore ovvero con la Vita di ogni vita; costui allora
diventa vivo in tutto e per tutto.
  6. Ora però vedi: “L’amore di per sé è cieco e buio, e proprio perciò libero e
indipendente, ma appunto per questo esso è anche in grande pericolo di perder-
si e di andare in rovina”.
  7. Perciò ad ogni amore per Me Io do anche subito in aggiunta, secondo il
grado della sua grandezza, la giusta parte di luce, e questo è un regalo e si chia-
ma Grazia; con questa Io fluisco in ogni uomo secondo il grado del suo amore.
  8. Perciò se uno ha l’amore perché rende viva in sé la Mia Legge, la quale è il
supremo Amore, su di lui saranno riversati fiumi di luce, e il suo occhio pene-
trerà la Terra e vedrà le profondità dei Cieli.
  9. Dillo ai figli, e dillo a tutti, siano pure di qualunque religione - se romani
(cattolici), se protestanti, se ebrei, se turchi, se bramanisti, se bui pagani -, in
breve, per tutti deve essere detto: “Sulla Terra c’è solo una vera Chiesa, e que-
sta è l’amore per Me in Mio Figlio, il quale Amore però è il santo Spirito in
voi, e si fa conoscere a voi attraverso la Mia Parola viva, e questa Parola è il
Figlio, e il Figlio è il Mio Amore, ed è in Me, e Io Lo compenetro interamente,
e noi siamo Uno, e così Io sono in voi, e la vostra anima, il cui cuore è la Mia
dimora, è l’unica vera Chiesa sulla Terra. In essa soltanto è vita eterna, ed essa
è l’unica beatificante.
  10. Poiché, vedi, Io sono il Signore sopra tutto ciò che esiste! Io sono Dio, l’e-
terno e potente, e come tale sono anche vostro Padre, il santo e amorevolissimo.
E tutto questo Io lo sono nella Parola; ma la Parola è nel Figlio, e il Figlio è nel-
l’Amore, e l’Amore è nella Legge, e la Legge è data a voi. Se voi la osservate e
agite in conformità ad essa, l’avete così accolta in voi; essa allora diventa viva
in voi ed eleva voi stessi e vi rende liberi, e voi allora non siete più sotto la
Legge, ma sopra essa nella Grazia e nella Luce, e tutto ciò è la Mia Sapienza.
  11. E ciò è la beatitudine, ovvero il regno di Dio in voi, ovvero l’unica beati-
ficante Chiesa sulla Terra, e in nessun’altra è l’eterna vita se non solo e unica-
mente in questa.
  12. O ritenete forse che Io abiti fra delle mura, o nella cerimonia, o nella pre-
ghiera, o nella venerazione? O no, vi sbagliate molto, poiché là Io non sono da
nessuna parte, ma solamente dov’è l’amore, là sono anch’Io; poiché Io sono
l’Amore, ovvero la Vita Stessa. Io vi do Amore e Vita, e Mi unisco solo con
l’amore e la vita, giammai invece con la materia, ovvero con la morte.

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13. Per questo infatti Io ho vinto la morte e Mi sono assoggettata la Divinità:
per avere ogni potere su tutto ciò che esiste, e perché il Mio Amore regni eter-
namente e renda vivo tutto ciò che gli è soggetto.
  14. E come dunque potete ritenere che Io vi attenda nella morte, mentre inve-
ce Io sono la Vita Stessa? Perciò andate prima nella vera Chiesa, dove all’inter-
no è vita, e soltanto dopo andate in quella morta, affinché essa diventi viva
attraverso voi!».



                                   5. Capitolo
                           Il mistero della Creazione

  1. (Il Signore:) «Chi ha orecchi per udire, oda, e chi ha occhi per vedere, veda;
poiché, vedi, Io voglio svelarvi un grandissimo mistero, affinché possiate vedere
come il vostro Padre amorevolissimo e santo vuole mostrarSi fraternamente a
voi faccia a faccia e farvi gioire del Suo Aspetto. Poiché i figli devono essere
introdotti fin dall’eternità nella grande gestione della casa del loro Padre!
  2. La Divinità era fin dall’eternità la Forza che compenetrava tutta l’infinità
dell’infinità, ed era ed è e sarà eternamente l’Infinità Stessa. Al centro della
Sua profondità Io ero, dall’eternità, l’Amore e la Vita Stessa in Essa; ma vedi,
Io ero cieco come un embrione nel corpo materno! Ma la Divinità Si piacque
nell’Amore e Si strinse totalmente al Suo Amore. E all’Amore venne sempre e
sempre più caldo nel Suo centro, e masse e masse della Divinità vi si affollaro-
no, e tutte le potenze e le forze si precipitarono su di Esso.
  3. E vedi, allora sorse un grande rumoreggiare, fremere e infuriare, e vedi,
l’Amore venne angustiato e premuto da tutte le parti, così che l’Amore tremò
fin nell’intimo! E l’Amore percepì tutto ciò, e il rumoreggiare divenne un
suono, ma il suono divenne nell’Amore una Parola, e la Parola disse: “Sia
Luce!”. E allora divampò nel cuore la fiamma dell’Amore che si era acceso, e
fu Luce in tutti gli spazi dell’infinità!
  4. E Dio vide in Sé la grande gloria del Suo Amore, e l’Amore fu rafforzato
con la Forza della Divinità, e così la Divinità si unì con l’Amore per sempre, e
la Luce scaturiva dal Calore.
  5. E vedi, allora l’Amore vide nella Divinità tutte le glorie, al cui numero non
vi è fine, e la Divinità vide come tutto ciò si riversava dall’Amore per passare
in Lei, e l’Amore vide nella Divinità i Propri pensieri, e trovò grande compia-
cenza in essi. Allora l’Amore Si accese di nuovo, e le forze della Divinità
rumoreggiarono attorno ad Esso, e vedi: “I pensieri dell’Amore erano essi stes-
si amore ed erano senza numero”.

                                                                                25
6. Allora la Divinità vide la Propria Gloria, e l’Amore percepì la Propria Poten-
za. E allora così parlò l’Amore nella Divinità: “Lasciamo che i pensieri della
Gloria rimangano stabili (‘fissati’), ed escano, perché diventino liberi, e possano
percepirCi e vederCi, come Noi li percepiamo e li vediamo, e come Noi li perce-
pimmo e li vedemmo prima ancora che la Luce illuminasse le loro forme!”
  7. Allora la Parola trapassò nella Divinità, e la Divinità divenne ovunque
Amore. E vedi, allora disse la Divinità per la prima volta: “Sia fatto!”, e da Dio
divenne libera una schiera di spiriti, il cui numero non ha fine, e l’Amore vide Se
Stesso moltiplicato all’infinito, e vide in maniera perfetta la Sua infinita Bellezza.
  8. Ma tutti gli esseri non erano ancora vivi, e ancora non percepivano, e anco-
ra non vedevano; poiché essi erano ancora forme ‘fissate’ nella Divinità fuori
dall’Amore.
  9. E ciò rincrebbe all’Amore, ed Esso Si agitò, e l’agitazione salì nella Divi-
nità, e la Divinità diede i Suoi prigionieri all’Amore, e l’Amore compenetrò
tutto. E vedi, allora le forme divennero vive, e si meravigliarono, e si scaldaro-
no ai fiumi di fiamme del divino Amore, e ottennero così movimento e attività
autonomi! Ma ancora non si riconoscevano.
 10. Allora disse nuovamente l’Amore: “Facciamo in modo che si riconosca-
no, perché possano poi riconoscere Me e anche Te attraverso Me!”.
 11. Allora la Parola salì di nuovo nella Divinità, e nella Divinità risuonò la
Parola, e la Parola divenne Legge, e la Legge era l’Amore e si riversò in tutti.
  12. E vedi, allora furono formati tre, e da essi ne vennero sette! E i tre erano
simili all’Amore, alla Luce e alla Divinità, e i sette erano simili ai sette spiriti
di Dio, e si chiamano e si chiameranno eternamente:
 I. Amate l’Amore.
 II. Temete la Divinità - la quale uccide -, per non essere uccisi.
 III. L’Amore in voi è santo; perciò stimatevi l’un l’altro, come l’Amore nella
      Divinità vi stima e prova gioia per voi.
 IV. Ognuno è proprietà di se stesso e proprietà dell’Amore di Dio; perciò
    nessuno diventi preda dell’altro.
 V. Nessuno copra mai il proprio volto davanti all’altro perché l’altro non
    sappia com’è l’amore, e ciò affinché voi siate come l’Amore che vi
    chiamò a divenire.
 VI. Il vostro interno sia anche il vostro esterno, perché non sorga in voi
     alcun falso impulso e voi non periate.
 VII. Il vostro esterno sia il fedele riflesso del vostro specchio interno, nel
     quale l’Amore della Divinità Si contempla; altrimenti lo specchio interno
     verrà spezzato e il vostro aspetto diventerà orribile.

26
13. Allora la Divinità tuonò negli infiniti spazi un terribile giudizio di puni-
zione per i trasgressori, e così nel sommo timore fu comandata l’adorazione
della Divinità, e fu loro comandato di amare l’Amore. Ed essi furono posti
fuori nella massima libertà e potevano fare ciò che volevano, e nulla doveva e
deve ostacolarli nella loro libertà e fino al tempo in cui si saranno riconosciuti
nella loro libertà e nella loro umiltà, affinché la Legge diventi la loro propria
legge, ed essi allora diventino perfettamente liberi.
  14. Sennonché giunse il tempo in cui essi si riconobbero nella loro grande
potenza e nella gloria e maestà che irradiavano su tutto, e il più alto dei tre,
simile alla Luce della Divinità, si accese nella sua avidità per impossessarsi
completamente della Divinità. Attraverso lui si accese una grande parte degli
spiriti che sorsero per suo tramite; e tramite costoro anche la Divinità arse nella
sua Collera, così come i due spiriti più bassi fra i tre, e lanciò la cattiva masna-
da nel profondo del profondo della propria Ira.
  15. E i due e quelli che erano proceduti da loro, e i sette, nel cui numero
erano giusti, furono trovati nella fedeltà della loro umiltà e furono accolti nelle
sfere della Potenza di Dio; e l’Amore vide che essi erano stati trovati puri, e si
rallegrò della loro completezza. E vedi, la Forza della Divinità nell’Amore si
erse e la Divinità Si mosse, e i creati percepirono il movimento della Divinità,
e la Divinità Si mosse verso il Proprio Amore, e ai creati furono aperti gli
occhi, ed essi videro per la prima volta l’eterno Amore.
  16. Allora le schiere degli innumerevoli si stupirono, e sorse un grande giubi-
lo e una grande gioia fra loro; poiché essi videro la Potenza di Dio nell’Amore,
e videro l’Amore in se stessi, e anche la Forza che li chiamò ad esistere, e si
riconobbero, e riconobbero l’Amore e riconobbero Dio.
  17. Ora Si mosse la Divinità, e i creati ebbero timore della Divinità, e l’Amo-
re vide il loro timore e vide che il loro timore era giusto, e il timore divenne per
loro ubbidienza, e l’ubbidienza era l’umiltà, e l’umiltà era il loro amore, e l’a-
more divenne la loro legge, e la legge la loro eterna libertà, e la libertà divenne
la loro vita, e la vita la loro beatitudine in eterno.
  18. Ora vedi, l’eterno Amore li interpellò, ed essi compresero la Parola! Allo-
ra le loro lingue si sciolsero, e la prima parola che sfuggì dalle loro labbra fu
"amore". E alla Divinità piacque il suono del loro linguaggio, e la Divinità fu
mossa dall’Amore, e il movimento prese forma nei creati, e la forma divenne
suono, e il suono fu la seconda parola e fu "Dio".
  19. Ed ora soltanto i creati erano completi. E l’Amore disse ai creati: “Il primo
fra voi andò perduto; perciò assumo Io il suo posto e sarò fra voi eternamente!”.
 20. Allora le loro lingue si sciolsero di nuovo, e le loro ginocchia si piegaro-
no, ed essi adorarono l’Amore.

                                                                                 27
21. Adesso, guarda ancora tutto quello che fece l’Amore, e Dio nell’Amore, e
l’Amore in Dio! Vedi, l’Amore si dolse per i perduti; ma la Divinità fremette
nella Sua Ira, e in tutti gli spazi dell’infinità di Dio fu udito un grande tuono. E
il tuono penetrò fin nell’intimo dell’eterno Amore, e l’Amore soltanto compre-
se il tuono della Divinità, e il tuono in Lui divenne Parola, e così disse: “Ogni
potenza Ti sia soggetta; fa’ come Ti piace e dì ‘Sia!’, e così sarà fatto!”.
   22. E vedi, l’Amore fu commosso fin nell’intimo, e la prima lacrima fluì dal-
l’occhio dell’eterno Amore, e questa lacrima fluì dal Cuore della Divinità e si
chiamava e si chiama e si chiamerà eternamente la "Misericordia".
   23. Questa lacrima divenne una grande massa d’acqua, e l’acqua si riversò in
tutti gli spazi dell’infinità e si riversò nel profondo delle profondità dell’Ira
della Divinità, e mitigò il fuoco della Collera di Dio.
   24. E vedi, lo Spirito di Dio nella Sua Forza soffiò dolcemente sulle acque
della Misericordia, e le acque si divisero. E Dio parlò dal Suo Amore, e il Suo
Amore era la Parola, e la Parola scese nel profondo delle profondità e aleggia-
va sulle acque, e le acque furono separate come gocce di rugiada, e furono
divise in grandi e piccole secondo il numero dei perduti, il quale non ha fine, in
tutti gli spazi dell’infinità.
   25. E vedi, l’ultima goccia che rimase era la più interna delle acque, ed era la
più interna della Misericordia; e quella non fu divisa, ma rimase dov’era rima-
sta, e fu destinata come punto centrale e come teatro della più grande delle
azioni dell’eterno Amore.
   26. E ora vedi: “Quest’ultima goccia fu creata come Terra, che tu e i tuoi fra-
telli abitate!”. E le altre gocce furono create come soli, terre e lune di ogni
genere, il cui numero non ha fine; e vedi, così sorsero il cielo visibile con le
sue stelle, con il sole, la luna, e la Terra visibile con i mari e con la terraferma!
   27. Ed ora vedi e alza gli occhi in alto, e comprenderai le meraviglie dell’eter-
no Amore! Tu vedi sempre lo splendore del sole, la luce della luna e il brillio e
scintillio delle stelle nelle loro svariatissime posizioni, che voi chiamate costel-
lazioni; tu vedi anche le più disparate formazioni in tutti e tre i regni della Terra
naturale; sennonché fino ad ora nessuno ha mai conosciuto a fondo e corretta-
mente compreso che cos’è e da dove viene lo splendore del sole, e come esso gli
fu conferito, e così la lucentezza della luna, e il brillio delle stelle e il loro scin-
tillio, e le loro svariatissime posizioni, e tutte le formazioni della Terra.
   28. Poiché vedi, i Miei figli devono essere iniziati in tutte le cose belle che il
loro santo e amorevolissimo Padre ha da donare a loro, e precisamente a quei
figli che Lo riconoscono e che amano sopra ogni cosa Lui esclusivamente, e
che si amano l’un l’altro per amore del loro Padre.
   29. Ora vedi: “Quando i soli con le loro terre sorsero per la Potenza dell’A-
more misericordioso dell’eterno e infinito Dio, essi non avevano ancora splen-

28
dore, né lucentezza, né brillio, né scintillio, poiché vi era ancora una grande
notte su tali soli e terre e lune. Ma nel centro dei soli l’eterno Amore fece scen-
dere una piccola scintilla della Sua Grazia, e questa scintilla, con rapidità mag-
giore di quella di un grande lampo, compenetrò di splendore le masse oscure, e
vedi, esse illuminarono le terre, e con grande splendore, come tuttora illumina-
no e illumineranno fino a quando la scintilla di Grazia non sarà loro tolta.
   30. E vedi, allora anche le terre e le lune risplendettero, e furono distribuite ai
soli in giusto numero, e l’Amore alitò su di essi con la Forza e la Potenza della
Divinità, e vedi, la luce tremolò sui soli, i mari delle terre ondeggiarono e si
agitarono vorticosamente nei loro flutti, e le arie e i venti fluirono e spirarono
sopra le terre, simili allo Spirito di Dio sopra le acque della Misericordia! E le
lune si alzarono poderosamente al di sopra delle loro terre, a cui furono date
come un frutto all’albero, e incominciarono a girare intorno ad esse in vaste
orbite, come perenni accompagnatrici delle loro origini; e dove ce n’erano
molte, esse furono unite in orbite fisse; ciò in segno dell’amore dei figli che
devono guardare costantemente il Volto del loro Padre, come le lune le loro
terre, perché esse non vengano, a motivo della loro soffice costituzione, strap-
pate dalle loro orbite e distrutte.
   31. Poiché, vedi, le lune non sono compatte, ma molto soffici, e sono simili
alla schiuma del mare quando diventa più compatta e più solida, e sono nude e
senz’acqua; e l’aria della Terra è come l’acqua delle terre (lune), e l’aria è simi-
le all’etere tra soli e terre. Ed esse (le lune) sono destinate ad accogliere coloro
che sono fanatici del mondo, e a racchiudere gli spiriti della materia, e a prova-
re la loro costanza, e a renderli maturi per ricevere la Grazia.
   32. E i continenti delle terre sono la parte dell’Ira della Divinità addolcita
dalla Misericordia, e rinchiudono, in solidi legami, gli spiriti degli smarriti fino
al tempo stabilito del loro inconsapevole scioglimento, quando essi poi vengo-
no messi in una materia più tenera, e tuttavia però sempre per loro abbastanza
solida, e cioè legati singolarmente; da questa materia poi possono uscire sola-
mente quando vengono di nuovo risvegliati dall’eterno Amore; e i mari e le
acque ne sono pieni, affinché essi vengano posti in umiltà, e l’aria ne è piena,
affinché vengano purificati. E l’eterno Amore è la forma in tutto; però l’Ira
della Divinità sulla Terra è solo attenuata, ma non per questo abolita.
   33. Questo però tieni a mente in modo del tutto speciale: “Nel centro del Sole
giace la scintilla di Grazia, ed essa, mediante il fuoco dell’Ira della Divinità, dà
luce al mondo. Nel centro della Terra però si trova una scintilla d’Ira della Col-
lera di Dio, simile a un drago di fuoco, e tiene le cattive masnade fissate come
pietre, le quali solo mediante l’acqua della Misericordia devono essere ammor-
bidite, qualora uno debba essere di nuovo sciolto per una seconda prova, per la
libertà e l’eterna vita. Ed ora comprendi il mistero del tuo essere, e stupisci per
il grande Amore dell’eterna Potenza: quante volte Esso ti ha già fatto nascere

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da capo, per riguadagnare te, che eri perduto, all’eterna vita, alla libertà, alla
legge, all’amore e alla luce, e alla contemplazione del Suo Volto; e vedi, tutto
questo Io voglio farlo sapere e riconoscere a te, e con ciò anche a molti altri,
affinché stavolta possiate finalmente scorgere quanto estremamente buono
dev’essere l’eterno Amore, poiché esso, instancabilmente, fa e tollera per voi
disubbidienti così tante e grandi cose!
  34. Vedi, così è stato dato il movimento alle terre attorno ai loro soli e attorno
al loro centro con l’alito della Misericordia dell’Amore, come segno che i figli
devono regolare tutto il loro agire secondo il movimento delle terre attorno ai
soli e delle lune attorno alle terre, e i deboli devono essere come le lune, e i
forti devono essere come le terre, e i rinati devono essere come il sole. E i
deboli devono guardare il Vigore dell’Amore che non li lascia mai cadere se
essi, come le lune, si volgono costantemente al Volto dell’Amore e se Gli gira-
no attorno da tutte le parti in orbite più piccole, e tuttavia per la Sua Forza ven-
gono ugualmente attirate nell’orbita grande. E i forti devono essere simili alla
Terra, con rotazione spontanea, per tenersi costantemente pronti a ricevere la
luce e il calore dalla Grazia dell’Amore, il quale illumina e riscaldando vivifica
mediante la Forza che è in Esso, affinché i forti possano portare frutti di ogni
genere dalle opere dell’amore, delle quali i deboli possano saziarsi, ed essi pos-
sano ristorare gli incarnati e possano deliziare i rinati. E i rinati dalle acque del-
l’Amore misericordioso, nei quali la Grazia è perfetta, devono essere come il
Sole, e la loro luce deve brillare in tutti i luoghi, e il loro calore deve animare i
deboli e deve far fruttificare i forti per il nutrimento dei deboli, perché ci sia
una comunità tra i figli di un unico e stesso Padre.
  35. E vedi, tu devi guardare ancora più profondamente il come e il perché Io
ho preparato tutto così! Vedi, la luna ha macchie e molti punti scuri, e la Terra
ha poli freddi ma stabili, e ha montagne alte, e ha basse valli, e ha sorgenti,
ruscelli, torrenti, fiumi, laghi e grandi e piccoli mari; e il sole ha macchie, gran-
di e piccole. Ora vedi, tutto questo è l’effetto dell’Amore e della Grazia, ovvero
del corrispondente calore e della luce, e tutto ciò è l’eterno Amore e la Potenza
della Divinità attraverso l’Amore. Perciò guarda i deboli e la luna come si
assomigliano, e ti sarà dischiuso il suo essere; osserva i forti secondo tutto il
loro agire, e davanti ai tuoi occhi giacerà svelata la Terra; e da un polo all’altro
deve esserci la rigida quiete dello spirito nell’amore per l’Amore, affinché tutto
ciò che circonda lo spirito si muova in un perenne ordine e possa essere così
operante per lo scopo comune dell’eterna conservazione. Poiché vedi, dalla
quiete dipende tutto; senza questa non si può raggiungere nulla, e chi non è
come i poli della Terra, quegli non penetra nel proprio intimo come la linea
congiungente i due poli penetra nel centro della Terra. E il vostro amore deve
essere freddo come il ghiaccio dei poli, perché voi siate atti a ricevere tutto il
calore del divino Amore. Poiché vedi, ciò che è caldo, non è adatto a ricevere il

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calore; ma ciò che è freddo nella sua quiete, questo è atto a ricevere l’Amore in
pienezza e a lasciarlo affluire in tutte le parti della vita. Poiché vedi, chi riceve
il calore, il quale è l’Amore di Dio, lo trattiene saldamente in sé e non lo lascia
ulteriormente affluire, quegli è un avaro, e sarà dissolto in sé, e si distruggerà
come il ghiaccio al fuoco; ma chi riceve il calore come i poli, e immediatamen-
te lo dà di nuovo a tutti quelli che sono attorno a lui, vicini e lontani, da lui il
divino Amore è al posto giusto e corrisponde interamente alla Volontà del gran-
de e santo Donatore.
  36. Questo amore porterà molti frutti e diventerà luce di Grazia, e contem-
plerà con sguardo costante le incommensurabili profondità della Divinità, simi-
le ai poli, i quali gettano lo sguardo sugli infiniti spazi delle creazioni
dell’Amore di Dio, e ad occhi spalancati assorbono in sé i dolci raggi dall’im-
mensità di tutti gli infiniti spazi, nei quali circolano innumerevoli gli esseri
della Misericordia, ciascuno secondo la propria specie, e così si accendono di
estasi e diletto nel loro amore all’Amore e per l’Amore, e simili a un sole
divengono essi stessi luminosi, simili alla luce dei poli della Terra.
  37. Perciò chi rimane costantemente nel centro dell’amore della conoscenza,
la qual cosa è la Grazia, i suoi lombi diverranno incandescenti per l’amore da
Dio, come la cintura della Terra, e i suoi occhi brilleranno per la conoscenza
come i poli, e le sue braccia si muoveranno come i torrenti, i ruscelli e le sor-
genti, e le azioni affluiranno ai mari delle divine misericordie, che sono salati
con la Grazia e con le conoscenze dell’eterno Amore e dell’eterna Vita.
  38. Ora, qua avete la chiave per aprire e per penetrare con lo sguardo la Terra
che vi porta».



                                    6. Capitolo
                          La corrispondenza degli astri


  1. Ora però alza il tuo sguardo dalla Terra al sole, il quale è una fedele imma-
gine dei rinati! Guarda bene, e ti accorgerai presto che talvolta si trovano delle
macchie sulla sua cintura. Vedi, in natura, come voi dite, queste sono eruzioni
dall’interno all’esterno, simili ai vulcani della Terra, e sono corrispondenti eru-
zioni della Collera della Divinità e piccole tracce della Sua Potenza onnidistrut-
tiva. Tale Potenza, secondo la natura del mondo, si fa sempre parzialmente
riconoscere sulle terre con grandi o piccole tempeste, a seconda della grandez-
za delle macchie; tuttavia in tali manifestazioni l’Amore diventa sempre tanto
più attivo e attenua di nuovo tutto con l’acqua della Misericordia, e sul sole
attenua di nuovo tutto con grandi flutti torrenziali dal mare senza sponde della

                                                                                  31
Sua Grazia misericordiosa. E vedi, così tutto viene riportato nel massimo Ordi-
ne, e al di fuori di questo Ordine, in cui Io sono l’eterno Amore Stesso fin dal-
l’eternità delle eternità e dal quale e nel quale fu fatto tutto ciò che esiste, nulla
può sussistere né sorgere; e chi in base alla propria libertà esce da quest’Ordine,
quegli agisce contro l’Amore e contro la Vita, e andrà eternamente in rovina.
  2. Ora hai visto il sole e l’hai compreso secondo la sua natura, che è e deve
essere semplice, affinché possa sussistere per lo scopo per il quale esiste e deve
esistere dall’Ordine dell’Amore.
  3. Poi volgi invece i tuoi occhi alla rinascita dello spirito, e al popolo di Dio,
e alla legge dell’Amore, e alla vita della libertà nella luce della Grazia dalle
acque della Misericordia, e il sole starà svelato davanti ai tuoi occhi, e nessuna
piega in esso dovrà restarti nascosta!
  4. Ma vedi, anche il sole ha ugualmente i suoi poli, dai quali tutta la loro luce
e tutto il loro calore dal centro della quiete della Grazia si riversano sull’intera
sua circonferenza; e se il sole non avesse la quiete dei poli, non avrebbe nean-
che luce. Poiché vedi, la quiete è assolutamente necessaria per ricevere la luce
e il calore, e deve essere simile alla quiete dell’Amore in Dio; solo dalla quiete
viene la ricettività per la vita e per la luce.
  5. E vedi, quando l’aria è quieta, è anche nitido e sereno sulla Terra; ma se
venti impetuosi soffiano in diverse direzioni, presto arrivano delle nuvole nere
e oscurano la luce.
  6. Le vostre brame sono simili ai venti; a causa di esse voi venite circondati
da preoccupazioni di ogni genere, che impediscono il fluire in voi della luce di
Grazia, come le nuvole che, sospinte dai venti, impediscono ai raggi del sole di
cadere sulla Terra.
  7. Perciò voi non dovete affatto preoccuparvi, bensì tutte le vostre brame e le
conseguenti preoccupazioni dovete indirizzarle a Me e affidarle a Me, affinché
abbiate quiete e Io possa costantemente fluire in voi.
  8. E vedi, come la Terra ruota regolarmente attorno alla sua quiete polare nel
Mio Ordine, che è prodotto dalla Potenza del Mio Amore, affinché nessuna
parte resti senza illuminazione, così anche tutte le vostre azioni devono scaturi-
re originariamente dal Mio Amore che è in voi, e successivamente secondo la
vostra capacità attraverso la Parola dell’eterno Amore, data nella Legge della
Grazia e della Misericordia. E come la notte ristora la Terra, così voi sarete
ristorati dall’Amore, e come il giorno della Terra sarete illuminati mediante la
luce dal sole di Grazia.
  9. Voi dovete essere simili all’inverno, che è freddo nella sua quiete, ma pro-
prio per questo tanto più atto a ricevere il calore fin nelle più profonde profon-
dità della Terra. E da chi è arrivato l’inverno, da lui arriverà anche la

32
primavera, la quale è simile alla prima vita dell’Amore in voi; e arriverà l’esta-
te in pienissima energia dalla vita dell’Amore, che in voi è diventato forte
mediante la Grazia; e arriverà il quieto autunno con i frutti delle opere dell’A-
more e della Grazia, nel quale voi allora, totalmente rinati, entrerete nella vita
del sole a contemplare il Volto del vostro Padre santo e a brillare come il sole a
tutto il mondo, mediante la forza grande della Grazia, dell’Amore e della Mise-
ricordia del vostro santo e ottimo Padre.
  10. Chi però non è simile alla luna, e non diventa simile alla Terra, non può
neanche diventare simile al sole, bensì è simile ad una cometa, che non ha sta-
bilità neanche minimamente, e tutto il suo essere è rubato agli efflussi di Grazia
dei soli, e la sua traiettoria è disordinata come le vie dei ladri e dei briganti, ed
essa viene spinta dal timore della luce da una profondità all’altra dei mondi, e
non troverà mai più una quiete per l’eternità; e la luce la perseguiterà in tutte le
sue vie e illuminerà la sua nullità.
  11. E ancora le succederà alla fine come alle stelle cadenti, che vengono get-
tate fuori dalla Grazia e cacciate a causa della loro nudità, e vengono consuma-
te per il furto della Grazia; infatti la luce rubata le annienterà eternamente, e in
seguito esse non saranno più, come quei frutti degli alberi che spuntano alla
luce troppo presto prima ancora che l’amore li abbia resi saldi; e poiché essi
non hanno saldezza, avendo troppo poco legame d’amore, così diventano sem-
pre più deboli, cadono poi dall’albero e vengono calpestati e distrutti.
  12. Ora vedi, qui hai svelati davanti a te i soli, le terre, le lune, le comete e le
stelle cadenti, secondo tutta la loro essenza e secondo tutto il loro significato, e
così anche ogni e ciascuna singola parte, dalla più grande alla più piccola!
  13. Lo Spirito dell’Amore e della Grazia è in voi e lo è in ogni Sapienza. Chi
lo ode, quegli scruterà tutto nella profondità delle profondità; ed egli interro-
gherà i morti, ed essi gli risponderanno, ed egli penetrerà con lo sguardo i
viventi, e il loro amore lo ristorerà e la loro luce lo estasierà; ed egli porrà il
suo orecchio alla Terra, e l’erba gli racconterà i misteri dell’Amore, e il suolo
gli svelerà le sue profondità, e le montagne ubbidiranno alla sua voce, e il
suono delle sue parole penetrerà il midollo della Terra. E se egli guarderà il
mare, i raggi dei suoi occhi illumineranno tutte le sue gocce e attraverseranno
ogni granello di sabbia; e gli spiriti, se dentro ad essi ancora attendono nel giu-
dizio, accorreranno alla luce dei suoi occhi nello stesso modo in cui di notte i
pesci e i vermi del mare e delle acque accorrono a una fiaccola tenuta in super-
ficie, ed essi si lasceranno prendere per essere liberati dalle carceri dell’eterna
notte, e riconosceranno l’Amore, e calmeranno la loro sete alle acque della
Misericordia, e cresceranno, dapprima debolmente, con il vigore e la forza pro-
venienti dall’Amore del Padre e della Parola, la quale è l’Amore nel Padre, e
dello Spirito, il quale è la Forza in Entrambi.

                                                                                   33
14. E vedi, tutto questo e molto di più ancora vi insegnerà il Mio Spirito, se
udrete la Sua Voce! Però la Sua Voce non è rumorosa, bensì molto silenziosa,
ma proprio per questo compenetra tutto, come il calore dell’Amore, e come
la luce della Grazia, e come la Forza dell’Amore misericordioso del vostro
Padre santo.



                                    7. Capitolo
      I primordi della Terra e della luna. La creazione di Adamo ed Eva.


  1. Ora vedi, Io voglio mostrarvi la Creazione degli organismi, dal primo fino
all’ultimo e dal più piccolo fino al più grande, come Io li ho fatti dal Mio
Amore e dalla Mia Sapienza, e dall’eterno Ordine che deriva da entrambi, il
quale è la Parola dell’eterna Potenza e Forza nella profondità della Divinità. E
vedi, non vi è nulla in tutti gli spazi dell’infinità, né di grande né di piccolo,
che non sia stato fatto attraverso questa Parola!
  2. E vedi, e ascolta: «Così ora c’era la Terra, e c’era la luna, e c’era il sole, e
c’erano le stelle; ma la Terra era ancora nuda, e la sua superficie era ancora
simile alla superficie del mare. E sopra le acque giacevano dense nuvole che si
addentravano profondamente nei morti spazi dei mondi, e la luce del sole non
poteva illuminare la Goccia della Misericordia. E la luna era coperta dai vapori
della Goccia, e soltanto in questi vapori fu completamente partorita la Terra e
fu nutrita la luna. E il sole stava sopra ad entrambe con i raggi della sua luce
dal calore dell’Amore in Dio, come una chioccia sopra i suoi pulcini, e rendeva
matura la Terra, e separò la luna dal petto di sua madre.
  3. Allora il grande cumulo di nubi si separò e si depositò verso la quiete dei
poli, e la cintura della Terra divenne libera, e il sole si riflesse nelle acque, e la
Terra a sua volta irradiò grata la luce ricevuta verso il vasto grembo del sole, e
ad occhi spalancati vide la luna bagnarsi negli effluvi radiosi della Grazia del-
l’eterno Amore dal sole»
  4. E vedi ed odi ancora: «La Terra si sentiva bene, poiché essa era colma del-
l’Amore della Misericordia e vedeva il suo tesorino, la luna, girare vispo attor-
no a lei. E l’Amore gonfiò il vasto petto della Terra col fiato della Misericordia,
come se questa volesse porgere ancora una volta al bambino il suo petto colmo
del latte della Grazia; ma vedi, il latte si coagulò per il calore dell’Amore mise-
ricordioso e divenne terraferma, ed emerse dai mari. E i mari retrocessero nelle
profondità e furono simili all’acqua che si separa nella coagulazione del latte,
per attenuare l’insita Ira mediante il sale della Grazia e mediante la Misericor-
dia dell’Amore da Dio in ogni Forza e Potenza.

34
5. E vedi, allora fu quiete sulla Terra e in tutti gli spazi dell’infinità di Dio, e
l’eterno Amore discese per la prima volta interamente sulla Terra, e nella Sua
Onnipotenza e Forza alitò sulla superficie della Terra, e l’alito fu una innume-
revole pienezza dei pensieri in forme viventi di ogni specie, per la futura libe-
razione dei perduti.
   6. E vedi, allora dalla parte emersa della Terra germogliarono erbe, piante,
arbusti ed alberi di ogni specie, e i mari, laghi, fiumi, torrenti, ruscelli e sorgen-
ti brulicarono di vermi, pesci e animali di ogni specie; e l’aria fu animata dagli
uccelli di ogni specie. E il numero di ogni specie, sia nelle acque, sia sulle terre
emerse e nelle arie, era pari al numero dell’uomo, che fu fatto da questo nume-
ro, ed era pari al numero della Grazia dell’Amore, ed era pari al numero della
futura Redenzione e della rinascita che da questa proviene e scaturisce»
   7. Ed ora vedi e comprendi quello che fino ad ora non fu mai visto e compre-
so da nessuno: «L’eterno Amore prese il numero da Se Stesso, e il numero era
l’Ordine e l’eterna Legge in Lui, di cui e in cui Lui Stesso eternamente consi-
steva, consiste e consisterà in ogni Potenza e Forza della Santità di Dio. E l’A-
more prese dunque dell’argilla, simile alla panna del latte coagulato, e formò
con la mano della Sua Potenza e con la mano della Sua Forza, secondo il
numero del Suo Ordine, il primo uomo, e gli soffiò attraverso le nari il fiato
vivente. E il fiato divenne in lui anima vivente, e l’anima riempì tutto l’uomo,
che venne ora fatto secondo il numero dell’Ordine, dal quale erano fatti gli spi-
riti e vennero fatti i mondi negli spazi, e la Terra, e tutto ciò che è su di essa, e
la luna e il sole.
   8. E ora vedi, a questo primo uomo sulla Terra, che uscì dalle mani della
Potenza e della Forza dell’eterno Amore, fu dato dalla bocca della Grazia mise-
ricordiosa il nome "Adamo" ovvero "Figlio della Misericordia e della Grazia"»
   9. Ed ora nota bene: «Questo Adamo era al posto del primo degli spiriti cadu-
ti; non gli fu dato di riconoscere chi egli era, e vedi, egli si annoiava poiché non
si riconosceva e neanche riusciva a trovare qualcosa che gli fosse somigliante.
   10. E vedi, allora l’eterno Amore soffiò su di lui, invisibilmente agli occhi
ancora ciechi della sua anima, ed egli si addormentò per la prima volta nella
Soavità dell’Amore misericordioso. E la Soavità dell’Amore misericordioso
formò nel cuore di Adamo, quasi come fosse in un dolce sogno, una figura a lui
simile, di grande soavità e di altrettanto grande bellezza.
   11. E l’eterno Amore vide che Adamo trovava grande gioia in sé per la visio-
ne interiore del suo secondo io. Allora l’Amore misericordioso lo toccò al fian-
co, dove gli era stato dato un cuore simile al cuore della Divinità per accogliere
l’Amore e la Vita dall’Amore in Dio, e con ciò gli tolse l’amore di se stesso per
preparare una dimora a Se Stesso attraverso la futura legge della Grazia miseri-
cordiosa, e pose l’amore di se stesso, nel quale Adamo trovava in sé grande

                                                                                    35
compiacimento, fuori dal suo corpo, fisicamente, e lo chiamò "Caiva", ovvero,
come già siete soliti dire, "Eva", che è come dire "la liberazione prefigurata
dall’egoismo e la conseguente rinascita".
  12. E vedi, allora l’Amore misericordioso lo toccò e lo svegliò perché guar-
dasse il suo amore di se stesso fuori di lui, e vide che egli aveva grande com-
piacenza nel guardare il suo amore fuori di lui, ed era lieto oltre misura. E
l’amore fuori di lui, che ora si chiamava Eva, provò grande piacere per l’uomo
Adamo e si volse a lui e seguì ogni suo movimento»
  13. E vedi, allora l’eterno Amore interpellò per la prima volta Adamo:
«Adamo!». Ed egli disse per la prima volta: «Sono qui, Signore della Gloria,
della Potenza e della Forza!»
  14. E l’eterno Amore disse nuovamente: «Vedi la tua aiutante!». Ed Eva
rispose: «Vedi, Signore, l’ancella giace ubbidiente ai piedi del Tuo figlio e
aspetta i suoi ordini!»
  15. E vedi, l’Amore misericordioso trovò grande compiacimento per le opere
della Sua Potenza e Forza attraverso la Grazia della Sua Misericordia, e parlò
ulteriormente, e li istruì in tutto, e insegnò loro a conoscere, denominare e
usare tutte le cose. E quando essi compresero, conobbero e seppero usare tutto,
l’Amore misericordioso parlò di nuovo a loro: «Vedete dunque, ora voi appren-
dete tutto, ora conoscete tutto e potete far uso di tutto eccetto di una cosa, e
quest’ultima cosa voglio insegnarvela ora, e porre in voi la forza di generare e
procreare vostri simili; però potete farne uso solamente quando Io ritornerò, e
vi troverò vestiti con l’abito dell’ubbidienza, dell’umiltà, della fedeltà e della
giusta innocenza. Guai a voi, però, se vi trovo nudi; Io vi scaccerò, e la conse-
guenza sarà la morte!».



                                 8. Capitolo
                       La caduta nel peccato (originale)

  1. E vedi, allora l’eterno Amore Si coprì il volto e Si allontanò secondo il
numero dell’Ordine per un determinato tempo, e fu cieco dalla Profondità della
Sua Misericordia, e non voleva e non poteva sapere ciò che i neocreati avreb-
bero fatto nel Giudizio della Divinità, per la prova della loro libertà, nel tempo
del breve periodo sulla Terra grazie all’Amore della Misericordia. E il luogo
che fu dato loro per abitare sulla terraferma era una valle, ed era un giardino,
ed era chiamato il Paradiso; e questa era la terra che più tardi sarebbe trabocca-
ta di latte e miele, ed era il posto che nel grande Tempo dei tempi della più
grande delle azioni dell’eterno Amore si chiamò "Bethlehem" (Betlemme), e

36
così si chiamerà in avvenire eternamente, ed era il punto dove l’eterna Parola,
da un corpo di carne, vide per la prima volta la Luce della Sua Grazia brillare
alla Goccia della Misericordia dal lontano sole, dalla luna e da tutte le stelle.
  2. E vedi, la loro brama crebbe nel Giudizio della Divinità tentatrice nella
Sua Ira. E c’era un albero nel giardino, e quest’albero portava mele della più
bella specie, ed Eva ne ebbe voglia, e disse ad Adamo: «Vedi, Adamo, ho molta
voglia di questo frutto! Se tu vuoi, voglio coglierne uno e assaggiarlo e poi por-
gerlo a te come primo dono dalla mia mano!»
  3. E vedi, Adamo tacque, riflettendo alle parole di Eva. E una Voce interiore,
che era santa, poiché proveniva dalla Divinità in lui, gli disse: «Se voi mange-
rete del frutto di quest’albero, morirete!». E Adamo se ne spaventò molto, così
che non poté dare alcuna risposta all’amata Eva.
  4. E la brama si accrebbe in Eva, e l’attrasse sotto l’albero e le disse di
cogliere una mela da esso. E Adamo si accorse che Eva era diventata infedele
al suo cuore, e divenne triste e disse:
  5. «Eva, Eva, che fai? Vedi, non siamo ancora benedetti dal Signore della
Potenza e della Forza e della Vita! Vedi, tu tieni in mano il frutto della morte;
gettalo via da te, affinché noi non moriamo nella nudità davanti al Signore
della Giustizia!»
 6. E vedi, allora Eva si spaventò nella sua brama davanti alla serietà di
Adamo, e lasciò cadere a terra il frutto della morte. E la sua brama l’abban-
donò, ed ella divenne libera dalla sua brama, e Adamo trovò grande compiaci-
mento per la liberazione dai lacci della mortifera brama di Eva.
  7. Ma vedi, la brama bandita da Eva, dal suo cuore, giaceva ora sulla terra, e
per la Potenza della Collera giudicatrice della Divinità si plasmò in figura di
un grosso serpente, prese il frutto della morte nelle sue fauci, strisciò sull’al-
bero e lo avvolse nelle sue spire in tutti i rami grandi e piccoli, dalla radice
fino alla cima, e rivolse sguardi fissi ad Eva. Ed Eva se ne accorse e guardò il
serpente, e Adamo se ne accorse pure attraverso Eva; ma egli non vedeva
ancora il serpente.
  8. E vedi, Eva si avvicinò al serpente e osservò con grande piacere le sue
seducenti spire attorno all’albero e i colori cangianti della sua fredda corazza di
squame.
  9. Ma il serpente si mosse e mise la mela nel grembo di Eva che ora stava
seduta, poi rialzò la sua testa e rivolse ad Eva le seguenti parole:
  10. «Eva, vedi tuo figlio, scacciato da te, avvolgere l’albero del tuo piacere!
Non disdegnare il piccolo dono che io ti misi nel grembo, ma godi tranquillamen-
te il frutto del tuo amore; tu non solo non morrai, ma ti sazierai per la conoscenza
di ogni vita sopra a Dio, che tu temi, quando invece Egli è più debole di te!».

                                                                                 37
IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO, Volume 1 - 5.ed._2009 (Jakob Lorber)
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IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO, Volume 1 - 5.ed._2009 (Jakob Lorber)

  • 2. LE OPERE DI JAKOB LORBER 1) IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO - 1840/1844 - (da Adamo ed Eva fino a Noè) 3 vol. 2) LE DODICI ORE - 1841 - (le atrocità dei popoli della Terra nel 1841) 3) IL GRANDE TEMPO DEI TEMPI - 1841 - (la più grande Opera compiuta dalla Divinità) 4) LA LUNA - 1841 - (la costituzione, la vita e lo scopo del nostro satellite) 5) SATURNO - 1841/1842 - (la costituzione e la vita su tale pianeta) 6) LA MOSCA - 1842 - (le attitudini e lo scopo di questo animale primordiale) 7) IL GROSSGLOCKNER - 1842 - è un monte austriaco - (lo scopo delle montagne) 8) IL SOLE NATURALE - 1842 - (la costituzione e la vita sul nostro ‘pianeta’ Sole) 9) IL SOLE SPIRITUALE - 1842/1843 - (il più grande trattato sull’Aldilà) 2 vol. 10) SPIEGAZIONE DI TESTI BIBLICI - 1843/1844 - (il vero significato delle citazioni bibliche) 11) L’INFANZIA DI GESÙ - 1843/1844 - (la vita di Gesù fino a 12 anni) 12) LETTERA DI PAOLO APOSTOLO ALLA COMUNITÀ DI LAODICEA - 1844 - 13) SCAMBIO DI LETTERE FRA ABGARO, RE DI EDESSA, E GESÙ - 1845 - 14) LA TERRA - 1846/1847 - (la costituzione del nostro pianeta e come vivere su di esso) 15) OLTRE LA SOGLIA - 1847 - (cosa avviene prima, durante e dopo la morte) 16) IL VESCOVO MARTINO - 1847/1848 - (la vita errante di un vescovo diventato “figlio di Dio”) 17) DALL’INFERNO AL CIELO –Robert Blum-1848/1851- (la redenzione dei peccatori nell’Aldilà) 2 vol. 18) I TRE GIORNI NEL TEMPIO - 1859/1860 - (cosa insegnò Gesù nei tre giorni nel Tempio) 19) DONI DEL CIELO - 1840/1864 - (Risposte del Signore alle domande di Lorber e dei suoi amici) 3 Vol. 20) IL GRANDE VANGELO DI GIOVANNI -1851/1864-(vita e insegnamenti di Gesù da 30 a 33 anni) 10 vol. VARIE 21) CD-ROM (l’intera Opera in CD) - Volumi in Pdf 22) INDICE ALFABETICO DEL G.V.G. (1300 voci-Utile per ricerche) 23) BIOGRAFIA DI JAKOB LORBER (a cura di Karl G. Ritter von Leitner) ESTRATTI DALL’OPERA DI JAKOB LORBER La Nuova Rivelazione 24) IL RITORNO DI CRISTO (profezie di Jakob Lorber e Gottfried Mayerhofer) 25) TESTIMONIANZE DALLA NATURA (il regno minerale, vegetale e animale) 26) LA FORZA SALUTARE DELLA LUCE SOLARE (metodi di guarigione) 27) SUPPLEMENTO AL G.V.G. (chiarimenti sul Vecchio e Nuovo Testamento) 28) SVELATI I MISTERI DELL’ANTICO EGITTO (Lucilla Zava) 29) GESÙ E L’ORDINE DEGLI ESSENI (Vincenzo Manzoni – Giuseppe Vesco) 30) IL LIBRO DELLA VITTORIA PER OGNI ANIMA (Alfio Pazzini) 31) SCHEDE A COLORI (Vedi Sito www.jakoblorber.it - Opera in immagini) Ordinare i libri a: Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione Via Vittorio Veneto 167, 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo) Tel. 035-851163 - Cell. 347-1041176 - Fax 035-852573 E-mail damianofrosio@tiscali.it Per qualsiasi informazione rivolgersi a: Associazione Jakob Lorber, Via Vetrego 148, 30035 MIRANO (Venezia) Tel. Fax. 041-436154 E-mail associazionelorber@alice.it Sito Internet www.jakoblorber.it 2
  • 3. Jakob Lorber IL GOVERNO DELLA FAMIGLIA DI DIO Volume 1 Storia delle origini dell’umanità Unità di misura austriache del 18 /19 secolo usate nel testo: 1 Braccio = 77,8 cm 1 Cubito = 7,78 cm 1 Emero = 56,6 litri 1 Eone = 10120 (1 con 120 zeri) 1 Iugero o Joch = 5754,664 mq 1 Klafter o Tesa = 1,9 m 1 Libbra = 560 g 1 Linea = 2,2 mm 1 Ma = 1,4 litri 1 Miglio austriaco = 7,586 km 1 Miglio tedesco = 7,42 km 1 Pertica = 3,8 m 1 Piede = 31,6 cm 1 Pollice = 2,63 cm 1 Quintel = 4,4 grammi 1 Secchio = 56,6 litri 1 Spanna = 20 cm 1 Startin = 566 litri 1 Statero = Piccola moneta antica 1 Tesa o Klafter = 1,9 m 3
  • 4. Traduzione dall’originale tedesco “Die Haushaltung Gottes” - 3° Volume Opera dettata dal Signore nel 1840/44 al mistico Jakob Lorber 5. edizione tedesca 1981 - 1. edizione tedesca 1882 (scrittura gotica) Casa Editrice: LORBER VERLAG - Bietigheim - Germania Copyright © by Lorber Verlag Copyright © by Associazione Jakob Lorber “Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber e.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”. Traduzione di Salvatore Piacentini (1925) Revisione a cura dell’Associazione Jakob Lorber Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione Via Vittorio Veneto, 167, 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo) In copertina: “La superbia viene prima del peccato originale”, dipinto della mistica austriaca Maria Maddalena Hafenscheer. Spiegazione e storia nell’ultima pagina. 4
  • 5. Prefazione Nella fase finale di quest’epoca, in cui le più importanti profezie annunciano lo scatenamento del male a livelli che nessuno ha mai concepito, Dio ha rivolto, tramite il profeta Jakob Lorber, il più grande messaggio di salvezza a tutti i popoli della Terra. A questo strumento della Provvidenza divina, Dio ha comunicato un’opera mo- numentale, LA NUOVA RIVELAZIONE, di 14.000 pagine, 36 volumi. Si tratta di una Comunicazione che spazia sulle tematiche esistenziali più pro- fonde e significative, il cui fine è la comprensione del processo creativo dell’uomo, della sua trasformazione e del suo destino finale. Lorber scrisse per ben 24 anni, sentendo la Voce di Dio nel proprio cuore, e dedicò tutta la sua vita a mettere per iscritto questa Parola che è stata comunicata proprio per prepararsi ad affrontare questi ultimi tempi. Lo “scrivano di Dio” Jakob Lorber nacque il 22 luglio 1800 a Kanischa, nella Stiria inferiore (Austria) da una famiglia di contadini. Lorber passò i primi anni della sua infanzia parteci- pando ai lavori della campagna. Da ragazzino manifestò un grande desiderio di istruirsi e una particolare predilezione per la musica. Si applicò dunque negli studi e nella musica, diventando maestro elementare, insegnante di pedagogia e maestro di violino. Il suo impulso verso una cultura spirituale superiore lo portò alla lettu- ra delle opere di Kerner, Stilling, Swedenborg, Böhme, Tennhardt e Kerning. Dopo aver vissuto molti anni guadagnandosi da vivere con lavori provvisori di supplente, di maestro privato in una famiglia benestante, suonando l’organo in una chiesa o dando lezioni private di violino, Lorber era comunque sempre alla ricerca di una posizione stabile. Non riuscendo però a trovare un posto di inse- gnante presso una scuola superiore, che avrebbe garantito la sicurezza del suo avvenire, Lorber decise di dedicarsi totalmente alla musica; divenne un ottimo violinista ed ebbe l’onore di conoscere il celebre Paganini, che gli diede anche alcune lezioni di perfezionamento. La sua fama crebbe: tenne un concerto alla Scala di Milano e a quarant’anni ottenne l’importante incarico di maestro di cappella al Teatro di Trieste. Lorber accettò con gioia e prese tutte le disposizioni per la partenza, ma la sua vita, all’improvviso, prese una direzione completamente diversa. 5
  • 6. Il 15 marzo 1840, alle ore 6 del mattino, sentì risuonare una voce nel cuore che gli disse: «Alzati, prendi la penna e scrivi!». Egli ubbidì subito a questa misteriosa chiamata, prese la penna in mano e tra- scrisse parola per parola quanto gli veniva dettato interiormente. Questo era l'ini- zio dell'opera “Il Governo della Famiglia di Dio” ovvero “Storia della creazione primordiale del mondo spirituale e materiale, nonché dei primi patriarchi”. E le prime frasi di questa Voce misteriosa dicevano: «Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metterò la risposta nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà, percepiranno il suono della Mia Voce. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli Mi vedrà sempre come un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin dall’eternità, prima ancora che egli fosse». Dopo questo avvenimento, Lorber declinò l'offerta fattagli e da quel momento, nel corso di ventiquattro anni, fino alla sua morte, egli servì da zelante scrivano a questa misteriosa Voce, definendosi umilmente un servitore del Signore. Lorber scriveva quasi ogni giorno già di buon mattino e faceva scorrere la penna con discreta velocità, senza fare una pausa per riflettere oppure per correggere un passo dello scritto. Egli, oltre a sentire la Voce interiormente, aveva anche la visione figurativa di quanto udiva. A questo riguardo Lorber scrisse ad un amico: «Quanto alla parola interiore, posso dire che io percepisco la santissima Parola del Signore sempre nella regione del cuore come un pensiero chiarissimo, luminoso e puro, come parole espresse. Nessuno, per quanto possa essermi vicino, può per- cepire un qualcosa di una qualche voce. Per me, però, questa Voce di Grazia risuo- na più limpida di qualsiasi altro suono materiale, per quanto forte esso sia». È possibile conoscere un po’ più da vicino la vita di Lorber da una lettera che lo stesso Lorber indirizzò al suo amico Johannes Busch. In questa lettera c’è una risposta iniziale di Lorber relativa a delle informazioni di affari che aveva col suo amico, ma ad un certo punto il Signore prende la parola e tramite la mano di Lorber rivolge a Busch le seguenti parole: «Mio caro amico, tu Mi cerchi, perché Mi ami; ed è perciò facile per te seguire il Mio comandamento d'Amore in maniera viva ed efficace. Vedi, gli uomini inventano ogni tipo di cose e credono anche ad ogni tipo di cose. E gli uomini che hanno inventato tante cose, alla fine non credono più a nulla - se non a quello che hanno inventato - e pensano quale utile massimo possibile possano ricavarne! Questi sono figli del mondo che in certe cose sono più furbi dei figli della luce! Ma ai Miei veri figli del cuore Io, tuttavia, dono ben altre cose che mai verran- no nella corrotta mente dei furbi figli del mondo! Vedi! Il Mio servitore (Lorber) è veramente povero per amor Mio, poiché egli potrebbe essere molto ricco dato che possiede, anche per Mia Grazia, le migliori doti di musicista. 6
  • 7. Egli però ha rifiutato posizioni e offerte molto vantaggiose - tutto per il grande amore per Me. E se ha 2 fiorini, si accontenta di 40 centesimi, mentre 1 fiorino e 60 centesimi li distribuisce fra i poveri. Ma per questo Io gli ho aperto tutti i tesori dei Cieli. Ogni stella, per quanto lontana, è a lui nota come questa Terra. Con l'occhio del suo spirito le può con- templare ed ammirare a suo piacimento, ma queste cose lo interessano poco perché solo Io sono per lui Tutto in tutto! Ora vedi, questa è l'unica via giusta che conduce al Mio cuore! Il giovane ricco citato nel Vangelo aveva osservato volentieri la legge fin dalla fanciullezza e con ciò avrebbe dovuto anche avere la vita eterna. Però gli sem- brava di non averla ancora. Per questo venne da Me e domandò che cosa avreb- be dovuto fare per raggiungere la vita eterna. Ed Io dissi: “Osserva i comanda- menti!”. Egli però ribadì di aver fatto ciò già dalla fanciullezza! Al che gli dissi: “Se vuoi di più, vendi i tuoi beni, distribuisci il ricavato fra i poveri, poi vieni e seguiMi e allora i tesori del Cielo saranno a tua disposizione!”. Vedi, questo Io lo dico ora però a ciascuno: “Chi vuole avere molto da Me, deve sacrificarMi anche molto - chi però vuole tutto, vale a dire Me Stesso, costui deve anche sacrificarMi tutto, affinché noi diveniamo una cosa sola”. Tu, però, Mi hai già sacrificato molto e perciò riceverai anche molto! L'amore puro e disinteressato è perciò dinanzi a Me il massimo! Questo poco sia detto, amico, per tua consolazione. Amen». Dopo aver dedicato 24 anni della sua vita a mettere per iscritto la più importante opera mai comunicata all’umanità, si avvicinò anche per Lorber la fine della sua peregrinazione terrena. Il 24 agosto 1864 il servitore di Dio si addormentò dolce- mente e il suo spirito fece ritorno a quel mondo superiore al quale già da lungo tempo apparteneva. La sua spoglia venne deposta nel cimitero di St. Leonhard presso Graz, dove una semplice lapide rammenta la missione dell’eletto servitore e “scrivano di Dio”. La “Nuova Rivelazione” Questa imponente opera è composta da una serie ragguardevole di volumi, che già sotto l'aspetto puramente esteriore del numero e della mole rendono una testi- monianza della più sorprendente fertilità spirituale. Elenco dei volumi, ordinati cronologicamente: Il Governo della Famiglia di Dio - 3 volumi (1840/44); Le dodici ore (1841); Il grande Tempo dei tempi (1841); La Luna (1841); Saturno (1841/42); 7
  • 8. La Mosca (1842); Il Grossglockner (1842); Il Sole Naturale (1842); Il Sole Spirituale - 2 volumi (1842/43); Spiegazione di Testi biblici (1843); L’infanzia di Gesù (1843/44); Lettera di Paolo apostolo alla comunità di Laodicea (1844); Scambio di lettere fra Abgaro, re di Edessa, e Gesù (1845/46); La Terra (1846/47); Oltre la soglia (1847); Il vescovo Martino (1847/48); Dall’Inferno al Cielo - 2 volumi (1848/51); I tre giorni nel Tempio (1859/60); Doni del Cielo 3 volumi (1840/1864) Il Grande Vangelo di Giovanni - 10 volumi (1851/64). Per quanto riguarda il contenuto della NUOVA RIVELAZIONE, dopo alcuni capi- toli d'introduzione la Voce interiore comunica a Lorber le fondamentali spiega- zioni sull'Essenza di Dio, sulla creazione primordiale del mondo spirituale, sulla formazione dei mondi materiali e sulla creazione finale dell’uomo. Da questa vasta esposizione emergono profondi insegnamenti sull'aldiqua e l'Aldilà sotto forma di descrizioni di vita avvincenti e vive, e allo stesso tempo viene mostrata la Via sulla quale si può giungere dall'iniziale imperfezione umana alla futura perfezione divina. L’opera principale, Il Grande Vangelo di Giovanni, è il gioiello più imponente che rappresenta il compendio e il coronamento della NUOVA RIVELAZIONE. In esso ci sono le descrizioni dettagliate e profonde di tutto ciò che Gesù ha detto e fatto nei tre anni del Suo insegnamento terreno. In queste ampie Comunicazioni, il Signore rivela che i Vangeli della Bibbia so- no certamente la Sua Parola, ma aggiunge che Dio Stesso, incarnatosi in Gesù, ha insegnato e operato molto di più di quanto è stato tramandato ai posteri attraverso gli attuali Vangeli. Dopo ben due millenni, Dio ritiene opportuno comunicare nuovamente e ricon- segnare integralmente all'umanità tutto ciò che era stato rivelato da Gesù alla cerchia più ristretta dei Suoi discepoli. Nel Grande Vangelo di Giovanni, tutte le domande principali della vita vengono finalmente svelate e chiarite. Solo in quest’epoca, infatti, l’umanità è preparata e matura per accogliere e comprendere la profonda verità sui più importanti misteri divini, sulla continuità della vita e sul destino finale dell’uomo. 8
  • 9. Il libro “Il Governo della Famiglia di Dio” La monumentale opera “La Nuova Rivelazione” inizia da “Il Governo della Famiglia di Dio” che presenta lo scenario della genesi illuminandolo con una luce di verità che solo ora può essere compresa. Ci troviamo di fronte alla cronaca quotidiana della vita di Adamo ed Eva, in cui accanto ai dettagli del loro modo di vivere vengono comunicate delle conoscenze assolutamente straordinarie su quei temi che da sempre sono al centro del dibattito religioso: dall’Essenza di Dio all’inizio della Creazione, dal peccato originale al fratricidio di Caino, da Lucifero che divenne Satana ai patriarchi e fino al diluvio universale. La vastità di tale opera non si limita alla trattazione di tematiche puramente bibliche, ma abbraccia argomenti di carattere scientifico fornendo indispensabili chiarimenti alle teorie sulla creazione dell’universo e sull’evoluzione umana partendo dal fondamentale principio dell’«autoformazione» che testimonia come Dio non voglia uomini-macchine ma esseri autonomi che si formino da sé attraverso un processo di errori e tentazioni, decidendo liberamente sul proprio destino. Dalla panoramica a carattere universale che investe a vari livelli i molteplici aspetti dell’esistenza, l’opera dedica ampio spazio agli interrogativi di natura più personale che toccano da vicino ogni uomo. Si può infatti considerare anche come una specie di vademecum spirituale in cui vengono dati insegnamenti su un retto comportamento, di cui l’amore, l’umiltà e la pazienza sono le basi fondamentali. La cosa più sorprendente che emerge da quest’opera è il fine stesso per cui è stata dettata, cioè quello di far sapere a tutta l’umanità che Dio ha creato per amore, ma questo amore è del tutto particolare, perché prevede non solo l’amore del Padre per i figli, ma anche la necessità del Padre di essere amato dai Suoi figli e colmare così una solitudine immensa che Lo imprigionava ad una vita prevedi- bile e insopportabilmente monotona. Lo scopo di questi tre volumi è soprattutto quello di risvegliare e promuovere una fede viva e il giusto amore per Dio: uno “scambio d’amore” tra Creatore e creatura. Ci auguriamo che il lettore senta questo libro come una irripetibile occasione di incontrarsi con Dio e di avere finalmente le risposte alle sue più profonde domande. Associazione Jakob Lorber Venezia, luglio 2000 9
  • 10. Prefazione del Signore Lo scrivano della presente Opera cercò seriamente, e trovò quello che cercava. Chiese, e gli fu dato; e poiché bussò alla porta giusta, gli fu aper- to, e per mezzo di lui anche a tutti coloro che sono di buon cuore e di buona volontà. A coloro invece che qui cercano non col cuore, ma esaminano e criticano sempre soltanto con la loro presunta pura intelligenza mondana, e anziché bussare al Nome vivente dell’eterno Donatore di ogni buon dono, bussano soltanto alla dura e morta scorza della materia, a questi non sarà dato né sarà aperto. Poiché lo Spirito del Signore non si rivela mai attraverso l’intelligenza degli intelligenti del mondo, ma solo attraverso la semplicità del cuore di coloro che di fronte al mondo degli intelligenti sono considerati e conosciuti come stolti; e tuttavia l’intelligenza dei sapienti del mondo in breve tempo diventa un nulla di fronte alla semplicità degli stolti. Chi leggerà la presente Opera con un cuore umile, credente e grato, ne ritrarrà grazie e benedizioni di ogni genere, e non mancherà di riconoscere nell’Opera il vero Autore. Alla pura casta degli intellettuali è però comun- que indifferente il leggere un Daniele o un Sir Walter Scott o un Rousseau o Hegel. Infatti l’intelligenza mondana piglia tutto in modo mondano, e con- sidera una comunicazione di livello superiore, che viene dall’Alto, come una vuota fantasticheria di persone illetterate ma per natura ricche di fanta- sia, le quali vorrebbero valere e ottenere qualcosa per mezzo delle loro mistificazioni, dato che per la via della pura intelligenza non possono otte- nere nulla, in quanto, appunto, a loro manca essenzialmente questa. Ma nessuno si lasci sviare da ciò! Quante volte i quattro Vangeli sono già stati messi in dubbio, ma per questo motivo valgono forse di meno nei cuori dei veri seguaci di Dio? Quanto spesso Io, il Signore e Datore della vita e di ogni dono veramente vantaggioso ad essa, sono già stato dichiara- to dai sapienti del mondo un semplice uomo, un ipnotizzatore, anche un imbroglione e perfino un personaggio puramente immaginario, e come tale vengo dichiarato da milioni in questo momento! Ma ciò non inganna tutta- via altri milioni. Costoro, come praticanti e non solo uditori della Mia Parola, videro nella semplicità del loro cuore che il Gesù di Nazaret era più di quello che i molti eruditi del mondo credono o non credono affatto. 10
  • 11. Perciò nessuno per l’Opera qui presente si attenga al giudizio del mondo, il quale eleva solo ciò che è della propria natura, ma ci si attenga solo alla voce del cuore dei semplici! Questi daranno a ognuno, davanti agli occhi del buon Donatore, un giusto giudizio. Ma l’intelligenza dei dotti del mondo troverà in ciò la migliore occasione per scandalizzarsi molte volte. Buon per lei se riuscirà ad evitare un completo fallimento! Chi legge quest’Opera e la considera sì un’ispirazione spirituale, ma non gli è chiaro se essa venga da uno spirito di specie superiore o inferiore(1), quegli è ancora molto cieco, e la coltre dell’intelligenza mondana vela anco- ra molto la vista del suo cuore. A colui che crede in Me con fede viva, non sono sconosciuti il Mio Vigo- re, la Mia Bontà e la Mia pienissima Sapienza, ed egli scorgerà, e deve scorgerlo, che Io ben possiedo Forza e Sapienza in eterna sovrabbondanza, e là dove Io coltivo un campo, so sicuramente scacciare dal campo il nemi- co per l’eternità; perché Io e Satana ancora non abbiamo mai condotto l’ara- tro nello stesso solco! Nell’intelligenza del mondo egoista purtroppo sì che le Mie caratteristiche sono sconosciute. Il mondo, essendo esso stesso tene- broso, ovunque non vede altro che tenebra; ma agli occhi di coloro che sono istruiti ed educati dal Padre tutto appare completamente diverso, poiché per chi è veramente puro e illuminato, tutto è puro e ben illuminato. A coloro, invece, i quali dicono che a quest’Opera, per valere come data dall’Alto, manchino la semplicità, la tranquillità, l’ampiezza di vedute e quella certa profondità nella visione globale del mondo(2), sia detto molto brevemente soltanto questo: che essi si esaminino prima scrupolosamente nel loro cuore se forse proprio a loro non manchi quello che non trovano nella Parola. Del resto hanno dato qua un giudizio, in modo da aver pur detto anch’essi qualche cosa su quest’Opera in qualità di colti europei, senza essersi addentrati nella piena profondità dell’Opera; per un tale approfondimento, infatti, certo occorre chiaramente di più che leggere a mala pena un’unica volta, e superficialmente, una parte di quest’Opera. Che cosa intendono dunque tali lettori per semplicità? Io ritengo però che una Scrittura che, nonostante la più che necessaria e - per la limitata visione umana - misteriosa pienezza e profondità di ciò che dà, è scritta in modo che perfino i fanciulli la possano capire molto bene, purché siano un po’ capaci di leggere e purché il loro pensiero possa un po’ innalzarsi al di sopra dell’ABC e dell’uno per uno, ebbene una tale Scrittura a buon diritto non può dirsi mancante della richiesta semplicità. (1) questa osservazione del Signore si riferisce a un giudizio espresso da un dotto tedesco. (2) questa osservazione del Signore si riferisce a un giudizio che un altro esperto tedesco diede sul manoscritto. 11
  • 12. Tuttavia ciò che determina la semplicità di una Scrittura non saranno mai in eterno le immagini e il linguaggio, ma solo ed esclusivamente il facile discernimento di un cuore, per quanto semplice, e il trovarsi-a-proprio-agio in una tale Scrittura. Tutto il resto invece - come cioè un linguaggio antico, goffo e le relative allegorie vecchie di parecchie migliaia di anni - è altret- tanto poco semplicità quanto lo è l’intelligenza mondana dei sapienti del mondo. Riguardo invece a quanto viene qui osservato circa le necessarie tranquillità e ampiezza di vedute, e la richiesta profondità nella visione glo- bale del mondo, tutto ciò è tanto più presente in quest’Opera quanto più la cavillosa intelligenza del mondo ne vaneggia la mancanza; poiché ciò che dà tranquillità al cuore, deve pur avere in sé pienezza di tranquillità. Ma all’intelligenza ovviamente ciò non può dare alcuna tranquillità, poiché essa non è atta ad assimilare la tranquillità, e perciò in una Scrittura può trovare tanto poco una qualsiasi tranquillità quanto la può trovare un qualsiasi fiume prima che abbia raggiunto il più profondo del mare. Se l’intelligenza dei sapienti del mondo potesse però umiliarsi, e dalla sua presunta altezza discendere nella cameretta vitale e piena di semplicità del cuore, allora da questa tranquillità troverebbe anche nella presente Opera la tranquillità che va cercando, e una pienissima ampiezza di vedute proprio in questa tran- quillità. Ma finché l’intelligenza, simile a una banderuola segna-vento in cima alla torre della sapienza terrena, viene girata di qua e di là ininterrotta- mente in tutte le direzioni, da ogni e qualsiasi vento del dubbio, è probabile che essa non possa trovare da nessuna parte la sua tranquillità che essa stes- sa non ha, e così neanche la consueta ampiezza di vedute che gode dalla sua ventosa altezza. Se però qualcuno in quest’Opera non trova quella certa profondità della visione globale del mondo, a lui sia detto, anzitutto, che con questa Scrit- tura il Donatore della stessa non si proponeva affatto di sviluppare una tale visione globale del mondo - che ormai è troppo diffusa fra gli uomini - in quelli che la leggeranno per quello che essa è in realtà, nella vera tranquil- lità e semplicità del loro cuore, ma soltanto di destare un sentimento di devozione e di gratitudine, e da questo sentimento di risvegliare una fede viva e il giusto amore per Dio e per il prossimo e mantenerli vivi in modo duraturo. Ma, in secondo luogo, coloro che leggono questa Scrittura nel giusto senso, raggiungeranno tuttavia con sufficiente profondità una migliore visione del mondo senza intervento degli eruditi, i quali per la via dei loro vani esami intellettivi non approderanno mai eternamente a quella vera profondità della visione globale del mondo e dei mondi, come è distinguibile per i retti lettori solo e unicamente nella presente Opera - per 12
  • 13. non parlare affatto di altre e successive Opere(3) nelle quali, per così dire, il sole e con esso, materialmente e spiritualmente, tutti i sistemi planetari, solari e i sistemi dei soli centrali vengono sviluppati e rivelati in modo suf- ficientemente comprensibile ed esauriente. Se dunque in un’Opera viene rappresentato con sufficiente chiarezza, dal primo inizio di tutte le cose create - dunque per una sequenza di tempi e di avvenimenti che dura già da quasi un’eternità -, lo sviluppo di tali cose, tanto materiale quanto, in modo particolare, spirituale, e tuttavia qualcuno trova troppo poca profondità in quella che sarebbe una insufficiente visio- ne del mondo - in verità anche in tutti i Cieli difficilmente ci sarà ancora un collirio con il quale tali indagatori potrebbero eliminare la loro deplore- volissima miopia. «Noi amanti di Dio semplici e di debole intelligenza», così possono dire con pieno diritto i retti lettori di quest’Opera, «che davvero all’infuori del- l’Università di Dio nei nostri cuori non ne abbiamo mai frequentata un’al- tra, né a Parigi, né a Jena e a Goettingen, noi non vogliamo tuttavia far cambio con tutta la vostra sapienza mondana tanto celebrata, poiché il nostro fervoroso guardare nelle profondità delle grandi creazioni del nostro Padre santo, lo preferiamo al vostro millenario indagare ad occhi bendati. Quale distanza raggiungono i vostri binocoli e le vostre linee matematiche, lo possiamo vedere dal vostro calendario, e le vostre vie non ci sono sco- nosciute; ma quale distanza raggiunge la chiara vista del nostro cuore che riposa in Dio, ebbene, per misurare questo i vostri "tubi" e le vostre linee matematiche potrebbero diventare considerevolmente troppo corti ed esse- re troppo poco matematici!». Chi dunque vuole leggere quest’Opera con vero profitto per la propria anima, la legga in tutta la semplicità del proprio cuore abbandonato in Dio, e non si comporti come un censore alla maniera umana del mondo, ma sia sempre solamente un premuroso padrone di casa del proprio cuore, così egli troverà nella presente Opera, in gran quantità, ciò che alcuni, pochi lettori altamente eruditi purtroppo non hanno trovato. Ed ora dunque vada ogni benedizione ed ogni grazia ai retti lettori che sono di cuore puro e di buona volontà! Amen. (3) l’intera Opera di Lorber è composta di 35 volumi. 13
  • 14. 1. Capitolo Un monito del Padre celeste ai Suoi figli Così parlò il Signore a me e in me (Jakob Lorber) per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro: 1. «Chi vuol parlare con Me, quegli venga a Me, ed Io gli metterò la risposta nel cuore; tuttavia solo i puri, il cui cuore è pieno di umiltà, percepiranno il suono della Mia Voce. 2. E chi preferisce Me al mondo intero, e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con quello Io voglio camminare a braccetto. Egli sempre Mi vedrà come un fratello vede l’altro fratello, e come Io lo vedevo fin dall’eternità, prima ancora che egli fosse. 3. Dì però agli ammalati, che essi non devono affliggersi nella loro malattia, ma devono rivolgersi seriamente a Me e fidarsi assolutamente di Me. Io li con- solerò, e un fiume del balsamo più prezioso si riverserà nel loro cuore, e la sor- gente dell’eterna Vita si rivelerà in essi, inesauribile; essi guariranno e saranno ristorati, come l’erba dopo una pioggia a dirotto. 4. A coloro che Mi cercano, dì loro: “Io sono il vero ‘dappertutto’ e il vero ‘da nessuna parte’. Sono dappertutto, dove Mi si ama e si osservano i Miei Comandamenti, da nessuna parte, invece, dove Mi si adora e Mi si venera sol- tanto”. Non è dunque l’amore più che la preghiera, e l’osservanza dei Coman- damenti più che la venerazione? In verità, in verità Io ti dico: “Chi Mi ama, quegli Mi adora in spirito, e chi osserva i Miei Comandamenti, quegli è colui che mi venera nella verità!”. I Miei Comandamenti però nessuno può osservarli se non colui che Mi ama; ma chi Mi ama non ha più alcun comandamento che questo, e cioè di amare Me e la Mia Parola viva, che è la vera, eterna Vita. 5. Ai deboli annuncia dalla Mia bocca: “Io sono un Dio forte. Essi devono tutti rivolgersi a Me, e Io li completerò. Da un acchiappa-mosche voglio fare un domatore di leoni, e i timorosi debbono distruggere il mondo, e i forti della Terra devono essere dispersi come pula”. 6. Ai danzatori e alle danzatrici dì, senza timidezza, che essi sono tutti quanti burattini manovrati da Satana. Egli infatti li afferra tutti quanti per i piedi e gira attorno con loro velocemente in un vortice, affinché essi siano in tal modo completamente storditi da non poter né stare, né andare, né sedere, né dormire, né sostare, né vedere, né udire, né tastare, né odorare, né gustare, né percepire; essi infatti sono come morti, per cui non si può né consigliarli né aiutarli. E se ancora volessero volgersi a Me, si sentirebbero come uno che una persona robusta prendesse per i piedi e facesse girare in circolo attorno a sé; anche se 14
  • 15. costui guardasse su al cielo, non vedrebbe il sole, ma solo una striscia luminosa che lo accecherebbe, così che poi vorrebbe chiudere gli occhi e non vedere più nulla del tutto. 7. Colui in cui l’occhio del corpo è cieco, a quello sta ancora aperta la vista dello spirito; ma chi diventa cieco nello spirito, quegli rimane cieco eternamente! 8. Ai giocatori puoi dire che essi giocando perdono per prima cosa la loro vita, e poi tutto ciò che fu dato loro per questa stessa vita. Il gioco infatti è una fonte piena di velenoso sudiciume; i giocatori però credono che sia una fonte d’oro nascosta. Perciò essi frugano giornalmente in questa immondizia, assimi- lano nelle narici l’alito pestilenziale, si avvelenano fin nelle più intime fibre e trovano, al posto del presunto oro, l’eterna morte dello spirito. 9. Coloro che possiedono la Scrittura e non la leggono, assomigliano a un assetato alla fontana in cui vi è acqua pura, che essi però non vogliono bere. Agiscono così o per una certa idrofobia spirituale, a somiglianza dei cani rab- biosi i quali, per calmare la sete bruciante, mordono le pietre più dure anziché cacciare il muso nell’acqua e guarire; oppure anche, il più delle volte, essi agi- scono così per una certa indifferente pigrizia, e preferiscono perciò farsi offrire da certuni indolenti servitori, per calmare la loro sete, del fango puzzolente dalla più vicina pozzanghera, per poi perire malamente tutti quanti. 10. Ma agli amanti sessuali e alle amatrici sessuali dì questo: “Chi cammina nella carne, cammina nella morte, e il suo piacere sarà presto trasformato in cibo per i vermi. Solo chi cammina nello spirito, arriva alla luce, la sorgente di ogni vita: la sua parte sussisterà in eterno e si moltiplicherà”. 11. Ai maniaci dell’abbigliamento di lusso e della moda dì seriamente che essi stanno nudi davanti al loro giustissimo Giudice. Il loro lusso passerà come una schiuma; la loro ambizione e il lusso saranno tramutati nella più bassa schia- vitù, ed essi dovranno vergognarsi eternamente della loro stoltezza. Non è dun- que un grande stolto colui che si propone di dorare un mucchio di immondizia, e fa incastonare invece le pietre preziose nel più sudicio escremento anziché nell’oro? Oh, ma quanti, quanti ce ne sono di pazzi ora a questo mondo! La luce, la prendono per tenebra, e la tenebra per luce! 12. Già sta una stella nell’est, che aprirà la via ad Orione, e il fuoco del Gran- de Cane tutti li consumerà; e Io voglio scagliarne in grande quantità di stelle dal Cielo sulla Terra, affinché tutti i malvagi periscano e la Mia luce brilli ovunque. 13. Io, Jehova, Dio dall’eternità, il Veritiero e il Fedele, come ultimo avverti- mento. Amen. 14. A te, che hai scritto questo malamente sotto dettatura, ciò vale per primo, poi però per tutti gli altri. Amen. Questo dice il Primo e l’Ultimo. Amen». 15
  • 16. 2. Capitolo I Comandamenti del Signore agli uomini Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno; e ciò è vero, fedele e sicuro: 1. «Tu sei il Lot di Sodoma; ma vedi di non soffocare nella lussuria, e che non ti sia assegnata l’eredità della prostituta, poiché tu sei come nessuno prima di te e dopo di te. Tu, come uomo, sei interamente nella carne e nella sua brama di piaceri sensuali, e come spirito sei interamente libero con occhi aperti ed orecchi aperti. Il tuo corpo lo imbratti di escremento, e sopra il tuo spirito ven- gono riversati fiumi di luce; il tuo corpo mangia con le scrofe, mentre il tuo spirito è circondato da mille angeli. Il tuo cuore terreno l’hai riempito di letame e di escremento, e Io Mi sono eretto un’abitazione nel cuore del tuo spirito. Tu ti intrattieni con le prostitute, mentre Io parlo con te come un fratello al fratel- lo; tu puzzi come una fogna, e il tuo spirito respira i profumi del più alto dei Cieli; tu sei un mostro, e il tuo occhio supera la luminosità dei soli. Perciò puri- fica la tua carne e diventa uno con Me, perché Io diventi uno con te! 2. Dì alle madri paurose che esse non devono educare le loro figlie nel timore degli uomini e del mondo; infatti, a ciò che si teme, si ubbidisce ciecamente nella tentazione, e colui che è temuto diventerà facilmente vincitore. Esse inve- ce devono piuttosto educarle nel timore di Me e nell’amore per Me, affinché Io diventi vincitore e affinché esse disdegnino il mondo e godano di ogni abbon- danza nel Mio Amore sconfinato. Esse non devono condurle in luoghi pubblici allo scopo di conquistare un marito, bensì da Me, da Me devono portarle, e Io ti dico che non uno dei loro desideri resterà senza benedizione e insoddisfatto. Poiché Io sono un Dio ricco, che di tutto ha il più infinito sovrappiù, che tutto può e anche vuole dare in somma sovrabbondanza. 3. I poveri non devono elemosinare davanti alla porta del ricco, dove speri- mentano la sorte dei cani estranei, e il loro cuore viene volto a tristezza e ama- rezza. Essi invece devono solo venire da Me con ferma fiducia, e Io li ristorerò tutti quanti. Voglio dar da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, vestire gli ignudi, guarire i malati; lo zoppo dovrà saltare come un cervo, il lebbroso sarà mondato, il cieco vedrà, il sordo udrà e il debole voglio renderlo più forte di un leone. Il timoroso sarà più coraggioso di un puledro, e il vecchio troverà riposo. Il povero è il Mio fratello più prossimo; Io provvedo per lui. Egli dun- que non deve lasciarsi profanare dai cani; poiché i ricchi del mondo sono fra- telli di Satana e figli del Diavolo dell’Inferno. 4. Ai Miei amici e alle Mie amiche dì questo: “Essi non devono amare i Miei domestici e servi più di Me!”. La loro salvezza non devono tanto metterla nelle 16
  • 17. loro mani, ma piuttosto interamente nelle Mie, e affidarsi totalmente a Me. Poi- ché il domestico deve agire rigorosamente secondo il comando, se non vuole essere trovato indegno; solo il Datore della Legge sta al di sopra di essa, e può anche porre al di sopra di essa chi Egli vuole. Fino a quando però essi stanno sotto il giogo, vengono giudicati; ma chi viene da Me, a lui Io posso condonare il giudizio. 5. La Mia Chiesa sulla Terra è un bagno di purificazione; chi si è lavato, venga da Me, perché Io lo asciughi col calore del Mio Amore e lo trattenga. Ma chi prova solo piacere nel battersi e lavarsi, a quello va come alle ruote del mulino, che non escono mai dall’acqua. 6. Se qualcuno ha compiuto opere di vera penitenza, quegli venga da Me, perché Io lo accolga come un figlio perduto e lo trattenga nella Mia Forza. Infatti il servo può consigliare, Io invece posso fare; il domestico può istruire, ma la Redenzione è solamente opera Mia; il servo può pregare, ma solo Io posso benedire. Il Mio domestico deve giudicare rettamente, ma il diritto della grazia ce l’ha solo il Signore. Perciò essi, al di là dei domestici e dei servi, non devono dimenticarsi del Signore! 7. Questo dì loro fedelmente, parola per parola, senza alcuna timidezza; tu infatti non devi temere il mondo se Mi vuoi amare, poiché Io sono più che tutto il mondo. 8. Per il mondo Io sono un eroe assai piccolo, a cui non si dà alcuna impor- tanza. Gli eruditi a mala pena Mi guardano ancora più in su delle spalle, e con estrema difficoltà Mi lasciano ancora il nome di un uomo onesto. Alcuni però Mi hanno già dato completamente congedo; per costoro dunque Io non ci sono più affatto. Alcuni Mi concedono bensì ancora un qualche tratto divino, tuttavia solo per breve tempo; dopo però si lasciano convincere del contrario dai sapienti del mondo. Allora Io vengo subito vergognosamente respinto e valgo ancora tutt’al più come un vecchio Dio per donne. Per alcuni dei Miei domesti- ci e servi che vogliono essere grandi, Io servo ancora solamente come pubblico sigillo ufficiale e come rivestimento esteriore, di parvenza divina, della loro nera insensatezza e della loro rozza e tenebrosa stupidità e follia. Certuni però lasciano bensì che Io Me ne stia ancora nella Mia Divinità, ma in compenso, per i loro vantaggi temporali, Io devo lasciar fare di Me ciò che vogliono, e precisamente, il che è peggio di tutto, Io devo essere una pura assurdità! Amore e Misericordia posso solo averne fino a quando fa comodo a loro; poi però devo diventare più inesorabile di una pietra, e devo lasciarMi trasformare nel più scandaloso tiranno! Devo saltare da un tribunale all’altro e pronunciare una condanna dopo l’altra; il Mio Amore deve essere dunque solo temporale, ma la Mia tirannia, con l’annessa severissima funzione di giudice, deve durare in eterno! O che enormi pazzi! La sconfinata Tolleranza, Mansuetudine, Umiltà 17
  • 18. ed il Mio eterno Amore per le Mie creature, ovviamente non sono utili per il loro avido commercio; ma presto dovrà essere tirata una riga sotto i loro conti! I loro conti stanno davanti a Me e la misura delle loro azioni è diventata piena, ad eccezione di una sola cosa, e la ricompensa li attende. 9. Chi non Mi conosce come sono, e chi Io sono, sarebbe meglio per lui che di Me non sapesse nulla affatto, poiché allora Io potrei ancora renderlo vivente là, nel regno degli spiriti; ma così essi si rendono inadatti al Mio aiuto, poiché uccidono la vita in se stessi per il fatto che distruggono Me in se stessi, e così anche Mi uccidono, e sono come i tralci staccati dalla vite. 10. Questo però Io dico adesso: “Io sono l’unico, eterno Dio nella Mia natura trinitaria, quale Padre secondo la Mia natura divina, quale Figlio secondo la Mia natura perfettamente umana, e quale Spirito secondo ogni vita, azione e conoscenza”. Io sono dall’eternità l’Amore Stesso e la Sapienza Stessa. Mai ho ricevuto qualcosa da qualcuno. Tutto ciò che esiste, è da Me, e chi ha qualcosa, l’ha da Me. Come posso essere un tiranno e un pronunciatore di condanne? O voi stolti! Io vi amo, e voi Mi disprezzate. Io sono vostro Padre, e voi fate di Me un giustiziere. Dove Io benedico, voi maledite; dove Io costruisco, voi distruggete; ciò che Io erigo, voi lo piegate a terra; dove Io semino, là sopra convogliate flutti mortali; voi siete in tutto contro di Me. Se Io fossi come voi dite che Io sia, in verità Io vi dico che la Terra non sussisterebbe più già da lungo tempo, anzi non sarebbe neanche mai stata creata! Ma poiché Io sono come sono, così tutto sussiste ancora, com’era e come sarà eternamente; e anche voi sarete come volete essere, senza il Mio giudizio di condanna, poiché voi sarete quello che da voi stessi vi sarete fatti. Coloro però che Mi prendono come sono, e Mi amano come Io li amo, di loro Io farò quello che vogliono, affinché la loro libertà e la loro gioia siano perfette in eterno”. 11. Ai Miei domestici e servi dì: “I Miei incarichi non sono banche di cambio e non sono botteghe di denaro!”. Chi infatti Mi serve a motivo del denaro, que- gli non Mi serve per amore; ma chi non Mi serve per amore, il suo servizio Mi è estraneo, come Io devo essere del tutto estraneo per lui, dal momento che non Mi serve per amore; con lui ho già chiuso il conto. Ma come può essere un servo fedele, colui che vendette i tesori del padrone senza autorizzazione, come un ladro, per i prezzi più scandalosi? Iscariota per lo meno Mi vendette per trenta denari d’argento, senza prevedere ciò che sarebbe stato di Me; poiché egli era accecato e andò perduto. Adesso però, essendo Io già martirizzato, ucciso e di nuovo risorto, Mi si può avere ad ogni minuto per i prezzi più scan- dalosamente ridicoli. O voi scandalosi ladri, voi assassini, a che cosa vi dovrò paragonare? Voi figli del drago, voi razza di vipere, voi prole di serpenti! E’ così che Mi servite? E’ in queste condizioni che devo trovarvi? Vi feci sì dire, tramite il Mio caro Paolo, che colui che serve all’altare deve anche vivere del- l’altare, ma solo dalle opere dell’amore, che produce ogni bene; voi però non 18
  • 19. avete opere d’amore, perciò siete briganti e ladri, e assassini a tradimento del Vangelo e di ogni verità. Sappiate questo: “Com’è il lavoro, così la paga!”. L’a- more non si può avere per denaro, ma solo di nuovo con l’amore. Io sono l’A- more Stesso e, senza eccezione, non Mi si può avere a nessun altro prezzo se non di nuovo solo con l’amore. Con l’amore vi ho riscattati tutti; perciò preten- do, da voi tutti, di nuovo amore. Perciò chi vuole servirMi, Mi serva nell’amo- re nel quale Io per lui sono morto in Croce; e chi vuole venire a Me, venga a Me in quell’amore che sanguinò per lui sulla Croce. 12. Ai funzionari e ai signori del mondo dì senza alcuna timidezza, parola per parola, che i loro incarichi non stanno più in alto degli incarichi del Mio regno. Ogni incarico però che è contro il Mio incarico, voglio fra poco distruggerlo; guai ai suoi servitori! Poiché Io sono il Sommo; la Mia Legge è eterna, come Io lo sono, e rimarrà, come Me, eterna. Le tignole che vogliono rosicchiare la Mia Legge e fare di nuovo leggi dal loro escremento per cancellare il Mio Comandamento, su costoro tale Comandamento rotolerà con grande forza e pesantezza e li annienterà, come se non fossero mai esistiti. Chiunque pecchi contro i Miei Comandamenti può essere perdonato se si corregge, riconosce il suo errore e se ne pente, e poi si rivolge a Me e rimane in Me e Io in lui; ma chi vuole scalzare la Mia Legge, essa lo schiaccerà, ed egli poi non esisterà più in eterno. Tutte le leggi mondane scalzano il Mio Comandamento, se non sono ispirate dal Mio Amore e date da uomini che sono istruiti attraverso il Mio Spi- rito. Guai ai tiranni e guai ai despoti che regnano a motivo del trono e della potenza e dell’autorità; poiché al loro tempo non manca più che una sola cosa, ed essi sperimenteranno la potenza dei deboli! Il suolo è Mio, e il campo è Mio; questo dice il Veritiero, l’eterno Dio di Amore e Sapienza, e l’annuncia a un pazzo per i sapienti del mondo. Amen Io, Jehova, Amen». 3. Capitolo Il Signore quale Padre dei Suoi figli Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro: 1. «Io sono un buon Padrone di casa; neanche una briciola va perduta. Chi investe da Me il suo capitale, a quegli esso darà alti interessi e resterà registrato nel Mio Cuore, e gli interessi cresceranno in tutte le eternità delle eternità. Guarda in alto, tu stolto, e contempla il cielo stellato! Chi mai ha contato i soli, il cui numero non ha fine, e le terre tutte, che Io ho creato a migliaia attorno ad 19
  • 20. ogni singolo sole?! E Io ti dico, Io che sono veritiero e fedele in ciascuna delle Mie parole: “Per un centesimo do una terra, e per un sorso d’acqua fresca un sole”. In verità, Io ti dico: “Il minimo servizio di amore del prossimo sarà com- pensato nel modo più eccezionale e più indicibile!”. 2. Tu Mi domandi se è possibile che proprio dappertutto ci siano uomini come qui sulla Terra che tu abiti, e Io ti dico: “Sì, ci sono dappertutto uomini che provengono dalle Mie viscere, e Mi riconoscono secondo il tipo di viscere; e quelli che provengono dalle Mie mani e Mi riconoscono dalle Mie mani; e quelli che provengono dai Miei piedi e Mi riconoscono dai Miei piedi; e quelli che provengono dalla Mia testa e Mi riconoscono dalla Mia testa; e quelli che provengono dai Miei capelli e Mi riconoscono dai Miei capelli; e quelli che provengono dai Miei lombi e Mi riconoscono dai Miei lombi; e in generale quelli che provengono da ogni e ciascuna singola parte della Mia Entità corpo- rea, e Mi riconoscono secondo tale parte. E la loro vita e la loro beatitudine corrispondono alla parte da cui sono scaturiti, e tutti sono Mie creature, che Mi sono care; poiché Io sono tutto Amore, e dappertutto sono l’Amore Stesso. 3. Ma gli uomini di questa Terra li suscitai dal centro del Mio Cuore, e li creai perfettamente a Mia immagine e somiglianza, ed essi non dovrebbero essere soltanto Mie creature, ma i Miei cari figli, che Mi devono riconoscere non come Dio e Creatore, ma solo come il loro buon Padre, Colui che, dopo un breve periodo di prova, vuole riprenderli interamente con Sé, affinché essi abbiano tutto quello che ha Lui Stesso, e possano abitare presso di Lui eterna- mente, e con Lui regnare e governare l’Universo. Ma vedi, tutte le Mie creature Mi amano come loro Creatore nella loro grata gioia di esistere; invece i Miei figli non vogliono il loro Padre e disdegnano il Suo Amore! 4. Vedi, Io sono triste quando vedo come ad ogni ora, a mille e mille migliaia, essi inaridiscono e muoiono! Oh, se solo potessi aiutarli! Non è triste quando l’Onnipotente non può dare aiuto?! 5. Tu Mi chiedi di nuovo: "Ma come può essere possibile questo?". O sì, Io ti dico, questo è ben possibile! Vedi, tutte le Mie creature dipendono dalla Mia Potenza, ma i Miei figli dipendono dal Mio Amore! La Mia Potenza comanda, e avviene come Io comando; ma il Mio Amore desidera soltanto, e comanda con ogni dolcezza ai liberi figli, e i liberi figli si tappano le orecchie e non vogliono guardare il Volto del loro Padre. Perciò, poiché essi sono liberi, come Io lo sono, non posso aiutarli se essi non lo vogliono. Infatti la Mia Potenza va al di sopra di ogni cosa; ma la Mia Volontà è soggetta ai Miei figli. Questo però ognuno deve metterselo bene in testa: “Io sono vostro Padre, sono però anche vostro Dio, e all’infuori di Me non ce n’è un altro. Mi volete come Padre – oppure come Dio?”. Le vostre azioni Mi daranno la risposta decisiva. 20
  • 21. 6. Dunque tenetelo a mente: “L’Amore dimora solo nel Padre, e si chiama ‘il Figlio’. Chi disdegna l’Amore, cadrà in mano alla potente Divinità e sarà spogliato della propria libertà eternamente, e la morte sarà la sua parte; la Divinità infatti abita anche nell’Inferno, ma il Padre abita solo in Cielo. Dio giudica tutto secondo la Sua Potenza; ma la Grazia e l’eterna Vita è solo nel Padre e si chiama ‘il Figlio’. La Divinità uccide tutto; ma il Figlio, ovvero l’Amore in Me, ha vita, dà vita e rende vivi”. 7. Tutto questo dice il buon Padrone di casa e Padre parsimonioso a tutti i Suoi figli, perché abbiano a correggersi, per prendere un giorno l’eredità che Io ho preparato e conservato per loro tanto fedelmente dall’eternità. 8. Ai tuoi amici e fratelli dì pure con ogni amore: “Io, il vostro amorevolissimo Padre, ho già spalancato entrambe le braccia per stringerli tutti quanti al Mio Cuore eternamente, eternamente. Mai più devono distogliersi da Me, ma costan- temente devono guardarMi in Volto, e il Mio occhio dirà loro - sì lo annuncerà forte - quanto Io li ami, e come sono rette le Mie intenzioni verso di loro”. 9. Dì loro che ho allontanato dai Miei occhi i loro peccati, e li ho lavati e resi bianchi come la neve; ora non c’è più alcun ostacolo. Non voglio più essere per loro un Padre invisibile; essi devono guardarMi sempre, e trastullarsi con Me e scherzare e rallegrarsi; tutte le loro preoccupazioni devono ora affidarle a Me. 10. Oh, con quale gioia voglio provvedere ulteriormente per loro! Oh, che cosa sono per Me, il Padre, tutte le gioie e le beatitudini dei Miei Cieli in con- fronto a quella di essere amato dai Miei diletti figli quale unico e vero Padre! 11. Vedi, tutte le beatitudini ve le do in cambio di questa sola, che Io ho stabi- lito solo per Me, e perciò i Miei figli non devono neanche chiamare nessuno loro Padre se non unicamente e soltanto Me; poiché Io anche lo sono, e lo sono pure con ogni diritto, e nessuno può toglierMi questo diritto, poiché Io sono l’Unico, il Solo, e all’infuori di Me non c’è più nessuno. 12. Ecco, a te e ai tuoi amici e fratelli voglio indicare per nome ciò che ancora voi adorate in voi stessi: I (Inferno) - P (Passione) - R (Ragione) - T (Talento) - E (Egoismo) - GM (Gioia Maligna) - A (Attaccamento fedele ad ogni splendore mondano - A (Ambizione mondana) - S (Sensualità) - C (Cerimoniale). Tali amici e fratelli devono tutti ricevere il Mio paterno saluto e oggi stesso, se vogliono, devono essere aperte per loro le porte dei Cieli, che sono gli occhi del loro spirito, e oggi stesso Io voglio abitare nei loro cuori. Una cosa soltanto essi devono fare con costanza, e cioè la loro carne devono lavarla e purificarla alla fontana al cui interno c’è acqua viva, e devono prendere un bastone che è mezzo nero e mezzo bianco; lo devono spezzare a metà, e la parte nera devono gettarla sotto i piedi del mondo, e la parte bianca tenerla per sé in segno che essi hanno rotto per sempre col mondo e con la loro carne. 21
  • 22. 13. Ma ciò è come dire che essi devono entrare seriamente in se stessi, rico- noscersi interamente e poi presentare fedelmente e sinceramente a Me, nel loro cuore, i difetti che hanno trovato. Io cancellerò la sporcizia dai loro cuori e li riempirò col fuoco del Mio Amore divino-paterno. E così purificati essi devono poi mostrarsi al sacerdote attraverso la Confessione e nella Confessione; e subito dopo Io verrò e terrò con loro il banchetto di gioia all’altare. 14. Inoltre, aggiungi ancora che essi non devono affatto scandalizzarsi della Chiesa e nella Chiesa(4); infatti ogni cibo che Io raccomando, lo purifico per colui che lo vuole gustare nello spirito e nella verità, e allora egli lo deve gusta- re senza preoccupazione. Quello che Io do ai Miei figli è puro e non viene pro- fanato dalla forma esteriore per coloro per i quali Io l’ho benedetto. Io benedirò il tempio, e sarà santo il luogo dove essi si troveranno; poiché Io, il vostro Padre santo, sarò in mezzo a loro là dove essi andranno, e a loro non dovrà essere torto un capello. 15. Dì pure a loro, in tutta certezza e sicurezza, che il Mio Amore li attende, e le Mie braccia non le voglio chiudere se non quando tutti quanti riposeranno fra le Mie braccia, dove vedranno il loro amorevolissimo Padre santo faccia a faccia, e la loro gioia non avrà mai più fine. Amen! 16. Dì a tutti quelli che Mi cercano, che Io sono sempre a casa, non esco mai, e che non ho stabilito solo certe ore o tempi in cui si possa venire da Me, come dai re della Terra e da tutti i grandi del mondo. Dunque non solo nel settimo giorno o nelle festività, ma in ogni minuto Mi è gradito un cuore che ama, e perfino di notte non ho mai chiuso a nessuno la porta in faccia; dunque, in qua- lunque momento busserete, voglio dire "Avanti!". 17. Tu devi e puoi pure dirlo ora francamente e liberamente se ti ho mai costretto a qualche cosa in un tempo stabilito, o se non è sempre stato lasciato alla tua libera volontà di venire da Me e di chiederMi qualunque cosa tu abbia voluto sapere, e se ti sono mai rimasto debitore ad una domanda. E se tu Mi hai interrogato dall’Inferno, Io ti risposi; e se eri sulla Terra, parlai con te; e nei Cieli parlai con te. Di giorno e di notte, il Mio orecchio è costantemente rivolto a te. Quello che tu scrivi qui, lo scrivi soltanto secondo il tuo orario e il tuo comodo, e per Me va sempre benissimo, e fino a quando vuoi e quanto vuoi, e vedi, a Me va bene! Perciò dì loro con tutta fedeltà: “Per Me è proprio uguale il quando qualcuno viene da Me: egli (in qualunque momento) viene ascoltato e accolto! (4) se fanno parte della Chiesa (cioè se sono nella Chiesa) non devono scandalizzarsi di quanto vedono in essa. Nota del revisore italiano. 22
  • 23. 18. Dì ai figli che non devono burlarsi di Me, ma che devono prendere questo seriamente! Dì loro che non sono per niente un buffone, né sto a qualunque scherzo; poiché Io ho intenzioni serie con tutti, con grandi e piccoli, con giova- ni e vecchi, con maschi e femmine. Da Me non si fanno eccezioni. 19. Poiché, vedi, le Mie creature che non sono atte a nulla, le distruggo all’i- stante e le anniento per l’eternità; ma anche per i Miei figli ho punizioni in quantità, e voglio castigare i disubbidienti fino all’ultima goccia del loro san- gue, ed essi poi riconosceranno sicuramente che Io sono per lo meno il Padro- ne di casa, se proprio non vogliono riconoscerMi come il loro santo e amorevole Padre. 20. Ma guai a coloro che non comprendono i Miei paterni castighi e li inter- pretano falsamente! Dico ancora una volta: “Guai a loro! Costoro il Padre li scaccerà, e allora avranno a che fare col loro Dio eternamente inesorabile”. Questo dico a te, un cattivo e pigro servitore. Amen. Io, Jehova, Amen». 4. Capitolo La vera Chiesa Così parlò il Signore a me e in me per ciascuno, e ciò è vero, fedele e sicuro: 1. «La Mia Grazia è un ricco tesoro; colui che la riceve, non mancherà mai di nulla, nel tempo e nell’eternità. Perciò ognuno deve darsi premura per appro- priarsene anche subito; Io infatti la do a chiunque la voglia avere. 2. Poiché, vedi, se volete il perdono dei vostri peccati, essi vi vengono perdo- nati qualora facciate vera penitenza per mezzo di Gesù, il quale è la Mia Parola viva e l’Amore in Me, e le porte del Cielo vi stanno aperte, e se volete entrare, potete entrare e qua vedere il Volto del vostro Padre santo, che sono Io, l’eterno Dio Jehova. 3. Questo voi potete farlo in virtù della Parola vivente, la quale è Gesù Cristo ovvero l’Amore e la Sapienza eterni in Me, da cui sgorga tutto ciò che è buono e vero. L’Amore è dato a voi fin dall’inizio; esso infatti è propriamente la vera vita in voi, così come la Potenza lo è nelle Mie creature. La Potenza proviene bensì anch’essa dal Mio Amore, e tuttavia non è l’Amore stesso, non essendovi in essa libertà, ma solo l’effetto dell’Amore. Essa di per sé è però senza vita - per cui anche tutto ciò che proviene dalla Potenza è di per sé morta materia, la cui vita è solo apparente -, in realtà però essa è la morte. 23
  • 24. 4. Perciò se qualcuno attacca il suo amore al mondo materiale, il suo amore di per sé viene schiacciato dalla potenza della morte, e la conseguenza è poi la sorte della materia, ovvero la morte. 5. Chi invece rivolge a Me il suo amore e si attacca a Me, quegli unisce il suo amore di nuovo con l’Amore ovvero con la Vita di ogni vita; costui allora diventa vivo in tutto e per tutto. 6. Ora però vedi: “L’amore di per sé è cieco e buio, e proprio perciò libero e indipendente, ma appunto per questo esso è anche in grande pericolo di perder- si e di andare in rovina”. 7. Perciò ad ogni amore per Me Io do anche subito in aggiunta, secondo il grado della sua grandezza, la giusta parte di luce, e questo è un regalo e si chia- ma Grazia; con questa Io fluisco in ogni uomo secondo il grado del suo amore. 8. Perciò se uno ha l’amore perché rende viva in sé la Mia Legge, la quale è il supremo Amore, su di lui saranno riversati fiumi di luce, e il suo occhio pene- trerà la Terra e vedrà le profondità dei Cieli. 9. Dillo ai figli, e dillo a tutti, siano pure di qualunque religione - se romani (cattolici), se protestanti, se ebrei, se turchi, se bramanisti, se bui pagani -, in breve, per tutti deve essere detto: “Sulla Terra c’è solo una vera Chiesa, e que- sta è l’amore per Me in Mio Figlio, il quale Amore però è il santo Spirito in voi, e si fa conoscere a voi attraverso la Mia Parola viva, e questa Parola è il Figlio, e il Figlio è il Mio Amore, ed è in Me, e Io Lo compenetro interamente, e noi siamo Uno, e così Io sono in voi, e la vostra anima, il cui cuore è la Mia dimora, è l’unica vera Chiesa sulla Terra. In essa soltanto è vita eterna, ed essa è l’unica beatificante. 10. Poiché, vedi, Io sono il Signore sopra tutto ciò che esiste! Io sono Dio, l’e- terno e potente, e come tale sono anche vostro Padre, il santo e amorevolissimo. E tutto questo Io lo sono nella Parola; ma la Parola è nel Figlio, e il Figlio è nel- l’Amore, e l’Amore è nella Legge, e la Legge è data a voi. Se voi la osservate e agite in conformità ad essa, l’avete così accolta in voi; essa allora diventa viva in voi ed eleva voi stessi e vi rende liberi, e voi allora non siete più sotto la Legge, ma sopra essa nella Grazia e nella Luce, e tutto ciò è la Mia Sapienza. 11. E ciò è la beatitudine, ovvero il regno di Dio in voi, ovvero l’unica beati- ficante Chiesa sulla Terra, e in nessun’altra è l’eterna vita se non solo e unica- mente in questa. 12. O ritenete forse che Io abiti fra delle mura, o nella cerimonia, o nella pre- ghiera, o nella venerazione? O no, vi sbagliate molto, poiché là Io non sono da nessuna parte, ma solamente dov’è l’amore, là sono anch’Io; poiché Io sono l’Amore, ovvero la Vita Stessa. Io vi do Amore e Vita, e Mi unisco solo con l’amore e la vita, giammai invece con la materia, ovvero con la morte. 24
  • 25. 13. Per questo infatti Io ho vinto la morte e Mi sono assoggettata la Divinità: per avere ogni potere su tutto ciò che esiste, e perché il Mio Amore regni eter- namente e renda vivo tutto ciò che gli è soggetto. 14. E come dunque potete ritenere che Io vi attenda nella morte, mentre inve- ce Io sono la Vita Stessa? Perciò andate prima nella vera Chiesa, dove all’inter- no è vita, e soltanto dopo andate in quella morta, affinché essa diventi viva attraverso voi!». 5. Capitolo Il mistero della Creazione 1. (Il Signore:) «Chi ha orecchi per udire, oda, e chi ha occhi per vedere, veda; poiché, vedi, Io voglio svelarvi un grandissimo mistero, affinché possiate vedere come il vostro Padre amorevolissimo e santo vuole mostrarSi fraternamente a voi faccia a faccia e farvi gioire del Suo Aspetto. Poiché i figli devono essere introdotti fin dall’eternità nella grande gestione della casa del loro Padre! 2. La Divinità era fin dall’eternità la Forza che compenetrava tutta l’infinità dell’infinità, ed era ed è e sarà eternamente l’Infinità Stessa. Al centro della Sua profondità Io ero, dall’eternità, l’Amore e la Vita Stessa in Essa; ma vedi, Io ero cieco come un embrione nel corpo materno! Ma la Divinità Si piacque nell’Amore e Si strinse totalmente al Suo Amore. E all’Amore venne sempre e sempre più caldo nel Suo centro, e masse e masse della Divinità vi si affollaro- no, e tutte le potenze e le forze si precipitarono su di Esso. 3. E vedi, allora sorse un grande rumoreggiare, fremere e infuriare, e vedi, l’Amore venne angustiato e premuto da tutte le parti, così che l’Amore tremò fin nell’intimo! E l’Amore percepì tutto ciò, e il rumoreggiare divenne un suono, ma il suono divenne nell’Amore una Parola, e la Parola disse: “Sia Luce!”. E allora divampò nel cuore la fiamma dell’Amore che si era acceso, e fu Luce in tutti gli spazi dell’infinità! 4. E Dio vide in Sé la grande gloria del Suo Amore, e l’Amore fu rafforzato con la Forza della Divinità, e così la Divinità si unì con l’Amore per sempre, e la Luce scaturiva dal Calore. 5. E vedi, allora l’Amore vide nella Divinità tutte le glorie, al cui numero non vi è fine, e la Divinità vide come tutto ciò si riversava dall’Amore per passare in Lei, e l’Amore vide nella Divinità i Propri pensieri, e trovò grande compia- cenza in essi. Allora l’Amore Si accese di nuovo, e le forze della Divinità rumoreggiarono attorno ad Esso, e vedi: “I pensieri dell’Amore erano essi stes- si amore ed erano senza numero”. 25
  • 26. 6. Allora la Divinità vide la Propria Gloria, e l’Amore percepì la Propria Poten- za. E allora così parlò l’Amore nella Divinità: “Lasciamo che i pensieri della Gloria rimangano stabili (‘fissati’), ed escano, perché diventino liberi, e possano percepirCi e vederCi, come Noi li percepiamo e li vediamo, e come Noi li perce- pimmo e li vedemmo prima ancora che la Luce illuminasse le loro forme!” 7. Allora la Parola trapassò nella Divinità, e la Divinità divenne ovunque Amore. E vedi, allora disse la Divinità per la prima volta: “Sia fatto!”, e da Dio divenne libera una schiera di spiriti, il cui numero non ha fine, e l’Amore vide Se Stesso moltiplicato all’infinito, e vide in maniera perfetta la Sua infinita Bellezza. 8. Ma tutti gli esseri non erano ancora vivi, e ancora non percepivano, e anco- ra non vedevano; poiché essi erano ancora forme ‘fissate’ nella Divinità fuori dall’Amore. 9. E ciò rincrebbe all’Amore, ed Esso Si agitò, e l’agitazione salì nella Divi- nità, e la Divinità diede i Suoi prigionieri all’Amore, e l’Amore compenetrò tutto. E vedi, allora le forme divennero vive, e si meravigliarono, e si scaldaro- no ai fiumi di fiamme del divino Amore, e ottennero così movimento e attività autonomi! Ma ancora non si riconoscevano. 10. Allora disse nuovamente l’Amore: “Facciamo in modo che si riconosca- no, perché possano poi riconoscere Me e anche Te attraverso Me!”. 11. Allora la Parola salì di nuovo nella Divinità, e nella Divinità risuonò la Parola, e la Parola divenne Legge, e la Legge era l’Amore e si riversò in tutti. 12. E vedi, allora furono formati tre, e da essi ne vennero sette! E i tre erano simili all’Amore, alla Luce e alla Divinità, e i sette erano simili ai sette spiriti di Dio, e si chiamano e si chiameranno eternamente: I. Amate l’Amore. II. Temete la Divinità - la quale uccide -, per non essere uccisi. III. L’Amore in voi è santo; perciò stimatevi l’un l’altro, come l’Amore nella Divinità vi stima e prova gioia per voi. IV. Ognuno è proprietà di se stesso e proprietà dell’Amore di Dio; perciò nessuno diventi preda dell’altro. V. Nessuno copra mai il proprio volto davanti all’altro perché l’altro non sappia com’è l’amore, e ciò affinché voi siate come l’Amore che vi chiamò a divenire. VI. Il vostro interno sia anche il vostro esterno, perché non sorga in voi alcun falso impulso e voi non periate. VII. Il vostro esterno sia il fedele riflesso del vostro specchio interno, nel quale l’Amore della Divinità Si contempla; altrimenti lo specchio interno verrà spezzato e il vostro aspetto diventerà orribile. 26
  • 27. 13. Allora la Divinità tuonò negli infiniti spazi un terribile giudizio di puni- zione per i trasgressori, e così nel sommo timore fu comandata l’adorazione della Divinità, e fu loro comandato di amare l’Amore. Ed essi furono posti fuori nella massima libertà e potevano fare ciò che volevano, e nulla doveva e deve ostacolarli nella loro libertà e fino al tempo in cui si saranno riconosciuti nella loro libertà e nella loro umiltà, affinché la Legge diventi la loro propria legge, ed essi allora diventino perfettamente liberi. 14. Sennonché giunse il tempo in cui essi si riconobbero nella loro grande potenza e nella gloria e maestà che irradiavano su tutto, e il più alto dei tre, simile alla Luce della Divinità, si accese nella sua avidità per impossessarsi completamente della Divinità. Attraverso lui si accese una grande parte degli spiriti che sorsero per suo tramite; e tramite costoro anche la Divinità arse nella sua Collera, così come i due spiriti più bassi fra i tre, e lanciò la cattiva masna- da nel profondo del profondo della propria Ira. 15. E i due e quelli che erano proceduti da loro, e i sette, nel cui numero erano giusti, furono trovati nella fedeltà della loro umiltà e furono accolti nelle sfere della Potenza di Dio; e l’Amore vide che essi erano stati trovati puri, e si rallegrò della loro completezza. E vedi, la Forza della Divinità nell’Amore si erse e la Divinità Si mosse, e i creati percepirono il movimento della Divinità, e la Divinità Si mosse verso il Proprio Amore, e ai creati furono aperti gli occhi, ed essi videro per la prima volta l’eterno Amore. 16. Allora le schiere degli innumerevoli si stupirono, e sorse un grande giubi- lo e una grande gioia fra loro; poiché essi videro la Potenza di Dio nell’Amore, e videro l’Amore in se stessi, e anche la Forza che li chiamò ad esistere, e si riconobbero, e riconobbero l’Amore e riconobbero Dio. 17. Ora Si mosse la Divinità, e i creati ebbero timore della Divinità, e l’Amo- re vide il loro timore e vide che il loro timore era giusto, e il timore divenne per loro ubbidienza, e l’ubbidienza era l’umiltà, e l’umiltà era il loro amore, e l’a- more divenne la loro legge, e la legge la loro eterna libertà, e la libertà divenne la loro vita, e la vita la loro beatitudine in eterno. 18. Ora vedi, l’eterno Amore li interpellò, ed essi compresero la Parola! Allo- ra le loro lingue si sciolsero, e la prima parola che sfuggì dalle loro labbra fu "amore". E alla Divinità piacque il suono del loro linguaggio, e la Divinità fu mossa dall’Amore, e il movimento prese forma nei creati, e la forma divenne suono, e il suono fu la seconda parola e fu "Dio". 19. Ed ora soltanto i creati erano completi. E l’Amore disse ai creati: “Il primo fra voi andò perduto; perciò assumo Io il suo posto e sarò fra voi eternamente!”. 20. Allora le loro lingue si sciolsero di nuovo, e le loro ginocchia si piegaro- no, ed essi adorarono l’Amore. 27
  • 28. 21. Adesso, guarda ancora tutto quello che fece l’Amore, e Dio nell’Amore, e l’Amore in Dio! Vedi, l’Amore si dolse per i perduti; ma la Divinità fremette nella Sua Ira, e in tutti gli spazi dell’infinità di Dio fu udito un grande tuono. E il tuono penetrò fin nell’intimo dell’eterno Amore, e l’Amore soltanto compre- se il tuono della Divinità, e il tuono in Lui divenne Parola, e così disse: “Ogni potenza Ti sia soggetta; fa’ come Ti piace e dì ‘Sia!’, e così sarà fatto!”. 22. E vedi, l’Amore fu commosso fin nell’intimo, e la prima lacrima fluì dal- l’occhio dell’eterno Amore, e questa lacrima fluì dal Cuore della Divinità e si chiamava e si chiama e si chiamerà eternamente la "Misericordia". 23. Questa lacrima divenne una grande massa d’acqua, e l’acqua si riversò in tutti gli spazi dell’infinità e si riversò nel profondo delle profondità dell’Ira della Divinità, e mitigò il fuoco della Collera di Dio. 24. E vedi, lo Spirito di Dio nella Sua Forza soffiò dolcemente sulle acque della Misericordia, e le acque si divisero. E Dio parlò dal Suo Amore, e il Suo Amore era la Parola, e la Parola scese nel profondo delle profondità e aleggia- va sulle acque, e le acque furono separate come gocce di rugiada, e furono divise in grandi e piccole secondo il numero dei perduti, il quale non ha fine, in tutti gli spazi dell’infinità. 25. E vedi, l’ultima goccia che rimase era la più interna delle acque, ed era la più interna della Misericordia; e quella non fu divisa, ma rimase dov’era rima- sta, e fu destinata come punto centrale e come teatro della più grande delle azioni dell’eterno Amore. 26. E ora vedi: “Quest’ultima goccia fu creata come Terra, che tu e i tuoi fra- telli abitate!”. E le altre gocce furono create come soli, terre e lune di ogni genere, il cui numero non ha fine; e vedi, così sorsero il cielo visibile con le sue stelle, con il sole, la luna, e la Terra visibile con i mari e con la terraferma! 27. Ed ora vedi e alza gli occhi in alto, e comprenderai le meraviglie dell’eter- no Amore! Tu vedi sempre lo splendore del sole, la luce della luna e il brillio e scintillio delle stelle nelle loro svariatissime posizioni, che voi chiamate costel- lazioni; tu vedi anche le più disparate formazioni in tutti e tre i regni della Terra naturale; sennonché fino ad ora nessuno ha mai conosciuto a fondo e corretta- mente compreso che cos’è e da dove viene lo splendore del sole, e come esso gli fu conferito, e così la lucentezza della luna, e il brillio delle stelle e il loro scin- tillio, e le loro svariatissime posizioni, e tutte le formazioni della Terra. 28. Poiché vedi, i Miei figli devono essere iniziati in tutte le cose belle che il loro santo e amorevolissimo Padre ha da donare a loro, e precisamente a quei figli che Lo riconoscono e che amano sopra ogni cosa Lui esclusivamente, e che si amano l’un l’altro per amore del loro Padre. 29. Ora vedi: “Quando i soli con le loro terre sorsero per la Potenza dell’A- more misericordioso dell’eterno e infinito Dio, essi non avevano ancora splen- 28
  • 29. dore, né lucentezza, né brillio, né scintillio, poiché vi era ancora una grande notte su tali soli e terre e lune. Ma nel centro dei soli l’eterno Amore fece scen- dere una piccola scintilla della Sua Grazia, e questa scintilla, con rapidità mag- giore di quella di un grande lampo, compenetrò di splendore le masse oscure, e vedi, esse illuminarono le terre, e con grande splendore, come tuttora illumina- no e illumineranno fino a quando la scintilla di Grazia non sarà loro tolta. 30. E vedi, allora anche le terre e le lune risplendettero, e furono distribuite ai soli in giusto numero, e l’Amore alitò su di essi con la Forza e la Potenza della Divinità, e vedi, la luce tremolò sui soli, i mari delle terre ondeggiarono e si agitarono vorticosamente nei loro flutti, e le arie e i venti fluirono e spirarono sopra le terre, simili allo Spirito di Dio sopra le acque della Misericordia! E le lune si alzarono poderosamente al di sopra delle loro terre, a cui furono date come un frutto all’albero, e incominciarono a girare intorno ad esse in vaste orbite, come perenni accompagnatrici delle loro origini; e dove ce n’erano molte, esse furono unite in orbite fisse; ciò in segno dell’amore dei figli che devono guardare costantemente il Volto del loro Padre, come le lune le loro terre, perché esse non vengano, a motivo della loro soffice costituzione, strap- pate dalle loro orbite e distrutte. 31. Poiché, vedi, le lune non sono compatte, ma molto soffici, e sono simili alla schiuma del mare quando diventa più compatta e più solida, e sono nude e senz’acqua; e l’aria della Terra è come l’acqua delle terre (lune), e l’aria è simi- le all’etere tra soli e terre. Ed esse (le lune) sono destinate ad accogliere coloro che sono fanatici del mondo, e a racchiudere gli spiriti della materia, e a prova- re la loro costanza, e a renderli maturi per ricevere la Grazia. 32. E i continenti delle terre sono la parte dell’Ira della Divinità addolcita dalla Misericordia, e rinchiudono, in solidi legami, gli spiriti degli smarriti fino al tempo stabilito del loro inconsapevole scioglimento, quando essi poi vengo- no messi in una materia più tenera, e tuttavia però sempre per loro abbastanza solida, e cioè legati singolarmente; da questa materia poi possono uscire sola- mente quando vengono di nuovo risvegliati dall’eterno Amore; e i mari e le acque ne sono pieni, affinché essi vengano posti in umiltà, e l’aria ne è piena, affinché vengano purificati. E l’eterno Amore è la forma in tutto; però l’Ira della Divinità sulla Terra è solo attenuata, ma non per questo abolita. 33. Questo però tieni a mente in modo del tutto speciale: “Nel centro del Sole giace la scintilla di Grazia, ed essa, mediante il fuoco dell’Ira della Divinità, dà luce al mondo. Nel centro della Terra però si trova una scintilla d’Ira della Col- lera di Dio, simile a un drago di fuoco, e tiene le cattive masnade fissate come pietre, le quali solo mediante l’acqua della Misericordia devono essere ammor- bidite, qualora uno debba essere di nuovo sciolto per una seconda prova, per la libertà e l’eterna vita. Ed ora comprendi il mistero del tuo essere, e stupisci per il grande Amore dell’eterna Potenza: quante volte Esso ti ha già fatto nascere 29
  • 30. da capo, per riguadagnare te, che eri perduto, all’eterna vita, alla libertà, alla legge, all’amore e alla luce, e alla contemplazione del Suo Volto; e vedi, tutto questo Io voglio farlo sapere e riconoscere a te, e con ciò anche a molti altri, affinché stavolta possiate finalmente scorgere quanto estremamente buono dev’essere l’eterno Amore, poiché esso, instancabilmente, fa e tollera per voi disubbidienti così tante e grandi cose! 34. Vedi, così è stato dato il movimento alle terre attorno ai loro soli e attorno al loro centro con l’alito della Misericordia dell’Amore, come segno che i figli devono regolare tutto il loro agire secondo il movimento delle terre attorno ai soli e delle lune attorno alle terre, e i deboli devono essere come le lune, e i forti devono essere come le terre, e i rinati devono essere come il sole. E i deboli devono guardare il Vigore dell’Amore che non li lascia mai cadere se essi, come le lune, si volgono costantemente al Volto dell’Amore e se Gli gira- no attorno da tutte le parti in orbite più piccole, e tuttavia per la Sua Forza ven- gono ugualmente attirate nell’orbita grande. E i forti devono essere simili alla Terra, con rotazione spontanea, per tenersi costantemente pronti a ricevere la luce e il calore dalla Grazia dell’Amore, il quale illumina e riscaldando vivifica mediante la Forza che è in Esso, affinché i forti possano portare frutti di ogni genere dalle opere dell’amore, delle quali i deboli possano saziarsi, ed essi pos- sano ristorare gli incarnati e possano deliziare i rinati. E i rinati dalle acque del- l’Amore misericordioso, nei quali la Grazia è perfetta, devono essere come il Sole, e la loro luce deve brillare in tutti i luoghi, e il loro calore deve animare i deboli e deve far fruttificare i forti per il nutrimento dei deboli, perché ci sia una comunità tra i figli di un unico e stesso Padre. 35. E vedi, tu devi guardare ancora più profondamente il come e il perché Io ho preparato tutto così! Vedi, la luna ha macchie e molti punti scuri, e la Terra ha poli freddi ma stabili, e ha montagne alte, e ha basse valli, e ha sorgenti, ruscelli, torrenti, fiumi, laghi e grandi e piccoli mari; e il sole ha macchie, gran- di e piccole. Ora vedi, tutto questo è l’effetto dell’Amore e della Grazia, ovvero del corrispondente calore e della luce, e tutto ciò è l’eterno Amore e la Potenza della Divinità attraverso l’Amore. Perciò guarda i deboli e la luna come si assomigliano, e ti sarà dischiuso il suo essere; osserva i forti secondo tutto il loro agire, e davanti ai tuoi occhi giacerà svelata la Terra; e da un polo all’altro deve esserci la rigida quiete dello spirito nell’amore per l’Amore, affinché tutto ciò che circonda lo spirito si muova in un perenne ordine e possa essere così operante per lo scopo comune dell’eterna conservazione. Poiché vedi, dalla quiete dipende tutto; senza questa non si può raggiungere nulla, e chi non è come i poli della Terra, quegli non penetra nel proprio intimo come la linea congiungente i due poli penetra nel centro della Terra. E il vostro amore deve essere freddo come il ghiaccio dei poli, perché voi siate atti a ricevere tutto il calore del divino Amore. Poiché vedi, ciò che è caldo, non è adatto a ricevere il 30
  • 31. calore; ma ciò che è freddo nella sua quiete, questo è atto a ricevere l’Amore in pienezza e a lasciarlo affluire in tutte le parti della vita. Poiché vedi, chi riceve il calore, il quale è l’Amore di Dio, lo trattiene saldamente in sé e non lo lascia ulteriormente affluire, quegli è un avaro, e sarà dissolto in sé, e si distruggerà come il ghiaccio al fuoco; ma chi riceve il calore come i poli, e immediatamen- te lo dà di nuovo a tutti quelli che sono attorno a lui, vicini e lontani, da lui il divino Amore è al posto giusto e corrisponde interamente alla Volontà del gran- de e santo Donatore. 36. Questo amore porterà molti frutti e diventerà luce di Grazia, e contem- plerà con sguardo costante le incommensurabili profondità della Divinità, simi- le ai poli, i quali gettano lo sguardo sugli infiniti spazi delle creazioni dell’Amore di Dio, e ad occhi spalancati assorbono in sé i dolci raggi dall’im- mensità di tutti gli infiniti spazi, nei quali circolano innumerevoli gli esseri della Misericordia, ciascuno secondo la propria specie, e così si accendono di estasi e diletto nel loro amore all’Amore e per l’Amore, e simili a un sole divengono essi stessi luminosi, simili alla luce dei poli della Terra. 37. Perciò chi rimane costantemente nel centro dell’amore della conoscenza, la qual cosa è la Grazia, i suoi lombi diverranno incandescenti per l’amore da Dio, come la cintura della Terra, e i suoi occhi brilleranno per la conoscenza come i poli, e le sue braccia si muoveranno come i torrenti, i ruscelli e le sor- genti, e le azioni affluiranno ai mari delle divine misericordie, che sono salati con la Grazia e con le conoscenze dell’eterno Amore e dell’eterna Vita. 38. Ora, qua avete la chiave per aprire e per penetrare con lo sguardo la Terra che vi porta». 6. Capitolo La corrispondenza degli astri 1. Ora però alza il tuo sguardo dalla Terra al sole, il quale è una fedele imma- gine dei rinati! Guarda bene, e ti accorgerai presto che talvolta si trovano delle macchie sulla sua cintura. Vedi, in natura, come voi dite, queste sono eruzioni dall’interno all’esterno, simili ai vulcani della Terra, e sono corrispondenti eru- zioni della Collera della Divinità e piccole tracce della Sua Potenza onnidistrut- tiva. Tale Potenza, secondo la natura del mondo, si fa sempre parzialmente riconoscere sulle terre con grandi o piccole tempeste, a seconda della grandez- za delle macchie; tuttavia in tali manifestazioni l’Amore diventa sempre tanto più attivo e attenua di nuovo tutto con l’acqua della Misericordia, e sul sole attenua di nuovo tutto con grandi flutti torrenziali dal mare senza sponde della 31
  • 32. Sua Grazia misericordiosa. E vedi, così tutto viene riportato nel massimo Ordi- ne, e al di fuori di questo Ordine, in cui Io sono l’eterno Amore Stesso fin dal- l’eternità delle eternità e dal quale e nel quale fu fatto tutto ciò che esiste, nulla può sussistere né sorgere; e chi in base alla propria libertà esce da quest’Ordine, quegli agisce contro l’Amore e contro la Vita, e andrà eternamente in rovina. 2. Ora hai visto il sole e l’hai compreso secondo la sua natura, che è e deve essere semplice, affinché possa sussistere per lo scopo per il quale esiste e deve esistere dall’Ordine dell’Amore. 3. Poi volgi invece i tuoi occhi alla rinascita dello spirito, e al popolo di Dio, e alla legge dell’Amore, e alla vita della libertà nella luce della Grazia dalle acque della Misericordia, e il sole starà svelato davanti ai tuoi occhi, e nessuna piega in esso dovrà restarti nascosta! 4. Ma vedi, anche il sole ha ugualmente i suoi poli, dai quali tutta la loro luce e tutto il loro calore dal centro della quiete della Grazia si riversano sull’intera sua circonferenza; e se il sole non avesse la quiete dei poli, non avrebbe nean- che luce. Poiché vedi, la quiete è assolutamente necessaria per ricevere la luce e il calore, e deve essere simile alla quiete dell’Amore in Dio; solo dalla quiete viene la ricettività per la vita e per la luce. 5. E vedi, quando l’aria è quieta, è anche nitido e sereno sulla Terra; ma se venti impetuosi soffiano in diverse direzioni, presto arrivano delle nuvole nere e oscurano la luce. 6. Le vostre brame sono simili ai venti; a causa di esse voi venite circondati da preoccupazioni di ogni genere, che impediscono il fluire in voi della luce di Grazia, come le nuvole che, sospinte dai venti, impediscono ai raggi del sole di cadere sulla Terra. 7. Perciò voi non dovete affatto preoccuparvi, bensì tutte le vostre brame e le conseguenti preoccupazioni dovete indirizzarle a Me e affidarle a Me, affinché abbiate quiete e Io possa costantemente fluire in voi. 8. E vedi, come la Terra ruota regolarmente attorno alla sua quiete polare nel Mio Ordine, che è prodotto dalla Potenza del Mio Amore, affinché nessuna parte resti senza illuminazione, così anche tutte le vostre azioni devono scaturi- re originariamente dal Mio Amore che è in voi, e successivamente secondo la vostra capacità attraverso la Parola dell’eterno Amore, data nella Legge della Grazia e della Misericordia. E come la notte ristora la Terra, così voi sarete ristorati dall’Amore, e come il giorno della Terra sarete illuminati mediante la luce dal sole di Grazia. 9. Voi dovete essere simili all’inverno, che è freddo nella sua quiete, ma pro- prio per questo tanto più atto a ricevere il calore fin nelle più profonde profon- dità della Terra. E da chi è arrivato l’inverno, da lui arriverà anche la 32
  • 33. primavera, la quale è simile alla prima vita dell’Amore in voi; e arriverà l’esta- te in pienissima energia dalla vita dell’Amore, che in voi è diventato forte mediante la Grazia; e arriverà il quieto autunno con i frutti delle opere dell’A- more e della Grazia, nel quale voi allora, totalmente rinati, entrerete nella vita del sole a contemplare il Volto del vostro Padre santo e a brillare come il sole a tutto il mondo, mediante la forza grande della Grazia, dell’Amore e della Mise- ricordia del vostro santo e ottimo Padre. 10. Chi però non è simile alla luna, e non diventa simile alla Terra, non può neanche diventare simile al sole, bensì è simile ad una cometa, che non ha sta- bilità neanche minimamente, e tutto il suo essere è rubato agli efflussi di Grazia dei soli, e la sua traiettoria è disordinata come le vie dei ladri e dei briganti, ed essa viene spinta dal timore della luce da una profondità all’altra dei mondi, e non troverà mai più una quiete per l’eternità; e la luce la perseguiterà in tutte le sue vie e illuminerà la sua nullità. 11. E ancora le succederà alla fine come alle stelle cadenti, che vengono get- tate fuori dalla Grazia e cacciate a causa della loro nudità, e vengono consuma- te per il furto della Grazia; infatti la luce rubata le annienterà eternamente, e in seguito esse non saranno più, come quei frutti degli alberi che spuntano alla luce troppo presto prima ancora che l’amore li abbia resi saldi; e poiché essi non hanno saldezza, avendo troppo poco legame d’amore, così diventano sem- pre più deboli, cadono poi dall’albero e vengono calpestati e distrutti. 12. Ora vedi, qui hai svelati davanti a te i soli, le terre, le lune, le comete e le stelle cadenti, secondo tutta la loro essenza e secondo tutto il loro significato, e così anche ogni e ciascuna singola parte, dalla più grande alla più piccola! 13. Lo Spirito dell’Amore e della Grazia è in voi e lo è in ogni Sapienza. Chi lo ode, quegli scruterà tutto nella profondità delle profondità; ed egli interro- gherà i morti, ed essi gli risponderanno, ed egli penetrerà con lo sguardo i viventi, e il loro amore lo ristorerà e la loro luce lo estasierà; ed egli porrà il suo orecchio alla Terra, e l’erba gli racconterà i misteri dell’Amore, e il suolo gli svelerà le sue profondità, e le montagne ubbidiranno alla sua voce, e il suono delle sue parole penetrerà il midollo della Terra. E se egli guarderà il mare, i raggi dei suoi occhi illumineranno tutte le sue gocce e attraverseranno ogni granello di sabbia; e gli spiriti, se dentro ad essi ancora attendono nel giu- dizio, accorreranno alla luce dei suoi occhi nello stesso modo in cui di notte i pesci e i vermi del mare e delle acque accorrono a una fiaccola tenuta in super- ficie, ed essi si lasceranno prendere per essere liberati dalle carceri dell’eterna notte, e riconosceranno l’Amore, e calmeranno la loro sete alle acque della Misericordia, e cresceranno, dapprima debolmente, con il vigore e la forza pro- venienti dall’Amore del Padre e della Parola, la quale è l’Amore nel Padre, e dello Spirito, il quale è la Forza in Entrambi. 33
  • 34. 14. E vedi, tutto questo e molto di più ancora vi insegnerà il Mio Spirito, se udrete la Sua Voce! Però la Sua Voce non è rumorosa, bensì molto silenziosa, ma proprio per questo compenetra tutto, come il calore dell’Amore, e come la luce della Grazia, e come la Forza dell’Amore misericordioso del vostro Padre santo. 7. Capitolo I primordi della Terra e della luna. La creazione di Adamo ed Eva. 1. Ora vedi, Io voglio mostrarvi la Creazione degli organismi, dal primo fino all’ultimo e dal più piccolo fino al più grande, come Io li ho fatti dal Mio Amore e dalla Mia Sapienza, e dall’eterno Ordine che deriva da entrambi, il quale è la Parola dell’eterna Potenza e Forza nella profondità della Divinità. E vedi, non vi è nulla in tutti gli spazi dell’infinità, né di grande né di piccolo, che non sia stato fatto attraverso questa Parola! 2. E vedi, e ascolta: «Così ora c’era la Terra, e c’era la luna, e c’era il sole, e c’erano le stelle; ma la Terra era ancora nuda, e la sua superficie era ancora simile alla superficie del mare. E sopra le acque giacevano dense nuvole che si addentravano profondamente nei morti spazi dei mondi, e la luce del sole non poteva illuminare la Goccia della Misericordia. E la luna era coperta dai vapori della Goccia, e soltanto in questi vapori fu completamente partorita la Terra e fu nutrita la luna. E il sole stava sopra ad entrambe con i raggi della sua luce dal calore dell’Amore in Dio, come una chioccia sopra i suoi pulcini, e rendeva matura la Terra, e separò la luna dal petto di sua madre. 3. Allora il grande cumulo di nubi si separò e si depositò verso la quiete dei poli, e la cintura della Terra divenne libera, e il sole si riflesse nelle acque, e la Terra a sua volta irradiò grata la luce ricevuta verso il vasto grembo del sole, e ad occhi spalancati vide la luna bagnarsi negli effluvi radiosi della Grazia del- l’eterno Amore dal sole» 4. E vedi ed odi ancora: «La Terra si sentiva bene, poiché essa era colma del- l’Amore della Misericordia e vedeva il suo tesorino, la luna, girare vispo attor- no a lei. E l’Amore gonfiò il vasto petto della Terra col fiato della Misericordia, come se questa volesse porgere ancora una volta al bambino il suo petto colmo del latte della Grazia; ma vedi, il latte si coagulò per il calore dell’Amore mise- ricordioso e divenne terraferma, ed emerse dai mari. E i mari retrocessero nelle profondità e furono simili all’acqua che si separa nella coagulazione del latte, per attenuare l’insita Ira mediante il sale della Grazia e mediante la Misericor- dia dell’Amore da Dio in ogni Forza e Potenza. 34
  • 35. 5. E vedi, allora fu quiete sulla Terra e in tutti gli spazi dell’infinità di Dio, e l’eterno Amore discese per la prima volta interamente sulla Terra, e nella Sua Onnipotenza e Forza alitò sulla superficie della Terra, e l’alito fu una innume- revole pienezza dei pensieri in forme viventi di ogni specie, per la futura libe- razione dei perduti. 6. E vedi, allora dalla parte emersa della Terra germogliarono erbe, piante, arbusti ed alberi di ogni specie, e i mari, laghi, fiumi, torrenti, ruscelli e sorgen- ti brulicarono di vermi, pesci e animali di ogni specie; e l’aria fu animata dagli uccelli di ogni specie. E il numero di ogni specie, sia nelle acque, sia sulle terre emerse e nelle arie, era pari al numero dell’uomo, che fu fatto da questo nume- ro, ed era pari al numero della Grazia dell’Amore, ed era pari al numero della futura Redenzione e della rinascita che da questa proviene e scaturisce» 7. Ed ora vedi e comprendi quello che fino ad ora non fu mai visto e compre- so da nessuno: «L’eterno Amore prese il numero da Se Stesso, e il numero era l’Ordine e l’eterna Legge in Lui, di cui e in cui Lui Stesso eternamente consi- steva, consiste e consisterà in ogni Potenza e Forza della Santità di Dio. E l’A- more prese dunque dell’argilla, simile alla panna del latte coagulato, e formò con la mano della Sua Potenza e con la mano della Sua Forza, secondo il numero del Suo Ordine, il primo uomo, e gli soffiò attraverso le nari il fiato vivente. E il fiato divenne in lui anima vivente, e l’anima riempì tutto l’uomo, che venne ora fatto secondo il numero dell’Ordine, dal quale erano fatti gli spi- riti e vennero fatti i mondi negli spazi, e la Terra, e tutto ciò che è su di essa, e la luna e il sole. 8. E ora vedi, a questo primo uomo sulla Terra, che uscì dalle mani della Potenza e della Forza dell’eterno Amore, fu dato dalla bocca della Grazia mise- ricordiosa il nome "Adamo" ovvero "Figlio della Misericordia e della Grazia"» 9. Ed ora nota bene: «Questo Adamo era al posto del primo degli spiriti cadu- ti; non gli fu dato di riconoscere chi egli era, e vedi, egli si annoiava poiché non si riconosceva e neanche riusciva a trovare qualcosa che gli fosse somigliante. 10. E vedi, allora l’eterno Amore soffiò su di lui, invisibilmente agli occhi ancora ciechi della sua anima, ed egli si addormentò per la prima volta nella Soavità dell’Amore misericordioso. E la Soavità dell’Amore misericordioso formò nel cuore di Adamo, quasi come fosse in un dolce sogno, una figura a lui simile, di grande soavità e di altrettanto grande bellezza. 11. E l’eterno Amore vide che Adamo trovava grande gioia in sé per la visio- ne interiore del suo secondo io. Allora l’Amore misericordioso lo toccò al fian- co, dove gli era stato dato un cuore simile al cuore della Divinità per accogliere l’Amore e la Vita dall’Amore in Dio, e con ciò gli tolse l’amore di se stesso per preparare una dimora a Se Stesso attraverso la futura legge della Grazia miseri- cordiosa, e pose l’amore di se stesso, nel quale Adamo trovava in sé grande 35
  • 36. compiacimento, fuori dal suo corpo, fisicamente, e lo chiamò "Caiva", ovvero, come già siete soliti dire, "Eva", che è come dire "la liberazione prefigurata dall’egoismo e la conseguente rinascita". 12. E vedi, allora l’Amore misericordioso lo toccò e lo svegliò perché guar- dasse il suo amore di se stesso fuori di lui, e vide che egli aveva grande com- piacenza nel guardare il suo amore fuori di lui, ed era lieto oltre misura. E l’amore fuori di lui, che ora si chiamava Eva, provò grande piacere per l’uomo Adamo e si volse a lui e seguì ogni suo movimento» 13. E vedi, allora l’eterno Amore interpellò per la prima volta Adamo: «Adamo!». Ed egli disse per la prima volta: «Sono qui, Signore della Gloria, della Potenza e della Forza!» 14. E l’eterno Amore disse nuovamente: «Vedi la tua aiutante!». Ed Eva rispose: «Vedi, Signore, l’ancella giace ubbidiente ai piedi del Tuo figlio e aspetta i suoi ordini!» 15. E vedi, l’Amore misericordioso trovò grande compiacimento per le opere della Sua Potenza e Forza attraverso la Grazia della Sua Misericordia, e parlò ulteriormente, e li istruì in tutto, e insegnò loro a conoscere, denominare e usare tutte le cose. E quando essi compresero, conobbero e seppero usare tutto, l’Amore misericordioso parlò di nuovo a loro: «Vedete dunque, ora voi appren- dete tutto, ora conoscete tutto e potete far uso di tutto eccetto di una cosa, e quest’ultima cosa voglio insegnarvela ora, e porre in voi la forza di generare e procreare vostri simili; però potete farne uso solamente quando Io ritornerò, e vi troverò vestiti con l’abito dell’ubbidienza, dell’umiltà, della fedeltà e della giusta innocenza. Guai a voi, però, se vi trovo nudi; Io vi scaccerò, e la conse- guenza sarà la morte!». 8. Capitolo La caduta nel peccato (originale) 1. E vedi, allora l’eterno Amore Si coprì il volto e Si allontanò secondo il numero dell’Ordine per un determinato tempo, e fu cieco dalla Profondità della Sua Misericordia, e non voleva e non poteva sapere ciò che i neocreati avreb- bero fatto nel Giudizio della Divinità, per la prova della loro libertà, nel tempo del breve periodo sulla Terra grazie all’Amore della Misericordia. E il luogo che fu dato loro per abitare sulla terraferma era una valle, ed era un giardino, ed era chiamato il Paradiso; e questa era la terra che più tardi sarebbe trabocca- ta di latte e miele, ed era il posto che nel grande Tempo dei tempi della più grande delle azioni dell’eterno Amore si chiamò "Bethlehem" (Betlemme), e 36
  • 37. così si chiamerà in avvenire eternamente, ed era il punto dove l’eterna Parola, da un corpo di carne, vide per la prima volta la Luce della Sua Grazia brillare alla Goccia della Misericordia dal lontano sole, dalla luna e da tutte le stelle. 2. E vedi, la loro brama crebbe nel Giudizio della Divinità tentatrice nella Sua Ira. E c’era un albero nel giardino, e quest’albero portava mele della più bella specie, ed Eva ne ebbe voglia, e disse ad Adamo: «Vedi, Adamo, ho molta voglia di questo frutto! Se tu vuoi, voglio coglierne uno e assaggiarlo e poi por- gerlo a te come primo dono dalla mia mano!» 3. E vedi, Adamo tacque, riflettendo alle parole di Eva. E una Voce interiore, che era santa, poiché proveniva dalla Divinità in lui, gli disse: «Se voi mange- rete del frutto di quest’albero, morirete!». E Adamo se ne spaventò molto, così che non poté dare alcuna risposta all’amata Eva. 4. E la brama si accrebbe in Eva, e l’attrasse sotto l’albero e le disse di cogliere una mela da esso. E Adamo si accorse che Eva era diventata infedele al suo cuore, e divenne triste e disse: 5. «Eva, Eva, che fai? Vedi, non siamo ancora benedetti dal Signore della Potenza e della Forza e della Vita! Vedi, tu tieni in mano il frutto della morte; gettalo via da te, affinché noi non moriamo nella nudità davanti al Signore della Giustizia!» 6. E vedi, allora Eva si spaventò nella sua brama davanti alla serietà di Adamo, e lasciò cadere a terra il frutto della morte. E la sua brama l’abban- donò, ed ella divenne libera dalla sua brama, e Adamo trovò grande compiaci- mento per la liberazione dai lacci della mortifera brama di Eva. 7. Ma vedi, la brama bandita da Eva, dal suo cuore, giaceva ora sulla terra, e per la Potenza della Collera giudicatrice della Divinità si plasmò in figura di un grosso serpente, prese il frutto della morte nelle sue fauci, strisciò sull’al- bero e lo avvolse nelle sue spire in tutti i rami grandi e piccoli, dalla radice fino alla cima, e rivolse sguardi fissi ad Eva. Ed Eva se ne accorse e guardò il serpente, e Adamo se ne accorse pure attraverso Eva; ma egli non vedeva ancora il serpente. 8. E vedi, Eva si avvicinò al serpente e osservò con grande piacere le sue seducenti spire attorno all’albero e i colori cangianti della sua fredda corazza di squame. 9. Ma il serpente si mosse e mise la mela nel grembo di Eva che ora stava seduta, poi rialzò la sua testa e rivolse ad Eva le seguenti parole: 10. «Eva, vedi tuo figlio, scacciato da te, avvolgere l’albero del tuo piacere! Non disdegnare il piccolo dono che io ti misi nel grembo, ma godi tranquillamen- te il frutto del tuo amore; tu non solo non morrai, ma ti sazierai per la conoscenza di ogni vita sopra a Dio, che tu temi, quando invece Egli è più debole di te!». 37