3° blocco di slides
LIS (LINGUA DEI SEGNI ITALIANA): UN PERCORSO DI INCLUSIONE SOCIALE
Il laboratorio mira a sensibilizzare la collettività ad una realtà ancora poco conosciuta: la cultura della comunità sorda o non udente ed acquisire le competenze tecniche e strutturali di primo livello, della comunicazione visivo - gestuale attraverso un'adeguata formazione. Esso basandosi su una learning organization mira al cambiamento, allo sviluppo ed alla realizzazione di una Knowledge society (società della conoscenza). Il laboratorio prevede una prima parte Teorica, che fornirà le nozioni essenziali, fisiologiche e neurologiche sulla sordità e di conseguenza le malattie correlate, le cause e la psicologia del non udente. Necessario è un accenno alla storia che ha comportato la “nascita” della Lingua dei Segni Italiana/LIS e della cultura sorda. Si proseguirà con un percorso prevalentemente Pratico, ricco di esercitazioni in cooperative learning, dialoghi assistiti, comprensione e riproduzione. La ricca praticità di cui sono caratterizzate le attività è al fine di consentire un reale e facile apprendimento della Lingua di Segni Italiana/LIS.
2. OGGETTO: Studio e organizzazione dei processi di
insegnamento /apprendimento e, più in generale, dei
processi formativi nei confronti dei soggetti con deficit
e che vivono condizioni di handicap. Studio dei metodi
e delle tecniche, degli strumenti e dei processi di
integrazione delle persone diversamente abili nei
contesti scolastici e socio-educativi.
OBIETTIVO: Conquista delle autonomie, riduzione
dell’handicap, sviluppo della capacità di servirsi degli
aiuti nei diversi contesti.
3. Inserimento: diritto di poter essere iscritti e frequentare le scuole
comuni di ogni ordine e grado anche essendo in situazione di
handicap e di poter usufruire delle forme di sostegno previste.
Socializzazione: possibilità di far parte di un gruppo di pari e di
adulti con i quali stabilire relazioni e attivare scambi comunicativi.
Integrazione: possibilità di condividere un percorso educativo e
didattico, partecipando alle attività del gruppo secondo le proprie
possibilità ed attraverso l'aggiustamento di programmi, obiettivi,
contenuti e strumenti.
NO assistenza, Sì autonomia
Partecipazione di tutti gli “attori sociali”
4. Alla luce di quanto detto, QUINDI
La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di
una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo
e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le
circostanze in cui vive l’individuo.
NON PIU’ APPROCCIO “SANITARIO” MA “GLOBALE”
Accogliere il deficit e
ridurre l’handicap
5. Dall’Osservazione al PEI
PEI vengono descritti gli Equipe multidisciplinare+
interventi integrati docenti + famiglia
PROGETTO DI VITA: dimensione identitaria
obiettivi orientati alla vita adulta
analisi degli ecosistemi
valutazione della qualità della vita
Bisogni Educativi Speciali
“far parti uguali tra disuguali”????
6. Metodologie d’insegnamento
Lezione frontale
Nuova didattica: - metodo operativo
- metodo investigativo
- metodo euristico-partecipativo
- metodi individualizzati
-sviluppare processi di apprendimento diversi e più autonomi
-garantire un’offerta formativa personalizzabile
-promuovere e/o consolidare l’interesse e la motivazione degli studenti
7. METODO OPERATIVO
Laboratorio Problem solving
Ricercare risposte e
soluzioni originali
Spazio fisico, operativo e concettuale
Caratteristiche: manipolazione concreta
operazioni cruciali
no una soluzione
“spiazzamento” cognitivo
giusta distanza dal noto
vari livelli di interpretazione
livelli metaforici
sapere è conoscenza in azione
Docente: regista, conoscitore che collabora
8. METODO INVESTIGATIVO
Ricerca sperimentale
1- individuazione e definizione del problema
2- analisi e selezione delle ipotesi
3- delimitazione del campo della ricerca
4- campionatura
5- selezione delle fonti
6- registrazione ed elaborazione dei dati raccolti
7- confronto e verifica delle ipotesi
8- definizione del principio generale
9. METODO EURISTICO-PARTECIPATIVO
Ricerca-azione
1-identificazione del problema , delle cause, del contesto e dell’ambiente in
cui il problema si colloca, delle risorse a disposizione e dei vincoli
2-formulazione delle ipotesi di cambiamento
3-applicazione delle ipotesi nei contesti-obiettivo (inizia la fase di azione)
4-valutazione del cambiamento e revisione del progetto
5-approfondimento e diffusione delle applicazioni
Conoscenza contestualizzata e migliorativa
10. METODO INDIVIDUALIZZATO
Diversi ritmi e tempi di apprendimento
MASTERY LEARNING
FRAMES
Sequenza lineare
Sequenza ramificata
Abilità, Padronanza, più qualità meno quantità
11. Tecniche attive d’insegnamento
Tecniche simulative: il soggetto impara immerso nelle situazioni.
Tra esse il role playing, l’in basket, e l’action maze.
Tecniche di analisi della situazione: il soggetto impara dalle
situazioni, leggendole. Tra esse lo studio di caso e l’incident.
Tecniche di riproduzione operativa: il soggetto impara
operando sulle situazioni come nel caso di dimostrazioni ed
esercitazioni.
Tecniche di produzione cooperativa: il soggetto impara a
modificare le situazioni o a inventarne. Tra esse il brainstorming e
il cooperative learning.
12. Role playing
-Simulazione di atteggiamenti e comportamenti in situazione
-No copione
-Obiettivo: acquisire la capacità di impersonare un ruolo e di comprendere ciò
che il ruolo richiede
-Grande forza catalizzatrice e coinvolgimento emotivo
In basket
La gestione della comunicazione richiede l’attivazione di processi mentali quali:
-l’ analisi e la comprensione
-la scelta delle priorità
-la presa di decisione sui problemi affrontati.
13. Action maze
-decisioni sulle strade da intraprendere o da scartare in ambienti cognitivi
sconosciuti
-competenze decisionali, orientative e autovalutative
Studio di caso
-individuare e posizionare il problema e le sue componenti
-sviluppo delle capacità analitiche
-processo di analisi non soluzione in sé
-interazione che crea conoscenza e abitua alla discussione
14. Incident
-situazione reale ma di emergenza
-alto grado di autonomia nell’analisi e nelle scelte
-competenze analitiche e abilità decisionali
Dimostrazione
-«guarda come faccio», ossia, si insegna a fare qualcosa
-è importante: individuare una procedura da dimostrare significativa per la
disciplina, analizzare la sua struttura, suddividere la procedura in fasi, individuare
i punti critici, indicare la sequenza delle fasi, predisporre un elenco di possibili
problemi o rischi, assicurarsi che tutti gli allievi vedano e ascoltino tutte le fasi
della dimostrazione
-acquisizione di conoscenze procedurali di tipo operativo
15. Esercitazione
-attività complementare alla dimostrazione
-«prova tu», ossia, eseguire operazioni e procedure uguali a quelle che
incontreranno sul lavoro
-serie di esercizi programmati, di graduale difficoltà, brevi, semplici e chiari
-è importante: individuare esercizi significativi, adeguarli alle caratteristiche
degli allievi, dosarli per difficoltà e complessità crescenti, fissare i criteri di
completezza di ogni esercizio, predisporre una guida per lo studente
Brainstorming
-“tempesta di cervelli”, idee
-tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un
problema
-risultato molto produttivo: può consistere in una completa soluzione del
problema o in una lista di idee per un approccio successivo
16. Cooperative learning
-apprendimento in piccoli gruppi
-cooperazione
-interdipendenza positiva
-responsabilità individuale e di gruppo
-interazione costruttiva
-attuazione di abilità sociali specifiche
-valutazione di gruppo
-vantaggi: migliori risultati, relazioni più positive, maggiore benessere psicologico,
aumento dell’autostima, accettazione delle debolezze proprie e altrui
-docente facilitatore e organizzatore dell’attività
17. La valutazione
La valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Assume
funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di
stimolo oltre che di miglioramento continuo
Indicazioni 2007
La valutazione ha per oggetto:
-il processo di apprendimento
-il comportamento
-il rendimento scolastico.
E’ espressione dell’autonomia propria della funzione docente, nella sua dimensione
sia individuale che collegiale, nonché dell’autonomia didattica delle
istituzioni scolastiche.
Il collegio dei docenti definisce modalità e criteri per assicurare omogeneità,
equità, trasparenza,nel rispetto del principio della libertà
18. VALUTAZIONE E DISABILITA’
Errori da evitare:
di sottostima: rifiuto circa l’impiego di
strumenti e procedure atti a controllare
esiti e processi dell’apprendimento;
di sovrastima: assunzione di un gran
numero di dati con l’impiego di
strumenti e procedure corrette, ma non
pertinenti alla valutazione di un
percorso personalizzato
19. La valutazione degli alunni con disabilità è riferita al comportamento,
alle discipline e alle attività svolte sulla base del PEI ed è espressa con
voto in decimi.
La valutazione in decimi va rapportata al P. E. I., che costituisce il punto
di riferimento per le attività educative a favore dell’ alunno con disabilità.
Si rammenta inoltre che la valutazione dovrà essere riferita ai processi e
non solo alla prestazione.
Linee-guida agosto 2009
Tenendo conto:
-del livello di partenza
-della crescita personale
-dell’interesse
-dell’attenzione
-della partecipazione
-della continuità nell’impegno e nella frequenza
20. I CRITERI DELLA VALUTAZIONE DIDATTICA
CRITERIO ASSOLUTO: si basa sul confronto tra i risultati di
una prova e un modello di riferimento prefissato
CRITERIO RIFERITO AL SE’: si basa sul confronto delle
prestazioni del singolo alunno rispetto alla situazione
iniziale. L’attenzione è posta sul progresso individuale
CRITERIO RIFERITO AL GRUPPO: si basa sul confronto tra
le prestazioni di ciascuno e quelle della classe
21. LA VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI DISABILI
CHE:
Raggiungono gli obiettivi previsti per la classe PROVE UGUALI ALLA CLASSE
PROVE EQUIPOLLENTI SECONDO PEI
Diploma esame di qualifica
Diploma esame di Stato
Non raggiungono gli obiettivi previsti per la classe PROVE DIFFERENZIATE
SECONDO PEI
Attestato del Credito Formativo
Certificato di Credito Formativo
Modelli ai sensi della C.M. 125/2001