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Best practice nellʼutilizzo di strumenti Web 2.0 nelle
                                                           charity USA1
                                                                Paolo Magosso



Riassunto
Nelle pagine seguenti saranno proposte delle best practice per l’utilizzo degli
strumenti Web 2.0 da parte delle organizzazioni non-profit. Gli esempi che
seguiranno intendono mostrare come alcune charity statunitensi utilizzano al meglio
gli strumenti quali social network, blog, micro-blogging, video e photo sharing.
Tramite gli esempi riportati si cercherà di sottolineare il modo migliore di utilizzare
gli strumenti in questione.



Indice

BEST PRACTICE NELL’UTILIZZO DI STRUMENTI WEB 2.0 NELLE
CHARITY USA ............................................................................................... 1
Blog Best Practice.........................................................................................................................................2

Web Feed Best Practice .............................................................................................................................12

Twitter Best Practice .................................................................................................................................19

Facebook Best Practice..............................................................................................................................32

Flickr Best Practice ....................................................................................................................................56

YouTube Best Practice ..............................................................................................................................67




1
   Questo documento è estratto dalla tesi di laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della comunicazione di Paolo
Magosso: "Il Web 2.0 per le organizzazioni non-profit: best practice delle charity statunitensi", Università degli
studi di Milano Bicocca, Relatore: Prof. Roberto Polillo, Contro-relatore: Prof.ssa Alessandra Agostini A.A. 2008
- 2009. Il testo di questo documento è reso disponibile con licenza Creative Commons “attribuzione, non
commerciale, condividi allo stesso modo”: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/legalcode. La
licenza non si estende alle immagini (screen shot dei siti Web citati, e altro), i cui diritti sono in capo ai rispettivi
proprietari.




                                                                            1
Blog Best Practice

Charity: One
Website: www.one.org/us
Mission: ottenere un cambiamento delle condizioni di povertà diffuse nel mondo.
Controllare e ricordare ai leader mondiali gli accordi che hanno stipulato per
combattere l’estrema povertà globale e far si che tali patti vengano rispettati.


Il sito web istituzionale della charity statunitense mette in evidenza il collegamento al
proprio blog sin dalla home page. Infatti è presente un duplice collegamento: uno nel
menu principale di navigazione e l’altro in un box dedicato.




Come si può notare dall’immagine sovrastante, per ogni post sono proposte anche
informazioni circa l’autore del titolo e la data della pubblicazione del contenuto.
Lo spazio in home page dedicato al blog e il numero di informazioni messe a
disposizione per ogni contenuto fa comprendere che la charity ritiene l’utilizzo del
blog estremamente importante.
Ecco come si presenta il blog di One.




                                            2
Il blog è interno al sito web della charity. La frequenza degli aggiornamenti per
questo spazio è quotidiana, gli autori dei post sono diversi e non tutti appartenenti alla
charity, infatti nel blog di One scrivono anche operatori di altre organizzazioni.
Una volta letto il contenuto proposto l’utente può condividerlo tramite i più diffusi
strumenti di social networking come ad esempio Facebook e Twitter. Il blog propone
anche una rassegna mensile di post ordinati in base alla popolarità che hanno riscosso
presso l’utenza.




                                            3
La popolarità dei contenuti è
                                                        misurata attraverso il numero di
                                                        commenti       riguardanti     un
                                                        determinato post.


Per lasciare un commento non è necessaria alcuna registrazione al sito. È sufficiente
compilare un breve form nel quale, oltre al proprio nome, è necessario inserire un
indirizzo e-mail.
Durante la navigazione nel blog il menu principale del sito rimane sempre visibile:
sono presenti utili collegamenti ad alcune sezioni rilevanti del sito, come ad esempio
lo store on-line della charity dove è possibile acquistare prodotti marchiati One a
sostegno delle iniziative promosse.


Charity: Engender Health
Website: www.engenderhealth.org
Mission: garantire condizioni sicure per il parto in modo tale che non comporti rischi
per la vita della partorente e del partorito.


La charity propone il collegamento al proprio blog attraverso l’omonima voce
presente nel menu dell’header del sito istituzionale.




Il blog di Engender Health (engenderhealthblog.blogspot.com) è implementato
attraverso la piattaforma gratuita Blogger di Google. I post sono scritti dalla charity.




                                                4
Le caratteristiche del blog in questione sono quelle implementabili tramite l’utilizzo
di Blogger. Sono presenti label, commenti e categorie dove sono raccolti i post a
seconda della loro etichettatura. Per postare un commento l’utente non necessita di
particolari credenziali poiché Blogger mette a disposizione differenti possibilità per la
firma del proprio commento (incluso l’anonimato). Nella pagina del blog della
charity trovano posto anche i collegamenti ai social site utilizzati dalla charity.
La charity propone in maniera intelligente anche un collegamento alla sezione del sito
dedicata alle donazioni on line. Il link è evidente e quindi facilmente individuabile e
cliccabile.




                                            5
Charity: Oxfam America
Website: www.oxfamamerica.org
Mission: combattere la fame nel mondo.


Il collegamento al blog di questa charity statunitense è presente nel menu principale
del sito ed è raggiungibile da ogni sezione. Oltre a questo link è presente anche un
box in home page dove sono riportati gli ultimi post del blog.




Il blog è interno al sito e gli autori dei post fanno parte dell’organizzazione. Nel blog
è presente una sezione intitolata “about this blog” in cui Oxfam America spiega
all’utenza di che cosa tratta lo spazio e in cui si incoraggiano gli utenti a partecipare
attivamente alla vita del blog attraverso i commenti. In questa sezione sono riportate
anche le condizioni per il trattamento dei dati sensibili e anche un indirizzo e-mail
utilizzabile nel caso di dubbi circa i contenuti del blog.
I post possono essere commentati anche attraverso i Re-Tweet di Twitter. Inoltre, i
contenuti possono essere condivisi dall’utente tramite il social button Share This.




                                            6
Charity: Greenpeace USA
Website: www.greenpeace.org/usa
Mission: fermare i cambiamenti climatici, proteggere le foreste, difendere gli oceani,
fermare la produzione di OGM, eliminare le scorie tossiche, lavorare per la pace e il
disarmo, incoraggiare un’economia sostenibile.


Il sito dell’organizzazione ecologista mette in primo piano sulla home page i
contenuti caricati sul blog della charity.




                               L’utente può accedere al blog cliccando uno dei
                               contenuti riportati in home page o scegliendo l’apposita
                               voce “blogs” contenuta nel menu principale.
                               Mostrare in home page gli ultimi contenuti del blog fa
                               sì che l’utente possa visitarlo non a scatola chiusa ma
                               spinto dall’interesse di leggere per intero un post.
                               Il blog di Greenpeace è uno spazio a disposizione di
                               molti. Infatti, tutti gli attivisti della charity sono invitati
ad aprire un proprio blog da cui provengono i post contenuti nel blog istituzionale
della charity.



                                             7
Ogni post può essere condiviso tramite i più diffusi social site. Per commentare i
contenuti è possibile scegliere due modi: il commento classico o il Re-Tweet. Per
usufruire del primo è necessario essere registrati al sito e ciò vale anche per poter
leggere i commenti scritti da altri utenti.




                                              8
Charity: Join Red
Website: www.joinred.com
Mission: fare in modo che il potere collettivo di acquisto possa trasformarsi in una
forza economica in grado di aiutare le persone affette dal virus del HIV in Africa.


Red propone il collegamento al proprio blog nel menu principale del sito web
istituzionale.




Per il blog (blog.joinred.com) la charity statunitense ha deciso di utilizzare la
piattaforma gratuita di Google, Blogger. I post sono scritti dall’organizzazione.




                                           9
La veste grafica del blog richiama quella del sito web istituzionale della charity. I
colori utilizzati sono due: il bianco e il rosso, quindi gli stessi utilizzati nel sito.
Red propone la propria missione nell’header del blog. Tale scelta è da ritenersi
corretta poiché l’utenza potrebbe raggiungere questo spazio web by-passando
completamente il sito istituzionale.
Sulla pagina del blog trovano posto anche i collegamenti per i social media.

Lʼutilità del blog per le organizzazioni non-profit
Il blog con la sua semplicità di utilizzo, i suoi costi contenuti, le sue funzionalità per
tutti si è imposto, da diversi anni, come nuovo modo di fare internet. Grazie a queste
caratteristiche è divenuto una realtà globale che è riuscita a catturare l’attenzione del
mondo, uno strumento di pubblico dibattito e al tempo stesso di espressione
individuale. Nelle pagine precedenti è stata fatta una breve rassegna di alcuni modi di
utilizzare il blog da parte delle charity statunitensi. Ciò che appare evidente è che il
blog si presta bene ad essere utilizzato dal mondo del non-profit. La diffusione di
strumenti gratuiti per la messa in opera dei blog fa sì che anche il mondo più povero
(dal punto di vista tecnologico) delle charity possa usufruire delle potenzialità del
mezzo.




                                              10
Infatti, grazie alla sua semplicità di utilizzo, qualsiasi organizzazione può servirsene
per parlare di sé, dei propri progetti, del proprio lavoro, accrescendo al tempo stesso il
dibattito attorno al mondo del non-profit. Spesso questo settore non riesce a trovare
uno spazio ben definito all’interno dei media tradizionali (come TV, carta stampata,
ecc.) ed è proprio per questo motivo che un blog può fare la differenza. Questo può
creare una vetrina poco costosa, potenzialmente molto ben esposta, tramite la quale
accrescere il dibattito attorno ai temi cari alla charity, informare e far conoscere da
vicino il lavoro dei volontari e i bisogni di quel mondo che troppo spesso rimane
nascosto o poco conosciuto.
Il blog non ha solo potenzialità comunicative. Entrare a far parte della blogosfera
significa aprire le porte a un mondo cooperante, a una rete collaborativa in cui
ognuno può dare un contributo significativo per la propria causa e per quella altrui. Il
blog di un’organizzazione non-profit diventa un nodo all’interno della blogosfera che
a sua volta è un nodo di tutta la rete Internet. Tale organizzazione ipertestuale non
può che generare maggiore conoscenza e consapevolezza.
Quello che non è monitorabile, nemmeno a livello empirico, ma che avviene
inevitabilmente ogni giorno, è la conoscenza del mondo che, scambio dopo scambio,
milioni di persone costruiscono e approfondiscono. Il weblog, a differenza dei
modelli a noi più familiari come il quotidiano o la rivista, non ha nessuna pretesa di
essere esaustivo, di proporre un’esperienza di lettura circoscritta e potenzialmente
coerente. Anzi, al contrario un blog tende quasi per definizione a portare fuori da sé il
lettore, dirigendolo verso altre fonti. Il risultato è che quasi nessuno legge un blog
soltanto, poiché si tratta di un singolo nodo in un’opera collettiva e ipertestuale che
tende a configurarsi come un sistema di contenuti.2




2
    Cfr. G. Granieri, Op. cit., p. 36.




                                           11
Web Feed Best Practice

Charity: Greenpeace USA
Website: www.greenpeace.org/usa


Il sito istituzionale della charity ecologista mette a disposizione dell’utente la
possibilità di abbonarsi ai feed. L’icona che consente di attivare l’abbonamento alle
news della charity è proposta nella sezione “Follow Us” insieme ai social button di
Facebook, Twitter e YouTube. Di seguito è proposto uno screenshot esemplificativo.




                                         12
Cliccando sull’icona dei Web feed l’utente è collegato alla seguente pagina:




Questa pagina web offre la possibilità di abbonarsi ai contenuti pubblicati dalla
charity. Inoltre, l’utente può scegliere il reader/aggregatore attraverso il quale
usufruire del servizio.
L’abbonamento ai feed di Greenpeace USA consentirà all’utente di rimanere
aggiornato sui contenuti caricati nella sezione “News” del sito, nel Blog della charity
e, in generale, su tutte le azioni intraprese dalla charity on-line.


Charity: Save The Children
Website: www.savethechildren.org
Mission: difendere e promuovere i diritti dei bambini in tutto il mondo.


Save The Children pone in home page l’icona dei Feed RSS che consente di
abbonarsi alle news caricate sul sito web della charity.




                                             13
Cliccando sul bottone che permette di accedere alla sezione per l’abbonamento alle
news della charity, l’utente è indirizzato a una pagina dedicata all’approfondimento
circa l’utilità e l’utilizzo dei feed.
Fornire informazioni di questo tipo può rivelarsi molto utile poiché proporre una
spiegazione sull’utilizzo dei feed può avvicinare al servizio anche gli utenti che non
ne conoscono l’utilità.
Nel caso in cui l’utente sia già a conoscenza delle caratteristiche relative al tool in
questione può decidere di by-passarle cliccando su “subscribe to news”.




                                          14
Charity: Water.org
Website: www.water.org
Mission: garantire l’accesso a fonti d’acqua potabile nei paesi in via di sviluppo.


Come è possibile notare nello screenshot sottostante, la pagina d’apertura del sito web
istituzionale di Water.org mette a disposizione dell’utente tre tipi di news. Per ognuna
di queste è possibile abbonarsi ai feed.




Ecco come si presentano le pagine di collegamento ai web feed di water.org per le
diverse news. L’utente non è costretto a sottoscrivere un abbonamento a tutti i
contenuti di Water.org ma solo a quelli che incontrano il suo interesse.




                                           15
Charity: Kiva
Website: www.kiva.org
Mission: fornire micro prestiti ai piccoli imprenditori dei paesi in via di sviluppo.


Kiva mette a disposizione della propria utenza la sottoscrizione ai web feed nel suo
sito istituzionale e non solo. Infatti, anche nella sezione “News” della pagina
Facebook della charity è possibile abbonarsi ai feed dell’organizzazione.




Cliccando “subscribe via RSS” l’utente è collegato alla pagina che gli consente di
attivare l’abbonamento alle news dell’organizzazione.




                                           16
Kiva utilizza il proprio sito web anche come vetrina per i piccoli imprenditori dei
paesi in via di sviluppo ai quali è possibile destinare del denaro in forma di micro-
prestiti.
Cliccando sull’icona che compare nella barra degli indirizzi del browser utilizzato per
la navigazione in Internet, è possibile sottoscrivere un abbonamento ai web feed
dedicati alle nuove proposte imprenditoriali che vengono pubblicizzate sul sito di
Kiva.




Anche Twitter mette a disposizione la possibilità di sottoscrivere un abbonamento ai
tweet di una pagina. In questo caso le notizie che compariranno nel proprio lettore di
feed saranno gli aggiornamenti riguardanti una determinata pagina Twitter, ad
esempio quella di Kiva.




                                          17
Lʼutilità dei web feed per le organizzazioni non-profit
L’uso dei web feed può essere di grande valore per il mondo del non-profit. Questo
strumento può essere utilizzato in diversi modi ma l’obiettivo finale rimane uno solo:
permettere all’utenza di rimanere aggiornati, in maniera semplice, riguardo al mondo
della charity. Non è più necessario visitare un sito e le sue sezioni in cerca di novità: a
questo ci penserà il lettore/aggregatore di feed. Potenzialmente, questo consente
all’utente di restare in contatto con più charity e quindi di approfondire la sua
conoscenza su ciò che accade nel mondo del non-profit. Dal punto di vista delle
charity, questo strumento consente alle organizzazioni di pubblicare dei contenuti
affinchè questi ricevano attenzione da parte dell’utenza. Infatti, il lettore di feed li
troverà automaticamente e li riporterà all’utente.
La maggior visibilità delle notizie può assumere un ruolo decisivo per il mondo del
non-profit. Un esempio rilevante potrebbe essere quello di una charity che opera in
condizioni di assoluta emergenza in seguito al verificarsi di un disastro naturale. In
questo caso, la pubblicazione di richieste di aiuto (per esempio il reperimento di
viveri, medicinali per il primo soccorso, sangue per le trasfusioni, ecc.) può
raggiungere l’utente in modo automatico.
Utilizzare un tool come i web feed significa rendere disponili i contenuti in maniera
semplice, con la garanzia che questi vengano visualizzati sul lettore di feed di chi ha
sottoscritto l’abbonamento e, al tempo stesso, raggiungano la sua sfera attentiva con
probabilità di gran lunga superiori rispetto ai contenuti che non utilizzano i feed.




                                            18
Twitter Best Practice

Charity: American Red Cross
Website: www.redcross.org
Mission: offrire aiuto a tutte le vittime di conflitti e disastri naturali.




La home page del sito di American Red Cross propone il collegamento ad alcuni
social site in fondo alla pagina, tra i quali troviamo Twitter.




                                              19
Ecco come appare la pagina Twitter dell’organizzazione:




È possibile notare che tramite i tweet America Red Cross rende partecipe in tempo
reale i suoi follower di quelle che sono le emergenze e le esigenze della charity. Ad
esempio fa capire che anche un piccolo aiuto economico può essere importante. Oltre
a sensibilizzare il suo audience, tramite twitter si cercano volontari per emergenze in
determinate zone, si informano i follower su quelle che sono le attività in primo in
piano e si cerca di fornire informazioni utili su questioni riguardanti la salute. Non
mancano link al sito istituzionale dell’organizzazione e ad altri correlati con le attività
della charity, come ad esempio il collegamento a un sito di previsioni del tempo che
riporta notizie riguardanti un uragano per il quale America Red Cross ha disposto lo
stato di emergenza.
Twitter si rivela senz’altro uno strumento molto utile per la charity, basti pensare alle
innumerevoli situazioni d’emergenza che l’organizzazione si trova spesso ad
affrontare.



                                            20
I follower di American Red Cross sono sia organizzazioni non-profit che persone
comuni. Non mancano le associazioni di medici e follower operanti nel settore del
pronto soccorso.


Charity: Greenpeace
Website: www.greenpeace.org/usa


Il collegamento al profilo twitter di Greenpeace USA è disponibile sin dalla home
page del sito web istituzionale:




                                       21
La pagina Twitter di Greenpeace si presenta così:




Tramite il microblogging, Greenpeace tiene aggiornati i propri follower in tempo
reale su quel che riguarda le sue azioni e il suo attivismo in tutto il mondo. Sono
presenti molti link, alcuni rimandano direttamente al sito web istituzionale, altri sono
collegamenti ad articoli di giornale o a profili di attivisti.
I tweet non mirano tanto a sensibilizzare i seguaci dello spazio twitter
dell’organizzazione, quanto a fungere da denuncia sulle questioni per cui
l’organizzazione si batte.
È interessante la veste grafica adottata dall’organizzazione per la propria pagina
Twitter, infatti sullo sfondo è rappresentato il progressivo scioglimento dei ghiacci
artici.
Tra i follower della pagina Twitter di Greenpeace vi sono sia organizzazioni che
hanno a che fare con l’attivismo ambientale che persone comuni.




                                             22
Charity: Save the Children
Website: www.savethechildren.org


Ecco come si presenta la porzione di home page dell’organizzazione dove sono
presenti i collegamenti a tool Web 2.0 quali ad esempio Twitter:




                                         23
Per Save the Children l’utilizzo di Twitter è un valido aiuto per sensibilizzare i propri
follower sulle tematiche che stanno più a cuore all’organizzazione. Nello screenshot
sopra riportato si può notare come il tweet in primo piano inviti a sottoscrivere la
petizione per la giornata mondiale contro la polmonite. Oltre alla sensibilizzazione
dei propri follower, tramite la pagina Twitter l’organizzazione propone costantemente
molti link che rimandano sia al sito istituzionale che ad altre pagine Twitter che
trattano tematiche care a Save the Children. I tweet riportano anche delle cifre molto
significative riguardanti il tasso di mortalità di alcune malattie che nel mondo
occidentale sono facilmente curabili.
Tra i follower della charity sono presenti sia persone comuni che organizzazioni
aventi scopi connessi a quelli di Save the Children.




                                           24
Charity: Charity Water
Website: www.charitywater.org
Mission: un sesto della popolazione del pianeta non ha accesso ad acqua pulita e
potabile. L’organizzazione intende far sì che gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo
possano utilizzare acqua potabile per il sostentamento quotidiano.


Nella sezione “Contact” del sito sono presenti diversi button che mettono in evidenza
l’utilizzo di diversi strumenti tipici del Web 2.0, tra i quali Twitter.




Nella pagina Twitter dell’organizzazione viene ribadito il fatto che per molte persone
l’accesso a fonti di acqua potabile è un problema. Oltre a questo, la maggior parte dei




                                            25
tweet riporta collegamenti ad altri profili Twitter che trattano tematiche connesse con
la missione dell’organizzazione.
I follower di Charity Water sono per lo più persone comuni.


Charity: World Vision
Website: www.worldvision.org
Mission: costruire un mondo migliore per i bambini.


L’organizzazione World Vision sin dalla home page mette in evidenza il
collegamento alle pagine Twitter, Facebook e YouTube sulle quali è possibile seguire
il lavoro svolto dall’organizzazione.




Nello screenshot è riportata solo una porzione di home page ma le icone che
rimandano ai social media sono ripetute sia all’inizio che alla fine della pagina web.
Questa può essere una buona soluzione per porre in evidenza i canali di
comunicazione alternativi al sito web. Infatti, così facendo l’organizzazione è
praticamente sicura che l’utente non potrà fare a meno di notare la presenza di queste
icone.




                                          26
Ecco come si presenta la pagina Twitter di World Vision:




Tramite i tweet vengono pubblicizzate le campagne di beneficenza a favore della
charity. Ad esempio, si citano concerti dove parte dei ricavati sarà devoluta
all’organizzazione e si propone il link alla pagina dell’evento. Inoltre, sono riportate
informazioni riguardanti temi d’attualità, discorsi di personalità di spicco, eventi
connessi con aziende che operano nel sociale.
Tra i follower dell’organizzazione troviamo sia persone comuni che organizzazioni
operanti nel settore del non-profit.




                                          27
Charity: One
Website: www.one.org/us


In fondo alla home page si trovano i collegamenti ai social media dove la charity è
presente, tra i quali Twitter.




                                        28
Attraverso l’utilizzo di Twitter One riporta diverse notizie. Tra queste troviamo
numerosi promemoria che riguardano la partecipazione della charity a conferenze
inerenti agli accordi economici per il sostentamento delle popolazioni in via di
sviluppo.
Quello che appare evidente è che ogni post è pensato e scritto per generare maggior
consapevolezza su quelle che sono le condizioni in cui si trovano costretti a versare
diverse popolazioni del mondo. I follower della charity sono tanti e tra loro si trovano
sia persone comuni che altre organizzazioni.




                                          29
Charity: Oxfam America
Website: www.oxfamamerica.org


La home page presenta collegamenti ai vari strumenti Web 2.0 utilizzati
dall’organizzazione, tra i quali Twitter. Di seguito viene proposto lo screenshot di una
porzione della pagina web e quello del Twitter della charity.




Attraverso l’utilizzo di Twitter Oxfam America rende partecipi i propri follower sugli
aggiornamenti del blog dell’organizzazione. Oltre a questo, sono presenti anche



                                          30
messaggi che hanno come scopo la sensibilizzazione riguardo ai problemi che
affliggono i paesi in via di sviluppo come ad esempio la scarsità delle risorse idriche.
Inoltre, vengono messe in evidenza le partnership che l’organizzazione stipula con
aziende, gruppi musicali e spettacoli, al fine di sponsorizzare le diverse raccolte fondi
messe in atto.
Tra i follower dell’organizzazione troviamo charity e persone comuni.

Lʼutilità di Twitter per le organizzazioni non-profit
Twitter può essere uno strumento importante per le organizzazioni non-profit. Il suo
utilizzo è gratuito e consente di creare in maniera facile un canale di comunicazione
in grado di raggiungere un audience di ampie dimensioni. Coinvolgere in maniera
diretta un vasto numero di persone, in discussioni riguardanti emergenze e bisogni,
può fare in modo che si riesca a ottenere più attenzione e spazio rispetto all’uso del
solo sito web istituzionale.
Infatti Twitter, oltre a offrire un servizio di microblogging, è un social network in
grado di mettere in contatto migliaia di utenti che possono generare flussi
comunicativi molto ampi.
Il potenziale di uno strumento come Twitter appare indubbio. L’utilizzo di questo
sistema di microblogging va messo in evidenza sin dalla home page del sito
istituzionale dell’organizzazione che desidera utilizzarlo o che già ne fa uso. Un
modo molto efficace è quello di riportare l’icona di Twitter in modo che sia
facilmente individuabile.




                                           31
Facebook Best Practice

Charity: World Vision
Website: www.worldvision.org




World Vision rende visibile sin dalla home page la propria presenza su Facebook
tramite un collegamento (evidenziato con un quadrato rosso nell’immagine) che
invita l’utente a seguire l’organizzazione anche sulla pagina del social network.
La pagina dell’associazione su Facebook è pubblica, chiunque può vederla e
chiunque può diventare fan.
Optando per un gruppo è probabile che gli utenti siano portati a riflettere di più sulla
propria iscrizione e appartenenza a questo.




                                          32
Ecco come si presenta la pagina Facebook di World Vision:




La pagina Facebook della charity si apre di default alla sezione “Info”. Qui è riportata
una breve descrizione dell’organizzazione insieme alla missione della charity.
Entrambe sono sintetiche ma efficaci nel far capire al visitatore l’ambito d’intervento
di World Vision.
Nella bacheca Facebook della charity troviamo post di questo tipo:




I tre messaggi riportati raccontano tre situazioni diverse: c’è chi vuole aiutare, chi ha
raggiunto World Vision sul campo e chi vuol rendere pubblica la propria gioia
nell’aver adottato un bambino e quindi aver sposato la causa della charity.



                                           33
Nella “Bacheca” non mancano post scritti da World Vision:




In questo post l’organizzazione riporta una notizia importante: la nascita di un
bambino non sieropositivo da una madre affetta da HIV.
Tramite la pagina Facebook è possibile anche pubblicare delle note. Queste possono
essere paragonate ai post di un blog. Infatti, nella sezione dedicata di Facebook, le
note sono riportate in ordine cronologico inverso come nei blog, e per ognuna di
queste è possibile inserire dei commenti.




                                            34
I contenuti postati possono essere condivisi dall’utente che visita la pagina sul proprio
profilo personale, garantendone così la fruizione agli appartenenti del proprio
network. Questo tipo di servizio può essere considerato fondamentale per una charity.
Infatti, esso permette di raggiungere un audience di vaste dimensioni. In questo modo
è possibile comunicare in maniera diretta, semplice e immediata e, allo stesso tempo,
sapere che ciò che si dice potrebbe raggiungere anche persone che non seguono in
maniera diretta l’organizzazione.
                      Sulla pagina Facebook della charity si trova anche un box
                      dedicato alle “pagine preferite”. Le pagine in questione
                      appartengono o a World Vision o ad altre organizzazioni
                      operanti nel settore non-profit. Le altre pagine di World Vision,
                      messe in evidenza in questa sezione, riguardano temi specifici.
                      Ad esempio, la pagina “World Vision – Workplace Giving
                      Team” invita le aziende a sponsorizzare la charity tramite regali
                      personalizzati.
                      Gli altri link presenti nella pagina, che rimandano a temi e
organizzazioni in cui World Vision non è direttamente coinvolta, mettono in evidenza
una possibilità interessante. Infatti, tramite la pubblicità reciproca da parte delle
charity sulle proprie pagine Facebook, è probabile che si vada a creare un network di
organizzazioni non-profit.
Nella pagina di World Vision è presente anche una sezione “Foto” in cui la charity
carica degli album fotografici.




                                           35
Un altro servizio interessante messo a disposizione dalla pagina Facebook di World
Vision è la possibilità di iniziare delle discussioni. Ecco come appare la sezione della
pagina dedicata a questo tema.




Nella sezione “Discussioni” vengono riportate informazioni che permettono di sapere
quanto è recente la discussione, quante persone vi stanno partecipando e a quando
risale l’ultimo post. Tale funzionalità potrebbe essere paragonata a quella di un
Forum. Secondo la mia opinione, la differenza è che uno strumento come Facebook
genera un grado di coinvolgimento maggiore rispetto a un forum tradizionale. Dietro
un unico accesso si trovano differenti possibilità di interazione con gli altri, tra cui
appunto le discussioni. Parteciparvi è immediato e non richiede sforzi particolari e,
grazie alle notifiche di aggiornamento che vengono visualizzate sul profilo utente,
risulta comodo tenere traccia delle discussioni e delle attività in cui si è coinvolti.




                                            36
Sulla pagina Facebook di World Vision è presente anche una sezione “Eventi” dove
sono proposti avvenimenti connessi alle attività di World Vision e al mondo del non-
profit in generale.




Un’altra sezione molto utilizzata da World Vision è quella dei “link”. Qui vengono
condivisi articoli e notizie riguardanti il mondo del non-profit.
Dall’immagine sotto riportata è possibile notare che dal menù a tendina della pagina è
possibile accedere ad altre sezioni, quali “Video”, “Note”, “Riquadri” e “YouTube”.




Nella sezione “Video” sono presenti filmati caricati dalla charity direttamente sulla
propria pagina Facebook. Questa sezione non è da confondersi con la sezione
“YouTube” dove i filmati sono caricati sul canale del sito di video sharing e vengono
linkati alla pagina del social network.




                                           37
Charity: CEDPA – The Center for Development and Population Activity
Website: www.cedpa.org
Mission: migliorare i livelli di scolarizzazione e le opportunità per le giovani, creare
condizioni sicure per il parto, aumentare le abilità delle donne dei paesi in via di
sviluppo in modo che possano diventare leader delle proprie comunità e delle proprie
nazioni.


Il sito di CEDPA sin dalla home page mette in evidenza il collegamento alla pagina
Facebook:




Il collegamento a facebook è rappresentato direttamente con il logo del sito per
intero, una soluzione che sicuramente non fa passare inosservato l’utilizzo del social
network da parte di CEDPA.




                                          38
Ecco come si presenta la pagina Facebook dell’organizzazione:




Rispetto alla pagina di World Vision, analizzata in precedenza, la pagina CEDPA
sembra fatta più ad hoc per l’organizzazione. Infatti il menu della pagina Facebook è
più personalizzato. In bacheca è possibile visualizzare due tipi di post: quelli di
CEDPA e quelli dei fan. Come si nota l’organizzazione mette in evidenza link ad
articoli e news presenti sul sito istituzionale.




                                             39
Ecco invece alcuni esempi di ciò che scrivono i fan della charity:




Gli   utenti   esprimono     solidarietà   e    incoraggiamento      al   lavoro   svolto
dall’organizzazione.
Nella sezione “Info” si trovano informazioni sintetiche ma esaurienti su ciò che
riguarda la mission di CEDPA. Inoltre nella stessa pagina è presente il link al sito e al
canale YouTube dell’organizzazione.




                                           40
Nella sezione “Keep Informed” la charity propone l’iscrizione alla newsletter tramite
l’inserimento dell’indirizzo e-mail dell’utente nell’apposito modulo.




La sezione “Send E-Card” consente di mandare una cartolina virtuale. Per farlo la
pagina Facebook di CEDPA rimanda al sito istituzionale dove è possibile destinare
l’immagine scelta a un indirizzo e-mail.




                                           41
La sezione “CEDPA TV” presenta il collegamento al canale YouTube della charity.
Per accedervi è sufficiente cliccare su play.




Nella sezione “Note” sono presenti testimonianze sia di volontari dell’organizzazione
che di persone operanti nel settore del non-profit.




                                           42
Charity: Greenpeace
Website: www.greenpeace.org/usa


Come già sostenuto nei paragrafi precedenti, Greenpeace sponsorizza, in maniera
evidente e consigliabile, i canali di comunicazione tipici del Web 2.0, tra questi
compare anche Facebook.




                                       43
Ecco come si presenta la pagina della sezione americana di Greenpeace:




Il collegamento presente sul sito istituzionale porta alla bacheca della pagina
Facebook dell’organizzazione. Anche in questo caso i post sono divisi in base a chi li
ha pubblicati. Infatti, è possibile visualizzare solo quelli dei fan di Greenpeace o solo
quelli pubblicati dalla charity.
Come nel caso analizzato in precedenza, anche il menu della pagina Facebook di
Greenpeace USA è personalizzato.
Nella sezione “Info” sono presenti informazioni circa l’organizzazione e i suoi scopi.
Nella sezione “Get Involved” è possibile compilare un piccolo form che consente di
ricevere la newsletter della charity.




                                           44
Nella sezione “Foto” sono presenti album fotografici e fotografie. I primi sono
caricati esclusivamente da Greenpeace mentre le fotografie sono caricate anche dai
fan.




In “YouTube Box” si trovano i collegamenti ai video che la charity ha caricato sul
proprio canale YouTube. Questa sezione della pagina Facebook di Greenpeace USA
prende il nome dall’applicazione utilizzata dalla charity per gestire i video caricati sul
social network.




                                           45
Come per le pagine Facebook delle charity analizzate in precedenza, sulla pagina di
Greenpeace USA è presente una sezione dedicata alle “Note”.


                             Un altro box presente è quello dell’applicazione
                             Causes. Tramite questa è possibile ricercare e
                             sostenere, anche economicamente, delle cause. Tale
                             funzionalità sembra utile per il reclutamento di nuovi
                             membri ma non altrettanto per la raccolta di fondi,
                             come si può notare dal box riportato a sinistra del testo.




L’applicazione Causes è messa a disposizione da Facebook affinché le organizzazioni
non-profit e gli utenti comuni possano proporre delle cause per le quali raccogliere
adesioni e fondi. Un’applicazione di questo tipo può essere molto utile per una
charity. Infatti, grazie al bacino di utenza di Facebook è possibile, e probabile,



                                         46
raggiungere un ingente numero di persone. La possibilità di raccogliere fondi tramite
Facebook non appare utopica, almeno per il futuro. L’opportunità di utilizzare un tool
come quello in questione viene definita senza precedenti dal social network stesso e
molto probabilmente è così.
Tramite l’utilizzo di Causes ogni utente di Facebook può proporre una causa e
richiedere al proprio network di amicizie di sostenerla, non solo aderendovi, ma
anche tramite un supporto economico reale. Il social network definisce questa
possibilità come opportunità di attivismo egualitario. L’attivismo, secondo Facebook,
dovrebbe essere democratico e consentire a chiunque di generarlo e parteciparvi in
maniera semplice, ecco perché il social network ha deciso di rendere disponibili degli
strumenti che possano dare manforte a chiunque voglia proporre un cambiamento in
positivo. È possibile raccogliere denaro in maniera diretta attraverso il supporto di
cause delle charity americane e canadesi registrate che utilizzano il tool. La
donazione viene processata in maniera diretta attraverso la carta di credito. I risultati
sono conteggiati automaticamente e riportati sotto forma di statistiche all’interno
della pagina della causa.
Ecco alcune delle charity che utilizzano questa applicazione:




L’applicazione Causes dispone di un motore di ricerca che consente di rintracciare
cause specifiche. Inoltre, è possibile monitorare le cause alle quali si è aderito, vedere
quali sono quelle migliori secondo Facebook e creare una propria causa.




                                           47
Ecco come si presenta la pagina dell’applicazione:




Come possiamo vedere, sulla pagina delle cause ritenute migliori dal social network
viene messa in evidenza la chiusura di una competizione, chiaramente a scopo
benefico. La gara, intitolata “America’s Giving Challenge”, consiste nel premiare con
50 mila dollari la causa che ha ottenuto il maggior numero di donazioni in 30 giorni.
Le cause che secondo tale criterio si sono classificate al secondo e al terzo posto della
particolare classifica ricevono a loro volta 25 e 10 mila dollari. Oltre a questa
competizione mensile sono indette anche gare giornaliere che premiano a loro volta,
con somme di minor entità, le cause che hanno ottenuto più donazioni giornaliere.3




3
  Per maggiori informazioni sul funzionamento di “America’s Giving Challenge” consultare la pagina
http://www.causes.com/agc/help#after .




                                                     48
Di seguito sono proposti alcuni esempi dell’utilizzo dell’applicazione Causes da parte
di charity statunitensi.




Save Darfur è una coalizione che raccoglie più di 180 charity statunitensi che cercano
di sensibilizzare gli Stati Uniti e i suoi rappresentati politici sul genocidio che investe
il Darfur chiedendo una risposta a questa emergenza umanitaria.
Nella pagina iniziale della causa vengono riportati sia il numero di sostenitori, sia la
cifra raccolta a sostegno di essa.
Oltre a mostrare quanti soldi sono stati raccolti a favore della causa, nella pagina
d’apertura dell’iniziativa sono mostrati anche dati più dettagliati che riportano le
donazioni di singoli con la cifra donata. Tale scelta di rendere pubbliche anche le
donazioni degli utenti può apparire in linea con l’utilizzo stesso del social network.




                                            49
Secondo Joe Green (uno dei fondatori di Berkeley California Based Causes che ha
raccolto 7 milioni di dollari su Facebook) “le persone diventano più altruiste quando
ottengono una ricompensa sociale per quel che han fatto. Questa ricompensa sarebbe
mostrare sul proprio profilo quanti volontari hai reclutato o quanto denaro sei riuscito
a raccogliere tramite la causa che hai proposto”.4
La sezione “membri” della pagina della causa mostra chi vi ha aderito e a quali altre
cause ha partecipato.
Interessante la presenza di una “Hall Of Fame” che propone una top list divisa per tre
categorie.




La pagina della causa propone anche una sezione denominata “impact” dove è
presente un grafico che mostra due tipi di andamenti: uno riguardante l’acquisizione
di membri da parte della causa, l’altro l’andamento delle donazioni.
Le charity che utilizzano Causes sono molte, ma va detto che questo strumento non
sempre è utile per la raccolta fondi più di quanto possano esserlo strumenti
tradizionali come ad esempio la posta, eventi dedicati o sollecitazioni postali per
avere contributi monetari.
Nei primi due anni d’utilizzo di questa applicazione solo una piccola percentuale
delle 179 mila charity che hanno utilizzato Causes è riuscita ad ottenere delle somme




4
  The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan
Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp-
dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html.




                                                   50
di denaro. Stando alle statistiche riportate sul sito degli sviluppatori dell’applicazione
la media dei fondi raccolti per ogni charity è di poco più di 29 dollari.5
Nonostante il bacino di utenza sia potenzialmente molto esteso, i sostenitori di cause
che effettuano versamenti monetari sono poco più dell’1%.6
Questo non deve di certo scoraggiare l’utilizzo dell’applicazione in questione.
Tenendo conto di quanto fin qui considerato è probabile che un’applicazione come
Causes sia destinata ad avere successo nel tempo tramite un suo largo utilizzo
all’interno del social network.




5
    Per riscontri statistici più precisi e aggiornati si consulti http://developers.facebook.com/cases/?causes.
6
  The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan
Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp-
dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html.




                                                            51
Charity: Kiva
Website: www.kiva.org


Ciò che colpisce visitando il sito della charity statunitense è l’elevato numero di
partnership che questa ha stabilito con diverse aziende. Tra queste è presente anche
Facebook.




Cliccando sui diversi supporter viene spiegato più specificatamente in cosa consiste la
partnership.




La partnership tra social network e charity consiste nel rendere possibile il contatto
tra le centinaia di community che Kiva costruisce nel mondo, il tutto utilizzando le
applicazioni Causes e Beacon disponibili su Facebook. Nelle pagine precedenti è già
stato spiegato in cosa consiste Causes. Approfondiamo ora la conoscenza di Beacon.
Questo strumento fa parte del sistema pubblicitario di Facebook e permette a
contenuti esterni al sito di essere visualizzati sul social network come messaggi



                                          52
pubblicitari. Ciò che rende l’applicazione interessante è il fatto che la pubblicità possa
essere targettizzata a seconda delle proprie necessità.7 Questo fa sì che Kiva, tramite i
suoi utenti e fan e attraverso il proprio network di contatti, possa diffondere il proprio
operato.
Ecco come si presenta la pagina Facebook di Kiva:




La pagina Facebook di Kiva si apre sulle news dell’organizzazione. Sono interessanti
sia la possibilità di condividere con il proprio network la pagina di Kiva, sia
l’opportunità di sottoscrivere i Feed RSS.
Nel menu della pagina di Kiva sono presenti due voci che finora non abbiamo avuto
modo di incontrare, ovvero “Youtube”, “Twitter” e “Poll”.
La sezione “YouTube” utilizza l’omonima applicazione Facebook e contiene i video
che la charity ha caricato sul proprio canale.
La sezione “Twitter” collega il social site dedicato al microblogging con la pagina
Facebook della charity e nella sezione “Poll” è presente un breve questionario.




7
    Per informazioni più dettagliate sul’applicazione consultare en.wikipedia.org/wiki/Facebook_Beacon.




                                                        53
Kiva, oltre ad utilizzare l’applicazione Causes, usa anche un’applicazione proprietaria
intitolata con il nome stesso della charity.
Ecco come si presenta l’applicazione Kiva:




Tramite il suo utilizzo la charity si propone di offrire uno strumento a coloro che
fanno già parte della comunità Kiva e a coloro che ne vogliono far parte. Infatti,
attraverso l’uso dell’applicazione è possibile vedere i micro-prestiti effettuati dagli
utenti e far sì che i membri del proprio network possano venire a conoscenza
dell’opportunità di sostenere la charity, attraverso l’utilizzo dell’applicazione in
questione.




                                               54
Lʼutilità di Facebook per le organizzazioni non-profit
Facebook, con i suoi 300 milioni di utenti, è diventato uno dei social media più
utilizzati al mondo. Migliaia di organizzazioni e aziende stanno usando Facebook per
trovare e rimanere in contatto con i propri supporter. Per il settore del non-profit
questo social network offre l’opportunità di promuovere la propria charity, e non
solo.
Il numero di utenti registrati deve far riflettere le charity sulle potenzialità di questo
strumento. Anche il ventaglio di possibilità prese in esame nelle pagine precedenti
meritano un’attenta riflessione da parte del mondo del non-profit.
La prima opportunità è quella di creare un network di contatti che consente di
condividere informazioni, immagini, video e news, il tutto senza possedere
conoscenze informatiche particolari. Tramite la pagina Facebook la charity può
aumentare il proprio auditorio e far crescere l’attenzione su temi importanti e
funzionali alla propria missione, il tutto a costo zero. L’interazione con i membri del
proprio network è diretta, loro possono scrivere sulla bacheca della charity e questa
può far sì che i propri aggiornamenti compaiano sulla bacheca dei propri fan.
Facebook può essere di grande utilità non solo per la sensibilizzazione ma anche per
soddisfare necessità impellenti che molte charity si trovano ad affrontare operando
spesso in situazioni difficili.
Grazie ad applicazioni su misura, o fornite dal social network stesso, è possibile
anche indire raccolte di fondi in maniera semplice e senza restrizioni.
È importante avere una pagina Facebook poiché la condivisione delle informazioni
non può che essere un aspetto fondamentale, e un valore aggiunto, per il mondo del
volontariato.
Grazie a strumenti come i social network si possono instaurare contatti con migliaia
di persone in maniera semplice, supportare lo scambio costruttivo di informazioni e
generare conoscenza e consapevolezza su temi spesso sfuggenti ai tradizionali mezzi
di comunicazione, aumentando così le chance per le donazioni on-line.




                                           55
Flickr Best Practice

Flickr Group
Charity: The Nature Conservancy
Website: www.nature.org
Mission: Proteggere la natura, le terre e l’acqua per il pianeta e per le persone.


Al di sopra del footer del sito web istituzionale è presente il collegamento alla pagina
Flickr della charity.




La scelta di mettere in evidenza la presenza dell’organizzazione su Flickr tramite il
logo del sito di photo-sharing è ottima. Molte charity sono su Flickr ma nonostante
questo non ne fanno cenno sul sito istituzionale dell’organizzazione, perdendo così
una potenziale fetta di audience.




                                           56
Lo spazio di The Nature Conservancy sul sito di photo sharing è un gruppo.
(www.flickr.com/groups/thenatureconservancy)




I gruppi          di Flickr possono essere considerati un sistema interessante di
partecipazione attiva e sociale. Infatti, con il gruppo, si istituisce un unico tema che
funge da soggetto dei singoli scatti fotografici. Chiunque può fondare un gruppo in
qualsiasi momento e gestirne i suoi contenuti. I livelli di privacy del gruppo sono
decisi dall’amministratore al momento della sua creazione e possono comunque
essere modificati in seguito.
I membri del gruppo di The Nature Conservancy sono più di 15 mila8. Solo chi è
iscritto può caricarvi fotografie.
Sulla pagina Flickr la charity spiega di cosa si occupa e invita chiunque abbia
fotografie naturalistiche o chiunque sia interessato al tema della salvaguardia
ambientale ad unirsi al gruppo.




8
    Dato aggiornato al Dicembre, 2009.




                                          57
L’organizzazione attraverso l’utilizzo di Flickr ha anche bandito un concorso
fotografico chiamato “The Grand Prize Winner” che proclamerà il suo vincitore nel
Febbraio 2010.
Per l’organizzazione, le immagini caricate dagli utenti possono essere utilizzate per
raccontare le diverse facce dei luoghi dove The Natural Conservancy opera.
La charity suggerisce agli utenti quali tag utilizzare per indicizzare le fotografie
caricate.

Flickr Page
Charity: Oxfam America
Website: www.oxfamamerica.org


Nella home page di Oxfam America sono presenti una serie di link per seguire
l’organizzazione attraverso canali di comunicazione diversi dal sito istituzionale, tra
cui Flickr.
Rendere disponibile sin dalla home page un collegamento diretto alla pagina Flickr
della charity è una buona scelta.




                                          58
Oxfam America utilizza un account PRO su Flickr:




Su una pagina Flickr solo l’intestatario dell’account può caricare fotografie le quali
sono organizzate principalmente in raccolte o set. Oxfam America le organizza in set,
una cartella dove le fotografie sono ordinate manualmente attorno a un tema
specifico. Per ogni set è solitamente presente un testo descrittivo che contestualizza
gli scatti presenti.
La charity non utilizza la sezione “Galleria” dove è possibile racchiudere 18 scatti
significativi (anche non proprietari) per l’intestatario dell’account.
Per un’organizzazione non-profit come Oxfam America, impegnata nel contrastare e
combattere le condizioni di povertà e ingiustizia diffuse nel mondo, avere uno spazio
di archiviazione delle immagini illimitato è molto utile. Flickr è un tool molto
utilizzato dalla charity e ciò è evidente sia per la quantità delle foto presenti che per la
loro organizzazione in set specifici.




                                            59
Il potere delle fotografie per un’organizzazione come Oxfam America è indubbio. Le
immagini sono un mezzo efficace per mostrare e creare consapevolezza sulle
condizioni di povertà e ingiustizia che affliggono parte della popolazione mondiale.


Charity: Lance Armstrong Foundation - LIVESTRONG
Website: www.livestrong.org
Mission: lotta ai tumori.


Nella sezione “Get Involved” si trova la sottovoce “Stay Connected” dove sono
presenti link a vari strumenti Web 2.0 utilizzati dalla charity, tra i quali Flickr. Nel
seguito è riportata una sezione della pagina citata.




Livestrong è presente su Flickr con un account PRO. Le immagini caricate sono
molte e ritraggono, nella maggior parte dei casi, i volontari impegnati in diverse
manifestazioni per la raccolta di fondi e la sensibilizzazione sulla lotta ai tumori.
Colpisce anche la frequenza degli aggiornamenti dello spazio Flickr della charity.
Infatti, si ha subito l’impressione che questo sia estremamente vivo e rinnovato
continuamente nei suoi contenuti.
Anche Livestrong non utilizza la “Galleria”.




                                            60
Di seguito uno screenshot della sezione “set” della pagina Flickr della charity:




I set presenti sono davvero molti. Questo sta a significare che la charity di Lance
Armstrong crede molto nella condivisione delle fotografie. Queste sono utilizzate
come testimonianza diretta del coinvolgimento dei diversi sostenitori della charity
nelle manifestazioni che la riguardano.




                                          61
Flickr – Raccolte Fotografiche
Charity: Action Against Hunger
Website: www.actionagainsthunger.org
Mission: salvare vite attraverso la prevenzione, la ricerca e la cura della mal
nutrizione, specialmente durante e dopo le emergenze, come situazioni di conflitto,
guerre e disastri naturali.


Il sito di Action Against Hunger utilizza diversi strumenti Web 2.0, tra i quali Flickr.
Per trovare il collegamento al sito di photo sharing è necessario seguire il percorso
“Get Involved” > “Support Our Work” > “Social Networking”.




La charity sul proprio spazio Flickr utilizza le raccolte che sono dei contenitori di set.
Ecco come si presenta la sezione “Raccolte” dello spazio Flickr della charity:




                                            62
Attraverso l’organizzazione dei set la charity raccoglie e divide gli scatti in base al
continente di provenienza. Per ogni raccolta i set presenti sono divisi per nazione.
In pratica una raccolta non è altro che una cartella contenente delle sotto cartelle.
Anche Action Against Hunger non utilizza la sezione “galleria”.

Flickr Gallery
La “gallery” non è una sezione molto utilizzata dalle charity. Probabilmente questo
deriva dal fatto che le organizzazioni non hanno capito appieno le potenzialità di
questa sezione Flickr. Infatti, attraverso la galleria personale è possibile racchiudere
18 tra scatti e video che sono ritenuti significativi dall’utente intestatario dell’account.
Una charity, attraverso questa galleria virtuale, potrebbe mettere in mostra ciò che
ritiene più importante per far capire meglio il proprio lavoro e il proprio modo di
vedere le cose.
Le immagini possono dire molto di più delle parole.

Flickr Geotagging
Charity: Action Against Hunger
Website: www.actionagainsthunger.org


Action Against Hunger ci fornisce un ottimo esempio dell’utilizzo delle funzionalità
messe a disposizione da Flickr: il Geottagging. Questo strumento è utilizzato in
apertura dello spazio Flickr della charity.




                                              63
Cliccare su uno dei riferimenti presenti nella mappa porta all’ingrandimento di una
delle fotografie. Ogni fotografia, una volta selezionata, rimanda a una didascalia che
indica la zona della mappa a cui fa riferimento.
                                          Oltre che dalla cartina, le immagini
                                          possono essere selezionate direttamente
                                          dalla striscia orizzontale contenente i vari
                                          scatti.
                                          Cliccando    sull’immagine     è   possibile
                                          visualizzarla in maniera più estesa e
                                          leggere gli eventuali commenti legati alla
fotografia. Inoltre, è possibile visualizzare il set fotografico al quale appartiene lo
scatto.




                                          64
Flickr Photostream
Charity: Greenpeace USA
Website: www.greenpeace.org/usa


Sul sito di Greenpeace si trova un utilizzo molto interessante di Flickr. Infatti, nella
sezione “photos” del sito è utilizzato il servizio di photo-streaming offerto da Flickr.
Tale servizio consiste nel far apparire sul proprio sito web le immagini caricate
sull’account Flickr sottoforma di galleria fotografica. Il sito di photo-streaming
fornisce all’utente il codice HTML da inserire nel proprio sito web per far comparire
le fotografie di Flickr. L’utilizzo di questo tool è in tipico stile Web 2.0. Infatti, le
foto sono su un server esterno rispetto al sito che le utilizza.




Tramite la funzionalità di visualizzazione delle immagini in streaming offerta da
Flickr è anche possibile far scegliere all’utente quale album fotografico visualizzare.




                                            65
Lʼutilità di Flickr per le organizzazioni non-profit
Gli esempi precedentemente citati possono essere considerati delle best practice
nell’utilizzo di Flickr. Infatti, le charity citate fanno un buon uso degli strumenti
messi a disposizione dal sito di photo-sharing (tranne per quel che riguarda l’utilizzo
della sezione “gallery”). Utilizzare Flickr per caricare e condividere le proprie
fotografie è un ottima soluzione, sia dal punto di vista dell’archiviazione sia per
quanto riguarda le dinamiche di interazione che possono crearsi attraverso lo
strumento. Infatti, grazie alla funzione dei commenti, è possibile relazionarsi con gli
utenti su temi specifici e cari alla charity.
Inoltre l’opportunità di creare gruppi tematici consente la partecipazione attiva
dell’utenza, tramite il caricamento di scatti su un tema specifico.
Anche la funzionalità del geotagging è da ritenersi significativa per il mondo del non-
profit. Grazie a questa, è possibile trovare fotografie localizzate geograficamente,
magari vicino alle zone d’intervento della charity. Inoltre, grazie alla possibilità di
taggare le foto caricate, è possibile far sì che esse siano facilmente rintracciabili, sia
su Flickr che sul Web, rispetto alle foto caricate sul sito istituzionale.
Il sito di photo-sharing mette a disposizione anche strumenti che consentono di
alleggerire le pagine del proprio sito web. Ad esempio, grazie all’utilizzo di una
galleria di immagini in streaming da Flickr, è possibile rendere il processo di
navigazione più leggero sotto il punto di vista dei byte che devono essere caricati per
ogni pagina del sito.
Le charity americane si dimostrano preparate all’utilizzo di un canale comunicativo
come Flickr. Molte ne fanno uso non solo caricandovi le fotografie ma anche
alimentando discussioni che nascono a partire dagli scatti stessi.
Come già sottolineato nelle pagine precedenti, un’immagine può dire molto di più
delle parole. Uno strumento come Flickr può aiutare a raccontare il mondo con gli
occhi della charity e delle persone impegnate nelle attività caritatevoli, in modo serio
e impegnato. Il mondo del non-profit spesso non trova spazi per dire la sua e mostrare
il proprio punto di vista: il sito di photo-sharing è un’ottima opportunità per far
sentire la propria voce e far vedere con i propri occhi.




                                                66
Flickr stesso sembra essere consapevole delle proprie potenzialità per il settore del
non-profit e lo dimostra mettendo a disposizione delle charity 10.000 PRO account
annuali.



YouTube Best Practice

YouTube Videostream Gallery & Channel
Charity: Greenpeace
Website: www.greenpeace.org/usa


Sin dalla home page del sito dell’associazione ecologista, è possibile individuare
l’utilizzo di video in streaming dal canale YouTube. Oltre a questo, come per gli altri
strumenti Web 2.0 fin qui analizzati, l’organizzazione rende disponibile il
collegamento al proprio canale YouTube direttamente in home page.




                                          67
La sezione “Videos” del sito dell’organizzazione ecologista propone una video
gallery i cui filmati sono caricati in streaming dal canale YouTube.




Ecco come si presenta il canale YouTube della charity ecologista:




                                          68
Come si può notare, il layout del canale e i caratteri verdi che titolano i video
presenti, richiamano i colori istituzionali dell’organizzazione. Il canale YouTube di
Greenpeace USA mantiene quindi una coerenza grafica che evita di generare
smarrimento nell’utente.




Nella pagina di apertura del canale YouTube di Greenpeace USA sono riportate le
informazioni biografiche della charity e alcune statistiche.
Per ogni filmato è presente una breve descrizione. Oltre a ciò, non mancano le
consuete funzioni di YouTube che permettono di commentare il filmato, di
aggiungerlo tra i preferiti, di condividerlo attraverso i più diffusi strumenti di social
networking, di aggiungerlo alla propria playlist (nel caso in cui si possieda un account
personale sul sito) e segnalarlo a YouTube nel caso in cui violasse le condizioni di
utilizzo del servizio.




                                           69
YouTube Videostream & Channel
Charity: Oxfam America
Website: www.oxfamamerica.org


Il sito web di questa charity statunitense presenta in home page gli strumenti Web 2.0
tramite i quali rimanere in contatto con l’organizzazione. Tra questi non manca
YouTube.
I video presenti nella sezione dedicata del sito istituzionale sfruttano la visione in
streaming dei filmati dal canale YouTube di Oxfam America.




Di seguito uno screenshot della sezione “Video” del sito web:




                                         70
Il canale YouTube presenta un layout coerente con quello del sito web istituzionale.
Le caratteristiche non differiscono da quelle dei canali delle organizzazioni fin qui
prese in esame.
Nel header della pagina è presente il bottone “Join Now” che consente di registrarsi
alla newsletter dell’organizzazione tramite un collegamento alla pagina web del sito
istituzionale dedicata al sostegno economico.
Nella pagina iniziale del canale YouTube della charity è presente la bacheca dove
sono riportati i commenti degli utenti.




                                          71
Charity: American Red Cross
Website: www.americanredcross.org


Sul sito istituzionale di American Red Cross i collegamenti ai social media utilizzati
dalla charity sono sponsorizzati in home page in modo evidente.




Il collegamento a YouTube, come del resto quello agli altri canali di comunicazione
esterni al sito, è messo bene in evidenza.
Alcuni siti web di charity statunitensi affidano il link al canale YouTube e ad altri
social media a button poco identificabili. Questa scelta è sbagliata poiché ciò che va
fornito all’utente è uno strumento che sia facilmente riconoscibile, anche da chi non
ha dimestichezza con i social site tipici di Internet 2.0.
American Red Cross fa capire sin dalla home page l’utilizzo di YouTube, non solo
tramite il social button dedicato, ma anche attraverso la presenza di un video
collegato in streaming con il canale della charity.




                                             72
Vediamo ora come si presenta il canale YouTube dell’organizzazione:




Nelle sue funzionalità il canale della charity non differisce da quelli precedentemente
analizzati.
Va notato come l’header richiami quello del sito istituzionale. Infatti, la grafica dello
spazio YouTube è semplice ma allo stesso tempo efficace nel far riconoscere
all’utente un canale di comunicazione ufficiale di American Red Cross. Cliccando
sulla scritta “join us” presente nell’header l’utente viene collegato al sito web della
charity.
Una funzionalità interessante implementata da America Red Cross sul canale
YouTube è la possibilità di effettuare donazioni tramite il circuito Google Checkout.
Infatti, nella pagina iniziale dello spazio YouTube è presente il bottone di Google per
le donazioni.




                                           73
Charity: Concern Worldwide
Website: www.concernusa.org
Mission: operare nei paesi più poveri del mondo per sconfiggere le condizioni di
indigenza presenti.


La home page del sito istituzionale presenta in maniera evidente i collegamenti agli
strumenti Web 2.0 utilizzati. Navigando nel sito, la posizione di questi link cambia
variando da destra a sinistra ma i bottoni di collegamento rimangano sempre ben
visibili durante il processo di navigazione.




                                           74
Ecco come si presenta il canale YouTube della charity:




Ogni video presente sul canale di Concern Worldwide è accompagnato da una
descrizione e nella pagina iniziale del canale YouTube non mancano le informazioni
descrittive riguardanti la charity.
L’organizzazione mette a disposizione degli utenti del canale un link attraverso il
quale effettuare donazioni. Il collegamento porta alla sezione del sito web
istituzionale preposta alla raccolta fondi on-line. Oltre a questo collegamento, ne è
presente un altro che invita a iscriversi a un form presente sul sito web.
Nella lista degli iscritti al canale YouTube sono presenti utenti individuali,
organizzazioni e altre charity.




                                           75
Lʼutilità di YouTube per le organizzazioni non-profit
YouTube è uno strumento che consente di vedere, caricare e condividere filmati. Tali
caratteristiche lo rendono un tool dalle elevate potenzialità per il mondo del non-
profit. Basti pensare a quanto costerebbe per una charity avere un proprio canale dove
trasmettere i propri video su un media di vecchia generazione come la televisione. I
costi sarebbero insostenibili per la maggior parte delle organizzazioni.
YouTube permette di raggiungere un auditorio dalle vaste dimensioni in maniera
economica (il sito è gratuito), relativamente semplice e veloce.
Ciò che si può fare con YouTube è riportare testimonianze dirette del lavoro della
charity, di quello che sta succedendo laddove sta operando, documentare in maniera
tangibile il proprio lavoro rendendo consapevole l’utenza di ciò che l’organizzazione
si trova ad affrontare, di come opera nei territori di riferimento, ecc. Tutto questo non
farà altro che aumentare le possibilità di coinvolgere direttamente le persone.
Gli strumenti forniti da YouTube consentono di generare conoscenza e
consapevolezza attorno ai temi cari alla charity.
Per creare conoscenza basta una macchina da ripresa qualunque, anche un telefono
cellulare. Per caricare il filmato è sufficiente una connessione internet. Gli strumenti
necessari per riportare testimonianze dirette sono pochi mentre i vantaggi che si
possono ottenere moltissimi e alla portata di tutti.
YouTube non è solo video. Come riportato nelle analisi precedenti, il canale diventa
una piattaforma per lo scambio di opinioni grazie alla funzionalità dei commenti.
Questa caratteristica non può che essere funzionale al mondo delle organizzazioni
non-profit. Inoltre è possibile inserire all’interno del canale un bottone per le
donazioni on-line.
YouTube è potenzialmente una vetrina che si affaccia su una piazza dove il numero
elevato di passaggi garantisce un ritorno sicuro dell’investimento fatto nel creare e
mantenere vivo il canale.




                                           76

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Best practices nell’utilizzo di strumenti web 2.0 nelle charities usa

  • 1. Best practice nellʼutilizzo di strumenti Web 2.0 nelle charity USA1 Paolo Magosso Riassunto Nelle pagine seguenti saranno proposte delle best practice per l’utilizzo degli strumenti Web 2.0 da parte delle organizzazioni non-profit. Gli esempi che seguiranno intendono mostrare come alcune charity statunitensi utilizzano al meglio gli strumenti quali social network, blog, micro-blogging, video e photo sharing. Tramite gli esempi riportati si cercherà di sottolineare il modo migliore di utilizzare gli strumenti in questione. Indice BEST PRACTICE NELL’UTILIZZO DI STRUMENTI WEB 2.0 NELLE CHARITY USA ............................................................................................... 1 Blog Best Practice.........................................................................................................................................2 Web Feed Best Practice .............................................................................................................................12 Twitter Best Practice .................................................................................................................................19 Facebook Best Practice..............................................................................................................................32 Flickr Best Practice ....................................................................................................................................56 YouTube Best Practice ..............................................................................................................................67 1 Questo documento è estratto dalla tesi di laurea magistrale in Teoria e Tecnologia della comunicazione di Paolo Magosso: "Il Web 2.0 per le organizzazioni non-profit: best practice delle charity statunitensi", Università degli studi di Milano Bicocca, Relatore: Prof. Roberto Polillo, Contro-relatore: Prof.ssa Alessandra Agostini A.A. 2008 - 2009. Il testo di questo documento è reso disponibile con licenza Creative Commons “attribuzione, non commerciale, condividi allo stesso modo”: http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/legalcode. La licenza non si estende alle immagini (screen shot dei siti Web citati, e altro), i cui diritti sono in capo ai rispettivi proprietari. 1
  • 2. Blog Best Practice Charity: One Website: www.one.org/us Mission: ottenere un cambiamento delle condizioni di povertà diffuse nel mondo. Controllare e ricordare ai leader mondiali gli accordi che hanno stipulato per combattere l’estrema povertà globale e far si che tali patti vengano rispettati. Il sito web istituzionale della charity statunitense mette in evidenza il collegamento al proprio blog sin dalla home page. Infatti è presente un duplice collegamento: uno nel menu principale di navigazione e l’altro in un box dedicato. Come si può notare dall’immagine sovrastante, per ogni post sono proposte anche informazioni circa l’autore del titolo e la data della pubblicazione del contenuto. Lo spazio in home page dedicato al blog e il numero di informazioni messe a disposizione per ogni contenuto fa comprendere che la charity ritiene l’utilizzo del blog estremamente importante. Ecco come si presenta il blog di One. 2
  • 3. Il blog è interno al sito web della charity. La frequenza degli aggiornamenti per questo spazio è quotidiana, gli autori dei post sono diversi e non tutti appartenenti alla charity, infatti nel blog di One scrivono anche operatori di altre organizzazioni. Una volta letto il contenuto proposto l’utente può condividerlo tramite i più diffusi strumenti di social networking come ad esempio Facebook e Twitter. Il blog propone anche una rassegna mensile di post ordinati in base alla popolarità che hanno riscosso presso l’utenza. 3
  • 4. La popolarità dei contenuti è misurata attraverso il numero di commenti riguardanti un determinato post. Per lasciare un commento non è necessaria alcuna registrazione al sito. È sufficiente compilare un breve form nel quale, oltre al proprio nome, è necessario inserire un indirizzo e-mail. Durante la navigazione nel blog il menu principale del sito rimane sempre visibile: sono presenti utili collegamenti ad alcune sezioni rilevanti del sito, come ad esempio lo store on-line della charity dove è possibile acquistare prodotti marchiati One a sostegno delle iniziative promosse. Charity: Engender Health Website: www.engenderhealth.org Mission: garantire condizioni sicure per il parto in modo tale che non comporti rischi per la vita della partorente e del partorito. La charity propone il collegamento al proprio blog attraverso l’omonima voce presente nel menu dell’header del sito istituzionale. Il blog di Engender Health (engenderhealthblog.blogspot.com) è implementato attraverso la piattaforma gratuita Blogger di Google. I post sono scritti dalla charity. 4
  • 5. Le caratteristiche del blog in questione sono quelle implementabili tramite l’utilizzo di Blogger. Sono presenti label, commenti e categorie dove sono raccolti i post a seconda della loro etichettatura. Per postare un commento l’utente non necessita di particolari credenziali poiché Blogger mette a disposizione differenti possibilità per la firma del proprio commento (incluso l’anonimato). Nella pagina del blog della charity trovano posto anche i collegamenti ai social site utilizzati dalla charity. La charity propone in maniera intelligente anche un collegamento alla sezione del sito dedicata alle donazioni on line. Il link è evidente e quindi facilmente individuabile e cliccabile. 5
  • 6. Charity: Oxfam America Website: www.oxfamamerica.org Mission: combattere la fame nel mondo. Il collegamento al blog di questa charity statunitense è presente nel menu principale del sito ed è raggiungibile da ogni sezione. Oltre a questo link è presente anche un box in home page dove sono riportati gli ultimi post del blog. Il blog è interno al sito e gli autori dei post fanno parte dell’organizzazione. Nel blog è presente una sezione intitolata “about this blog” in cui Oxfam America spiega all’utenza di che cosa tratta lo spazio e in cui si incoraggiano gli utenti a partecipare attivamente alla vita del blog attraverso i commenti. In questa sezione sono riportate anche le condizioni per il trattamento dei dati sensibili e anche un indirizzo e-mail utilizzabile nel caso di dubbi circa i contenuti del blog. I post possono essere commentati anche attraverso i Re-Tweet di Twitter. Inoltre, i contenuti possono essere condivisi dall’utente tramite il social button Share This. 6
  • 7. Charity: Greenpeace USA Website: www.greenpeace.org/usa Mission: fermare i cambiamenti climatici, proteggere le foreste, difendere gli oceani, fermare la produzione di OGM, eliminare le scorie tossiche, lavorare per la pace e il disarmo, incoraggiare un’economia sostenibile. Il sito dell’organizzazione ecologista mette in primo piano sulla home page i contenuti caricati sul blog della charity. L’utente può accedere al blog cliccando uno dei contenuti riportati in home page o scegliendo l’apposita voce “blogs” contenuta nel menu principale. Mostrare in home page gli ultimi contenuti del blog fa sì che l’utente possa visitarlo non a scatola chiusa ma spinto dall’interesse di leggere per intero un post. Il blog di Greenpeace è uno spazio a disposizione di molti. Infatti, tutti gli attivisti della charity sono invitati ad aprire un proprio blog da cui provengono i post contenuti nel blog istituzionale della charity. 7
  • 8. Ogni post può essere condiviso tramite i più diffusi social site. Per commentare i contenuti è possibile scegliere due modi: il commento classico o il Re-Tweet. Per usufruire del primo è necessario essere registrati al sito e ciò vale anche per poter leggere i commenti scritti da altri utenti. 8
  • 9. Charity: Join Red Website: www.joinred.com Mission: fare in modo che il potere collettivo di acquisto possa trasformarsi in una forza economica in grado di aiutare le persone affette dal virus del HIV in Africa. Red propone il collegamento al proprio blog nel menu principale del sito web istituzionale. Per il blog (blog.joinred.com) la charity statunitense ha deciso di utilizzare la piattaforma gratuita di Google, Blogger. I post sono scritti dall’organizzazione. 9
  • 10. La veste grafica del blog richiama quella del sito web istituzionale della charity. I colori utilizzati sono due: il bianco e il rosso, quindi gli stessi utilizzati nel sito. Red propone la propria missione nell’header del blog. Tale scelta è da ritenersi corretta poiché l’utenza potrebbe raggiungere questo spazio web by-passando completamente il sito istituzionale. Sulla pagina del blog trovano posto anche i collegamenti per i social media. Lʼutilità del blog per le organizzazioni non-profit Il blog con la sua semplicità di utilizzo, i suoi costi contenuti, le sue funzionalità per tutti si è imposto, da diversi anni, come nuovo modo di fare internet. Grazie a queste caratteristiche è divenuto una realtà globale che è riuscita a catturare l’attenzione del mondo, uno strumento di pubblico dibattito e al tempo stesso di espressione individuale. Nelle pagine precedenti è stata fatta una breve rassegna di alcuni modi di utilizzare il blog da parte delle charity statunitensi. Ciò che appare evidente è che il blog si presta bene ad essere utilizzato dal mondo del non-profit. La diffusione di strumenti gratuiti per la messa in opera dei blog fa sì che anche il mondo più povero (dal punto di vista tecnologico) delle charity possa usufruire delle potenzialità del mezzo. 10
  • 11. Infatti, grazie alla sua semplicità di utilizzo, qualsiasi organizzazione può servirsene per parlare di sé, dei propri progetti, del proprio lavoro, accrescendo al tempo stesso il dibattito attorno al mondo del non-profit. Spesso questo settore non riesce a trovare uno spazio ben definito all’interno dei media tradizionali (come TV, carta stampata, ecc.) ed è proprio per questo motivo che un blog può fare la differenza. Questo può creare una vetrina poco costosa, potenzialmente molto ben esposta, tramite la quale accrescere il dibattito attorno ai temi cari alla charity, informare e far conoscere da vicino il lavoro dei volontari e i bisogni di quel mondo che troppo spesso rimane nascosto o poco conosciuto. Il blog non ha solo potenzialità comunicative. Entrare a far parte della blogosfera significa aprire le porte a un mondo cooperante, a una rete collaborativa in cui ognuno può dare un contributo significativo per la propria causa e per quella altrui. Il blog di un’organizzazione non-profit diventa un nodo all’interno della blogosfera che a sua volta è un nodo di tutta la rete Internet. Tale organizzazione ipertestuale non può che generare maggiore conoscenza e consapevolezza. Quello che non è monitorabile, nemmeno a livello empirico, ma che avviene inevitabilmente ogni giorno, è la conoscenza del mondo che, scambio dopo scambio, milioni di persone costruiscono e approfondiscono. Il weblog, a differenza dei modelli a noi più familiari come il quotidiano o la rivista, non ha nessuna pretesa di essere esaustivo, di proporre un’esperienza di lettura circoscritta e potenzialmente coerente. Anzi, al contrario un blog tende quasi per definizione a portare fuori da sé il lettore, dirigendolo verso altre fonti. Il risultato è che quasi nessuno legge un blog soltanto, poiché si tratta di un singolo nodo in un’opera collettiva e ipertestuale che tende a configurarsi come un sistema di contenuti.2 2 Cfr. G. Granieri, Op. cit., p. 36. 11
  • 12. Web Feed Best Practice Charity: Greenpeace USA Website: www.greenpeace.org/usa Il sito istituzionale della charity ecologista mette a disposizione dell’utente la possibilità di abbonarsi ai feed. L’icona che consente di attivare l’abbonamento alle news della charity è proposta nella sezione “Follow Us” insieme ai social button di Facebook, Twitter e YouTube. Di seguito è proposto uno screenshot esemplificativo. 12
  • 13. Cliccando sull’icona dei Web feed l’utente è collegato alla seguente pagina: Questa pagina web offre la possibilità di abbonarsi ai contenuti pubblicati dalla charity. Inoltre, l’utente può scegliere il reader/aggregatore attraverso il quale usufruire del servizio. L’abbonamento ai feed di Greenpeace USA consentirà all’utente di rimanere aggiornato sui contenuti caricati nella sezione “News” del sito, nel Blog della charity e, in generale, su tutte le azioni intraprese dalla charity on-line. Charity: Save The Children Website: www.savethechildren.org Mission: difendere e promuovere i diritti dei bambini in tutto il mondo. Save The Children pone in home page l’icona dei Feed RSS che consente di abbonarsi alle news caricate sul sito web della charity. 13
  • 14. Cliccando sul bottone che permette di accedere alla sezione per l’abbonamento alle news della charity, l’utente è indirizzato a una pagina dedicata all’approfondimento circa l’utilità e l’utilizzo dei feed. Fornire informazioni di questo tipo può rivelarsi molto utile poiché proporre una spiegazione sull’utilizzo dei feed può avvicinare al servizio anche gli utenti che non ne conoscono l’utilità. Nel caso in cui l’utente sia già a conoscenza delle caratteristiche relative al tool in questione può decidere di by-passarle cliccando su “subscribe to news”. 14
  • 15. Charity: Water.org Website: www.water.org Mission: garantire l’accesso a fonti d’acqua potabile nei paesi in via di sviluppo. Come è possibile notare nello screenshot sottostante, la pagina d’apertura del sito web istituzionale di Water.org mette a disposizione dell’utente tre tipi di news. Per ognuna di queste è possibile abbonarsi ai feed. Ecco come si presentano le pagine di collegamento ai web feed di water.org per le diverse news. L’utente non è costretto a sottoscrivere un abbonamento a tutti i contenuti di Water.org ma solo a quelli che incontrano il suo interesse. 15
  • 16. Charity: Kiva Website: www.kiva.org Mission: fornire micro prestiti ai piccoli imprenditori dei paesi in via di sviluppo. Kiva mette a disposizione della propria utenza la sottoscrizione ai web feed nel suo sito istituzionale e non solo. Infatti, anche nella sezione “News” della pagina Facebook della charity è possibile abbonarsi ai feed dell’organizzazione. Cliccando “subscribe via RSS” l’utente è collegato alla pagina che gli consente di attivare l’abbonamento alle news dell’organizzazione. 16
  • 17. Kiva utilizza il proprio sito web anche come vetrina per i piccoli imprenditori dei paesi in via di sviluppo ai quali è possibile destinare del denaro in forma di micro- prestiti. Cliccando sull’icona che compare nella barra degli indirizzi del browser utilizzato per la navigazione in Internet, è possibile sottoscrivere un abbonamento ai web feed dedicati alle nuove proposte imprenditoriali che vengono pubblicizzate sul sito di Kiva. Anche Twitter mette a disposizione la possibilità di sottoscrivere un abbonamento ai tweet di una pagina. In questo caso le notizie che compariranno nel proprio lettore di feed saranno gli aggiornamenti riguardanti una determinata pagina Twitter, ad esempio quella di Kiva. 17
  • 18. Lʼutilità dei web feed per le organizzazioni non-profit L’uso dei web feed può essere di grande valore per il mondo del non-profit. Questo strumento può essere utilizzato in diversi modi ma l’obiettivo finale rimane uno solo: permettere all’utenza di rimanere aggiornati, in maniera semplice, riguardo al mondo della charity. Non è più necessario visitare un sito e le sue sezioni in cerca di novità: a questo ci penserà il lettore/aggregatore di feed. Potenzialmente, questo consente all’utente di restare in contatto con più charity e quindi di approfondire la sua conoscenza su ciò che accade nel mondo del non-profit. Dal punto di vista delle charity, questo strumento consente alle organizzazioni di pubblicare dei contenuti affinchè questi ricevano attenzione da parte dell’utenza. Infatti, il lettore di feed li troverà automaticamente e li riporterà all’utente. La maggior visibilità delle notizie può assumere un ruolo decisivo per il mondo del non-profit. Un esempio rilevante potrebbe essere quello di una charity che opera in condizioni di assoluta emergenza in seguito al verificarsi di un disastro naturale. In questo caso, la pubblicazione di richieste di aiuto (per esempio il reperimento di viveri, medicinali per il primo soccorso, sangue per le trasfusioni, ecc.) può raggiungere l’utente in modo automatico. Utilizzare un tool come i web feed significa rendere disponili i contenuti in maniera semplice, con la garanzia che questi vengano visualizzati sul lettore di feed di chi ha sottoscritto l’abbonamento e, al tempo stesso, raggiungano la sua sfera attentiva con probabilità di gran lunga superiori rispetto ai contenuti che non utilizzano i feed. 18
  • 19. Twitter Best Practice Charity: American Red Cross Website: www.redcross.org Mission: offrire aiuto a tutte le vittime di conflitti e disastri naturali. La home page del sito di American Red Cross propone il collegamento ad alcuni social site in fondo alla pagina, tra i quali troviamo Twitter. 19
  • 20. Ecco come appare la pagina Twitter dell’organizzazione: È possibile notare che tramite i tweet America Red Cross rende partecipe in tempo reale i suoi follower di quelle che sono le emergenze e le esigenze della charity. Ad esempio fa capire che anche un piccolo aiuto economico può essere importante. Oltre a sensibilizzare il suo audience, tramite twitter si cercano volontari per emergenze in determinate zone, si informano i follower su quelle che sono le attività in primo in piano e si cerca di fornire informazioni utili su questioni riguardanti la salute. Non mancano link al sito istituzionale dell’organizzazione e ad altri correlati con le attività della charity, come ad esempio il collegamento a un sito di previsioni del tempo che riporta notizie riguardanti un uragano per il quale America Red Cross ha disposto lo stato di emergenza. Twitter si rivela senz’altro uno strumento molto utile per la charity, basti pensare alle innumerevoli situazioni d’emergenza che l’organizzazione si trova spesso ad affrontare. 20
  • 21. I follower di American Red Cross sono sia organizzazioni non-profit che persone comuni. Non mancano le associazioni di medici e follower operanti nel settore del pronto soccorso. Charity: Greenpeace Website: www.greenpeace.org/usa Il collegamento al profilo twitter di Greenpeace USA è disponibile sin dalla home page del sito web istituzionale: 21
  • 22. La pagina Twitter di Greenpeace si presenta così: Tramite il microblogging, Greenpeace tiene aggiornati i propri follower in tempo reale su quel che riguarda le sue azioni e il suo attivismo in tutto il mondo. Sono presenti molti link, alcuni rimandano direttamente al sito web istituzionale, altri sono collegamenti ad articoli di giornale o a profili di attivisti. I tweet non mirano tanto a sensibilizzare i seguaci dello spazio twitter dell’organizzazione, quanto a fungere da denuncia sulle questioni per cui l’organizzazione si batte. È interessante la veste grafica adottata dall’organizzazione per la propria pagina Twitter, infatti sullo sfondo è rappresentato il progressivo scioglimento dei ghiacci artici. Tra i follower della pagina Twitter di Greenpeace vi sono sia organizzazioni che hanno a che fare con l’attivismo ambientale che persone comuni. 22
  • 23. Charity: Save the Children Website: www.savethechildren.org Ecco come si presenta la porzione di home page dell’organizzazione dove sono presenti i collegamenti a tool Web 2.0 quali ad esempio Twitter: 23
  • 24. Per Save the Children l’utilizzo di Twitter è un valido aiuto per sensibilizzare i propri follower sulle tematiche che stanno più a cuore all’organizzazione. Nello screenshot sopra riportato si può notare come il tweet in primo piano inviti a sottoscrivere la petizione per la giornata mondiale contro la polmonite. Oltre alla sensibilizzazione dei propri follower, tramite la pagina Twitter l’organizzazione propone costantemente molti link che rimandano sia al sito istituzionale che ad altre pagine Twitter che trattano tematiche care a Save the Children. I tweet riportano anche delle cifre molto significative riguardanti il tasso di mortalità di alcune malattie che nel mondo occidentale sono facilmente curabili. Tra i follower della charity sono presenti sia persone comuni che organizzazioni aventi scopi connessi a quelli di Save the Children. 24
  • 25. Charity: Charity Water Website: www.charitywater.org Mission: un sesto della popolazione del pianeta non ha accesso ad acqua pulita e potabile. L’organizzazione intende far sì che gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo possano utilizzare acqua potabile per il sostentamento quotidiano. Nella sezione “Contact” del sito sono presenti diversi button che mettono in evidenza l’utilizzo di diversi strumenti tipici del Web 2.0, tra i quali Twitter. Nella pagina Twitter dell’organizzazione viene ribadito il fatto che per molte persone l’accesso a fonti di acqua potabile è un problema. Oltre a questo, la maggior parte dei 25
  • 26. tweet riporta collegamenti ad altri profili Twitter che trattano tematiche connesse con la missione dell’organizzazione. I follower di Charity Water sono per lo più persone comuni. Charity: World Vision Website: www.worldvision.org Mission: costruire un mondo migliore per i bambini. L’organizzazione World Vision sin dalla home page mette in evidenza il collegamento alle pagine Twitter, Facebook e YouTube sulle quali è possibile seguire il lavoro svolto dall’organizzazione. Nello screenshot è riportata solo una porzione di home page ma le icone che rimandano ai social media sono ripetute sia all’inizio che alla fine della pagina web. Questa può essere una buona soluzione per porre in evidenza i canali di comunicazione alternativi al sito web. Infatti, così facendo l’organizzazione è praticamente sicura che l’utente non potrà fare a meno di notare la presenza di queste icone. 26
  • 27. Ecco come si presenta la pagina Twitter di World Vision: Tramite i tweet vengono pubblicizzate le campagne di beneficenza a favore della charity. Ad esempio, si citano concerti dove parte dei ricavati sarà devoluta all’organizzazione e si propone il link alla pagina dell’evento. Inoltre, sono riportate informazioni riguardanti temi d’attualità, discorsi di personalità di spicco, eventi connessi con aziende che operano nel sociale. Tra i follower dell’organizzazione troviamo sia persone comuni che organizzazioni operanti nel settore del non-profit. 27
  • 28. Charity: One Website: www.one.org/us In fondo alla home page si trovano i collegamenti ai social media dove la charity è presente, tra i quali Twitter. 28
  • 29. Attraverso l’utilizzo di Twitter One riporta diverse notizie. Tra queste troviamo numerosi promemoria che riguardano la partecipazione della charity a conferenze inerenti agli accordi economici per il sostentamento delle popolazioni in via di sviluppo. Quello che appare evidente è che ogni post è pensato e scritto per generare maggior consapevolezza su quelle che sono le condizioni in cui si trovano costretti a versare diverse popolazioni del mondo. I follower della charity sono tanti e tra loro si trovano sia persone comuni che altre organizzazioni. 29
  • 30. Charity: Oxfam America Website: www.oxfamamerica.org La home page presenta collegamenti ai vari strumenti Web 2.0 utilizzati dall’organizzazione, tra i quali Twitter. Di seguito viene proposto lo screenshot di una porzione della pagina web e quello del Twitter della charity. Attraverso l’utilizzo di Twitter Oxfam America rende partecipi i propri follower sugli aggiornamenti del blog dell’organizzazione. Oltre a questo, sono presenti anche 30
  • 31. messaggi che hanno come scopo la sensibilizzazione riguardo ai problemi che affliggono i paesi in via di sviluppo come ad esempio la scarsità delle risorse idriche. Inoltre, vengono messe in evidenza le partnership che l’organizzazione stipula con aziende, gruppi musicali e spettacoli, al fine di sponsorizzare le diverse raccolte fondi messe in atto. Tra i follower dell’organizzazione troviamo charity e persone comuni. Lʼutilità di Twitter per le organizzazioni non-profit Twitter può essere uno strumento importante per le organizzazioni non-profit. Il suo utilizzo è gratuito e consente di creare in maniera facile un canale di comunicazione in grado di raggiungere un audience di ampie dimensioni. Coinvolgere in maniera diretta un vasto numero di persone, in discussioni riguardanti emergenze e bisogni, può fare in modo che si riesca a ottenere più attenzione e spazio rispetto all’uso del solo sito web istituzionale. Infatti Twitter, oltre a offrire un servizio di microblogging, è un social network in grado di mettere in contatto migliaia di utenti che possono generare flussi comunicativi molto ampi. Il potenziale di uno strumento come Twitter appare indubbio. L’utilizzo di questo sistema di microblogging va messo in evidenza sin dalla home page del sito istituzionale dell’organizzazione che desidera utilizzarlo o che già ne fa uso. Un modo molto efficace è quello di riportare l’icona di Twitter in modo che sia facilmente individuabile. 31
  • 32. Facebook Best Practice Charity: World Vision Website: www.worldvision.org World Vision rende visibile sin dalla home page la propria presenza su Facebook tramite un collegamento (evidenziato con un quadrato rosso nell’immagine) che invita l’utente a seguire l’organizzazione anche sulla pagina del social network. La pagina dell’associazione su Facebook è pubblica, chiunque può vederla e chiunque può diventare fan. Optando per un gruppo è probabile che gli utenti siano portati a riflettere di più sulla propria iscrizione e appartenenza a questo. 32
  • 33. Ecco come si presenta la pagina Facebook di World Vision: La pagina Facebook della charity si apre di default alla sezione “Info”. Qui è riportata una breve descrizione dell’organizzazione insieme alla missione della charity. Entrambe sono sintetiche ma efficaci nel far capire al visitatore l’ambito d’intervento di World Vision. Nella bacheca Facebook della charity troviamo post di questo tipo: I tre messaggi riportati raccontano tre situazioni diverse: c’è chi vuole aiutare, chi ha raggiunto World Vision sul campo e chi vuol rendere pubblica la propria gioia nell’aver adottato un bambino e quindi aver sposato la causa della charity. 33
  • 34. Nella “Bacheca” non mancano post scritti da World Vision: In questo post l’organizzazione riporta una notizia importante: la nascita di un bambino non sieropositivo da una madre affetta da HIV. Tramite la pagina Facebook è possibile anche pubblicare delle note. Queste possono essere paragonate ai post di un blog. Infatti, nella sezione dedicata di Facebook, le note sono riportate in ordine cronologico inverso come nei blog, e per ognuna di queste è possibile inserire dei commenti. 34
  • 35. I contenuti postati possono essere condivisi dall’utente che visita la pagina sul proprio profilo personale, garantendone così la fruizione agli appartenenti del proprio network. Questo tipo di servizio può essere considerato fondamentale per una charity. Infatti, esso permette di raggiungere un audience di vaste dimensioni. In questo modo è possibile comunicare in maniera diretta, semplice e immediata e, allo stesso tempo, sapere che ciò che si dice potrebbe raggiungere anche persone che non seguono in maniera diretta l’organizzazione. Sulla pagina Facebook della charity si trova anche un box dedicato alle “pagine preferite”. Le pagine in questione appartengono o a World Vision o ad altre organizzazioni operanti nel settore non-profit. Le altre pagine di World Vision, messe in evidenza in questa sezione, riguardano temi specifici. Ad esempio, la pagina “World Vision – Workplace Giving Team” invita le aziende a sponsorizzare la charity tramite regali personalizzati. Gli altri link presenti nella pagina, che rimandano a temi e organizzazioni in cui World Vision non è direttamente coinvolta, mettono in evidenza una possibilità interessante. Infatti, tramite la pubblicità reciproca da parte delle charity sulle proprie pagine Facebook, è probabile che si vada a creare un network di organizzazioni non-profit. Nella pagina di World Vision è presente anche una sezione “Foto” in cui la charity carica degli album fotografici. 35
  • 36. Un altro servizio interessante messo a disposizione dalla pagina Facebook di World Vision è la possibilità di iniziare delle discussioni. Ecco come appare la sezione della pagina dedicata a questo tema. Nella sezione “Discussioni” vengono riportate informazioni che permettono di sapere quanto è recente la discussione, quante persone vi stanno partecipando e a quando risale l’ultimo post. Tale funzionalità potrebbe essere paragonata a quella di un Forum. Secondo la mia opinione, la differenza è che uno strumento come Facebook genera un grado di coinvolgimento maggiore rispetto a un forum tradizionale. Dietro un unico accesso si trovano differenti possibilità di interazione con gli altri, tra cui appunto le discussioni. Parteciparvi è immediato e non richiede sforzi particolari e, grazie alle notifiche di aggiornamento che vengono visualizzate sul profilo utente, risulta comodo tenere traccia delle discussioni e delle attività in cui si è coinvolti. 36
  • 37. Sulla pagina Facebook di World Vision è presente anche una sezione “Eventi” dove sono proposti avvenimenti connessi alle attività di World Vision e al mondo del non- profit in generale. Un’altra sezione molto utilizzata da World Vision è quella dei “link”. Qui vengono condivisi articoli e notizie riguardanti il mondo del non-profit. Dall’immagine sotto riportata è possibile notare che dal menù a tendina della pagina è possibile accedere ad altre sezioni, quali “Video”, “Note”, “Riquadri” e “YouTube”. Nella sezione “Video” sono presenti filmati caricati dalla charity direttamente sulla propria pagina Facebook. Questa sezione non è da confondersi con la sezione “YouTube” dove i filmati sono caricati sul canale del sito di video sharing e vengono linkati alla pagina del social network. 37
  • 38. Charity: CEDPA – The Center for Development and Population Activity Website: www.cedpa.org Mission: migliorare i livelli di scolarizzazione e le opportunità per le giovani, creare condizioni sicure per il parto, aumentare le abilità delle donne dei paesi in via di sviluppo in modo che possano diventare leader delle proprie comunità e delle proprie nazioni. Il sito di CEDPA sin dalla home page mette in evidenza il collegamento alla pagina Facebook: Il collegamento a facebook è rappresentato direttamente con il logo del sito per intero, una soluzione che sicuramente non fa passare inosservato l’utilizzo del social network da parte di CEDPA. 38
  • 39. Ecco come si presenta la pagina Facebook dell’organizzazione: Rispetto alla pagina di World Vision, analizzata in precedenza, la pagina CEDPA sembra fatta più ad hoc per l’organizzazione. Infatti il menu della pagina Facebook è più personalizzato. In bacheca è possibile visualizzare due tipi di post: quelli di CEDPA e quelli dei fan. Come si nota l’organizzazione mette in evidenza link ad articoli e news presenti sul sito istituzionale. 39
  • 40. Ecco invece alcuni esempi di ciò che scrivono i fan della charity: Gli utenti esprimono solidarietà e incoraggiamento al lavoro svolto dall’organizzazione. Nella sezione “Info” si trovano informazioni sintetiche ma esaurienti su ciò che riguarda la mission di CEDPA. Inoltre nella stessa pagina è presente il link al sito e al canale YouTube dell’organizzazione. 40
  • 41. Nella sezione “Keep Informed” la charity propone l’iscrizione alla newsletter tramite l’inserimento dell’indirizzo e-mail dell’utente nell’apposito modulo. La sezione “Send E-Card” consente di mandare una cartolina virtuale. Per farlo la pagina Facebook di CEDPA rimanda al sito istituzionale dove è possibile destinare l’immagine scelta a un indirizzo e-mail. 41
  • 42. La sezione “CEDPA TV” presenta il collegamento al canale YouTube della charity. Per accedervi è sufficiente cliccare su play. Nella sezione “Note” sono presenti testimonianze sia di volontari dell’organizzazione che di persone operanti nel settore del non-profit. 42
  • 43. Charity: Greenpeace Website: www.greenpeace.org/usa Come già sostenuto nei paragrafi precedenti, Greenpeace sponsorizza, in maniera evidente e consigliabile, i canali di comunicazione tipici del Web 2.0, tra questi compare anche Facebook. 43
  • 44. Ecco come si presenta la pagina della sezione americana di Greenpeace: Il collegamento presente sul sito istituzionale porta alla bacheca della pagina Facebook dell’organizzazione. Anche in questo caso i post sono divisi in base a chi li ha pubblicati. Infatti, è possibile visualizzare solo quelli dei fan di Greenpeace o solo quelli pubblicati dalla charity. Come nel caso analizzato in precedenza, anche il menu della pagina Facebook di Greenpeace USA è personalizzato. Nella sezione “Info” sono presenti informazioni circa l’organizzazione e i suoi scopi. Nella sezione “Get Involved” è possibile compilare un piccolo form che consente di ricevere la newsletter della charity. 44
  • 45. Nella sezione “Foto” sono presenti album fotografici e fotografie. I primi sono caricati esclusivamente da Greenpeace mentre le fotografie sono caricate anche dai fan. In “YouTube Box” si trovano i collegamenti ai video che la charity ha caricato sul proprio canale YouTube. Questa sezione della pagina Facebook di Greenpeace USA prende il nome dall’applicazione utilizzata dalla charity per gestire i video caricati sul social network. 45
  • 46. Come per le pagine Facebook delle charity analizzate in precedenza, sulla pagina di Greenpeace USA è presente una sezione dedicata alle “Note”. Un altro box presente è quello dell’applicazione Causes. Tramite questa è possibile ricercare e sostenere, anche economicamente, delle cause. Tale funzionalità sembra utile per il reclutamento di nuovi membri ma non altrettanto per la raccolta di fondi, come si può notare dal box riportato a sinistra del testo. L’applicazione Causes è messa a disposizione da Facebook affinché le organizzazioni non-profit e gli utenti comuni possano proporre delle cause per le quali raccogliere adesioni e fondi. Un’applicazione di questo tipo può essere molto utile per una charity. Infatti, grazie al bacino di utenza di Facebook è possibile, e probabile, 46
  • 47. raggiungere un ingente numero di persone. La possibilità di raccogliere fondi tramite Facebook non appare utopica, almeno per il futuro. L’opportunità di utilizzare un tool come quello in questione viene definita senza precedenti dal social network stesso e molto probabilmente è così. Tramite l’utilizzo di Causes ogni utente di Facebook può proporre una causa e richiedere al proprio network di amicizie di sostenerla, non solo aderendovi, ma anche tramite un supporto economico reale. Il social network definisce questa possibilità come opportunità di attivismo egualitario. L’attivismo, secondo Facebook, dovrebbe essere democratico e consentire a chiunque di generarlo e parteciparvi in maniera semplice, ecco perché il social network ha deciso di rendere disponibili degli strumenti che possano dare manforte a chiunque voglia proporre un cambiamento in positivo. È possibile raccogliere denaro in maniera diretta attraverso il supporto di cause delle charity americane e canadesi registrate che utilizzano il tool. La donazione viene processata in maniera diretta attraverso la carta di credito. I risultati sono conteggiati automaticamente e riportati sotto forma di statistiche all’interno della pagina della causa. Ecco alcune delle charity che utilizzano questa applicazione: L’applicazione Causes dispone di un motore di ricerca che consente di rintracciare cause specifiche. Inoltre, è possibile monitorare le cause alle quali si è aderito, vedere quali sono quelle migliori secondo Facebook e creare una propria causa. 47
  • 48. Ecco come si presenta la pagina dell’applicazione: Come possiamo vedere, sulla pagina delle cause ritenute migliori dal social network viene messa in evidenza la chiusura di una competizione, chiaramente a scopo benefico. La gara, intitolata “America’s Giving Challenge”, consiste nel premiare con 50 mila dollari la causa che ha ottenuto il maggior numero di donazioni in 30 giorni. Le cause che secondo tale criterio si sono classificate al secondo e al terzo posto della particolare classifica ricevono a loro volta 25 e 10 mila dollari. Oltre a questa competizione mensile sono indette anche gare giornaliere che premiano a loro volta, con somme di minor entità, le cause che hanno ottenuto più donazioni giornaliere.3 3 Per maggiori informazioni sul funzionamento di “America’s Giving Challenge” consultare la pagina http://www.causes.com/agc/help#after . 48
  • 49. Di seguito sono proposti alcuni esempi dell’utilizzo dell’applicazione Causes da parte di charity statunitensi. Save Darfur è una coalizione che raccoglie più di 180 charity statunitensi che cercano di sensibilizzare gli Stati Uniti e i suoi rappresentati politici sul genocidio che investe il Darfur chiedendo una risposta a questa emergenza umanitaria. Nella pagina iniziale della causa vengono riportati sia il numero di sostenitori, sia la cifra raccolta a sostegno di essa. Oltre a mostrare quanti soldi sono stati raccolti a favore della causa, nella pagina d’apertura dell’iniziativa sono mostrati anche dati più dettagliati che riportano le donazioni di singoli con la cifra donata. Tale scelta di rendere pubbliche anche le donazioni degli utenti può apparire in linea con l’utilizzo stesso del social network. 49
  • 50. Secondo Joe Green (uno dei fondatori di Berkeley California Based Causes che ha raccolto 7 milioni di dollari su Facebook) “le persone diventano più altruiste quando ottengono una ricompensa sociale per quel che han fatto. Questa ricompensa sarebbe mostrare sul proprio profilo quanti volontari hai reclutato o quanto denaro sei riuscito a raccogliere tramite la causa che hai proposto”.4 La sezione “membri” della pagina della causa mostra chi vi ha aderito e a quali altre cause ha partecipato. Interessante la presenza di una “Hall Of Fame” che propone una top list divisa per tre categorie. La pagina della causa propone anche una sezione denominata “impact” dove è presente un grafico che mostra due tipi di andamenti: uno riguardante l’acquisizione di membri da parte della causa, l’altro l’andamento delle donazioni. Le charity che utilizzano Causes sono molte, ma va detto che questo strumento non sempre è utile per la raccolta fondi più di quanto possano esserlo strumenti tradizionali come ad esempio la posta, eventi dedicati o sollecitazioni postali per avere contributi monetari. Nei primi due anni d’utilizzo di questa applicazione solo una piccola percentuale delle 179 mila charity che hanno utilizzato Causes è riuscita ad ottenere delle somme 4 The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp- dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html. 50
  • 51. di denaro. Stando alle statistiche riportate sul sito degli sviluppatori dell’applicazione la media dei fondi raccolti per ogni charity è di poco più di 29 dollari.5 Nonostante il bacino di utenza sia potenzialmente molto esteso, i sostenitori di cause che effettuano versamenti monetari sono poco più dell’1%.6 Questo non deve di certo scoraggiare l’utilizzo dell’applicazione in questione. Tenendo conto di quanto fin qui considerato è probabile che un’applicazione come Causes sia destinata ad avere successo nel tempo tramite un suo largo utilizzo all’interno del social network. 5 Per riscontri statistici più precisi e aggiornati si consulti http://developers.facebook.com/cases/?causes. 6 The Washington Post “To Nonprofits Seeking Cash, Facebook App Isn't So Green”, by Kim Hart and Megan Greenwell, April 22, 2009. www.washingtonpost.com/wp- dyn/content/article/2009/04/21/AR2009042103786.html. 51
  • 52. Charity: Kiva Website: www.kiva.org Ciò che colpisce visitando il sito della charity statunitense è l’elevato numero di partnership che questa ha stabilito con diverse aziende. Tra queste è presente anche Facebook. Cliccando sui diversi supporter viene spiegato più specificatamente in cosa consiste la partnership. La partnership tra social network e charity consiste nel rendere possibile il contatto tra le centinaia di community che Kiva costruisce nel mondo, il tutto utilizzando le applicazioni Causes e Beacon disponibili su Facebook. Nelle pagine precedenti è già stato spiegato in cosa consiste Causes. Approfondiamo ora la conoscenza di Beacon. Questo strumento fa parte del sistema pubblicitario di Facebook e permette a contenuti esterni al sito di essere visualizzati sul social network come messaggi 52
  • 53. pubblicitari. Ciò che rende l’applicazione interessante è il fatto che la pubblicità possa essere targettizzata a seconda delle proprie necessità.7 Questo fa sì che Kiva, tramite i suoi utenti e fan e attraverso il proprio network di contatti, possa diffondere il proprio operato. Ecco come si presenta la pagina Facebook di Kiva: La pagina Facebook di Kiva si apre sulle news dell’organizzazione. Sono interessanti sia la possibilità di condividere con il proprio network la pagina di Kiva, sia l’opportunità di sottoscrivere i Feed RSS. Nel menu della pagina di Kiva sono presenti due voci che finora non abbiamo avuto modo di incontrare, ovvero “Youtube”, “Twitter” e “Poll”. La sezione “YouTube” utilizza l’omonima applicazione Facebook e contiene i video che la charity ha caricato sul proprio canale. La sezione “Twitter” collega il social site dedicato al microblogging con la pagina Facebook della charity e nella sezione “Poll” è presente un breve questionario. 7 Per informazioni più dettagliate sul’applicazione consultare en.wikipedia.org/wiki/Facebook_Beacon. 53
  • 54. Kiva, oltre ad utilizzare l’applicazione Causes, usa anche un’applicazione proprietaria intitolata con il nome stesso della charity. Ecco come si presenta l’applicazione Kiva: Tramite il suo utilizzo la charity si propone di offrire uno strumento a coloro che fanno già parte della comunità Kiva e a coloro che ne vogliono far parte. Infatti, attraverso l’uso dell’applicazione è possibile vedere i micro-prestiti effettuati dagli utenti e far sì che i membri del proprio network possano venire a conoscenza dell’opportunità di sostenere la charity, attraverso l’utilizzo dell’applicazione in questione. 54
  • 55. Lʼutilità di Facebook per le organizzazioni non-profit Facebook, con i suoi 300 milioni di utenti, è diventato uno dei social media più utilizzati al mondo. Migliaia di organizzazioni e aziende stanno usando Facebook per trovare e rimanere in contatto con i propri supporter. Per il settore del non-profit questo social network offre l’opportunità di promuovere la propria charity, e non solo. Il numero di utenti registrati deve far riflettere le charity sulle potenzialità di questo strumento. Anche il ventaglio di possibilità prese in esame nelle pagine precedenti meritano un’attenta riflessione da parte del mondo del non-profit. La prima opportunità è quella di creare un network di contatti che consente di condividere informazioni, immagini, video e news, il tutto senza possedere conoscenze informatiche particolari. Tramite la pagina Facebook la charity può aumentare il proprio auditorio e far crescere l’attenzione su temi importanti e funzionali alla propria missione, il tutto a costo zero. L’interazione con i membri del proprio network è diretta, loro possono scrivere sulla bacheca della charity e questa può far sì che i propri aggiornamenti compaiano sulla bacheca dei propri fan. Facebook può essere di grande utilità non solo per la sensibilizzazione ma anche per soddisfare necessità impellenti che molte charity si trovano ad affrontare operando spesso in situazioni difficili. Grazie ad applicazioni su misura, o fornite dal social network stesso, è possibile anche indire raccolte di fondi in maniera semplice e senza restrizioni. È importante avere una pagina Facebook poiché la condivisione delle informazioni non può che essere un aspetto fondamentale, e un valore aggiunto, per il mondo del volontariato. Grazie a strumenti come i social network si possono instaurare contatti con migliaia di persone in maniera semplice, supportare lo scambio costruttivo di informazioni e generare conoscenza e consapevolezza su temi spesso sfuggenti ai tradizionali mezzi di comunicazione, aumentando così le chance per le donazioni on-line. 55
  • 56. Flickr Best Practice Flickr Group Charity: The Nature Conservancy Website: www.nature.org Mission: Proteggere la natura, le terre e l’acqua per il pianeta e per le persone. Al di sopra del footer del sito web istituzionale è presente il collegamento alla pagina Flickr della charity. La scelta di mettere in evidenza la presenza dell’organizzazione su Flickr tramite il logo del sito di photo-sharing è ottima. Molte charity sono su Flickr ma nonostante questo non ne fanno cenno sul sito istituzionale dell’organizzazione, perdendo così una potenziale fetta di audience. 56
  • 57. Lo spazio di The Nature Conservancy sul sito di photo sharing è un gruppo. (www.flickr.com/groups/thenatureconservancy) I gruppi di Flickr possono essere considerati un sistema interessante di partecipazione attiva e sociale. Infatti, con il gruppo, si istituisce un unico tema che funge da soggetto dei singoli scatti fotografici. Chiunque può fondare un gruppo in qualsiasi momento e gestirne i suoi contenuti. I livelli di privacy del gruppo sono decisi dall’amministratore al momento della sua creazione e possono comunque essere modificati in seguito. I membri del gruppo di The Nature Conservancy sono più di 15 mila8. Solo chi è iscritto può caricarvi fotografie. Sulla pagina Flickr la charity spiega di cosa si occupa e invita chiunque abbia fotografie naturalistiche o chiunque sia interessato al tema della salvaguardia ambientale ad unirsi al gruppo. 8 Dato aggiornato al Dicembre, 2009. 57
  • 58. L’organizzazione attraverso l’utilizzo di Flickr ha anche bandito un concorso fotografico chiamato “The Grand Prize Winner” che proclamerà il suo vincitore nel Febbraio 2010. Per l’organizzazione, le immagini caricate dagli utenti possono essere utilizzate per raccontare le diverse facce dei luoghi dove The Natural Conservancy opera. La charity suggerisce agli utenti quali tag utilizzare per indicizzare le fotografie caricate. Flickr Page Charity: Oxfam America Website: www.oxfamamerica.org Nella home page di Oxfam America sono presenti una serie di link per seguire l’organizzazione attraverso canali di comunicazione diversi dal sito istituzionale, tra cui Flickr. Rendere disponibile sin dalla home page un collegamento diretto alla pagina Flickr della charity è una buona scelta. 58
  • 59. Oxfam America utilizza un account PRO su Flickr: Su una pagina Flickr solo l’intestatario dell’account può caricare fotografie le quali sono organizzate principalmente in raccolte o set. Oxfam America le organizza in set, una cartella dove le fotografie sono ordinate manualmente attorno a un tema specifico. Per ogni set è solitamente presente un testo descrittivo che contestualizza gli scatti presenti. La charity non utilizza la sezione “Galleria” dove è possibile racchiudere 18 scatti significativi (anche non proprietari) per l’intestatario dell’account. Per un’organizzazione non-profit come Oxfam America, impegnata nel contrastare e combattere le condizioni di povertà e ingiustizia diffuse nel mondo, avere uno spazio di archiviazione delle immagini illimitato è molto utile. Flickr è un tool molto utilizzato dalla charity e ciò è evidente sia per la quantità delle foto presenti che per la loro organizzazione in set specifici. 59
  • 60. Il potere delle fotografie per un’organizzazione come Oxfam America è indubbio. Le immagini sono un mezzo efficace per mostrare e creare consapevolezza sulle condizioni di povertà e ingiustizia che affliggono parte della popolazione mondiale. Charity: Lance Armstrong Foundation - LIVESTRONG Website: www.livestrong.org Mission: lotta ai tumori. Nella sezione “Get Involved” si trova la sottovoce “Stay Connected” dove sono presenti link a vari strumenti Web 2.0 utilizzati dalla charity, tra i quali Flickr. Nel seguito è riportata una sezione della pagina citata. Livestrong è presente su Flickr con un account PRO. Le immagini caricate sono molte e ritraggono, nella maggior parte dei casi, i volontari impegnati in diverse manifestazioni per la raccolta di fondi e la sensibilizzazione sulla lotta ai tumori. Colpisce anche la frequenza degli aggiornamenti dello spazio Flickr della charity. Infatti, si ha subito l’impressione che questo sia estremamente vivo e rinnovato continuamente nei suoi contenuti. Anche Livestrong non utilizza la “Galleria”. 60
  • 61. Di seguito uno screenshot della sezione “set” della pagina Flickr della charity: I set presenti sono davvero molti. Questo sta a significare che la charity di Lance Armstrong crede molto nella condivisione delle fotografie. Queste sono utilizzate come testimonianza diretta del coinvolgimento dei diversi sostenitori della charity nelle manifestazioni che la riguardano. 61
  • 62. Flickr – Raccolte Fotografiche Charity: Action Against Hunger Website: www.actionagainsthunger.org Mission: salvare vite attraverso la prevenzione, la ricerca e la cura della mal nutrizione, specialmente durante e dopo le emergenze, come situazioni di conflitto, guerre e disastri naturali. Il sito di Action Against Hunger utilizza diversi strumenti Web 2.0, tra i quali Flickr. Per trovare il collegamento al sito di photo sharing è necessario seguire il percorso “Get Involved” > “Support Our Work” > “Social Networking”. La charity sul proprio spazio Flickr utilizza le raccolte che sono dei contenitori di set. Ecco come si presenta la sezione “Raccolte” dello spazio Flickr della charity: 62
  • 63. Attraverso l’organizzazione dei set la charity raccoglie e divide gli scatti in base al continente di provenienza. Per ogni raccolta i set presenti sono divisi per nazione. In pratica una raccolta non è altro che una cartella contenente delle sotto cartelle. Anche Action Against Hunger non utilizza la sezione “galleria”. Flickr Gallery La “gallery” non è una sezione molto utilizzata dalle charity. Probabilmente questo deriva dal fatto che le organizzazioni non hanno capito appieno le potenzialità di questa sezione Flickr. Infatti, attraverso la galleria personale è possibile racchiudere 18 tra scatti e video che sono ritenuti significativi dall’utente intestatario dell’account. Una charity, attraverso questa galleria virtuale, potrebbe mettere in mostra ciò che ritiene più importante per far capire meglio il proprio lavoro e il proprio modo di vedere le cose. Le immagini possono dire molto di più delle parole. Flickr Geotagging Charity: Action Against Hunger Website: www.actionagainsthunger.org Action Against Hunger ci fornisce un ottimo esempio dell’utilizzo delle funzionalità messe a disposizione da Flickr: il Geottagging. Questo strumento è utilizzato in apertura dello spazio Flickr della charity. 63
  • 64. Cliccare su uno dei riferimenti presenti nella mappa porta all’ingrandimento di una delle fotografie. Ogni fotografia, una volta selezionata, rimanda a una didascalia che indica la zona della mappa a cui fa riferimento. Oltre che dalla cartina, le immagini possono essere selezionate direttamente dalla striscia orizzontale contenente i vari scatti. Cliccando sull’immagine è possibile visualizzarla in maniera più estesa e leggere gli eventuali commenti legati alla fotografia. Inoltre, è possibile visualizzare il set fotografico al quale appartiene lo scatto. 64
  • 65. Flickr Photostream Charity: Greenpeace USA Website: www.greenpeace.org/usa Sul sito di Greenpeace si trova un utilizzo molto interessante di Flickr. Infatti, nella sezione “photos” del sito è utilizzato il servizio di photo-streaming offerto da Flickr. Tale servizio consiste nel far apparire sul proprio sito web le immagini caricate sull’account Flickr sottoforma di galleria fotografica. Il sito di photo-streaming fornisce all’utente il codice HTML da inserire nel proprio sito web per far comparire le fotografie di Flickr. L’utilizzo di questo tool è in tipico stile Web 2.0. Infatti, le foto sono su un server esterno rispetto al sito che le utilizza. Tramite la funzionalità di visualizzazione delle immagini in streaming offerta da Flickr è anche possibile far scegliere all’utente quale album fotografico visualizzare. 65
  • 66. Lʼutilità di Flickr per le organizzazioni non-profit Gli esempi precedentemente citati possono essere considerati delle best practice nell’utilizzo di Flickr. Infatti, le charity citate fanno un buon uso degli strumenti messi a disposizione dal sito di photo-sharing (tranne per quel che riguarda l’utilizzo della sezione “gallery”). Utilizzare Flickr per caricare e condividere le proprie fotografie è un ottima soluzione, sia dal punto di vista dell’archiviazione sia per quanto riguarda le dinamiche di interazione che possono crearsi attraverso lo strumento. Infatti, grazie alla funzione dei commenti, è possibile relazionarsi con gli utenti su temi specifici e cari alla charity. Inoltre l’opportunità di creare gruppi tematici consente la partecipazione attiva dell’utenza, tramite il caricamento di scatti su un tema specifico. Anche la funzionalità del geotagging è da ritenersi significativa per il mondo del non- profit. Grazie a questa, è possibile trovare fotografie localizzate geograficamente, magari vicino alle zone d’intervento della charity. Inoltre, grazie alla possibilità di taggare le foto caricate, è possibile far sì che esse siano facilmente rintracciabili, sia su Flickr che sul Web, rispetto alle foto caricate sul sito istituzionale. Il sito di photo-sharing mette a disposizione anche strumenti che consentono di alleggerire le pagine del proprio sito web. Ad esempio, grazie all’utilizzo di una galleria di immagini in streaming da Flickr, è possibile rendere il processo di navigazione più leggero sotto il punto di vista dei byte che devono essere caricati per ogni pagina del sito. Le charity americane si dimostrano preparate all’utilizzo di un canale comunicativo come Flickr. Molte ne fanno uso non solo caricandovi le fotografie ma anche alimentando discussioni che nascono a partire dagli scatti stessi. Come già sottolineato nelle pagine precedenti, un’immagine può dire molto di più delle parole. Uno strumento come Flickr può aiutare a raccontare il mondo con gli occhi della charity e delle persone impegnate nelle attività caritatevoli, in modo serio e impegnato. Il mondo del non-profit spesso non trova spazi per dire la sua e mostrare il proprio punto di vista: il sito di photo-sharing è un’ottima opportunità per far sentire la propria voce e far vedere con i propri occhi. 66
  • 67. Flickr stesso sembra essere consapevole delle proprie potenzialità per il settore del non-profit e lo dimostra mettendo a disposizione delle charity 10.000 PRO account annuali. YouTube Best Practice YouTube Videostream Gallery & Channel Charity: Greenpeace Website: www.greenpeace.org/usa Sin dalla home page del sito dell’associazione ecologista, è possibile individuare l’utilizzo di video in streaming dal canale YouTube. Oltre a questo, come per gli altri strumenti Web 2.0 fin qui analizzati, l’organizzazione rende disponibile il collegamento al proprio canale YouTube direttamente in home page. 67
  • 68. La sezione “Videos” del sito dell’organizzazione ecologista propone una video gallery i cui filmati sono caricati in streaming dal canale YouTube. Ecco come si presenta il canale YouTube della charity ecologista: 68
  • 69. Come si può notare, il layout del canale e i caratteri verdi che titolano i video presenti, richiamano i colori istituzionali dell’organizzazione. Il canale YouTube di Greenpeace USA mantiene quindi una coerenza grafica che evita di generare smarrimento nell’utente. Nella pagina di apertura del canale YouTube di Greenpeace USA sono riportate le informazioni biografiche della charity e alcune statistiche. Per ogni filmato è presente una breve descrizione. Oltre a ciò, non mancano le consuete funzioni di YouTube che permettono di commentare il filmato, di aggiungerlo tra i preferiti, di condividerlo attraverso i più diffusi strumenti di social networking, di aggiungerlo alla propria playlist (nel caso in cui si possieda un account personale sul sito) e segnalarlo a YouTube nel caso in cui violasse le condizioni di utilizzo del servizio. 69
  • 70. YouTube Videostream & Channel Charity: Oxfam America Website: www.oxfamamerica.org Il sito web di questa charity statunitense presenta in home page gli strumenti Web 2.0 tramite i quali rimanere in contatto con l’organizzazione. Tra questi non manca YouTube. I video presenti nella sezione dedicata del sito istituzionale sfruttano la visione in streaming dei filmati dal canale YouTube di Oxfam America. Di seguito uno screenshot della sezione “Video” del sito web: 70
  • 71. Il canale YouTube presenta un layout coerente con quello del sito web istituzionale. Le caratteristiche non differiscono da quelle dei canali delle organizzazioni fin qui prese in esame. Nel header della pagina è presente il bottone “Join Now” che consente di registrarsi alla newsletter dell’organizzazione tramite un collegamento alla pagina web del sito istituzionale dedicata al sostegno economico. Nella pagina iniziale del canale YouTube della charity è presente la bacheca dove sono riportati i commenti degli utenti. 71
  • 72. Charity: American Red Cross Website: www.americanredcross.org Sul sito istituzionale di American Red Cross i collegamenti ai social media utilizzati dalla charity sono sponsorizzati in home page in modo evidente. Il collegamento a YouTube, come del resto quello agli altri canali di comunicazione esterni al sito, è messo bene in evidenza. Alcuni siti web di charity statunitensi affidano il link al canale YouTube e ad altri social media a button poco identificabili. Questa scelta è sbagliata poiché ciò che va fornito all’utente è uno strumento che sia facilmente riconoscibile, anche da chi non ha dimestichezza con i social site tipici di Internet 2.0. American Red Cross fa capire sin dalla home page l’utilizzo di YouTube, non solo tramite il social button dedicato, ma anche attraverso la presenza di un video collegato in streaming con il canale della charity. 72
  • 73. Vediamo ora come si presenta il canale YouTube dell’organizzazione: Nelle sue funzionalità il canale della charity non differisce da quelli precedentemente analizzati. Va notato come l’header richiami quello del sito istituzionale. Infatti, la grafica dello spazio YouTube è semplice ma allo stesso tempo efficace nel far riconoscere all’utente un canale di comunicazione ufficiale di American Red Cross. Cliccando sulla scritta “join us” presente nell’header l’utente viene collegato al sito web della charity. Una funzionalità interessante implementata da America Red Cross sul canale YouTube è la possibilità di effettuare donazioni tramite il circuito Google Checkout. Infatti, nella pagina iniziale dello spazio YouTube è presente il bottone di Google per le donazioni. 73
  • 74. Charity: Concern Worldwide Website: www.concernusa.org Mission: operare nei paesi più poveri del mondo per sconfiggere le condizioni di indigenza presenti. La home page del sito istituzionale presenta in maniera evidente i collegamenti agli strumenti Web 2.0 utilizzati. Navigando nel sito, la posizione di questi link cambia variando da destra a sinistra ma i bottoni di collegamento rimangano sempre ben visibili durante il processo di navigazione. 74
  • 75. Ecco come si presenta il canale YouTube della charity: Ogni video presente sul canale di Concern Worldwide è accompagnato da una descrizione e nella pagina iniziale del canale YouTube non mancano le informazioni descrittive riguardanti la charity. L’organizzazione mette a disposizione degli utenti del canale un link attraverso il quale effettuare donazioni. Il collegamento porta alla sezione del sito web istituzionale preposta alla raccolta fondi on-line. Oltre a questo collegamento, ne è presente un altro che invita a iscriversi a un form presente sul sito web. Nella lista degli iscritti al canale YouTube sono presenti utenti individuali, organizzazioni e altre charity. 75
  • 76. Lʼutilità di YouTube per le organizzazioni non-profit YouTube è uno strumento che consente di vedere, caricare e condividere filmati. Tali caratteristiche lo rendono un tool dalle elevate potenzialità per il mondo del non- profit. Basti pensare a quanto costerebbe per una charity avere un proprio canale dove trasmettere i propri video su un media di vecchia generazione come la televisione. I costi sarebbero insostenibili per la maggior parte delle organizzazioni. YouTube permette di raggiungere un auditorio dalle vaste dimensioni in maniera economica (il sito è gratuito), relativamente semplice e veloce. Ciò che si può fare con YouTube è riportare testimonianze dirette del lavoro della charity, di quello che sta succedendo laddove sta operando, documentare in maniera tangibile il proprio lavoro rendendo consapevole l’utenza di ciò che l’organizzazione si trova ad affrontare, di come opera nei territori di riferimento, ecc. Tutto questo non farà altro che aumentare le possibilità di coinvolgere direttamente le persone. Gli strumenti forniti da YouTube consentono di generare conoscenza e consapevolezza attorno ai temi cari alla charity. Per creare conoscenza basta una macchina da ripresa qualunque, anche un telefono cellulare. Per caricare il filmato è sufficiente una connessione internet. Gli strumenti necessari per riportare testimonianze dirette sono pochi mentre i vantaggi che si possono ottenere moltissimi e alla portata di tutti. YouTube non è solo video. Come riportato nelle analisi precedenti, il canale diventa una piattaforma per lo scambio di opinioni grazie alla funzionalità dei commenti. Questa caratteristica non può che essere funzionale al mondo delle organizzazioni non-profit. Inoltre è possibile inserire all’interno del canale un bottone per le donazioni on-line. YouTube è potenzialmente una vetrina che si affaccia su una piazza dove il numero elevato di passaggi garantisce un ritorno sicuro dell’investimento fatto nel creare e mantenere vivo il canale. 76