1. Omelia della XXIII domenica - anno A
Il profeta Ezechiele: chi sono i profeti?
Sono persone, uomini e donne, che Dio
chiama, chiamava... adesso un po' meno, però
ancora oggi abbiamo dei profeti, persone
che il Signore chiama perché parlino
al suo popolo e dicano delle cose
importanti in nome di Dio, e così fu per
Ezechiele; in particolare Ezechiele
doveva, doveva avere il compito di
ammonire il popolo d'israele e dire al
popolo che molte cose non andavano, che il
re non si curava del suo popolo che i
sacerdoti facevano loro interesse non
quello degli altri.
Insomma tutta una serie di cose...
quindi Dio dice a Ezechiele
"Se tu non dici queste cose
sarai corresponsabile della morte del
mio popolo,sarai corresponsabile del peccato che
mio popolo sta commettendo", una
cosa non da poco anche perché queste parole
sono rivolte anche a noi oggi, no?
Se io vedo un fratello o una sorella che sbagliano
clamorosamente, manifestamente cosa
faccio? Mi faccio gli affari miei?
tanto non sono affari miei c'è la
privacy, oggi figuriamoci la libertà per
tutti non mi importa. Invece così facendo divento corresponsabile del male che si
sta facendo quel fratello o sorella e del male che farà agli altri,
pensiamoci. Nessun uomo è un'isola; gli Ebrei
dicevano se uno pecca è anche colpa
della comunità che sta intorno,
non è soltanto colpa sua ma anche degli
altri che non l'hanno avvertito avvisato
non ha pregato per lui o per lei
Quindi, se uno paga il riscatto - Gesù Cristo
come l'ha pagato Lui -
allora tutti quanti hanno pagato il
riscatto per quel peccato originale.
quindi ricordiamoci la prossima volta
che vedremo qualcuno che sbaglia
diciamoglielo, con carità, con pazienza
con dolcezza con rispetto, per carità!
Però diciamolo perché altrimenti, ripeto,
siamo corresponsabili del male che si fa
la persona; oggi è difficile farlo
perché, si sa, la libertà è di tutti
quanti, garantita in assoluto,
figuriamoci se io mi permetto di dire
qualcosa agli altri: facciamolo, facciamolo, perché ci verrà
chiesto conto; "ciò che non hai fatto al più piccolo di questi miei fratelli non l'hai
fatto a me" ci dirà qualcuno
2. alla fine; e non vuol dire andare in giro a
spettegolare a dire a tutti quanti la
colpa di quella persona, ci mancherebbe
altro, non dobbiamo farlo, ma dire alla persona "caro mio, caro fratello, cara
sorella, ti voglio bene sei per me veramente una persona speciale però
permettimi che ti dica queste cose secondo me..." poi
la persona fa come gli pare però, ecco,
io non sono responsabile del male che ti
fai, a te e agli altri.
E così anche san Paolo torna sull'argomento,
più sul psicologico, sullo
specifico, dice "non commetterai adulterio, non ucciderai eccetera eccetera...
amerai il prossimo tuo come te stesso"
quindi che cosa vuol dire? Che prima di tutto
devo amare me stesso, devo rispettarmi, devo
avere una grande autostima,
chiamiamola così, oggi è autostima, sia
per me stesso prima di poter amare gli
altri; se io mi disprezzo se io non sono
d'accordo con me stesso, se ho grosse
contraddizioni e chiaro che non posso
neanche amare gli altri,
quindi prima di tutto dobbiamo lavorare su
noi stessi, anche eventualmente con
l'aiuto della psicologia visto che c'è
questo sussidio,
possiamo anche usare qualche incontro
con persone esperte in questo campo che
ci possono dire "no secondo me stai sbagliando,
dovresti fare questo e quest'altro" perché noi non siamo giudici di noi
stessi, noi ci autoinganniamo...
"Adesso mi correggo", figuriamoci
è difficile che riusciamo ad autocorreggerci da soli, ci vuole una persona che ci
guarda all'esterno: noi
religiosi, noi sacerdoti, noi consacrati
abbiamo un padre spirituale appunto per
questo, che ci dice gli errori difetti le
cose che possiamo migliorare del
ministero quindi non dobbiamo
precluderci questa possibilità che
abbiamo, molto preziosa.
Bene, il vangelo
ci presenta Gesù, il quale dice appunto
questo: parla della correzione se a
persona sbaglia vai da lui, se
continua a sbagliare e non si redime,
prendi due o tre persone che conosci e vai da
lui, se continua a sbagliare alla fine dillo al sinedrio e si ritroverà in tribunale,
se continua a sbagliare sia per te
come un pubblicano e un pagano, sia
separato dalla comunità.
La chiesa arriva a scomunicare - sappiamo -
chi commette peccati, crimini particolarmente gravi, per esempio l'attentato al
Papa è passibile di
3. scomunica: se uno cerca di ammazzare il
papa viene scomunicato perché
è talmente grave il reato, il crimine che
si dice "Aspetta ti tolgo il sostegno dei
sacramenti perché tu rifletta, non per
vendetta ma perché tu rifletta sulla
gravità di cià che hai fatto;
poi alla fine sarà, riammesso perché la
scomunica non dura tutta la vita, a
un certo punto finisce però, ecco, ci deve
essere una riflessione su questo e chi
diventa come un pagano e pubblicano
è un nemico, per noi è un nemico però Gesù ci
raccomanda di amare anche i
nemici...
Quindi la persona che diventa per te
come un pagano pubblicano che si separa
dalla comunità, sia per te come il nemico ma il
nemico va amato quindi non c'è nulla
che ci separi veramente degli altri.
Allora messaggio di oggi, di questo
domenica
è proprio questo: quando vediamo qualcuno
che sbaglia non sbagliamo anche noi: sant'agostino diceva il male ha due cause
chi lo vede e chi lo fa, chi lo
vede e sta zitto e chi lo fa. Quante mamme buttano i neonati nei cassonetti
purtroppo ancora tante... si sente, avete
sentito le interviste dei
vicini? "Ah non sapevo niente, io non mi sono accorto di niente, non mi impiccio,
non so..." Bisogna quindi arrivare al
dramma per farsi gli affari degli altri?
nessuno ha capito che la mamma stava
male, che era depressa, che aveva qualcosa
che non andava?
Strano. Di questi tempi, con tutti i
mezzi di comunicazione che abbiamo è abbastanza difficile... ecco poi
ricordiamoci san paolo ama il prossimo tuo
come te stesso prima però ama te stesso, perdonati. Hai
fatto qualcosa di imperdonabile? Perdonati, chiedi perdono per la confessione,
fai
penitenza ti riconcili con te stesso, con
gli altri e con Dio, ecco questa è la
chiave
e poi aggiunge san paolo la carità non
fa alcun mare al prossimo
se io in nome della verità dico una
verità che fa male, quella è menzogna
devo stare attento a dire la verità,
pregare e capire quando è il momento di dirlo ma
evitare di usarla come un randello per
picchiare gli altri, no questo non si fa
Ricordiamoci poi Gesù: chi non si converte
chi non ti ascolta alla fine sia
4. un nemico però quel nemico va amato
perché il Vangelo dice che se amiamo
soltanto quelli che ci vogliono bene, siamo come
i pagani, anche a noi quindi tocca a mare i separati da noi.
l'ultima riflessione: Gesù dice dove
sono riuniti due nel mio nome io sono con
loro e qualunque cosa chiederanno io la
concederò? Ma se questa cosa non viene?
fosse anche la guarigione di
qualcuno, come mai
Dio non guarisce i malati come mai? Ve lo siete
mai chiesto? Perché io chiedo una
guarigione di qualcuno prego vado a
Lourdes, faccio dire le messe e
quant'altro e la persona non guarisce?
Come Mai? c'è scritto chiunque
chiederà qualcosa nel mio nome, Dio la
concederà. Forse Dio mente?
No, il Signore concede ciò che ci serve.0
Ma la guarigione ci serve! Non è detto...
la persona forse deve testimoniare la sua
fede la sua santità nella malattia.
Padre Pio: quanto ha sofferto. Poteva
chiedere di guarire, poteva chiedere di star
meglio, che sparissero le stigmate
eccetera eccetera.
No, è rimasto in quella condizione e adesso
è San Padre Pio, esattamente per quello, quindi la
preghiera serve perché o toglie la
croce o comunque da la forza di portarla.
Sia lodato Gesù Cristo