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andar
per centri
storici
nella grecìa
salentina
38km
itinerario
cicloturistico
interattivo n°3
L’ultimo itinerario vi porterà
alla scoperta dei centri storici
più significativi della Grecìa.
Partite da Zollino e proseguite
verso nord costeggiando sulla
sinistra i binari delle Ferrovie
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a Sternatìa, dove vi aspetta
un centro storico molto
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pressi di Porta Filìa (porta
dell’amicizia o della pace,
ultima parte superstite della
cinta muraria cinquecentesca)
si trova un frantoio ipogeo.
Fino agli inizi del XIX sec.
qui venivano prodotte grandi
quantità di olio lampante,
destinato cioè alla combustione.
Partendo dal porto di Gallipoli,
l’olio raggiungeva il Nord
Europa, dove veniva utilizzato
per l’illuminazione pubblica.
Poco fuori il centro storico, in
via Neviera, semi nascosta tra
abitazioni private, troverete la
Cripta di San Sebastiano (1).
Usciti da Sternatìa, proseguite
verso sud-ovest in direzione
di Soleto. Notate come la
campagna qui sia piuttosto
brulla e priva di olivi. Entrate a
Soleto da una zona residenziale
di recente costruzione (ma
attenzione, nel territorio
in cui si estende il centro
moderno di Soleto sono visibili
testimonianze archeologiche
di età messapica) ed inoltratevi
nel notevolissimo centro storico.
Il vostro sguardo verrà subito
catturato dall’imponente Guglia
di Raimondello, che dall’alto dei
suoi 40 metri di altezza domina
il centro abitato ed è visibile a
distanza di chilometri. Non si
tratta di un campanile, ma di
una raffinata manifestazione
di prestigio e potere voluta da
Raimondo Orsini Del Balzo,
principe di Taranto e conte di
Soleto. La Guglia fu completata
nel 1397, ma la leggenda locale
vuole che essa sia stata costruita
in una sola notte per opera di
demoni e grifoni al servizio del
“mago” Messer Matteo Tafuri.
La vicina Chiesa di Santo
Stefano (2) avrà sicuramente
un aspetto molto più modesto
rispetto alla sontuosa Guglia,
ma aspettate di ammirare
gli affreschi medievali al suo
interno, recentemente restaurati.
Anche qui vi proponiamo una
possibile deviazione al vostro
itinerario. Soleto è molto vicina
a Galatina, una delle perle del
Salento. Meriterebbe una visita
anche solo per ammirare la
magnifica Basilica gotica di
Santa Caterina d’Alessandria, i
cui affreschi di scuola giottesca e
senese sono tra i più importanti
d’Italia.
Se poi siete in vena di deviazioni
e siete interessati alle produzioni
artigianali locali potete deviare
fino alla vicina Cutrofiano,
borgo che rappresenta un
importante centro per la
produzione della ceramica (3)
sin dal medioevo.
Proseguendo con il nostro
itinerario, uscite da Soleto
e seguite via Murica fino
a Corigliano d’Otranto. Il
centro del paese è dominato
dall’imponente Castello De’
Monti, senza dubbio uno dei
migliori esempi di architettura
militare cinquecentesca nel
Sud Italia. La splendida facciata
fu fatta ricostruire dal duca
Francesco Trane nel 1667,
per ingentilire una struttura
andar
per centri
storici
nella grecìa salentina
itinerario cicloturistico n°3 (38km)
Grecìa Salentina
che aveva ormai perso la sua
funzione difensiva. Sul pannello
informativo all’ingresso
troverete la descrizione delle
statue allegoriche che la ornano.
Dopo la visita al Castello, vi
invitiamo a perdervi un po’ nel
centro storico per ammirarne
i gioielli: uno su tutti lo
splendido Arco Lucchetti in Vico
Freddo, riccamente decorato.
Attraversate la Caporta (dal
griko cau porta, porta a sud)
ed uscite dal centro storico,
proseguendo fino a raggiungere
Melpignano.
Qui l’itinerario vi porterà
davanti al Palazzo Marchesale
De Luca, con le sue mura,
le torri merlate e il fossato.
Precedentemente si chiamava
Palazzo Baronale Castriota.
È stato completato nel 1636 e
restaurato di recente. Proseguite
fino in Piazza S. Giorgio (4),
una delle rare piazze porticate
del Salento. I portici vennero
eretti nel XVI sec. per ospitare il
mercato settimanale del sabato.
Il paese divenne presto un
importante snodo commerciale
in questa zona del Meridione,
tanto da meritare l’appellativo
di “Napoli Piccinna” (piccola
Napoli, la capitale del Regno).
Da Melpignano ci spostiamo
a Castrignano, dove un centro
storico di modeste dimensioni
rispetto agli altri ci offre però
l’occasione di visitare il notevole
Castello de Gualtieriis (5).
Proseguendo lungo la Strada
Comunale Pappo, arriviamo
a Carpignano Salentino.
Qui la tappa obbligata è
innanzitutto la Cripta di Santa
Cristina, considerata uno dei
più antichi luoghi di culto
cristiani in Puglia. La cripta
è stata affrescata più volte nel
corso dei secoli ed è difficile
stabilire quando si sia iniziato a
dipingerne le pareti. L’affresco
con la data più antica è il Cristo
di Teofilatto, risalente al 959,
ma non è sicuramente il più
antico in assoluto. La cripta si
trova lungo l’antico percorso
della Via Traiana Calabra,
di cui vi abbiamo già parlato
nell'itinerario n°2. Tra le vie
del centro storico incontrerete
Vico Giudeca. Questo nome
ritorna molto spesso nella
toponomastica salentina,
così come in molte altre parti
d’Italia. La parola giudecca,
qui come altrove, indicava il
quartiere ebraico. La comunità
ebraica di Carpignano era una
delle più importanti ed attive
in Puglia. Lo dimostra il fatto
che l’appellativo “giudei” sia
ancora oggi il soprannome
tradizionale degli abitanti di
questo piccolo paese. Pare che
la Fiera di Ognissanti, una delle
Appena fuori da Sternatìa, in
direzione Nord, troverete la
Chiesa della Madonna degli
Angeli (7), interessante per
la decorazione pittorica degli
interni.
*deviazione (a/r 4km)
più antiche del Salento, fosse
originariamente destinata ai
commercianti ebrei, ai quali
durante il Regno di Napoli
erano imposte numerose
restrizioni civili ed economiche.
Prima di lasciare Carpignano,
ammirate l’imponente facciata
del seicentesco Palazzo Ducale
Ghezzi.
Uscite da Carpignano in
direzione Nord. Incontrerete
il Menhir Grassi e passerete
nei pressi di uno dei rari tratti
visibili della Via Traiana
Calabra. Proseguite in direzione
di Martano.
Il centro storico di Martano è
diviso in vari rioni. La parte
più antica è detta La Terra. Il
rione Catumerèa è noto per
le sue "case a corte", moduli
insediativi costruiti intorno
ad un cortile comune. Questa
sorta di spazio semi-pubblico
ci testimonia un modello di
vita ormai scomparso, fatto di
condivisione degli spazi e di
relazioni che trascendevano i
legami familiari in favore della
comunità del vicinato (in griko:
ghetonìa). Accanto alle case a
corte noterete numerosi palazzi
nobiliari, intitolati alle famiglie
di proprietari terrieri che vi
abitavano. I più notevoli sono
Palazzo Andrichi-Moschettini,
Palazzo Pino, Palazzo Micali,
Palazzo Scarpa. Nel mese di
luglio viene organizzata la
manifestazione Cortili Aperti: è
una buona occasione per visitare
meglio questi eleganti palazzi.
Martano ha una vocazione
commerciale e turistica: qui
troverete numerosi B&B,
ristoranti di cucina tipica e
negozi di artigianato locale.
Uscite da Martano e seguite
il nostro itinerario fino a
ritornare a Zollino, non senza
essere passati per il Parco
archeologico di Apigliano (6).
La cripta dedicata al martire San
Sebastiano è di proprietà privata
con accesso pubblico. Non si
hanno notizie certe riguardo la
sua origine. La presenza delle
superfici dipinte e l’impostazione
dell’ambiente fanno pensare a
una fondazione intorno al XII
secolo, con interventi successivi
fino a fine XVI secolo.
La Cripta ipogea è a pianta
rettangolare, interamente scavata
nella roccia e quadripartita da
un pilastro centrale, sul quale
sono presenti i resti di un
affresco che ritrae appunto San
Sebastiano. Nel corso dei secoli
è stata anche utilizzata come
frantoio e come rifugio durante
la Seconda guerra mondiale.
Il 20 gennaio, giorno di San
Sebastiano, la comunità offre
la sua devozione riempiendo la
cripta di lumini votivi.
Le attività di ricerca In-Cul.
Tu.Re sono state finalizzate
alla valutazione dello stato di
conservazione della struttura e
degli affreschi conservati al suo
interno, alla caratterizzazione
dei materiali, delle tecniche
esecutive e del degrado, al fine
di offrire un contributo tecnico
preliminare al restauro.
(1) 	cripta di san sebastiano
	 sternatia (Sec.xii-xvi)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il messaggio di Ilaria (20 gennaio 2014)
La Chiesa di Santo Stefano
costituisce uno dei più compiuti
esempi di pittura tardogotica
in Puglia e testimonia, con
le sue pareti interamente
affrescate e alcuni elementi
architettonici, la convivenza tra
rito greco e latino. La chiesa fu
costruita con ogni probabilità
per officiare il rito greco e subì
nuovi interventi intorno alla
fine del Trecento con l’avvento
di Raimondello del Balzo-
Orsini, nella Contea di Soleto.
Essa conserva cicli affrescati
raffiguranti santi della chiesa
orientale e romana, la vita di
Cristo e di Santo Stefano (il
ciclo agiografico è uno dei rari
esempi in Terra d’Otranto), il
Giudizio Universale e scene
teofaniche. Presenta uno stretto
legame con la decorazione
pittorica della Basilica di
Santa Caterina d’Alessandria
a Galatina e rivela influssi del
gotico cortese internazionale
e delle scuole di area padana,
veneta e toscana, ma anche
romana e napoletana.
In-Cul.Tu.Re, insieme alle
attività di studio sullo stato
di conservazione e per la
caratterizzazione dei materiali,
delle tecniche esecutive e del
degrado, ha sviluppato una
guida in realtà aumentata alla
chiesa, con contenuti scientifici,
letture iconografiche e
integrazioni di restauro digitale
per migliorare l’accessibilità
cognitiva alle opere pittoriche.
Per fruire dei contenuti speciali
per la tua visita naviga su:
www.inculture.eu/
chiesadisantostefano
(2) 	Chiesa di santo stefano
	Soleto (sec. xIv)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
La lettera di Sofia, prefica (9 settembre 1480)
Il territorio di Cutrofiano è
indissolubilmente legato alla
produzione ceramica. Già
nei primi anni del Seicento
Geronimo Marciano, nella sua
opera intitolata Descrizione,
origine e successi della Provincia
d’Otranto, scriveva: «Al di là
di Corigliano ci attendono
Cutrofiano, Sogliano, ove si
lavorano pignate e altri vasi
di creta». Difatti è proprio la
“pignata”, pentola utilizzata
principalmente per la cottura di
legumi, la forma ceramica un
tempo maggiormente prodotta
in loco; tanto da attribuire a
Cutrofiano, come sosteneva
anche Nicola Vacca in uno
dei suoi scritti sulla ceramica
salentina, la denominazione di
«paese delle pignatte».
Il lavoro del progetto In-
Cul.Tu.Re., frutto di ricerca
bibliografica e sul campo, si è
posto l’obiettivo di documentare
e allo stesso tempo introdurre
alla conoscenza di alcuni
luoghi legati alla produzione
tradizionale della ceramica:
attività artigianale che
rappresenta l’identità storica del
territorio cutrofianese.
A questo scopo è stata realizzata
una mappa interattiva per
guidare il visitatore alla scoperta
o meglio alla riscoperta dell’arte
di saper lavorare l’argilla,
favorendo una fruizione
consapevole delle risorse
culturali, archeologiche e
ambientali del territorio.
Per scoprire la mappa, i video, e i
contenuti speciali visita:
www.inculture.eu/
argilladicutrofiano
(3) 	l'arte di lavorare l'argilla
	cutrofiano
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il racconto di Antonio, pignataro (10 maggio 1760)
Piazza S. Giorgio è una delle
rarissime piazze porticate
del Salento. A partire dalla
loro edificazione, voluta dal
vescovo Niccolò Maiorano sul
finire del XV secolo, e fino ai
primi anni dell’800, i portici
hanno accolto uno storico
mercato, come testimoniano
gli antichi banchi in pietra
leccese. Piazza San Giorgio è
stata un importante crocevia di
mercanti provenienti da Napoli,
Bari e Lecce, che avrebbero
portato Melpignano a essere
soprannominata “La Napoli
Piccinna” (La “Piccola Napoli”).
Sebbene abbia perduto la sua
funzione commerciale, Piazza
San Giorgio è ancora oggi
un “salottino urbano” per
Melpignano, luogo d’incontro
privilegiato della comunità.
Un contesto unico che ha posto
le basi per l’avvio del percorso
di progettazione partecipata
per la re-illuminazione della
piazza e dei portici, denominato
Melpilight. Un processo durato
12 mesi, che ha coinvolto i
cittadini nel restituire alla
piazza ruolo, valore e centralità
attraverso la luce. Le attività di
ricerca di In-Cul.Tu.Re hanno
riguardato anche la valutazione
dello stato di conservazione
dei portici sui quali sono state
condotte campagne di indagini
termografiche.
Scopri il progetto Melpilight
visitando il sito:
www.inculture.eu/melpilight
(4) 	piazza san giorgio
	 melpignano (sec. xv)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il racconto di Ciro, mercante napoletano (26 giugno 1580)
Il castello, edificato su pianta
quadrata durante il medioevo,
è ricordato - secondo alcune
fonti non ufficiali - come
“sito fortissimo di difesa per
respingere attacchi nemici”
sotto gli Angioini. A partire
dal ’500, il Castello ha subito
numerose modifiche.
In-Cul.Tu.Re. vi ha svolto
attività di indagine
scientifica per valutare lo
stato di conservazione e il
comportamento energetico
della struttura. Principalmente
utilizzato per eventi e attività
culturali, il castello presenta
alcune peculiarità che lo
rendono un contenitore ideale
per allestimenti artistici.
A tal proposito, il progetto
In-Cul.Tu.Re. lo ha individuato
come punto di raccolta di una
riflessione fotografica dedicata
al paesaggio della Grecìa
Salentina. Nell’agosto 2014,
il piano nobile del complesso
ha infatti ospitato la mostra
fotografica “Da qui non si vede
il mare – Il paesaggio della
Grecìa Salentina”
Per scoprire la mostra
fotografica visita il sito:
www.daquinonsivedeilmare.it
(5) 	castello de' gualtieriis	
	 castrignano de' greci (Sec. XVI e prec.)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Lettera di Giuseppe, contadino (8 maggio 1732)
Apigliano è un sito archeologico
che si trova fra Martano
e Zollino. Si tratta di un
villaggio risalente all’alto
medioevo, abitato dal VII sec.
e poi abbandonato. Gli scavi
condotti dall’archeologo Paul
Arthur dell’Università del
Salento hanno portato alla
luce un insediamento di tipo
rurale che, dopo un periodo
di relativo isolamento, entrò
a partire dal IX sec. in un
circuito commerciale più
ampio, come testimoniano le
monete bizantine, le ceramiche
e i gioielli (simili a quelli “alla
moda” in quel periodo a Napoli,
Londra, Parigi o Lisbona)
rinvenuti nelle sepolture. Ad
Apigliano, come in buona parte
del Salento, si officiavano sia
il rito latino che quello greco
bizantino. A partire dal XV
sec., il piccolo villaggio fu
abbandonato. Non è ancora
certo quale sia stato il motivo
dell’abbandono, ma uno dei
fattori potrebbe essere stata
la Morte Nera, la tremenda
epidemia di peste del 1348.
Successivamente, le popolazioni
si spostarono in centri più
strutturati, dotati di strade,
cinte murarie e talvolta castelli.
L’abbandono di Apigliano portò
quindi allo sviluppo di Martano
e Zollino, come suggerisce la
tradizione orale.
Il progetto In.Cul.Tu.Re
ha sviluppato un sistema
di visita del sito in realtà
aumentata (attraverso modelli
tridimensionali, video e schede
di approfondimento). Il sistema
di visita virtuale è fruibile da
mobile e da remoto:
Per Scoprire il villaggio
bizantino e medievale di
Apigliano ed accedere ai
contenuti scarica l’applicazione
AR-media
Visita il sito: www.inculture.eu/
parcoarcheologicoapigliano
(6) 	apigliano Martano
	 (Sec. vI-XVI)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
La Lettera di Angelica (9 febbraio 1283)
Realizzato da In-Cul.Tu.Re. progetto
vincitore del bando Miur “Smart Cities and
Communities and Social Innovation”.
Soggetti attuatori In-Cul.Tu.Re.
Francesco De Matteis
Lavinia Donateo
Paola Durante
Sofia Giammaruco
Gabriele Miceli
Gabriele Montinaro
Maria Federica Stifani
A cura di
Alberto Giammaruco | CRESCo
Testi
Igor Legari, Marco Leo Imperiale,
Lavinia Donateo, Paola Durante,
Sofia Giammaruco, Gabriele Miceli,
Maria Federica Stifani.
Progetto grafico e impaginazione
Alberto Giammaruco | CRESCo
Basi cartografiche
Rino Carluccio
Foto
Marco Rizzo
© 2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIUR
www.inculture.eu
Prodotto nel mese di Maggio 2015
contributi credits
Un progetto di
realizzato in collaborazione con
cofinanziato da
In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando
Miur “Smart Cities and Communities and
Social Innovation”
PON04a3_00390
PON “Ricerca e Competività” (PON “R&C”)
2007 - 2013 Avviso D.D. 84/Ric del 2/3/2012
Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Ob. Op.
4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo
Sostenibile e la Diffusione Della Società
Dell’Informazione”.
In-Cul.Tu.Re. Lecce, via S. Lupinacci, 1
73100 | progettoinculture@gmail.com
andar
per centri
storici
nella grecìa salentina
itinerario cicloturistico n°3 (38km)
La Chiesa della Madonna
degli Angeli si trova a circa
un chilometro dal centro
di Sternatia, in direzione di
Galugnano. La sua costruzione
risalirebbe al XVI secolo e
sarebbe proseguita durante
il XVII. L’edificio, costruito
sulle rovine di una chiesetta
di campagna, era annesso al
convento dei Francescani che
successivamente andò distrutto.
La chiesa presentava una o
due campate anteriori che
purtroppo sono state demolite
per l’ampliamento della strada
attigua. Gli interni sono decorati
con interessanti pitture murali
in parte occultate da strati
soprammessi.
La chiesa ha un elevato valore
spirituale per gli abitanti di
Sternatia e secondo le fonti
custodisce un affresco della
Vergine ritenuto miracoloso.
La tradizione locale vuole che il
primo giovedì dopo Pasqua ci
si ritrovi nei pressi della chiesa
per onorare la Madonna con
una festa popolare. Una visita
pastorale del 1608 riferisce di
una processione nel giorno della
“feria quinta post Pascha”.
Le attività di ricerca di
In-Cul.Tu.Re sono state condotte
con l’obiettivo di valutare lo
stato di conservazione, il suo
comportamento energetico e per
studiarne la decorazione murale
mediante la caratterizzazione
dei materiali, delle tecniche
esecutive e del degrado.
(7) 	chiesa della madonna 		
	 degli angeli
	 sternatia (Sec. xvi)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Lettera di Valentino, studente (7 aprile 1990)
NOTA
Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che
consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. 	
Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per 		
una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.
PON04a3_00390
Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 - Avviso D.D.
84/Ric del 2 marzo 2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Obiettivo Operativo 4.2.1.3 “Azioni
Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”.
NOTA
Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX
che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS.
Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati
per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.

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In-Cul.Tu.Re. Itinerari cicloturistici - 3.Andar per centri storici nella Grecìa Salentina

  • 2. L’ultimo itinerario vi porterà alla scoperta dei centri storici più significativi della Grecìa. Partite da Zollino e proseguite verso nord costeggiando sulla sinistra i binari delle Ferrovie del Sud Est. Seguendo la strada arriverete direttamente a Sternatìa, dove vi aspetta un centro storico molto caratteristico e ancora poco battuto dalle rotte turistiche. Sternatìa è il paese in cui la lingua grika sta resistendo con maggiore tenacia all’estinzione: potrebbe capitarvi di incontrare il suono caratteristico di questa lingua nelle conversazioni degli anziani seduti al tavolino di un bar. Le vie del centro sono spesso strettissime, ma perfette da visitare in bicicletta. Nei pressi di Porta Filìa (porta dell’amicizia o della pace, ultima parte superstite della cinta muraria cinquecentesca) si trova un frantoio ipogeo. Fino agli inizi del XIX sec. qui venivano prodotte grandi quantità di olio lampante, destinato cioè alla combustione. Partendo dal porto di Gallipoli, l’olio raggiungeva il Nord Europa, dove veniva utilizzato per l’illuminazione pubblica. Poco fuori il centro storico, in via Neviera, semi nascosta tra abitazioni private, troverete la Cripta di San Sebastiano (1). Usciti da Sternatìa, proseguite verso sud-ovest in direzione di Soleto. Notate come la campagna qui sia piuttosto brulla e priva di olivi. Entrate a Soleto da una zona residenziale di recente costruzione (ma attenzione, nel territorio in cui si estende il centro moderno di Soleto sono visibili testimonianze archeologiche di età messapica) ed inoltratevi nel notevolissimo centro storico. Il vostro sguardo verrà subito catturato dall’imponente Guglia di Raimondello, che dall’alto dei suoi 40 metri di altezza domina il centro abitato ed è visibile a distanza di chilometri. Non si tratta di un campanile, ma di una raffinata manifestazione di prestigio e potere voluta da Raimondo Orsini Del Balzo, principe di Taranto e conte di Soleto. La Guglia fu completata nel 1397, ma la leggenda locale vuole che essa sia stata costruita in una sola notte per opera di demoni e grifoni al servizio del “mago” Messer Matteo Tafuri. La vicina Chiesa di Santo Stefano (2) avrà sicuramente un aspetto molto più modesto rispetto alla sontuosa Guglia, ma aspettate di ammirare gli affreschi medievali al suo interno, recentemente restaurati. Anche qui vi proponiamo una possibile deviazione al vostro itinerario. Soleto è molto vicina a Galatina, una delle perle del Salento. Meriterebbe una visita anche solo per ammirare la magnifica Basilica gotica di Santa Caterina d’Alessandria, i cui affreschi di scuola giottesca e senese sono tra i più importanti d’Italia. Se poi siete in vena di deviazioni e siete interessati alle produzioni artigianali locali potete deviare fino alla vicina Cutrofiano, borgo che rappresenta un importante centro per la produzione della ceramica (3) sin dal medioevo. Proseguendo con il nostro itinerario, uscite da Soleto e seguite via Murica fino a Corigliano d’Otranto. Il centro del paese è dominato dall’imponente Castello De’ Monti, senza dubbio uno dei migliori esempi di architettura militare cinquecentesca nel Sud Italia. La splendida facciata fu fatta ricostruire dal duca Francesco Trane nel 1667, per ingentilire una struttura andar per centri storici nella grecìa salentina itinerario cicloturistico n°3 (38km) Grecìa Salentina
  • 3. che aveva ormai perso la sua funzione difensiva. Sul pannello informativo all’ingresso troverete la descrizione delle statue allegoriche che la ornano. Dopo la visita al Castello, vi invitiamo a perdervi un po’ nel centro storico per ammirarne i gioielli: uno su tutti lo splendido Arco Lucchetti in Vico Freddo, riccamente decorato. Attraversate la Caporta (dal griko cau porta, porta a sud) ed uscite dal centro storico, proseguendo fino a raggiungere Melpignano. Qui l’itinerario vi porterà davanti al Palazzo Marchesale De Luca, con le sue mura, le torri merlate e il fossato. Precedentemente si chiamava Palazzo Baronale Castriota. È stato completato nel 1636 e restaurato di recente. Proseguite fino in Piazza S. Giorgio (4), una delle rare piazze porticate del Salento. I portici vennero eretti nel XVI sec. per ospitare il mercato settimanale del sabato. Il paese divenne presto un importante snodo commerciale in questa zona del Meridione, tanto da meritare l’appellativo di “Napoli Piccinna” (piccola Napoli, la capitale del Regno). Da Melpignano ci spostiamo a Castrignano, dove un centro storico di modeste dimensioni rispetto agli altri ci offre però l’occasione di visitare il notevole Castello de Gualtieriis (5). Proseguendo lungo la Strada Comunale Pappo, arriviamo a Carpignano Salentino. Qui la tappa obbligata è innanzitutto la Cripta di Santa Cristina, considerata uno dei più antichi luoghi di culto cristiani in Puglia. La cripta è stata affrescata più volte nel corso dei secoli ed è difficile stabilire quando si sia iniziato a dipingerne le pareti. L’affresco con la data più antica è il Cristo di Teofilatto, risalente al 959, ma non è sicuramente il più antico in assoluto. La cripta si trova lungo l’antico percorso della Via Traiana Calabra, di cui vi abbiamo già parlato nell'itinerario n°2. Tra le vie del centro storico incontrerete Vico Giudeca. Questo nome ritorna molto spesso nella toponomastica salentina, così come in molte altre parti d’Italia. La parola giudecca, qui come altrove, indicava il quartiere ebraico. La comunità ebraica di Carpignano era una delle più importanti ed attive in Puglia. Lo dimostra il fatto che l’appellativo “giudei” sia ancora oggi il soprannome tradizionale degli abitanti di questo piccolo paese. Pare che la Fiera di Ognissanti, una delle Appena fuori da Sternatìa, in direzione Nord, troverete la Chiesa della Madonna degli Angeli (7), interessante per la decorazione pittorica degli interni. *deviazione (a/r 4km) più antiche del Salento, fosse originariamente destinata ai commercianti ebrei, ai quali durante il Regno di Napoli erano imposte numerose restrizioni civili ed economiche. Prima di lasciare Carpignano, ammirate l’imponente facciata del seicentesco Palazzo Ducale Ghezzi. Uscite da Carpignano in direzione Nord. Incontrerete il Menhir Grassi e passerete nei pressi di uno dei rari tratti visibili della Via Traiana Calabra. Proseguite in direzione di Martano. Il centro storico di Martano è diviso in vari rioni. La parte più antica è detta La Terra. Il rione Catumerèa è noto per le sue "case a corte", moduli insediativi costruiti intorno ad un cortile comune. Questa sorta di spazio semi-pubblico ci testimonia un modello di vita ormai scomparso, fatto di condivisione degli spazi e di relazioni che trascendevano i legami familiari in favore della comunità del vicinato (in griko: ghetonìa). Accanto alle case a corte noterete numerosi palazzi nobiliari, intitolati alle famiglie di proprietari terrieri che vi abitavano. I più notevoli sono Palazzo Andrichi-Moschettini, Palazzo Pino, Palazzo Micali, Palazzo Scarpa. Nel mese di luglio viene organizzata la manifestazione Cortili Aperti: è una buona occasione per visitare meglio questi eleganti palazzi. Martano ha una vocazione commerciale e turistica: qui troverete numerosi B&B, ristoranti di cucina tipica e negozi di artigianato locale. Uscite da Martano e seguite il nostro itinerario fino a ritornare a Zollino, non senza essere passati per il Parco archeologico di Apigliano (6).
  • 4.
  • 5. La cripta dedicata al martire San Sebastiano è di proprietà privata con accesso pubblico. Non si hanno notizie certe riguardo la sua origine. La presenza delle superfici dipinte e l’impostazione dell’ambiente fanno pensare a una fondazione intorno al XII secolo, con interventi successivi fino a fine XVI secolo. La Cripta ipogea è a pianta rettangolare, interamente scavata nella roccia e quadripartita da un pilastro centrale, sul quale sono presenti i resti di un affresco che ritrae appunto San Sebastiano. Nel corso dei secoli è stata anche utilizzata come frantoio e come rifugio durante la Seconda guerra mondiale. Il 20 gennaio, giorno di San Sebastiano, la comunità offre la sua devozione riempiendo la cripta di lumini votivi. Le attività di ricerca In-Cul. Tu.Re sono state finalizzate alla valutazione dello stato di conservazione della struttura e degli affreschi conservati al suo interno, alla caratterizzazione dei materiali, delle tecniche esecutive e del degrado, al fine di offrire un contributo tecnico preliminare al restauro. (1) cripta di san sebastiano sternatia (Sec.xii-xvi) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Il messaggio di Ilaria (20 gennaio 2014) La Chiesa di Santo Stefano costituisce uno dei più compiuti esempi di pittura tardogotica in Puglia e testimonia, con le sue pareti interamente affrescate e alcuni elementi architettonici, la convivenza tra rito greco e latino. La chiesa fu costruita con ogni probabilità per officiare il rito greco e subì nuovi interventi intorno alla fine del Trecento con l’avvento di Raimondello del Balzo- Orsini, nella Contea di Soleto. Essa conserva cicli affrescati raffiguranti santi della chiesa orientale e romana, la vita di Cristo e di Santo Stefano (il ciclo agiografico è uno dei rari esempi in Terra d’Otranto), il Giudizio Universale e scene teofaniche. Presenta uno stretto legame con la decorazione pittorica della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina e rivela influssi del gotico cortese internazionale e delle scuole di area padana, veneta e toscana, ma anche romana e napoletana. In-Cul.Tu.Re, insieme alle attività di studio sullo stato di conservazione e per la caratterizzazione dei materiali, delle tecniche esecutive e del degrado, ha sviluppato una guida in realtà aumentata alla chiesa, con contenuti scientifici, letture iconografiche e integrazioni di restauro digitale per migliorare l’accessibilità cognitiva alle opere pittoriche. Per fruire dei contenuti speciali per la tua visita naviga su: www.inculture.eu/ chiesadisantostefano (2) Chiesa di santo stefano Soleto (sec. xIv) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade La lettera di Sofia, prefica (9 settembre 1480)
  • 6. Il territorio di Cutrofiano è indissolubilmente legato alla produzione ceramica. Già nei primi anni del Seicento Geronimo Marciano, nella sua opera intitolata Descrizione, origine e successi della Provincia d’Otranto, scriveva: «Al di là di Corigliano ci attendono Cutrofiano, Sogliano, ove si lavorano pignate e altri vasi di creta». Difatti è proprio la “pignata”, pentola utilizzata principalmente per la cottura di legumi, la forma ceramica un tempo maggiormente prodotta in loco; tanto da attribuire a Cutrofiano, come sosteneva anche Nicola Vacca in uno dei suoi scritti sulla ceramica salentina, la denominazione di «paese delle pignatte». Il lavoro del progetto In- Cul.Tu.Re., frutto di ricerca bibliografica e sul campo, si è posto l’obiettivo di documentare e allo stesso tempo introdurre alla conoscenza di alcuni luoghi legati alla produzione tradizionale della ceramica: attività artigianale che rappresenta l’identità storica del territorio cutrofianese. A questo scopo è stata realizzata una mappa interattiva per guidare il visitatore alla scoperta o meglio alla riscoperta dell’arte di saper lavorare l’argilla, favorendo una fruizione consapevole delle risorse culturali, archeologiche e ambientali del territorio. Per scoprire la mappa, i video, e i contenuti speciali visita: www.inculture.eu/ argilladicutrofiano (3) l'arte di lavorare l'argilla cutrofiano Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Il racconto di Antonio, pignataro (10 maggio 1760) Piazza S. Giorgio è una delle rarissime piazze porticate del Salento. A partire dalla loro edificazione, voluta dal vescovo Niccolò Maiorano sul finire del XV secolo, e fino ai primi anni dell’800, i portici hanno accolto uno storico mercato, come testimoniano gli antichi banchi in pietra leccese. Piazza San Giorgio è stata un importante crocevia di mercanti provenienti da Napoli, Bari e Lecce, che avrebbero portato Melpignano a essere soprannominata “La Napoli Piccinna” (La “Piccola Napoli”). Sebbene abbia perduto la sua funzione commerciale, Piazza San Giorgio è ancora oggi un “salottino urbano” per Melpignano, luogo d’incontro privilegiato della comunità. Un contesto unico che ha posto le basi per l’avvio del percorso di progettazione partecipata per la re-illuminazione della piazza e dei portici, denominato Melpilight. Un processo durato 12 mesi, che ha coinvolto i cittadini nel restituire alla piazza ruolo, valore e centralità attraverso la luce. Le attività di ricerca di In-Cul.Tu.Re hanno riguardato anche la valutazione dello stato di conservazione dei portici sui quali sono state condotte campagne di indagini termografiche. Scopri il progetto Melpilight visitando il sito: www.inculture.eu/melpilight (4) piazza san giorgio melpignano (sec. xv) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Il racconto di Ciro, mercante napoletano (26 giugno 1580)
  • 7. Il castello, edificato su pianta quadrata durante il medioevo, è ricordato - secondo alcune fonti non ufficiali - come “sito fortissimo di difesa per respingere attacchi nemici” sotto gli Angioini. A partire dal ’500, il Castello ha subito numerose modifiche. In-Cul.Tu.Re. vi ha svolto attività di indagine scientifica per valutare lo stato di conservazione e il comportamento energetico della struttura. Principalmente utilizzato per eventi e attività culturali, il castello presenta alcune peculiarità che lo rendono un contenitore ideale per allestimenti artistici. A tal proposito, il progetto In-Cul.Tu.Re. lo ha individuato come punto di raccolta di una riflessione fotografica dedicata al paesaggio della Grecìa Salentina. Nell’agosto 2014, il piano nobile del complesso ha infatti ospitato la mostra fotografica “Da qui non si vede il mare – Il paesaggio della Grecìa Salentina” Per scoprire la mostra fotografica visita il sito: www.daquinonsivedeilmare.it (5) castello de' gualtieriis castrignano de' greci (Sec. XVI e prec.) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Lettera di Giuseppe, contadino (8 maggio 1732) Apigliano è un sito archeologico che si trova fra Martano e Zollino. Si tratta di un villaggio risalente all’alto medioevo, abitato dal VII sec. e poi abbandonato. Gli scavi condotti dall’archeologo Paul Arthur dell’Università del Salento hanno portato alla luce un insediamento di tipo rurale che, dopo un periodo di relativo isolamento, entrò a partire dal IX sec. in un circuito commerciale più ampio, come testimoniano le monete bizantine, le ceramiche e i gioielli (simili a quelli “alla moda” in quel periodo a Napoli, Londra, Parigi o Lisbona) rinvenuti nelle sepolture. Ad Apigliano, come in buona parte del Salento, si officiavano sia il rito latino che quello greco bizantino. A partire dal XV sec., il piccolo villaggio fu abbandonato. Non è ancora certo quale sia stato il motivo dell’abbandono, ma uno dei fattori potrebbe essere stata la Morte Nera, la tremenda epidemia di peste del 1348. Successivamente, le popolazioni si spostarono in centri più strutturati, dotati di strade, cinte murarie e talvolta castelli. L’abbandono di Apigliano portò quindi allo sviluppo di Martano e Zollino, come suggerisce la tradizione orale. Il progetto In.Cul.Tu.Re ha sviluppato un sistema di visita del sito in realtà aumentata (attraverso modelli tridimensionali, video e schede di approfondimento). Il sistema di visita virtuale è fruibile da mobile e da remoto: Per Scoprire il villaggio bizantino e medievale di Apigliano ed accedere ai contenuti scarica l’applicazione AR-media Visita il sito: www.inculture.eu/ parcoarcheologicoapigliano (6) apigliano Martano (Sec. vI-XVI) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade La Lettera di Angelica (9 febbraio 1283)
  • 8. Realizzato da In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando Miur “Smart Cities and Communities and Social Innovation”. Soggetti attuatori In-Cul.Tu.Re. Francesco De Matteis Lavinia Donateo Paola Durante Sofia Giammaruco Gabriele Miceli Gabriele Montinaro Maria Federica Stifani A cura di Alberto Giammaruco | CRESCo Testi Igor Legari, Marco Leo Imperiale, Lavinia Donateo, Paola Durante, Sofia Giammaruco, Gabriele Miceli, Maria Federica Stifani. Progetto grafico e impaginazione Alberto Giammaruco | CRESCo Basi cartografiche Rino Carluccio Foto Marco Rizzo © 2015 Progetto In-Cul.Tu.Re. / MIUR www.inculture.eu Prodotto nel mese di Maggio 2015 contributi credits Un progetto di realizzato in collaborazione con cofinanziato da In-Cul.Tu.Re. progetto vincitore del bando Miur “Smart Cities and Communities and Social Innovation” PON04a3_00390 PON “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 Avviso D.D. 84/Ric del 2/3/2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Ob. Op. 4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”. In-Cul.Tu.Re. Lecce, via S. Lupinacci, 1 73100 | progettoinculture@gmail.com andar per centri storici nella grecìa salentina itinerario cicloturistico n°3 (38km) La Chiesa della Madonna degli Angeli si trova a circa un chilometro dal centro di Sternatia, in direzione di Galugnano. La sua costruzione risalirebbe al XVI secolo e sarebbe proseguita durante il XVII. L’edificio, costruito sulle rovine di una chiesetta di campagna, era annesso al convento dei Francescani che successivamente andò distrutto. La chiesa presentava una o due campate anteriori che purtroppo sono state demolite per l’ampliamento della strada attigua. Gli interni sono decorati con interessanti pitture murali in parte occultate da strati soprammessi. La chiesa ha un elevato valore spirituale per gli abitanti di Sternatia e secondo le fonti custodisce un affresco della Vergine ritenuto miracoloso. La tradizione locale vuole che il primo giovedì dopo Pasqua ci si ritrovi nei pressi della chiesa per onorare la Madonna con una festa popolare. Una visita pastorale del 1608 riferisce di una processione nel giorno della “feria quinta post Pascha”. Le attività di ricerca di In-Cul.Tu.Re sono state condotte con l’obiettivo di valutare lo stato di conservazione, il suo comportamento energetico e per studiarne la decorazione murale mediante la caratterizzazione dei materiali, delle tecniche esecutive e del degrado. (7) chiesa della madonna degli angeli sternatia (Sec. xvi) Ascolta nell'App di storytelling Sherazade Lettera di Valentino, studente (7 aprile 1990) NOTA Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.
  • 9. PON04a3_00390 Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 - Avviso D.D. 84/Ric del 2 marzo 2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Obiettivo Operativo 4.2.1.3 “Azioni Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”. NOTA Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS. Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.