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La Sfida Della Trovabilità - Architettura dell'informazione
1. La sfida della trovabilità
Alessandro Martellone
Software Developer
a.martellone@gmail.com
2. A chi è rivolto il seminario
• Questo seminario si rivolge a coloro i quali
si confrontano con la progettazione e
organizzazione di informazioni, processi o
servizi.
3. Scopo e obiettivi
• Modellare l'informazione affinchè sia
pertinente e opportuna.
• Trasformare informazioni grezze in spazi
d'informazione condivisi, utili, navigabili,
trovabili.
4. Scopo e obiettivi
E' un nuovo tipo di architettura.
Non si progettano luoghi fisici ma strutture
informative.
Si parla per l'appunto di Architettura
dell'Informazione.
Stretto legame tra l'interazione uomo-macchina
e l'interazione uomo-informazione
– L'interfaccia acquista valore dalle informazioni
che mostra, ma le stesse informazioni sono
utili nella misura in cui la sua interfaccia è ben
strutturata
5. Scopo e obiettivi
Lo scopo principale
dell'architettura delle
informazioni è mettere in
relazione utenti e contenuti, con
una finalità di business.
(Morville)
L'architettura dell'informazione si pone come collante, un
filo rosso, tra i vari contesti di interazione uomo-
informazione, da quelli fisici a quelli digitali.
Non importa il canale in cui vengono trasmesse le
informazioni (web, luogo fisico) ma come le persone si
relazionano con le informazioni.
6. Concetti di riferimento
• C a teg o rizza zio ne: il processo basilare di
riordinare cose o concetti. Aggregare oggetti in
gruppi sensati, per poi ritrovarli e consentire ad altri
di farlo con facilità.
• T ro va bilità : la capacità di reperire l'elemento
ricercato all'interno di spazi (informativi) complessi,
sia fisici sia digitali, e l'insieme di principi e strategie
per raggiungere questo obiettivo.
– Classificazione in ambito bibliotecario
– modelli di ricerca dell'informazione (information
seeking)
– wayfinding: la capacità di trovare il percorso giusto nei
luoghi e negli edifici
7. Classificazioni: gerarchico-enumerativo
• Ogni elemento è classificato sotto un’unica
categoria.
• Nella classificazione tradizionale gli elementi
hanno una collocazione corretta e univoca in
uno schema ampio e gerarchicamente profondo
che può essere reso attraverso un percorso a
gradini
– categoria padre -> categoria figlio.
8. Classificazioni: a faccette o
multidimensionali
• I singoli elementi non vengono organizzati in una
struttura gerarchica
– a ciascuno elemento è associata una serie di
caratteristiche che lo identificano da vari punti
di vista.
– Non vi è un unico percorso definito ma è
possibile raggiungere l'elemento desiderato
grazie a diverse possibili interrogazioni
9. Classificazioni: a faccette o
multidimensionali
• Se cerchiamo una macchina fotografica digitale su
ebay ci viene offerta la possibilità di restringere la
ricerca in base a differenti parametri: tipo di
fotocamera (compatta, reflex), risoluzione in
megapixels, zoom, marca, fascia di prezzo.
(Nota:faccetta deriva da facet, che sarebbero le facce di un
solido, per dare l'idea che una cosa unica ha tuttavia diversi
punti di vista)
• Un contro di questi due approcci è che il pubblico
si limita a usare un'organizzazione creata a
tavolino da esperti. S trutture to p-do w n.
10. Classificazioni: folksonomy
• folk+tassonomy, tassonomia creata dalla gente
• ai contenuti (url, foto, testi, video) sono associati
dei tag. Ad esempio del.icio.us, flickr, youtube.
• Favorisce la trovabilità anche se limita
l'esattezza.
• Sono conosciute come strutture bottom-up o
anche sistemi di classificazione distribuita.
11. L'evoluzione dell'IA
• biblioteconomia->organizzazione
dell'informazione aziendale->organizzazione
trasversale(in contesti sia fisici che digitali).
• La biblioteconomia sostiene che si dovrebbe
utilizzare un unico criterio di divisione alla volta.
– l'impiego di un unico criterio di divisione alla
volta è spesso utopico.
• La c onvenienza
– l'appropriatezza di una classificazione allo
scopo per cui è pensata.
12. Esempio: la classificazione di Snoopy
• Analizziamo il caso della Determined
Production, l'azienda che produce i gadget di
Snoopy.
• Tale tassonomia potrebbe risultare incoerente
ma è conveniente rispetto agli obiettivi e all'uso.
13. Esempio: la classificazione di Snoopy
Bambini moda
• •
letto e bagno statuette
• •
libri giardino
• •
natale oggetti per la casa
• •
decorazioni cucina
• •
bambole e pupazzi musica
• •
elettronica ufficio
• •
peluche
•
14. Esempio: la classificazione di Snoopy
• I principi utilizzati sono diversi: target(bambini),
gadget(libri, bambole, ecc.),
destinazione(cucina, ufficio, ecc.).
• I peluche sono dei pupazzi a tutti gli effetti, ma i
primi costituiscono una delle linee dominanti
della produzione mentre i secondi sono un
settore minore.
– Così i peluche non fagocitano i pupazzi (nicchia).
• Anche l'ordine delle classi è importante.
– Anteporre una classa ad un'altra identifica anche la
rilevanza che essa ha nelle strategie aziendali.
15. Ciascuno a modo suo
• Persone diverse cercano in modo diverso
perchè hanno obiettivi e modelli mentali diversi.
• Modello di Bates
16. Ciascuno a modo suo
• La legge del minimo sforzo (least effort)
– accettiamo anche contenuti di bassa qualità o
affidabilità (se più facili da ottenere) pur di non
ricorrere a strategie di ricerca attive che
richiedono maggiori sforzi, tempo e competenze
• scegliamo la prima opzione ragionevole
17. Berrypicking e profumo dell'informazione
• Berrypicking (raccolta delle bacche)
– Si tratta di una strategia poco scientifica e molto
empirica
– In maniera iterativa raccoglie informazioni utili →
aggiusta il tiro nel corso della ricerca stessa
18. Berrypicking e profumo dell'informazione
• Come incentivare il berrypicking
– Riferimenti bibliografici
– Ricerca delle citazioni
– Ricerca per soggetto/autore
– Spoglio delle riviste
– Link contenuti nel testo principale
19. Berrypicking e profumo dell'informazione
• Profumo dell'informazione
– Questo concetto si rifà a quelle strategie che
hanno come obiettivi quelli di stimolare,
anticipare, aiutare un utente a trovare
un'informazione (la montagna va verso
Maometto)
• Le persone sono influenzate da indicatori
contestuali
20. Berrypicking e profumo dell'informazione
• Come incrementare il profumo dell'informazione
• Su un sito web: Amazon
– “se ti interessa x forse ti può interessare y”
– “chi ha comprato A ha comprato anche B”
• In un supermercato
– Percorsi tematici. “se sei interessato alla
pasta biologica visita il reparto BIO...”
– Percorsi personalizzati con RFID e WiFi
21. Creare un'esperienza ponte
•Spesso ci capita di passare da ambienti
architettonici fisici ad ambienti digitali e viceversa
– Dal sito di un museo, al museo stesso
•La nostra mente fa fatica ad accettare
interferenze tra due realtà così diverse
– esse prevedono infatti a livello cognitivo
modelli di interazione differenti
•Ecco perchè è necessaria un’architettura
dell’informazione trasversale, che operi per creare
connessioni tra contesti fisici e digitali
– rendere univoco e coerente il processo di
interazione tra uomo e informazione
22. Creare un'esperienza ponte: il caso Apple
•L'architettura informativa del sito web Apple e degli store
ufficiali
23. Creare un'esperienza ponte
•Il menu di navigazione del sito:
Home (logo Apple)
–
Store
–
Mac
–
iPod+iTunes
–
Download
–
Supporto
–
•Il negozio (Apple Store RomaEst)
– computer Mac
– iPod e Apple TV
– accessori (custodie per Mac e iPod, borse, zaini, cuffie,
auricolari)
– software
– Genius Bar (area per il ritiro prodotti e supporto tecnico).
25. Conclusioni
•Ci sono domande?
•Facilitiamo un pò il berrypicking
– ”Architettura dell'informazione – Trovabilità: dagli oggetti
quotidiani al web” di Luca Rosati (Apogeo)
– www.trovabile.it
– www.lucarosati.it
– www.vocabola.com
Profumo d'informazione
– Se ti è piacito il seminario forse ti interessa:
http://trovabile.org/articoli/architettura-informazione-integrata
http://lucarosati.it/blog/mappa-metropolitana-di-londra
•I miei riferimenti
– Alessandro Martellone
– a.martellone@futur3.it