SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  336
Télécharger pour lire hors ligne
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
Promuovere lo sviluppo e la buona governance 
nelle città e regioni dell'UE 
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
Politica regionale 
e urbana 
Luglio 2014
Commissione europea 
Investimenti 
per l'occupazione 
e la crescita 
Promuovere lo sviluppo e la buona 
governance nelle città e regioni dell'UE 
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
Bruxelles, 2014
La presente relazione è stata adottata dalla Commissione europea il 23 luglio 2014 
Responsabile: Lewis Dijkstra, Commissione europea, direzione generale della Politica regionale e urbana 
Questa pubblicazione è consultabile online all'indirizzo: 
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docoffic/official/reports/cohesion6/6cr_it.pdf 
Questa pubblicazione è stata realizzata con l'assistenza tecnica di Applica (Belgio) in collaborazione 
con SeproTec (Spagna). 
Eventuali commenti sulla relazione saranno accolti favorevolmente e andranno inviati a: 
Commissione europea 
Direzione generale della Politica regionale e urbana 
Direzione B 
B-1049 Bruxelles 
E-mail: regio-B1-head-of-unit@ec.europa.eu 
Illustrazioni di copertina (da sinistra a destra): 
© Free Graphic Download 
© Deymos Photo/Shutterstock.com 
© Eleonora Cugini e Gianluca Bernardo 
© Artens/Shutterstock.com 
Per l'eventuale utilizzo o riproduzione di immagini non tutelate dal diritto d'autore dell'Unione europea, è necessario 
richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari dei diritti d’autore. 
Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi 
a trovare le risposte ai vostri interrogativi sull'Unione europea. 
Numero verde unico (*): 
00 800 6 7 8 9 10 11 
(*) Le informazioni sono fornite gratuitamente, e le chiamate sono nella maggior parte dei casi gratuite 
(con alcuni operatori e in alcuni alberghi e cabine telefoniche il servizio potrebbe essere a pagamento). 
Numerose altre informazioni sull'Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu). 
Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2014 
ISBN 978-92-79-39117-0 
doi 10.2776/98003 
© Unione europea, 2014 
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. 
Printed in Belgium 
Stampato su carta sbiancata senza cloro (ECF).
iii 
Prefazione 
La crisi ha colpito in modo particolare le regioni e le città dell'UE. Il processo di di-minuzione 
delle disparità economiche regionali in atto si è interrotto, mentre la di-soccupazione 
è rapidamente aumentata in quasi tutte le zone dell'UE. La povertà e 
l'esclusione sociale sono ugualmente aumentate, colpendo anche svariate città degli 
Stati membri più sviluppati. 
La Sesta relazione sulla coesione sociale si discosta dalle relazioni precedenti. Eviden-zia 
i nessi tra la politica di coesione e la strategia Europa 2020 attraverso l'inserimen-to 
di capitoli sulla crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, mostrando come essa 
sia evoluta per rafforzare il proprio impatto sugli obiettivi dell'UE in termini di crescita 
e occupazione e come una buona governance sia essenziale per la sua efficacia. 
La politica di coesione ha già migliorato la competitività regionale e la vita delle 
persone all'interno dell'UE. Ha sostenuto la creazione di nuove imprese e aiutato la 
popolazione a migliorare le proprie competenze e trovare nuovi posti di lavoro. Ha 
ampliato l'accesso alla banda larga e investito nelle reti ferroviarie e nel migliora-mento 
della viabilità stradale nelle aree meno sviluppate dell'UE. Infine ha accresciuto 
notevolmente il numero di abitazioni allacciate a sistemi di fornitura dell'acqua pota-bile 
e di gestione delle acque reflue. 
I Fondi strutturali e d’investimento europei (SIE) stanno sempre più assumendo un'impor-tanza 
strategica per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, soprat-tutto 
in merito agli obiettivi sull'occupazione e sulla riduzione della povertà. In vari Stati 
membri essi sono divenuti la principale fonte di finanziamento degli investimenti pubblici, 
a seguito dei tagli operati dagli Stati membri per ridurre i disavanzi di bilancio. 
Fino al 2020 i fondi SIE investiranno maggiori risorse in materia di economia a basso 
contenuto di carbonio, innovazione e PMI, occupazione di qualità, mobilità sul lavoro 
e inclusione sociale, nonché in materia di reti digitali e nella rete TEN–T, istruzione, 
formazione, formazione permanente e riforma della pubblica amministrazione. 
Il semestre europeo e le relative raccomandazioni specifiche per paese svolgono un 
ruolo cruciale nel rinforzare la politica di coesione. Il quadro giuridico alla base dei 
fondi SIE nel 2014 ha introdotto nuovi regolamenti per garantire l'istituzione del cor-retto 
contesto normativo e macroeconomico, in grado di massimizzare l'impatto della 
politica di coesione. Inoltre, una quota più consistente delle risorse dei fondi SIE sarà 
dedicata al rafforzamento della capacità amministrativa, in virtù dell'aumentata con-sapevolezza 
sul fatto che in assenza di una buona governance è impossibile conse-guire 
alti tassi di crescita e la convergenza economica regionale. 
Queste modifiche, assieme a una maggiore attenzione ai risultati, faranno sì che la politi-ca 
di coesione possa affrontare meglio le disparità regionali in termini di resa economica 
e tenore di vita, contribuendo anche al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020. 
Johannes Hahn 
Commissario europeo 
per la Politica regionale 
László Andor 
Commissario europeo 
per l'Occupazione, gli affari 
sociali e l'inclusione
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
iv
v 
Sommario 
Prefazione........................................................................................................................................................................................... iii 
Glossario.............................................................................................................................................................................................. xi 
Investimenti per l'occupazione e la crescita......................................................................................................................xv 
1. Introduzione.............................................................................................................................................................................................xv 
2. Una politica in evoluzione: investire nella competitività delle regioni per migliorare la vita 
dei cittadini........................................................................................................................................................................................... xviii 
3. Il conseguimento dei risultati è il fulcro della nuova politica di coesione.............................................................xx 
3.1 I programmi della politica di coesione devono operare in un contesto favorevole..............................xx 
3.2 I programmi della politica di coesione devono concentrare le risorse su un numero limitato 
di priorità e massimizzare il loro valore aggiunto..........................................................................................................xxi 
3.3 I programmi della politica di coesione devono definire obiettivi e risultati chiari...............................xxii 
3.4 I programmi della politica di coesione devono dare più voce alle città.......................................................xxii 
3.5 È necessaria una maggiore inclusione dei partner a tutti i livelli nei programmi della politica 
di coesione......................................................................................................................................................................................... xxiii 
4. Dalla teoria alla pratica: nuovi elementi che emergono dai negoziati................................................................ xxiii 
5. Conclusioni...........................................................................................................................................................................................xxvii 
Riassunto esecutivo....................................................................................................................................................................xxix 
Capitolo 1: Crescita intelligente.................................................................................................................................................1 
1. Introduzione...............................................................................................................................................................................................1 
2. La crisi ha interrotto il processo di riduzione delle disparità regionali.....................................................................1 
3. Negli Stati membri dell'Europa centro–orientale il settore industriale rimane solido, mentre 
l'agricoltura richiede ulteriori interventi di modernizzazione.........................................................................................7 
4. I settori dell'industria e delle costruzioni, i più colpiti dalla crisi...............................................................................11 
5. La crisi ha determinato la perdita di posti di lavoro, ma anche un incremento della produttività ......14 
6. La crescita nelle regioni metropolitane è più soggetta a periodi di alti e bassi rispetto 
alle regioni rurali..................................................................................................................................................................................17 
6.1 Le regioni metropolitane della capitale hanno mantenuto un andamento positivo, finché 
la crisi non ha causato un calo dell'occupazione superiore alla media..............................................................17 
6.2 La crescita del PIL nelle regioni rurali è rimasta limitata nel periodo precedente la crisi, 
ma ha dimostrato maggiore resilienza negli anni della crisi....................................................................................18 
7. Il tasso di creazione di impresa e l'imprenditorialità dipendono dall'iniziativa individuale 
e dal corretto ambiente istituzionale.......................................................................................................................................21 
8. L'innovazione resta territorialmente concentrata..............................................................................................................28 
8.1 R&S e l'obiettivo 2020...........................................................................................................................................................29 
8.2 I brevetti nell'UE e negli USA..............................................................................................................................................34 
9. La quota di istruzione terziaria sta aumentando, ma permangono forti disparità.........................................34 
10. Le carenze in termini di reti digitali e di trasporto sono in via di miglioramento, ma molto resta 
ancora da fare.......................................................................................................................................................................................40
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
vi 
10.1 Le reti digitali si stanno diffondendo, ma non in maniera uniforme.........................................................40 
10.2 Le reti stradali negli Stati membri centro–orientali sono ancora sottosviluppate............................41 
10.3 La bassa velocità e la scarsa frequenza dei collegamenti ferroviari negli Stati membri 
centro–orientali determinano una loro minore attrattiva rispetto alla scelta dell'automobile.............43 
11. Gli scambi e gli investimenti esteri diretti stimolano la crescita nell'UE–12..................................................49 
12. La competitività regionale ha determinato ricadute limitate nelle regioni dell'UE–13.............................49 
13. Conclusioni............................................................................................................................................................................................54 
Capitolo 2: Crescita inclusiva...................................................................................................................................................57 
1. Introduzione............................................................................................................................................................................................57 
2. La crisi ha cancellato gli aumenti occupazionali dal 2000..........................................................................................57 
2.1 I tassi di occupazione sono diminuiti rapidamente nelle regioni più colpite dalla crisi.....................57 
2.2 La disoccupazione nell'UE è la più alta di tutto il decennio..............................................................................58 
2.3 Il tasso di disoccupazione femminile è molto più alto nelle regioni meridionali dell'UE..................63 
2.4 La riduzione del tasso di abbandono scolastico sta procedendo secondo le previsioni...................63 
2.5 La formazione continua sta attraversando una fase stagnante....................................................................70 
2.6 Occorre innalzare le competenze linguistiche e matematiche degli adulti in diversi Stati 
membri, secondo l'inchiesta dell'OCSE sulle competenze degli adulti (PIAAC)..............................................71 
3. La povertà e l'esclusione sociale sono aumentate a causa della crisi...................................................................71 
3.1 L'indigenza materiale grave è più diffusa nelle cittadine, nelle periferie e nelle aree rurali 
degli Stati membri meno sviluppati........................................................................................................................................71 
3.2 La bassa intensità lavorativa negli Stati membri più sviluppati si concentra maggiormente 
nelle città...............................................................................................................................................................................................73 
3.3 Il rischio di povertà è più alto nelle aree urbane degli Stati membri più sviluppati, e nelle cittadine, 
periferie e aree rurali degli Stati membri meno sviluppati........................................................................................74 
3.4 Le città negli Stati membri meno sviluppati sono prossime agli obiettivi 2020, mentre 
le città negli Stati membri più sviluppati hanno accumulato un ritardo............................................................77 
3.5 La qualità della vita nelle città europee non è omogenea................................................................................78 
3.6 I tassi di criminalità sono più alti nelle regioni urbane, nelle regioni di confine e nelle 
destinazioni turistiche.....................................................................................................................................................................79 
4. I flussi migratori interni agli Stati membri e tra Stati membri diversi sono determinati dalle 
disparità sotto il profilo occupazionale, retributivo e sanitario..................................................................................79 
4.1 Il territorio dell'UE è estremamente urbanizzato, ma il processo di urbanizzazione ancora 
in corso ha diminuito il proprio ritmo.....................................................................................................................................79 
4.2 La migrazione netta è la causa principale dell'aumento demografico verificatosi a partire 
dal 2000.................................................................................................................................................................................................88 
4.3 Sempre più nati all'estero si sono inseriti nel mercato del lavoro con esiti differenti.......................91 
4.4 Nonostante l'aspettativa di vita sia alta, permangono differenze tra le regioni...................................92 
4.5 Lo sviluppo umano è in via di miglioramento negli Stati membri centro–orientali, mentre 
è in contrazione in Spagna, Grecia e Irlanda per effetto della crisi.......................................................................96 
5. Conclusioni...............................................................................................................................................................................................97 
Capitolo 3: Crescita sostenibile...............................................................................................................................................99 
1. Introduzione............................................................................................................................................................................................99 
2. L'Unione europea deve mitigare e adattarsi al cambiamento climatico...........................................................100
Sommario 
2.1 È necessario che l'UE riduca le emissioni di gas a effetto serra per riuscire a raggiungere 
gli obiettivi per il 2020................................................................................................................................................................100 
2.2 L'UE dovrà incrementare l'utilizzo delle energie rinnovabili per riuscire a raggiungere 
i propri obiettivi entro il 2020.................................................................................................................................................103 
2.3 L'UE deve adattarsi al verificarsi di catastrofi naturali sempre più frequenti.....................................105 
3. Il passaggio a sistemi di trasporto più sostenibili può aumentare l'efficienza energetica 
e migliorare la qualità dell'aria.................................................................................................................................................108 
3.1 Migliorare l'accessibilità e l'efficienza energetica................................................................................................108 
3.2 Le grandi città offrono un accesso migliore al sistema di trasporto pubblico....................................110 
3.3 La congestione del traffico è elevata in molte grandi città dell'UE...........................................................113 
3.4 La qualità dell'aria è tuttora migliorabile in molte zone dell'UE.................................................................115 
4. Rendere le città più attraenti contribuisce a promuovere l'efficienza dell'UE sotto il profilo 
delle risorse.........................................................................................................................................................................................115 
4.1 Le città utilizzano il suolo in maniera più efficiente...........................................................................................117 
4.2 Le politiche locali e nazionali possono plasmare i luoghi e l'intensità d'utilizzo del suolo 
dei nuovi insediamenti, promuovendo la creazione di città più compatte.....................................................124 
5. Il miglioramento degli ecosistemi e la riduzione dell'impatto ambientale rendono l'UE un luogo 
più efficiente e vivibile...................................................................................................................................................................124 
5.1 Preservare la qualità dell'acqua, proteggendo le specie e gli habitat.....................................................124 
5.2 Il trattamento delle acque reflue urbane è necessario per garantire la qualità delle risorse 
idriche....................................................................................................................................................................................................125 
5.3 La gestione dei rifiuti solidi è in via di miglioramento, tuttavia molto resta ancora da fare 
in diverse regioni dell'UE............................................................................................................................................................128 
5.4 Ecosistemi integri offrono numerosi servizi di vitale importanza...............................................................128 
6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................136 
Capitolo 4: Gli investimenti pubblici, la crescita e la crisi........................................................................................ 137 
1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................137 
2. La quota di spesa pubblica a favore della crescita è diminuita.............................................................................137 
2.1 La crisi ha provocato un'impennata del disavanzo pubblico nazionale..................................................137 
2.2 Gli investimenti pubblici sostengono la crescita economica.........................................................................139 
2.3 La spesa pubblica, dopo un periodo di crescita, sta ora attraversando una fase declinante.....140 
2.4 Gli investimenti pubblici sono prima aumentati e poi diminuiti..................................................................142 
3. Le amministrazioni pubbliche locali e regionali svolgono un ruolo chiave sotto il profilo degli 
investimenti e della spesa pubblica.......................................................................................................................................142 
3.1 Le amministrazioni pubbliche locali e regionali sono responsabili di buona parte della spesa 
pubblica................................................................................................................................................................................................142 
3.2 Le amministrazioni locali e regionali gestiscono la maggioranza degli investimenti 
pubblici.................................................................................................................................................................................................144 
3.3 La crisi ha interrotto un periodo di crescita sostenuta della spesa pubblica delle amministrazioni 
locali e regionali..............................................................................................................................................................................147 
3.4 Investire in tempi di crisi: finanziamenti diretti e investimenti locali e regionali...............................149 
3.5 Le entrate delle amministrazioni subnazionali dipendono in primo luogo dai trasferimenti......150 
3.6 Disavanzo e debito pubblico delle amministrazioni subnazionali..............................................................152 
4. Il contributo della politica di coesione agli investimenti pubblici negli Stati membri.................................154 
vii
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
5. Investimenti, aiuti di Stato e prestiti della BEI.................................................................................................................155 
viii 
5.1 Politica sulla concorrenza..................................................................................................................................................155 
5.2 Banca europea per gli investimenti.............................................................................................................................157 
6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................159 
Capitolo 5: L'importanza di una buona governance per lo sviluppo sociale ed economico...................... 161 
1. Perché l'UE dovrebbe concentrarsi sul principio di buona governance?.............................................................161 
2. È più facile fare impresa nel nord dell'UE...........................................................................................................................162 
3. La maggioranza degli europei considera la corruzione un problema grave e molto diffuso.................165 
4. Gli indicatori di governance variano tra Stati membri e all'interno degli Stati membri............................167 
4.1 La qualità delle istituzioni di alcune regioni è molto più alta (o molto più bassa)...........................168 
4.2 L'autorità delle regioni dell'UE è in aumento.........................................................................................................169 
5. Una scarsa governance limita l'impatto della politica di coesione.......................................................................172 
5.1 Una scarsa governance può rallentare gli investimenti, causando perdite nei 
finanziamenti....................................................................................................................................................................................175 
5.2 Una scarsa governance può ridurre l'effetto leva della politica di coesione........................................176 
6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................177 
Capitolo 6: L'evoluzione della politica di coesione...................................................................................................... 179 
1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................179 
2. La geografia si è semplificata di pari passo con l'incremento dei finanziamenti.........................................180 
2.1 La spesa per la politica di coesione è aumentata in rapporto all'RNL.....................................................180 
2.2 La geografia della politica di coesione si è semplificata tra il 1989 e il 2013...................................182 
2.3 I finanziamenti rimangono concentrati nelle regioni meno sviluppate....................................................187 
2.4 I Fondi strutturali e di investimento europei e la politica di coesione......................................................188 
2.5 L'intensità degli aiuti nelle regioni meno sviluppate è aumentata fino al periodo 2000–2006 
per poi diminuire.............................................................................................................................................................................191 
3. Qual è stata l'evoluzione degli obiettivi nel tempo?......................................................................................................194 
3.1 La formazione e la mobilità erano le priorità iniziali.........................................................................................194 
3.2 Negli anni Settanta e Ottanta si è assistito a una disoccupazione strutturale e a rapidi 
cambiamenti nel settore agricolo e manifatturiero....................................................................................................194 
3.3 Il livello di infrastrutture di base presenti nei paesi aderenti all'UE negli anni Ottanta 
e nel primo decennio del 2000 era piuttosto scarso.................................................................................................195 
3.4 Miglioramento dei trasporti e delle infrastrutture ambientali......................................................................196 
3.5 Le agende di Lisbona e Göteborg.................................................................................................................................196 
3.6 Europa 2020, riduzione della povertà, mitigazione del cambiamento climatico, oltre il PIL......197 
3.7 Oltre il PIL: povertà, sviluppo umano e benessere..............................................................................................198 
3.8 Quali sono gli obiettivi della politica di coesione?...............................................................................................200 
4. I fondamenti economici della politica di coesione sono diventati più integrati.............................................201 
4.1 La politica di coesione è andata oltre i fattori determinanti della crescita di primo livello........203 
4.2 La politica di coesione può stimolare la crescita investendo nei fattori determinati della 
crescita di secondo livello..........................................................................................................................................................203 
4.3 La politica di coesione sostiene l'integrazione del mercato e può velocizzare la crescita delle 
regioni meno sviluppate.............................................................................................................................................................205
Sommario 
5. La ripartizione dei finanziamenti tra diverse aree strategiche è cambiata con l'evolversi degli 
obiettivi della politica.....................................................................................................................................................................206 
6. L'impatto della crisi sul periodo 2007–2013....................................................................................................................208 
6.1 L'FSE e la risposta alla crisi..............................................................................................................................................211 
7. Conclusioni............................................................................................................................................................................................211 
Capitolo 7: Effetti della politica di coesione................................................................................................................... 213 
1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................213 
2. I risultati dei programmi nel periodo 2007–2013.........................................................................................................214 
2.1 Il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione.....................................................................214 
2.2 Il Fondo sociale europeo....................................................................................................................................................219 
3. Risultanze della valutazione d'impatto della politica di coesione.........................................................................222 
3.1 Lo stato dell'arte e le sfide che attendono i programmi cofinanziati dal FESR e dal Fondo 
di coesione.........................................................................................................................................................................................222 
3.2 Risultanze delle valutazioni dei programmi realizzati nell'ambito del FESR e del Fondo 
di coesione.........................................................................................................................................................................................225 
3.3 Risultanze delle valutazioni dei programmi dell'FSE.........................................................................................228 
4. Modellizzazione dell'impatto della politica di coesione 2000–2006 e 2007–2013......................................231 
5. Conclusioni............................................................................................................................................................................................234 
Capitolo 8: La politica di coesione nel periodo 2014–2020.................................................................................... 235 
1. Gli elementi chiave della riforma.............................................................................................................................................235 
1.1 Nuove geografie e finanziamenti..................................................................................................................................236 
1.2 Concentrazione tematica a sostegno della strategia Europa 2020..........................................................239 
1.3 Rafforzare l'efficacia degli investimenti.....................................................................................................................242 
1.4 Raggiungere e dimostrare i risultati............................................................................................................................243 
1.5 Allineare gli investimenti dell'UE al semestre europeo....................................................................................246 
1.6 Un approccio strategico alle riforme della pubblica amministrazione.....................................................247 
1.7 Governance economica solida........................................................................................................................................248 
1.8 Preservare gli investimenti a favore della crescita............................................................................................252 
1.9 Collegare la verifica dell'addizionalità ai programmi per la stabilità e la convergenza................253 
1.10 Potenziare il ruolo degli strumenti finanziari.......................................................................................................253 
1.11 Rafforzare la cooperazione a livello europeo......................................................................................................254 
2. Valutazione preliminare dei negoziati sui programmi 2014–2020......................................................................258 
2.1 Priorità di finanziamento nel periodo 2014–2020..............................................................................................258 
2.2 Allineare gli investimenti alle raccomandazioni specifiche per paese.....................................................263 
2.3 Aumentare l'impatto degli investimenti e incrementare i risultati...........................................................265 
3. Impatto stimato della politica di coesione 2014–2020..............................................................................................266 
3.1 Impatto stimato a livello nazionale.............................................................................................................................268 
3.2 Impatto stimato a livello regionale..............................................................................................................................271 
Riferimenti bibliografici............................................................................................................................................................ 277 
Elenco delle figure, delle carte, delle tabelle e dei riquadri.................................................................................... 287 
ix
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
x
xi 
Glossario 
Politica di coesione: comprende tutti i programmi finanziati dai seguenti fondi: Fondo sociale europeo (FSE), 
Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo di coesione (FC).1 Denominata anche 
politica regionale. 
Fondi strutturali: Fondo sociale europeo (FSE) e Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). 
Abbreviazioni 
AEA: Agenzia europea dell’ambiente 
AMECO: Database macroeconomico annuo della direzione regionale degli Affari economici e finanziari 
della Commissione europea. 
BEI: Banca europea per gli investimenti 
COH: paesi della coesione, comprendenti gli Stati membri meno sviluppati e moderatamente sviluppati 
(v. sotto) 
DG BUDG: Commissione europea, direzione generale del Bilancio 
DG COMP: Commissione europea, direzione generale della Concorrenza 
DG ECFIN: Commissione europea, direzione generale degli Affari economici e monetari 
DG EMPL: Commissione europea, direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione 
DG MOVE: Commissione europea, direzione generale della Mobilità e dei trasporti 
DG REGIO: Commissione europea, direzione generale della Politica regionale e urbana 
EFGS: European Forum for Geography and Statistics 
FEAMP: Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, già Fondo europeo per la pesca (FEP) e prece-dentemente 
Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP) 
FEASR: Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, già Fondo europeo agricolo di orientamento e di 
garanzia (FEAOG) 
FESR: Fondo europeo di sviluppo regionale 
FSE: Fondo sociale europeo 
FSIE: Fondi strutturali e d’investimento europei. Comprende tutti i programmi finanziati da FSE, FESR, 
FC, FEASR e FEP 
ISCED: International Standard Classification of Education (Classificazione internazionale standard 
dell’istruzione) 
JRC: Centro comune di ricerca della Commissione europea 
NSI: Istituto nazionale di statistica 
OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico 
SPA: Standard di potere d’acquisto 
UE: Unione europea, già Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), Comunità economica 
europea (CEE) e Comunità europea (CE) 
Gli Stati membri e le loro abbreviazioni 
BE Belgio 
BG Bulgaria 
CZ Repubblica ceca 
DK Danimarca 
DE Germania 
1 In alcuni periodi il FEASR e il Fondo europeo per la pesca sono stati considerati come appartenenti ai Fondi strutturali o alla politica di coesione. 
Ma ai fini della presente relazione essi saranno trattati separatamente.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
EE Estonia 
IE Irlanda 
EL Grecia 
ES Spagna 
FR Francia 
HR Croazia 
IT Italia 
CY Cipro 
LV Lettonia 
LT Lituania 
LU Lussemburgo 
HU Ungheria 
MT Malta 
NL Paesi Bassi 
AT Austria 
PL Polonia 
PT Portogallo 
RO Romania 
SI Slovenia 
SK Slovacchia 
FI Finlandia 
SE Svezia 
UK Regno Unito 
Raggruppamenti per Stati membri 
Per data di adesione 
Per maggior facilità di lettura, la presente relazione intende la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità 
europea (CE) come Unione europea (UE). 
UE–6: I sei Stati membri iniziali: BE, DE, FR, IT, LU e NL 
UE–9: EU6 più DK, IE e UK 
UE–10: UE–9 più EL 
UE–12: UE–10 più ES e PT (quando si fa riferimento ai dati per il periodo 1986–1995) 
UE–12: Tutti gli Stati membri che hanno aderito all'Unione nel 2004 e 2007: BG, CZ, EE, CY, LV, LT, HU, 
xii 
MT, PL, RO, SI, SK 
UE–13: Tutti gli Stati membri che hanno aderito all'Unione nel 2004, 2007 e 2013: BG, CZ, EE, HR, CY, LV, 
LT, HU, MT, PL, RO, SI, SK 
UE–15: UE–12 più AT, FI, SE 
UE–25: UE–15 più CZ, EE, CY, LV, LT, HU, MT, PL, SI, SK 
UE–27: UE–25 più RO e BG 
UE–28: UE–27 più HR 
Raggruppamenti geografici 
•• Stati membri dell'Europa centro–orientale: BG, CZ, EE, HR, LV, LT, HU, PL, SI, SK 
•• Stati membri meridionali: EL, ES, IT, CY, MT, PT 
•• Stati membri occidentali: UE–15 
•• Stati membri scandinavi: DK, FI, SE 
•• Stati baltici: EE, LV, LT 
•• Benelux: BE, LU, NL
Glossario 
Per grado di sviluppo 
Paesi membri meno sviluppati: BG, EE, HR, LV, LT, HU, PL, SK, RO (PIL pro capite inferiore al 75% della media 
dell'UE nel 2012) 
Paesi membri moderatamente sviluppati: CZ, EL, CY, MT, PT, SI2 (PIL pro capite tra il 75% e il 90%) 
Paesi altamente sviluppati: BE, DK, IE, ES, FR, DE, IT, LU, NL, AT, FI, SE, UK (PIL pro capite sopra la media dell'UE) 
Per status 
Paesi candidati: Turchia, Montenegro, Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia (FYROM) 
Paesi candidati potenziali: Albania, Bosnia–Erzegovina, Kosovo ai sensi della risoluzione 1244/99 del Consiglio 
di Sicurezza dell'ONU e Islanda 
Tipologie regionali 
Regioni metropolitane 
Questa classificazione è stata sviluppata in collaborazione con l'OCSE e comprende l'approssimazione al livello 
NUTS 3 di tutte le zone urbane funzionali con oltre 250 000 abitanti, in base alla metodologia UE–OCSE sulla 
definizione di zone urbane funzionali. 
Regioni prevalentemente urbane, intermedie e prevalentemente rurali 
Questa classificazione si basa sulla classificazione dell'OCSE e successiva revisione della Commissione. 
Una metodologia dettagliata figura nell'Annuario regionale Eurostat 2010. 
Regioni frontaliere 
Le regioni di confine sono regioni NUTS 3 ammissibili ai programmi di cooperazione transfrontaliera ai sensi 
del regolamento del Fondo europeo di sviluppo regionale. 
Tipologie locali 
Grado di urbanizzazione 
Città: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in un centro urbano; 
Cittadine e periferie: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in un agglome-rato 
xiii 
(cluster) urbano ma con meno del 50% residente in un centro urbano; 
Zona rurale: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in zone di tipo rurale; 
Per maggiori informazioni consultare la relazione disponibile all'indirizzo Internet: 
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/Degree_of_urbanisation_classification_-_2011_revision 
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/work/2014_01_new_urban.pdf 
Città e zone di pendolarismo 
Città: stessa definizione di cui sopra 
Zone di pendolarismo: unità amministrative locali contigue con almeno il 15% della popolazione occupata che 
si reca al lavoro in un'altra città. 
Per maggiori informazioni consultare la relazione disponibile all'indirizzo Internet: 
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/European_cities_–_the_EU-OECD_functional_urban_ 
area_definition 
http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/focus/2012_01_city.pdf 
2 Cipro è stato inserito in ragione della sua ammissibilità al Fondo di coesione Nel 2012 il PIL pro capite in SPA era il 92% della media dell'UE, 
mentre secondo le proiezioni nel 2013 è inferiore al 90%.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
xiv
Investimenti per l'occupazione e la crescita1 
Figura 1 Impatto della politica di coesione sugli investimenti pubblici, 
340 
320 
300 
280 
260 
240 
220 
xv 
1. Introduzione 
Sebbene negli ultimi anni i governi nazionali abbiano dovuto ricorrere a tagli alla 
spesa per pareggiare il bilancio e i finanziamenti privati si siano esauriti a causa della 
crisi economica e finanziaria, i finanziamenti a titolo della politica di coesione hanno 
continuato a fluire verso gli Stati membri e le regioni, a sostegno degli investimenti 
essenziali a favore della crescita e dell’occupazione. 
La crisi ha inciso in modo radicale sui bilanci nazionali e regionali, limitando la di-sponibilità 
dei finanziamenti in tutti i settori di investimento. Tra il 2008 e il 2013 gli 
investimenti pubblici in tutta l’UE sono diminuiti del 20% in termini reali (Figura 1). 
In Grecia, Spagna e Irlanda il calo ha sfiorato il 60%. Nei paesi dell’Europa centrale e 
orientale, in cui i finanziamenti della politica di coesione sono particolarmente impor-tanti, 
gli investimenti pubblici (espressi in investimenti fissi lordi) si sono ridotti di un 
terzo. Senza la politica di coesione gli investimenti negli Stati membri più colpiti dalla 
crisi sarebbero diminuiti di un ulteriore 50%. In questi paesi i finanziamenti a favore 
della coesione rappresentano attualmente oltre il 60% del bilancio di investimenti 
(Figura 2). 
340 
320 
300 
280 
260 
240 
220 
2007–2013 
Miliardi di euro, prezzi 2005 
UE-28, Investimenti pubblici (Investimenti fissi lordi) 
UE-28, Investimenti pubblici al netto dei pagamenti 
della politica di coesione (FESR, FSE, FC) 2007-2013 
La crisi economica ha invertito la prolungata tendenza alla convergenza del PIL e dei 
tassi di disoccupazione nell'UE, interessando in particolare le regioni dell'Europa me-ridionale. 
La crisi ha inoltre determinato un aumento della povertà e dell'esclusione 
sociale. A sua volta questo ha ostacolato il raggiungimento di svariati obiettivi della 
strategia Europa 2020. 
1 COM(2014) 473 def. 
200 
200 
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 
Fonte: Eurostat e DG REGIO
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
100 
90 
80 
70 
60 
50 
40 
30 
20 
10 
Figura 2 Quota della politica di coesione negli investimenti 
100 
90 
80 
70 
60 
50 
40 
30 
20 
10 
Slovacchia 
Ungheria 
Ad esempio, tra il 2007 e il 2012 in 210 delle 277 regioni dell’UE si è registrato un 
aumento della disoccupazione. In 50 di queste regioni il tasso di disoccupazione è più 
che raddoppiato. La situazione è particolarmente preoccupante per i giovani, dato che 
nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile era superiore al 20% in quasi la metà 
delle regioni. Ne consegue che molte regioni non sono ancora state in grado di contri-buire 
al conseguimento dell’obiettivo principale della strategia Europa 2020: un tasso 
di occupazione pari al 75% per la popolazione nella fascia di età 20–64 entro il 2020. 
La Commissione e gli Stati membri hanno reagito alla crisi riassegnando alcuni inve-stimenti, 
xvi 
previsti nel quadro della politica di coesione, a settori in cui l’impatto delle 
attività economiche e dell’occupazione sarebbe stato diretto e immediato nonché 
continuando a riservare un’attenzione particolare al superamento degli ostacoli strut-turali 
a lungo termine che si frappongono allo sviluppo. Entro la fine del 2013 sono 
quindi stati riassegnati oltre 45 miliardi di euro–ossia il 13% dei fondi totali. Questo 
spostamento di fondi è servito a incentivare l’adozione di misure intese ad attenuare 
la disoccupazione e l’esclusione sociale crescenti e a promuovere gli investimenti in 
innovazione e ricerca e sviluppo (R&S), sostegno alle imprese, energie sostenibili, 
infrastrutture sociali e didattiche. 
La Commissione ha inoltre proposto misure volte ad accrescere la liquidità per gli 
Stati membri più colpiti dalla crisi. L’adozione di tali misure da parte del Parlamento 
europeo e del Consiglio ha consentito una riduzione dei contributi nazionali, rendendo 
possibile l’afflusso di pagamenti anticipati per l’ammontare di oltre 7 miliardi di euro. 
È stata anche approvata un’ulteriore riduzione del cofinanziamento nazionale per un 
valore pari a quasi 2,1 miliardi di euro. 
È documentato che gli investimenti della politica di coesione hanno avuto ripercus-sioni 
significative. 
0 
0 
pubblici, media 2010–2012 
Finanziamenti della politica di coesione e cofinanziamenti nazionali in % sugli investimenti pubblici complessivi 
Fonte: Eurostat e DG REGIO 
Bulgaria 
Lituania 
Estonia 
Malta 
Lettonia 
Polonia 
Portogallo
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
Tra il 2007 e il 2012 il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha creato circa 
600 000 posti di lavoro: tale dato corrisponde al 20% circa delle perdite di posti di 
lavoro stimate nello stesso periodo, a partire dall’inizio della crisi finanziaria. Il fondo 
ha investito in 200 000 progetti di piccole e medie imprese (PMI) e in 80 000 imprese 
in fase di avviamento, ha finanziato 22 000 progetti riguardanti la cooperazione fra il 
settore imprenditoriale e quello della ricerca, ha fornito la copertura con banda larga 
a 5 milioni di persone e ha incluso 5,5 milioni di persone nei servizi di trattamento del-le 
acque reflue. Grazie agli investimenti dell’UE a titolo della politica di coesione sono 
inoltre stati costruiti 3 000 km di reti di trasporto europee di fondamentale importan-za 
(il 15% della rete globale TEN T) ed è anche raddoppiata la quota di finanziamenti 
xvii 
governativi per le attività di R&S negli Stati membri meno sviluppati. 
Tra il 2007 e il 2012 il Fondo sociale europeo (FSE) ha sostenuto 68 milioni di parte-cipazioni 
a progetti individuali. Dopo aver ricevuto gli aiuti del FSE, 5,7 milioni di per-sone 
disoccupate o inattive hanno trovato un impiego e quasi 8,6 milioni di qualifiche 
sono state acquisite con il sostegno del FSE. Sono stati segnalati oltre 400 000 casi di 
nuove imprese create e di persone che hanno avviato un’attività di lavoro autonomo. 
Tutti questi aspetti hanno contribuito a limitare la contrazione del PIL in molti paesi o 
a impedire un ulteriore aumento della disoccupazione. 
Gli effetti di detti investimenti aumenteranno nel corso dei prossimi anni, in quanto 
gli Stati membri hanno tempo fino alla fine del 2015 per utilizzare i fondi a valere 
sui programmi 2007–2013 e solo qualche tempo dopo che gli investimenti sono stati 
effettuati è possibile misurarne l’impatto. 
Con un bilancio totale di oltre 450 miliardi di euro (compreso il cofinanziamento nazio-nale) 
per il periodo di programmazione 2014–2020, la politica di coesione costituisce il 
principale strumento di investimento dell’UE. Essa apporterà il contributo maggiore nel 
sostegno alle PMI, alle attività di R&S e innovazione, all’istruzione, all’economia a basse 
emissioni di carbonio, all’ambiente, alla lotta contro la disoccupazione e l’esclusione socia-le, 
allo sviluppo di infrastrutture atte a collegare i cittadini dell’UE e all’ammodernamento 
della pubblica amministrazione. Gli investimenti previsti a titolo della politica di coesione, 
combinati con le riforme strutturali, svolgeranno un ruolo fondamentale per il sostegno 
alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e per il conseguimento degli obiettivi della 
strategia Europa 2020 relativi ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. 
La sfida consiste nel garantire che queste risorse siano utilizzate nel modo più ef-ficace 
ed efficiente possibile, massimizzando i loro effetti, consolidando la ripresa e 
aiutando l’UE ad uscire dalla crisi più forte e più competitiva di prima. 
La nuova politica di coesione è pienamente in linea con la strategia Europa 2020 
e con i suoi obiettivi precipui in materia di occupazione, ricerca e sviluppo, clima ed 
energia, istruzione e lotta contro la povertà e l’esclusione sociale ed è connessa al 
semestre europeo e al processo di governance economica dell’UE. Gli investimenti 
a titolo della politica di coesione saranno pertanto utilizzati anche per sostenere le 
politiche perseguite dagli Stati membri nel quadro degli orientamenti integrati e dei 
programmi nazionali di riforma nonché per affrontare le pertinenti raccomandazio-ni 
specifiche per paese (RSP), formulate dal Consiglio. La Commissione può anche 
chiedere agli Stati membri di modificare i loro accordi di partenariato e i programmi 
operativi per rispondere alle nuove sfide individuate nelle RSP.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
La presente comunicazione sintetizza i risultati dei finanziamenti a favore della coe-sione 
nel precedente periodo di programmazione e descrive i principali elementi della 
riforma della politica di coesione per il periodo 2014–20202 nonché le tendenze che 
emergono dai negoziati sui programmi attualmente condotti dalla Commissione e da-gli 
Stati membri. La comunicazione è corredata di un documento di lavoro dei servizi 
della Commissione, che analizza le sfide socioeconomiche e relative alla governance 
che incombono sugli Stati membri e sulle regioni e valuta l’impatto della politica di 
coesione e degli investimenti pubblici sulle disparità economiche e sociali. 
2. Una politica in evoluzione: investire nella competitività 
delle regioni per migliorare la vita dei cittadini 
Il trattato sull’Unione europea sancisce che l’obiettivo della politica di coesione è ri-durre 
le disparità economiche, sociali e territoriali, fornendo un sostegno particolare 
alle regioni meno sviluppate. 
Nel corso del tempo questa politica ha contribuito a migliorare il tenore di vita e le 
opportunità economiche nelle regioni dell’UE, migliorando le competenze e le possi-bilità 
di impiego, aumentando l’accesso alle regioni, promuovendo lo sviluppo delle 
capacità amministrative, creando collegamenti tra istituti di ricerca, università e mon-do 
imprenditoriale nonché erogando servizi alle piccole e medie imprese. Sostenendo 
i principali motori della crescita economica, la politica di coesione aiuta le regioni 
dell’UE a crescere più rapidamente. 
Pur restando fedele alle sue origini, la politica di coesione ha registrato sviluppi e 
progressi. Nei primi anni della sua esistenza, tale politica limitava il proprio raggio 
d’azione alla sfera nazionale, finanziando negli Stati membri progetti predeterminati 
di scarsa influenza a livello europeo. Nel corso del tempo sono stati introdotti principi 
fondamentali come la programmazione pluriennale, investimenti più strategici e un 
maggiore coinvolgimento dei partner regionali e locali. 
La parte più consistente del sostegno finanziario nel quadro della politica di coesione 
è stata costantemente rivolta alle regioni e agli Stati membri meno sviluppati. Gli 
investimenti, inizialmente incentrati sulle infrastrutture, sono stati tuttavia successi-vamente 
orientati verso il sostegno alle PMI, alle opportunità occupazionali più inno-vative 
e alle politiche sociali. Tale cambiamento è stato possibile grazie allo sviluppo 
delle infrastrutture negli Stati membri (sia in quelli che hanno aderito all’UE dopo 
il 2004 sia negli Stati membri di lunga data), finanziato nel quadro della politica di 
coesione in periodi precedenti. 
La figura 3 illustra la composizione degli investimenti e la sua evoluzione a partire 
dal 1989. 
La quota di investimenti nelle infrastrutture pesanti (in particolare quelle di trasporto) 
era elevata al momento del varo della politica e in seguito all’allargamento del 2004, 
quando sono entrati a far parte dell’UE paesi che presentavano un evidente divario 
infrastrutturale. Con la creazione del Fondo di coesione negli anni ‘90 gli investimenti 
2 Regolamenti (UE) nn. 1299/2013 e 1304/2013. 
xviii
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
ambientali hanno acquisito un’importanza sempre maggiore, aiutando gli Stati mem-bri 
e le regioni a conformarsi alle direttive e ai regolamenti dell’UE in questo settore. 
Gli investimenti nel settore produttivo e in particolare nelle PMI sono rimasti relati-vamente 
Occupazione, istruzione, 
inclusione sociale 
Infrastrutture (trasporti, 
energia, telecomunicazioni) 
Sostegno alle imprese, 
R&S e innovazione 
xix 
stabili. 
Figura 3 Ripartizione degli investimenti della politica 
100 
80 
60 
40 
20 
0 
di coesione nelle regioni meno sviluppate, 1989–2013 
% del totale 
1989-1993 1994-1999 2000-2006 2007-2013 
Assistenza tecnica 
Ambiente 
Fonte: DG REGIO 
Gli investimenti nel capitale umano (istruzione, occupazione e inclusione sociale) 
sono tuttavia leggermente diminuiti in termini relativi. Ciononostante il ruolo del 
FSE quale strumento per investire nel capitale umano è cresciuto considerevolmen-te, 
da ultimo a seguito delle conseguenze drammatiche della crisi economica sui 
mercati del lavoro degli Stati membri. Quale nuova misura per far fronte a questo 
problema, il quadro normativo per il periodo 2014–2020 definisce per il FSE una 
quota minima (23,1%) del bilancio della politica di coesione. Tale fatto è importante 
per garantire il volume di investimenti nel capitale umano, nell’occupazione, nell’in-clusione 
sociale, nella riforma della pubblica amministrazione e nello sviluppo del-le 
capacità istituzionali necessario per contribuire al conseguimento degli obiettivi 
della strategia Europa 2020. 
Durante il periodo 2007–2013 la politica di coesione–in particolare mediante il FSE– 
ha sostenuto per la prima volta la modernizzazione e la riforma delle amministrazioni 
pubbliche e dei sistemi giudiziari nei paesi in fase di convergenza. Tale sostegno è 
inteso a migliorare il funzionamento, l’accessibilità e la qualità dei servizi pubblici, al 
fine di agevolare l’elaborazione di politiche fondate su elementi concreti e di attuare 
politiche di concerto con le parti sociali e la società civile. 
Infine, la quota di risorse destinate all’assistenza tecnica è aumentata significativa-mente 
dal periodo 2000–2006, rispecchiando l’importanza fondamentale del buon 
funzionamento delle istituzioni per la gestione efficace dei programmi della politica 
di coesione.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
Adattando opportunamente gli investimenti ai livelli di sviluppo economico, la politica di 
coesione è stata in grado di adeguarsi nel tempo all’evolversi delle esigenze di ciascuna 
regione, sebbene l’evoluzione della politica non sia stata decisiva come ci si attendeva. 
L’evidenza indica, ad esempio, che l’introduzione nel periodo 2007–2013 dell’assegna-zione 
obbligatoria di una parte dei fondi alle priorità dell’UE ha rappresentato un passo 
in avanti ma i risultati sono stati eterogenei e l’eccessiva dispersione dei fondi continua. 
È inoltre diventato sempre più evidente che l’efficacia della politica di coesione di-pende 
da sane politiche macroeconomiche, da un ambiente imprenditoriale favore-vole 
e da istituzioni solide. In alcuni casi le politiche inadeguate nonché le debolezze 
a livello amministrativo e istituzionale hanno limitato l’efficacia dei finanziamenti. 
Sono rimaste lacune anche quando si è trattato di recepire la legislazione dell’UE 
nel diritto nazionale per i settori direttamente correlati alla politica di coesione. 
Benché siano stati posti in essere tentativi di definire quadri strategici, istituzionali 
e amministrativi, la loro applicazione è rimasta discrezionale e non sistematica. 
Infine, l’attuazione dei fondi è stata maggiormente incentrata sulla spesa e sulla con-formità 
xx 
alle norme di gestione piuttosto che sul conseguimento di obiettivi. Talvolta gli 
obiettivi dei programmi erano vaghi ed è stato difficile controllare e valutare i risultati. 
La determinazione degli obiettivi è un’attività complessa e alcuni Stati membri hanno 
fissato obiettivi non abbastanza ambiziosi, limitando così la capacità di valutare gli 
effetti degli interventi e di capire quali erano le misure più efficaci e per quale ragione. 
3. Il conseguimento dei risultati è il fulcro 
della nuova politica di coesione 
Durante i negoziati sulla riforma della politica di coesione, portati a termine nel di-cembre 
2013, si è cercato di porre rimedio a tali carenze. 
La riforma verte sull’attuazione di una politica in materia di investimenti. Gli obiettivi 
della politica di coesione sono stati allineati alla strategia Europa 2020 e all’atto della 
pianificazione degli investimenti si è sistematicamente tenuto conto delle pertinen-ti 
raccomandazioni specifiche per paese (RSP). Anche le modalità di funzionamento 
della politica di coesione sono state sottoposte a riforma in base a cinque idee fon-damentali. 
3.1 I programmi della politica di coesione devono operare 
in un contesto favorevole 
La nuova politica di coesione è collegata al processo di governance economica dell’UE 
e al "semestre europeo", in quanto gli investimenti nel quadro della politica di coe-sione 
non possono essere considerati separatamente dal contesto economico in cui 
vengono effettuati. 
Al fine di evitare politiche economiche o fiscali insostenibili, che compromettono l’effi-cacia 
del sostegno dell’UE nel corso del periodo 2014–2020, i finanziamenti possono 
essere sospesi qualora uno Stato membro non rispetti le raccomandazioni ricevute 
nell’ambito del processo di governance economica dell’UE.
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
L’efficacia degli investimenti non deve essere compromessa da politiche inadeguate o 
da strozzature a livello regolamentare, amministrativo o istituzionale. Gli Stati mem-bri 
e le regioni devono pertanto soddisfare una serie di requisiti preliminari, concepiti 
per garantire che gli investimenti confluiscano in un chiaro quadro politico strategico 
atto ad assicurare un rapido recepimento della legislazione dell’UE che si ripercuota 
sull’attuazione dei fondi di coesione, una sufficiente capacità amministrativa e il ri-spetto 
di requisiti minimi, ad esempio in materia di lotta alla discriminazione, parità 
xxi 
di genere, disabilità, appalti pubblici e aiuti di Stato. 
In particolare, ogni settore di investimento deve basarsi su una strategia ben definita. 
Gli investimenti nei trasporti, ad esempio, possono essere effettuati solo dopo aver 
posto in essere una strategia globale dei trasporti a livello nazionale o regionale. 
Analogamente, gli investimenti in R&S e innovazione vanno inquadrati in una "strate-gia 
di specializzazione intelligente", che comporta un processo di elaborazione di una 
visione, di individuazione di vantaggi competitivi, di definizione delle priorità strate-giche 
e dell’adozione di politiche intelligenti volte a massimizzare per ogni regione il 
potenziale di sviluppo basato sulle conoscenze. In sintesi, dovrebbero essere i progetti 
a seguire le strategie e non viceversa. 
3.2 I programmi della politica di coesione devono concentrare 
le risorse su un numero limitato di priorità e massimizzare 
il loro valore aggiunto 
Gli Stati membri e le regioni devono concentrare i finanziamenti su un numero limitato 
di settori rilevanti a livello di UE. Una quota elevata del FESR sarà assegnata a quattro 
priorità che costituiscono il fulcro della strategia Europa 2020: innovazione e ricerca, 
agenda digitale, sostegno alle PMI ed economia a ridotte emissioni di carbonio. 
La concentrazione del FSE su un massimo di cinque priorità di investimento fungerà 
da sostegno al consolidamento delle realizzazioni e dei risultati a livello europeo e 
garantirà inoltre una correlazione più chiara con la strategia europea per l’occupazio-ne 
e gli orientamenti integrati per l’occupazione. Almeno il 20% della dotazione del 
FSE sarà riservata al sostegno dell’inclusione sociale e alla lotta contro la povertà e 
la discriminazione. 
Data l’urgente necessità di combattere la disoccupazione giovanile, è stata avviata con 
una dotazione di 6 miliardi di euro l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), 
fornendo finanziamenti mirati per contribuire ad attuare la "garanzia per i giovani" in 
tutta l’UE. In tal modo si garantisce che ad ogni giovane venga offerta un’occupazione 
o una formazione adeguata entro quattro mesi dal termine del percorso scolastico o 
dall’inizio della disoccupazione. I finanziamenti a titolo della YEI saranno concentrati 
sulle regioni che presentano tassi di disoccupazione giovanile particolarmente elevati. 
Le regioni e gli Stati membri dovranno operare scelte chiare in merito ai loro obiettivi. In 
questo modo sarà possibile ottenere una massa critica di risorse atte a garantire che l’im-patto 
sia significativo e che gli investimenti vadano a quei settori in cui possono esplicare 
effetti diretti e immediati sulla crescita e sull’occupazione.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
3.3 I programmi della politica di coesione devono definire 
obiettivi e risultati chiari 
Il successo della politica di coesione sarà misurato in base ai suoi risultati e al suo 
impatto. Le riforme si concentrano pertanto su una maggiore attenzione ai risultati, 
grazie a indicatori di rendimento nonché ad attività di rendicontazione e di valutazio-ne 
migliori. 
In fase di elaborazione dei programmi, gli Stati membri e le regioni devono precisare 
i risultati che intendono conseguire entro la fine del periodo di programmazione. I 
programmi dovranno illustrare le modalità secondo cui le azioni proposte contribui-ranno 
al conseguimento di tali obiettivi e stabiliranno gli indicatori di rendimento con 
parametri di riferimento e obiettivi chiari per misurare i progressi compiuti. Ciascun 
programma avrà un quadro di riferimento dei risultati al fine di aumentare la traspa-renza 
e la responsabilità. 
Per fornire un incentivo supplementare, circa 20 miliardi di euro (ossia il 6% del bi-lancio 
della politica di coesione) sono stati accantonati per essere assegnati nel 2019 
ai programmi che dimostrano di essere sulla buona strada per la realizzazione dei 
loro obiettivi. 
3.4 I programmi della politica di coesione devono dare più voce 
alle città 
Le città possono svolgere un ruolo fondamentale nella politica di coesione e per il 
conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Più di due terzi degli eu-ropei 
vive nelle città. Le città sono produttive ed innovative e possono assumere un 
ruolo guida ai fini di una crescita intelligente. Esse possono essere più efficienti sotto 
il profilo delle risorse (ad esempio riducendo al minimo l’occupazione del suolo, l’im-permeabilizzazione 
xxii 
del suolo e l’impiego di energia) e possono partecipare alla realiz-zazione 
di una crescita sostenibile, ad esempio attraverso le infrastrutture verdi. Dato 
il divario di ricchezza, la concentrazione dell’esclusione sociale e della povertà nelle 
città, esse sono essenziali per affrontare la sfida della crescita inclusiva. 
Per tali motivi si prevede che, nel periodo 2014–2020, circa la metà del FESR sarà 
spesa nelle città. La nuova politica di coesione mira inoltre a potenziare il ruolo delle 
città nel concepire e attuare politiche che contribuiscano a conseguire gli obiettivi della 
strategia Europa 2020, determinando un importo minimo (5% del FESR) per gli investi-menti 
integrati nello sviluppo urbano sostenibile e garantendo che le città svolgeranno 
il ruolo principale nella selezione dei progetti. 
La Commissione inviterà inoltre alla presentazione di progetti nell’ambito del nuovo 
programma "Azioni urbane innovative", per sostenere le città che sono disposte a 
sperimentare nuove idee in materia di sviluppo urbano.
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
3.5 È necessaria una maggiore inclusione dei partner a tutti 
i livelli nei programmi della politica di coesione 
Il quadro strategico 2014–2020 si fonda sul presupposto che tutti i partner a livello 
nazionale, regionale e locale saranno coinvolti in tutte le fasi di programmazione, 
nel rispetto dei principi della governance multilivello e includendo le parti sociali e le 
organizzazioni della società civile. Per la prima volta a livello di UE, il codice europeo 
di condotta sul partenariato3 fornisce agli Stati membri un modello per raggiungere e 
coinvolgere tali partner nell’elaborazione dei programmi nel corso dell’intera fase di 
attuazione nonché in quelle di monitoraggio e di valutazione. I partenariati potrebbero 
altresì risultare particolarmente efficaci nel realizzare strategie di sviluppo locale di 
tipo partecipativo. Nei nuovi regolamenti sono integrate anche misure volte a poten-ziare 
Figura 4 Ripartizione per priorità e per Fondo, 2014–2020 
0 10 20 30 40 50 60 
0 10 20 30 40 50 60 
in % sul finanziamento complessivo (esclusa assistenza tecnica) 
xxiii 
le capacità delle parti sociali e della società civile. 
4. Dalla teoria alla pratica: nuovi elementi che 
emergono dai negoziati 
Al momento dell’adozione della presente comunicazione, la Commissione aveva rice-vuto 
tutti i 28 accordi di partenariato (AP) e circa 150 programmi operativi (PO)4. Sono 
in corso negoziati con gli Stati membri e le regioni. Quanto segue fornisce pertanto 
solo un’indicazione della misura in cui gli elementi principali della riforma sono stati 
integrati nelle nuove strategie e nei nuovi programmi. 
01 Innovazione e R&S 
02 Tecnologie dell'informazione e della comunicazione 
03 Sostegno alle PMI 
04 Economia a basso contenuto di carbonio 
05 Adattamento al cambiamento climatico 
06 Ambiente 
07 Infrastrutture di rete 
08 Occupazione 
09 Inclusione sociale 
10 Istruzione 
11 Buona governance 
FSE FESR FC 
Fonte: Accordi di partenariato provvisori e definitivi al 1° giugno 2014 
Le informazioni disponibili rivelano alcune tendenze decisamente incoraggianti e al-cuni 
problemi. 
3 Cfr. il regolamento delegato della Commissione del 7.1.2014, C (2013) 9651 final. 
4 Quattro AP sono già stati adottati dalla Commissione.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
Complessivamente, circa 336 miliardi di euro sono destinati ai programmi nazionali 
e regionali nel quadro dell’obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell’occu-pazione" 
Figura 5 Ripartizione per priorità 2014-2020 e 2007-2013 
Adattamento al cambiamento 
Fonte: Accordi di partenariato provvisori e definitivi al 1° giugno 2014 e DG REGIO 
xxiv 
(IGJ). Le risorse sono ripartite come segue: 187,5 miliardi di euro al FESR, 
63 miliardi di euro al Fondo di coesione e 85 miliardi di euro al FSE, che superano 
la dotazione minima prevista a livello giuridico per il FSE, pari a 80 miliardi di euro5. 
Circa 124 miliardi di euro sono destinati alle attività di R&S e innovazione, alle TIC, 
alle PMI e all’economia a basse emissioni di carbonio (Figura 4), con un aumento pari 
a quasi il 22% rispetto al periodo 2007–2013. La maggior parte di tale importo è 
finanziato dal FESR (116,5 miliardi di euro) e il resto dal Fondo di coesione. 
98 miliardi di euro saranno investiti a favore dell’occupazione, dell’inclusione sociale 
e delle misure per l’istruzione. La parte preponderante di tale importo viene dal FSE: 
occupazione (30,7 miliardi di euro), inclusione sociale (20,9 miliardi di euro) ed istru-zione 
(26,3 miliardi di euro). 
59 miliardi di euro sono destinati ai trasporti e alle infrastrutture delle reti energeti-che: 
si tratta di una diminuzione del 21% rispetto al periodo 2007–2013. 
2014-2020 2007-2013 
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 
Priorità FESR 
Priorità FSE 
Infrastrutture di rete 
climatico e ambiente 
in % sul totale (esclusa assistenza tecnica) 
Circa 4,3 miliardi di euro saranno investiti nel potenziamento delle capacità istitu-zionali 
delle autorità pubbliche e nell’efficienza delle pubbliche amministrazioni e dei 
servizi ("buona governance"): ciò rappresenta un aumento del 72% rispetto al periodo 
precedente. 
Il nuovo periodo di programmazione comporta quindi un chiaro cambiamento di rotta 
in termini di priorità di finanziamento rispetto al periodo 2007–2013 (Figura 5). Gli 
Stati membri e le regioni investiranno di più sulle priorità del FESR (R&S e innovazio- 
5 Le risorse finanziarie per l’obiettivo IGJ comprendono il FESR (ad esclusione del sostegno per la coope-razione 
territoriale europea), il FSE e il Fondo di coesione. Le cifre riflettono la situazione a partire dal 
1º giugno e possono ancora cambiare nel contesto dei negoziati sui programmi.
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
ne, TIC, PMI ed economia a basse emissioni di carbonio) e sulle priorità del FSE (occu-pazione, 
inclusione sociale, istruzione e governance). Di conseguenza si ridurranno gli 
investimenti in infrastrutture di rete e ambientali. La diminuzione degli investimenti in 
infrastrutture è particolarmente marcata negli Stati membri più sviluppati. 
La particolare attenzione riservata dalla Commissione all’economia a basse emissioni 
di carbonio si è tradotta in un sostanziale incremento di tale tipologia di investimento: 
oltre 38 miliardi di euro contribuiranno al passaggio ad un’economia a basse emissio-ni 
di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici. Vari paesi hanno posto particolare 
enfasi sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle energie rinnovabili. In alcuni 
casi è tuttavia necessario chiarire meglio il nesso tra investimenti e risultati attesi in 
relazione agli obiettivi in materia di cambiamenti climatici. 
Date le sfide rappresentate dagli elevati tassi di disoccupazione e dall’aumento della 
povertà, l’accento sulla crescita inclusiva potrebbe essere maggiore in alcuni AP. La 
Commissione ritiene anche che i finanziamenti destinati all’istruzione non siano al mo-mento 
sufficienti per attuare le priorità individuate. In alcuni AP viene attribuita una 
priorità ridotta alle misure attive di inclusione sociale. Per garantire migliori risultati a 
livello sociale e investimenti più adeguati ai cambiamenti sociali, la riforma della politi-ca 
xxv 
sociale va integrata meglio nell’attività di programmazione. 
Per quanto concerne inoltre l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, le informa-zioni 
pertinenti in alcuni accordi di partenariato e programmi operativi sono piuttosto 
generali e non precisano le modalità di realizzazione di tale nuova iniziativa e del rela-tivo 
sostegno all’attuazione dei sistemi di garanzia per i giovani. In alcuni programmi le 
azioni sostenute dall’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile vanno maggiormente 
incentrate sul sostegno alla creazione di posti di lavoro. 
Nonostante l’esistenza di una RSP sull’integrazione della minoranza Rom, alcuni Stati 
membri non prevedono una priorità specifica per le comunità emarginate, rendendo 
così più difficile valutare quanti finanziamenti saranno assegnati a tale settore d’in-tervento. 
Alcuni Stati membri non tengono sufficientemente conto delle esigenze di 
questo gruppo destinatario o della necessità di elaborare ulteriormente la propria 
strategia e la logica d’intervento. 
La modernizzazione amministrativa e la qualità della giustizia sono riconosciuti come 
fattori chiave per la competitività e la crescita inclusiva. Molti Stati membri stanno 
programmando misure volte a rendere più incisive le proprie istituzioni pubbliche e 
a migliorare la loro capacità di realizzare politiche più efficaci, erogare servizi ammi-nistrativi 
migliori, accelerare i procedimenti giudiziari, aumentare la trasparenza e 
l’integrità delle istituzioni pubbliche nonché favorire una maggiore partecipazione del 
pubblico nelle varie fasi di elaborazione delle politiche. In un certo numero di Stati 
membri, in cui la riforma della pubblica amministrazione è stata affrontata come una 
sfida, non esiste però una strategia ben definita e gli obiettivi sono incompleti e poco 
chiari, mentre tali riforme sono indispensabili per sostenere la crescita, l’occupazione 
e la competitività. In alcuni di questi Stati membri manca inoltre un chiaro impegno 
politico a favore di tali riforme. 
Emerge con chiarezza che la necessità di prepararsi agli investimenti adeguandosi 
alle condizioni operative prima ancora di procedere all’attuazione del programma è
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
stata presa sul serio. Il processo non è stato facile e, in molti casi, la Commissione 
dovrà concordare piani d’azione per garantire la piena conformità alle prescrizioni 
entro scadenze ben definite. Le condizioni che gli Stati membri hanno trovato partico-larmente 
difficili da soddisfare riguardano settori in cui devono essere recepite le di-rettive 
dell’UE o in cui devono essere applicati in modo efficace i regolamenti dell’UE. 
A livello nazionale e regionale sono state definite strategie di specializzazione intel-ligente 
allo scopo di accelerare la trasformazione economica e ridurre il divario di 
conoscenze. È necessario porre maggiormente l’accento su forme di sostegno meno 
incisive, sul sostegno alla ricerca orientata al mercato e sulla collaborazione con le 
imprese. Sussiste il rischio che il sostegno alle PMI sia orientato allo status quo e non 
venga adattato alle loro esigenze e al potenziale di crescita per assicurare un forte 
effetto leva e un rapido assorbimento. 
Alcuni Stati membri hanno inoltre elaborato programmi che istituiscono collegamenti 
chiari tra l’economia digitale e l’innovazione. Ciò è importante in quanto gli inve-stimenti 
xxvi 
nella banda larga ad alta velocità e nelle TIC sono necessari per superare 
strozzature specifiche e per promuovere soluzioni orientate al mercato. Ad esempio, 
è essenziale concentrarsi sugli investimenti nelle reti a banda larga di prossima ge-nerazione 
per garantire che le regioni meno sviluppate non perdano ulteriormente 
terreno. Anche le sinergie tra la politica di coesione, il programma Orizzonte 2020 e 
altri programmi dell’UE sono di fondamentale importanza nel contesto delle strategie 
di specializzazione intelligente a livello regionale e nazionale. 
Nel periodo 2014–2020 circa 88 programmi in 16 paesi saranno programmi a finan-ziamento 
multiplo, che combinano le risorse del FESR, del Fondo di coesione e del FSE. 
Tale fatto dovrebbe incoraggiare un approccio integrato, in grado di riunire politiche, 
fondi e priorità di diversa natura. 
Per rendere la politica più efficace, orientata ai risultati e basata sulle prestazioni, gli 
Stati membri e le regioni dovranno fissare obiettivi e traguardi dettagliati. È essen-ziale 
che i programmi non esprimano le finalità in modo troppo generico e che com-prendano 
un numero considerevole di possibili azioni intese a mantenere la massima 
flessibilità nella selezione dei progetti in una fase successiva. Questo è un elemento 
fondamentale: se gli obiettivi e i traguardi non sono sufficientemente ambiziosi e 
dettagliati sarà molto difficile sottoporre a valutazione la politica e promuovere un 
dibattito pubblico significativo a tale riguardo. Nel corso del processo negoziale la 
Commissione si concentrerà su tali rischi. 
Gli accordi di partenariato sono stati redatti basandosi ampiamente su un dialogo 
positivo tra i partner, sebbene vi siano indicazioni che in alcuni casi tale dialogo è 
stato insufficiente, che importanti parti interessate non sono state coinvolte o che 
le osservazioni non sono state riprese nelle versioni successive dei documenti. La 
Commissione esaminerà molto attentamente le modalità di applicazione da parte 
degli Stati membri del codice di condotta sul partenariato, al fine di garantire una 
reale partecipazione delle parti interessate. 
Quale ultimo aspetto, ma non meno importante degli altri, va osservato che il nuo-vo 
periodo richiede una solida governance e meccanismi di coordinamento a livello 
nazionale e regionale al fine di garantire la coerenza tra i programmi, il sostegno
Investimenti per l'occupazione e la crescita 
alla strategia Europa 2020 e le RSP nonché di evitare sovrapposizioni e lacune. Ciò è 
particolarmente importante in considerazione dell’aumento complessivo del numero 
di programmi regionali (per i programmi del FSE si tratta quasi del 60% rispetto al 
periodo 2007–2013). 
xxvii 
5. Conclusioni 
Nel periodo 2014–2020 la politica di coesione guiderà le attività di investimento di un 
terzo del bilancio dell’UE per contribuire a realizzare gli obiettivi paneuropei di cresci-ta 
e creazione di posti di lavoro nonché di riduzione delle disparità economiche e so-ciali. 
Tale politica costituisce inoltre il principale strumento di investimento a livello di 
UE al fine di perseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 e apporta il contributo 
maggiore in una serie di settori, tra cui: sostegno alle PMI, R&S e innovazione, investi-menti 
in una forza lavoro qualificata e competitiva, lotta contro la disoccupazione e 
l’esclusione sociale, adattamento ai cambiamenti climatici e ambiente. 
I modelli economici forniscono un’indicazione dell’impatto macroeconomico. Si pre-vede 
ad esempio che, grazie alla politica di coesione, nei principali paesi beneficiari 
il PIL potrebbe aumentare in media del 2% e l’occupazione dell’1% circa durante il 
periodo di attuazione. 
Gli effetti di aumento della produttività esplicati dalla politica di coesione continueranno 
inoltre a rafforzarsi anche quando i programmi saranno giunti a termine. Si stima che, 
entro il 2030, in questi paesi il PIL sarà superiore del 3% rispetto al livello atteso in as-senza 
di tale politica. Ciò significa che, nel periodo 2014–2030, per ogni euro speso nei 
principali paesi beneficiari si prevede che il PIL sia superiore di oltre tre euro. 
Affinché tali effetti diventino concreti è tuttavia essenziale che gli Stati membri e le 
regioni attuino le riforme e utilizzino questa politica quale strumento di investimento ef-ficace. 
Sarà pertanto fondamentale l’esito dei negoziati in corso per sviluppare strategie 
solide, individuare un numero limitato di priorità di investimento principali, determinare 
obiettivi ambiziosi e assicurare che le condizioni, a livello locale e globale, massimizzino 
l’impatto degli investimenti cofinanziati a titolo della politica di coesione. 
Nel 2017 la Commissione presenterà al Parlamento europeo una prima relazione sui 
progressi compiuti nell’ambito dei programmi. In tal modo verrà fornita una pano-ramica 
dei progressi realizzati dagli Stati membri e dalle regioni nel conseguimento 
degli obiettivi stabiliti nei rispettivi programmi, indicando se essi stiano dando o no i 
risultati previsti.
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
xxviii
xxix 
Riassunto esecutivo 
La presente relazione esce all'inizio del nuovo settennato di programmazione della 
politica di coesione, in una fase in cui l'Unione europea si presenta profondamente 
cambiata dal 2007, anno di avvio della precedente programmazione. All'epoca l'UE 
stava attraversando una fase di crescita economica costante. Ilivelli di reddito erano 
in aumento, così come i tassi di occupazione e la spesa pubblica, mentre la pover-tà 
e l'esclusione sociale erano in calo e le disparità regionali si stavano riducendo. 
Malgrado queste tendenze positive, le disparità tra regioni continuavano comunque a 
rimanere ampie e numerose. 
L'avvento della crisi ha modificato questo scenario. Dal 2008 il debito pubblico è 
aumentato vertiginosamente, il reddito è diminuito per molti cittadini dell'UE, i tassi 
di occupazione sono crollati in molti paesi e la disoccupazione ha toccato il picco più 
alto mai raggiunto negli ultimi 20 anni, mentre la povertà e l'esclusione sociale sono 
tendenzialmente diventate più diffuse. Allo stesso tempo, in molti paesi sono aumen-tate 
le disparità regionali in termini di tassi di occupazione e disoccupazione, come 
pure quelle in termini di PIL pro capite, mentre in altri si è interrotto il processo di 
attenuazione delle disparità. Questi sviluppi indicano che gli obiettivi di Europa 2020 
in materia di occupazione e lotta alla povertà sono divenuti più difficili da raggiungere 
rispetto al periodo in cui sono stati definiti. Per questo motivo, nei prossimi 6 anni 
occorrerà incrementare gli sforzi per ottenere risultati positivi a fronte dei pesanti 
vincoli di bilancio. 
Capitolo 1: Nella sua prima fase, la crisi ha colpito particolarmente il settore edi-le 
e il settore manifatturiero. In entrambi l'occupazione è diminuita drasticamente, 
nell'edilizia a seguito del collasso della bolla immobiliare in alcuni Stati membri e 
dei tagli alla spesa pubblica, nel settore manifatturiero a causa del declino a livello 
di domanda globale, soprattutto per i beni di investimento. Più recentemente, i mer-cati 
mondiali sono in fase di espansione e le esportazioni in aumento, determinando 
un certo incremento della produzione. Questo aspetto è particolarmente importante 
soprattutto per molti Stati membri dell'Europa centro–orientale, nei quali il settore 
manifatturiero costituisce un'ampia fetta di valore aggiunto. 
L'impatto territoriale della crisi è variegato. Nella maggior parte dell'UE, le regioni 
metropolitane si sono dimostrate maggiormente soggette a fasi alterne tra momenti 
di espansione e momenti di contrazione, mentre nel complesso le regioni rurali hanno 
dimostrato una maggiore resilienza. Nell'UE–15, le regioni metropolitane di secondo 
livello hanno avuto un rendimento nella media, mentre nell'UE–13 esse hanno supe-rato 
le altre regioni. Tra il 2008 e il 2011, le regioni rurali dell'UE–15 hanno registrato 
una contrazione del PIL inferiore rispetto alle altre regioni, grazie a un maggior incre-mento 
della produttività. Anche nell'UE–13 il maggior incremento della produttività 
ha determinato una riduzione del divario con le altre regioni in termini di crescita. 
Nonostante le difficoltà dello scenario economico, la percentuale di persone con istru-zione 
terziaria è salita negli ultimi anni in molti paesi e i tassi di abbandono scolastico
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
sono diminuiti. Di conseguenza, gli obiettivi dell'UE inerenti questi due settori saranno 
probabilmente raggiunti entro il 2020, se non prima. Allo stesso tempo, durante la 
crisi la quota di R&S non è diminuita in rapporto al PIL, anzi è leggermente aumentata 
nel corso dell'ultimo anno/degli ultimi due anni, anche se non abbastanza da raggiun-gere 
l'obiettivo del 3% fissato per il 2020. L'innovazione, tuttavia, rimane per lo più 
concentrata territorialmente e non mostra segni di diffusione nelle regioni in ritardo. 
Gli investimenti nei trasporti e nelle infrastrutture digitali hanno diminuito le carenze 
a livello di reti in molte regioni rurali e nelle regioni meno sviluppate. L'accesso a 
Internet tramite le tecnologie di nuova generazione, però, rappresenta una nuova 
sfida per le aree rurali in cui tali tecnologie sono pressoché assenti. Inoltre, il comple-tamento 
xxx 
della rete transeuropea dei trasporti richiederà per lo meno altri due decenni 
di investimenti massicci, in particolare negli Stati membri centro–orientali. 
Gli investimenti esteri diretti e gli scambi commerciali all'interno dell'UE, entrambi 
importanti fonti di crescita per gli Stati membri meno sviluppati, hanno risentito della 
contrazione provocata dalla crisi. Fortunatamente le esportazioni dall'UE–13 verso 
gli altri paesi UE hanno dimostrato discreti segnali di ripresa, superando la quota di 
PIL che rappresentavano prima dell'avvento della crisi; inoltre, anche gli investimenti 
esteri diretti sembrano ripartiti. 
La competitività rimane limitata nella maggior parte degli Stati membri centro–orien-tali, 
con l'eccezione tipica delle regioni della capitale. Qui il livello di competitività 
tende a essere molto alto, pur non essendo generalmente ancora in grado di produrre 
ricadute positive misurabili sulle altre regioni. In questi paesi, dunque, molte delle 
regioni vicine alla capitale non traggono benefici tangibili da questa vicinanza, mentre 
negli Stati membri più sviluppati anche tali regioni tendono a mostrare livelli di com-petitività 
elevati. In effetti in alcuni Stati membri, quali Paesi Bassi, Germania e Italia, 
regioni con una seconda grande città presentano con livelli di competitività più elevati 
rispetto alla regione della capitale. 
Capitolo 2: La crisi ha spazzato via la metà degli incrementi occupazionali ottenuti tra 
il 2000 e l'inizio della recessione, soprattutto negli Stati membri meridionali. Di conse-guenza, 
nelle regioni di transizione e nelle regioni meno sviluppate, i tassi di occupa-zione 
sono inferirori di circa 10 punti percentuali rispetto all'obiettivo nazionale, contro 
solo 3 punti percentuali nelle regioni più sviluppate. Anche l'incremento del tasso di 
disoccupazione è maggiore in queste regioni, pari a una media di 5 punti percentuali tra 
il 2008 e il 2013, contro i 3 punti percentuali delle regioni più sviluppate. 
Nonostante il 2013 sia stato il primo anno con il medesimo tasso di disoccupazione 
nell'UE per gli uomini e per le donne, in alcune zone permangono forti disparità, in 
particolare in molte regioni meridionali dove la disoccupazione femminile è molto 
più diffusa di quella maschile. Il tasso di occupazione femminile rimane più basso di 
quello maschile in tutte le regioni dell'UE. Se questo divario è relativamente limitato 
in alcune regioni della Svezia e della Finlandia, esso supera i 20 punti percentuali in 
Italia, Grecia e in svariate regioni della Romania, della Repubblica ceca e della Polonia. 
Sul fronte dell'istruzione, invece, in nove regioni su dieci molte più donne che uomini 
tra i 30 e i 34 anni hanno un'istruzione terziaria.
Riassunto esecutivo 
Un ulteriore effetto della crisi economica è rappresentato dal rischio povertà ed esclu-sione 
sociale. Nell'UE si calcolano attualmente circa 9 milioni di persone a rischio po-vertà 
o esclusione, con un incremento particolarmente pronunciato in Grecia, Spagna, 
Italia e nel Regno Unito. Una questione chiave è costituita dalle differenze all'interno 
dei singoli paesi. Il rischio povertà tende a essere molto più basso nelle città rispetto 
al resto del paese per gli Stati membri meno sviluppati, mentre nelle città degli Stati 
membri più sviluppati avviene il contrario. Pertanto in questi ultimi, nell'ottica di rag-giungere 
gli obiettivi riguardanti la lotta alla povertà fissati dalla strategia Europa 
2020, occorre ridurre in maniera decisiva il numero di persone a rischio povertà o 
esclusione sociale nei centri urbani, mentre nei paesi meno sviluppati la sfida princi-pale 
è la riduzione del numero di persone a rischio nelle aree prevalentemente rurali. 
Le forti disparità in termini di occupazione, livelli di reddito e benessere sociale sono 
tra i fattori principali alla base degli spostamenti dei popoli all'interno dell'UE. Negli 
ultimi 20 anni, negli Stati membri centro–orientali si è registrata una tendenza delle 
persone a spostarsi dalle zone rurali alle aree urbane, soprattutto in direzione della 
capitale, nonché verso altri territori dell'UE. Il naturale calo demografico assieme al 
fenomeno migratorio hanno determinato una diminuzione significativa degli abitanti 
delle regioni rurali dell'UE–13 nel corso dell'ultimo decennio. Nell'UE–15, al contrario, 
la popolazione è mediamente aumentata nelle regioni rurali a seguito dei flussi mi-gratori 
xxxi 
interni netti, controbilanciando il naturale calo demografico. 
Nell'UE–15, nel corso dell'ultimo decennio, il contributo dell'immigrazione netta 
all'aumento demografico è stato di tre volte maggiore rispetto a quello apportato 
dall'incremento naturale. Al contrario, nell'UE–13 l'emigrazione ha contribuito di due 
volte al calo demografico rispetto al calo naturale. 
Permangono ampie differenze tra i paesi dell'UE quanto ad aspettative di vita e tassi 
di mortalità. Vi è una differenza di oltre 9 anni tra le dieci regioni con l'aspettativa di 
vita più alta e le 10 con l'aspettativa più bassa. Analogamente, la mortalità infantile 
e i decessi per incidente stradale in rapporto alla popolazione differiscono di 4 volte 
tra le 10 regioni con la situazione migliore e le 10 regioni con la situazione peggiore. 
Capitolo 3: La crisi ha avuto effetti contrastanti sull'ambiente. La contrazione dei 
redditi e delle attività economiche ha favorito una riduzione delle emissioni di gas a 
effetto serra; nel contempo, lo scarso miglioramento dell'efficienza energetica potreb-be 
causare un'inversione di questa tendenza in caso di ripresa della domanda. La crisi 
ha altresì ridotto il costo delle quote nell'ambito del sistema europeo per lo scambio 
delle quote di emissioni (ETS), causando così una diminuzione degli incentivi econo-mici 
a favore dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili e una sospensione 
della transizione verso un'economia a basso contenuto di carbonio. La Commissione 
europea ha posticipato l'asta di un gruppo di quote a seguito del calo dei prezzi. 
Nell'UE si registrano alcuni progressi per quanto concerne il miglioramento del tratta-mento 
delle acque reflue urbane e dei rifiuti solidi. Sono diventate più numerose le cit-tà 
e i piccoli centri che soddisfano gli standard di qualità fissati dalla direttiva UE sul 
trattamento delle acque reflue. È aumentata la quantità di rifiuti destinati al recupero 
o alla termovalorizzazione, con relativa produzione energetica, mentre è diminuita la 
quantità destinata allo smaltimento in discarica. In entrambi i casi, tuttavia, molto
Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 
resta ancora da fare e sono necessari investimenti massicci soprattutto negli Stati 
membri e nelle regioni meno sviluppate. 
Nell'UE si registrano ampie differenze per quanto concerne la qualità dei "servizi" ero-gati 
dagli ecosistemi. Questi servizi possono svolgere importanti funzioni come la de-purazione 
xxxii 
dell'aria e dell'acqua, il contenimento delle acque per la prevenzione delle 
alluvioni e la rimozione del carbonio. Le recenti inondazioni in diverse zone dell'UE e la 
scarsa qualità dell'aria in molti centri urbani rendono tali servizi quanto mai necessari. 
Gli investimenti in queste infrastrutture in genere consentono un risparmio dei costi, 
contribuendo nel contempo a limitare la perdita di biodiversità. 
La dimensione urbana della crescita sostenibile è origine di numerosi contrasti. Da 
un lato la qualità dell'aria è scadente in molte città e resa peggiore dal traffico con-gestionato; 
inoltre, sono più vulnerabili alle ondate di calore a seguito del cosiddetto 
effetto "isola di calore", nonché alle alluvioni per la loro frequente vicinanza a fiumi e 
mari e per la grande espansione delle superfici sigillate. 
Dall'altro lato, le città offrono maggiori vantaggi in termini di efficienza ambientale, poi-ché 
la vicinanza ai luoghi di interesse riduce il bisogno di compiere lunghi spostamenti. 
Il servizio di trasporto pubblico è più accessibile nelle città, con mezzi di trasporto più 
ecocompatibili; il consumo energetico per il riscaldamento domestico è inferiore. Allo 
stesso modo, le città utilizzano il suolo in maniera più efficiente rispetto ad altre aree 
con densità demografica inferiore e maggior terreno edificabile pro capite. 
Capitolo 4: Nella maggioranza degli Stati membri, il bilancio nazionale nel periodo 
di crisi è deficitario; il debito pubblico è aumentato vertiginosamente, in alcuni casi 
superando il 100% del PIL. L'erodersi delle finanze pubbliche ha portato all'adozione 
capillare di misure di consolidamento fiscale e a un consistente taglio della spesa 
pubblica da parte di numerosi governi. In media, la spesa pubblica nell'UE è scesa del 
20% in termini reali tra il 2008 e il 2013, in Grecia, Spagna e Irlanda è scesa di oltre 
il 60%, mentre nei paesi dell'UE–12, ove la politica di coesione riveste un ruolo parti-colarmente 
importante, del 32%. La conseguenza di questo scenario potrebbe essere 
una riduzione dei tassi di crescita sul medio periodo. 
Visti i tagli nella spesa nazionale, si fa sempre più affidamento alla politica di coe-sione 
per finanziare gli investimenti a favore della crescita. Negli anni 2010–2012, 
i finanziamenti della politica di coesione rappresentavano complessivamente fino al 
21% della spesa pubblica nell'UE, fino al 57% nell'insieme dei paesi della coesione 
e oltre il 75% in Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Lituania. In assenza di questi con-tributi, 
la spesa pubblica negli Stati membri meno sviluppati avrebbe registrato un 
ulteriore calo. 
La responsabilità di quasi due terzi della spesa pubblica nell'UE è affidata alle autorità 
locali e regionali, le quali hanno quindi risentito particolarmente dei tagli effettuati. 
L'autonomia politica (o autogoverno) delle regioni è tendenzialmente aumentata nel 
corso degli ultimi decenni, con incrementi notevoli in molti Stati membri. In Italia, in 
particolare, l'autonomia amministrativa delle regioni è superiore a quella in essere 
negli stati federali di Germania, Austria e Belgio.
Riassunto esecutivo 
Capitolo 5: Nel corso degli ultimi anni, l'UE ha attribuito sempre più importanza alla 
governance e alla qualità delle istituzioni pubbliche, anche in relazione ai programmi 
della politica di coesione. Ad esempio, nel 2014 è stata adottata una relazione anti-corruzione, 
oltre all'inserimento nel semestre europeo di specifiche raccomandazioni 
nazionali concernenti questioni legate alla capacità amministrativa. Iniziative come 
l'e–government e l'e–procurement possono contribuire ad aumentare l'efficienza e ri-durre 
i casi di abuso di potere. Inoltre, lo sviluppo di strategie nazionali anticorruzione 
e antifrode potrà favorire il rafforzamento delle capacità amministrative, promuoven-do 
xxxiii 
un uso più efficiente dei fondi. 
Il miglioramento delle capacità istituzionali e dell'amministrazione pubblica costitu-isce 
uno degli 11 obiettivi tematici chiave per il periodo 2014–2020 della politica di 
coesione. Questa decisione deriva anche dal nesso riscontrato tra scarsa efficienza 
amministrativa, da un lato, e tasso di assorbimento dei fondi stanziati dalla politica di 
coesione per il periodo 2007–2013 dall'altro, in alcuni casi talmente ridotto da com-portare 
il rischio del taglio dei fondi disponibili per alcuni Stati membri. 
Se in base ai risultati di alcune indagini sulla governance e grazie alla facilità di fare 
impresa, alcuni paesi dell'Europa settentrionale hanno ottenuto buoni risultati, sono 
ancora troppi gli Stati membri con un livello percepito di amministrazione pubblica 
scadente e dove si riferisce la presenza di un sistema di corruzione. Recenti studi 
hanno dimostrato che la facilità di fare impresa e la qualità delle istituzioni possono 
variare anche all'interno degli stessi paesi, segno della necessità di strutturare inter-venti 
più mirati per recuperare il ritardo nelle regioni meno sviluppate. Secondo questi 
studi, inoltre, i problemi di governance possono costituire un freno per lo sviluppo so-cioeconomico 
e ridimensionare l'impatto degli investimenti della politica di coesione. 
Riconoscendo il ruolo chiave ricoperto dagli enti locali e regionali nella gestione della 
spesa pubblica, l'OCSE ha recentemente adottato una serie di principi di gestione 
efficace della spesa pubblica applicabili a tutti i livelli amministrativi. 
Capitolo 6: La politica di coesione è nata dalla constatazione secondo cui gli ostacoli allo 
sviluppo economico quali l'assenza di innovazione, le competenze della forza lavoro, 
la qualità infrastrutturale o istituzionale possono bloccare definitivamente la crescita 
e la produttività, causando un decadimento del tenore di vita. Nel corso degli anni, gli 
aiuti finanziari assegnati nell'ambito della politica, incentrata quindi sulle regioni meno 
sviluppate, sono passati dalle infrastrutture pesanti al sostegno e all'innovazione azien-dale, 
all'occupazione e all'inclusione sociale, al fine di superare gli ostacoli identificati. 
Anche la natura e gli obiettivi della politica di coesione hanno subito un'evoluzione. 
La copertura geografica è stata semplificata con l'ammissibilità di tutte le regioni alle 
richieste di contributo nell'ambito di almeno una misura di sostegno. Inoltre, ponendo 
al centro la riduzione delle disparità economiche, la politica si è meglio armonizzata 
alla strategia complessiva dell'UE. Così, durante gli anni Novanta i finanziamenti sono 
stati estesi alle infrastrutture ambientali e transeuropee e negli anni 2000 la politica 
di coesione è stata diretta al perseguimento delle strategie di Lisbona e Göteborg per 
la crescita e lo sviluppo sostenibile. Nel nuovo periodo, la politica di coesione è parte 
integrante della strategia Europa 2020, incentrandosi su occupazione, innovazione, 
sostenibilità e lotta alla povertà e all'esclusione sociale.
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano
Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano

Contenu connexe

Tendances

Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativaLdb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
laboratoridalbasso
 
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ue
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ueDocumento di riflessione sul futuro delle finanze ue
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ue
Carla Marchionna
 

Tendances (10)

Piano nazionale di ripresa e resilienza
Piano nazionale di ripresa e resilienzaPiano nazionale di ripresa e resilienza
Piano nazionale di ripresa e resilienza
 
Presentazione Piano Strategico di Sviluppo
Presentazione Piano Strategico di SviluppoPresentazione Piano Strategico di Sviluppo
Presentazione Piano Strategico di Sviluppo
 
Europe Direct - Fiano Romano, 25 marzo 2015
Europe Direct - Fiano Romano, 25 marzo 2015 Europe Direct - Fiano Romano, 25 marzo 2015
Europe Direct - Fiano Romano, 25 marzo 2015
 
Panorama UE n. 52: implementazione della politica di coesione
Panorama UE n. 52: implementazione della politica di coesionePanorama UE n. 52: implementazione della politica di coesione
Panorama UE n. 52: implementazione della politica di coesione
 
Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativaLdb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
Ldb survival kit_2014.06.14 Garlanda_Europa creativa
 
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ue
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ueDocumento di riflessione sul futuro delle finanze ue
Documento di riflessione sul futuro delle finanze ue
 
Programma ita-def
Programma ita-defProgramma ita-def
Programma ita-def
 
Next Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza
Next Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e ResilienzaNext Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza
Next Generation EU e i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza
 
Europe 2020 It Version
Europe 2020   It VersionEurope 2020   It Version
Europe 2020 It Version
 
Europa 2020 e Politica di Coesione
Europa 2020 e Politica di CoesioneEuropa 2020 e Politica di Coesione
Europa 2020 e Politica di Coesione
 

En vedette

Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
Parma Couture
 
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
Parma Couture
 

En vedette (15)

Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
Guida ristrutturazioni edilizie - Aggiornata a Gennaio 2015
 
Bando Smart&Start per start-up innovative
Bando Smart&Start per start-up innovativeBando Smart&Start per start-up innovative
Bando Smart&Start per start-up innovative
 
Bando ANCI ComuneMenteGiovane per innovazione sociale nei Comuni
Bando ANCI ComuneMenteGiovane per innovazione sociale nei ComuniBando ANCI ComuneMenteGiovane per innovazione sociale nei Comuni
Bando ANCI ComuneMenteGiovane per innovazione sociale nei Comuni
 
Voucher PMI per digitalizzazione processi aziendali: Decreto MSE 23 settembre...
Voucher PMI per digitalizzazione processi aziendali: Decreto MSE 23 settembre...Voucher PMI per digitalizzazione processi aziendali: Decreto MSE 23 settembre...
Voucher PMI per digitalizzazione processi aziendali: Decreto MSE 23 settembre...
 
Allegato schemi modulistca Decreto 9/08/14 credito d'imposta assunzione ricer...
Allegato schemi modulistca Decreto 9/08/14 credito d'imposta assunzione ricer...Allegato schemi modulistca Decreto 9/08/14 credito d'imposta assunzione ricer...
Allegato schemi modulistca Decreto 9/08/14 credito d'imposta assunzione ricer...
 
Programmazione Fondi Europei 2014-2020: presentazione DSR Emilia-Romagna
Programmazione Fondi Europei 2014-2020: presentazione DSR Emilia-RomagnaProgrammazione Fondi Europei 2014-2020: presentazione DSR Emilia-Romagna
Programmazione Fondi Europei 2014-2020: presentazione DSR Emilia-Romagna
 
Decreto reti agricoltura campolibero
Decreto reti agricoltura campoliberoDecreto reti agricoltura campolibero
Decreto reti agricoltura campolibero
 
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
Sviluppo dei partenariati nella politica di coesione: se ne parla nel nuovo n...
 
Accordo quadro e linee guida su TFR in busta paga
Accordo quadro e linee guida su TFR in busta pagaAccordo quadro e linee guida su TFR in busta paga
Accordo quadro e linee guida su TFR in busta paga
 
Tax credit per imprese turistiche: decreto attuativo di Art Bonus
Tax credit per imprese turistiche: decreto attuativo di Art BonusTax credit per imprese turistiche: decreto attuativo di Art Bonus
Tax credit per imprese turistiche: decreto attuativo di Art Bonus
 
Circolare Inps n. 82 del 23/04/2015: TFR in busta paga
Circolare Inps n. 82 del 23/04/2015: TFR in busta pagaCircolare Inps n. 82 del 23/04/2015: TFR in busta paga
Circolare Inps n. 82 del 23/04/2015: TFR in busta paga
 
Decreto MISE 9/08/2014: partenza credito d'imposta ricercatori (domande dal 1...
Decreto MISE 9/08/2014: partenza credito d'imposta ricercatori (domande dal 1...Decreto MISE 9/08/2014: partenza credito d'imposta ricercatori (domande dal 1...
Decreto MISE 9/08/2014: partenza credito d'imposta ricercatori (domande dal 1...
 
Il turismo nella politica di coesione - Regione Emilia Romagna
Il turismo nella politica di coesione - Regione Emilia RomagnaIl turismo nella politica di coesione - Regione Emilia Romagna
Il turismo nella politica di coesione - Regione Emilia Romagna
 
Bando ISI 2014 di INAIL: tutorial per consulente
Bando ISI 2014 di INAIL: tutorial per consulenteBando ISI 2014 di INAIL: tutorial per consulente
Bando ISI 2014 di INAIL: tutorial per consulente
 
Sviluppo Rurale 2014-2020 in Emilia Romagna
Sviluppo Rurale 2014-2020 in Emilia RomagnaSviluppo Rurale 2014-2020 in Emilia Romagna
Sviluppo Rurale 2014-2020 in Emilia Romagna
 

Similaire à Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano

Europa 2020 documento
Europa 2020 documentoEuropa 2020 documento
Europa 2020 documento
Sostenibile Responsabile
 
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
STUDIO BARONI
 
Panorama UE - Autunno 2014
Panorama UE - Autunno 2014Panorama UE - Autunno 2014
Panorama UE - Autunno 2014
Parma Couture
 

Similaire à Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano (20)

Speciale Panorama su politica di coesione 2014-2020 (in ITALIANO)
Speciale Panorama su politica di coesione 2014-2020 (in ITALIANO)Speciale Panorama su politica di coesione 2014-2020 (in ITALIANO)
Speciale Panorama su politica di coesione 2014-2020 (in ITALIANO)
 
Europa 2020 documento
Europa 2020 documentoEuropa 2020 documento
Europa 2020 documento
 
Europa 2020 | Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e incl...
Europa 2020 | Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e incl...Europa 2020 | Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e incl...
Europa 2020 | Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e incl...
 
Strategia Europa 2020
Strategia Europa 2020Strategia Europa 2020
Strategia Europa 2020
 
Programma semestre di presidenza italiana dell'Ue
Programma semestre di presidenza italiana dell'UeProgramma semestre di presidenza italiana dell'Ue
Programma semestre di presidenza italiana dell'Ue
 
Il programma del Trio di Presidenza Unione Europea
Il programma del Trio di Presidenza Unione EuropeaIl programma del Trio di Presidenza Unione Europea
Il programma del Trio di Presidenza Unione Europea
 
Guida ai finanziamenti europei 2014
Guida ai finanziamenti europei 2014Guida ai finanziamenti europei 2014
Guida ai finanziamenti europei 2014
 
Isea onlus fondi strutturali e di investimento europei
Isea onlus   fondi strutturali e di investimento europeiIsea onlus   fondi strutturali e di investimento europei
Isea onlus fondi strutturali e di investimento europei
 
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
Guida ai finanziamenti europei, aggiornata 2009
 
FondiAmo - Vetralla Marzo 2016 - Adriana Calì - 1/4
FondiAmo - Vetralla Marzo 2016 - Adriana Calì - 1/4FondiAmo - Vetralla Marzo 2016 - Adriana Calì - 1/4
FondiAmo - Vetralla Marzo 2016 - Adriana Calì - 1/4
 
Europa 2020 - Eurogiovani
Europa 2020 - EurogiovaniEuropa 2020 - Eurogiovani
Europa 2020 - Eurogiovani
 
Il punto più importante dell'attuale strategia Europea "2020 europa"
 Il punto più importante dell'attuale strategia Europea "2020 europa" Il punto più importante dell'attuale strategia Europea "2020 europa"
Il punto più importante dell'attuale strategia Europea "2020 europa"
 
EU Funding Guide 2014-2020.
EU Funding Guide 2014-2020.  EU Funding Guide 2014-2020.
EU Funding Guide 2014-2020.
 
Panorama UE - Autunno 2014
Panorama UE - Autunno 2014Panorama UE - Autunno 2014
Panorama UE - Autunno 2014
 
Fonti di informazione comunitaria on-line
Fonti di informazione comunitaria on-lineFonti di informazione comunitaria on-line
Fonti di informazione comunitaria on-line
 
Between europa2020 aprile2013
Between europa2020 aprile2013Between europa2020 aprile2013
Between europa2020 aprile2013
 
Guida alle opportunità Europa 2020
Guida alle opportunità Europa 2020Guida alle opportunità Europa 2020
Guida alle opportunità Europa 2020
 
Il monti pensiero
Il monti pensieroIl monti pensiero
Il monti pensiero
 
Presentazione Gianpaolo Basile
Presentazione Gianpaolo BasilePresentazione Gianpaolo Basile
Presentazione Gianpaolo Basile
 
Il PNRR, dal piano agli investimenti delle imprese: come cogliere le opportunità
Il PNRR, dal piano agli investimenti delle imprese: come cogliere le opportunitàIl PNRR, dal piano agli investimenti delle imprese: come cogliere le opportunità
Il PNRR, dal piano agli investimenti delle imprese: come cogliere le opportunità
 

Plus de Parma Couture

Handbook agevolazioni mise_per_le_imprese
Handbook agevolazioni mise_per_le_impreseHandbook agevolazioni mise_per_le_imprese
Handbook agevolazioni mise_per_le_imprese
Parma Couture
 
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove impreseDecreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
Parma Couture
 
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminiliRettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Parma Couture
 
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminiliCircolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Parma Couture
 
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega FiscaleInternazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
Parma Couture
 
Decreto Economia Sociale
Decreto Economia SocialeDecreto Economia Sociale
Decreto Economia Sociale
Parma Couture
 
Avviso pubblico disagio giovanile - droghe
Avviso pubblico disagio giovanile - drogheAvviso pubblico disagio giovanile - droghe
Avviso pubblico disagio giovanile - droghe
Parma Couture
 
Linee guida Bando disagio giovanile - droghe
Linee guida Bando disagio giovanile - drogheLinee guida Bando disagio giovanile - droghe
Linee guida Bando disagio giovanile - droghe
Parma Couture
 

Plus de Parma Couture (20)

Handbook agevolazioni mise_per_le_imprese
Handbook agevolazioni mise_per_le_impreseHandbook agevolazioni mise_per_le_imprese
Handbook agevolazioni mise_per_le_imprese
 
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove impreseDecreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
Decreto MISE-MEF n. 140/2015 - Nuove imprese
 
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminiliRettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Rettifica Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
 
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminiliCircolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
Circolare MISE Nuove Imprese giovanili e femminili
 
Texas novembre 2015
Texas novembre 2015Texas novembre 2015
Texas novembre 2015
 
Bando ambulanze 2015: Domanda di contributo e allegati
Bando ambulanze 2015: Domanda di contributo e allegatiBando ambulanze 2015: Domanda di contributo e allegati
Bando ambulanze 2015: Domanda di contributo e allegati
 
Ambulanze e beni strumentali: Linee guida 2015
Ambulanze e beni strumentali: Linee guida 2015Ambulanze e beni strumentali: Linee guida 2015
Ambulanze e beni strumentali: Linee guida 2015
 
Carta della qualità del Consorzio Parma Couture
Carta della qualità del Consorzio Parma CoutureCarta della qualità del Consorzio Parma Couture
Carta della qualità del Consorzio Parma Couture
 
Presentazione Classe Ducale
Presentazione Classe Ducale Presentazione Classe Ducale
Presentazione Classe Ducale
 
Digital for social: FAQ della Fondazione Vodafone
Digital for social: FAQ della Fondazione VodafoneDigital for social: FAQ della Fondazione Vodafone
Digital for social: FAQ della Fondazione Vodafone
 
Digital for Social: bando della Fondazione Vodafone Italia
Digital for Social: bando della Fondazione Vodafone Italia Digital for Social: bando della Fondazione Vodafone Italia
Digital for Social: bando della Fondazione Vodafone Italia
 
Scenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basi
Scenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basiScenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basi
Scenari industriali CSC: la manifattura riparte da buone basi
 
Legge di Stabilità 2016 - Slides agricoltura
Legge di Stabilità 2016 - Slides agricolturaLegge di Stabilità 2016 - Slides agricoltura
Legge di Stabilità 2016 - Slides agricoltura
 
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega FiscaleInternazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
Internazionalizzazione: decreto legislativo attuativo della Delega Fiscale
 
Guida ai finanziamenti dell'Unione Europea 2014-2020
Guida ai finanziamenti dell'Unione Europea 2014-2020Guida ai finanziamenti dell'Unione Europea 2014-2020
Guida ai finanziamenti dell'Unione Europea 2014-2020
 
Cosme - Programma UE (2015)
Cosme - Programma UE (2015)Cosme - Programma UE (2015)
Cosme - Programma UE (2015)
 
Progressi sulle 10 priorità della Commissione Europea
Progressi sulle 10 priorità della Commissione EuropeaProgressi sulle 10 priorità della Commissione Europea
Progressi sulle 10 priorità della Commissione Europea
 
Decreto Economia Sociale
Decreto Economia SocialeDecreto Economia Sociale
Decreto Economia Sociale
 
Avviso pubblico disagio giovanile - droghe
Avviso pubblico disagio giovanile - drogheAvviso pubblico disagio giovanile - droghe
Avviso pubblico disagio giovanile - droghe
 
Linee guida Bando disagio giovanile - droghe
Linee guida Bando disagio giovanile - drogheLinee guida Bando disagio giovanile - droghe
Linee guida Bando disagio giovanile - droghe
 

Politica di coesione della UE: sesta relazione della Commissione in Italiano

  • 1. Investimenti per l'occupazione e la crescita Promuovere lo sviluppo e la buona governance nelle città e regioni dell'UE Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale Politica regionale e urbana Luglio 2014
  • 2.
  • 3. Commissione europea Investimenti per l'occupazione e la crescita Promuovere lo sviluppo e la buona governance nelle città e regioni dell'UE Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale Bruxelles, 2014
  • 4. La presente relazione è stata adottata dalla Commissione europea il 23 luglio 2014 Responsabile: Lewis Dijkstra, Commissione europea, direzione generale della Politica regionale e urbana Questa pubblicazione è consultabile online all'indirizzo: http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docoffic/official/reports/cohesion6/6cr_it.pdf Questa pubblicazione è stata realizzata con l'assistenza tecnica di Applica (Belgio) in collaborazione con SeproTec (Spagna). Eventuali commenti sulla relazione saranno accolti favorevolmente e andranno inviati a: Commissione europea Direzione generale della Politica regionale e urbana Direzione B B-1049 Bruxelles E-mail: regio-B1-head-of-unit@ec.europa.eu Illustrazioni di copertina (da sinistra a destra): © Free Graphic Download © Deymos Photo/Shutterstock.com © Eleonora Cugini e Gianluca Bernardo © Artens/Shutterstock.com Per l'eventuale utilizzo o riproduzione di immagini non tutelate dal diritto d'autore dell'Unione europea, è necessario richiedere l’autorizzazione direttamente ai titolari dei diritti d’autore. Europe Direct è un servizio a vostra disposizione per aiutarvi a trovare le risposte ai vostri interrogativi sull'Unione europea. Numero verde unico (*): 00 800 6 7 8 9 10 11 (*) Le informazioni sono fornite gratuitamente, e le chiamate sono nella maggior parte dei casi gratuite (con alcuni operatori e in alcuni alberghi e cabine telefoniche il servizio potrebbe essere a pagamento). Numerose altre informazioni sull'Unione europea sono disponibili su Internet consultando il portale Europa (http://europa.eu). Lussemburgo: Ufficio delle pubblicazioni dell'Unione europea, 2014 ISBN 978-92-79-39117-0 doi 10.2776/98003 © Unione europea, 2014 Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. Printed in Belgium Stampato su carta sbiancata senza cloro (ECF).
  • 5. iii Prefazione La crisi ha colpito in modo particolare le regioni e le città dell'UE. Il processo di di-minuzione delle disparità economiche regionali in atto si è interrotto, mentre la di-soccupazione è rapidamente aumentata in quasi tutte le zone dell'UE. La povertà e l'esclusione sociale sono ugualmente aumentate, colpendo anche svariate città degli Stati membri più sviluppati. La Sesta relazione sulla coesione sociale si discosta dalle relazioni precedenti. Eviden-zia i nessi tra la politica di coesione e la strategia Europa 2020 attraverso l'inserimen-to di capitoli sulla crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, mostrando come essa sia evoluta per rafforzare il proprio impatto sugli obiettivi dell'UE in termini di crescita e occupazione e come una buona governance sia essenziale per la sua efficacia. La politica di coesione ha già migliorato la competitività regionale e la vita delle persone all'interno dell'UE. Ha sostenuto la creazione di nuove imprese e aiutato la popolazione a migliorare le proprie competenze e trovare nuovi posti di lavoro. Ha ampliato l'accesso alla banda larga e investito nelle reti ferroviarie e nel migliora-mento della viabilità stradale nelle aree meno sviluppate dell'UE. Infine ha accresciuto notevolmente il numero di abitazioni allacciate a sistemi di fornitura dell'acqua pota-bile e di gestione delle acque reflue. I Fondi strutturali e d’investimento europei (SIE) stanno sempre più assumendo un'impor-tanza strategica per il raggiungimento degli obiettivi della strategia Europa 2020, soprat-tutto in merito agli obiettivi sull'occupazione e sulla riduzione della povertà. In vari Stati membri essi sono divenuti la principale fonte di finanziamento degli investimenti pubblici, a seguito dei tagli operati dagli Stati membri per ridurre i disavanzi di bilancio. Fino al 2020 i fondi SIE investiranno maggiori risorse in materia di economia a basso contenuto di carbonio, innovazione e PMI, occupazione di qualità, mobilità sul lavoro e inclusione sociale, nonché in materia di reti digitali e nella rete TEN–T, istruzione, formazione, formazione permanente e riforma della pubblica amministrazione. Il semestre europeo e le relative raccomandazioni specifiche per paese svolgono un ruolo cruciale nel rinforzare la politica di coesione. Il quadro giuridico alla base dei fondi SIE nel 2014 ha introdotto nuovi regolamenti per garantire l'istituzione del cor-retto contesto normativo e macroeconomico, in grado di massimizzare l'impatto della politica di coesione. Inoltre, una quota più consistente delle risorse dei fondi SIE sarà dedicata al rafforzamento della capacità amministrativa, in virtù dell'aumentata con-sapevolezza sul fatto che in assenza di una buona governance è impossibile conse-guire alti tassi di crescita e la convergenza economica regionale. Queste modifiche, assieme a una maggiore attenzione ai risultati, faranno sì che la politi-ca di coesione possa affrontare meglio le disparità regionali in termini di resa economica e tenore di vita, contribuendo anche al raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020. Johannes Hahn Commissario europeo per la Politica regionale László Andor Commissario europeo per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione
  • 6. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale iv
  • 7. v Sommario Prefazione........................................................................................................................................................................................... iii Glossario.............................................................................................................................................................................................. xi Investimenti per l'occupazione e la crescita......................................................................................................................xv 1. Introduzione.............................................................................................................................................................................................xv 2. Una politica in evoluzione: investire nella competitività delle regioni per migliorare la vita dei cittadini........................................................................................................................................................................................... xviii 3. Il conseguimento dei risultati è il fulcro della nuova politica di coesione.............................................................xx 3.1 I programmi della politica di coesione devono operare in un contesto favorevole..............................xx 3.2 I programmi della politica di coesione devono concentrare le risorse su un numero limitato di priorità e massimizzare il loro valore aggiunto..........................................................................................................xxi 3.3 I programmi della politica di coesione devono definire obiettivi e risultati chiari...............................xxii 3.4 I programmi della politica di coesione devono dare più voce alle città.......................................................xxii 3.5 È necessaria una maggiore inclusione dei partner a tutti i livelli nei programmi della politica di coesione......................................................................................................................................................................................... xxiii 4. Dalla teoria alla pratica: nuovi elementi che emergono dai negoziati................................................................ xxiii 5. Conclusioni...........................................................................................................................................................................................xxvii Riassunto esecutivo....................................................................................................................................................................xxix Capitolo 1: Crescita intelligente.................................................................................................................................................1 1. Introduzione...............................................................................................................................................................................................1 2. La crisi ha interrotto il processo di riduzione delle disparità regionali.....................................................................1 3. Negli Stati membri dell'Europa centro–orientale il settore industriale rimane solido, mentre l'agricoltura richiede ulteriori interventi di modernizzazione.........................................................................................7 4. I settori dell'industria e delle costruzioni, i più colpiti dalla crisi...............................................................................11 5. La crisi ha determinato la perdita di posti di lavoro, ma anche un incremento della produttività ......14 6. La crescita nelle regioni metropolitane è più soggetta a periodi di alti e bassi rispetto alle regioni rurali..................................................................................................................................................................................17 6.1 Le regioni metropolitane della capitale hanno mantenuto un andamento positivo, finché la crisi non ha causato un calo dell'occupazione superiore alla media..............................................................17 6.2 La crescita del PIL nelle regioni rurali è rimasta limitata nel periodo precedente la crisi, ma ha dimostrato maggiore resilienza negli anni della crisi....................................................................................18 7. Il tasso di creazione di impresa e l'imprenditorialità dipendono dall'iniziativa individuale e dal corretto ambiente istituzionale.......................................................................................................................................21 8. L'innovazione resta territorialmente concentrata..............................................................................................................28 8.1 R&S e l'obiettivo 2020...........................................................................................................................................................29 8.2 I brevetti nell'UE e negli USA..............................................................................................................................................34 9. La quota di istruzione terziaria sta aumentando, ma permangono forti disparità.........................................34 10. Le carenze in termini di reti digitali e di trasporto sono in via di miglioramento, ma molto resta ancora da fare.......................................................................................................................................................................................40
  • 8. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale vi 10.1 Le reti digitali si stanno diffondendo, ma non in maniera uniforme.........................................................40 10.2 Le reti stradali negli Stati membri centro–orientali sono ancora sottosviluppate............................41 10.3 La bassa velocità e la scarsa frequenza dei collegamenti ferroviari negli Stati membri centro–orientali determinano una loro minore attrattiva rispetto alla scelta dell'automobile.............43 11. Gli scambi e gli investimenti esteri diretti stimolano la crescita nell'UE–12..................................................49 12. La competitività regionale ha determinato ricadute limitate nelle regioni dell'UE–13.............................49 13. Conclusioni............................................................................................................................................................................................54 Capitolo 2: Crescita inclusiva...................................................................................................................................................57 1. Introduzione............................................................................................................................................................................................57 2. La crisi ha cancellato gli aumenti occupazionali dal 2000..........................................................................................57 2.1 I tassi di occupazione sono diminuiti rapidamente nelle regioni più colpite dalla crisi.....................57 2.2 La disoccupazione nell'UE è la più alta di tutto il decennio..............................................................................58 2.3 Il tasso di disoccupazione femminile è molto più alto nelle regioni meridionali dell'UE..................63 2.4 La riduzione del tasso di abbandono scolastico sta procedendo secondo le previsioni...................63 2.5 La formazione continua sta attraversando una fase stagnante....................................................................70 2.6 Occorre innalzare le competenze linguistiche e matematiche degli adulti in diversi Stati membri, secondo l'inchiesta dell'OCSE sulle competenze degli adulti (PIAAC)..............................................71 3. La povertà e l'esclusione sociale sono aumentate a causa della crisi...................................................................71 3.1 L'indigenza materiale grave è più diffusa nelle cittadine, nelle periferie e nelle aree rurali degli Stati membri meno sviluppati........................................................................................................................................71 3.2 La bassa intensità lavorativa negli Stati membri più sviluppati si concentra maggiormente nelle città...............................................................................................................................................................................................73 3.3 Il rischio di povertà è più alto nelle aree urbane degli Stati membri più sviluppati, e nelle cittadine, periferie e aree rurali degli Stati membri meno sviluppati........................................................................................74 3.4 Le città negli Stati membri meno sviluppati sono prossime agli obiettivi 2020, mentre le città negli Stati membri più sviluppati hanno accumulato un ritardo............................................................77 3.5 La qualità della vita nelle città europee non è omogenea................................................................................78 3.6 I tassi di criminalità sono più alti nelle regioni urbane, nelle regioni di confine e nelle destinazioni turistiche.....................................................................................................................................................................79 4. I flussi migratori interni agli Stati membri e tra Stati membri diversi sono determinati dalle disparità sotto il profilo occupazionale, retributivo e sanitario..................................................................................79 4.1 Il territorio dell'UE è estremamente urbanizzato, ma il processo di urbanizzazione ancora in corso ha diminuito il proprio ritmo.....................................................................................................................................79 4.2 La migrazione netta è la causa principale dell'aumento demografico verificatosi a partire dal 2000.................................................................................................................................................................................................88 4.3 Sempre più nati all'estero si sono inseriti nel mercato del lavoro con esiti differenti.......................91 4.4 Nonostante l'aspettativa di vita sia alta, permangono differenze tra le regioni...................................92 4.5 Lo sviluppo umano è in via di miglioramento negli Stati membri centro–orientali, mentre è in contrazione in Spagna, Grecia e Irlanda per effetto della crisi.......................................................................96 5. Conclusioni...............................................................................................................................................................................................97 Capitolo 3: Crescita sostenibile...............................................................................................................................................99 1. Introduzione............................................................................................................................................................................................99 2. L'Unione europea deve mitigare e adattarsi al cambiamento climatico...........................................................100
  • 9. Sommario 2.1 È necessario che l'UE riduca le emissioni di gas a effetto serra per riuscire a raggiungere gli obiettivi per il 2020................................................................................................................................................................100 2.2 L'UE dovrà incrementare l'utilizzo delle energie rinnovabili per riuscire a raggiungere i propri obiettivi entro il 2020.................................................................................................................................................103 2.3 L'UE deve adattarsi al verificarsi di catastrofi naturali sempre più frequenti.....................................105 3. Il passaggio a sistemi di trasporto più sostenibili può aumentare l'efficienza energetica e migliorare la qualità dell'aria.................................................................................................................................................108 3.1 Migliorare l'accessibilità e l'efficienza energetica................................................................................................108 3.2 Le grandi città offrono un accesso migliore al sistema di trasporto pubblico....................................110 3.3 La congestione del traffico è elevata in molte grandi città dell'UE...........................................................113 3.4 La qualità dell'aria è tuttora migliorabile in molte zone dell'UE.................................................................115 4. Rendere le città più attraenti contribuisce a promuovere l'efficienza dell'UE sotto il profilo delle risorse.........................................................................................................................................................................................115 4.1 Le città utilizzano il suolo in maniera più efficiente...........................................................................................117 4.2 Le politiche locali e nazionali possono plasmare i luoghi e l'intensità d'utilizzo del suolo dei nuovi insediamenti, promuovendo la creazione di città più compatte.....................................................124 5. Il miglioramento degli ecosistemi e la riduzione dell'impatto ambientale rendono l'UE un luogo più efficiente e vivibile...................................................................................................................................................................124 5.1 Preservare la qualità dell'acqua, proteggendo le specie e gli habitat.....................................................124 5.2 Il trattamento delle acque reflue urbane è necessario per garantire la qualità delle risorse idriche....................................................................................................................................................................................................125 5.3 La gestione dei rifiuti solidi è in via di miglioramento, tuttavia molto resta ancora da fare in diverse regioni dell'UE............................................................................................................................................................128 5.4 Ecosistemi integri offrono numerosi servizi di vitale importanza...............................................................128 6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................136 Capitolo 4: Gli investimenti pubblici, la crescita e la crisi........................................................................................ 137 1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................137 2. La quota di spesa pubblica a favore della crescita è diminuita.............................................................................137 2.1 La crisi ha provocato un'impennata del disavanzo pubblico nazionale..................................................137 2.2 Gli investimenti pubblici sostengono la crescita economica.........................................................................139 2.3 La spesa pubblica, dopo un periodo di crescita, sta ora attraversando una fase declinante.....140 2.4 Gli investimenti pubblici sono prima aumentati e poi diminuiti..................................................................142 3. Le amministrazioni pubbliche locali e regionali svolgono un ruolo chiave sotto il profilo degli investimenti e della spesa pubblica.......................................................................................................................................142 3.1 Le amministrazioni pubbliche locali e regionali sono responsabili di buona parte della spesa pubblica................................................................................................................................................................................................142 3.2 Le amministrazioni locali e regionali gestiscono la maggioranza degli investimenti pubblici.................................................................................................................................................................................................144 3.3 La crisi ha interrotto un periodo di crescita sostenuta della spesa pubblica delle amministrazioni locali e regionali..............................................................................................................................................................................147 3.4 Investire in tempi di crisi: finanziamenti diretti e investimenti locali e regionali...............................149 3.5 Le entrate delle amministrazioni subnazionali dipendono in primo luogo dai trasferimenti......150 3.6 Disavanzo e debito pubblico delle amministrazioni subnazionali..............................................................152 4. Il contributo della politica di coesione agli investimenti pubblici negli Stati membri.................................154 vii
  • 10. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 5. Investimenti, aiuti di Stato e prestiti della BEI.................................................................................................................155 viii 5.1 Politica sulla concorrenza..................................................................................................................................................155 5.2 Banca europea per gli investimenti.............................................................................................................................157 6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................159 Capitolo 5: L'importanza di una buona governance per lo sviluppo sociale ed economico...................... 161 1. Perché l'UE dovrebbe concentrarsi sul principio di buona governance?.............................................................161 2. È più facile fare impresa nel nord dell'UE...........................................................................................................................162 3. La maggioranza degli europei considera la corruzione un problema grave e molto diffuso.................165 4. Gli indicatori di governance variano tra Stati membri e all'interno degli Stati membri............................167 4.1 La qualità delle istituzioni di alcune regioni è molto più alta (o molto più bassa)...........................168 4.2 L'autorità delle regioni dell'UE è in aumento.........................................................................................................169 5. Una scarsa governance limita l'impatto della politica di coesione.......................................................................172 5.1 Una scarsa governance può rallentare gli investimenti, causando perdite nei finanziamenti....................................................................................................................................................................................175 5.2 Una scarsa governance può ridurre l'effetto leva della politica di coesione........................................176 6. Conclusioni............................................................................................................................................................................................177 Capitolo 6: L'evoluzione della politica di coesione...................................................................................................... 179 1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................179 2. La geografia si è semplificata di pari passo con l'incremento dei finanziamenti.........................................180 2.1 La spesa per la politica di coesione è aumentata in rapporto all'RNL.....................................................180 2.2 La geografia della politica di coesione si è semplificata tra il 1989 e il 2013...................................182 2.3 I finanziamenti rimangono concentrati nelle regioni meno sviluppate....................................................187 2.4 I Fondi strutturali e di investimento europei e la politica di coesione......................................................188 2.5 L'intensità degli aiuti nelle regioni meno sviluppate è aumentata fino al periodo 2000–2006 per poi diminuire.............................................................................................................................................................................191 3. Qual è stata l'evoluzione degli obiettivi nel tempo?......................................................................................................194 3.1 La formazione e la mobilità erano le priorità iniziali.........................................................................................194 3.2 Negli anni Settanta e Ottanta si è assistito a una disoccupazione strutturale e a rapidi cambiamenti nel settore agricolo e manifatturiero....................................................................................................194 3.3 Il livello di infrastrutture di base presenti nei paesi aderenti all'UE negli anni Ottanta e nel primo decennio del 2000 era piuttosto scarso.................................................................................................195 3.4 Miglioramento dei trasporti e delle infrastrutture ambientali......................................................................196 3.5 Le agende di Lisbona e Göteborg.................................................................................................................................196 3.6 Europa 2020, riduzione della povertà, mitigazione del cambiamento climatico, oltre il PIL......197 3.7 Oltre il PIL: povertà, sviluppo umano e benessere..............................................................................................198 3.8 Quali sono gli obiettivi della politica di coesione?...............................................................................................200 4. I fondamenti economici della politica di coesione sono diventati più integrati.............................................201 4.1 La politica di coesione è andata oltre i fattori determinanti della crescita di primo livello........203 4.2 La politica di coesione può stimolare la crescita investendo nei fattori determinati della crescita di secondo livello..........................................................................................................................................................203 4.3 La politica di coesione sostiene l'integrazione del mercato e può velocizzare la crescita delle regioni meno sviluppate.............................................................................................................................................................205
  • 11. Sommario 5. La ripartizione dei finanziamenti tra diverse aree strategiche è cambiata con l'evolversi degli obiettivi della politica.....................................................................................................................................................................206 6. L'impatto della crisi sul periodo 2007–2013....................................................................................................................208 6.1 L'FSE e la risposta alla crisi..............................................................................................................................................211 7. Conclusioni............................................................................................................................................................................................211 Capitolo 7: Effetti della politica di coesione................................................................................................................... 213 1. Introduzione.........................................................................................................................................................................................213 2. I risultati dei programmi nel periodo 2007–2013.........................................................................................................214 2.1 Il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione.....................................................................214 2.2 Il Fondo sociale europeo....................................................................................................................................................219 3. Risultanze della valutazione d'impatto della politica di coesione.........................................................................222 3.1 Lo stato dell'arte e le sfide che attendono i programmi cofinanziati dal FESR e dal Fondo di coesione.........................................................................................................................................................................................222 3.2 Risultanze delle valutazioni dei programmi realizzati nell'ambito del FESR e del Fondo di coesione.........................................................................................................................................................................................225 3.3 Risultanze delle valutazioni dei programmi dell'FSE.........................................................................................228 4. Modellizzazione dell'impatto della politica di coesione 2000–2006 e 2007–2013......................................231 5. Conclusioni............................................................................................................................................................................................234 Capitolo 8: La politica di coesione nel periodo 2014–2020.................................................................................... 235 1. Gli elementi chiave della riforma.............................................................................................................................................235 1.1 Nuove geografie e finanziamenti..................................................................................................................................236 1.2 Concentrazione tematica a sostegno della strategia Europa 2020..........................................................239 1.3 Rafforzare l'efficacia degli investimenti.....................................................................................................................242 1.4 Raggiungere e dimostrare i risultati............................................................................................................................243 1.5 Allineare gli investimenti dell'UE al semestre europeo....................................................................................246 1.6 Un approccio strategico alle riforme della pubblica amministrazione.....................................................247 1.7 Governance economica solida........................................................................................................................................248 1.8 Preservare gli investimenti a favore della crescita............................................................................................252 1.9 Collegare la verifica dell'addizionalità ai programmi per la stabilità e la convergenza................253 1.10 Potenziare il ruolo degli strumenti finanziari.......................................................................................................253 1.11 Rafforzare la cooperazione a livello europeo......................................................................................................254 2. Valutazione preliminare dei negoziati sui programmi 2014–2020......................................................................258 2.1 Priorità di finanziamento nel periodo 2014–2020..............................................................................................258 2.2 Allineare gli investimenti alle raccomandazioni specifiche per paese.....................................................263 2.3 Aumentare l'impatto degli investimenti e incrementare i risultati...........................................................265 3. Impatto stimato della politica di coesione 2014–2020..............................................................................................266 3.1 Impatto stimato a livello nazionale.............................................................................................................................268 3.2 Impatto stimato a livello regionale..............................................................................................................................271 Riferimenti bibliografici............................................................................................................................................................ 277 Elenco delle figure, delle carte, delle tabelle e dei riquadri.................................................................................... 287 ix
  • 12. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale x
  • 13. xi Glossario Politica di coesione: comprende tutti i programmi finanziati dai seguenti fondi: Fondo sociale europeo (FSE), Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e Fondo di coesione (FC).1 Denominata anche politica regionale. Fondi strutturali: Fondo sociale europeo (FSE) e Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR). Abbreviazioni AEA: Agenzia europea dell’ambiente AMECO: Database macroeconomico annuo della direzione regionale degli Affari economici e finanziari della Commissione europea. BEI: Banca europea per gli investimenti COH: paesi della coesione, comprendenti gli Stati membri meno sviluppati e moderatamente sviluppati (v. sotto) DG BUDG: Commissione europea, direzione generale del Bilancio DG COMP: Commissione europea, direzione generale della Concorrenza DG ECFIN: Commissione europea, direzione generale degli Affari economici e monetari DG EMPL: Commissione europea, direzione generale per l'Occupazione, gli affari sociali e l'inclusione DG MOVE: Commissione europea, direzione generale della Mobilità e dei trasporti DG REGIO: Commissione europea, direzione generale della Politica regionale e urbana EFGS: European Forum for Geography and Statistics FEAMP: Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, già Fondo europeo per la pesca (FEP) e prece-dentemente Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP) FEASR: Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, già Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia (FEAOG) FESR: Fondo europeo di sviluppo regionale FSE: Fondo sociale europeo FSIE: Fondi strutturali e d’investimento europei. Comprende tutti i programmi finanziati da FSE, FESR, FC, FEASR e FEP ISCED: International Standard Classification of Education (Classificazione internazionale standard dell’istruzione) JRC: Centro comune di ricerca della Commissione europea NSI: Istituto nazionale di statistica OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico SPA: Standard di potere d’acquisto UE: Unione europea, già Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA), Comunità economica europea (CEE) e Comunità europea (CE) Gli Stati membri e le loro abbreviazioni BE Belgio BG Bulgaria CZ Repubblica ceca DK Danimarca DE Germania 1 In alcuni periodi il FEASR e il Fondo europeo per la pesca sono stati considerati come appartenenti ai Fondi strutturali o alla politica di coesione. Ma ai fini della presente relazione essi saranno trattati separatamente.
  • 14. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale EE Estonia IE Irlanda EL Grecia ES Spagna FR Francia HR Croazia IT Italia CY Cipro LV Lettonia LT Lituania LU Lussemburgo HU Ungheria MT Malta NL Paesi Bassi AT Austria PL Polonia PT Portogallo RO Romania SI Slovenia SK Slovacchia FI Finlandia SE Svezia UK Regno Unito Raggruppamenti per Stati membri Per data di adesione Per maggior facilità di lettura, la presente relazione intende la Comunità economica europea (CEE) e la Comunità europea (CE) come Unione europea (UE). UE–6: I sei Stati membri iniziali: BE, DE, FR, IT, LU e NL UE–9: EU6 più DK, IE e UK UE–10: UE–9 più EL UE–12: UE–10 più ES e PT (quando si fa riferimento ai dati per il periodo 1986–1995) UE–12: Tutti gli Stati membri che hanno aderito all'Unione nel 2004 e 2007: BG, CZ, EE, CY, LV, LT, HU, xii MT, PL, RO, SI, SK UE–13: Tutti gli Stati membri che hanno aderito all'Unione nel 2004, 2007 e 2013: BG, CZ, EE, HR, CY, LV, LT, HU, MT, PL, RO, SI, SK UE–15: UE–12 più AT, FI, SE UE–25: UE–15 più CZ, EE, CY, LV, LT, HU, MT, PL, SI, SK UE–27: UE–25 più RO e BG UE–28: UE–27 più HR Raggruppamenti geografici •• Stati membri dell'Europa centro–orientale: BG, CZ, EE, HR, LV, LT, HU, PL, SI, SK •• Stati membri meridionali: EL, ES, IT, CY, MT, PT •• Stati membri occidentali: UE–15 •• Stati membri scandinavi: DK, FI, SE •• Stati baltici: EE, LV, LT •• Benelux: BE, LU, NL
  • 15. Glossario Per grado di sviluppo Paesi membri meno sviluppati: BG, EE, HR, LV, LT, HU, PL, SK, RO (PIL pro capite inferiore al 75% della media dell'UE nel 2012) Paesi membri moderatamente sviluppati: CZ, EL, CY, MT, PT, SI2 (PIL pro capite tra il 75% e il 90%) Paesi altamente sviluppati: BE, DK, IE, ES, FR, DE, IT, LU, NL, AT, FI, SE, UK (PIL pro capite sopra la media dell'UE) Per status Paesi candidati: Turchia, Montenegro, Serbia e l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia (FYROM) Paesi candidati potenziali: Albania, Bosnia–Erzegovina, Kosovo ai sensi della risoluzione 1244/99 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e Islanda Tipologie regionali Regioni metropolitane Questa classificazione è stata sviluppata in collaborazione con l'OCSE e comprende l'approssimazione al livello NUTS 3 di tutte le zone urbane funzionali con oltre 250 000 abitanti, in base alla metodologia UE–OCSE sulla definizione di zone urbane funzionali. Regioni prevalentemente urbane, intermedie e prevalentemente rurali Questa classificazione si basa sulla classificazione dell'OCSE e successiva revisione della Commissione. Una metodologia dettagliata figura nell'Annuario regionale Eurostat 2010. Regioni frontaliere Le regioni di confine sono regioni NUTS 3 ammissibili ai programmi di cooperazione transfrontaliera ai sensi del regolamento del Fondo europeo di sviluppo regionale. Tipologie locali Grado di urbanizzazione Città: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in un centro urbano; Cittadine e periferie: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in un agglome-rato xiii (cluster) urbano ma con meno del 50% residente in un centro urbano; Zona rurale: unità amministrative locali con oltre il 50% della popolazione residente in zone di tipo rurale; Per maggiori informazioni consultare la relazione disponibile all'indirizzo Internet: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/Degree_of_urbanisation_classification_-_2011_revision http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/work/2014_01_new_urban.pdf Città e zone di pendolarismo Città: stessa definizione di cui sopra Zone di pendolarismo: unità amministrative locali contigue con almeno il 15% della popolazione occupata che si reca al lavoro in un'altra città. Per maggiori informazioni consultare la relazione disponibile all'indirizzo Internet: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/statistics_explained/index.php/European_cities_–_the_EU-OECD_functional_urban_ area_definition http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docgener/focus/2012_01_city.pdf 2 Cipro è stato inserito in ragione della sua ammissibilità al Fondo di coesione Nel 2012 il PIL pro capite in SPA era il 92% della media dell'UE, mentre secondo le proiezioni nel 2013 è inferiore al 90%.
  • 16. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale xiv
  • 17. Investimenti per l'occupazione e la crescita1 Figura 1 Impatto della politica di coesione sugli investimenti pubblici, 340 320 300 280 260 240 220 xv 1. Introduzione Sebbene negli ultimi anni i governi nazionali abbiano dovuto ricorrere a tagli alla spesa per pareggiare il bilancio e i finanziamenti privati si siano esauriti a causa della crisi economica e finanziaria, i finanziamenti a titolo della politica di coesione hanno continuato a fluire verso gli Stati membri e le regioni, a sostegno degli investimenti essenziali a favore della crescita e dell’occupazione. La crisi ha inciso in modo radicale sui bilanci nazionali e regionali, limitando la di-sponibilità dei finanziamenti in tutti i settori di investimento. Tra il 2008 e il 2013 gli investimenti pubblici in tutta l’UE sono diminuiti del 20% in termini reali (Figura 1). In Grecia, Spagna e Irlanda il calo ha sfiorato il 60%. Nei paesi dell’Europa centrale e orientale, in cui i finanziamenti della politica di coesione sono particolarmente impor-tanti, gli investimenti pubblici (espressi in investimenti fissi lordi) si sono ridotti di un terzo. Senza la politica di coesione gli investimenti negli Stati membri più colpiti dalla crisi sarebbero diminuiti di un ulteriore 50%. In questi paesi i finanziamenti a favore della coesione rappresentano attualmente oltre il 60% del bilancio di investimenti (Figura 2). 340 320 300 280 260 240 220 2007–2013 Miliardi di euro, prezzi 2005 UE-28, Investimenti pubblici (Investimenti fissi lordi) UE-28, Investimenti pubblici al netto dei pagamenti della politica di coesione (FESR, FSE, FC) 2007-2013 La crisi economica ha invertito la prolungata tendenza alla convergenza del PIL e dei tassi di disoccupazione nell'UE, interessando in particolare le regioni dell'Europa me-ridionale. La crisi ha inoltre determinato un aumento della povertà e dell'esclusione sociale. A sua volta questo ha ostacolato il raggiungimento di svariati obiettivi della strategia Europa 2020. 1 COM(2014) 473 def. 200 200 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Eurostat e DG REGIO
  • 18. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Figura 2 Quota della politica di coesione negli investimenti 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 Slovacchia Ungheria Ad esempio, tra il 2007 e il 2012 in 210 delle 277 regioni dell’UE si è registrato un aumento della disoccupazione. In 50 di queste regioni il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato. La situazione è particolarmente preoccupante per i giovani, dato che nel 2012 il tasso di disoccupazione giovanile era superiore al 20% in quasi la metà delle regioni. Ne consegue che molte regioni non sono ancora state in grado di contri-buire al conseguimento dell’obiettivo principale della strategia Europa 2020: un tasso di occupazione pari al 75% per la popolazione nella fascia di età 20–64 entro il 2020. La Commissione e gli Stati membri hanno reagito alla crisi riassegnando alcuni inve-stimenti, xvi previsti nel quadro della politica di coesione, a settori in cui l’impatto delle attività economiche e dell’occupazione sarebbe stato diretto e immediato nonché continuando a riservare un’attenzione particolare al superamento degli ostacoli strut-turali a lungo termine che si frappongono allo sviluppo. Entro la fine del 2013 sono quindi stati riassegnati oltre 45 miliardi di euro–ossia il 13% dei fondi totali. Questo spostamento di fondi è servito a incentivare l’adozione di misure intese ad attenuare la disoccupazione e l’esclusione sociale crescenti e a promuovere gli investimenti in innovazione e ricerca e sviluppo (R&S), sostegno alle imprese, energie sostenibili, infrastrutture sociali e didattiche. La Commissione ha inoltre proposto misure volte ad accrescere la liquidità per gli Stati membri più colpiti dalla crisi. L’adozione di tali misure da parte del Parlamento europeo e del Consiglio ha consentito una riduzione dei contributi nazionali, rendendo possibile l’afflusso di pagamenti anticipati per l’ammontare di oltre 7 miliardi di euro. È stata anche approvata un’ulteriore riduzione del cofinanziamento nazionale per un valore pari a quasi 2,1 miliardi di euro. È documentato che gli investimenti della politica di coesione hanno avuto ripercus-sioni significative. 0 0 pubblici, media 2010–2012 Finanziamenti della politica di coesione e cofinanziamenti nazionali in % sugli investimenti pubblici complessivi Fonte: Eurostat e DG REGIO Bulgaria Lituania Estonia Malta Lettonia Polonia Portogallo
  • 19. Investimenti per l'occupazione e la crescita Tra il 2007 e il 2012 il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) ha creato circa 600 000 posti di lavoro: tale dato corrisponde al 20% circa delle perdite di posti di lavoro stimate nello stesso periodo, a partire dall’inizio della crisi finanziaria. Il fondo ha investito in 200 000 progetti di piccole e medie imprese (PMI) e in 80 000 imprese in fase di avviamento, ha finanziato 22 000 progetti riguardanti la cooperazione fra il settore imprenditoriale e quello della ricerca, ha fornito la copertura con banda larga a 5 milioni di persone e ha incluso 5,5 milioni di persone nei servizi di trattamento del-le acque reflue. Grazie agli investimenti dell’UE a titolo della politica di coesione sono inoltre stati costruiti 3 000 km di reti di trasporto europee di fondamentale importan-za (il 15% della rete globale TEN T) ed è anche raddoppiata la quota di finanziamenti xvii governativi per le attività di R&S negli Stati membri meno sviluppati. Tra il 2007 e il 2012 il Fondo sociale europeo (FSE) ha sostenuto 68 milioni di parte-cipazioni a progetti individuali. Dopo aver ricevuto gli aiuti del FSE, 5,7 milioni di per-sone disoccupate o inattive hanno trovato un impiego e quasi 8,6 milioni di qualifiche sono state acquisite con il sostegno del FSE. Sono stati segnalati oltre 400 000 casi di nuove imprese create e di persone che hanno avviato un’attività di lavoro autonomo. Tutti questi aspetti hanno contribuito a limitare la contrazione del PIL in molti paesi o a impedire un ulteriore aumento della disoccupazione. Gli effetti di detti investimenti aumenteranno nel corso dei prossimi anni, in quanto gli Stati membri hanno tempo fino alla fine del 2015 per utilizzare i fondi a valere sui programmi 2007–2013 e solo qualche tempo dopo che gli investimenti sono stati effettuati è possibile misurarne l’impatto. Con un bilancio totale di oltre 450 miliardi di euro (compreso il cofinanziamento nazio-nale) per il periodo di programmazione 2014–2020, la politica di coesione costituisce il principale strumento di investimento dell’UE. Essa apporterà il contributo maggiore nel sostegno alle PMI, alle attività di R&S e innovazione, all’istruzione, all’economia a basse emissioni di carbonio, all’ambiente, alla lotta contro la disoccupazione e l’esclusione socia-le, allo sviluppo di infrastrutture atte a collegare i cittadini dell’UE e all’ammodernamento della pubblica amministrazione. Gli investimenti previsti a titolo della politica di coesione, combinati con le riforme strutturali, svolgeranno un ruolo fondamentale per il sostegno alla crescita e alla creazione di posti di lavoro e per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 relativi ad una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. La sfida consiste nel garantire che queste risorse siano utilizzate nel modo più ef-ficace ed efficiente possibile, massimizzando i loro effetti, consolidando la ripresa e aiutando l’UE ad uscire dalla crisi più forte e più competitiva di prima. La nuova politica di coesione è pienamente in linea con la strategia Europa 2020 e con i suoi obiettivi precipui in materia di occupazione, ricerca e sviluppo, clima ed energia, istruzione e lotta contro la povertà e l’esclusione sociale ed è connessa al semestre europeo e al processo di governance economica dell’UE. Gli investimenti a titolo della politica di coesione saranno pertanto utilizzati anche per sostenere le politiche perseguite dagli Stati membri nel quadro degli orientamenti integrati e dei programmi nazionali di riforma nonché per affrontare le pertinenti raccomandazio-ni specifiche per paese (RSP), formulate dal Consiglio. La Commissione può anche chiedere agli Stati membri di modificare i loro accordi di partenariato e i programmi operativi per rispondere alle nuove sfide individuate nelle RSP.
  • 20. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale La presente comunicazione sintetizza i risultati dei finanziamenti a favore della coe-sione nel precedente periodo di programmazione e descrive i principali elementi della riforma della politica di coesione per il periodo 2014–20202 nonché le tendenze che emergono dai negoziati sui programmi attualmente condotti dalla Commissione e da-gli Stati membri. La comunicazione è corredata di un documento di lavoro dei servizi della Commissione, che analizza le sfide socioeconomiche e relative alla governance che incombono sugli Stati membri e sulle regioni e valuta l’impatto della politica di coesione e degli investimenti pubblici sulle disparità economiche e sociali. 2. Una politica in evoluzione: investire nella competitività delle regioni per migliorare la vita dei cittadini Il trattato sull’Unione europea sancisce che l’obiettivo della politica di coesione è ri-durre le disparità economiche, sociali e territoriali, fornendo un sostegno particolare alle regioni meno sviluppate. Nel corso del tempo questa politica ha contribuito a migliorare il tenore di vita e le opportunità economiche nelle regioni dell’UE, migliorando le competenze e le possi-bilità di impiego, aumentando l’accesso alle regioni, promuovendo lo sviluppo delle capacità amministrative, creando collegamenti tra istituti di ricerca, università e mon-do imprenditoriale nonché erogando servizi alle piccole e medie imprese. Sostenendo i principali motori della crescita economica, la politica di coesione aiuta le regioni dell’UE a crescere più rapidamente. Pur restando fedele alle sue origini, la politica di coesione ha registrato sviluppi e progressi. Nei primi anni della sua esistenza, tale politica limitava il proprio raggio d’azione alla sfera nazionale, finanziando negli Stati membri progetti predeterminati di scarsa influenza a livello europeo. Nel corso del tempo sono stati introdotti principi fondamentali come la programmazione pluriennale, investimenti più strategici e un maggiore coinvolgimento dei partner regionali e locali. La parte più consistente del sostegno finanziario nel quadro della politica di coesione è stata costantemente rivolta alle regioni e agli Stati membri meno sviluppati. Gli investimenti, inizialmente incentrati sulle infrastrutture, sono stati tuttavia successi-vamente orientati verso il sostegno alle PMI, alle opportunità occupazionali più inno-vative e alle politiche sociali. Tale cambiamento è stato possibile grazie allo sviluppo delle infrastrutture negli Stati membri (sia in quelli che hanno aderito all’UE dopo il 2004 sia negli Stati membri di lunga data), finanziato nel quadro della politica di coesione in periodi precedenti. La figura 3 illustra la composizione degli investimenti e la sua evoluzione a partire dal 1989. La quota di investimenti nelle infrastrutture pesanti (in particolare quelle di trasporto) era elevata al momento del varo della politica e in seguito all’allargamento del 2004, quando sono entrati a far parte dell’UE paesi che presentavano un evidente divario infrastrutturale. Con la creazione del Fondo di coesione negli anni ‘90 gli investimenti 2 Regolamenti (UE) nn. 1299/2013 e 1304/2013. xviii
  • 21. Investimenti per l'occupazione e la crescita ambientali hanno acquisito un’importanza sempre maggiore, aiutando gli Stati mem-bri e le regioni a conformarsi alle direttive e ai regolamenti dell’UE in questo settore. Gli investimenti nel settore produttivo e in particolare nelle PMI sono rimasti relati-vamente Occupazione, istruzione, inclusione sociale Infrastrutture (trasporti, energia, telecomunicazioni) Sostegno alle imprese, R&S e innovazione xix stabili. Figura 3 Ripartizione degli investimenti della politica 100 80 60 40 20 0 di coesione nelle regioni meno sviluppate, 1989–2013 % del totale 1989-1993 1994-1999 2000-2006 2007-2013 Assistenza tecnica Ambiente Fonte: DG REGIO Gli investimenti nel capitale umano (istruzione, occupazione e inclusione sociale) sono tuttavia leggermente diminuiti in termini relativi. Ciononostante il ruolo del FSE quale strumento per investire nel capitale umano è cresciuto considerevolmen-te, da ultimo a seguito delle conseguenze drammatiche della crisi economica sui mercati del lavoro degli Stati membri. Quale nuova misura per far fronte a questo problema, il quadro normativo per il periodo 2014–2020 definisce per il FSE una quota minima (23,1%) del bilancio della politica di coesione. Tale fatto è importante per garantire il volume di investimenti nel capitale umano, nell’occupazione, nell’in-clusione sociale, nella riforma della pubblica amministrazione e nello sviluppo del-le capacità istituzionali necessario per contribuire al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Durante il periodo 2007–2013 la politica di coesione–in particolare mediante il FSE– ha sostenuto per la prima volta la modernizzazione e la riforma delle amministrazioni pubbliche e dei sistemi giudiziari nei paesi in fase di convergenza. Tale sostegno è inteso a migliorare il funzionamento, l’accessibilità e la qualità dei servizi pubblici, al fine di agevolare l’elaborazione di politiche fondate su elementi concreti e di attuare politiche di concerto con le parti sociali e la società civile. Infine, la quota di risorse destinate all’assistenza tecnica è aumentata significativa-mente dal periodo 2000–2006, rispecchiando l’importanza fondamentale del buon funzionamento delle istituzioni per la gestione efficace dei programmi della politica di coesione.
  • 22. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale Adattando opportunamente gli investimenti ai livelli di sviluppo economico, la politica di coesione è stata in grado di adeguarsi nel tempo all’evolversi delle esigenze di ciascuna regione, sebbene l’evoluzione della politica non sia stata decisiva come ci si attendeva. L’evidenza indica, ad esempio, che l’introduzione nel periodo 2007–2013 dell’assegna-zione obbligatoria di una parte dei fondi alle priorità dell’UE ha rappresentato un passo in avanti ma i risultati sono stati eterogenei e l’eccessiva dispersione dei fondi continua. È inoltre diventato sempre più evidente che l’efficacia della politica di coesione di-pende da sane politiche macroeconomiche, da un ambiente imprenditoriale favore-vole e da istituzioni solide. In alcuni casi le politiche inadeguate nonché le debolezze a livello amministrativo e istituzionale hanno limitato l’efficacia dei finanziamenti. Sono rimaste lacune anche quando si è trattato di recepire la legislazione dell’UE nel diritto nazionale per i settori direttamente correlati alla politica di coesione. Benché siano stati posti in essere tentativi di definire quadri strategici, istituzionali e amministrativi, la loro applicazione è rimasta discrezionale e non sistematica. Infine, l’attuazione dei fondi è stata maggiormente incentrata sulla spesa e sulla con-formità xx alle norme di gestione piuttosto che sul conseguimento di obiettivi. Talvolta gli obiettivi dei programmi erano vaghi ed è stato difficile controllare e valutare i risultati. La determinazione degli obiettivi è un’attività complessa e alcuni Stati membri hanno fissato obiettivi non abbastanza ambiziosi, limitando così la capacità di valutare gli effetti degli interventi e di capire quali erano le misure più efficaci e per quale ragione. 3. Il conseguimento dei risultati è il fulcro della nuova politica di coesione Durante i negoziati sulla riforma della politica di coesione, portati a termine nel di-cembre 2013, si è cercato di porre rimedio a tali carenze. La riforma verte sull’attuazione di una politica in materia di investimenti. Gli obiettivi della politica di coesione sono stati allineati alla strategia Europa 2020 e all’atto della pianificazione degli investimenti si è sistematicamente tenuto conto delle pertinen-ti raccomandazioni specifiche per paese (RSP). Anche le modalità di funzionamento della politica di coesione sono state sottoposte a riforma in base a cinque idee fon-damentali. 3.1 I programmi della politica di coesione devono operare in un contesto favorevole La nuova politica di coesione è collegata al processo di governance economica dell’UE e al "semestre europeo", in quanto gli investimenti nel quadro della politica di coe-sione non possono essere considerati separatamente dal contesto economico in cui vengono effettuati. Al fine di evitare politiche economiche o fiscali insostenibili, che compromettono l’effi-cacia del sostegno dell’UE nel corso del periodo 2014–2020, i finanziamenti possono essere sospesi qualora uno Stato membro non rispetti le raccomandazioni ricevute nell’ambito del processo di governance economica dell’UE.
  • 23. Investimenti per l'occupazione e la crescita L’efficacia degli investimenti non deve essere compromessa da politiche inadeguate o da strozzature a livello regolamentare, amministrativo o istituzionale. Gli Stati mem-bri e le regioni devono pertanto soddisfare una serie di requisiti preliminari, concepiti per garantire che gli investimenti confluiscano in un chiaro quadro politico strategico atto ad assicurare un rapido recepimento della legislazione dell’UE che si ripercuota sull’attuazione dei fondi di coesione, una sufficiente capacità amministrativa e il ri-spetto di requisiti minimi, ad esempio in materia di lotta alla discriminazione, parità xxi di genere, disabilità, appalti pubblici e aiuti di Stato. In particolare, ogni settore di investimento deve basarsi su una strategia ben definita. Gli investimenti nei trasporti, ad esempio, possono essere effettuati solo dopo aver posto in essere una strategia globale dei trasporti a livello nazionale o regionale. Analogamente, gli investimenti in R&S e innovazione vanno inquadrati in una "strate-gia di specializzazione intelligente", che comporta un processo di elaborazione di una visione, di individuazione di vantaggi competitivi, di definizione delle priorità strate-giche e dell’adozione di politiche intelligenti volte a massimizzare per ogni regione il potenziale di sviluppo basato sulle conoscenze. In sintesi, dovrebbero essere i progetti a seguire le strategie e non viceversa. 3.2 I programmi della politica di coesione devono concentrare le risorse su un numero limitato di priorità e massimizzare il loro valore aggiunto Gli Stati membri e le regioni devono concentrare i finanziamenti su un numero limitato di settori rilevanti a livello di UE. Una quota elevata del FESR sarà assegnata a quattro priorità che costituiscono il fulcro della strategia Europa 2020: innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle PMI ed economia a ridotte emissioni di carbonio. La concentrazione del FSE su un massimo di cinque priorità di investimento fungerà da sostegno al consolidamento delle realizzazioni e dei risultati a livello europeo e garantirà inoltre una correlazione più chiara con la strategia europea per l’occupazio-ne e gli orientamenti integrati per l’occupazione. Almeno il 20% della dotazione del FSE sarà riservata al sostegno dell’inclusione sociale e alla lotta contro la povertà e la discriminazione. Data l’urgente necessità di combattere la disoccupazione giovanile, è stata avviata con una dotazione di 6 miliardi di euro l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (YEI), fornendo finanziamenti mirati per contribuire ad attuare la "garanzia per i giovani" in tutta l’UE. In tal modo si garantisce che ad ogni giovane venga offerta un’occupazione o una formazione adeguata entro quattro mesi dal termine del percorso scolastico o dall’inizio della disoccupazione. I finanziamenti a titolo della YEI saranno concentrati sulle regioni che presentano tassi di disoccupazione giovanile particolarmente elevati. Le regioni e gli Stati membri dovranno operare scelte chiare in merito ai loro obiettivi. In questo modo sarà possibile ottenere una massa critica di risorse atte a garantire che l’im-patto sia significativo e che gli investimenti vadano a quei settori in cui possono esplicare effetti diretti e immediati sulla crescita e sull’occupazione.
  • 24. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale 3.3 I programmi della politica di coesione devono definire obiettivi e risultati chiari Il successo della politica di coesione sarà misurato in base ai suoi risultati e al suo impatto. Le riforme si concentrano pertanto su una maggiore attenzione ai risultati, grazie a indicatori di rendimento nonché ad attività di rendicontazione e di valutazio-ne migliori. In fase di elaborazione dei programmi, gli Stati membri e le regioni devono precisare i risultati che intendono conseguire entro la fine del periodo di programmazione. I programmi dovranno illustrare le modalità secondo cui le azioni proposte contribui-ranno al conseguimento di tali obiettivi e stabiliranno gli indicatori di rendimento con parametri di riferimento e obiettivi chiari per misurare i progressi compiuti. Ciascun programma avrà un quadro di riferimento dei risultati al fine di aumentare la traspa-renza e la responsabilità. Per fornire un incentivo supplementare, circa 20 miliardi di euro (ossia il 6% del bi-lancio della politica di coesione) sono stati accantonati per essere assegnati nel 2019 ai programmi che dimostrano di essere sulla buona strada per la realizzazione dei loro obiettivi. 3.4 I programmi della politica di coesione devono dare più voce alle città Le città possono svolgere un ruolo fondamentale nella politica di coesione e per il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020. Più di due terzi degli eu-ropei vive nelle città. Le città sono produttive ed innovative e possono assumere un ruolo guida ai fini di una crescita intelligente. Esse possono essere più efficienti sotto il profilo delle risorse (ad esempio riducendo al minimo l’occupazione del suolo, l’im-permeabilizzazione xxii del suolo e l’impiego di energia) e possono partecipare alla realiz-zazione di una crescita sostenibile, ad esempio attraverso le infrastrutture verdi. Dato il divario di ricchezza, la concentrazione dell’esclusione sociale e della povertà nelle città, esse sono essenziali per affrontare la sfida della crescita inclusiva. Per tali motivi si prevede che, nel periodo 2014–2020, circa la metà del FESR sarà spesa nelle città. La nuova politica di coesione mira inoltre a potenziare il ruolo delle città nel concepire e attuare politiche che contribuiscano a conseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020, determinando un importo minimo (5% del FESR) per gli investi-menti integrati nello sviluppo urbano sostenibile e garantendo che le città svolgeranno il ruolo principale nella selezione dei progetti. La Commissione inviterà inoltre alla presentazione di progetti nell’ambito del nuovo programma "Azioni urbane innovative", per sostenere le città che sono disposte a sperimentare nuove idee in materia di sviluppo urbano.
  • 25. Investimenti per l'occupazione e la crescita 3.5 È necessaria una maggiore inclusione dei partner a tutti i livelli nei programmi della politica di coesione Il quadro strategico 2014–2020 si fonda sul presupposto che tutti i partner a livello nazionale, regionale e locale saranno coinvolti in tutte le fasi di programmazione, nel rispetto dei principi della governance multilivello e includendo le parti sociali e le organizzazioni della società civile. Per la prima volta a livello di UE, il codice europeo di condotta sul partenariato3 fornisce agli Stati membri un modello per raggiungere e coinvolgere tali partner nell’elaborazione dei programmi nel corso dell’intera fase di attuazione nonché in quelle di monitoraggio e di valutazione. I partenariati potrebbero altresì risultare particolarmente efficaci nel realizzare strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo. Nei nuovi regolamenti sono integrate anche misure volte a poten-ziare Figura 4 Ripartizione per priorità e per Fondo, 2014–2020 0 10 20 30 40 50 60 0 10 20 30 40 50 60 in % sul finanziamento complessivo (esclusa assistenza tecnica) xxiii le capacità delle parti sociali e della società civile. 4. Dalla teoria alla pratica: nuovi elementi che emergono dai negoziati Al momento dell’adozione della presente comunicazione, la Commissione aveva rice-vuto tutti i 28 accordi di partenariato (AP) e circa 150 programmi operativi (PO)4. Sono in corso negoziati con gli Stati membri e le regioni. Quanto segue fornisce pertanto solo un’indicazione della misura in cui gli elementi principali della riforma sono stati integrati nelle nuove strategie e nei nuovi programmi. 01 Innovazione e R&S 02 Tecnologie dell'informazione e della comunicazione 03 Sostegno alle PMI 04 Economia a basso contenuto di carbonio 05 Adattamento al cambiamento climatico 06 Ambiente 07 Infrastrutture di rete 08 Occupazione 09 Inclusione sociale 10 Istruzione 11 Buona governance FSE FESR FC Fonte: Accordi di partenariato provvisori e definitivi al 1° giugno 2014 Le informazioni disponibili rivelano alcune tendenze decisamente incoraggianti e al-cuni problemi. 3 Cfr. il regolamento delegato della Commissione del 7.1.2014, C (2013) 9651 final. 4 Quattro AP sono già stati adottati dalla Commissione.
  • 26. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale Complessivamente, circa 336 miliardi di euro sono destinati ai programmi nazionali e regionali nel quadro dell’obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell’occu-pazione" Figura 5 Ripartizione per priorità 2014-2020 e 2007-2013 Adattamento al cambiamento Fonte: Accordi di partenariato provvisori e definitivi al 1° giugno 2014 e DG REGIO xxiv (IGJ). Le risorse sono ripartite come segue: 187,5 miliardi di euro al FESR, 63 miliardi di euro al Fondo di coesione e 85 miliardi di euro al FSE, che superano la dotazione minima prevista a livello giuridico per il FSE, pari a 80 miliardi di euro5. Circa 124 miliardi di euro sono destinati alle attività di R&S e innovazione, alle TIC, alle PMI e all’economia a basse emissioni di carbonio (Figura 4), con un aumento pari a quasi il 22% rispetto al periodo 2007–2013. La maggior parte di tale importo è finanziato dal FESR (116,5 miliardi di euro) e il resto dal Fondo di coesione. 98 miliardi di euro saranno investiti a favore dell’occupazione, dell’inclusione sociale e delle misure per l’istruzione. La parte preponderante di tale importo viene dal FSE: occupazione (30,7 miliardi di euro), inclusione sociale (20,9 miliardi di euro) ed istru-zione (26,3 miliardi di euro). 59 miliardi di euro sono destinati ai trasporti e alle infrastrutture delle reti energeti-che: si tratta di una diminuzione del 21% rispetto al periodo 2007–2013. 2014-2020 2007-2013 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 Priorità FESR Priorità FSE Infrastrutture di rete climatico e ambiente in % sul totale (esclusa assistenza tecnica) Circa 4,3 miliardi di euro saranno investiti nel potenziamento delle capacità istitu-zionali delle autorità pubbliche e nell’efficienza delle pubbliche amministrazioni e dei servizi ("buona governance"): ciò rappresenta un aumento del 72% rispetto al periodo precedente. Il nuovo periodo di programmazione comporta quindi un chiaro cambiamento di rotta in termini di priorità di finanziamento rispetto al periodo 2007–2013 (Figura 5). Gli Stati membri e le regioni investiranno di più sulle priorità del FESR (R&S e innovazio- 5 Le risorse finanziarie per l’obiettivo IGJ comprendono il FESR (ad esclusione del sostegno per la coope-razione territoriale europea), il FSE e il Fondo di coesione. Le cifre riflettono la situazione a partire dal 1º giugno e possono ancora cambiare nel contesto dei negoziati sui programmi.
  • 27. Investimenti per l'occupazione e la crescita ne, TIC, PMI ed economia a basse emissioni di carbonio) e sulle priorità del FSE (occu-pazione, inclusione sociale, istruzione e governance). Di conseguenza si ridurranno gli investimenti in infrastrutture di rete e ambientali. La diminuzione degli investimenti in infrastrutture è particolarmente marcata negli Stati membri più sviluppati. La particolare attenzione riservata dalla Commissione all’economia a basse emissioni di carbonio si è tradotta in un sostanziale incremento di tale tipologia di investimento: oltre 38 miliardi di euro contribuiranno al passaggio ad un’economia a basse emissio-ni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici. Vari paesi hanno posto particolare enfasi sull’efficienza energetica e sullo sviluppo delle energie rinnovabili. In alcuni casi è tuttavia necessario chiarire meglio il nesso tra investimenti e risultati attesi in relazione agli obiettivi in materia di cambiamenti climatici. Date le sfide rappresentate dagli elevati tassi di disoccupazione e dall’aumento della povertà, l’accento sulla crescita inclusiva potrebbe essere maggiore in alcuni AP. La Commissione ritiene anche che i finanziamenti destinati all’istruzione non siano al mo-mento sufficienti per attuare le priorità individuate. In alcuni AP viene attribuita una priorità ridotta alle misure attive di inclusione sociale. Per garantire migliori risultati a livello sociale e investimenti più adeguati ai cambiamenti sociali, la riforma della politi-ca xxv sociale va integrata meglio nell’attività di programmazione. Per quanto concerne inoltre l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, le informa-zioni pertinenti in alcuni accordi di partenariato e programmi operativi sono piuttosto generali e non precisano le modalità di realizzazione di tale nuova iniziativa e del rela-tivo sostegno all’attuazione dei sistemi di garanzia per i giovani. In alcuni programmi le azioni sostenute dall’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile vanno maggiormente incentrate sul sostegno alla creazione di posti di lavoro. Nonostante l’esistenza di una RSP sull’integrazione della minoranza Rom, alcuni Stati membri non prevedono una priorità specifica per le comunità emarginate, rendendo così più difficile valutare quanti finanziamenti saranno assegnati a tale settore d’in-tervento. Alcuni Stati membri non tengono sufficientemente conto delle esigenze di questo gruppo destinatario o della necessità di elaborare ulteriormente la propria strategia e la logica d’intervento. La modernizzazione amministrativa e la qualità della giustizia sono riconosciuti come fattori chiave per la competitività e la crescita inclusiva. Molti Stati membri stanno programmando misure volte a rendere più incisive le proprie istituzioni pubbliche e a migliorare la loro capacità di realizzare politiche più efficaci, erogare servizi ammi-nistrativi migliori, accelerare i procedimenti giudiziari, aumentare la trasparenza e l’integrità delle istituzioni pubbliche nonché favorire una maggiore partecipazione del pubblico nelle varie fasi di elaborazione delle politiche. In un certo numero di Stati membri, in cui la riforma della pubblica amministrazione è stata affrontata come una sfida, non esiste però una strategia ben definita e gli obiettivi sono incompleti e poco chiari, mentre tali riforme sono indispensabili per sostenere la crescita, l’occupazione e la competitività. In alcuni di questi Stati membri manca inoltre un chiaro impegno politico a favore di tali riforme. Emerge con chiarezza che la necessità di prepararsi agli investimenti adeguandosi alle condizioni operative prima ancora di procedere all’attuazione del programma è
  • 28. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale stata presa sul serio. Il processo non è stato facile e, in molti casi, la Commissione dovrà concordare piani d’azione per garantire la piena conformità alle prescrizioni entro scadenze ben definite. Le condizioni che gli Stati membri hanno trovato partico-larmente difficili da soddisfare riguardano settori in cui devono essere recepite le di-rettive dell’UE o in cui devono essere applicati in modo efficace i regolamenti dell’UE. A livello nazionale e regionale sono state definite strategie di specializzazione intel-ligente allo scopo di accelerare la trasformazione economica e ridurre il divario di conoscenze. È necessario porre maggiormente l’accento su forme di sostegno meno incisive, sul sostegno alla ricerca orientata al mercato e sulla collaborazione con le imprese. Sussiste il rischio che il sostegno alle PMI sia orientato allo status quo e non venga adattato alle loro esigenze e al potenziale di crescita per assicurare un forte effetto leva e un rapido assorbimento. Alcuni Stati membri hanno inoltre elaborato programmi che istituiscono collegamenti chiari tra l’economia digitale e l’innovazione. Ciò è importante in quanto gli inve-stimenti xxvi nella banda larga ad alta velocità e nelle TIC sono necessari per superare strozzature specifiche e per promuovere soluzioni orientate al mercato. Ad esempio, è essenziale concentrarsi sugli investimenti nelle reti a banda larga di prossima ge-nerazione per garantire che le regioni meno sviluppate non perdano ulteriormente terreno. Anche le sinergie tra la politica di coesione, il programma Orizzonte 2020 e altri programmi dell’UE sono di fondamentale importanza nel contesto delle strategie di specializzazione intelligente a livello regionale e nazionale. Nel periodo 2014–2020 circa 88 programmi in 16 paesi saranno programmi a finan-ziamento multiplo, che combinano le risorse del FESR, del Fondo di coesione e del FSE. Tale fatto dovrebbe incoraggiare un approccio integrato, in grado di riunire politiche, fondi e priorità di diversa natura. Per rendere la politica più efficace, orientata ai risultati e basata sulle prestazioni, gli Stati membri e le regioni dovranno fissare obiettivi e traguardi dettagliati. È essen-ziale che i programmi non esprimano le finalità in modo troppo generico e che com-prendano un numero considerevole di possibili azioni intese a mantenere la massima flessibilità nella selezione dei progetti in una fase successiva. Questo è un elemento fondamentale: se gli obiettivi e i traguardi non sono sufficientemente ambiziosi e dettagliati sarà molto difficile sottoporre a valutazione la politica e promuovere un dibattito pubblico significativo a tale riguardo. Nel corso del processo negoziale la Commissione si concentrerà su tali rischi. Gli accordi di partenariato sono stati redatti basandosi ampiamente su un dialogo positivo tra i partner, sebbene vi siano indicazioni che in alcuni casi tale dialogo è stato insufficiente, che importanti parti interessate non sono state coinvolte o che le osservazioni non sono state riprese nelle versioni successive dei documenti. La Commissione esaminerà molto attentamente le modalità di applicazione da parte degli Stati membri del codice di condotta sul partenariato, al fine di garantire una reale partecipazione delle parti interessate. Quale ultimo aspetto, ma non meno importante degli altri, va osservato che il nuo-vo periodo richiede una solida governance e meccanismi di coordinamento a livello nazionale e regionale al fine di garantire la coerenza tra i programmi, il sostegno
  • 29. Investimenti per l'occupazione e la crescita alla strategia Europa 2020 e le RSP nonché di evitare sovrapposizioni e lacune. Ciò è particolarmente importante in considerazione dell’aumento complessivo del numero di programmi regionali (per i programmi del FSE si tratta quasi del 60% rispetto al periodo 2007–2013). xxvii 5. Conclusioni Nel periodo 2014–2020 la politica di coesione guiderà le attività di investimento di un terzo del bilancio dell’UE per contribuire a realizzare gli obiettivi paneuropei di cresci-ta e creazione di posti di lavoro nonché di riduzione delle disparità economiche e so-ciali. Tale politica costituisce inoltre il principale strumento di investimento a livello di UE al fine di perseguire gli obiettivi della strategia Europa 2020 e apporta il contributo maggiore in una serie di settori, tra cui: sostegno alle PMI, R&S e innovazione, investi-menti in una forza lavoro qualificata e competitiva, lotta contro la disoccupazione e l’esclusione sociale, adattamento ai cambiamenti climatici e ambiente. I modelli economici forniscono un’indicazione dell’impatto macroeconomico. Si pre-vede ad esempio che, grazie alla politica di coesione, nei principali paesi beneficiari il PIL potrebbe aumentare in media del 2% e l’occupazione dell’1% circa durante il periodo di attuazione. Gli effetti di aumento della produttività esplicati dalla politica di coesione continueranno inoltre a rafforzarsi anche quando i programmi saranno giunti a termine. Si stima che, entro il 2030, in questi paesi il PIL sarà superiore del 3% rispetto al livello atteso in as-senza di tale politica. Ciò significa che, nel periodo 2014–2030, per ogni euro speso nei principali paesi beneficiari si prevede che il PIL sia superiore di oltre tre euro. Affinché tali effetti diventino concreti è tuttavia essenziale che gli Stati membri e le regioni attuino le riforme e utilizzino questa politica quale strumento di investimento ef-ficace. Sarà pertanto fondamentale l’esito dei negoziati in corso per sviluppare strategie solide, individuare un numero limitato di priorità di investimento principali, determinare obiettivi ambiziosi e assicurare che le condizioni, a livello locale e globale, massimizzino l’impatto degli investimenti cofinanziati a titolo della politica di coesione. Nel 2017 la Commissione presenterà al Parlamento europeo una prima relazione sui progressi compiuti nell’ambito dei programmi. In tal modo verrà fornita una pano-ramica dei progressi realizzati dagli Stati membri e dalle regioni nel conseguimento degli obiettivi stabiliti nei rispettivi programmi, indicando se essi stiano dando o no i risultati previsti.
  • 30. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale xxviii
  • 31. xxix Riassunto esecutivo La presente relazione esce all'inizio del nuovo settennato di programmazione della politica di coesione, in una fase in cui l'Unione europea si presenta profondamente cambiata dal 2007, anno di avvio della precedente programmazione. All'epoca l'UE stava attraversando una fase di crescita economica costante. Ilivelli di reddito erano in aumento, così come i tassi di occupazione e la spesa pubblica, mentre la pover-tà e l'esclusione sociale erano in calo e le disparità regionali si stavano riducendo. Malgrado queste tendenze positive, le disparità tra regioni continuavano comunque a rimanere ampie e numerose. L'avvento della crisi ha modificato questo scenario. Dal 2008 il debito pubblico è aumentato vertiginosamente, il reddito è diminuito per molti cittadini dell'UE, i tassi di occupazione sono crollati in molti paesi e la disoccupazione ha toccato il picco più alto mai raggiunto negli ultimi 20 anni, mentre la povertà e l'esclusione sociale sono tendenzialmente diventate più diffuse. Allo stesso tempo, in molti paesi sono aumen-tate le disparità regionali in termini di tassi di occupazione e disoccupazione, come pure quelle in termini di PIL pro capite, mentre in altri si è interrotto il processo di attenuazione delle disparità. Questi sviluppi indicano che gli obiettivi di Europa 2020 in materia di occupazione e lotta alla povertà sono divenuti più difficili da raggiungere rispetto al periodo in cui sono stati definiti. Per questo motivo, nei prossimi 6 anni occorrerà incrementare gli sforzi per ottenere risultati positivi a fronte dei pesanti vincoli di bilancio. Capitolo 1: Nella sua prima fase, la crisi ha colpito particolarmente il settore edi-le e il settore manifatturiero. In entrambi l'occupazione è diminuita drasticamente, nell'edilizia a seguito del collasso della bolla immobiliare in alcuni Stati membri e dei tagli alla spesa pubblica, nel settore manifatturiero a causa del declino a livello di domanda globale, soprattutto per i beni di investimento. Più recentemente, i mer-cati mondiali sono in fase di espansione e le esportazioni in aumento, determinando un certo incremento della produzione. Questo aspetto è particolarmente importante soprattutto per molti Stati membri dell'Europa centro–orientale, nei quali il settore manifatturiero costituisce un'ampia fetta di valore aggiunto. L'impatto territoriale della crisi è variegato. Nella maggior parte dell'UE, le regioni metropolitane si sono dimostrate maggiormente soggette a fasi alterne tra momenti di espansione e momenti di contrazione, mentre nel complesso le regioni rurali hanno dimostrato una maggiore resilienza. Nell'UE–15, le regioni metropolitane di secondo livello hanno avuto un rendimento nella media, mentre nell'UE–13 esse hanno supe-rato le altre regioni. Tra il 2008 e il 2011, le regioni rurali dell'UE–15 hanno registrato una contrazione del PIL inferiore rispetto alle altre regioni, grazie a un maggior incre-mento della produttività. Anche nell'UE–13 il maggior incremento della produttività ha determinato una riduzione del divario con le altre regioni in termini di crescita. Nonostante le difficoltà dello scenario economico, la percentuale di persone con istru-zione terziaria è salita negli ultimi anni in molti paesi e i tassi di abbandono scolastico
  • 32. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale sono diminuiti. Di conseguenza, gli obiettivi dell'UE inerenti questi due settori saranno probabilmente raggiunti entro il 2020, se non prima. Allo stesso tempo, durante la crisi la quota di R&S non è diminuita in rapporto al PIL, anzi è leggermente aumentata nel corso dell'ultimo anno/degli ultimi due anni, anche se non abbastanza da raggiun-gere l'obiettivo del 3% fissato per il 2020. L'innovazione, tuttavia, rimane per lo più concentrata territorialmente e non mostra segni di diffusione nelle regioni in ritardo. Gli investimenti nei trasporti e nelle infrastrutture digitali hanno diminuito le carenze a livello di reti in molte regioni rurali e nelle regioni meno sviluppate. L'accesso a Internet tramite le tecnologie di nuova generazione, però, rappresenta una nuova sfida per le aree rurali in cui tali tecnologie sono pressoché assenti. Inoltre, il comple-tamento xxx della rete transeuropea dei trasporti richiederà per lo meno altri due decenni di investimenti massicci, in particolare negli Stati membri centro–orientali. Gli investimenti esteri diretti e gli scambi commerciali all'interno dell'UE, entrambi importanti fonti di crescita per gli Stati membri meno sviluppati, hanno risentito della contrazione provocata dalla crisi. Fortunatamente le esportazioni dall'UE–13 verso gli altri paesi UE hanno dimostrato discreti segnali di ripresa, superando la quota di PIL che rappresentavano prima dell'avvento della crisi; inoltre, anche gli investimenti esteri diretti sembrano ripartiti. La competitività rimane limitata nella maggior parte degli Stati membri centro–orien-tali, con l'eccezione tipica delle regioni della capitale. Qui il livello di competitività tende a essere molto alto, pur non essendo generalmente ancora in grado di produrre ricadute positive misurabili sulle altre regioni. In questi paesi, dunque, molte delle regioni vicine alla capitale non traggono benefici tangibili da questa vicinanza, mentre negli Stati membri più sviluppati anche tali regioni tendono a mostrare livelli di com-petitività elevati. In effetti in alcuni Stati membri, quali Paesi Bassi, Germania e Italia, regioni con una seconda grande città presentano con livelli di competitività più elevati rispetto alla regione della capitale. Capitolo 2: La crisi ha spazzato via la metà degli incrementi occupazionali ottenuti tra il 2000 e l'inizio della recessione, soprattutto negli Stati membri meridionali. Di conse-guenza, nelle regioni di transizione e nelle regioni meno sviluppate, i tassi di occupa-zione sono inferirori di circa 10 punti percentuali rispetto all'obiettivo nazionale, contro solo 3 punti percentuali nelle regioni più sviluppate. Anche l'incremento del tasso di disoccupazione è maggiore in queste regioni, pari a una media di 5 punti percentuali tra il 2008 e il 2013, contro i 3 punti percentuali delle regioni più sviluppate. Nonostante il 2013 sia stato il primo anno con il medesimo tasso di disoccupazione nell'UE per gli uomini e per le donne, in alcune zone permangono forti disparità, in particolare in molte regioni meridionali dove la disoccupazione femminile è molto più diffusa di quella maschile. Il tasso di occupazione femminile rimane più basso di quello maschile in tutte le regioni dell'UE. Se questo divario è relativamente limitato in alcune regioni della Svezia e della Finlandia, esso supera i 20 punti percentuali in Italia, Grecia e in svariate regioni della Romania, della Repubblica ceca e della Polonia. Sul fronte dell'istruzione, invece, in nove regioni su dieci molte più donne che uomini tra i 30 e i 34 anni hanno un'istruzione terziaria.
  • 33. Riassunto esecutivo Un ulteriore effetto della crisi economica è rappresentato dal rischio povertà ed esclu-sione sociale. Nell'UE si calcolano attualmente circa 9 milioni di persone a rischio po-vertà o esclusione, con un incremento particolarmente pronunciato in Grecia, Spagna, Italia e nel Regno Unito. Una questione chiave è costituita dalle differenze all'interno dei singoli paesi. Il rischio povertà tende a essere molto più basso nelle città rispetto al resto del paese per gli Stati membri meno sviluppati, mentre nelle città degli Stati membri più sviluppati avviene il contrario. Pertanto in questi ultimi, nell'ottica di rag-giungere gli obiettivi riguardanti la lotta alla povertà fissati dalla strategia Europa 2020, occorre ridurre in maniera decisiva il numero di persone a rischio povertà o esclusione sociale nei centri urbani, mentre nei paesi meno sviluppati la sfida princi-pale è la riduzione del numero di persone a rischio nelle aree prevalentemente rurali. Le forti disparità in termini di occupazione, livelli di reddito e benessere sociale sono tra i fattori principali alla base degli spostamenti dei popoli all'interno dell'UE. Negli ultimi 20 anni, negli Stati membri centro–orientali si è registrata una tendenza delle persone a spostarsi dalle zone rurali alle aree urbane, soprattutto in direzione della capitale, nonché verso altri territori dell'UE. Il naturale calo demografico assieme al fenomeno migratorio hanno determinato una diminuzione significativa degli abitanti delle regioni rurali dell'UE–13 nel corso dell'ultimo decennio. Nell'UE–15, al contrario, la popolazione è mediamente aumentata nelle regioni rurali a seguito dei flussi mi-gratori xxxi interni netti, controbilanciando il naturale calo demografico. Nell'UE–15, nel corso dell'ultimo decennio, il contributo dell'immigrazione netta all'aumento demografico è stato di tre volte maggiore rispetto a quello apportato dall'incremento naturale. Al contrario, nell'UE–13 l'emigrazione ha contribuito di due volte al calo demografico rispetto al calo naturale. Permangono ampie differenze tra i paesi dell'UE quanto ad aspettative di vita e tassi di mortalità. Vi è una differenza di oltre 9 anni tra le dieci regioni con l'aspettativa di vita più alta e le 10 con l'aspettativa più bassa. Analogamente, la mortalità infantile e i decessi per incidente stradale in rapporto alla popolazione differiscono di 4 volte tra le 10 regioni con la situazione migliore e le 10 regioni con la situazione peggiore. Capitolo 3: La crisi ha avuto effetti contrastanti sull'ambiente. La contrazione dei redditi e delle attività economiche ha favorito una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra; nel contempo, lo scarso miglioramento dell'efficienza energetica potreb-be causare un'inversione di questa tendenza in caso di ripresa della domanda. La crisi ha altresì ridotto il costo delle quote nell'ambito del sistema europeo per lo scambio delle quote di emissioni (ETS), causando così una diminuzione degli incentivi econo-mici a favore dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili e una sospensione della transizione verso un'economia a basso contenuto di carbonio. La Commissione europea ha posticipato l'asta di un gruppo di quote a seguito del calo dei prezzi. Nell'UE si registrano alcuni progressi per quanto concerne il miglioramento del tratta-mento delle acque reflue urbane e dei rifiuti solidi. Sono diventate più numerose le cit-tà e i piccoli centri che soddisfano gli standard di qualità fissati dalla direttiva UE sul trattamento delle acque reflue. È aumentata la quantità di rifiuti destinati al recupero o alla termovalorizzazione, con relativa produzione energetica, mentre è diminuita la quantità destinata allo smaltimento in discarica. In entrambi i casi, tuttavia, molto
  • 34. Sesta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale resta ancora da fare e sono necessari investimenti massicci soprattutto negli Stati membri e nelle regioni meno sviluppate. Nell'UE si registrano ampie differenze per quanto concerne la qualità dei "servizi" ero-gati dagli ecosistemi. Questi servizi possono svolgere importanti funzioni come la de-purazione xxxii dell'aria e dell'acqua, il contenimento delle acque per la prevenzione delle alluvioni e la rimozione del carbonio. Le recenti inondazioni in diverse zone dell'UE e la scarsa qualità dell'aria in molti centri urbani rendono tali servizi quanto mai necessari. Gli investimenti in queste infrastrutture in genere consentono un risparmio dei costi, contribuendo nel contempo a limitare la perdita di biodiversità. La dimensione urbana della crescita sostenibile è origine di numerosi contrasti. Da un lato la qualità dell'aria è scadente in molte città e resa peggiore dal traffico con-gestionato; inoltre, sono più vulnerabili alle ondate di calore a seguito del cosiddetto effetto "isola di calore", nonché alle alluvioni per la loro frequente vicinanza a fiumi e mari e per la grande espansione delle superfici sigillate. Dall'altro lato, le città offrono maggiori vantaggi in termini di efficienza ambientale, poi-ché la vicinanza ai luoghi di interesse riduce il bisogno di compiere lunghi spostamenti. Il servizio di trasporto pubblico è più accessibile nelle città, con mezzi di trasporto più ecocompatibili; il consumo energetico per il riscaldamento domestico è inferiore. Allo stesso modo, le città utilizzano il suolo in maniera più efficiente rispetto ad altre aree con densità demografica inferiore e maggior terreno edificabile pro capite. Capitolo 4: Nella maggioranza degli Stati membri, il bilancio nazionale nel periodo di crisi è deficitario; il debito pubblico è aumentato vertiginosamente, in alcuni casi superando il 100% del PIL. L'erodersi delle finanze pubbliche ha portato all'adozione capillare di misure di consolidamento fiscale e a un consistente taglio della spesa pubblica da parte di numerosi governi. In media, la spesa pubblica nell'UE è scesa del 20% in termini reali tra il 2008 e il 2013, in Grecia, Spagna e Irlanda è scesa di oltre il 60%, mentre nei paesi dell'UE–12, ove la politica di coesione riveste un ruolo parti-colarmente importante, del 32%. La conseguenza di questo scenario potrebbe essere una riduzione dei tassi di crescita sul medio periodo. Visti i tagli nella spesa nazionale, si fa sempre più affidamento alla politica di coe-sione per finanziare gli investimenti a favore della crescita. Negli anni 2010–2012, i finanziamenti della politica di coesione rappresentavano complessivamente fino al 21% della spesa pubblica nell'UE, fino al 57% nell'insieme dei paesi della coesione e oltre il 75% in Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Lituania. In assenza di questi con-tributi, la spesa pubblica negli Stati membri meno sviluppati avrebbe registrato un ulteriore calo. La responsabilità di quasi due terzi della spesa pubblica nell'UE è affidata alle autorità locali e regionali, le quali hanno quindi risentito particolarmente dei tagli effettuati. L'autonomia politica (o autogoverno) delle regioni è tendenzialmente aumentata nel corso degli ultimi decenni, con incrementi notevoli in molti Stati membri. In Italia, in particolare, l'autonomia amministrativa delle regioni è superiore a quella in essere negli stati federali di Germania, Austria e Belgio.
  • 35. Riassunto esecutivo Capitolo 5: Nel corso degli ultimi anni, l'UE ha attribuito sempre più importanza alla governance e alla qualità delle istituzioni pubbliche, anche in relazione ai programmi della politica di coesione. Ad esempio, nel 2014 è stata adottata una relazione anti-corruzione, oltre all'inserimento nel semestre europeo di specifiche raccomandazioni nazionali concernenti questioni legate alla capacità amministrativa. Iniziative come l'e–government e l'e–procurement possono contribuire ad aumentare l'efficienza e ri-durre i casi di abuso di potere. Inoltre, lo sviluppo di strategie nazionali anticorruzione e antifrode potrà favorire il rafforzamento delle capacità amministrative, promuoven-do xxxiii un uso più efficiente dei fondi. Il miglioramento delle capacità istituzionali e dell'amministrazione pubblica costitu-isce uno degli 11 obiettivi tematici chiave per il periodo 2014–2020 della politica di coesione. Questa decisione deriva anche dal nesso riscontrato tra scarsa efficienza amministrativa, da un lato, e tasso di assorbimento dei fondi stanziati dalla politica di coesione per il periodo 2007–2013 dall'altro, in alcuni casi talmente ridotto da com-portare il rischio del taglio dei fondi disponibili per alcuni Stati membri. Se in base ai risultati di alcune indagini sulla governance e grazie alla facilità di fare impresa, alcuni paesi dell'Europa settentrionale hanno ottenuto buoni risultati, sono ancora troppi gli Stati membri con un livello percepito di amministrazione pubblica scadente e dove si riferisce la presenza di un sistema di corruzione. Recenti studi hanno dimostrato che la facilità di fare impresa e la qualità delle istituzioni possono variare anche all'interno degli stessi paesi, segno della necessità di strutturare inter-venti più mirati per recuperare il ritardo nelle regioni meno sviluppate. Secondo questi studi, inoltre, i problemi di governance possono costituire un freno per lo sviluppo so-cioeconomico e ridimensionare l'impatto degli investimenti della politica di coesione. Riconoscendo il ruolo chiave ricoperto dagli enti locali e regionali nella gestione della spesa pubblica, l'OCSE ha recentemente adottato una serie di principi di gestione efficace della spesa pubblica applicabili a tutti i livelli amministrativi. Capitolo 6: La politica di coesione è nata dalla constatazione secondo cui gli ostacoli allo sviluppo economico quali l'assenza di innovazione, le competenze della forza lavoro, la qualità infrastrutturale o istituzionale possono bloccare definitivamente la crescita e la produttività, causando un decadimento del tenore di vita. Nel corso degli anni, gli aiuti finanziari assegnati nell'ambito della politica, incentrata quindi sulle regioni meno sviluppate, sono passati dalle infrastrutture pesanti al sostegno e all'innovazione azien-dale, all'occupazione e all'inclusione sociale, al fine di superare gli ostacoli identificati. Anche la natura e gli obiettivi della politica di coesione hanno subito un'evoluzione. La copertura geografica è stata semplificata con l'ammissibilità di tutte le regioni alle richieste di contributo nell'ambito di almeno una misura di sostegno. Inoltre, ponendo al centro la riduzione delle disparità economiche, la politica si è meglio armonizzata alla strategia complessiva dell'UE. Così, durante gli anni Novanta i finanziamenti sono stati estesi alle infrastrutture ambientali e transeuropee e negli anni 2000 la politica di coesione è stata diretta al perseguimento delle strategie di Lisbona e Göteborg per la crescita e lo sviluppo sostenibile. Nel nuovo periodo, la politica di coesione è parte integrante della strategia Europa 2020, incentrandosi su occupazione, innovazione, sostenibilità e lotta alla povertà e all'esclusione sociale.