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Nozioni di base sulla Pelle ai fini di un corretto esame diagnostico in previsione di un trattamento di
Radiofrequenza Non Ablativa e di Biorivitalizzazione tramite Dermoveicolazione profonda
LA PELLE E IL CHECK-UP CUTANEO
MEDICINA
ESTETICA
NON INVASIVA
l’alternativa
Efficace, Sicura e Semplice
all’ago e al bisturi
LA PELLE
Le funzioni della pelle
La composizione della pelle
I diversi tipi di pelle
L’invecchiamento cutaneo
Le rughe
Il collagene e le sue funzioni
Il check-up
INDICE
La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo ed è costituita da un tessuto polivalente che,
oltre a essere la sede della funzione tattile e sensitiva, svolge numerosi altri compiti
fondamentali per il nostro benessere e la nostra salute:
Funzione Barriera
Impedisce la perdita di fluidi corporei essenziali e proteine, contrasta la penetrazione di sostanze chimiche, microrganismi, radiazioni solari,
difende dagli “insulti” meccanici grazie alla sua elasticità e resistenza.
Funzione Sensoriale
Trasmissione di impulsi sensoriali: stimoli tattili, termici, dolorifici. Terminazioni nervose e corpuscoli altamente specializzati: funzione
sensoriale stimolata dall’ambiente esterno ed elaborata a livello subcorticale
Funzione Termoregolatrice
L’ipoderma funziona da “coibentante” termico poco permeabile al calore. Ci sono meccanismi attivi di termoregolazione assicurati dalle
terminazioni nervose specializzate (termorecettori) collegate all’ipotalamo.
Funzione Emuntoria
L’epidermide ha un’attività metabolica molto intensa: ne consegue la necessità di eliminare continuamente cataboliti come acido urico, urea,
acido lattico, creatinina, derivati fenolici.
Funzione Immunitaria
La cute possiede specifiche funzioni immunocompetenti. Ci sono vari tipi di cellule nei diversi strati cutanei con attività antigene specifiche
LE FUNZIONI DELLA PELLE
La pelle è il tessuto epiteliale più esteso, più spesso e complesso di tutto il corpo.
Peso: 3-5 kg in una persona adulta - Estensione: quasi 2 m^2 in media - Spessore complessivo: 0,5 mm (palpebre) a 4 (pianta del piede) -
Spessore dell’epidermide: da 0,1 a 0,8-1,5 mm - Spessore del derma: da 0,6 a 3 mm - Complessità: per ogni cm^ 2, 3 mni di cellule, 1 di capillari,
4 di fibre nervose, 15 ghiandole sebacee e oltre 400 recettori nervosi
La pelle è clinicamente definita cute ed è un organo piuttosto complesso, formato da 3 strati
principali, ciascuno dei quali svolge una funzione specifica: epidermide, derma e ipoderma.
Epidermide
Strato più esterno formato da cinque strati di cellule. Essendo completamente epiteliale non è
vascolarizzata e il suo nutrimento dipende dalla diffusione di metaboliti e ossigeno dallo strato
più superficiale del derma. Numerosi annessi cutanei (peli, unghie…) e terminazioni nervose;
elasticità e plasticità sono molto sensibili a variazioni metaboliche che la portano a diventare
più atrofica, secca e a desquamarsi più facilmente.
Derma
Tessuto connettivo con spessore variabile, che contiene vasi sanguigni che nutrono la pelle,
cellule immunitarie, ghiandole sudoripare, follicoli pilo-sebacei e recettori sensitivi che
reagiscono alla pressione, alla temperatura e al dolore; il derma esprime anche il marchio
olfattivo di ogni individuo grazie ai ferormoni.  
Tessuto di sostegno ricco di cellule chiamate fibroblasti, che producono fibre essenziali come
il collagene, che dona elasticità alla pelle e l’elastina che conferisce elasticità e morbidezza.
Le fibre collagene, elastiche e reticolari, hanno direzione non solo parallela alla superficie
cutanea, ma anche perpendicolare, in modo da formare una maglia caratteristica che
garantisce alla cute elasticità ed estensibilità.
Ipoderma
Collegato al derma da fasci reticolari, fa da cuscinetto ai tessuti sottostanti ed è lo strato più
profondo della pelle, costituito soprattutto da tessuto connettivo, nel quale si trovano molte
cellule adipose che proteggono l'organismo dal freddo e funzionano da riserva energetica.
LA COMPOSIZIONE DELLA PELLE
Pelle Normale
I dermatologi considerano una pelle normale quando è nelle sue condizioni ottimali: i pori sono ben chiusi, la grana è compatta, l'aspetto è
satinato, quasi trasparente, al tatto è liscia e vellutata, massaggiandola risulta morbida ed elastica, è luminosa e non produce troppo sebo.
Rappresenta l'“ideale estetico”, come la pelle dei bambini e delle persone giovani. Una pelle “vergine” su cui non sono ancora visibili gli insulti
dell’ambiente e del tempo.
Pelle Secca
Scientificamente, una pelle secca è quella il cui grado di idratazione risulta al di sotto della normalità (20-35%). La quantità di acqua è inferiore
a quella ottimale (10-15%). Spesso di tratta semplicemente di pelli leggermente disidratate.
La secchezza fa riferimento allo strato superficiale corneo della pelle che per scarsa umidità o ridotta presenza di lipidi ha un aspetto arido,
ruvido, screpolato, sottile alla palpazione.
Uno strato corneo inaridito è meno pronto a svolgere la sua funzione protettiva, è più sensibile e irritabile, dà un tono opaco e spento alla pelle.
Questa tende a incresparsi ed è particolarmente sensibile a sfavorevoli condizioni ambientali.
Pelle Grassa
La nostra pelle è normalmente ricoperta da un sottile strato di sostanza grassa prodotta dalle ghiandole sebacee impiantate nel derma che
secernono il sebo. Quest'ultimo mantiene la pelle elastica e tonificata, e partecipa ad impedire che i batteri e altre sostanze estranee entrino
nell’organismo.
L’eccesso di sebo comporta inestetismi di varia natura.
Se il sebo é di tipo molto fluido la pelle è seborroica, unta, di aspetto lucido, spessa, con pori dilatati. Se il sebo è ceroso e se al tempo stesso
si verifica ipercheratosi (indurimento delle cellule morte della parete interna del follicolo) la pelle risulterà impura, asfittica, piena di comedoni,
con punti neri, tendente agli arrossamenti e pruriginosa. Una pelle grassa tende anche con facilità ad aumentare di spessore.
Pelle Mista
La pelle mista ha la particolarità di essere normale o secca sulle guance e grassa nella zona "T" (fronte, naso e mento).
La cura della pelle mista è delicata poiché le esigenze sono diverse nelle diverse zone del viso: prodotti detergenti e trattamenti idratanti non
devono essere né troppo aggressivi né troppo ricchi, né troppo nutrienti né comedogeni.
I DIVERSI TIPI DI PELLE
L'invecchiamento cutaneo è un processo evolutivo irreversibile che si articola in un insieme di
alterazioni fisiologiche che determinano perdita di idratazione cutanea, comparsa di
microrughe, perdita di elasticità, ipercheratosi e formazione di macchie iperpigmentate,
chiamate “macchie senili”. Queste alterazioni sono la risultante di due eventi paralleli:
Invecchiamento cronologico (cronoinvecchiamento)
Dovuto a fattori genetici, ha inizio dopo i 25 anni e si manifesta visibilmente dai 40 anni in poi. L'avanzare dell'età comporta modificazioni a
tutte le componenti dell'apparato tegumentario e già al termine della crescita la pelle comincia ad invecchiare.
L'epidermide si assottiglia e diminuisce la sua efficacia protettiva, nella pelle matura si possono anche formare degli aggregati di melanociti
molto attivi, con comparsa di lentigo solari (macchie cutanee) ed aumentato rischio di melanomi, si ha un minore supporto da parte del
derma nei confronti dello strato epidermico sovrastante, il numero e l'attività dei fibroblasti, cellule del derma deputate alla produzione di
collagene, si riducono progressivamente con conseguente assottigliamento del derma e perdita di turgore con conseguente comparsa di
rughe. Parallelamente, la capacità della pelle di autoripararsi diminuisce, si riduce l'attività delle ghiandole cutanee e, a causa della ridotta
produzione di sebo, la pelle è più secca, meno protetta e si desquama con maggiore facilità. Lo spessore dell'ipoderma diminuisce
marcando le rughe e aumentando la sensibilità cutanea ai traumi meccanici.
Nel cronoinvecchiamento non è coinvolta solo la pelle ma dobbiamo considerare anche le modificazioni che avvengono nelle strutture di
sostegno della cute quali il tessuto osseo, adiposo e muscolare, che sono importanti anche per il volume di spazio che riempiono.
Invecchiamento da fattori ambientali
Invecchiamento indotto da diversi fattori ambientali, tra i quali riveste un ruolo di maggior rilievo il cosiddetto fotoinvecchiamento o
photoaging, un insulto cronico provocato da un'esposizione prolungata alla luce solare, che produce un invecchiamento precoce.
Tra gli altri fattori ambientali responsabili dell'invecchiamento cutaneo si distinguono diversi tipi di inquinanti, oltre che sostanze nocive ed 
irritanti come il fumo di sigaretta. Tutti questi fattori inducono la formazione di radicali liberi e la riduzione di enzimi che hanno proprietà
antiossidanti. I radicali liberi sono delle specie chimiche che reagiscono molto facilmente con altre molecole, provocando dei danni a DNA,
RNA, proteine e lipidi di membrana, con il conseguente ispessimento e perdita di elasticità della cute.
In generale il fotoinvecchiamento, o photoaging, provoca un invecchiamento accelerato che, rispetto all'invecchiamento cronologico, si
esprime con delle manifestazioni cutanee più accentuate relativamente ad alcuni aspetti, come  l'iperpigmentazione cutanea che,
inizialmente, si mostra attraverso la formazione di lentiggini, ma poi evolve in vere e proprie macchie senili.
L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
I fattori che determinano il grado di fotoinvecchiamento sono:
il fototipo cutaneo (sec. Fitzpatrick)
il tempo di fotoesposizione, dipendente dallo stile di vita (tipo di attività lavorativa e tempo libero)
la latitudine (nelle zone intertropicali i raggi solari attraversano verticalmente l’atmosfera e l’energia elettromagnetica viene filtrata meno)
le misure di protezione solare attuate
La classificazione del fotoinvecchiamento (secondo Mark Rubin) mette in relazione le
alterazioni cutanee visibili con la loro profondità e con il quadro istologico corrispondente.
I LIVELLO (epidermide)
accentuazione della tramatura cutanea
lievi discromie, cute opaca
cute “ruvida” al tatto
rughe visibili solo durante la mimica
II LIVELLO (epidermide e derma papillare)
discromie, cheratosi senili
teleangiectasie
rughe muscolo-mimiche a riposo
alcune rughe sottili
III LIVELLO (epidermide, derma papillare, derma reticolare)
rughe marcate
sottili rughe diffuse
cute ispessita, giallastra
cheratosi senili e attiniche
aspetto “sgualcito”
L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
Il segno più evidente dell'avanzare del processo di invecchiamento è dato dalle rughe.
Esse si distinguono in due tipi:
Rughe di espressione
Sono un riflesso della mimica facciale: si manifestano anche su un volto giovane e sono determinate da abitudini assunte quando si parla o
si esprime le proprie emozioni attraverso l'espressione del volto.
Rughe di vecchiaia
Compaiono fisiologicamente intorno i 30 anni, quando incomincia a venire meno quel tono e quell'elasticità che collagene ed elastina
conferiscono alla pelle giovane e il cosiddetto grasso sottocutaneo comincia a perdere il suo turgore e la massa muscolare si rilassa.
Se volessimo schematizzare il processo potremmo dividerlo in 4 fasi principali:
LE RUGHE
Oltre i 50 anni
Rughe diffuse su tutto il viso
Ovale del viso sempre meno definito
Pelle opaca, con macchie scure
Dai 35 ai 50 anni
Aumento rughe sulla fronte
Aumento rughe contorno occhi
Prime rughe contorno bocca
Dai 25 ai 35 anni
Prime rughe sulla fronte
Prime rughe contorno occhi
Fino ai 25 anni
Pelle liscia ed elastica
Pelle luminosa
Ovale del viso definito
Ai fini dell’impostazione di un corretto trattamento, è utile classificarle secondo:
Classificazione Morfo-Evolutiva
Mette in relazione l’aspetto morfologico, peculiare della ruga, col fattore temporale rappresentato dall’età.
Assenza di rughe (0-25 anni)
Rughe primarie (25-35 anni): solchi lineari con bordi di altezza uguale che possono essere a pendenza dolce, graduale o a “picco”.
Tipici esempi sono le rughe glabellari verticali e quelle naso-geniene, ovvero le rughe sottili come quelle perioculari “a zampa di gallina”.
Rughe secondarie (35-50 anni): accentuazione delle rughe primarie. Esempi tipici sono i solchi naso-genieni e le rughe labio-geniene.
Rughe terziarie (oltre 50 anni): aggravamento rughe primarie e secondarie. Morfologicamente sono solchi con netta prominenza del
bordo superiore a causa della lassità cutaneo-muscolare, con conseguente “scivolamento” verso il basso dei tessuti “eccedenti” (ptosi).
Classificazione Causale
Mette in relazione l’aspetto morfologico, peculiare della ruga, col fattore temporale rappresentato dall’età.
Rughe di espressione o muscolo-mimiche: solchi che si formano a causa della trazione ripetitiva esercitata dai muscoli mimici.
Rughe gravitazionali: fibre elastiche e fasci di collagene alterati del derma non sono più in grado di controbilanciare la forza di gravità.
Rughe attiniche: sono dovute al danno cumulativo esercitato dalla radiazione solare sulle fibre elastiche (elastosi solare) e collagene.
Pieghe da sonno: determinate dalla postura notturna. Inizialmente reversibili, tendono a divenire progressivamente permanenti.
LE RUGHE
Glabellari verticali
Rughe orizzontali
della fronte
Glabellari
orizzontali
Perioculari
(“zampe di gallina”)
Rughe geniene
(della guancia)
Solchi naso-genieni
Radiali perilabiali
(“codice a barre”)
Trasversali collo
(“collane di Venere”)
Il collagene è una delle proteine più importanti nei vertebrati e rappresenta un terzo delle proteine totali del corpo umano, dove riveste un ruolo
fondamentale nella struttura e nella funzionalità di organi e tessuti, quali pelle, cartilagine, tessuto muscolare.
Esso è costituito da lunghe catene proteiche (oltre 1400 aminoacidi) che si avvolgono tra loro a tre a tre per formare una struttura a tripla elica
molto resistente e compatta.
In base alla sequenza di aminoacidi che costituiscono le catene polipeptidiche e alla struttura delle catene stesse, sono stati identificati 28 tipi di
collagene, tra cui il più importante é il collagene di tipo I, che costituisce la maggior parte del collagene presente nel nostro organismo (90%) e si
trova, oltre che nei tendini e nelle ossa, soprattutto nella pelle, dove rappresenta il principale componente strutturale della matrice extracellulare
del derma e svolge un ruolo strutturale di protezione e sostegno dei tessuti molli.
Nella pelle giovane e non esposta ai raggi solari, la sintesi di collagene da parte dei fibroblasti e la sua degradazione sono in costante equilibrio,
con un fisiologico ricambio delle macromolecole strutturali con contenuto e funzionalità invariati, conservando così l'integrità della pelle.
Con l'aumento dell'età si verifica un progressivo sbilanciamento di tale equilibrio e si assiste ad una graduale riduzione della sintesi dei peptidi
precursori del collagene, associata ad un aumento della degradazione del collagene maturo; la conseguenza di tale fenomeno degenerativo è
una generale disorganizzazione delle fibre di collagene, che perdono in parte il loro ruolo di sostegno provocando una parziale atrofizzazione
della matrice extracellulare, la quale diventa molle e priva di tono.
Oltre al tempo, esistono fattori esterni che accelerano i processi di invecchiamento cutaneo, tra cui ha un ruolo determinante lo stress ossidativo.
IL COLLAGENE E LE SUE FUNZIONI
Le fibre di collagene di una pelle matura non sono in grado di
fornire il giusto sostegno alla pelle, portando alla formazione delle
rughe e generando il fenomeno della lassità.
Le fibre di collagene di una pelle giovane e sana forniscono una
solida trama di sostegno alla pelle, garantendone tono e
compattezza; l’elastina ne garantisce invece la giusta elasticità.
Esame (non invasivo) di valutazione dello stato di salute della cute, finalizzato ad una prescrizione
cosmetologica e di trattamento medico estetico personalizzati: quale tecnologia (Radiofrequenza,
Dermoveicolazione profonda, Onda d’Urto…), quante sedute, di che durata, con che frequenza,
quali cosmetici utilizzare a domicilio a supporto/integrazione delle terapie eseguite in Studio…
Ci sono tre aree d’indagine fondamentali da svolgere attraverso il check-up:
il “biotipo” (pelle grassa, secca, mista, sensibile) e il “fototipo” (risposta all’esposizione solare)
il “bilancio funzionale” della cute. L’aspetto della cute è determinato dal suo stato di salute che
dipende da specifici parametri fisiologici (spessore corneo, compattezza, elasticità, acqua tot,
intra ed extracellulare, disidratazione superficiale e profonda, NMF, pH, sensibilità cutanea)
il “grado di invecchiamento della pelle”
In ambito medico alla prescrizione terapeutica dovrebbe sempre precedere una fase diagnostica.
L’esecuzione del Check-up cutaneo si articola in tre fasi.
Intervista al paziente: acquisizione di dettagliate informazioni sul suo stile di vita, eventuali
malattie, assunzione di farmaci, problemi cutanei, modalità di risposta agli agenti atmosferici
(es al sole) e abitudini cosmetiche.
Esame clinico della pelle: esplorazione visiva e palpatoria da parte del Medico.
Misurazioni strumentali (apparecchi diagnostici) dei parametri cutanei: dati puntuali per una
precisa valutazione dello stato di salute della pelle e una successiva misurazione dei progressi.
IL CHECK UP CUTANEO
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La pelle e il check-up cutaneo

  • 1. Nozioni di base sulla Pelle ai fini di un corretto esame diagnostico in previsione di un trattamento di Radiofrequenza Non Ablativa e di Biorivitalizzazione tramite Dermoveicolazione profonda LA PELLE E IL CHECK-UP CUTANEO MEDICINA ESTETICA NON INVASIVA l’alternativa Efficace, Sicura e Semplice all’ago e al bisturi
  • 2. LA PELLE Le funzioni della pelle La composizione della pelle I diversi tipi di pelle L’invecchiamento cutaneo Le rughe Il collagene e le sue funzioni Il check-up INDICE
  • 3. La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo ed è costituita da un tessuto polivalente che, oltre a essere la sede della funzione tattile e sensitiva, svolge numerosi altri compiti fondamentali per il nostro benessere e la nostra salute: Funzione Barriera Impedisce la perdita di fluidi corporei essenziali e proteine, contrasta la penetrazione di sostanze chimiche, microrganismi, radiazioni solari, difende dagli “insulti” meccanici grazie alla sua elasticità e resistenza. Funzione Sensoriale Trasmissione di impulsi sensoriali: stimoli tattili, termici, dolorifici. Terminazioni nervose e corpuscoli altamente specializzati: funzione sensoriale stimolata dall’ambiente esterno ed elaborata a livello subcorticale Funzione Termoregolatrice L’ipoderma funziona da “coibentante” termico poco permeabile al calore. Ci sono meccanismi attivi di termoregolazione assicurati dalle terminazioni nervose specializzate (termorecettori) collegate all’ipotalamo. Funzione Emuntoria L’epidermide ha un’attività metabolica molto intensa: ne consegue la necessità di eliminare continuamente cataboliti come acido urico, urea, acido lattico, creatinina, derivati fenolici. Funzione Immunitaria La cute possiede specifiche funzioni immunocompetenti. Ci sono vari tipi di cellule nei diversi strati cutanei con attività antigene specifiche LE FUNZIONI DELLA PELLE
  • 4. La pelle è il tessuto epiteliale più esteso, più spesso e complesso di tutto il corpo. Peso: 3-5 kg in una persona adulta - Estensione: quasi 2 m^2 in media - Spessore complessivo: 0,5 mm (palpebre) a 4 (pianta del piede) - Spessore dell’epidermide: da 0,1 a 0,8-1,5 mm - Spessore del derma: da 0,6 a 3 mm - Complessità: per ogni cm^ 2, 3 mni di cellule, 1 di capillari, 4 di fibre nervose, 15 ghiandole sebacee e oltre 400 recettori nervosi La pelle è clinicamente definita cute ed è un organo piuttosto complesso, formato da 3 strati principali, ciascuno dei quali svolge una funzione specifica: epidermide, derma e ipoderma. Epidermide Strato più esterno formato da cinque strati di cellule. Essendo completamente epiteliale non è vascolarizzata e il suo nutrimento dipende dalla diffusione di metaboliti e ossigeno dallo strato più superficiale del derma. Numerosi annessi cutanei (peli, unghie…) e terminazioni nervose; elasticità e plasticità sono molto sensibili a variazioni metaboliche che la portano a diventare più atrofica, secca e a desquamarsi più facilmente. Derma Tessuto connettivo con spessore variabile, che contiene vasi sanguigni che nutrono la pelle, cellule immunitarie, ghiandole sudoripare, follicoli pilo-sebacei e recettori sensitivi che reagiscono alla pressione, alla temperatura e al dolore; il derma esprime anche il marchio olfattivo di ogni individuo grazie ai ferormoni.   Tessuto di sostegno ricco di cellule chiamate fibroblasti, che producono fibre essenziali come il collagene, che dona elasticità alla pelle e l’elastina che conferisce elasticità e morbidezza. Le fibre collagene, elastiche e reticolari, hanno direzione non solo parallela alla superficie cutanea, ma anche perpendicolare, in modo da formare una maglia caratteristica che garantisce alla cute elasticità ed estensibilità. Ipoderma Collegato al derma da fasci reticolari, fa da cuscinetto ai tessuti sottostanti ed è lo strato più profondo della pelle, costituito soprattutto da tessuto connettivo, nel quale si trovano molte cellule adipose che proteggono l'organismo dal freddo e funzionano da riserva energetica. LA COMPOSIZIONE DELLA PELLE
  • 5. Pelle Normale I dermatologi considerano una pelle normale quando è nelle sue condizioni ottimali: i pori sono ben chiusi, la grana è compatta, l'aspetto è satinato, quasi trasparente, al tatto è liscia e vellutata, massaggiandola risulta morbida ed elastica, è luminosa e non produce troppo sebo. Rappresenta l'“ideale estetico”, come la pelle dei bambini e delle persone giovani. Una pelle “vergine” su cui non sono ancora visibili gli insulti dell’ambiente e del tempo. Pelle Secca Scientificamente, una pelle secca è quella il cui grado di idratazione risulta al di sotto della normalità (20-35%). La quantità di acqua è inferiore a quella ottimale (10-15%). Spesso di tratta semplicemente di pelli leggermente disidratate. La secchezza fa riferimento allo strato superficiale corneo della pelle che per scarsa umidità o ridotta presenza di lipidi ha un aspetto arido, ruvido, screpolato, sottile alla palpazione. Uno strato corneo inaridito è meno pronto a svolgere la sua funzione protettiva, è più sensibile e irritabile, dà un tono opaco e spento alla pelle. Questa tende a incresparsi ed è particolarmente sensibile a sfavorevoli condizioni ambientali. Pelle Grassa La nostra pelle è normalmente ricoperta da un sottile strato di sostanza grassa prodotta dalle ghiandole sebacee impiantate nel derma che secernono il sebo. Quest'ultimo mantiene la pelle elastica e tonificata, e partecipa ad impedire che i batteri e altre sostanze estranee entrino nell’organismo. L’eccesso di sebo comporta inestetismi di varia natura. Se il sebo é di tipo molto fluido la pelle è seborroica, unta, di aspetto lucido, spessa, con pori dilatati. Se il sebo è ceroso e se al tempo stesso si verifica ipercheratosi (indurimento delle cellule morte della parete interna del follicolo) la pelle risulterà impura, asfittica, piena di comedoni, con punti neri, tendente agli arrossamenti e pruriginosa. Una pelle grassa tende anche con facilità ad aumentare di spessore. Pelle Mista La pelle mista ha la particolarità di essere normale o secca sulle guance e grassa nella zona "T" (fronte, naso e mento). La cura della pelle mista è delicata poiché le esigenze sono diverse nelle diverse zone del viso: prodotti detergenti e trattamenti idratanti non devono essere né troppo aggressivi né troppo ricchi, né troppo nutrienti né comedogeni. I DIVERSI TIPI DI PELLE
  • 6. L'invecchiamento cutaneo è un processo evolutivo irreversibile che si articola in un insieme di alterazioni fisiologiche che determinano perdita di idratazione cutanea, comparsa di microrughe, perdita di elasticità, ipercheratosi e formazione di macchie iperpigmentate, chiamate “macchie senili”. Queste alterazioni sono la risultante di due eventi paralleli: Invecchiamento cronologico (cronoinvecchiamento) Dovuto a fattori genetici, ha inizio dopo i 25 anni e si manifesta visibilmente dai 40 anni in poi. L'avanzare dell'età comporta modificazioni a tutte le componenti dell'apparato tegumentario e già al termine della crescita la pelle comincia ad invecchiare. L'epidermide si assottiglia e diminuisce la sua efficacia protettiva, nella pelle matura si possono anche formare degli aggregati di melanociti molto attivi, con comparsa di lentigo solari (macchie cutanee) ed aumentato rischio di melanomi, si ha un minore supporto da parte del derma nei confronti dello strato epidermico sovrastante, il numero e l'attività dei fibroblasti, cellule del derma deputate alla produzione di collagene, si riducono progressivamente con conseguente assottigliamento del derma e perdita di turgore con conseguente comparsa di rughe. Parallelamente, la capacità della pelle di autoripararsi diminuisce, si riduce l'attività delle ghiandole cutanee e, a causa della ridotta produzione di sebo, la pelle è più secca, meno protetta e si desquama con maggiore facilità. Lo spessore dell'ipoderma diminuisce marcando le rughe e aumentando la sensibilità cutanea ai traumi meccanici. Nel cronoinvecchiamento non è coinvolta solo la pelle ma dobbiamo considerare anche le modificazioni che avvengono nelle strutture di sostegno della cute quali il tessuto osseo, adiposo e muscolare, che sono importanti anche per il volume di spazio che riempiono. Invecchiamento da fattori ambientali Invecchiamento indotto da diversi fattori ambientali, tra i quali riveste un ruolo di maggior rilievo il cosiddetto fotoinvecchiamento o photoaging, un insulto cronico provocato da un'esposizione prolungata alla luce solare, che produce un invecchiamento precoce. Tra gli altri fattori ambientali responsabili dell'invecchiamento cutaneo si distinguono diversi tipi di inquinanti, oltre che sostanze nocive ed  irritanti come il fumo di sigaretta. Tutti questi fattori inducono la formazione di radicali liberi e la riduzione di enzimi che hanno proprietà antiossidanti. I radicali liberi sono delle specie chimiche che reagiscono molto facilmente con altre molecole, provocando dei danni a DNA, RNA, proteine e lipidi di membrana, con il conseguente ispessimento e perdita di elasticità della cute. In generale il fotoinvecchiamento, o photoaging, provoca un invecchiamento accelerato che, rispetto all'invecchiamento cronologico, si esprime con delle manifestazioni cutanee più accentuate relativamente ad alcuni aspetti, come  l'iperpigmentazione cutanea che, inizialmente, si mostra attraverso la formazione di lentiggini, ma poi evolve in vere e proprie macchie senili. L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
  • 7. I fattori che determinano il grado di fotoinvecchiamento sono: il fototipo cutaneo (sec. Fitzpatrick) il tempo di fotoesposizione, dipendente dallo stile di vita (tipo di attività lavorativa e tempo libero) la latitudine (nelle zone intertropicali i raggi solari attraversano verticalmente l’atmosfera e l’energia elettromagnetica viene filtrata meno) le misure di protezione solare attuate La classificazione del fotoinvecchiamento (secondo Mark Rubin) mette in relazione le alterazioni cutanee visibili con la loro profondità e con il quadro istologico corrispondente. I LIVELLO (epidermide) accentuazione della tramatura cutanea lievi discromie, cute opaca cute “ruvida” al tatto rughe visibili solo durante la mimica II LIVELLO (epidermide e derma papillare) discromie, cheratosi senili teleangiectasie rughe muscolo-mimiche a riposo alcune rughe sottili III LIVELLO (epidermide, derma papillare, derma reticolare) rughe marcate sottili rughe diffuse cute ispessita, giallastra cheratosi senili e attiniche aspetto “sgualcito” L’INVECCHIAMENTO CUTANEO
  • 8. Il segno più evidente dell'avanzare del processo di invecchiamento è dato dalle rughe. Esse si distinguono in due tipi: Rughe di espressione Sono un riflesso della mimica facciale: si manifestano anche su un volto giovane e sono determinate da abitudini assunte quando si parla o si esprime le proprie emozioni attraverso l'espressione del volto. Rughe di vecchiaia Compaiono fisiologicamente intorno i 30 anni, quando incomincia a venire meno quel tono e quell'elasticità che collagene ed elastina conferiscono alla pelle giovane e il cosiddetto grasso sottocutaneo comincia a perdere il suo turgore e la massa muscolare si rilassa. Se volessimo schematizzare il processo potremmo dividerlo in 4 fasi principali: LE RUGHE Oltre i 50 anni Rughe diffuse su tutto il viso Ovale del viso sempre meno definito Pelle opaca, con macchie scure Dai 35 ai 50 anni Aumento rughe sulla fronte Aumento rughe contorno occhi Prime rughe contorno bocca Dai 25 ai 35 anni Prime rughe sulla fronte Prime rughe contorno occhi Fino ai 25 anni Pelle liscia ed elastica Pelle luminosa Ovale del viso definito
  • 9. Ai fini dell’impostazione di un corretto trattamento, è utile classificarle secondo: Classificazione Morfo-Evolutiva Mette in relazione l’aspetto morfologico, peculiare della ruga, col fattore temporale rappresentato dall’età. Assenza di rughe (0-25 anni) Rughe primarie (25-35 anni): solchi lineari con bordi di altezza uguale che possono essere a pendenza dolce, graduale o a “picco”. Tipici esempi sono le rughe glabellari verticali e quelle naso-geniene, ovvero le rughe sottili come quelle perioculari “a zampa di gallina”. Rughe secondarie (35-50 anni): accentuazione delle rughe primarie. Esempi tipici sono i solchi naso-genieni e le rughe labio-geniene. Rughe terziarie (oltre 50 anni): aggravamento rughe primarie e secondarie. Morfologicamente sono solchi con netta prominenza del bordo superiore a causa della lassità cutaneo-muscolare, con conseguente “scivolamento” verso il basso dei tessuti “eccedenti” (ptosi). Classificazione Causale Mette in relazione l’aspetto morfologico, peculiare della ruga, col fattore temporale rappresentato dall’età. Rughe di espressione o muscolo-mimiche: solchi che si formano a causa della trazione ripetitiva esercitata dai muscoli mimici. Rughe gravitazionali: fibre elastiche e fasci di collagene alterati del derma non sono più in grado di controbilanciare la forza di gravità. Rughe attiniche: sono dovute al danno cumulativo esercitato dalla radiazione solare sulle fibre elastiche (elastosi solare) e collagene. Pieghe da sonno: determinate dalla postura notturna. Inizialmente reversibili, tendono a divenire progressivamente permanenti. LE RUGHE Glabellari verticali Rughe orizzontali della fronte Glabellari orizzontali Perioculari (“zampe di gallina”) Rughe geniene (della guancia) Solchi naso-genieni Radiali perilabiali (“codice a barre”) Trasversali collo (“collane di Venere”)
  • 10. Il collagene è una delle proteine più importanti nei vertebrati e rappresenta un terzo delle proteine totali del corpo umano, dove riveste un ruolo fondamentale nella struttura e nella funzionalità di organi e tessuti, quali pelle, cartilagine, tessuto muscolare. Esso è costituito da lunghe catene proteiche (oltre 1400 aminoacidi) che si avvolgono tra loro a tre a tre per formare una struttura a tripla elica molto resistente e compatta. In base alla sequenza di aminoacidi che costituiscono le catene polipeptidiche e alla struttura delle catene stesse, sono stati identificati 28 tipi di collagene, tra cui il più importante é il collagene di tipo I, che costituisce la maggior parte del collagene presente nel nostro organismo (90%) e si trova, oltre che nei tendini e nelle ossa, soprattutto nella pelle, dove rappresenta il principale componente strutturale della matrice extracellulare del derma e svolge un ruolo strutturale di protezione e sostegno dei tessuti molli. Nella pelle giovane e non esposta ai raggi solari, la sintesi di collagene da parte dei fibroblasti e la sua degradazione sono in costante equilibrio, con un fisiologico ricambio delle macromolecole strutturali con contenuto e funzionalità invariati, conservando così l'integrità della pelle. Con l'aumento dell'età si verifica un progressivo sbilanciamento di tale equilibrio e si assiste ad una graduale riduzione della sintesi dei peptidi precursori del collagene, associata ad un aumento della degradazione del collagene maturo; la conseguenza di tale fenomeno degenerativo è una generale disorganizzazione delle fibre di collagene, che perdono in parte il loro ruolo di sostegno provocando una parziale atrofizzazione della matrice extracellulare, la quale diventa molle e priva di tono. Oltre al tempo, esistono fattori esterni che accelerano i processi di invecchiamento cutaneo, tra cui ha un ruolo determinante lo stress ossidativo. IL COLLAGENE E LE SUE FUNZIONI Le fibre di collagene di una pelle matura non sono in grado di fornire il giusto sostegno alla pelle, portando alla formazione delle rughe e generando il fenomeno della lassità. Le fibre di collagene di una pelle giovane e sana forniscono una solida trama di sostegno alla pelle, garantendone tono e compattezza; l’elastina ne garantisce invece la giusta elasticità.
  • 11. Esame (non invasivo) di valutazione dello stato di salute della cute, finalizzato ad una prescrizione cosmetologica e di trattamento medico estetico personalizzati: quale tecnologia (Radiofrequenza, Dermoveicolazione profonda, Onda d’Urto…), quante sedute, di che durata, con che frequenza, quali cosmetici utilizzare a domicilio a supporto/integrazione delle terapie eseguite in Studio… Ci sono tre aree d’indagine fondamentali da svolgere attraverso il check-up: il “biotipo” (pelle grassa, secca, mista, sensibile) e il “fototipo” (risposta all’esposizione solare) il “bilancio funzionale” della cute. L’aspetto della cute è determinato dal suo stato di salute che dipende da specifici parametri fisiologici (spessore corneo, compattezza, elasticità, acqua tot, intra ed extracellulare, disidratazione superficiale e profonda, NMF, pH, sensibilità cutanea) il “grado di invecchiamento della pelle” In ambito medico alla prescrizione terapeutica dovrebbe sempre precedere una fase diagnostica. L’esecuzione del Check-up cutaneo si articola in tre fasi. Intervista al paziente: acquisizione di dettagliate informazioni sul suo stile di vita, eventuali malattie, assunzione di farmaci, problemi cutanei, modalità di risposta agli agenti atmosferici (es al sole) e abitudini cosmetiche. Esame clinico della pelle: esplorazione visiva e palpatoria da parte del Medico. Misurazioni strumentali (apparecchi diagnostici) dei parametri cutanei: dati puntuali per una precisa valutazione dello stato di salute della pelle e una successiva misurazione dei progressi. IL CHECK UP CUTANEO
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