Anna Maria Ambrosini Massari delinea la vita e l'opera di Raffaello per offrire una cornice al corso
https://mooc.uniurb.it/raffaello
Didattica universitaria aperta dell'Università di Urbino, in collaborazione con Accademia Raffaello, Galleria nazionale delle Marche, Città di Urbino e RAI Cultura.
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Raffaello2020 MOOC - Vita e opere di Raffaello, in sintesi
1. A SCUOLA CON RAFFAELLO https://mooc.uniurb.it/raffaello/
Vita e opere di Raffaello, in sintesi
Anna Maria Ambrosini Massari
2. Nacque a Urbino nel 1483, il 28 marzo ma più probabilmente il 6 aprile e il 6 aprile, di notte,
morì a Roma nel 1520, di venerdì santo (Michiel, Diarii, in Cicogna 1860, p. 409; Vasari , 1550 e
1568, 1976, pp. 156 e 210; Epitaffio scritto da Pietro Bembo e Antonio Tebaldeo per la
sepoltura nel Pantheon).
(Per documentata e recente biografia si veda F.P. Di Teodoro-V. Farinella in Dizionario biografico degli italiani, vol. 90, Roma
2017, pp. 418-435 cui si rimanda anche per i riferimenti bibliografici).
3. Raffaello, Autoritratto con il padre Giovanni
Santi (?), Scuola di Atene, 1509-1510 circa,
Città del Vaticano, Musei Vaticani, Stanza
della Segnatura
4. Paolo Giovio, Raphaelis Urbinatis vita, 1525 circa:
«quella particolare bellezza che chiamano grazia”»
«meravigliosa amabilità e alacrità di un talento duttile».
Pietro Bembo, pagina introduttiva delle Prose della volgar lingua, (1515 circa,
pubblicate nel settembre del 1525):
Paragone con Michelangelo:
«amendue sono ora così eccellenti e così chiari, che più agevole
è a dire quanto essi agli antichi buoni maestri sieno prossimani
che quale di loro sia dell’altro maggiore e miglior maestro».
7. Raffaello, Trasfigurazione, 1518-’20, Città
del Vaticano, Pinacoteca vaticana
Commissionata da Giulio de’ Medici, poi
papa Clemente VII per la cattedrale di
Narbonne, dove era vescovo.
Commissione contemporanea a Raffaello
e Sebastiano del Piombo.
In entrambi i dipinti metafora di Cristo
‘medico’, in omaggio al papa Medici, che si
definiva ‘medico delle piaghe
dell’umanità’.
Complessa costruzione e iconografia
raddoppiata. Rivoluziona la pala
d’altare, ormai proiettata verso il
Seicento.
8. Sebastiano del Piombo,
Resurrezione di Lazzaro,
1517-19, Londra, National
Gallery
Influenza di Michelangelo.
Emotività e monumentalità,
gesti solenni.
9. Raffaello, Incendio di Borgo, 1514
circa, Città del Vaticano, Musei
Vaticani, Stanza dell’Incendio di Borgo.
Raffaello attraversa e
sintetizza ogni modello
grazie alla sua personalissima
inventiva.
Continuo aggiornamento
dello stile.
10. Caravaggio, Martirio di san Matteo, 1600-
1601, Roma, San Luigi dei francesi, cappella
Contarelli
11. Raffaello, Madonna sistina, 1512-1513 circa,
Dresda, Gemäldegalerie, per la chiesa di San
Sisto a Piacenza.
Nuova idea che rivoluziona la sacra
conversazione.
Anticipo di Seicento: teatro di una
teofania celeste, non più determinazione
spaziale ma apparizione che coinvolge il
fedele, quasi andandogli addosso.
13. «…puerile, chiesastico, da sagrestia, non solo della tenda legata agli
anelli ma degli anellini ora più ed ora meno tirati, e addirittura del
ferretto già usato, che quasi si teme che debba cadere e graffiare il
quadro. Questo non è un concetto di Raffaello, è invece uno squisito
tratto illusionistico che - a chi studi poi il carattere delle pieghe della
tenda - ci rammenta estremamente il modo, il carattere di vedere un
tessuto, di vedere una stoffa che era proprio del Lotto….»
(Roberto Longhi, 1953)
14. Raffaello, Estasi di santa Cecilia e santi Paolo, Maddalena,
Giovanni evangelista e Agostino, 1513-1515, Bologna,
Pinacoteca Nazionale.
Il dipinto fu eseguito a Roma, e portato poi a Bologna per
essere collocato nella chiesa di San Giovanni in Monte nella
cappella della famiglia di Elena Duglioli dall’Olio, poi Beata
Elena.
15. RAFFAELLO, MADONNA CON IL BAMBINO E SAN
GIOVANNINO (LA BELLE JARDINIÈRE), 1507 (?)
OLIO SU TAVOLA; CM 122 × 80,
PARIGI, MUSÉE DU LOUVRE
FIRMATO: «RAPHAELLO VRB.»
DATATO: «MDVII» (?)
16. Raffaello, Ritratto di Giulio II della
Rovere, 1511 circa, Londra, National
Gallery
Raffaello, Ritratto di Leone X Medici tra i cardinali
Giulio de' Medici e Luigi de’Rossi, 1518, Firenze,
Uffizi
Il 12 settembre del 1513 il
suo Ritratto di Giulio
II venne esposto per otto
giorni «su l’altar» della
chiesa di Santa Maria del
Popolo:
«tutta Roma core a
vederlo; par uno jubileo,
tanta zente vi va».
(Sanuto, 1496-1533, 1898,
col. 60).
19. Michelangelo, Separazione
delle acque, 1511, Cappella
Sistina
Michelangelo, Separazione della luce
dalle tenebre, 1511, Cappella Sistina
Michelangelo,
Creazione degli astri,
1511-’12, Cappella Sistina
20. Pietro Perugino, Sposalizio della Vergine, 1503-04, Caen, Musée des Beaux Arts
Raffaello, Sposalizio della Vergine, 1504, Milano, Pinacoteca di Brera, (per San Francesco a Città di Castello).
Firmato: «RAPHAEL VRBINAS» ( sul fregio del porticato). Datato: «MDIIII» (sui pennacchi
dell’arco)
21. Donato Bramante, Tempietto di san
Pietro in Montorio, 1502 ca.(Tempio
classico periptero a pianta centrale).
22. Raffaello, Madonna Tempi,
1507-1508 circa, Monaco, Alte
Pinakothek
Donatello, Madonna Pazzi,
Berlino, Bode Museum
Raffaello, Madonna con il
bambino, 1497 circa
Urbino, casa Santi Raffaello, Madonna con il
bambino, 1500-1501 circa,
Pasadena, Norton Simon
Museum
24. ‘Il giovane favoloso’
Raffaello, Studi con probabile autoritratto,
Oxford, Ashmolean Museum, Inv. PII504
Raffaello, Studio per un autoritratto, Oxford,
Ashmolean Museum, inv. PII515
25. Raffaello, Studi per l’Incoronazione di san Nicola da Tolentino e altri schizzi, Lille, Palais des
Beaux-Arts, inv. PL 474recto; 475verso.
26. Evangelista da Pian di Meleto su
disegno di Raffaello, La Vergine e l’
Eterno, 1500-1501, Napoli, Musei e
Gallerie di Capodimonte
Evangelista da Pian di
Meleto su disegno di
Raffaello, Angelo,
1500-1501, Parigi,
Louvre
Raffaello, Angelo, 1500-
1501, Brescia, Pinacoteca
Tosio-Martinengo
27. Raffaello, cartone per
Partenza di Enea Silvio
Piccolomini per il
concilio di Basilea,
1502-1503, Firenze,
gabinetto disegni e
stampe degli Uffizi,
inv.520E
Pinturicchio, Partenza
di Enea Silvio
Piccolomini per il
concilio di Basilea,
1503 circa, Siena,
Duomo, Libreria
Piccolomini,
28. Raffaello, Crocifissione Mond o Gavari, olio su
tavola (279x166 cm) 1502-1503, Londra, National
Gallery, da San Domenico presso la Città di
Castello.
«….a Città di Castello, dove fece una tavola in
Santo Agostino, di quella maniera e similmente in
San Domenico una d’un Crucifisso, la quale, se
non vi fusse il suo nome scritto, nessuno la
crederebbe opera di Raffaello, ma sì bene di
Pietro».
Vasari (1550, 1568), ed. 1976, IV, p. 157.
29. PERUGINO e aiuti, Crocifissione, le Marie e i Santi Monica,
Girolamo, Battista e Agostino, 1507, Siena, sant’Agostino
(successiva ma emblematica di un modello che si evolve dalla fine
degli anni Ottanta in poi).
30. Pietro Perugino, Sposalizio della Vergine, 1503-04, Caen, Musée des Beaux Arts, per la cappella del Santo Anello nel
Duomo di Perugia.
Raffaello, Sposalizio della Vergine, 1504, Milano, Pinacoteca di Brera, (per San Francesco a Città di Castello).
Firmato: «RAPHAEL VRBINAS» ( sul fregio del porticato). Datato: «MDIIII» (sui pennacchi
dell’arco)
31. Ritratto di Elisabetta Gonzaga, 1503-
04, Firenze, Galleria degli Uffizi.
Opera forse occasione di un sonetto
del 1513, Ecco la bella fronte (ma
creato nel 1506), di Baldassarre
Castiglione che lo possedeva.
Armonia, dominio intellettuale ma
anche
varietà dei moti fisici e psicologici.
Bellezza come armonia di rapporti
geometrici e proporzionali: tradizione
Rinascimento urbinate.
Senso sintetico della forma.
32. Piero della Francesca, Madonna
di Senigallia, 1474-’75, Urbino,
Galleria Nazionale delle Marche
Opere fiamminghe nelle
collezioni ducali, anche Van Eyck
33. Perugino, Ritratto di Francesco delle Opere,
1494, Firenze, Uffizi
Raffaello, Ritratto virile, 1500 circa, Vienna,
Museo Liechtenstein
34. Raffaello, Dittico in origine: Ritratto di Agnolo Doni, Ritratto di Maddalena Strozzi, 1506 ca., Firenze, Uffizi.
A Firenze dal 1504 al 1508 circa. Medita su Leonardo, la Gioconda. Tradizione ritratto a Firenze (Botticelli, Memling).
Prevale equilibrio tra volumi e spazio. Arte fiamminga.
35.
36. Michelangelo, Tondo Taddei, 1504
circa, Londra, Royal Academy of Arts
Scuola di Leonardo,
Madonna
dei fusi, 1501 circa, già
Edimburgo, Buccleuch
Drumlaring Castle
Raffaello, Madonna col
bambino
(Bridgewater), 1507-
’08 circa,
Edimburgo, National
Gallery of
Scotland
37. Leonardo, Cartone di sant'Anna
(Sant'Anna, la Madonna, il
Bambino e san Giovannino), 1501-
1503, e fino al 1519, Londra, National
Gallery
Grande modello per le Madonne
di Raffaello.
Impostazione piramidale
Legami ritmici ed espressivi tra le
figure
38. Raffaello, Madonna del prato, 1506, Vienna,
Kunsthistorisches Museum
(per Taddeo Taddei)
Sacra Famiglia con san Giovannino e sant’Elisabetta; (Sacra Famiglia Canigiani),
1507 circa, olio su tavola; cm 131 × 107, Monaco, Alte Pinakothek. Firmato:
«RAPHA(EL) VRBINAS»
39. Raffaello, Madonna con il bambino e san
Giovannino, Madonna d'Alba, 1511 circa,
Washington, National Gallery of Art
Raffaello, Madonna con il bambino e san
Giovannino, Madonna Aldobrandini, 1509 circa,
Londra, National Gallery
40. Michelangelo, Tondo Doni, 1506-
’08 ca., Firenze, Uffizi
Michelangelo, Sibilla delfica, 1508-1510, Città del Vaticano,
decorazione della volta della Cappella Sistina
41. Raffaello, Madonna
con il bambino e
san giovannino,
Madonna della
seggiola, 1513-’14,
Firenze, Galleria
palatina
I modelli sono fusi
armonicamente in
una poetica
personale.
42. Raffaello, Trasporto di cristo morto
(pala Baglioni), 1507, firmato e datato,
Roma Galleria Borghese.
per cappella Baglioni in San Francesco
al Prato di Perugia
Il confronto, testimoniato anche
dagli studi grafici, con l’analogo
soggetto del Perugino (1495, Firenze,
Pitti), rende lo scarto di novità di
Raffaello in termini di dramma e moto.
43. Raffaello, Trasporto di cristo
morto (pala Baglioni), 1507, Roma
Galleria Borghese, per cappella
Baglioni in San Francesco al
Prato di Perugia.
Perugino, Compianto sul Cristo
morto, 1495,
Firenze, Galleria Palatina. Il
dipinto venne eseguito per le
monache clarisse del convento
di Santa Chiara a Perugia.
49. Il 4 ottobre 1511 Raffaello fu
nominato da Giulio II
«scriptor brevium
apostolicorum».
onoreficenza che consentiva
di elargirgli notevole
pagamento.
50. Esigenza di rinnovamento di Giulio II. Le decorazioni di pinturicchio.
Complesso programma iconografico. Qui tema unificazione cultura pagana e
cristiana: Disputa del Sacramento, verità rivelata; Scuola di Atene, verità
razionale; Parnaso; Episodi dell’introduzione del diritto civile e canonico.
Raffaello, Stanza della segnatura (Tribunale ecclesiastico ma in origine Biblioteca), 1508-11, Città del Vaticano, Musei Palazzi
Vaticani (pagamenti dal 1509).
51. Raffaello, Disputa sul Sacramento, Stanza della segnatura, 1508-09, Città del Vaticano, Musei Vaticani. TEOLOGIA
52. Raffaello, Scuola di Atene, Stanza della segnatura, 1509-’10, Città del Vaticano, Musei Vaticani. FILOSOFIA
53. Ampie arcate; Basilica
Massenzio; tempio;
Bramante, San Pietro
Prospettiva lineare
centrale
Artisti come scienziati e filosofi
Luce chiara e
diffusa,
atmosfera
nobile e
serena, luce
della Fede
Raffaello, Scuola di Atene, Stanza della segnatura, 1509-10, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani. FILOSOFIA
54. Raffaello, Scuola di Atene, Stanza della
segnatura, 1509-’10, Città del Vaticano,
Musei Vaticani, particolare con platone e
artistotele
Conciliazione filosofia platonica e
aristotelica: conciliare cielo e terra.
55. Raffaello,
La scuola di Atene, (particolare con
Eraclito) inserito nel 1511,
Città del Vaticano
Musei Vaticani, Stanza della Segnatura
Michelangelo Buonarroti,
Anima dannata, 1536-’41,
particolare del Giudizio
Universale, Città del Vaticano,
Cappella Sistina
57. Auguste Rodin, Il pensatore, 1880-1902,
Parigi, Muée Rodin
Michelangelo, ‘Pensieroso’, particolare
Tomba di Lorenzo de' Medici duca di Urbino,
1524-’34, Sagrestia Nuova della basilica di
San Lorenzo a Firenze
59. Raffaello, Isaia, 1511, Roma, Sant’Agostino in Campo Marzio
Michelangelo, Profeta Giona, 1511, Roma,
Vaticano, volta cappella sistina
60. Raffaello, Stanza di Eliodoro, (udienze del pontefice), 1511-14 circa, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani. Temi dottrinali,
ribadire la fede e l’istituzione della chiesa.
«emulsione meditatissima, dapprima
tra le varie parlate italiane, poi tra
latinità e italianità, tra storia e natura,
che pare talvolta ai semplici un facile
accomodamento ed è invece un apice
di gusto e di genio».
(Longhi, 1940, 1956, p. 160).
61. Inedita potenza drammatica. Volontà propagandistica.
Raffaello, Cacciata di Eliodoro dal tempio, Stanza di Eliodoro, 1511-’12, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani
62. Raffaello, Messa di Bolsena, Stanza di Eliodoro, 1512 circa, Città del Vaticano, Musei Palazzi Vaticani.
Particolarmente devoto alla sacra reliquia dell’ostia era stato Sisto IV, zio del papa Giulio II: autorità della Chiesa; intento
autocelebrativo.
63. Ritratto di Bindo Altoviti, 1516 circa, olio su tavola;
cm 59,7 × 43,8, Washington, National Gallery of Art
Raffaello, Ritratto di donna detto La velata, 1513-’14 circa,
Firenze, Galleria Palatina
64. Raffaello, Liberazione di san Pietro dal carcere , Stanza di Eliodoro, 1512-’13 circa, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani.
Culmine drammatico e luministico.
Importanza del soggiorno di Leonardo
a Roma tra 1513 e 1516.
Restauro recente ha messo in
evidenza gli espedienti tecnici, come
le velature ad acqua di calce, che
evidenziano la densità atmosferica in
particolare in questo affresco.
(sul tema degli importanti restauri
vaticani, volume a cura di B. Agosti, S.
Ginzburg, A. Paolucci, 2017).
65. Raffaello e aiuti, Incontro di san Leone Magno e Attila, 1513-’14 circa, Città del Vaticano, Musei Vaticani, Stanza di Eliodoro.
66. Raffaello, Battaglia di Ostia, Incendio di Borgo, Incoronazione di Carlo Magno, Stanza dell’incendio di Borgo, 1514-17,
Città del Vaticano, Palazzi Vaticani. Già Sala della Segnatura, cioè per casi giudiziari, nel 1514 doveva essere una sala da
pranzo. Celebra la giustizia e la grazia divine attraverso antecedenti di Leone X, Leone III e IV.
Il 1514 è un anno importante (lettera allo
zio, Simone Ciarla, 1 luglio).
Responsabilità della Fabbrica di San
Pietro, ufficiale dal 1° agosto, quando
diventa architetto della Fabbrica di S.
Pietro.
Una nuova Stanza, quella dell’Incendio di
Borgo, da decorare ad affreschi.
67. Raffaello, Incendio di Borgo, Stanza dell’incendio di Borgo, 1514, Città del Vaticano, Palazzi Vaticani. Leone IV spegne
l’incendio con la sua benedizione. Enfasi teatrale. Stile tragico.
«il più grande discorso che sia stato
fatto in pittura nostra, l’oratoria
rivolata a poesia» (Longhi, 1940,
1956, p. 160).
68. Guarigione dello storpio nel tempio (Raffaello e bottega: Giulio Romano?), 1514-1516 circa gessetto nero e
tempera su carta incollata su tela, cm 342 × 536, Londra, Victoria and Albert Museum
69.
70. Loggetta del cardinal Bibbiena, (bottega di Raffaello su disegni
del maestro), 1516 circa, affresco, Città del Vaticano, Palazzo
Apostolico
La nuova vita dell’Antico: decorazioni appartamento del cardinale Bibbiena, loggia di Psiche alla Farnesina,
logge Vaticane, attività architettonica.
Decorazioni a
grottesca nella
Domus Aurea a
Roma
71. Loggia di Amore e Psiche, (bottega di Raffaello su disegni del maestro:
Giulio Romano e Giovanni da Udine), 1517-1518 circa, affresco,
Roma, Villa Farnesina
72. Villa Madama, giardino all’italiana con loggia di Raffaello, 1518-1520, Roma
Lettera su Villa Madama (Archivio di Stato
di Firenze), ispirata alle descrizioni delle
ville di Plinio il Giovane, voluta da Leone X
e dal nipote cardinale Giulio.
Ispirata all’antico, sia per il progetto
architettonico che per la decorazione che
ha come modello quella della Domus
Aurea.
La loggia a tre campate sul giardino, dopo
la morte di Raffello, fu decorata a
grottesche e a stucchi da Giovanni da
Udine e da Giulio Romano.
74. Il 27 agosto 1515 Leone X nominò Raffaello «praefectus marmorum et lapidum
omnium», vale a dire responsabile di tutti i reperti marmorei e le lapidi dell’area di Roma
e dintorni (entro dodici miglia). Prima i eventuale utilizzo, specialmente per la fabbrica di
san Pietro, previa opinione di Raffaello in relazione al valore di testimonianza letteraria e
linguistica.
L’ultima titanica impresa di Raffaello nel versante antiquaria, che lo cattura sempre di più
in questi tempi, fu la ricostruzione grafica, in pianta, in alzato e in sezione, dei principali
monumenti delle quattordici regioni di Roma antica, che avrebbe dovuto condurre con
l’incrocio delle fonti letterarie classiche, dei rilevamenti topografici e ricerche antiquarie
e archeologiche.
Non disgiunta da questa impresa e dal suo impegno e passione per l’antico è infine, nel
1519 circa, la prima redazione della cosiddetta Lettera a Leone X sull’architettura classica,
realizzata in collaborazione con Baldassarre Castiglione (una seconda redazione è databile
al 1519-’20).
75. Raffaello, Ritratto di Baldassare Castiglione, olio su
tela applicata su tavola; 1514-1515 circa
Parigi, Musée du Louvre
Intorno al 1516, in una prima redazione
del Cortegiano, Castiglione elencò il nome di
Raffaello (insieme a Leonardo, Andrea Mantegna,
Michelangelo e Giorgione) nel canone di coloro che
«nella pittura sono excellentissimi».
76. Raffaello e bottega: Giulio Romano, Ritratto di Andrea Navagero e Agostino
Beazzano, olio su tela; 1516 circa Roma, Galleria Doria Pamphilj
Nel 1530 era in casa di Bembo a Padova.
77. Il 3 aprile 1516 Bembo scrisse da Roma al cardinale Bernardo Dovizi a Fiesole che il giorno
successivo, insieme con Raffaello, Andrea Navagero, Agostino Beazzano e Baldassarre
Castiglione, avrebbe fatto una gita a Tivoli per vedere «il vecchio et il nuovo, e ciò che di bello
fia in quella contrada» (Bembo, 1548, pp. 83 s.).
Intorno al 1509-10 si datano alcuni tentativi poetici di Raffaello: cinque sonetti petrarcheschi
riportati su una serie di disegni in rapporto con la Disputa del Sacramento e con
il Parnaso affrescati nella stanza della Segnatura.
Il 1517 è anche l’anno in cui Raffaello, il 7 ottobre, acquistò dai Caprini il loro palazzo,
bramantesco, circa 1507 e situato non lontano dal Vaticano.
79. Secondo la testimonianza del diario di Marcantonio Michiel, Raffaello morì la notte tra il 6 e il 7
aprile, a causa di una febbre «continua e acuta, che già octo giorni l’assaltò».
Il 7 aprile 1520 Raffaello venne sepolto nella tomba che aveva acquistato al Pantheon.
L’epitaffio in distici elegiaci, composto per l’artista dal Tebaldeo o da Bembo, esalta la forza
creatrice di Raffaello, tanto che la Natura, mentre era in vita, temette di esser vinta da lui e
quando morì temette, invece, di morire anch’essa:
«Ille hic est Raphael, timuit quo sospite vinci / rerum magna parens,
et moriente mori».
80. Da subito, nel pieno dell’attività romana, incisori quali in particolare Marcantonio
Raimondi, Ugo da Carpi, Agostino Veneziano, diffondevano le invenzioni di Raffaello in
Italia e in Europa, inaugurando quella fama universale che non conosce fine.
Marcantonio Raimondi, La strage degli innocenti, 1511-’12, incisione a bulino.
81. A SCUOLA CON RAFFAELLODIDATTICA UNIVERSITARIA APERTA https://mooc.uniurb.it/raffaello/