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Aspetti economici del
    federalismo:
   il Mezzogiorno


Università Libera di Bologna, Alexis de
        Tocqueville, A.A. 2007
         Amedeo Lepore
Il Mezzogiorno d’Italia
                                                                                     Italie       Mezzogiorno

                  Venezia                     Taux d'activitè                        48,6%           43,8%
         Milano
Torino                                        Taux d'occupation                      42,9%           33,2%
                                              Taux de chomage                        11,6%           24,1%
                  Firenze                     SAU / SAT                              67,4%           73,7%
                                              % employès en agriculture              5,5%             9,8%
                                              Source: ISTAT, recensement



                            Roma
                               MOLISE             PUGLIA
                                                                   Una situazione di «sviluppo frenato» che
                                                                   perdura
                                CAMPANIA                            Persistenza di un ritardo nell’offerta di
                                            BASILICATA
                                                                   servizi collettivi in generale, di servizi di
    SARDEGNA                                                       pubblica utilità in particolare
                                          CALABRIA

                                                                    I costi della transizione economica si
                                                                   rivelano ancora particolarmente elevati

                                                                    Presenza diffusa di discontinuità
                                SICILIA
  Centre Nord                                                      tecnologiche e produttive
Il divario Nord-Sud dall Unità d Italia al 1950

   I fattori che hanno fatto aumentare il divario tra il
                       Nord e il Sud:	

                             	

- La liberalizzazione e l abbassamento delle tariffe doganali (con
                            l Unità d Italia)	

                                    	

    - L industrializzazione e lo sviluppo delle grandi imprese nel
                   Nord-Ovest (nel periodo giolittiano)	

                                    	

         - La politica di sviluppo demografico e il blocco delle
           migrazioni interne ed esterne (nel periodo fascista)
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)

 Le principali norme per il Mezzogiorno:

 Istituzione della CASSA PER IL MEZZOGIORNO
    (1950)
        - Fase infrastrutturale (1950 –1957)
        - Fase di industrializzazione (1958 –1970)
        - Fase mista di incentivi settoriali (1971- 1992)
            Interventi i tutti i settori suscettibili di sviluppo
            Distorsione degli incentivi, come nelle zone
              del terremoto dell Irpinia
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)

  Le principali norme per il Mezzogiorno:

  Messa in liquidazione della Cassa per il
    Mezzogiorno (1984)
  Agenzia per la promozione dello sviluppo (1986)
  Abolizione dell intervento straordinario e
    dell Agenzia (1993)
  Costituzione del Dipartimento per le Politiche di
    Sviluppo e Coesione (1998) presso il Ministero
    del Tesoro
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)

  L impegno finanziario non è stato rilevante
      e, peraltro, non è stato bene utilizzato:

      - 245.000 miliardi dal 1950 al 1990
      (a prezzi 1990)

      - di cui, solo 185.000 utilizzati

      - meno di 5.000 miliardi all anno
      (2,6 miliardi di euro)
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)

  Forte rilevanza dell intervento sostitutivo, anziché
                   di quello aggiuntivo

       Grande rilevanza degli investimenti per
               infrastrutture (acquedotti
       e fognature: 1/3-1/2, negli anni 60- 70)

   Forti investimenti nell industria di base, ad alta
     intensità di capitali e con scarsi effetti indotti
       (Poli di sviluppo o cattedrali nel deserto )
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)


 Tuttavia, il nuovo meridionalismo nato nel dicembre
      1946 aveva puntato , come ricordava Pasquale
   Saraceno, su un modello di sviluppo economico
       del Paese che fosse alternativo a quello che
    aveva governato la nostra economia dal sorgere
    dello Stato unitario, un modello secondo il quale
        si sarebbe svolta non solo la ricostruzione
    postbellica, ma anche l espansione della nostra
   economia al di là della ricostruzione . La SVIMEZ,
        di cui ricorre questo mese il 60° anniversario,
      avrebbe messo in pratica l idea di un intervento
   straordinario legato alla tematica dello sviluppo e
                non a quella dell assistenza .
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)
L intervento straordinario nel Mezzogiorno
                (1950-1998)

  Secondo la SVIMEZ, solo un consistente sviluppo
     dell economia reale del Mezzogiorno, a partire
      dalla sua industrializzazione, avrebbe potuto
   condurre il Sud fuori dal sottosviluppo e renderlo
      soggetto autonomo e autopropulsivo del suo
   approdo a una piena modernizzazione del sistema
   economico e sociale, nel quadro di quello italiano.
       Tuttavia, i progressi compiuti nei decenni
   precedenti, a cominciare dai grandi miglioramenti
     conseguiti fino agli anni settanta, si rivelarono
    insufficienti a colmare i preesistenti divari con le
      regioni centro-settentrionali (SVIMEZ, 1978).
Indice di industrializzazione
 (% addetti alle industrie estrattive, manufatturiere, elettricità, gas, acqua,
     costruzione e installazione impianti sulla popolazione residente)




Province           1951            1961           1971            1981         1991   2001
e Regioni
    Sud              4,1            4,5             5,4             6,2        5,4    5,7
 Centro-            11,8           14,9            15,6            16,4        14,6   13,9
  Nord
   Italia            9,3           11,1            12,1            12,8        11,3   11,0

Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT. Censimento dell'industria, vari anni.
PIL a confronto: Mezzogiorno e Italia
            (a prezzi 1990)
112
110
108               Mezzogiorno                   Italia
106
104
102
100
 98
 96
 94
   90

           91

                    92

                            93

                                     94

                                             95

                                                      96

                                                              97

                                                                      98
 19

         19

                 19

                          19

                                  19

                                           19

                                                   19

                                                            19

                                                                    19
 Fonte:ISTAT (conti economici regionali) fino al 1996 e stime Svimez per 1997 e 1998
Andamento del PIL pro capite del Mezzogiorno
               (1951-1995) Valore assoluto e livello rispetto al centro-nord
                        25000                                                                                                                                                                    64


                                                                                                                                                                                                 62
                        20000
                                                                                                                                                                                                 60
                                               Indice: Centro-Nord=100
Migliaia di lire 1995




                        15000
                                                                                                                                                                                                 58

                                                                                                                                                                                                 56
                        10000                                                                         Valori assoluti
                                                                                                                                                                                                 54
                         5000
                                                                                                                                                                                                 52


                            0                                                                                                                                                                    50
                                1951
                                       1953
                                              1955
                                                     1957
                                                            1959
                                                                   1961
                                                                          1963
                                                                                 1965
                                                                                        1967
                                                                                               1969
                                                                                                      1971
                                                                                                             1973
                                                                                                                    1975
                                                                                                                           1977
                                                                                                                                  1979
                                                                                                                                         1981
                                                                                                                                                1983
                                                                                                                                                       1985
                                                                                                                                                              1987
                                                                                                                                                                     1989
                                                                                                                                                                            1991
                                                                                                                                                                                   1993
                                                                                                                                                                                          1995
                                                                                                             Anni
Esportazioni delle regioni del Mezzogiorno.
                        Incidenza sul PIL (mld. correnti)

       20
                                         media 1990-1991 media 1997-1998
       15

       10

         5

         0

                                                                              Sicilia
                                             Puglia
                         Molise
              Abruzzo




                                  Campania




                                                                                                   Mezzogiorno
                                                                                        Sardegna
                                                                   Calabria
                                                      Basilicata




Fonte: ISTAT-Svimez
Variazione della popolazione residente:
        1951 - 1995 (saggi % medi annui)
   Ripartizioni   1952-74         Di cui     1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95
   territoriali              1952-61 1962-74
                                       Movimento naturale
   Mezzogiorno        1,37      1,46       1,30    0,85       0,63    0,52    0,36   0,99
   Centro-Nord        0,53      0,48       0,56    0,07      -0,14   -0,20   -0,22   0,21
   Italia             0,83      0,85       0,83    0,35       0,14    0,06   -0,01   0,50
                                   Movimento migratorio
   Mezzogiorno       -0,98     -0,97       -0,98   -0,30     -0,33   -0,32   0,07    -0,61
   Centro-Nord        0,28      0,23        0,32    0,17      0,05    0,15   0,37     0,24
   Italia            -0,17     -0,21       -0,15    0,01     -0,09   -0,02   0,26    -0,07
                                       Movimento effettivo
   Mezzogiorno        0,39      0,49       0,32    0,55       0,30    0,20   0,43    0,38
   Centro-Nord        0,81      0,72       0,88    0,25      -0,09   -0,05   0,15    0,45
   Italia             0,66      0,63       0,68    0,35       0,05    0,04   0,25    0,43

Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT
Variazione del prodotto:
                      1951-1995 (saggi % medi annui)
Ripartizioni   1952-74          Di cui     1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95
territoriali               1952-61 1962-74

                             Prodotto lordo a prezzi correnti
M ezzogiorno      10,55       8,52     12,14     21,15    19,26   10,85   4,81   12,03
Centro-Nord       10,55       8,53     12,13     21,24    17,29   10,66   5,78   11,98
Italia            10,55       8,53     12,13     21,22    17,78   10,71   5,54   11,99

                             Prodotto lordo a prezzi costanti
M ezzogiorno        4,93      5,25      4,69       3,16    0,89    2,76   0,43    3,60
Centro-Nord         5,50      5,88      5,20       3,26    0,47    2,69   1,42    3,95
Italia              5,35      5,71      5,07       3,23    0,58    2,71   1,17    3,86


   Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT e SVIMEZ
Variazione del prodotto pro capite:
              1951-1995 (saggi % medi annui)
Ripartizioni 1952-74      Di cui     1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95
territoriali         1952-61 1962-74

                           Prodotto pro capite a prezzi correnti
Mezzogiorno        10,13       7,98     11,81     20,44       18,59   10,27   4,36    11,52
Centro-Nord         9,66       7,76     11,15     20,89       17,23   10,64   5,64    11,44
Italia              9,83       7,84     11,39     20,74       17,50   10,48   5,28    11,46

                           Prodotto pro capite a prezzi costanti
Mezzogiorno         4,53       4,72      4,38          2,55    0,33    2,22   -0,01    3,13
Centro-Nord         4,65       5,12      4,28          2,96    0,41    2,67    1,28    3,45
Italia              4,66       5,04      4,37          2,82    0,34    2,50    0,92    3,37
   Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT e SVIMEZ
Andamento della popolazione residente:
            1951 - 1995
           Mezzogiorno (scala a dx) e Centro - Nord (scala a sx)


 39000                                                                          21000
                                   Migliaia di unità
 37000                                                                          20500

                           Centro -Nord
                                                                                20000
 35000

                                                                                19500
 33000
                                                                                19000
 31000
                                          Mezzogiorno
                                                                                18500

 29000
                                                                                18000

 27000                                                                          17500


 25000                                                                          17000
         51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95
                                           Anni
Tasso di disoccupazione (%)
       19




                             10,0
                                    15,0
                                           20,0
                                                  25,0
                                                         30,0




                 0,0
                       5,0
            59
       19
            61
       19
            63
       19
            65
       19
            67
       19
            69
       19
            71
       19
            73
       19
            75
       19
            77




Anni
       19
            79
       19
            81
                                                                           1959 - 1995 (%)




       19
            83
       19
            85
       19
            87
       19
            89
       19
            91
       19
                                                                Tasso di disoccupazione nel periodo




            93
       19
            95
Tasso di disoccupazione nel periodo
                       1951 - 1995 (%)
Tasso di disoccupazione (%)   30,0


                              25,0                                                            Mezzogiorno
                                                                                              Centro - Nord
                              20,0
                                                                                              Italia

                              15,0


                              10,0


                               5,0


                               0,0
                                     1959
                                            1961
                                                   1963
                                                          1965
                                                                 1967
                                                                        1969
                                                                               1971
                                                                                      1973
                                                                                             1975
                                                                                                    1977
                                                                                                           1979
                                                                                                                  1981
                                                                                                                         1983
                                                                                                                                1985
                                                                                                                                       1987
                                                                                                                                              1989
                                                                                                                                                     1991
                                                                                                                                                            1993
                                                                                                                                                                   1995
                                                                                 Anni
Investimenti fissi lordi del Mezzogiorno: 1951 - 1995
                                                                      (a prezzi costanti )


                                                100                                                                  35

                                                 90
                                                                                                                     30
     Livello pro capite (Centro - Nord = 100)




                                                 80

                                                 70                                                                  25




                                                                                                                          Quota % sul totale nazionale
                                                 60
                                                                                                                     20
                                                 50
                                                                                                                     15
                                                 40
                                                 30                      Livello pro capite (Centro - Nord
                                                                         =100)                                       10
                                                                         In % del totale nazionale
                                                 20
                                                                                                                     5
                                                 10
                                                  0                                                                  0
                                                 51

                                                       55

                                                            59

                                                                  63

                                                                        67

                                                                             71

                                                                                   75

                                                                                         79

                                                                                               83

                                                                                                     87

                                                                                                          91

                                                                                                                95
                                                19

                                                      19

                                                           19

                                                                 19

                                                                       19

                                                                            19

                                                                                  19

                                                                                       19

                                                                                              19

                                                                                                    19

                                                                                                         19

                                                                                                               19
                                                                                  Anni
Gli investimenti nel Sud
                    (fondi europei messi a disposizione)


                                                         Erogaz ioni
                Disponibilità Impegni al 31-12-97 al 31-3-98 Var. assolute rogaz ioni
                                                                           E
                               assunti                         I trim.98 I trim.98 / tot.
                        1          2        3           4           5         6=4/1
Programmi regionali: 27.995     17.930    9.284      10.637       1.354        38,0%
Abruz z o             1.077       875      432         496          64        46,0%
Basilicata            2.191      1.972    1.015       1.159        143        52,9%
Calabria              3.825      2.688    1.131       1.347        216        35,2%
Campania              6.045      3.276    2.192       2.361        170        39,1%
Molise                1.046      1.041     463         563          99        53,8%
Puglia                5.196      2.770    1.278       1.535        257        29,5%
Sardegna              3.528      2.370    1.186       1.462        276        41,4%
Sicilia               5.083      2.935    1.587       1.714        127        33,7%
Fondi strutturali dell’UE
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo

L unitarietà del Mediterraneo, che già Platone immaginò
 come un grande lago sul quale si affacciavano i popoli
come formiche o rane, non è un invenzione politica, ma
   un oggettivo dato fisico-geografico, che tende ad
   associare per intrinseco meccanismo , come ha
 osservato Fernand Braudel, i vari paesi rivieraschi, sia
  pure diversi per struttura, fede, cultura e tradizioni.

 Nel Fedro di Platone è scritto: vivono tra Phasis e le
  colonne d Ercole, su una piccola porzione di terra
   attorno al mare, come formiche o rane attorno al
                       pantano .
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo

Un mare dalle dimensioni contenute, una sorta di grande
lago, come si è detto. Grande per fenici e ebrei, molto
 verde per sumeri ed egizi, nostro per greci e romani.
       Il Mediterraneo ha avuto tre cantori, Braudel,
  Attenborough (il primo paradiso ), Matvejevic. Anzi
   quattro, con Omero e la sua Odissea. Come dice lo
scrittore bosniaco nel suo Breviario Mediterraneo, Il più
   grande romanzo di formazione, la più grande storia
  dell'individuo che si avventura nel mondo e ritorna a
      casa ossia a se stesso, e cioè l'Odissea, non è
       immaginabile senza il mare. Ma quel mare, il
Mediterraneo, è anche il grembo della nostra storia, della
                      nostra civiltà .
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo

Il Mediterraneo non è mai stato semplicemente un mare
   che separa l Europa dal Vicino Oriente e dall Africa,
  o, come diceva Braudel, una semplice fenditura della
   crosta terrestre che si allunga da Gibilterra all Istmo
   di Suez e al Mar Rosso. Il Mediterraneo è un mare su
   cui si affacciano terre molto diverse fra loro, modi di
      vita lontanissimi, separati da dualismi e ostilità
  connaturati, ma anche uniti nel gioco delle relazioni e
       degli scambi marittimi, economici e culturali.
Mezzogiorno e Mediterraneo

Sul Mediterraneo si sono sviluppate civiltà avanzate e
civiltà tradizionali, città moderne e metropoli ossificate
       in un passato immobile, che si sono spesso
contrapposte tra loro; ma, soprattutto, il Mediterraneo
è un mare che ha formato culture, che le ha divise e le
   ha unite, che le ha messe in relazione e le ha viste
  contrapporsi frontalmente. Nel Mediterraneo, infatti,
  sono nate le grandi culture che hanno dato identità
 all Europa e ai Paesi del Sud che si bagnano in esso.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo
    L attuale tormentata fase politica internazionale,
 l esigenza di sviluppare in profondità l antico filo del
    dialogo con le diverse culture di questa parte del
  mondo, sono gli elementi chiave da considerare per
delineare il futuro ruolo del Mezzogiorno nello scenario
dei rapporti tra l Europa e i paesi della sponda sud del
                       Mediterraneo.
  In effetti, un nuovo e centrale ruolo del Mezzogiorno
 appare più che mai possibile, anche in questa difficile
     congiuntura politica ed economica, se l Unione
 Europea terrà fede all obiettivo di intensificare il suo
      sforzo in favore dello sviluppo delle politiche
 euromediterranee, nella prospettiva di offrire un forte
contributo alla distensione del clima politico e sociale.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo

Il Partenariato euromediterraneo rappresenta il quadro
  delle relazioni politiche, economiche e sociali tra gli
         Stati UE e Paesi terzi mediterranei (PTM).
    Istituito nel novembre 1995 dalla Conferenza dei
 Ministri degli Esteri euromediterranei di Barcellona, il
    Partenariato euromediterraneo riunisce i 25 Stati
    membri dell UE e 10 Paesi della sponda sud del
    Mediterraneo: Algeria, Egitto, Israele, Giordania,
 Libano, Marocco, Autorità palestinese, Siria, Tunisia e
    Turchia. L obiettivo del Partenariato è di fare del
     Mediterraneo una zona di stabilità, di pace e di
                         prosperità.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo
 Per realizzare questo scopo, un programma di obiettivi
        ed azioni articolato in tre grandi capitoli:
- Partenariato politico e di sicurezza, per un area
euromediterranea di pace e di stabilità, basata sui
principi del rispetto dei diritti umani, delle libertà
fondamentali e della democrazia (asse politico );
- Partenariato economico e finanziario, per un area di
prosperità, attraverso un alleanza economico-
finanziaria e la progressiva liberalizzazione degli
scambi tra l UE e i suoi partner e tra gli stessi Paesi
del Mediterraneo (asse economico );
- Partenariato sociale, culturale e umano, per
l avvicinamento tra i popoli e lo sviluppo degli scambi
culturali fra gli attori sociali (asse culturale ).
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo
    Oltre alla democratizzazione dei paesi dell area (il
    primo pilastro su cui si fonda il Partenariato), il
     P.E.M. ha come obiettivo economico portante la
     costituzione, entro il 2010, di una zona di libero
  scambio tra l Europa e i paesi coinvolti nel progetto.
  Purtroppo i risultati ottenuti finora sono modesti e si
   rende necessario un forte rilancio del Partenariato,
    anche alla luce del realizzato allargamento ad Est
    dell Unione. In questo quadro, assume un rilievo
      particolare anche la questione della dotazione
infrastrutturale, senz altro uno degli elementi strategici
del ruolo che il Mezzogiorno d Italia può interpretare al
                    centro del Bacino.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo
Il ruolo di piattaforma e di ponte con l Africa e
   addirittura con l Estremo Oriente (attraverso il
  Mar Mediterraneo e Suez), potrà risultare valido
     solo se a tale funzione di connessione e di
       raccordo si accompagnerà un sostanziale
    rafforzamento del Mezzogiorno. Il nostro Sud
  potrà assolvere ruoli positivi e strategici solo se
   nel suo insieme divenenterà più sviluppato dal
      punto di vista produttivo e compiutamente
    interconnesso anche tra i propri territori. Solo
  allora il Mezzogiorno potrà costituire uno snodo
   della futura crescita in quest area del Mondo, e
          non funzionare solo da manufatto
tecnico (ponte) al servizio delle aree più avanzate
           dell Italia e dell Europa del Nord.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo

      Anche da questo versante, va vista la scarsa
 rilevanza che il tema del ritardo del Mezzogiorno -
 che andrebbe affrontato assieme a quello delle sue
 necessità e potenzialità di sviluppo - ha registrato
 negli ultimi anni nel dibattito politico-culturale del
Paese e nella politica economica italiana. Le politiche
di sviluppo non sono state adeguate, sia nell ultimo
mezzo secolo (nonostante la fase positiva del primo
   intervento straordinario , dagli anni 50 a circa la
   metà degli anni 70), sia nell ultimo decennio di
  interventi, la fase dalla cosiddetta Nuova politica
 economica , manifestando un eccesso di ottimismo
verso alcuni limitati (e non strutturali) progressi del
                           Sud.
La fine della politica speciale
       per il Mezzogiorno
Mezzogiorno e Mediterraneo
Oggi, le risorse in conto capitale vanno utilizzate per
   le gambe tecniche dello sviluppo nelle aree in
 ritardo. Infatti, le opere pubbliche condizionano la
produttività e l attrattività dei contesti territoriali, le
     cui dotazioni – specie quelle per le reti – non
possono essere solo funzione dell esistente livello di
   sviluppo, ma devono concorrere ad accelerarlo.
 In questo quadro, è essenziale la realizzazione dei
 Corridoi europei (la Direttrice UE Berlino-Palermo,
  il Corridoio 8 Napoli-Bari-Balcani). Se si vuole
puntare su una strategia euro-mediterranea, occorre
     un consolidamento logistico (e ovviamente
economico-produttivo) dell intero Mezzogiorno, per
promuovere efficienti collegamenti con il mare tra le
                          terre .
Mezzogiorno e Mediterraneo


  Il riassorbimento del divario tra il debole Sud e il
  forte Nord comporterà sforzi impegnativi e lunghi,
 la cui durata dipenderà dall entità dei differenziali
    di crescita Nord-Sud che si riuscirà a realizzare
 nelle due macro-regioni d Italia. Ma proprio perché
tempi e risorse sono fattori e vincoli reali, è questo il
    momento di porsi obiettivi strategici importanti,
 concentrando su di essi l impegno, per puntare, nel
 lungo periodo, all unificazione anche economica del
                     nostro Paese.
Mezzogiorno e Mediterraneo


 Quest obiettivo ha rappresentato dagli anni 40 il
  sogno del nuovo meridionalismo nazionale ed
europeista, di Pasquale Saraceno, Donato Menichella,
   Rodolfo Morandi, Francesco Giordani, Giuseppe
   Cenzato, e, poi, di Manlio Rossi Doria, Vincenzo
 Caglioti, Giorgio Sebregondi, Francesco Compagna,
 Gabriele Pescatore, Salvatore Cafiero e di tanti altri,
con i quali la SVIMEZ ha scritto pagine decisive della
               storia italiana ed europea.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno e Mediterraneo
Se guardiamo alla storia di lunga durata, vediamo che il
  destino del Mezzogiorno e quello del Mediterraneo
hanno sempre proceduto insieme, nel bene e nel male.
Quando il Mediterraneo è stato al centro dei traffici del
  mondo, anche il Mezzogiorno ha conosciuto le sue
 pagine più positive. Quando il Mediterraneo, invece, è
andato in crisi, anche il Mezzogiorno ha vissuto periodi
 bui. Adesso, dopo lungo tempo, il Mediterraneo torna
 ad essere uno snodo del pianeta, un grande crocevia
    internazionale e, dunque, anche il Mezzogiorno,
       assieme a tutti i Paesi che si affacciano sul
   Mediterraneo, può riconquistare la sua centralità
mediterranea: di un comune mare di pace e di relazioni
                      internazionali.
 Mezzogiorno e Mediterraneo, Mediterraneo ed Europa.
Mezzogiorno e Mediterraneo
Mezzogiorno problema aperto

     Corrado Barbagallo nel 1948 rilevava come una delle
     fondamentali condizioni sfavorevoli per la diffusione
 dell industria fosse la mancanza di capitali e, in particolare,
   la riluttanza dei capitalisti a investire il loro denaro in
imprese industriali, che debbano aver sede nel Mezzogiorno .
  Tale contrarietà, infatti, discendeva dalla convinzione che
 quaggiù una qualsiasi impresa industriale è costosa, faticosa,
  probabilmente destinata all insuccesso per la mancanza di
 quegli elementi, che con frase oscura gli economisti sogliono
              denominare fattori agglomerativi .
Mezzogiorno problema aperto

  Allora, se in altri tempi il permanere del divario tra Nord e
Sud ha comportato la prevalenza di una politica assistenziale
 e improduttiva, oggi a maggior ragione occorre interrogarsi,
come faceva Saraceno, sulla possibilità di impiegare le risorse
pubbliche disponibili al fine di creare quella convenienza ad
            investire che mancava nel Mezzogiorno .
   Il Rapporto sull economia del Mezzogiorno 2006 e i nuovi
 materiali predisposti dalla SVIMEZ in occasione del suo 60°
       anniversario (in particolare, l elaborato relativo a
 L evoluzione macro-economica del Mezzogiorno e del Centro-
       Nord 1951-2005) offrono l opportunità concreta di
riprendere a discutere di questo problema quanto mai aperto e
     niente affatto superato, dopo un sessantennio di storia
                              italiana.
Rapporto SVIMEZ 2006


I dati del Mezzogiorno al 2005
Rapporto SVIMEZ 2006
Rapporto SVIMEZ 2006

Un Mezzogiorno in recessione all'interno di un Paese che
ristagna. Questa è la fotografia che emerge dal Rapporto
 della Svimez sull'economia del Mezzogiorno. Nel 2005 il
 Sud è peggiorato rispetto al 2004 in PIL e occupazione,
  crescendo per il secondo anno consecutivo meno del
 Centro-Nord. Il PIL per abitante è rimasto a 16.272 euro,
   pari al 60,3% del Centro-Nord (26.985 euro). A livello
 regionale, al Sud sono cresciute solo Abruzzo (+2,1%),
             Sicilia (+2,8%) e Sardegna (+0,9%).
Rapporto SVIMEZ 2006

   Sul versante occupazionale, il Sud ha perso, nel 2005,
 20mila posti di lavoro (a fronte di un aumento di 179mila
     unità nel Centro-Nord), che salgono a 69mila se si
    considera il periodo 2002-2005 (in cui il Centro-Nord
               registra +700mila nuovi addetti).
       Il tasso di attività scende di due punti al Sud, a
dimostrazione di un crescente effetto scoraggiamento che
   induce le fasce più deboli a non cercare più lavoro. E
 come a livello nazionale e in controtendenza rispetto agli
 scorsi anni, riprende a crescere il lavoro atipico (+16mila
  unità). Spina nel fianco, ancora una volta, il sommerso,
  che colpisce quasi 1 lavoratore su 4 (23%), percentuale
              che scende al 10% nel Centro-Nord.
Rapporto SVIMEZ 2006
  sull'economia del Mezzogiorno




+3,4

         +1,3
CRESCITA            0,0
DELL'ECONOMIA
NEL 2005                          -0,3
Rapporto SVIMEZ 2006
                 sull'economia del Mezzogiorno

Mezzogiorno                                   CRESCITA DEL PIL
          2,7                   2,7
                         2,2           2,4
                  2,0
   1,0                                        1,1
                                                     0,7    0,7
                                                                   -0,3



   1996   1997    1998   1999   2000   2001   2002   2003   2004   2005


                                3,1

           1,8    1,7    1,5           1,6
   1,1                                                      1,4
                                              0,2    0,1           0,0

Centro-Nord
Rapporto SVIMEZ 2006
        sull'economia del Mezzogiorno
                                             OCCUPAZIONE
16500                                                              6500
                                Mezzogiorno
16000                                                              6400



15500                                                              6300



15000                                                              6200



14500                                                              6100



14000                                                              6000
         Centro-Nord
13500                                                              5900
    1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Rapporto SVIMEZ 2006
        sull'economia del Mezzogiorno
                                           TASSO DI ACCUMULAZIONE
40,0




35,0


                                                                         MEZZOGIORNO
30,0




25,0




20,0

                            CENTRO-NORD
15,0
       1951

              1954

                     1957

                             1960

                                    1963

                                           1966

                                                  1969

                                                         1972

                                                                1975

                                                                       1978

                                                                              1981

                                                                                     1984

                                                                                            1987

                                                                                                   1990

                                                                                                          1993

                                                                                                                 1996

                                                                                                                        1999

                                                                                                                               2002

                                                                                                                                      2005
Rapporto SVIMEZ 2006
        sull'economia del Mezzogiorno

                          IL DUALISMO


100,0                  100,0                    100,0




   60,3                 293,9                     71,6

                                  TASSO DI               TASSO DI
    PIL PRO CAPITE
                               DISOCCUPAZIONE       OCCUPAZIONE
Rapporto SVIMEZ 2006
   sull'economia del Mezzogiorno


         PIL PRO CAPITE IN PPA
         Tasso di crescita m.a. 1995-2003


Nuovi paesi membri UE                       5,7%

Altre Aree Ob. 1 UE a 15                    4,8%

Mezzogiorno                                 3,6%
Rapporto SVIMEZ 2006                                                                                               PERCORSI
                                sull'economia del Mezzogiorno                                                                                      DI SVILUPPO
                        140,0

                                                                                                           1998                             2002
                                                                                                                  2000                                  2005
                        130,0
                                                                                                                          2002                       2004      I rlanda
                                                                                      Centro-Nord                                                   2000
                                                                                                                                     2004
                                                                                                                                                                                            Regno
Pil pro capite in PPA




                        120,0                                                                                             2005                                                              Unito
                                                                                                                          1998                                                2004
                                                                               1998                                                                                   2005           2002
                                                                                        2000                         1998      2000                 1998                              2000
                                                                                                                                 2002                 2000
                        110,0                                                                     2002            Francia            2004                                                1998
                                                                     Italia                                              2005 2004                 2002
                                                                                                  2004                              2005
                                                                                                                                                      Germania
                                                                                                 2005
                        100,0
                                                                                                                          2005
                                                                                                                   2004
                                                                                                         2002
                         90,0                                                              2000                         S pagna
                                                                        1998
                                                                                                                 2005
                                                                                                                2004                                                2000
                         80,0      1998                                                                                                                                2002
                                          2000             Mezzogiorno                              2002                                                            1998
                                                    2002
                                                 2004                                             2000
                                                                                                                  Grecia                                     2004             Portogallo
                         70,0             2005                                                       1998                                            2005
                                70,0                          80,0                        90,0                               100,0                             110,0                            120,0

                                                                               Tasso di occupazione 15-64
                                                                                           anni
Rapporto SVIMEZ 2006
                            sull'economia del Mezzogiorno

                              LE AREE DELLA COMPETITIVITA’
                                                                         SE                                                                            SE                                                                               LU
                                                                         FI                                                                           DK                                                                           IE
                                                                 DK                                                                                 UK                                                      BE
                                                            DE                                                                                FI                                                       NL
                                                      NL                                                                           IE                                                            DK
                                                     LU                                                                          NL                                                           FI
                                               AT                                                                          FR                                                                 CZ
                                               BE                                                                         SI                                                                 SE
                                              UE15                                                                      AT                                                                   AT
                                              UK                                                                      UE15                                                                 DE
                                         FR                                                                      LT                                                                        SK
                                  SI                                                                        ES                                                                             UE15
                          IT-CN                                                                           BE                                                                              SI
                          IE                                                                            LV                                                                     IT-CN
                        ES                                                                             PT                                                                          EE
                         IT                                                                            PL                                                                         HU
                  EE                                                                                  EE                                                                         UK
               CZ                                                                                   DE                                                                            FR
               PT                                                                                   SK                                                                           ES
     IT-MEZZ                                                                                  CZ                                                                              IT
          HU                                                                             IT-CN                                                                          PT
          SK                                                                              LU                                                                           PL
          LT                                                                             IT                                                                            LT
         GR                                                                             HU                                                                            LV
         PL                                                                       IT-MEZZ                                                                            GR
       LV                                                                            GR                                                                        IT-MEZZ

20        40           60    80        100     120    140        160   180    200 60    70     80       90   100        110     120     130   140   150     160 40    60     80         100   120     140        160   180   200    220



           INNOVAZIONE – R&S                                                                         RISORSE E                                                                     VITALITA
                                                                                                    FORMAZIONE                                                                    ECONOMICA
Rapporto SVIMEZ 2006
       sull'economia del Mezzogiorno


   TASSO DI ACCUMULAZIONE UE 25
                29,7                   27,1   28,6
                              23,8                   26,4
                       22,3
19,3    19,2




SUD
Rapporto SVIMEZ 2006
 sull'economia del Mezzogiorno

L’INTEGRAZIONE INTERNAZIONALE

QUOTA ESPORTAZIONI DEL SUD
SU COMMERCIO MONDIALE                  0,4%
INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI PER ABITANTE
     NEL SUD                    16 $
     NEL CENTRO-NORD           271 $
     UE a 25                   900 $
     IRLANDA                 5.200 $
Rapporto SVIMEZ 2006
 sull'economia del Mezzogiorno


LE AGEVOLAZIONI DELLA L. 488/92
      NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (mln €)


          2001           2.796,6
          2002           1.907,0
          2003           1.305,1
          2004           1.163,3
          2005               6,6
Rapporto SVIMEZ 2006
    sull'economia del Mezzogiorno

   SPESA DELLA P.A. IN CONTO CAPITALE
                              2004

      SPESA BASE                   SPESA ADDIZIONALE
nel SUD          11,6 mrd €       nel SUD           9,8 mrd €
nel NORD         32,9 mrd €       nel NORD          3,9 mrd €
  SUD / ITALIA   26,1%               SUD / ITALIA   71,5%
                  SPESA COMPLESSIVA
                 nel SUD          21,4 mrd €
                 nel NORD         36,8 mrd €
                   SUD / ITALIA    36,8%
Rapporto SVIMEZ 2006
sull'economia del Mezzogiorno

 PORTI HUB (TRANSHIPMENT) E FEEDER
Rapporto SVIMEZ 2006
   sull'economia del Mezzogiorno


      INDICI SINTETICI DI DOTAZIONE
    DEI NODI DI SCAMBIO (ITALIA=100)


             Centri                          Indice
                        Porti   Aeroporti
          intermodali                       sintetico
   Sud         1,1       98,0       77,0       20,1
Centro-      156,1      101,1      112,6      121,1
  Nord
PIL: tassi di var. % su valori a prezzi costanti 1995
6,0%

5,0%

4,0%

3,0%

2,0%

1,0%

0,0%
    81


             83


                    85


                           87


                                  89


                                         91


                                                 93


                                                          95


                                                                   97


                                                                           99


                                                                                   01


                                                                                          03


                                                                                                   *


                                                                                                           *


                                                                                                                   *
                                                                                                 05


                                                                                                         07


                                                                                                                 09
-1,0%
  19


           19


                  19


                         19


                                19


                                       19


                                               19


                                                        19


                                                                 19


                                                                         19


                                                                                 20


                                                                                        20

                                                                                               20


                                                                                                       20


                                                                                                               20
-2,0%

                                  Nord Ovest          Nord Est          Centro      Mezzogiorno

* Previsioni
Fonte: ISTAT, Unioncamere
Tasso di attività
 54

 52

 50

 48

 46

 44

 42

 40
        2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2

                                Centro      Nord     Sud

Fonte: ISTAT
Tasso di occupazione
 52

 50

 48

 46

 44

 42

 40

 38

 36

 34
        2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2

                                Centro     Nord       Sud

Fonte: ISTAT
Andamento dell'export per ripartizioni (2000 = 100)
  135
  130
  125
  120
  115
  110
  105
  100
   95
               2000      2001       2002        2003       2004       2005      2006

                       Nord Ovest          Nord Est      Centro        Mezzogiorno

Fonte: ISTAT
Presenze turistiche (1995 = 100)
150
145
140
135
130
125
120
115
110
105
100
 95
      1995   1996   1997    1998    1999    2000   2001   2002    2003    2004   2005

                     "Centro Nord - italiani"       "Centro Nord - stranieri"
                     "Mezzogiorno - italiari"       "Mezzogiorno - stranieri"
Mezzogiorno
    Valore aggiunto pro capite                                 Valore aggiunto pro capite
            regionale                                                  comunale
                                                                    Comuni TOP-FIVE – V.A. pro capite
Regione                                 V.A. pro capite
                                                                 Pettoranello del Molise (IS)   € 99.905
Abruzzo                                             € 18.246     Pozzilli (IS)                  € 73.711
Basilicata                                          € 15.443     Atessa (CH)                    € 62.972
                                                                 Sarroch (CA)                   € 69.068
Calabria                                            € 14.050
                                                                 Campochiaro (CB)               € 63.302
Campania                                            € 14.890       Comuni DOWN-FIVE – V.A. pro capite
Molise                                              € 17.402     Trenta (CS)                    € 4.677

Puglia                                              € 14.359     Petruro Irpino (AV)            € 4.723
                                                                 San Lorenzo Bellizzi (CS)      € 4.805
Sardegna                                            € 16.952     Altofonte (PA)                 € 4.981
Sicilia                                             € 14.845     San Martino di Finita (CS)     € 5.073

ITALIA(*)                                           € 21.770         MEDIANA MEZZOGIORNO: € 11.969
(*)Valore   aggiunto 2005 pro capite – Dato ISTAT
Una politica di coesione – in Italia e nell Unione
     europea, e guardando entrambi al futuro dei
  rapporti anche con i Paesi e con le economie del
 Mediterraneo – potrà definirsi veramente tale non
se aiuterà con risorse pubbliche solo gli ultimi (in
 Italia il Mezzogiorno; nell Europa a 25 i soli Paesi
dell Est), ma se si dimostrerà capace di stimolare
   e sostenere l ambizione e l impegno di ciascun
    territorio, che si trova sempre collocato ad un
    diverso livello di una ideale scala o griglia
capace di misurare il benessere raggiunto e quello
più elevato cui tendere. Ed ambizione ed impegno
 di ciascun territorio non può non essere quello di
   accelerare la propria velocità di crescita, in una
      sorta di maratona ad inseguimento (Nino
                     Novacco - 2004)
I Fondi strutturali: le novità
  per il periodo 2007-2013
La politica di coesione


   Art. 130A del Trattato dell Unione Europea:
     Per promuovere uno sviluppo armonioso
 dell insieme della Comunità, questa sviluppa e
prosegue la propria azione intesa a realizzare il
  rafforzamento della sua coesione economia e
sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre
 il divario tra le diverse regioni e il ritardo delle
 regioni meno favorite, comprese quelle rurali
La politica di coesione

 L obiettivo dei fondi strutturali è proprio quello di
sostenere e finanziare, assieme agli Stati Membri,
tutte quelle azioni intese a creare le condizioni
necessarie ad uno sviluppo duraturo e sostenibile.
 La riforma dei fondi strutturali, avviata nel 1988 e
ripresa nel 1993 dall Unione Europea per il periodo
1994/99, costituisce una tappa importante nel
rapporto tra le istituzioni comunitarie e le singole
regioni per la definizione delle politiche di sviluppo
dell Unione Europea.
La politica di coesione

              Quali sono i fondi?

 Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR):
infrastrutture, investimenti produttivi, PMI, Istruzione,
        Sanità, R&S, Turismo e Beni Culturali

        Fondo Sociale Europeo (FSE):
  formazione, aiuti all assunzione dei lavoratori,
    adeguamento delle strutture formative e pari
                      opportunità
La politica di coesione
Fondo Europeo di garanzia e orientamento agricolo
  (FEOGA):
   ammodernamento strutture agricole, trasformazione,
  promozione e commercializzazione dei prodotti locali,
  tutela dell ambiente rurale, prevenzione catastrofi
  naturali nelle zone ultraperiferiche

Strumento finanziario di orientamento della pesca
  (SFOP):
  flotta da pesca, acquacoltura e fascia costiera, attrezzature
  dei porti da pesca, trasformazione e commercializzazione
  del pesce, prospezione dei mercati
La politica di coesione
    Politica di coesione = Politica regionale = Fondi strutturali
I fondi strutturali: Fse (dal 1958), Feoga (dal 1958), Fesr (dal 1975),
                       Fondo di coesione (dal 1993)
 - La politica di coesione inizia negli anni 60, ma viene rilanciata
       dall AUE del 1986, per compensare le regioni più deboli
             dall introduzione del mercato unico europeo.
                - Riforma dei fondi strutturali del 1988
 - Nel 1988 i fondi strutturali coprivano il 15% del bilancio CE, nel
    1992 sono passati al 30% (e sono poi rimasti a questo livello)

                Quattro periodi di programmazione:
                      1988-1992 - cinque anni
                       1993-1999 - sette anni
                       2000-2006- sette anni
                       2007-2013- sette anni
I principi guida dei fondi strutturali
              2007-2013
   Concentrazione: un impostazione più strategica, che
   consolida le priorità dell Unione sia a livello geografico
   (80% circa del finanziamento destinato alle regioni meno
   sviluppate), sia dal punto di vista tematico (strategia
   incentrata sugli obiettivi di Lisbona e Göteborg).

   Semplificazione: riduzione del numero di regolamenti;
   meno obiettivi – meno Fondi; programmazione;
   soppressione della suddivisione in zone, programmi
   sostenuti da un unico Fondo; gestione finanziaria più
   flessibile; proporzionalità in materia di controllo,
   valutazione e monitoraggio; ammissibilità delle spese.

   Decentramento: ruolo più incisivo delle regioni e dei
   soggetti locali.
Concentrazione Territoriale.
   La nuova geografia delle disparità
Scenari in rapida trasformazione
                             per le politiche regionali
                           [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 20]

        Gli scenari     L allargamento condurrà ad un ampliamento
dell allargamento      dei divari di sviluppo, ad uno spostamento
                       verso est del problema delle disparità e ad una
                       più difficile situazione occupazionale: i divari
                       socioeconomici raddoppieranno e la media
                       comunitaria del PIL per abitante si ridurrà del
                       12,5%.
 Le trasformazioni     Inoltre, l Unione dovrà fronteggiare la più
         strutturali   rapida ristrutturazione economica derivante
                       dalla globalizzazione, l ulteriore apertura dei
                       mercati internazionali , la rivoluzione
                       tecnologica, lo sviluppo dell economia e della
                       società della conoscenza, l invecchiamento
                       della popolazione e la crescita dei flussi
                       migratori .
Integrare le politiche di coesione e
                                    la strategia di Lisbona
                                 [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 101]

Le politiche di coesione       La conoscenza è il cuore della strategia di
       sono strettamente      Lisbona. La generazione, la disseminazione e
          interrelate alle    l uso della conoscenza sono il mezzo attraverso
   esigenze di rilancio e
                              cui le attività economiche operano e si
innovazione dell intera
  economia europea. La        sviluppano. Facilitare l accesso alla finanza ed
   strategia di Lisbona è     ai mercati, promuovere i servizi di supporto
     stata recentemente       alla produzione, rafforzare i legami fra le
          rilanciata dalla    imprese e le attività scientifiche, dotare le
    Commissione, anche        persone delle giuste abilità attraverso
        con il lancio di un
                              l istruzione e la formazione, incoraggiare
                Programma
             comunitario.     l adozione di nuove tecnologie ed
                              incrementare gli investimenti in R&S sono tutti
                              elementi chiave per migliorare il contesto
                              produttivo e stimolare l innovazione .
I tre obiettivi delle politiche
                                regionali 2007 – 2013
                             [Reg. Gen. capp. II e III, artt. 3 – 7]

       Le politiche di   Convergenza: sostenere lo sviluppo e
           coesione si    la creazione di posti di lavoro negli
   concentrano su tre
  obiettivi adottando
                           Stati Membri e nelle regioni meno
       un sistema più                 sviluppate.
semplice di strumenti
(FESR, FSE e Fondo di
                                Competitività regionale e
            coesione)          occupazione: anticipare e
                         promuovere il cambiamento al di fuori
                           delle regioni in ritardo di sviluppo.
                             Cooperazione territoriale ed
                           europea: promuovere uno sviluppo
                         armonioso ed equilibrato del territorio
                                     dell Unione.
Le tre priorità
                                  della politica di coesione
                              [Linee guida della strategia comunitaria]


      La prima priorità:     Rendere più attraenti gli Stati membri, le
l attrattività di nazioni
                                    regioni e le città migliorando
   e territori. Il centro
      della strategia è il      l accessibilità, garantendo servizi di
   rafforzamento delle        qualità e salvaguardando le potenzialità
          infrastrutture               ambientali, attraverso:
                              il potenziamento delle infrastrutture di
                                            trasporto
                             il rafforzamento delle sinergie tra tutela
                                      dell ambiente e crescita
                                 ridurre l uso intensivo delle fonti
                                      energetiche tradizionali
Le tre priorità
                                  della politica di coesione
                             [Linee guida della strategia comunitaria]
                           Promuovere l innovazione, l imprenditoria e lo
   La seconda priorità:
                               sviluppo dell economia della conoscenza
           innovazione,           mediante lo sviluppo della ricerca e
       imprenditoria ed    dell innovazione, comprese le nuove tecnologie
         economia della                   dell IC, attraverso:
 conoscenza. Il centro     il miglioramento e l aumento degli investimenti
della strategia è su RST       nella RST, mediante gruppi di eccellenza,
         ed innovazione            accesso delle PMI, capacità di R&S
                            promuovere l innovazione e l imprenditoria,
                           mediante poli di eccellenza, servizi di sostegno,
                             ecoinnovazioni, sviluppo di nuove imprese
                               garantire l accessibilità per tutti alla SI
                                migliorando servizi ed infrastrutture
                             migliorare l accesso ai finanziamenti per le
                             imprese che investono nella conoscenza e
                                          nell innovazione
Le tre priorità
                                  della politica di coesione
                              [Linee guida della strategia comunitaria]

                                Creare nuovi e migliori posti di lavoro:
La terza priorità: nuovi
      e migliori posti di     facendo in modo che un maggior numero di
                  lavoro    persone arrivi e rimanga sul mercato del lavoro
                            e modernizzando i sistemi di protezione sociale
                            migliorando l adattabilità dei lavoratori e delle
                              imprese nonché rendendo più flessibile il
                                          mercato del lavoro
                            aumentando gli investimenti nel capitale umano
                              attraverso il miglioramento di istruzione e
                                              competenze
          Governance e          migliorando la capacità amministrativa
  partenariato pubblico      contribuendo a mantenere in buona salute la
   privato sono principi
                            popolazione attiva con la prevenzione dei rischi
     chiave della nuova
                                 e l adeguamento delle infrastrutture
  strategia comunitaria
Il destino delle regioni italiane
                                  oggi in Obiettivo 1
                                [Allegato statistico al TRC]

Data l evoluzione del          A pieno titolo nell Obiettivo
     PIL per abitante e
                           Convergenza: Calabria (68,1 su EUR
    tenendo conto del
    cosiddetto effetto    25), Campania (71,5), Puglia (71,3) e
 statistico [Relazione                Sicilia (71,6).
 Reg. Gen. pag. 4], la
   Sardegna dovrebbe          In phasing out dall Obiettivo
    uscire dall’attuale   Convergenza: Basilicata (77,3 su EUR
Obiettivo 1 mentre la             25 e 72,5 su EUR 15).
  Basilicata dovrebbe
andare in phasing out         In phasing in nell Obiettivo
                          Competitività: Sardegna (83,4 su EUR
                                 25 e 76,1 su EUR 15).
                                                        dati provvisori
Il QSN e il percorso nazionale

Come si è organizzato il   Gli articoli 25 e 26 (Titolo 3, Cap. II) della
nostro Paese per questa     proposta di regolamento prevedono che
 fase preparatoria delle    ciascun Paese membro adotti un Quadro
  politiche di coesione?      strategico nazionale per impostare la
                             propria strategia e la programmazione
                           operativa globale. Il QSN espone strategie,
                            priorità, obiettivi, elenco dei Programmi
                               Operativi e dotazioni finanziarie per
                                              fondo.
                               Per la definizione del QSN sono state
                             definite (febbraio 2005), in Italia, delle
                             Linee Guida approvate dalla Conferenza
                            Unificata. Le Linee Guida stabiliscono fra
                               l altro che la costruzione del QSN è
                            l occasione per consolidare e completare
                           l unificazione della programmazione delle
                                  politiche regionali, nazionali e
                                            comunitarie.
Cosa c è nel QSN?
                                     Lista dei Programmi Operativi
     I profili strategici:
                                           Risorse di massima
 Obiettivi di coesione e      Composizione fra investimenti pubblici ed
           competitività                    aiuti alle imprese
  Priorità di intervento      Indicazioni di pochi obiettivi, coerenti con
                              Lisbona-Goteborg e la SEO, e di indicatori
Integrazione finanziaria
                                              corrispondenti
       e programmatica
                              Criteri per la costruzione di meccanismi di
        Integrazione fra                        premialità
   politiche regionali e
                                   Obiettivi programmatici per il FAS
               nazionali
                                 Previsioni della spesa settennale, per
 Governance e capacità       verificare verificare l addizionalità (Ob. 1)
          istituzionali
                                       Risorse per priorità (Ob. 1)
                               Impegni per la valutazione e la capacità
                                          istituzionale (Ob. 1)
                                Collegamenti e sinergie con le politiche
                                            nazionali (Ob. 1)
Prime indicazioni strategiche

    Da alcuni interessanti   •  Accompagnare la politica regionale con
documenti provvisori del
     DPS emergono prime
                             un forte grado di condivisione nazionale
  indicazIoni di metodo e    •  Introdurre un targeting vincolante per
 di strategia sul prossimo   alcuni servizi essenziali
                periodo di
         programmazione      •  Apertura della programmazione e
                             dell attuazione alle avanguardie
                             culturali, del lavoro e imprenditoriali più
                             innovative
                             •  Dare priorità più stringenti nei
                             programmi
                             •  Coinvolgere e promuovere il sistema
                             delle banche attraverso un quadro di
                             certezze
                             •  Ridurre i residui limiti della governance
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Aspetti economici del federalismo: il Mezzogiorno

  • 1. Aspetti economici del federalismo: il Mezzogiorno Università Libera di Bologna, Alexis de Tocqueville, A.A. 2007 Amedeo Lepore
  • 2. Il Mezzogiorno d’Italia Italie Mezzogiorno Venezia Taux d'activitè 48,6% 43,8% Milano Torino Taux d'occupation 42,9% 33,2% Taux de chomage 11,6% 24,1% Firenze SAU / SAT 67,4% 73,7% % employès en agriculture 5,5% 9,8% Source: ISTAT, recensement Roma MOLISE PUGLIA Una situazione di «sviluppo frenato» che perdura CAMPANIA Persistenza di un ritardo nell’offerta di BASILICATA servizi collettivi in generale, di servizi di SARDEGNA pubblica utilità in particolare CALABRIA I costi della transizione economica si rivelano ancora particolarmente elevati Presenza diffusa di discontinuità SICILIA Centre Nord tecnologiche e produttive
  • 3. Il divario Nord-Sud dall Unità d Italia al 1950 I fattori che hanno fatto aumentare il divario tra il Nord e il Sud: - La liberalizzazione e l abbassamento delle tariffe doganali (con l Unità d Italia) - L industrializzazione e lo sviluppo delle grandi imprese nel Nord-Ovest (nel periodo giolittiano) - La politica di sviluppo demografico e il blocco delle migrazioni interne ed esterne (nel periodo fascista)
  • 4. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) Le principali norme per il Mezzogiorno: Istituzione della CASSA PER IL MEZZOGIORNO (1950) - Fase infrastrutturale (1950 –1957) - Fase di industrializzazione (1958 –1970) - Fase mista di incentivi settoriali (1971- 1992) Interventi i tutti i settori suscettibili di sviluppo Distorsione degli incentivi, come nelle zone del terremoto dell Irpinia
  • 5. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) Le principali norme per il Mezzogiorno: Messa in liquidazione della Cassa per il Mezzogiorno (1984) Agenzia per la promozione dello sviluppo (1986) Abolizione dell intervento straordinario e dell Agenzia (1993) Costituzione del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (1998) presso il Ministero del Tesoro
  • 6. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) L impegno finanziario non è stato rilevante e, peraltro, non è stato bene utilizzato: - 245.000 miliardi dal 1950 al 1990 (a prezzi 1990) - di cui, solo 185.000 utilizzati - meno di 5.000 miliardi all anno (2,6 miliardi di euro)
  • 7. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) Forte rilevanza dell intervento sostitutivo, anziché di quello aggiuntivo Grande rilevanza degli investimenti per infrastrutture (acquedotti e fognature: 1/3-1/2, negli anni 60- 70) Forti investimenti nell industria di base, ad alta intensità di capitali e con scarsi effetti indotti (Poli di sviluppo o cattedrali nel deserto )
  • 8. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) Tuttavia, il nuovo meridionalismo nato nel dicembre 1946 aveva puntato , come ricordava Pasquale Saraceno, su un modello di sviluppo economico del Paese che fosse alternativo a quello che aveva governato la nostra economia dal sorgere dello Stato unitario, un modello secondo il quale si sarebbe svolta non solo la ricostruzione postbellica, ma anche l espansione della nostra economia al di là della ricostruzione . La SVIMEZ, di cui ricorre questo mese il 60° anniversario, avrebbe messo in pratica l idea di un intervento straordinario legato alla tematica dello sviluppo e non a quella dell assistenza .
  • 9. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998)
  • 10. L intervento straordinario nel Mezzogiorno (1950-1998) Secondo la SVIMEZ, solo un consistente sviluppo dell economia reale del Mezzogiorno, a partire dalla sua industrializzazione, avrebbe potuto condurre il Sud fuori dal sottosviluppo e renderlo soggetto autonomo e autopropulsivo del suo approdo a una piena modernizzazione del sistema economico e sociale, nel quadro di quello italiano. Tuttavia, i progressi compiuti nei decenni precedenti, a cominciare dai grandi miglioramenti conseguiti fino agli anni settanta, si rivelarono insufficienti a colmare i preesistenti divari con le regioni centro-settentrionali (SVIMEZ, 1978).
  • 11. Indice di industrializzazione (% addetti alle industrie estrattive, manufatturiere, elettricità, gas, acqua, costruzione e installazione impianti sulla popolazione residente) Province 1951 1961 1971 1981 1991 2001 e Regioni Sud 4,1 4,5 5,4 6,2 5,4 5,7 Centro- 11,8 14,9 15,6 16,4 14,6 13,9 Nord Italia 9,3 11,1 12,1 12,8 11,3 11,0 Fonte: ns. elaborazioni su dati ISTAT. Censimento dell'industria, vari anni.
  • 12. PIL a confronto: Mezzogiorno e Italia (a prezzi 1990) 112 110 108 Mezzogiorno Italia 106 104 102 100 98 96 94 90 91 92 93 94 95 96 97 98 19 19 19 19 19 19 19 19 19 Fonte:ISTAT (conti economici regionali) fino al 1996 e stime Svimez per 1997 e 1998
  • 13. Andamento del PIL pro capite del Mezzogiorno (1951-1995) Valore assoluto e livello rispetto al centro-nord 25000 64 62 20000 60 Indice: Centro-Nord=100 Migliaia di lire 1995 15000 58 56 10000 Valori assoluti 54 5000 52 0 50 1951 1953 1955 1957 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 Anni
  • 14. Esportazioni delle regioni del Mezzogiorno. Incidenza sul PIL (mld. correnti) 20 media 1990-1991 media 1997-1998 15 10 5 0 Sicilia Puglia Molise Abruzzo Campania Mezzogiorno Sardegna Calabria Basilicata Fonte: ISTAT-Svimez
  • 15. Variazione della popolazione residente: 1951 - 1995 (saggi % medi annui) Ripartizioni 1952-74 Di cui 1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95 territoriali 1952-61 1962-74 Movimento naturale Mezzogiorno 1,37 1,46 1,30 0,85 0,63 0,52 0,36 0,99 Centro-Nord 0,53 0,48 0,56 0,07 -0,14 -0,20 -0,22 0,21 Italia 0,83 0,85 0,83 0,35 0,14 0,06 -0,01 0,50 Movimento migratorio Mezzogiorno -0,98 -0,97 -0,98 -0,30 -0,33 -0,32 0,07 -0,61 Centro-Nord 0,28 0,23 0,32 0,17 0,05 0,15 0,37 0,24 Italia -0,17 -0,21 -0,15 0,01 -0,09 -0,02 0,26 -0,07 Movimento effettivo Mezzogiorno 0,39 0,49 0,32 0,55 0,30 0,20 0,43 0,38 Centro-Nord 0,81 0,72 0,88 0,25 -0,09 -0,05 0,15 0,45 Italia 0,66 0,63 0,68 0,35 0,05 0,04 0,25 0,43 Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT
  • 16. Variazione del prodotto: 1951-1995 (saggi % medi annui) Ripartizioni 1952-74 Di cui 1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95 territoriali 1952-61 1962-74 Prodotto lordo a prezzi correnti M ezzogiorno 10,55 8,52 12,14 21,15 19,26 10,85 4,81 12,03 Centro-Nord 10,55 8,53 12,13 21,24 17,29 10,66 5,78 11,98 Italia 10,55 8,53 12,13 21,22 17,78 10,71 5,54 11,99 Prodotto lordo a prezzi costanti M ezzogiorno 4,93 5,25 4,69 3,16 0,89 2,76 0,43 3,60 Centro-Nord 5,50 5,88 5,20 3,26 0,47 2,69 1,42 3,95 Italia 5,35 5,71 5,07 3,23 0,58 2,71 1,17 3,86 Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT e SVIMEZ
  • 17. Variazione del prodotto pro capite: 1951-1995 (saggi % medi annui) Ripartizioni 1952-74 Di cui 1975-80 1981-83 1984-91 1992-95 1952-95 territoriali 1952-61 1962-74 Prodotto pro capite a prezzi correnti Mezzogiorno 10,13 7,98 11,81 20,44 18,59 10,27 4,36 11,52 Centro-Nord 9,66 7,76 11,15 20,89 17,23 10,64 5,64 11,44 Italia 9,83 7,84 11,39 20,74 17,50 10,48 5,28 11,46 Prodotto pro capite a prezzi costanti Mezzogiorno 4,53 4,72 4,38 2,55 0,33 2,22 -0,01 3,13 Centro-Nord 4,65 5,12 4,28 2,96 0,41 2,67 1,28 3,45 Italia 4,66 5,04 4,37 2,82 0,34 2,50 0,92 3,37 Fonte: elaborazioni Svimez su dati ISTAT e SVIMEZ
  • 18. Andamento della popolazione residente: 1951 - 1995 Mezzogiorno (scala a dx) e Centro - Nord (scala a sx) 39000 21000 Migliaia di unità 37000 20500 Centro -Nord 20000 35000 19500 33000 19000 31000 Mezzogiorno 18500 29000 18000 27000 17500 25000 17000 51 53 55 57 59 61 63 65 67 69 71 73 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95 Anni
  • 19. Tasso di disoccupazione (%) 19 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 0,0 5,0 59 19 61 19 63 19 65 19 67 19 69 19 71 19 73 19 75 19 77 Anni 19 79 19 81 1959 - 1995 (%) 19 83 19 85 19 87 19 89 19 91 19 Tasso di disoccupazione nel periodo 93 19 95
  • 20. Tasso di disoccupazione nel periodo 1951 - 1995 (%) Tasso di disoccupazione (%) 30,0 25,0 Mezzogiorno Centro - Nord 20,0 Italia 15,0 10,0 5,0 0,0 1959 1961 1963 1965 1967 1969 1971 1973 1975 1977 1979 1981 1983 1985 1987 1989 1991 1993 1995 Anni
  • 21. Investimenti fissi lordi del Mezzogiorno: 1951 - 1995 (a prezzi costanti ) 100 35 90 30 Livello pro capite (Centro - Nord = 100) 80 70 25 Quota % sul totale nazionale 60 20 50 15 40 30 Livello pro capite (Centro - Nord =100) 10 In % del totale nazionale 20 5 10 0 0 51 55 59 63 67 71 75 79 83 87 91 95 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 Anni
  • 22. Gli investimenti nel Sud (fondi europei messi a disposizione) Erogaz ioni Disponibilità Impegni al 31-12-97 al 31-3-98 Var. assolute rogaz ioni E assunti I trim.98 I trim.98 / tot. 1 2 3 4 5 6=4/1 Programmi regionali: 27.995 17.930 9.284 10.637 1.354 38,0% Abruz z o 1.077 875 432 496 64 46,0% Basilicata 2.191 1.972 1.015 1.159 143 52,9% Calabria 3.825 2.688 1.131 1.347 216 35,2% Campania 6.045 3.276 2.192 2.361 170 39,1% Molise 1.046 1.041 463 563 99 53,8% Puglia 5.196 2.770 1.278 1.535 257 29,5% Sardegna 3.528 2.370 1.186 1.462 276 41,4% Sicilia 5.083 2.935 1.587 1.714 127 33,7%
  • 24.
  • 26. Mezzogiorno e Mediterraneo L unitarietà del Mediterraneo, che già Platone immaginò come un grande lago sul quale si affacciavano i popoli come formiche o rane, non è un invenzione politica, ma un oggettivo dato fisico-geografico, che tende ad associare per intrinseco meccanismo , come ha osservato Fernand Braudel, i vari paesi rivieraschi, sia pure diversi per struttura, fede, cultura e tradizioni. Nel Fedro di Platone è scritto: vivono tra Phasis e le colonne d Ercole, su una piccola porzione di terra attorno al mare, come formiche o rane attorno al pantano .
  • 28. Mezzogiorno e Mediterraneo Un mare dalle dimensioni contenute, una sorta di grande lago, come si è detto. Grande per fenici e ebrei, molto verde per sumeri ed egizi, nostro per greci e romani. Il Mediterraneo ha avuto tre cantori, Braudel, Attenborough (il primo paradiso ), Matvejevic. Anzi quattro, con Omero e la sua Odissea. Come dice lo scrittore bosniaco nel suo Breviario Mediterraneo, Il più grande romanzo di formazione, la più grande storia dell'individuo che si avventura nel mondo e ritorna a casa ossia a se stesso, e cioè l'Odissea, non è immaginabile senza il mare. Ma quel mare, il Mediterraneo, è anche il grembo della nostra storia, della nostra civiltà .
  • 30. Mezzogiorno e Mediterraneo Il Mediterraneo non è mai stato semplicemente un mare che separa l Europa dal Vicino Oriente e dall Africa, o, come diceva Braudel, una semplice fenditura della crosta terrestre che si allunga da Gibilterra all Istmo di Suez e al Mar Rosso. Il Mediterraneo è un mare su cui si affacciano terre molto diverse fra loro, modi di vita lontanissimi, separati da dualismi e ostilità connaturati, ma anche uniti nel gioco delle relazioni e degli scambi marittimi, economici e culturali.
  • 31. Mezzogiorno e Mediterraneo Sul Mediterraneo si sono sviluppate civiltà avanzate e civiltà tradizionali, città moderne e metropoli ossificate in un passato immobile, che si sono spesso contrapposte tra loro; ma, soprattutto, il Mediterraneo è un mare che ha formato culture, che le ha divise e le ha unite, che le ha messe in relazione e le ha viste contrapporsi frontalmente. Nel Mediterraneo, infatti, sono nate le grandi culture che hanno dato identità all Europa e ai Paesi del Sud che si bagnano in esso.
  • 33. Mezzogiorno e Mediterraneo L attuale tormentata fase politica internazionale, l esigenza di sviluppare in profondità l antico filo del dialogo con le diverse culture di questa parte del mondo, sono gli elementi chiave da considerare per delineare il futuro ruolo del Mezzogiorno nello scenario dei rapporti tra l Europa e i paesi della sponda sud del Mediterraneo. In effetti, un nuovo e centrale ruolo del Mezzogiorno appare più che mai possibile, anche in questa difficile congiuntura politica ed economica, se l Unione Europea terrà fede all obiettivo di intensificare il suo sforzo in favore dello sviluppo delle politiche euromediterranee, nella prospettiva di offrire un forte contributo alla distensione del clima politico e sociale.
  • 35. Mezzogiorno e Mediterraneo Il Partenariato euromediterraneo rappresenta il quadro delle relazioni politiche, economiche e sociali tra gli Stati UE e Paesi terzi mediterranei (PTM). Istituito nel novembre 1995 dalla Conferenza dei Ministri degli Esteri euromediterranei di Barcellona, il Partenariato euromediterraneo riunisce i 25 Stati membri dell UE e 10 Paesi della sponda sud del Mediterraneo: Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità palestinese, Siria, Tunisia e Turchia. L obiettivo del Partenariato è di fare del Mediterraneo una zona di stabilità, di pace e di prosperità.
  • 37. Mezzogiorno e Mediterraneo Per realizzare questo scopo, un programma di obiettivi ed azioni articolato in tre grandi capitoli: - Partenariato politico e di sicurezza, per un area euromediterranea di pace e di stabilità, basata sui principi del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della democrazia (asse politico ); - Partenariato economico e finanziario, per un area di prosperità, attraverso un alleanza economico- finanziaria e la progressiva liberalizzazione degli scambi tra l UE e i suoi partner e tra gli stessi Paesi del Mediterraneo (asse economico ); - Partenariato sociale, culturale e umano, per l avvicinamento tra i popoli e lo sviluppo degli scambi culturali fra gli attori sociali (asse culturale ).
  • 39. Mezzogiorno e Mediterraneo Oltre alla democratizzazione dei paesi dell area (il primo pilastro su cui si fonda il Partenariato), il P.E.M. ha come obiettivo economico portante la costituzione, entro il 2010, di una zona di libero scambio tra l Europa e i paesi coinvolti nel progetto. Purtroppo i risultati ottenuti finora sono modesti e si rende necessario un forte rilancio del Partenariato, anche alla luce del realizzato allargamento ad Est dell Unione. In questo quadro, assume un rilievo particolare anche la questione della dotazione infrastrutturale, senz altro uno degli elementi strategici del ruolo che il Mezzogiorno d Italia può interpretare al centro del Bacino.
  • 41. Mezzogiorno e Mediterraneo Il ruolo di piattaforma e di ponte con l Africa e addirittura con l Estremo Oriente (attraverso il Mar Mediterraneo e Suez), potrà risultare valido solo se a tale funzione di connessione e di raccordo si accompagnerà un sostanziale rafforzamento del Mezzogiorno. Il nostro Sud potrà assolvere ruoli positivi e strategici solo se nel suo insieme divenenterà più sviluppato dal punto di vista produttivo e compiutamente interconnesso anche tra i propri territori. Solo allora il Mezzogiorno potrà costituire uno snodo della futura crescita in quest area del Mondo, e non funzionare solo da manufatto tecnico (ponte) al servizio delle aree più avanzate dell Italia e dell Europa del Nord.
  • 43. Mezzogiorno e Mediterraneo Anche da questo versante, va vista la scarsa rilevanza che il tema del ritardo del Mezzogiorno - che andrebbe affrontato assieme a quello delle sue necessità e potenzialità di sviluppo - ha registrato negli ultimi anni nel dibattito politico-culturale del Paese e nella politica economica italiana. Le politiche di sviluppo non sono state adeguate, sia nell ultimo mezzo secolo (nonostante la fase positiva del primo intervento straordinario , dagli anni 50 a circa la metà degli anni 70), sia nell ultimo decennio di interventi, la fase dalla cosiddetta Nuova politica economica , manifestando un eccesso di ottimismo verso alcuni limitati (e non strutturali) progressi del Sud.
  • 44. La fine della politica speciale per il Mezzogiorno
  • 45. Mezzogiorno e Mediterraneo Oggi, le risorse in conto capitale vanno utilizzate per le gambe tecniche dello sviluppo nelle aree in ritardo. Infatti, le opere pubbliche condizionano la produttività e l attrattività dei contesti territoriali, le cui dotazioni – specie quelle per le reti – non possono essere solo funzione dell esistente livello di sviluppo, ma devono concorrere ad accelerarlo. In questo quadro, è essenziale la realizzazione dei Corridoi europei (la Direttrice UE Berlino-Palermo, il Corridoio 8 Napoli-Bari-Balcani). Se si vuole puntare su una strategia euro-mediterranea, occorre un consolidamento logistico (e ovviamente economico-produttivo) dell intero Mezzogiorno, per promuovere efficienti collegamenti con il mare tra le terre .
  • 46. Mezzogiorno e Mediterraneo Il riassorbimento del divario tra il debole Sud e il forte Nord comporterà sforzi impegnativi e lunghi, la cui durata dipenderà dall entità dei differenziali di crescita Nord-Sud che si riuscirà a realizzare nelle due macro-regioni d Italia. Ma proprio perché tempi e risorse sono fattori e vincoli reali, è questo il momento di porsi obiettivi strategici importanti, concentrando su di essi l impegno, per puntare, nel lungo periodo, all unificazione anche economica del nostro Paese.
  • 47. Mezzogiorno e Mediterraneo Quest obiettivo ha rappresentato dagli anni 40 il sogno del nuovo meridionalismo nazionale ed europeista, di Pasquale Saraceno, Donato Menichella, Rodolfo Morandi, Francesco Giordani, Giuseppe Cenzato, e, poi, di Manlio Rossi Doria, Vincenzo Caglioti, Giorgio Sebregondi, Francesco Compagna, Gabriele Pescatore, Salvatore Cafiero e di tanti altri, con i quali la SVIMEZ ha scritto pagine decisive della storia italiana ed europea.
  • 49. Mezzogiorno e Mediterraneo Se guardiamo alla storia di lunga durata, vediamo che il destino del Mezzogiorno e quello del Mediterraneo hanno sempre proceduto insieme, nel bene e nel male. Quando il Mediterraneo è stato al centro dei traffici del mondo, anche il Mezzogiorno ha conosciuto le sue pagine più positive. Quando il Mediterraneo, invece, è andato in crisi, anche il Mezzogiorno ha vissuto periodi bui. Adesso, dopo lungo tempo, il Mediterraneo torna ad essere uno snodo del pianeta, un grande crocevia internazionale e, dunque, anche il Mezzogiorno, assieme a tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, può riconquistare la sua centralità mediterranea: di un comune mare di pace e di relazioni internazionali. Mezzogiorno e Mediterraneo, Mediterraneo ed Europa.
  • 51. Mezzogiorno problema aperto Corrado Barbagallo nel 1948 rilevava come una delle fondamentali condizioni sfavorevoli per la diffusione dell industria fosse la mancanza di capitali e, in particolare, la riluttanza dei capitalisti a investire il loro denaro in imprese industriali, che debbano aver sede nel Mezzogiorno . Tale contrarietà, infatti, discendeva dalla convinzione che quaggiù una qualsiasi impresa industriale è costosa, faticosa, probabilmente destinata all insuccesso per la mancanza di quegli elementi, che con frase oscura gli economisti sogliono denominare fattori agglomerativi .
  • 52. Mezzogiorno problema aperto Allora, se in altri tempi il permanere del divario tra Nord e Sud ha comportato la prevalenza di una politica assistenziale e improduttiva, oggi a maggior ragione occorre interrogarsi, come faceva Saraceno, sulla possibilità di impiegare le risorse pubbliche disponibili al fine di creare quella convenienza ad investire che mancava nel Mezzogiorno . Il Rapporto sull economia del Mezzogiorno 2006 e i nuovi materiali predisposti dalla SVIMEZ in occasione del suo 60° anniversario (in particolare, l elaborato relativo a L evoluzione macro-economica del Mezzogiorno e del Centro- Nord 1951-2005) offrono l opportunità concreta di riprendere a discutere di questo problema quanto mai aperto e niente affatto superato, dopo un sessantennio di storia italiana.
  • 53.
  • 54. Rapporto SVIMEZ 2006 I dati del Mezzogiorno al 2005
  • 56. Rapporto SVIMEZ 2006 Un Mezzogiorno in recessione all'interno di un Paese che ristagna. Questa è la fotografia che emerge dal Rapporto della Svimez sull'economia del Mezzogiorno. Nel 2005 il Sud è peggiorato rispetto al 2004 in PIL e occupazione, crescendo per il secondo anno consecutivo meno del Centro-Nord. Il PIL per abitante è rimasto a 16.272 euro, pari al 60,3% del Centro-Nord (26.985 euro). A livello regionale, al Sud sono cresciute solo Abruzzo (+2,1%), Sicilia (+2,8%) e Sardegna (+0,9%).
  • 57. Rapporto SVIMEZ 2006 Sul versante occupazionale, il Sud ha perso, nel 2005, 20mila posti di lavoro (a fronte di un aumento di 179mila unità nel Centro-Nord), che salgono a 69mila se si considera il periodo 2002-2005 (in cui il Centro-Nord registra +700mila nuovi addetti). Il tasso di attività scende di due punti al Sud, a dimostrazione di un crescente effetto scoraggiamento che induce le fasce più deboli a non cercare più lavoro. E come a livello nazionale e in controtendenza rispetto agli scorsi anni, riprende a crescere il lavoro atipico (+16mila unità). Spina nel fianco, ancora una volta, il sommerso, che colpisce quasi 1 lavoratore su 4 (23%), percentuale che scende al 10% nel Centro-Nord.
  • 58. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno +3,4 +1,3 CRESCITA 0,0 DELL'ECONOMIA NEL 2005 -0,3
  • 59. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno Mezzogiorno CRESCITA DEL PIL 2,7 2,7 2,2 2,4 2,0 1,0 1,1 0,7 0,7 -0,3 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 3,1 1,8 1,7 1,5 1,6 1,1 1,4 0,2 0,1 0,0 Centro-Nord
  • 60. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno OCCUPAZIONE 16500 6500 Mezzogiorno 16000 6400 15500 6300 15000 6200 14500 6100 14000 6000 Centro-Nord 13500 5900 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
  • 61. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno TASSO DI ACCUMULAZIONE 40,0 35,0 MEZZOGIORNO 30,0 25,0 20,0 CENTRO-NORD 15,0 1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005
  • 62. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno IL DUALISMO 100,0 100,0 100,0 60,3 293,9 71,6 TASSO DI TASSO DI PIL PRO CAPITE DISOCCUPAZIONE OCCUPAZIONE
  • 63. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno PIL PRO CAPITE IN PPA Tasso di crescita m.a. 1995-2003 Nuovi paesi membri UE 5,7% Altre Aree Ob. 1 UE a 15 4,8% Mezzogiorno 3,6%
  • 64. Rapporto SVIMEZ 2006 PERCORSI sull'economia del Mezzogiorno DI SVILUPPO 140,0 1998 2002 2000 2005 130,0 2002 2004 I rlanda Centro-Nord 2000 2004 Regno Pil pro capite in PPA 120,0 2005 Unito 1998 2004 1998 2005 2002 2000 1998 2000 1998 2000 2002 2000 110,0 2002 Francia 2004 1998 Italia 2005 2004 2002 2004 2005 Germania 2005 100,0 2005 2004 2002 90,0 2000 S pagna 1998 2005 2004 2000 80,0 1998 2002 2000 Mezzogiorno 2002 1998 2002 2004 2000 Grecia 2004 Portogallo 70,0 2005 1998 2005 70,0 80,0 90,0 100,0 110,0 120,0 Tasso di occupazione 15-64 anni
  • 65. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno LE AREE DELLA COMPETITIVITA’ SE SE LU FI DK IE DK UK BE DE FI NL NL IE DK LU NL FI AT FR CZ BE SI SE UE15 AT AT UK UE15 DE FR LT SK SI ES UE15 IT-CN BE SI IE LV IT-CN ES PT EE IT PL HU EE EE UK CZ DE FR PT SK ES IT-MEZZ CZ IT HU IT-CN PT SK LU PL LT IT LT GR HU LV PL IT-MEZZ GR LV GR IT-MEZZ 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 INNOVAZIONE – R&S RISORSE E VITALITA FORMAZIONE ECONOMICA
  • 66. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno TASSO DI ACCUMULAZIONE UE 25 29,7 27,1 28,6 23,8 26,4 22,3 19,3 19,2 SUD
  • 67. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno L’INTEGRAZIONE INTERNAZIONALE QUOTA ESPORTAZIONI DEL SUD SU COMMERCIO MONDIALE 0,4% INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI PER ABITANTE NEL SUD 16 $ NEL CENTRO-NORD 271 $ UE a 25 900 $ IRLANDA 5.200 $
  • 68. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno LE AGEVOLAZIONI DELLA L. 488/92 NELL’INDUSTRIA E NEI SERVIZI (mln €) 2001 2.796,6 2002 1.907,0 2003 1.305,1 2004 1.163,3 2005 6,6
  • 69. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno SPESA DELLA P.A. IN CONTO CAPITALE 2004 SPESA BASE SPESA ADDIZIONALE nel SUD 11,6 mrd € nel SUD 9,8 mrd € nel NORD 32,9 mrd € nel NORD 3,9 mrd € SUD / ITALIA 26,1% SUD / ITALIA 71,5% SPESA COMPLESSIVA nel SUD 21,4 mrd € nel NORD 36,8 mrd € SUD / ITALIA 36,8%
  • 70. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno PORTI HUB (TRANSHIPMENT) E FEEDER
  • 71. Rapporto SVIMEZ 2006 sull'economia del Mezzogiorno INDICI SINTETICI DI DOTAZIONE DEI NODI DI SCAMBIO (ITALIA=100) Centri Indice Porti Aeroporti intermodali sintetico Sud 1,1 98,0 77,0 20,1 Centro- 156,1 101,1 112,6 121,1 Nord
  • 72. PIL: tassi di var. % su valori a prezzi costanti 1995 6,0% 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% 81 83 85 87 89 91 93 95 97 99 01 03 * * * 05 07 09 -1,0% 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 20 20 20 20 -2,0% Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno * Previsioni Fonte: ISTAT, Unioncamere
  • 73. Tasso di attività 54 52 50 48 46 44 42 40 2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2 Centro Nord Sud Fonte: ISTAT
  • 74. Tasso di occupazione 52 50 48 46 44 42 40 38 36 34 2004/1 2004/2 2004/3 2004/4 2005/1 2005/2 2005/3 2005/4 2006/1 2006/2 Centro Nord Sud Fonte: ISTAT
  • 75. Andamento dell'export per ripartizioni (2000 = 100) 135 130 125 120 115 110 105 100 95 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno Fonte: ISTAT
  • 76. Presenze turistiche (1995 = 100) 150 145 140 135 130 125 120 115 110 105 100 95 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 "Centro Nord - italiani" "Centro Nord - stranieri" "Mezzogiorno - italiari" "Mezzogiorno - stranieri"
  • 77. Mezzogiorno Valore aggiunto pro capite Valore aggiunto pro capite regionale comunale Comuni TOP-FIVE – V.A. pro capite Regione V.A. pro capite Pettoranello del Molise (IS) € 99.905 Abruzzo € 18.246 Pozzilli (IS) € 73.711 Basilicata € 15.443 Atessa (CH) € 62.972 Sarroch (CA) € 69.068 Calabria € 14.050 Campochiaro (CB) € 63.302 Campania € 14.890 Comuni DOWN-FIVE – V.A. pro capite Molise € 17.402 Trenta (CS) € 4.677 Puglia € 14.359 Petruro Irpino (AV) € 4.723 San Lorenzo Bellizzi (CS) € 4.805 Sardegna € 16.952 Altofonte (PA) € 4.981 Sicilia € 14.845 San Martino di Finita (CS) € 5.073 ITALIA(*) € 21.770 MEDIANA MEZZOGIORNO: € 11.969 (*)Valore aggiunto 2005 pro capite – Dato ISTAT
  • 78.
  • 79. Una politica di coesione – in Italia e nell Unione europea, e guardando entrambi al futuro dei rapporti anche con i Paesi e con le economie del Mediterraneo – potrà definirsi veramente tale non se aiuterà con risorse pubbliche solo gli ultimi (in Italia il Mezzogiorno; nell Europa a 25 i soli Paesi dell Est), ma se si dimostrerà capace di stimolare e sostenere l ambizione e l impegno di ciascun territorio, che si trova sempre collocato ad un diverso livello di una ideale scala o griglia capace di misurare il benessere raggiunto e quello più elevato cui tendere. Ed ambizione ed impegno di ciascun territorio non può non essere quello di accelerare la propria velocità di crescita, in una sorta di maratona ad inseguimento (Nino Novacco - 2004)
  • 80. I Fondi strutturali: le novità per il periodo 2007-2013
  • 81. La politica di coesione Art. 130A del Trattato dell Unione Europea: Per promuovere uno sviluppo armonioso dell insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economia e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite, comprese quelle rurali
  • 82. La politica di coesione L obiettivo dei fondi strutturali è proprio quello di sostenere e finanziare, assieme agli Stati Membri, tutte quelle azioni intese a creare le condizioni necessarie ad uno sviluppo duraturo e sostenibile. La riforma dei fondi strutturali, avviata nel 1988 e ripresa nel 1993 dall Unione Europea per il periodo 1994/99, costituisce una tappa importante nel rapporto tra le istituzioni comunitarie e le singole regioni per la definizione delle politiche di sviluppo dell Unione Europea.
  • 83.
  • 84. La politica di coesione Quali sono i fondi? Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR): infrastrutture, investimenti produttivi, PMI, Istruzione, Sanità, R&S, Turismo e Beni Culturali Fondo Sociale Europeo (FSE): formazione, aiuti all assunzione dei lavoratori, adeguamento delle strutture formative e pari opportunità
  • 85. La politica di coesione Fondo Europeo di garanzia e orientamento agricolo (FEOGA): ammodernamento strutture agricole, trasformazione, promozione e commercializzazione dei prodotti locali, tutela dell ambiente rurale, prevenzione catastrofi naturali nelle zone ultraperiferiche Strumento finanziario di orientamento della pesca (SFOP): flotta da pesca, acquacoltura e fascia costiera, attrezzature dei porti da pesca, trasformazione e commercializzazione del pesce, prospezione dei mercati
  • 86. La politica di coesione Politica di coesione = Politica regionale = Fondi strutturali I fondi strutturali: Fse (dal 1958), Feoga (dal 1958), Fesr (dal 1975), Fondo di coesione (dal 1993) - La politica di coesione inizia negli anni 60, ma viene rilanciata dall AUE del 1986, per compensare le regioni più deboli dall introduzione del mercato unico europeo. - Riforma dei fondi strutturali del 1988 - Nel 1988 i fondi strutturali coprivano il 15% del bilancio CE, nel 1992 sono passati al 30% (e sono poi rimasti a questo livello) Quattro periodi di programmazione: 1988-1992 - cinque anni 1993-1999 - sette anni 2000-2006- sette anni 2007-2013- sette anni
  • 87. I principi guida dei fondi strutturali 2007-2013 Concentrazione: un impostazione più strategica, che consolida le priorità dell Unione sia a livello geografico (80% circa del finanziamento destinato alle regioni meno sviluppate), sia dal punto di vista tematico (strategia incentrata sugli obiettivi di Lisbona e Göteborg). Semplificazione: riduzione del numero di regolamenti; meno obiettivi – meno Fondi; programmazione; soppressione della suddivisione in zone, programmi sostenuti da un unico Fondo; gestione finanziaria più flessibile; proporzionalità in materia di controllo, valutazione e monitoraggio; ammissibilità delle spese. Decentramento: ruolo più incisivo delle regioni e dei soggetti locali.
  • 88. Concentrazione Territoriale. La nuova geografia delle disparità
  • 89.
  • 90. Scenari in rapida trasformazione per le politiche regionali [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 20] Gli scenari L allargamento condurrà ad un ampliamento dell allargamento dei divari di sviluppo, ad uno spostamento verso est del problema delle disparità e ad una più difficile situazione occupazionale: i divari socioeconomici raddoppieranno e la media comunitaria del PIL per abitante si ridurrà del 12,5%. Le trasformazioni Inoltre, l Unione dovrà fronteggiare la più strutturali rapida ristrutturazione economica derivante dalla globalizzazione, l ulteriore apertura dei mercati internazionali , la rivoluzione tecnologica, lo sviluppo dell economia e della società della conoscenza, l invecchiamento della popolazione e la crescita dei flussi migratori .
  • 91. Integrare le politiche di coesione e la strategia di Lisbona [Terzo Rapporto di Coesione, pag. 101] Le politiche di coesione La conoscenza è il cuore della strategia di sono strettamente Lisbona. La generazione, la disseminazione e interrelate alle l uso della conoscenza sono il mezzo attraverso esigenze di rilancio e cui le attività economiche operano e si innovazione dell intera economia europea. La sviluppano. Facilitare l accesso alla finanza ed strategia di Lisbona è ai mercati, promuovere i servizi di supporto stata recentemente alla produzione, rafforzare i legami fra le rilanciata dalla imprese e le attività scientifiche, dotare le Commissione, anche persone delle giuste abilità attraverso con il lancio di un l istruzione e la formazione, incoraggiare Programma comunitario. l adozione di nuove tecnologie ed incrementare gli investimenti in R&S sono tutti elementi chiave per migliorare il contesto produttivo e stimolare l innovazione .
  • 92. I tre obiettivi delle politiche regionali 2007 – 2013 [Reg. Gen. capp. II e III, artt. 3 – 7] Le politiche di Convergenza: sostenere lo sviluppo e coesione si la creazione di posti di lavoro negli concentrano su tre obiettivi adottando Stati Membri e nelle regioni meno un sistema più sviluppate. semplice di strumenti (FESR, FSE e Fondo di Competitività regionale e coesione) occupazione: anticipare e promuovere il cambiamento al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo. Cooperazione territoriale ed europea: promuovere uno sviluppo armonioso ed equilibrato del territorio dell Unione.
  • 93. Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] La prima priorità: Rendere più attraenti gli Stati membri, le l attrattività di nazioni regioni e le città migliorando e territori. Il centro della strategia è il l accessibilità, garantendo servizi di rafforzamento delle qualità e salvaguardando le potenzialità infrastrutture ambientali, attraverso: il potenziamento delle infrastrutture di trasporto il rafforzamento delle sinergie tra tutela dell ambiente e crescita ridurre l uso intensivo delle fonti energetiche tradizionali
  • 94. Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] Promuovere l innovazione, l imprenditoria e lo La seconda priorità: sviluppo dell economia della conoscenza innovazione, mediante lo sviluppo della ricerca e imprenditoria ed dell innovazione, comprese le nuove tecnologie economia della dell IC, attraverso: conoscenza. Il centro il miglioramento e l aumento degli investimenti della strategia è su RST nella RST, mediante gruppi di eccellenza, ed innovazione accesso delle PMI, capacità di R&S promuovere l innovazione e l imprenditoria, mediante poli di eccellenza, servizi di sostegno, ecoinnovazioni, sviluppo di nuove imprese garantire l accessibilità per tutti alla SI migliorando servizi ed infrastrutture migliorare l accesso ai finanziamenti per le imprese che investono nella conoscenza e nell innovazione
  • 95. Le tre priorità della politica di coesione [Linee guida della strategia comunitaria] Creare nuovi e migliori posti di lavoro: La terza priorità: nuovi e migliori posti di facendo in modo che un maggior numero di lavoro persone arrivi e rimanga sul mercato del lavoro e modernizzando i sistemi di protezione sociale migliorando l adattabilità dei lavoratori e delle imprese nonché rendendo più flessibile il mercato del lavoro aumentando gli investimenti nel capitale umano attraverso il miglioramento di istruzione e competenze Governance e migliorando la capacità amministrativa partenariato pubblico contribuendo a mantenere in buona salute la privato sono principi popolazione attiva con la prevenzione dei rischi chiave della nuova e l adeguamento delle infrastrutture strategia comunitaria
  • 96. Il destino delle regioni italiane oggi in Obiettivo 1 [Allegato statistico al TRC] Data l evoluzione del A pieno titolo nell Obiettivo PIL per abitante e Convergenza: Calabria (68,1 su EUR tenendo conto del cosiddetto effetto 25), Campania (71,5), Puglia (71,3) e statistico [Relazione Sicilia (71,6). Reg. Gen. pag. 4], la Sardegna dovrebbe In phasing out dall Obiettivo uscire dall’attuale Convergenza: Basilicata (77,3 su EUR Obiettivo 1 mentre la 25 e 72,5 su EUR 15). Basilicata dovrebbe andare in phasing out In phasing in nell Obiettivo Competitività: Sardegna (83,4 su EUR 25 e 76,1 su EUR 15). dati provvisori
  • 97. Il QSN e il percorso nazionale Come si è organizzato il Gli articoli 25 e 26 (Titolo 3, Cap. II) della nostro Paese per questa proposta di regolamento prevedono che fase preparatoria delle ciascun Paese membro adotti un Quadro politiche di coesione? strategico nazionale per impostare la propria strategia e la programmazione operativa globale. Il QSN espone strategie, priorità, obiettivi, elenco dei Programmi Operativi e dotazioni finanziarie per fondo. Per la definizione del QSN sono state definite (febbraio 2005), in Italia, delle Linee Guida approvate dalla Conferenza Unificata. Le Linee Guida stabiliscono fra l altro che la costruzione del QSN è l occasione per consolidare e completare l unificazione della programmazione delle politiche regionali, nazionali e comunitarie.
  • 98. Cosa c è nel QSN? Lista dei Programmi Operativi I profili strategici: Risorse di massima Obiettivi di coesione e Composizione fra investimenti pubblici ed competitività aiuti alle imprese Priorità di intervento Indicazioni di pochi obiettivi, coerenti con Lisbona-Goteborg e la SEO, e di indicatori Integrazione finanziaria corrispondenti e programmatica Criteri per la costruzione di meccanismi di Integrazione fra premialità politiche regionali e Obiettivi programmatici per il FAS nazionali Previsioni della spesa settennale, per Governance e capacità verificare verificare l addizionalità (Ob. 1) istituzionali Risorse per priorità (Ob. 1) Impegni per la valutazione e la capacità istituzionale (Ob. 1) Collegamenti e sinergie con le politiche nazionali (Ob. 1)
  • 99. Prime indicazioni strategiche Da alcuni interessanti •  Accompagnare la politica regionale con documenti provvisori del DPS emergono prime un forte grado di condivisione nazionale indicazIoni di metodo e •  Introdurre un targeting vincolante per di strategia sul prossimo alcuni servizi essenziali periodo di programmazione •  Apertura della programmazione e dell attuazione alle avanguardie culturali, del lavoro e imprenditoriali più innovative •  Dare priorità più stringenti nei programmi •  Coinvolgere e promuovere il sistema delle banche attraverso un quadro di certezze •  Ridurre i residui limiti della governance