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Fotografia e Guerra
1. Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Fotografia e guerra Andrea Sangiovanni
2. Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Fotografia e guerra … lo sfruttamento della guerra come “risorsa naturale” principia avanti che si possa diffonderne sul mercato le icone di consumo più convenienti, per mezzo della fotoincisione… [essa] servì da “viva”, cioè quando poteva agire sulle coscienze in modo contingente (…) [e] in definitiva, e proprio per la “risorsa” che se ne poteva ricavare, la fotografia di guerra fu fra le prime ad essere tecnicamente e meglio omologata Ando Gilardi, Storia sociale della fotografia , Bruno Mondadori, Milano 2000, pp. 245-246
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5. I fotografi di guerra (1) Il canone del ritratto militare: posa, scenario, abiti Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
6. Rappresentare la morte 1860, seconda guerra dell’oppio (1) Felice Beato, al seguito della spedizione anglo-francese in Cina, mostra i cadaveri dei soldati cinesi Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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8. La guerra civile americana (1861-1865) La fotografia: È la prima guerra ad essere oggetto di reportages fotografici Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
9. Rappresentare la morte Le fotografie della guerra di secessione americana mostrano i cadaveri. Luglio 1863, battaglia di Gettysburgh raccolto di morte (2) Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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11. Modelli di rappresentazione del conflitto È impressionante la somiglianza di questa fotografie con i quadri che rappresentano vedute di battaglia: ma in questo caso la fotografia ci "racconta" la battaglia in modo molto meno efficace di quanto non facciano quei quadri che, generalmente, mostrano nitidamente gli schieramenti degli eserciti, i condottieri, le strategie di combattimento. Sono ancora i limiti delle tecniche fotografiche a rendere obbligatorio questo tipo di scatto, e, in particolare, la necessità di un’esposizione lunga nonché l’uso delle lastre: le fotografie di guerra continuano così a mostrare soprattutto gli eserciti schierati, le retrovie, le devastazioni successive alle battaglie o, come in questo caso, le battaglie da lontano. Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
12. Altopiano di Asiago, prima guerra mondiale Fondo privato, Istituto Storico Parri dell’Emilia Romagna Queste parole sembrano descrivere quanto si vede nella fotografia della prima guerra mondiale; invece sono tratte da una radiocronaca di Antonio Piccone Stella, inviato dell'Eiar dal fronte africano nel 1940. Ci permettono, con un piccolo balzo in avanti, di notare quanto alcuni moduli nella rappresentazione della guerra siano persistenti: la guerra, nonostante i molti progressi tecnici, continua ad essere vista da lontano. «Dov'è la battaglia? Com'è una battaglia? Per ora, per noi, è in quelle nuvolette grigie, appena picchettate di scuro dalla parte ove il sole non batte» Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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16. Prima guerra mondiale (1914-1918) L’importanza delle fotografie “private”: i protagonisti diventano i soldati. Cambia il modello di rappresentazione Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
17. Prima guerra mondiale (1914-1918) Un altro protagonista della prima guerra mondiale: la trincea Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
18. Prima guerra mondiale (1914-1918) Durante la prima guerra mondiale le fotografie diventano testimoni preziosi delle durissime condizioni di vita dei soldati che lasciano una traccia permanente nei loro schemi mentali e nella loro percezione del mondo Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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20. Guerra civile spagnola (1936-1939) Miliziani repubblicani che assediano l’Alcazar di Toledo, 1936 Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
21. Guerra civile spagnola (1936-1939) Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Giornalisti che assistono, dalle feritoie di un muro, a uno scontro presso il Ponte di Toledo. "L'Illustration", 28 novembre 1936 In prima fila... "Vu", 18 novembre 1936
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23. Seconda guerra mondiale (1939-1945) Leggermente fuori fuoco di Robert Capa Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
24. Seconda guerra mondiale (1939-1945) Leggermente fuori fuoco di Robert Capa Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
25. Seconda guerra mondiale (1939-1945) Lo spettacolo della guerra Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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30. Vero e verosimile La bandiera rossa sventola sul Reichstag Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo La sequenza mostra chiaramente che la fotografia è preparata, non è vera ma verosimile
31. Vero e verosimile Guerra civile americana. Il fucile è stato aggiunto prima dello scatto per dare maggiore verosimiglianza alla fotografia Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Iwo Jima
32. Vero e verosimile Un esempio di lettura fuorviante delle immagini La didascalia originale dice: «un partigiano uccide con una revolverata un prigioniero fascista. Questa terribile immagine (…) document[a] la tragica spietatezza della guerra civile nel veneto. (…)» Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
33. Vero e verosimile Altre fotografie della sequenza originale: sono ricostruzioni di esecuzioni di prigionieri fatte dagli stessi partigiani. Il fucilato è uno di loro. Un esempio di lettura fuorviante delle immagini Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
34. Una nuova era di pace? Il fungo atomico di Fat man , la bomba atomica sganciata su Nagasaki il 9 agosto 1945 1946: inizia la Guerra fredda Tra il 1945 e il 1991 in Africa, Asia e America Latina scoppiano poco meno di 150 conflitti armati Mentre USA e URSS studiano i piani per la grande guerra atomica, conflitti più limitati esplodono in scenari lontani dall’Europa: il più grande e il più importante, che sembra portare il mondo sull’orlo della Terza guerra mondiale, è la guerra di Corea (1950-1953) Dopo la caduta del muro di Berlino e la dissoluzione dell’URSS la guerra tornerà a scoppiare anche sul suolo europeo (Ex-Jugoslavia, Kosovo) Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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37. Vietnam (1963-1974) Il napalm La guerriglia Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
38. Vietnam (1963-1974) La foto-simbolo: Kim-Phuc Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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41. Guerre dimenticate L’impiego di soldati-bambini rafforza l’immagine di una guerra “altra” Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Guerre etniche e tribali combattute con armi arcaiche L’esempio del Rwanda
42. I fotografi di guerra: una nuova estetica del dolore? Per me la forza della fotografia sta nella capacità di evocare ciò che è l'umano. Se la guerra costituisce un tentativo di negare questa umanità, allora la fotografia può essere concepita come il contrario della guerra e, utilizzata consapevolmente, diventare un rimedio assai efficace James Nachtwey, intervista a “il manifesto” 24 novembre 2004 Questo scatto ha vinto il World presso photo 1994 (3) Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
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44. La seconda guerra del Golfo: un nuovo millennio? un nuovo sguardo? Cina, 1912 Iraq 2004. Si tratta del fotogramma di un videotape, evidentemente ripreso da una trasmissione televisiva. Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
45. La seconda guerra del Golfo: un nuovo millennio? un nuovo sguardo? Abu Ghraib: l’umiliazione del nemico Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
46. La seconda guerra del Golfo: un nuovo millennio? un nuovo sguardo? Altre immagini di umiliazione di due periodi differenti, una costante della fotografia privata di guerra Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo Foto di Charles Fenno Una pagina di diario di un militare nella conquista dell’Eritrea
47. La seconda guerra del Golfo: un nuovo millennio? un nuovo sguardo? Non importa più che le immagini siano vere, verosimili o false, ha scritto il filosofo francese Jean Baudrillard: “Soltanto il loro impatto conta davvero, nella misura stessa in cui quelle immagini sono calate nella guerra. Non vi è neppure più bisogno di giornalisti embedded , al seguito delle truppe: sono i soldati stessi ormai a scattarsi da soli delle immagini. Grazie alla tecnologia digitale, le immagini sono definitivamente integrate nella guerra. Le immagini non la rappresentano più, non implicano più una certa distanza da essa, né implicano percezione soggettiva o giudizio. Le immagini non appartengono più alla sfera della rappresentazione, né dell’informazione in senso stretto e di colpo la questione di sapere se occorra pubblicarle, riprodurle, diffonderle, proibirle e persino la questione ‘cruciale’ di sapere se siano vere o false è del tutto ‘irrilevante’” Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo
48. La seconda guerra del Golfo: un nuovo millennio? un nuovo sguardo? Mentre l’arte cerca di ridare senso alle immagini di guerra reinterpretandole… … l’uso che la comunicazione popolare di massa (pubblicità, film) fa di quegli stereotipi getta una nuova luce sulla forza di penetrazione di certe immagini e sulla nostra capacità di assuefazione all’orrore Facoltà di scienze della comunicazione Università di Teramo