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L'utopia politica di Dante
nel Paradiso
L’imperatore ideale:
GIUSTINIANO
Il re ideale:
CARLO MARTELLO
Il politico ideale:
ROMEO DI VILLANOVA
Il cittadino ideale:
CACCIAGUIDA
L’UTOPIA POLITICA di DANTE
Dante scrive la Divina Commedia per far comprendere ai suoi contemporanei dove portino i
vizi capitali (Inferno), ma dimostra come l’uomo possa riscattarsi e cambiare (Purgatorio) per
creare un mondo più giusto (Paradiso).
Il paradiso è la terza delle tre cantiche della Divina Commedia in cui traspare:
MODELLO POLITICO: IMPERO ARMONIOSO
GIUSTINIANO
"...Cesare fui e son Iustinϊano,
che, per voler del primo amor ch'i' sento,
d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano..."
Le caratteristiche di Giustiniano
‘‘ a Dio per grazia piacque di spirarmi
l’alto lavoro, e tutto ‘n lui mi diedi
e al mio Belisar commendai l’armi ’’
VV. 23 -25
Giustiniano vuole costruire un impero di pace e ritiene che il
primo passo per realizzarlo sia quello di creare delle leggi giuste.
Per realizzare questo obiettivo lascia il comando dell’esercito al
suo Belisario per dedicarsi a quella che è considerata la sua più
grande opera : il riordino del Diritto Romano mediante la stesura
del Corpus Iuris Civilis (Raccolta del Diritto Civile).
‘‘ma ‘l benedetto Agapito, che fue
sommo pastore, a la fede sincera
mi dirizzò con le parole sue’’
vv. 16 - 18
Prima di dedicarsi al riordino legislativo, Giustiniano credeva che in Cristo vi
fosse una sola natura, quella divina, ma il papa Agapito lo indirizzo verso la
vera fede con le sue parole tanto da portarlo ad operare in armonia con il
potere spirituale a cui ha riconosciuto il ruolo di guida.
’perché tu veggi con quanta ragione
si move contr’al sacrosanto segno
e chi ‘l s’appropria e chi a lui s’oppone.’’
vv. 31 - 33
Dante con questa frase riconosce la sacralità dell’impero, condizione dell’affermarsi
della giustizia, del bene pubblico, della pace universale e condanna ogni interesse di
parte.
Il sogno universalistico di Dante e la realtà
Si frantuma il sogno di Dante di una pace universale e di una unità politica di fronte alla
forte opposizione delle fazioni assetate di potere. Secondo Dante sono necessarie una
pace universale e una unità politica sotto l'autorità dell'impero, istituzione voluta dalla
Provvidenza, e per questo il poeta ammonisce i guelfi e i ghibellini che si scontrano nel
segno dell'aquila imperiale opponendosi al progetto divino.
‘‘faccian li Ghibellin, faccian lor arte
Sott’altro segno; ché mal segue quello
Sempre chi la giustizia e lui diparte;
E non l’abbatta esto Carlo novello
Coi Guelfi suoi, ma tema de li artigli
Ch’a più alto leon trasser lo vello.’’
vv.103 -108
La nostra utopia
‘‘diverse voci fanno dolci note’’
V. 124
L’UE forse può rappresentare la realizzazione del sogno di Dante di unione,
collaborazione ed integrazione ma il cammino è ancora lungo: noi vorremmo
un’Europa dove dalla diversità dei paesi nascesse armonia finalizzata al bene
comune, alla libertà ed alla valorizzazione di tutti gli uomini.
Classe V A RIM a.s. 2017-2018
Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico
Alunni: D’Alesio Carlotta, Bargiglione
Gloria, Cavallucci Gianna, Pantalone Giulia
e Di Marcoberardino Caterina
L’UTOPIA CHE SI SCONTRA CON LA REALTÀ:
ROMEO DI VILLANOVA
«E dentro la presente margarita
luce la luce di Romeo, di cui
fu l’ovra grande e bella mal gradita».
Paradiso, canto VI, vv.127-129
ROMEO: MINISTRO GIUSTO
E MERITEVOLE
Romeo è incontrato da Dante nel cielo di Mercurio, tra gli spiriti che
agirono per il bene, egli era:
• il fedele segretario del signore Raimondo Berengario di
Provenza;
• un abile diplomatico ,tanto che fece maritare le quattro
figlie di Berengario con i quattro sovrani tra i più potenti
del tempo;
• un modello ideale: lavora in modo onesto e disinteressato
per lo Stato;
• un ottimo e disinteressato amministratore: «li assegnò
sette e cinque per diece»
LE QUALITÀ DI ROMEO
sopraffatte dalla corruzione dei tempi
Il merito del fedele ministro di Berengario, persona di umili origini e straniera,
muove l’invidia e si scontra con la malevolenza dei provenzali:
«e poi li mosser le parole biece
a dimandar ragione a questo giusto»
LA SCONFITTA DELL’UOMO GIUSTO
➢Romeo, povero e vecchio, è costretto a partire ed a conoscere
l’amarezza dell’esilio:
«indi partissi povero e vetusto
e se ‘l mondo sapesse il cor ch’elli ebbe
mendicando sua vita a frusto a frusto
assai lo loda e più lo loderebbe»
vv.139-142
L’uomo che cammina di A. Giacometti
DANTE COME ROMEO
Dante si rispecchia pienamente nella "persona umile e peregrina" di
Romeo, che ha vissuto il suo stesso dramma.
Il sogno di Dante:
➢ Politici giusti che lavorino per
il bene dello Stato come Romeo
di Villanova
➢ Stati che rispettino e
valorizzino chi ha operato
onestamente e a vantaggio della
collettività
La realtà storica:
Cittadini e Stati che, per interessi
di parte, corruzione, sete di
potere, invidia, condannano
all’ingratitudine, alla povertà,
all’esilio chi ha ben agito, come
Romeo e lo stesso Dante
IL NOSTRO SOGNO
Come Dante anche noi vorremmo che la
politica riscoprisse la sua vocazione più
nobile, auspicheremo :
✓Uomini politici meritevoli, come Romeo,
onesti e disinteressati, in grado di
affrontare i problemi della
contemporaneità
✓Una società accogliente, dove chi è
«umile e pellegrino» sia messo in
condizione di dare il suo contributo
LA REALTÀ
• Troppi politici dimentichi del
bene comune o impreparati ad
affrontare le sfide del presente
• Rigurgiti razziali, diffidenza per lo
straniero
• Società distratta che non
appoggia chi opera veramente
per il bene comune.
Classe V A RIM a.s. 2017-2018
Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico
Alunni: Popa Elena, Pavone Michela,
Buduri Arlinda,Melinte Andra
L’UTOPIA POLITICA DI DANTE
NEL PARADISO :
CARLO MARTELLO D’ANGIÒ
PRINCIPE CORTESE E GIUSTO
…"Il mondo m'ebbe
giù poco tempo; e se più fosse stato,
molto sarà di mal ,che non sarebbe "
NEL CIELO DI VENERE
Nel cielo di Venere, il terzo, si trovano gli spiriti amanti, che appaiono come luci
splendenti.. Si muovono come fiammelle…
Qui Dante e Beatrice incontrano Carlo Martello. Il principe manifesta sin dalle prime
parole, che ricordano la canzone di Dante “Voi che intendendo il terzo ciel movete”, il
suo amore caritatevole e la sua amicizia terrena per il poeta. Di contro la realtà
politica di quelle terre (la Provenza, l’Ungheria, la Sicilia) in cui lui avrebbe governato
evitando loro molti mali, se non fosse morto giovane, appare funestata da lotte
sanguinose, e malgoverno, come quello del fratello Roberto, caratterizzato da avidità e
incapacità. Roberto, pur discendendo da antenati di indole liberale, è un sovrano
gretto e meschino. La divina Provvidenza, mediante l’ influsso dei cieli, fa sì che i figli
non siano simili ai padri. La diversa varietà degli uomini ha lo scopo di creare una
società civile armonica nel fondersi delle differenze. Bisogna essere buoni cittadini e
seguire gli istinti e i talenti dettati dalla Provvidenza, a volte l’ ambiente circostante
influisce negativamente e ciò porta l’ umanità distante dal volere di Dio.
CARLO MARTELLO D’ANGIÒ
Il personaggio storico
Nato nel 1271 Carlo Martello appartiene alla casata degli Angioini, è infatti figlio
di Carlo II di Napoli e di Maria d’ Ungheria. Ludovico di Tolosa, il re di Napoli
Roberto d'Angiò e Filippo I di Taranto sono suoi fratelli.
Vicario del Regno di Napoli nel 1290 , eletto re d’Ungheria nel 1292, muore
all’improvviso nel 1295. .Egli si presenta come il signore atteso nella terra di
Provenza, solcata dai fiumi Rodano e Sorga, e in Italia meridionale, dove
sorgono le città di Bari, Gaeta e Catona e dove scorrono i fiumi Tronto e Verde e
avrebbe regnato anche sulla Sicilia, se il malgoverno degli Angioini non avesse
scatenato la rivoluzione del Vespro.
Carlo Martello e Dante stringono un rapporto di amicizia in occasione della
delegazione che accoglie il principe francese nel 1294 a Firenze.
CARLO MARTELLO IN PARADISO
Un principe cortese e giusto
In Paradiso Carlo Martello viene presentato da Dante come il sovrano ideale per
le sue virtù politiche e morali:
• la carità, intesa come amore verso i propri sudditi,. Si manifesta subito
nell’amore e nella gioia che esprime verso Dante: «La mia letizia mi ti tien
celato/che mi raggia dintorno e mi nasconde…»
• la giustizia, che si contrappone alla politica intesa come cupidigia che spinge i
popoli sottoposti a ingiuste ed eccessive tasse a ribellarsi “mala segnoria […]
sempre accora li popoli suggetti»
• la capacità di vedere davanti a sé gli avvenimenti, di comprenderli, cosa che
non ha saputo fare suo fratello Roberto D’Angiò, che non ha compreso la
necessità di un governo saggio e giusto “ E se mio frate questo anti vedesse/
l’avara povertà di Catalogna/ già fuggería, perché non li offendesse»
• l’accordo con il potere imperiale, punto costante di riferimento dei poteri locali
IL MODELLO UTOPICO DI DANTE
Attraverso Carlo Martello Dante traccia il profilo del suo sovrano ideale.
• In un mondo dove i governanti sono assetati di potere Dante sogna un sovrano giusto
e saggio, che abbia a cuore il bene dello Stato e non opprima i popoli spingendoli alla
rivolta.
• Sogna un sovrano che sappia agire in armonia con il potere universale, l’Impero,
senza contrastarlo per cupidigia. Solo così si potrà garantire la pace.
• Sogna un sovrano che abbia la capacità di prevenire i problemi dello
Stato senza aspettare che degenerino in modo irreversibile, causando
miseria e guerra.
LA NOSTRA UTOPIA
Il nostro politico ideale non si discosta molto da quello proposto da Dante.
• Dovrebbe essere un uomo giusto e saggio che abbia a cuore gli interessi dei
cittadini e non sia spinto solo da sete di potere e difesa degli interessi
personali. Solo così si potranno sconfiggere la corruzione e i poteri malavitosi.
• In un mondo dove la collaborazione è necessaria per affrontare le sfide del
presente, come quella ecologica, deve saper coniugare gli interessi locali e
quelli sovranazionali. L’Unione europea rappresenta per gli stati europei una
grande opportunità, se i politici sapranno migliorarla a vantaggio di tutti.
• Deve saper guardare al futuro e governare le grandi trasformazioni
tecnologiche ponendo al centro l’uomo.
;
REALIZZATO DA:
Classe V A RIM a.s. 2017-2018
Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico
Alunne: Martina Di Blasio, Francesca Paolini,
Valeria Di Lodovico, Noemy Erbo, Giorgia
Gianfelice
UN MODELLO
IDEALE DI
CITTADINO:
CACCIAGUIDA
Dante incontra il suo avo nel cielo di
Marte
Il quinto cielo è quello di Marte e qui
risiedono le anime di coloro che
combatterono e morirono per la fede.
Esse appaiono come splendori vivissimi
e rosseggianti che cantano, e si
muovono formando una croce greca al
centro della quale brilla Cristo.
Cacciaguida è cittadino fiorentino
"Maria mi diè, chiamata in alte grida;
e ne l'antico vostro Batisteo
insieme fui cristiano e Cacciaguida."
Vv.133-135 Canto XV
Ma è anche un cittadino dell’impero e un nobile
guerriero che muore combattendo in ciò in cui
crede: i valori cristiani e l’impero
Poi seguitai lo ‘mperador Currado
Ed el mi cinse de la sua milizia,
Tanto per bene ovrar il venni in
grado
XV, 139-141
Quivi fu’ io da quella gente turpa
Disviluppato dal mondo fallace,
Lo cui amor molt’anime deturpa;
E venni dal martiro a questa pace.
XV, 145-148
LA FIRENZE DI CACCIAGUIDA
"Fiorenza dentro de la cerchia antica,
ond'ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica."
VIRTÚ ANTICHE DI FIRENZE IN CUI
CACCIAGUIDA CREDE
• Amore per la pace ed una vita
sobria ed onesta
• Rispetto per i cittadini, non per la
ricchezza ed il potere
• Disprezzo per la lussuria, lo sfarzo,
la sete di guadagno, la corruzione
politica
«si stava in pace sobria e pudica»
«Non avea catenella, non corona
non gonne contigiate,non cintura
che fosser a veder più che la persona»
«non v’era giunto ancor Sardanapalo
a mostrar ciò che ‘n camera si puote.»
«Oh fortunate! Ciascuna era certa
de la sua sepoltura, e ancor nulla
era per Francia nel letto diserta»
IL CITTADINO IDEALE PER DANTE
Attraverso Cacciaguida Dante delinea
la figura del perfetto cittadino che
deve:
• Essere legato alla sua città, ma
deve essere anche universale
• Lottare per i valori religiosi e politici
in cui crede
• Rispettare le persone per ciò che
sono, per il loro valore, non per la
loro ricchezza o potere
• Disprezzare l’eccessivo
attaccamento al denaro, che
non deve mai avere la
precedenza su altri valori come
gli affetti famigliari.
L’IDEALE SI SCONTRA CON LA
REALTA’
• L'ambizione mercantile incentrata sul guadagno ha corrotto i costumi
e i cittadini della Firenze di Dante, conducendo questa città al
decadimento.
•La mancata concordia tra Chiesa (sempre più avida di potere) e
Impero ha distrutto l’unità politica di Firenze.
IL CITTADINO IDEALE PER NOI
Condividiamo molto della visione politica di Dante. Il nostro cittadino
ideale dovrebbe:
•Essere legato al proprio paese, ma considerarsi anche cittadino
europeo e del mondo
•Essere un cittadino attivo, che si impegna e lotta per ciò in cui crede
•Avere spirito critico, per comprendere ciò che non va e cambiarlo
•Avere rispetto per i propri concittadini e per gli uomini,
indipendentemente dalla cultura, dalla etnia di appartenenza, dalla
ricchezza e dal potere
Classe V A Rim a.s. 2017-2018
Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico
Alunni:Gregorio Durante, Federica Marrone,
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L'utopia politica di dante

  • 1. L'utopia politica di Dante nel Paradiso L’imperatore ideale: GIUSTINIANO Il re ideale: CARLO MARTELLO Il politico ideale: ROMEO DI VILLANOVA Il cittadino ideale: CACCIAGUIDA
  • 2. L’UTOPIA POLITICA di DANTE Dante scrive la Divina Commedia per far comprendere ai suoi contemporanei dove portino i vizi capitali (Inferno), ma dimostra come l’uomo possa riscattarsi e cambiare (Purgatorio) per creare un mondo più giusto (Paradiso). Il paradiso è la terza delle tre cantiche della Divina Commedia in cui traspare: MODELLO POLITICO: IMPERO ARMONIOSO GIUSTINIANO "...Cesare fui e son Iustinϊano, che, per voler del primo amor ch'i' sento, d'entro le leggi trassi il troppo e 'l vano..."
  • 3. Le caratteristiche di Giustiniano ‘‘ a Dio per grazia piacque di spirarmi l’alto lavoro, e tutto ‘n lui mi diedi e al mio Belisar commendai l’armi ’’ VV. 23 -25 Giustiniano vuole costruire un impero di pace e ritiene che il primo passo per realizzarlo sia quello di creare delle leggi giuste. Per realizzare questo obiettivo lascia il comando dell’esercito al suo Belisario per dedicarsi a quella che è considerata la sua più grande opera : il riordino del Diritto Romano mediante la stesura del Corpus Iuris Civilis (Raccolta del Diritto Civile).
  • 4. ‘‘ma ‘l benedetto Agapito, che fue sommo pastore, a la fede sincera mi dirizzò con le parole sue’’ vv. 16 - 18 Prima di dedicarsi al riordino legislativo, Giustiniano credeva che in Cristo vi fosse una sola natura, quella divina, ma il papa Agapito lo indirizzo verso la vera fede con le sue parole tanto da portarlo ad operare in armonia con il potere spirituale a cui ha riconosciuto il ruolo di guida.
  • 5. ’perché tu veggi con quanta ragione si move contr’al sacrosanto segno e chi ‘l s’appropria e chi a lui s’oppone.’’ vv. 31 - 33 Dante con questa frase riconosce la sacralità dell’impero, condizione dell’affermarsi della giustizia, del bene pubblico, della pace universale e condanna ogni interesse di parte.
  • 6. Il sogno universalistico di Dante e la realtà Si frantuma il sogno di Dante di una pace universale e di una unità politica di fronte alla forte opposizione delle fazioni assetate di potere. Secondo Dante sono necessarie una pace universale e una unità politica sotto l'autorità dell'impero, istituzione voluta dalla Provvidenza, e per questo il poeta ammonisce i guelfi e i ghibellini che si scontrano nel segno dell'aquila imperiale opponendosi al progetto divino. ‘‘faccian li Ghibellin, faccian lor arte Sott’altro segno; ché mal segue quello Sempre chi la giustizia e lui diparte; E non l’abbatta esto Carlo novello Coi Guelfi suoi, ma tema de li artigli Ch’a più alto leon trasser lo vello.’’ vv.103 -108
  • 7. La nostra utopia ‘‘diverse voci fanno dolci note’’ V. 124 L’UE forse può rappresentare la realizzazione del sogno di Dante di unione, collaborazione ed integrazione ma il cammino è ancora lungo: noi vorremmo un’Europa dove dalla diversità dei paesi nascesse armonia finalizzata al bene comune, alla libertà ed alla valorizzazione di tutti gli uomini.
  • 8. Classe V A RIM a.s. 2017-2018 Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico Alunni: D’Alesio Carlotta, Bargiglione Gloria, Cavallucci Gianna, Pantalone Giulia e Di Marcoberardino Caterina
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  • 10. L’UTOPIA CHE SI SCONTRA CON LA REALTÀ: ROMEO DI VILLANOVA «E dentro la presente margarita luce la luce di Romeo, di cui fu l’ovra grande e bella mal gradita». Paradiso, canto VI, vv.127-129
  • 11. ROMEO: MINISTRO GIUSTO E MERITEVOLE Romeo è incontrato da Dante nel cielo di Mercurio, tra gli spiriti che agirono per il bene, egli era: • il fedele segretario del signore Raimondo Berengario di Provenza; • un abile diplomatico ,tanto che fece maritare le quattro figlie di Berengario con i quattro sovrani tra i più potenti del tempo; • un modello ideale: lavora in modo onesto e disinteressato per lo Stato; • un ottimo e disinteressato amministratore: «li assegnò sette e cinque per diece»
  • 12. LE QUALITÀ DI ROMEO sopraffatte dalla corruzione dei tempi Il merito del fedele ministro di Berengario, persona di umili origini e straniera, muove l’invidia e si scontra con la malevolenza dei provenzali: «e poi li mosser le parole biece a dimandar ragione a questo giusto»
  • 13. LA SCONFITTA DELL’UOMO GIUSTO ➢Romeo, povero e vecchio, è costretto a partire ed a conoscere l’amarezza dell’esilio: «indi partissi povero e vetusto e se ‘l mondo sapesse il cor ch’elli ebbe mendicando sua vita a frusto a frusto assai lo loda e più lo loderebbe» vv.139-142 L’uomo che cammina di A. Giacometti
  • 14. DANTE COME ROMEO Dante si rispecchia pienamente nella "persona umile e peregrina" di Romeo, che ha vissuto il suo stesso dramma.
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  • 16. Il sogno di Dante: ➢ Politici giusti che lavorino per il bene dello Stato come Romeo di Villanova ➢ Stati che rispettino e valorizzino chi ha operato onestamente e a vantaggio della collettività La realtà storica: Cittadini e Stati che, per interessi di parte, corruzione, sete di potere, invidia, condannano all’ingratitudine, alla povertà, all’esilio chi ha ben agito, come Romeo e lo stesso Dante
  • 17. IL NOSTRO SOGNO Come Dante anche noi vorremmo che la politica riscoprisse la sua vocazione più nobile, auspicheremo : ✓Uomini politici meritevoli, come Romeo, onesti e disinteressati, in grado di affrontare i problemi della contemporaneità ✓Una società accogliente, dove chi è «umile e pellegrino» sia messo in condizione di dare il suo contributo
  • 18. LA REALTÀ • Troppi politici dimentichi del bene comune o impreparati ad affrontare le sfide del presente • Rigurgiti razziali, diffidenza per lo straniero • Società distratta che non appoggia chi opera veramente per il bene comune.
  • 19. Classe V A RIM a.s. 2017-2018 Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico Alunni: Popa Elena, Pavone Michela, Buduri Arlinda,Melinte Andra
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  • 21. L’UTOPIA POLITICA DI DANTE NEL PARADISO : CARLO MARTELLO D’ANGIÒ PRINCIPE CORTESE E GIUSTO …"Il mondo m'ebbe giù poco tempo; e se più fosse stato, molto sarà di mal ,che non sarebbe "
  • 22. NEL CIELO DI VENERE Nel cielo di Venere, il terzo, si trovano gli spiriti amanti, che appaiono come luci splendenti.. Si muovono come fiammelle… Qui Dante e Beatrice incontrano Carlo Martello. Il principe manifesta sin dalle prime parole, che ricordano la canzone di Dante “Voi che intendendo il terzo ciel movete”, il suo amore caritatevole e la sua amicizia terrena per il poeta. Di contro la realtà politica di quelle terre (la Provenza, l’Ungheria, la Sicilia) in cui lui avrebbe governato evitando loro molti mali, se non fosse morto giovane, appare funestata da lotte sanguinose, e malgoverno, come quello del fratello Roberto, caratterizzato da avidità e incapacità. Roberto, pur discendendo da antenati di indole liberale, è un sovrano gretto e meschino. La divina Provvidenza, mediante l’ influsso dei cieli, fa sì che i figli non siano simili ai padri. La diversa varietà degli uomini ha lo scopo di creare una società civile armonica nel fondersi delle differenze. Bisogna essere buoni cittadini e seguire gli istinti e i talenti dettati dalla Provvidenza, a volte l’ ambiente circostante influisce negativamente e ciò porta l’ umanità distante dal volere di Dio.
  • 23. CARLO MARTELLO D’ANGIÒ Il personaggio storico Nato nel 1271 Carlo Martello appartiene alla casata degli Angioini, è infatti figlio di Carlo II di Napoli e di Maria d’ Ungheria. Ludovico di Tolosa, il re di Napoli Roberto d'Angiò e Filippo I di Taranto sono suoi fratelli. Vicario del Regno di Napoli nel 1290 , eletto re d’Ungheria nel 1292, muore all’improvviso nel 1295. .Egli si presenta come il signore atteso nella terra di Provenza, solcata dai fiumi Rodano e Sorga, e in Italia meridionale, dove sorgono le città di Bari, Gaeta e Catona e dove scorrono i fiumi Tronto e Verde e avrebbe regnato anche sulla Sicilia, se il malgoverno degli Angioini non avesse scatenato la rivoluzione del Vespro. Carlo Martello e Dante stringono un rapporto di amicizia in occasione della delegazione che accoglie il principe francese nel 1294 a Firenze.
  • 24. CARLO MARTELLO IN PARADISO Un principe cortese e giusto In Paradiso Carlo Martello viene presentato da Dante come il sovrano ideale per le sue virtù politiche e morali: • la carità, intesa come amore verso i propri sudditi,. Si manifesta subito nell’amore e nella gioia che esprime verso Dante: «La mia letizia mi ti tien celato/che mi raggia dintorno e mi nasconde…» • la giustizia, che si contrappone alla politica intesa come cupidigia che spinge i popoli sottoposti a ingiuste ed eccessive tasse a ribellarsi “mala segnoria […] sempre accora li popoli suggetti» • la capacità di vedere davanti a sé gli avvenimenti, di comprenderli, cosa che non ha saputo fare suo fratello Roberto D’Angiò, che non ha compreso la necessità di un governo saggio e giusto “ E se mio frate questo anti vedesse/ l’avara povertà di Catalogna/ già fuggería, perché non li offendesse» • l’accordo con il potere imperiale, punto costante di riferimento dei poteri locali
  • 25. IL MODELLO UTOPICO DI DANTE Attraverso Carlo Martello Dante traccia il profilo del suo sovrano ideale. • In un mondo dove i governanti sono assetati di potere Dante sogna un sovrano giusto e saggio, che abbia a cuore il bene dello Stato e non opprima i popoli spingendoli alla rivolta. • Sogna un sovrano che sappia agire in armonia con il potere universale, l’Impero, senza contrastarlo per cupidigia. Solo così si potrà garantire la pace. • Sogna un sovrano che abbia la capacità di prevenire i problemi dello Stato senza aspettare che degenerino in modo irreversibile, causando miseria e guerra.
  • 26. LA NOSTRA UTOPIA Il nostro politico ideale non si discosta molto da quello proposto da Dante. • Dovrebbe essere un uomo giusto e saggio che abbia a cuore gli interessi dei cittadini e non sia spinto solo da sete di potere e difesa degli interessi personali. Solo così si potranno sconfiggere la corruzione e i poteri malavitosi. • In un mondo dove la collaborazione è necessaria per affrontare le sfide del presente, come quella ecologica, deve saper coniugare gli interessi locali e quelli sovranazionali. L’Unione europea rappresenta per gli stati europei una grande opportunità, se i politici sapranno migliorarla a vantaggio di tutti. • Deve saper guardare al futuro e governare le grandi trasformazioni tecnologiche ponendo al centro l’uomo. ;
  • 27. REALIZZATO DA: Classe V A RIM a.s. 2017-2018 Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico Alunne: Martina Di Blasio, Francesca Paolini, Valeria Di Lodovico, Noemy Erbo, Giorgia Gianfelice
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  • 30. Dante incontra il suo avo nel cielo di Marte Il quinto cielo è quello di Marte e qui risiedono le anime di coloro che combatterono e morirono per la fede. Esse appaiono come splendori vivissimi e rosseggianti che cantano, e si muovono formando una croce greca al centro della quale brilla Cristo.
  • 31. Cacciaguida è cittadino fiorentino "Maria mi diè, chiamata in alte grida; e ne l'antico vostro Batisteo insieme fui cristiano e Cacciaguida." Vv.133-135 Canto XV
  • 32. Ma è anche un cittadino dell’impero e un nobile guerriero che muore combattendo in ciò in cui crede: i valori cristiani e l’impero Poi seguitai lo ‘mperador Currado Ed el mi cinse de la sua milizia, Tanto per bene ovrar il venni in grado XV, 139-141 Quivi fu’ io da quella gente turpa Disviluppato dal mondo fallace, Lo cui amor molt’anime deturpa; E venni dal martiro a questa pace. XV, 145-148
  • 33. LA FIRENZE DI CACCIAGUIDA "Fiorenza dentro de la cerchia antica, ond'ella toglie ancora e terza e nona, si stava in pace, sobria e pudica."
  • 34. VIRTÚ ANTICHE DI FIRENZE IN CUI CACCIAGUIDA CREDE • Amore per la pace ed una vita sobria ed onesta • Rispetto per i cittadini, non per la ricchezza ed il potere • Disprezzo per la lussuria, lo sfarzo, la sete di guadagno, la corruzione politica «si stava in pace sobria e pudica» «Non avea catenella, non corona non gonne contigiate,non cintura che fosser a veder più che la persona» «non v’era giunto ancor Sardanapalo a mostrar ciò che ‘n camera si puote.» «Oh fortunate! Ciascuna era certa de la sua sepoltura, e ancor nulla era per Francia nel letto diserta»
  • 35. IL CITTADINO IDEALE PER DANTE Attraverso Cacciaguida Dante delinea la figura del perfetto cittadino che deve: • Essere legato alla sua città, ma deve essere anche universale • Lottare per i valori religiosi e politici in cui crede • Rispettare le persone per ciò che sono, per il loro valore, non per la loro ricchezza o potere • Disprezzare l’eccessivo attaccamento al denaro, che non deve mai avere la precedenza su altri valori come gli affetti famigliari.
  • 36. L’IDEALE SI SCONTRA CON LA REALTA’ • L'ambizione mercantile incentrata sul guadagno ha corrotto i costumi e i cittadini della Firenze di Dante, conducendo questa città al decadimento. •La mancata concordia tra Chiesa (sempre più avida di potere) e Impero ha distrutto l’unità politica di Firenze.
  • 38. Condividiamo molto della visione politica di Dante. Il nostro cittadino ideale dovrebbe: •Essere legato al proprio paese, ma considerarsi anche cittadino europeo e del mondo •Essere un cittadino attivo, che si impegna e lotta per ciò in cui crede •Avere spirito critico, per comprendere ciò che non va e cambiarlo •Avere rispetto per i propri concittadini e per gli uomini, indipendentemente dalla cultura, dalla etnia di appartenenza, dalla ricchezza e dal potere
  • 39. Classe V A Rim a.s. 2017-2018 Prof.ssa Gabriella Di Giandomenico Alunni:Gregorio Durante, Federica Marrone, Michela Cantò, Artur Balan, Arturo Cipollone