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concetti teorici




prof. Oriele Orlando - Formazione
                       Anitel 2012   1
Il Consiglio d’Europa attiva, a partire dal 1991, un
  apposito progetto con l’obiettivo di produrre un
  quadro di riferimento europeo con la descrizione
  dei livelli di competenza linguistica raggiungibili da
  chi studia una lingua straniera, per favorire
  l’elaborazione dei programmi di apprendimento e il
  riconoscimento reciproco delle certificazioni nei
  sistemi di istruzione dei diversi Paesi membri. Il
  progetto si conclude nel 2001con la pubblicazione
  del    Common         European     Framework        of
  Reference         for    Languages:        Learning,
  Teaching, Assessment (CEFR), tradotto in Italia
  nel 2002 da RCS Scuola: Quadro comune europeo
  di riferimento per le lingue: apprendimento,
  insegnamento, valutazione.
per scaricarlo (http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/source/framework_en.pdf)
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                                                            Anitel 2012        2
Il QCER fornisce le indicazioni per
l’identificazione      delle   competenze      da
raggiungere in una lingua straniera in termini di:
sapere, saper fare, saper essere, saper
apprendere, e comunicativi (linguistiche, socio-
linguistiche, pragmatiche). Propone i descrittori
di competenze/capacità comunicative, articolati
in tre livelli generali A B C, ognuno dei quali è
articolato in sottolivelli:
 Livello Elementare - Livello Intermedio - Livello
Avanzato

                       prof. Oriele Orlando - Formazione
                                              Anitel 2012   3
prof. Oriele Orlando - Formazione
                       Anitel 2012   4
Apprendere una lingua è un percorso graduale, presenta
    molte tappe intermedie non procede con andatura
    costante, ma presenta rallentamenti, fermate e ripartenze.
     La linguistica acquisizionale studia :
    l’acquisizione di una L2 in contesto spontaneo;
    la lingua dell’apprendente (interlingua);
     l’emergere degli elementi e delle strutture e il loro
    consolidarsi;
   assume gli ‘errori’ degli apprendenti come terreno
    privilegiato di studio;
    descrive il processo di apprendimento linguistico e le sue
    tappe (Chini 2005).
      Grazie ad essa si è elaborato la sequenza delle fasi di
    acquisizione di una lingua che risulta comune a tutti gli
    apprendenti di una determinata lingua qualunque sia la
    loro L1.
                               prof. Oriele Orlando - Formazione
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La linguistica acquisizionale distingue tre tappe
    fondamentali dell’apprendimento di una lingua.
   Varietà pre-basica: sfruttamento di principi pragmatici
    per l’organizzazione degli enunciati; parole non
    organizzate per classi grammaticali (mancanza di
    distinzioni anche fondamentali, come l’opposizione nome-
    verbo); distinzioni delle parole in classi di diverso valore
    semantico.
       Varietà    basica: enunciati organizzati intorno
    all’opposizione verbo + complementi; prevalenza di
    elementi lessicali per segnalare relazioni grammaticali
    (avverbi, preposizioni, pronomi personali…); sviluppo della
    morfosintassi
      Varietà post-basica: ordine delle parole più
    organizzato secondo la sintassi della propria L1; uso
    significativo di elementi morfologici: articoli, copula,
    ausiliari.


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   Chomsky: l’acquisizione linguistica non è il risultato di
    imitazione o abitudine, ma di un processo creativo, che fa
    capo a un dispositivo innato (L.A.D =Language
    Acquisition Device)

   E’ un meccanismo proprio della mente umana, che
    consente al bambino di imparare una lingua in un
    periodo di tempo relativamente breve, rispetto alla
    povertà e inadeguatezza degli stimoli linguistici cui è
    esposto



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   Gli studi confermano che gli apprendenti di una
    medesima L2, per quanto esposti a differenti input,
    imparano sempre nella stessa sequenza certe strutture
    morfosintattiche

   Poche sono le interferenze della L1 sulla L2, e riguardano
    principalmente la fonetica

   Apprendenti che provengono da una L1 tipologicamente
    assai distante dall’italiano non si differenziano dagli altri,
    se non sui tempi dell’apprendimento - più lenti



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   Tra modelli acquizionali proposti nell’ambito
    delle teorie generative, ha molto credito quello di
    Krashen (1985)

   Pregio di tale modello: spinge a cercare di
    adattare l’insegnamento formale ai principi
    dell’acquisizione linguistica




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A che cosa si fa riferimento? Alla capacità di prevedere
  che cosa può essere detto in un dato contesto e in un
  dato co-testo:

   Contesto: determinato dall’argomento, dal luogo
    (anche nella sua dimensione culturale) e dal
    momento in cui avviene lo scambio; dai ruoli
    psicologici e sociali dei partecipanti; dai loro scopi,
    dalle norme sociali, dalla ridondanza contestuale (es.
    uso di altri codici).
   Co-testo: delineato dal genere comunicativo, dalla
    testura (meccanismi di coesione del testo),          dagli
    indicatori metacomunicativi (coesione         del testo:
    “anzitutto, inoltre, infine…”), ecc.
               (Oller J.W. , Language Tests, Longman, Londra,1979)



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ad un apprendente di una L2 implica che
  occorre
 insegnare ad attivare nella maniera più

  efficace l’expenctancy grammar,
  rispettando l’ordine naturale di acquisizione
  di una lingua:

 ◦ Priorità delle ricezione sulla produzione (Delayed
   oral practice)
 ◦ Priorità della ricezione orale su quella scritta

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   “E' un meccanismo essenziale per il processo di
    comprensione. Esso consiste nel predire ciò che
    può comparire in un testo operando sulla base
    della situazione, della parte di testo che si è già
    compresa, del paratesto, delle conoscenze del
    mondo e non solo. In tal modo si facilita la
    comprensione trasformandola, in realtà, solo
    nella conferma di una tra le previsioni effettuate.”
                          (Dizionario di glottodidattica)
   Nell’apprendimento di una lingua l'anticipazione
    è stimolata con le attività di elicitazione e si
    rafforza con tecniche come il cloze, il dettato, gli
    incastri.


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Cummins, linguista che come Krashen si è occupato a lungo di
    insegnamento di lingue seconde, indica delle coordinate, dalle
    quali partire per riflettere sull’insegnamento dell’italiano come
    lingua seconda nella scuola. Identifica due grandi obiettivi che un
    apprendente deve raggiungere nel suo percorso scolastico per
    conseguire il successo, per uscire dalla scuola con gli stessi
    strumenti concettuali dei pari italofoni, che definisce:
   BICS = Basic Interpersonal Communication Skills: Abilità
    comunicative interpersonali di base (servono per salutare,
    interagire con i compagni nei giochi, chiedere una informazione,
    aiuto) strettamente legate al contesto e poco esigenti dal punto
    di vista cognitivo. È l’equivalente di Italbase.
   CALP = . Cognitive Academic Language Proficiency: Padronanza
    linguistica cognitivo-accademica (serve per riassumere,
    comprendere e produrre testi argomentativi, individuare ed
    ordinare sequenze di fatti). È l’equivalente di Italstudio.




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                                                          Anitel 2012     13
Dalle numerose ricerche sul campo Cummins ha constatato che per
    acquisire le prime sono necessari in media circa due anni di studio e di
    esposizione alla lingua.
   Per acquisire le CALP si richiede uno studio più lungo: fino a cinque
    anni.
   Occorre tener presente che un allievo che interagisce senza problemi ed
    esitazioni con compagni ed insegnanti non è necessariamente in grado
    di usare la lingua seconda per svolgere compiti cognitivi complessi, non
    è necessariamente capace di studiare, di comprendere le lezioni
    scolastiche, di leggere i libri di testo, inoltre la scuola, con le sue
    proposte didattiche astratte e slegate dal contesto e con i processi
    linguistici e cognitivi complessi che vuole sviluppare, per raggiungere il
    successo richiede principalmente di padroneggiare le seconde,
    indipendenti dal contesto ed esigenti dal punto di vista cognitivo, che
    sono alla base dello studio e dei concetti e che richiedono l’attivazione
    di comportamenti automatizzati e acquisiti con conseguente
    coinvolgimento cognitivo attivo e lo sfruttamento di tutte le risorse
    linguistiche a disposizione.




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                                                             Anitel 2012         14
“E' il risultato del transfer negativo o positivo
esercitato dalla lingua materna (e dalle altre lingue
già acquisite) sull'interlingua della lingua che si sta
studiando. L'interferenza può anche essere dovuta al
cosiddetto "transfer d'insegnamento", cioè alla prassi
didattica seguita. Tradizionalmente si considera solo
il transfer negativo, per cui i sistemi linguistici già
noti provocano errori nella lingua che si sta
acquisendo: ad esempio, l'inglese che usa people, e
che magari sa il tedesco e usa correttamente leute,
tenderà per effetto dell'interferenza a costruire
l'italiano "gente" con il verbo plurale.”
                           (Dizionario di glottodidattica)


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Si acquisisce una lingua poiché si ricevono
  stimoli linguistici: input ;
- non tutti gli input ricevuti sono recepiti

  dall’apprendente;
- ciò che viene recepito ed elaborato

  costituisce l’intake che organizza il sistema
  d’interlingua;
- grazie all’intake è possibile mettere in

  campo atti comunicativi nella nuova lingua:
  output.
  o
                       prof. Oriele Orlando - Formazione
                                              Anitel 2012   16
- mettere in campo azioni specifiche che agiscano a
livello di input e di output. Gli interventi educativi di
insegnamento dell’Itl2 hanno lo scopo di: 

-integrare l’input che l’apprendente riceve nei
momenti dell’acquisizione spontanea;

-consolidare quanto già appreso dallo studente in
maniera spontanea e creare dei momenti di
comunicazione in L2;

-   sperimentare la lingua in ambiente non
giudicante e costruire nuove relazioni con in pari.

                          prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                 Anitel 2012   17
Il concetto di interlingua è stato definito per la prima
volta da Selinker nel 1972. Potremmo definire
l’interlingua “il sistema linguistico provvisorio che
l’apprendente a mano a mano ricostruisce relativamente
alla lingua che sta apprendendo. L’Interlingua è un
sistema linguistico in continua evoluzione, sottoposto a
un graduale processo di complicazione: nuove regole e
strutture si aggiungono progressivamente,
ridimensionando e ridisegnando il ruolo delle regole e
strutture presenti nelle fasi precedenti. Proprio come
accade per il parlante di una lingua pienamente
sviluppata, gli apprendenti usano questo sistema come
“grammatica” per le proprie produzioni nella seconda
lingua.”
                                                  (Andorno, Cattana, , 2008)




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    meglio conosciuta come “varietà di
    apprendimento”

   Indica il carattere sistematico delle
    produzioni di coloro che apprendono
    una L2

   E’ una varietà della lingua di arrivo,
    dotata di una sua sistematicità



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                                            Anitel 2012   19
   L’interlingua è una varietà
      - ridotta
      - con caratteristiche di instabilità
      - a forte dinamismo interno
   Si configura come elaborazione personale della
    nuova lingua, frutto di ipotesi sulla L2

   L’apprendente è un soggetto attivo che formula
    ipotesi sulla lingua di arrivo

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   I dati a disposizione vengono esplorati alla
    ricerca di significato e sistematicità; i risultati
    vengono interiorizzati.

   Le conoscenze così acquisite vengono messe in
    opera sotto forma di comportamenti linguistici.

La prima fase non è affatto passiva, ma comporta
 procedure attive di ricostruzione tramite la
 creazione e la verifica di ipotesi
     (a) di attribuzione di senso
     (b) di regole di funzionamento

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   Teorie comportamentiste e ambientaliste: l’input, il
    contesto, lo stimolo ambientale giocano un ruolo
    determinante. Si cerca di manipolare l’input,
    fornendo stimoli adeguati e modelli corretti,
    correggendo     gli   errori:   visione     passiva
    dell’apprendente ;
   Teorie interazioniste: ridimensionano il ruolo
    dell’input, rivalutando quello dei meccanismi
    mentali e cognitivi;
   Approccio innatista: relega l’input a un ruolo
    secondario, da semplice stimolo esterno (trigger), su
    cui si applicherebbero principi linguistici innati.


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   L’apprendente progredisce in L2 solo se l’input cui
    è esposto gli risulta comprensibile, contenendo
    strutture solo leggermente più complesse rispetto
    a quelle già padroneggiate = ordine naturale e
    i+1 .

   Gli è necessario anche ricorrere a informazioni
    non linguistiche (conoscenza della situazione, dei
    codici gestuali, etc.)


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FILTRO   ORGANIZZATORE                             MONITOR




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Il filtro lascia passare i dati linguistici in arrivo secondo :

  ◦ le motivazioni

  ◦ i bisogni

  ◦ gli atteggiamenti affettivi*

  ◦ la personalità più o meno ansiosa di chi
    apprende
    *vario è il peso che diversi studiosi danno all’influenza della motivazione


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meccanismo cognitivo che, sulle basi di
 criteri logici e analitici, organizza il nuovo
 sistema linguistico; anch’esso, come il
 filtro, inconscio. Se ne studia il
 comportamento attraverso
 le costruzioni transitorie
 gli errori linguistici
 l’ordine di acquisizione dei morfemi
  grammaticali.
                      prof. Oriele Orlando - Formazione
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controllo conscio che chi apprende esercita sulle
proprie produzioni linguistiche. Vi influiscono:

◦ età

◦ personalità (orientate più alla norma o alla
  comunicazione: gli insicuri sentono il bisogno di
  aggrapparsi a regole esplicite)

◦ tipo di compito verbale richiesto.



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   alla personalità del singolo studente, considerato unico
    e irripetibile;
   alla sua relazione personale con lo studio di una lingua;
   a tenere basso il "filtro affettivo", curando l’atmosfera, la
    piacevolezza delle attività e della loro corrispondenza
    alle esigenze e alle diverse modalità di apprendimento
    degli studenti;
   affinché lo studente sia posto al centro del processo di
    acquisizione linguistica;
   che siano eliminati gli atteggiamenti che fanno dello
    studente un ascoltatore passivo;
   che le lezioni umanistico-affettive, seguano
    attentamente il processo globalità - analisi - sintesi.
    (F. Caon, Un approccio umanistico affettivo all'insegnamento dell'italiano a
    non nativi, Libreria Editrice Cafoscarina)




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   il percorso individuale di acquisizione di una L2
    può essere influenzato dall’insegnamento, ma
    questa influenza può essere neutralizzata da fattori
    sociopsicologici dell’ambiente di apprendimento.

   l’insegnamento prematuro di elementi di L2 può
    avere l’effetto di impedire lo sviluppo di abilità
    comunicative.
                                                                  Pienemann 1986




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                                                   Anitel 2012                      29
   Gli apprendenti guidati, quando usano la lingua in
    conversazioni naturali e non in esercizi guidati, si
    comportano in maniera molto simile agli
    apprendenti spontanei.

   Nel lungo periodo l’istruzione formale in classe
    non sembra influenzare in maniera sostanziale il
    percorso di acquisizione di una lingua seconda.
                                                      Giacalone Ramat 1993




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                                                   Anitel 2012                30
prof. Oriele Orlando - Formazione
                       Anitel 2012   31
il bambino di origine straniera apprende
 l’italiano “in primo luogo da solo, in
 base alla sua esposizione a centinaia di
 ore di input ‘naturale’ (ossia non
 prodotto con il fine esplicito di
 insegnare la lingua) da parte degli
 insegnanti e dei compagni”.
                                          G. Pallotti




                  prof. Oriele Orlando - Formazione
                                         Anitel 2012    32
 “Sia la struttura di questi schemi, in quanto struttura, sia
  l’assimilazione come tale, in quanto condizione di questa
  struttura, costituiscono le condizioni, non il prodotto
  dell’apprendimento”
                                                                       Piaget, 1959
 La costruzione di strutture si sottrae a ogni intervento
  educativo diretto.

 Tutto quello che possono fare gli insegnanti è “favorire gli
  incontri tra l’organizzazione degli schemi del soggetto e gli
  osservabili”
                                                     Inhelder, Sinclair, Bovet, 1974




                             prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                    Anitel 2012                         33
   “non è possibile fare buona ‘pratica’ se non si
    dispone delle giuste conoscenze teoriche di
    sfondo”                                  Pallotti

   Non c’è niente di più pratico di una buona teoria
    (K. Lewin)
   “per insegnare nel modo migliore è
    indispensabile conoscere bene che cosa fanno gli
    apprendenti spontaneamente”

   Come viene acquisita e appreso una lingua?

                             prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                    Anitel 2012   34
   Che cos’è un “errore”: non “fastidiosi inciampi di
    cui liberarsi il più presto possibile”, ma
    “indicatori di regolarità all’interno del sistema
    interlinguistico”

   Facilitare i processi naturali di apprendimento,
    non opporsi ad essi

   Conoscere sempre meglio che cosa si insegna, a
    chi, in che contesto.

                            prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                   Anitel 2012   35
Le strutture di base presentate nella prima fase di
                              apprendimento
    Tipo di frase:
-   dichiarativa;
-   affermativa e negativa;
-   interrogativa;
-   imperativa.
    Frasi di base:
-   soggetto+verbo intransitivo (es. io dormo)
-   soggetto+verbo transitivo+complemento oggetto (es. io
     prendo il pallone)
-   soggetto+verbo transitivo+complemento indiretto (es. io
     scrivo alla nonna)
-   soggetto+verbo transitivo+due complementi (io do il libro alla
     nonna)
-   soggetto+ verbo essere (es. Io sono a Pisa, io sono stanco, io
     sono Maria, io sono amico di Maria)
-   soggetto+ verbo avere (es. Ho sedici anni)
-   soggetto impersonale+verbo (es. Piove)
-   frasi di presentazione (C’è…, ci sono….)
                                 prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                        Anitel 2012   36
Quando l’insegnante parla ad una classe multiculturale dovrà
   prestare        grande       attenzione           al     lessico            e      alle        strutture
   sintattiche che usa. La Favaro suggerisce inoltre:

- parlare un po’ più lentamente;
- articolare le parole in modo più chiaro;
- fare pause più lunghe alla fine della frase;
- sottolineare con il tono della voce le parole chiave;
- utilizzare il vocabolario di base, eliminando il più possibile i sinonimi;
- non utilizzare i pronomi;
- cercare di chiarire il significato di termini che sono poco familiari con immagini,
   oggetti, associazioni e opposizioni;
- utilizzare gesti e linguaggio non verbale per facilitare le spiegazioni;
- sintassi semplificata con frasi brevi e poche coordinate o subordinate;
- le nuove informazioni devono seguire la regola di x+1;
- gli argomenti chiave devono essere ripetuti più volte;
- concentrarsi sul significato più che sulla forma dell’enunciato;
- segnalare in maniera chiara l’inizio e la fine delle attività.
                                              G. FAVARO, Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, La Nuova Italia,
   Milano, 2002.



                                                 prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                                        Anitel 2012                                     37
Criteri per la semplificazione del testo
   Le informazioni vengono ordinate in senso logico e
    cronologico.

   Le frasi sono brevi e i testi in media non superano le
    100 parole.

   Si usano quasi esclusivamente frasi coordinate.

   Per quanto riguarda il lessico, si utilizza il
    vocabolario di base, e si forniscono spiegazioni
    delle parole che non rientrano nel vocabolario di
    base.

   Il nome viene ripetuto, evitando i sinonimi e facendo un
    uso limitato dei pronomi (ridondanza).

                               prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                      Anitel 2012   38
   Nella costruzione della frase si rispetta di
    preferenza l’ordine SVO.

   I verbi vengono usati di preferenza nei modi
    verbali finiti e nella forma attiva.

   Si evitano le personificazioni: ad es. “il
    Senato” diventa “i senatori”.

   Non si usano le forme impersonali.

   Il titolo e le immagini sono usate come
    rinforzo alla comprensione del testo

                           prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                  Anitel 2012   39
Layout della pagina
   Servirsi di caratteri molto grandi.
   Strutturare il testo in brevi paragrafi
    con sottotitoli.
   Evidenziare i termini specifici e le
    parole chiave del testo (che non
    devono essere mai molte), utilizzando
    la grafica, i riquadri, il glossario a fine
    pagina ecc..
   Inserire immagini per facilitare la
    comprensione.


                        prof. Oriele Orlando - Formazione
                                               Anitel 2012   40
   “Se vogliamo aiutare il bambino ad acquisire le
    prime parole italiane non dobbiamo seguire un
    “programma” nostro basato su nozioni,
    anch’esse nostre, di facilità e utilità (partendo ad
    esempio dai colori o dalle parti del corpo), ma
    dobbiamo capire qual è il suo programma”
                                                              (Pallotti 1999, p.62)

   Confrontarsi con le sue strategie, compilare un
    repertorio della sua interlingua


                            prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                   Anitel 2012                         41
prof. Oriele Orlando - Formazione
                       Anitel 2012   42
   Si unisce al gruppo e agisce come se capisse
    quello che sta accadendo, anche se non è del
    tutto vero.

   Dà l’impressione, con poche espressioni scelte
    bene, di saper parlare la L2.

   Conta sugli amici per farsi aiutare



                           prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                  Anitel 2012   43
   Assume che ciò che si dice sia rilevante per
    la situazione presente
   Parte da espressioni che conosce e inizia a
    parlare
   Cerca parti ricorrenti nelle formule che
    conosce
   Usa al massimo quello che ha
   Si concentra prima sulle cose grosse, tiene i
    dettagli per un secondo tempo
                         prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                Anitel 2012   44
   Forte influsso della fonologia di L1, interferenze
   Azione     di    processi   fonologici      naturali
    (preferenza per sillabe aperte, etc.)
   Preferenza per fonemi meno marcati
   Difficoltà per alcuni tratti marcati (es. gruppi
    consonantici iniziali, strada; geminate, tacco;
    affricate, gioco, azione, zero; fricativa palatale,
    scempio; laterale palatale, moglie; nasale
    palatale, gnomo)
   Apertura/chiusura vocali, accento

                            prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                   Anitel 2012   45
   Nelle interlingue dell’italiano si è notato che la
    morfologia

   risulta semplificata
   risponde a criteri di trasparenza

   (segni che si sta costruendo una grammatica)




                            prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                   Anitel 2012   46
prof. Oriele Orlando - Formazione
                       Anitel 2012   47
   Sovrestensione di aggettivi e participi al
    maschile singolare (siamo andato, suo moglie,
    mio bimbo)
   Generalizzazione di desinenze verbali di seconda
    e terza persona singolare al presente su altre
    persone(io va, io risponde, tu dice)
   “Semplicità”: alterazioni strutturali che hanno
    come risultato output meno complessi



                          prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                 Anitel 2012   48
   Flessioni analogiche (io dicio, io conoscio,
    puliscio, romputo, ovi) miranti a regolarizzare i
    paradigmi, presenti anche in varietà infantili di
    italofoni
    Mantenimento di forme piene (de la, in la,
    questo anno)
   Perifrastiche di tempi semplici non acquisiti (ero
    sono=erano, sarà aiuto = aiuterà)
   L’esigenza è avvertibile di più negli apprendenti adulti



                                    prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                           Anitel 2012   49
La semplificazione di una struttura può preludere:
 a.) all’apprendimento della tappa successiva, cui ci
  si prepara proprio evitando l’accumularsi della
  complessità;

   b.) alla fossilizzazione, che permette l’uso di una
    competenza linguistica interiorizzata; in questo
    caso l’operazione sarà evitata ogni volta che ciò
    sarà possibile.



                             prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                    Anitel 2012   50
   Categoria di numero prima del genere
   Per il genere: importanza della pragmatica (lui
    vs lei) e della distanza sintattica (lei l’altro
    giorno ha preso il treno ed è andato)
   Pronome anaforico
   Articolo
   aggettivo (prima attributivo, poi predicativo)
   Participio passato



                           prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                  Anitel 2012   51
   Forma basica (terza persona, più raro l’infinito),
    con avverbi per il tempo, espressioni locative con
    valore temporale, etc…
   (ausiliare)+part. passato, con opposizione perf.
    (part.)/imperf.(pres.)
   Imperfetto (a partire da verbi stativi)
   Modalità espresse con perifrasi, infinito, avverbi,
    infine verbi modali




                            prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                   Anitel 2012   52
   Ordine delle parole, con interferenze; es., “cielo
    di macchina”, invece di macchina di cielo, per
    “aereo”, cinese (ex.: I Germogli Tre – insegna
    negozio di negozio cinese a Via Giolitti)
   Frasi giustapposte o collegate paratatticamente
   Forme di subordinazione avverbiale (temporali,
    causali, finali, condizionali, consecutive)
   Forme di subordinazione completiva (relative,
    oggettive, soggettive)


                           prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                  Anitel 2012   53
“Io penso così, trovato bene qui, rimanere”


    Analisi tradizionale: errori, incapacità, deviazioni, “non
    ancora…”

   Analisi attenta alle competenze comunicative e
    all’interlingua: forma di periodo ipotetico, strategia
    comunicativa abile: capacità di esprimere modalità,
    progetti, e distinguere aspetti verbali (impf vs. pf)




                               prof. Oriele Orlando - Formazione
                                                      Anitel 2012   54

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Concetti teorici orlando

  • 1. concetti teorici prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 1
  • 2. Il Consiglio d’Europa attiva, a partire dal 1991, un apposito progetto con l’obiettivo di produrre un quadro di riferimento europeo con la descrizione dei livelli di competenza linguistica raggiungibili da chi studia una lingua straniera, per favorire l’elaborazione dei programmi di apprendimento e il riconoscimento reciproco delle certificazioni nei sistemi di istruzione dei diversi Paesi membri. Il progetto si conclude nel 2001con la pubblicazione del Common European Framework of Reference for Languages: Learning, Teaching, Assessment (CEFR), tradotto in Italia nel 2002 da RCS Scuola: Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione. per scaricarlo (http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/source/framework_en.pdf) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 2
  • 3. Il QCER fornisce le indicazioni per l’identificazione delle competenze da raggiungere in una lingua straniera in termini di: sapere, saper fare, saper essere, saper apprendere, e comunicativi (linguistiche, socio- linguistiche, pragmatiche). Propone i descrittori di competenze/capacità comunicative, articolati in tre livelli generali A B C, ognuno dei quali è articolato in sottolivelli: Livello Elementare - Livello Intermedio - Livello Avanzato prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 3
  • 4. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 4
  • 5. Apprendere una lingua è un percorso graduale, presenta molte tappe intermedie non procede con andatura costante, ma presenta rallentamenti, fermate e ripartenze. La linguistica acquisizionale studia :  l’acquisizione di una L2 in contesto spontaneo;  la lingua dell’apprendente (interlingua);  l’emergere degli elementi e delle strutture e il loro consolidarsi;  assume gli ‘errori’ degli apprendenti come terreno privilegiato di studio;  descrive il processo di apprendimento linguistico e le sue tappe (Chini 2005). Grazie ad essa si è elaborato la sequenza delle fasi di acquisizione di una lingua che risulta comune a tutti gli apprendenti di una determinata lingua qualunque sia la loro L1. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 5
  • 6. La linguistica acquisizionale distingue tre tappe fondamentali dell’apprendimento di una lingua.  Varietà pre-basica: sfruttamento di principi pragmatici per l’organizzazione degli enunciati; parole non organizzate per classi grammaticali (mancanza di distinzioni anche fondamentali, come l’opposizione nome- verbo); distinzioni delle parole in classi di diverso valore semantico.  Varietà basica: enunciati organizzati intorno all’opposizione verbo + complementi; prevalenza di elementi lessicali per segnalare relazioni grammaticali (avverbi, preposizioni, pronomi personali…); sviluppo della morfosintassi  Varietà post-basica: ordine delle parole più organizzato secondo la sintassi della propria L1; uso significativo di elementi morfologici: articoli, copula, ausiliari. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 6
  • 7. Chomsky: l’acquisizione linguistica non è il risultato di imitazione o abitudine, ma di un processo creativo, che fa capo a un dispositivo innato (L.A.D =Language Acquisition Device)  E’ un meccanismo proprio della mente umana, che consente al bambino di imparare una lingua in un periodo di tempo relativamente breve, rispetto alla povertà e inadeguatezza degli stimoli linguistici cui è esposto prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 7
  • 8. Gli studi confermano che gli apprendenti di una medesima L2, per quanto esposti a differenti input, imparano sempre nella stessa sequenza certe strutture morfosintattiche  Poche sono le interferenze della L1 sulla L2, e riguardano principalmente la fonetica  Apprendenti che provengono da una L1 tipologicamente assai distante dall’italiano non si differenziano dagli altri, se non sui tempi dell’apprendimento - più lenti prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 8
  • 9. Tra modelli acquizionali proposti nell’ambito delle teorie generative, ha molto credito quello di Krashen (1985)  Pregio di tale modello: spinge a cercare di adattare l’insegnamento formale ai principi dell’acquisizione linguistica prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 9
  • 10. A che cosa si fa riferimento? Alla capacità di prevedere che cosa può essere detto in un dato contesto e in un dato co-testo:  Contesto: determinato dall’argomento, dal luogo (anche nella sua dimensione culturale) e dal momento in cui avviene lo scambio; dai ruoli psicologici e sociali dei partecipanti; dai loro scopi, dalle norme sociali, dalla ridondanza contestuale (es. uso di altri codici).  Co-testo: delineato dal genere comunicativo, dalla testura (meccanismi di coesione del testo), dagli indicatori metacomunicativi (coesione del testo: “anzitutto, inoltre, infine…”), ecc. (Oller J.W. , Language Tests, Longman, Londra,1979) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 10
  • 11. ad un apprendente di una L2 implica che occorre  insegnare ad attivare nella maniera più efficace l’expenctancy grammar, rispettando l’ordine naturale di acquisizione di una lingua: ◦ Priorità delle ricezione sulla produzione (Delayed oral practice) ◦ Priorità della ricezione orale su quella scritta prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 11
  • 12. “E' un meccanismo essenziale per il processo di comprensione. Esso consiste nel predire ciò che può comparire in un testo operando sulla base della situazione, della parte di testo che si è già compresa, del paratesto, delle conoscenze del mondo e non solo. In tal modo si facilita la comprensione trasformandola, in realtà, solo nella conferma di una tra le previsioni effettuate.” (Dizionario di glottodidattica)  Nell’apprendimento di una lingua l'anticipazione è stimolata con le attività di elicitazione e si rafforza con tecniche come il cloze, il dettato, gli incastri. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 12
  • 13. Cummins, linguista che come Krashen si è occupato a lungo di insegnamento di lingue seconde, indica delle coordinate, dalle quali partire per riflettere sull’insegnamento dell’italiano come lingua seconda nella scuola. Identifica due grandi obiettivi che un apprendente deve raggiungere nel suo percorso scolastico per conseguire il successo, per uscire dalla scuola con gli stessi strumenti concettuali dei pari italofoni, che definisce:  BICS = Basic Interpersonal Communication Skills: Abilità comunicative interpersonali di base (servono per salutare, interagire con i compagni nei giochi, chiedere una informazione, aiuto) strettamente legate al contesto e poco esigenti dal punto di vista cognitivo. È l’equivalente di Italbase.  CALP = . Cognitive Academic Language Proficiency: Padronanza linguistica cognitivo-accademica (serve per riassumere, comprendere e produrre testi argomentativi, individuare ed ordinare sequenze di fatti). È l’equivalente di Italstudio. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 13
  • 14. Dalle numerose ricerche sul campo Cummins ha constatato che per acquisire le prime sono necessari in media circa due anni di studio e di esposizione alla lingua.  Per acquisire le CALP si richiede uno studio più lungo: fino a cinque anni.  Occorre tener presente che un allievo che interagisce senza problemi ed esitazioni con compagni ed insegnanti non è necessariamente in grado di usare la lingua seconda per svolgere compiti cognitivi complessi, non è necessariamente capace di studiare, di comprendere le lezioni scolastiche, di leggere i libri di testo, inoltre la scuola, con le sue proposte didattiche astratte e slegate dal contesto e con i processi linguistici e cognitivi complessi che vuole sviluppare, per raggiungere il successo richiede principalmente di padroneggiare le seconde, indipendenti dal contesto ed esigenti dal punto di vista cognitivo, che sono alla base dello studio e dei concetti e che richiedono l’attivazione di comportamenti automatizzati e acquisiti con conseguente coinvolgimento cognitivo attivo e lo sfruttamento di tutte le risorse linguistiche a disposizione. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 14
  • 15. “E' il risultato del transfer negativo o positivo esercitato dalla lingua materna (e dalle altre lingue già acquisite) sull'interlingua della lingua che si sta studiando. L'interferenza può anche essere dovuta al cosiddetto "transfer d'insegnamento", cioè alla prassi didattica seguita. Tradizionalmente si considera solo il transfer negativo, per cui i sistemi linguistici già noti provocano errori nella lingua che si sta acquisendo: ad esempio, l'inglese che usa people, e che magari sa il tedesco e usa correttamente leute, tenderà per effetto dell'interferenza a costruire l'italiano "gente" con il verbo plurale.” (Dizionario di glottodidattica) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 15
  • 16. Si acquisisce una lingua poiché si ricevono stimoli linguistici: input ; - non tutti gli input ricevuti sono recepiti dall’apprendente; - ciò che viene recepito ed elaborato costituisce l’intake che organizza il sistema d’interlingua; - grazie all’intake è possibile mettere in campo atti comunicativi nella nuova lingua: output. o prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 16
  • 17. - mettere in campo azioni specifiche che agiscano a livello di input e di output. Gli interventi educativi di insegnamento dell’Itl2 hanno lo scopo di:  -integrare l’input che l’apprendente riceve nei momenti dell’acquisizione spontanea; -consolidare quanto già appreso dallo studente in maniera spontanea e creare dei momenti di comunicazione in L2; -   sperimentare la lingua in ambiente non giudicante e costruire nuove relazioni con in pari. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 17
  • 18. Il concetto di interlingua è stato definito per la prima volta da Selinker nel 1972. Potremmo definire l’interlingua “il sistema linguistico provvisorio che l’apprendente a mano a mano ricostruisce relativamente alla lingua che sta apprendendo. L’Interlingua è un sistema linguistico in continua evoluzione, sottoposto a un graduale processo di complicazione: nuove regole e strutture si aggiungono progressivamente, ridimensionando e ridisegnando il ruolo delle regole e strutture presenti nelle fasi precedenti. Proprio come accade per il parlante di una lingua pienamente sviluppata, gli apprendenti usano questo sistema come “grammatica” per le proprie produzioni nella seconda lingua.” (Andorno, Cattana, , 2008) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 18
  • 19. meglio conosciuta come “varietà di apprendimento”  Indica il carattere sistematico delle produzioni di coloro che apprendono una L2  E’ una varietà della lingua di arrivo, dotata di una sua sistematicità prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 19
  • 20. L’interlingua è una varietà - ridotta - con caratteristiche di instabilità - a forte dinamismo interno  Si configura come elaborazione personale della nuova lingua, frutto di ipotesi sulla L2  L’apprendente è un soggetto attivo che formula ipotesi sulla lingua di arrivo prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 20
  • 21. I dati a disposizione vengono esplorati alla ricerca di significato e sistematicità; i risultati vengono interiorizzati.  Le conoscenze così acquisite vengono messe in opera sotto forma di comportamenti linguistici. La prima fase non è affatto passiva, ma comporta procedure attive di ricostruzione tramite la creazione e la verifica di ipotesi  (a) di attribuzione di senso  (b) di regole di funzionamento prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 21
  • 22. Teorie comportamentiste e ambientaliste: l’input, il contesto, lo stimolo ambientale giocano un ruolo determinante. Si cerca di manipolare l’input, fornendo stimoli adeguati e modelli corretti, correggendo gli errori: visione passiva dell’apprendente ;  Teorie interazioniste: ridimensionano il ruolo dell’input, rivalutando quello dei meccanismi mentali e cognitivi;  Approccio innatista: relega l’input a un ruolo secondario, da semplice stimolo esterno (trigger), su cui si applicherebbero principi linguistici innati. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 22
  • 23. L’apprendente progredisce in L2 solo se l’input cui è esposto gli risulta comprensibile, contenendo strutture solo leggermente più complesse rispetto a quelle già padroneggiate = ordine naturale e i+1 .  Gli è necessario anche ricorrere a informazioni non linguistiche (conoscenza della situazione, dei codici gestuali, etc.) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 23
  • 24. FILTRO ORGANIZZATORE MONITOR prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 24
  • 25. Il filtro lascia passare i dati linguistici in arrivo secondo : ◦ le motivazioni ◦ i bisogni ◦ gli atteggiamenti affettivi* ◦ la personalità più o meno ansiosa di chi apprende *vario è il peso che diversi studiosi danno all’influenza della motivazione prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 25
  • 26. meccanismo cognitivo che, sulle basi di criteri logici e analitici, organizza il nuovo sistema linguistico; anch’esso, come il filtro, inconscio. Se ne studia il comportamento attraverso  le costruzioni transitorie  gli errori linguistici  l’ordine di acquisizione dei morfemi grammaticali. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 26
  • 27. controllo conscio che chi apprende esercita sulle proprie produzioni linguistiche. Vi influiscono: ◦ età ◦ personalità (orientate più alla norma o alla comunicazione: gli insicuri sentono il bisogno di aggrapparsi a regole esplicite) ◦ tipo di compito verbale richiesto. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 27
  • 28. alla personalità del singolo studente, considerato unico e irripetibile;  alla sua relazione personale con lo studio di una lingua;  a tenere basso il "filtro affettivo", curando l’atmosfera, la piacevolezza delle attività e della loro corrispondenza alle esigenze e alle diverse modalità di apprendimento degli studenti;  affinché lo studente sia posto al centro del processo di acquisizione linguistica;  che siano eliminati gli atteggiamenti che fanno dello studente un ascoltatore passivo;  che le lezioni umanistico-affettive, seguano attentamente il processo globalità - analisi - sintesi. (F. Caon, Un approccio umanistico affettivo all'insegnamento dell'italiano a non nativi, Libreria Editrice Cafoscarina) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 28
  • 29. il percorso individuale di acquisizione di una L2 può essere influenzato dall’insegnamento, ma questa influenza può essere neutralizzata da fattori sociopsicologici dell’ambiente di apprendimento.  l’insegnamento prematuro di elementi di L2 può avere l’effetto di impedire lo sviluppo di abilità comunicative.  Pienemann 1986 prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 29
  • 30. Gli apprendenti guidati, quando usano la lingua in conversazioni naturali e non in esercizi guidati, si comportano in maniera molto simile agli apprendenti spontanei.  Nel lungo periodo l’istruzione formale in classe non sembra influenzare in maniera sostanziale il percorso di acquisizione di una lingua seconda.  Giacalone Ramat 1993 prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 30
  • 31. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 31
  • 32. il bambino di origine straniera apprende l’italiano “in primo luogo da solo, in base alla sua esposizione a centinaia di ore di input ‘naturale’ (ossia non prodotto con il fine esplicito di insegnare la lingua) da parte degli insegnanti e dei compagni”. G. Pallotti prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 32
  • 33.  “Sia la struttura di questi schemi, in quanto struttura, sia l’assimilazione come tale, in quanto condizione di questa struttura, costituiscono le condizioni, non il prodotto dell’apprendimento”  Piaget, 1959  La costruzione di strutture si sottrae a ogni intervento educativo diretto.  Tutto quello che possono fare gli insegnanti è “favorire gli incontri tra l’organizzazione degli schemi del soggetto e gli osservabili”  Inhelder, Sinclair, Bovet, 1974 prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 33
  • 34. “non è possibile fare buona ‘pratica’ se non si dispone delle giuste conoscenze teoriche di sfondo” Pallotti  Non c’è niente di più pratico di una buona teoria (K. Lewin)  “per insegnare nel modo migliore è indispensabile conoscere bene che cosa fanno gli apprendenti spontaneamente”  Come viene acquisita e appreso una lingua? prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 34
  • 35. Che cos’è un “errore”: non “fastidiosi inciampi di cui liberarsi il più presto possibile”, ma “indicatori di regolarità all’interno del sistema interlinguistico”  Facilitare i processi naturali di apprendimento, non opporsi ad essi  Conoscere sempre meglio che cosa si insegna, a chi, in che contesto. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 35
  • 36. Le strutture di base presentate nella prima fase di apprendimento  Tipo di frase: - dichiarativa; - affermativa e negativa; - interrogativa; - imperativa.  Frasi di base: - soggetto+verbo intransitivo (es. io dormo) - soggetto+verbo transitivo+complemento oggetto (es. io prendo il pallone) - soggetto+verbo transitivo+complemento indiretto (es. io scrivo alla nonna) - soggetto+verbo transitivo+due complementi (io do il libro alla nonna) - soggetto+ verbo essere (es. Io sono a Pisa, io sono stanco, io sono Maria, io sono amico di Maria) - soggetto+ verbo avere (es. Ho sedici anni) - soggetto impersonale+verbo (es. Piove) - frasi di presentazione (C’è…, ci sono….) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 36
  • 37. Quando l’insegnante parla ad una classe multiculturale dovrà prestare grande attenzione al lessico e alle strutture sintattiche che usa. La Favaro suggerisce inoltre: - parlare un po’ più lentamente; - articolare le parole in modo più chiaro; - fare pause più lunghe alla fine della frase; - sottolineare con il tono della voce le parole chiave; - utilizzare il vocabolario di base, eliminando il più possibile i sinonimi; - non utilizzare i pronomi; - cercare di chiarire il significato di termini che sono poco familiari con immagini, oggetti, associazioni e opposizioni; - utilizzare gesti e linguaggio non verbale per facilitare le spiegazioni; - sintassi semplificata con frasi brevi e poche coordinate o subordinate; - le nuove informazioni devono seguire la regola di x+1; - gli argomenti chiave devono essere ripetuti più volte; - concentrarsi sul significato più che sulla forma dell’enunciato; - segnalare in maniera chiara l’inizio e la fine delle attività. G. FAVARO, Insegnare l’italiano agli alunni stranieri, La Nuova Italia, Milano, 2002. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 37
  • 38. Criteri per la semplificazione del testo  Le informazioni vengono ordinate in senso logico e cronologico.  Le frasi sono brevi e i testi in media non superano le 100 parole.  Si usano quasi esclusivamente frasi coordinate.  Per quanto riguarda il lessico, si utilizza il vocabolario di base, e si forniscono spiegazioni delle parole che non rientrano nel vocabolario di base.  Il nome viene ripetuto, evitando i sinonimi e facendo un uso limitato dei pronomi (ridondanza). prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 38
  • 39. Nella costruzione della frase si rispetta di preferenza l’ordine SVO.  I verbi vengono usati di preferenza nei modi verbali finiti e nella forma attiva.  Si evitano le personificazioni: ad es. “il Senato” diventa “i senatori”.  Non si usano le forme impersonali.  Il titolo e le immagini sono usate come rinforzo alla comprensione del testo prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 39
  • 40. Layout della pagina  Servirsi di caratteri molto grandi.  Strutturare il testo in brevi paragrafi con sottotitoli.  Evidenziare i termini specifici e le parole chiave del testo (che non devono essere mai molte), utilizzando la grafica, i riquadri, il glossario a fine pagina ecc..  Inserire immagini per facilitare la comprensione. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 40
  • 41. “Se vogliamo aiutare il bambino ad acquisire le prime parole italiane non dobbiamo seguire un “programma” nostro basato su nozioni, anch’esse nostre, di facilità e utilità (partendo ad esempio dai colori o dalle parti del corpo), ma dobbiamo capire qual è il suo programma”  (Pallotti 1999, p.62)  Confrontarsi con le sue strategie, compilare un repertorio della sua interlingua prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 41
  • 42. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 42
  • 43. Si unisce al gruppo e agisce come se capisse quello che sta accadendo, anche se non è del tutto vero.  Dà l’impressione, con poche espressioni scelte bene, di saper parlare la L2.  Conta sugli amici per farsi aiutare prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 43
  • 44. Assume che ciò che si dice sia rilevante per la situazione presente  Parte da espressioni che conosce e inizia a parlare  Cerca parti ricorrenti nelle formule che conosce  Usa al massimo quello che ha  Si concentra prima sulle cose grosse, tiene i dettagli per un secondo tempo prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 44
  • 45. Forte influsso della fonologia di L1, interferenze  Azione di processi fonologici naturali (preferenza per sillabe aperte, etc.)  Preferenza per fonemi meno marcati  Difficoltà per alcuni tratti marcati (es. gruppi consonantici iniziali, strada; geminate, tacco; affricate, gioco, azione, zero; fricativa palatale, scempio; laterale palatale, moglie; nasale palatale, gnomo)  Apertura/chiusura vocali, accento prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 45
  • 46. Nelle interlingue dell’italiano si è notato che la morfologia  risulta semplificata  risponde a criteri di trasparenza  (segni che si sta costruendo una grammatica) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 46
  • 47. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 47
  • 48. Sovrestensione di aggettivi e participi al maschile singolare (siamo andato, suo moglie, mio bimbo)  Generalizzazione di desinenze verbali di seconda e terza persona singolare al presente su altre persone(io va, io risponde, tu dice)  “Semplicità”: alterazioni strutturali che hanno come risultato output meno complessi prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 48
  • 49. Flessioni analogiche (io dicio, io conoscio, puliscio, romputo, ovi) miranti a regolarizzare i paradigmi, presenti anche in varietà infantili di italofoni  Mantenimento di forme piene (de la, in la, questo anno)  Perifrastiche di tempi semplici non acquisiti (ero sono=erano, sarà aiuto = aiuterà)  L’esigenza è avvertibile di più negli apprendenti adulti prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 49
  • 50. La semplificazione di una struttura può preludere:  a.) all’apprendimento della tappa successiva, cui ci si prepara proprio evitando l’accumularsi della complessità;  b.) alla fossilizzazione, che permette l’uso di una competenza linguistica interiorizzata; in questo caso l’operazione sarà evitata ogni volta che ciò sarà possibile. prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 50
  • 51. Categoria di numero prima del genere  Per il genere: importanza della pragmatica (lui vs lei) e della distanza sintattica (lei l’altro giorno ha preso il treno ed è andato)  Pronome anaforico  Articolo  aggettivo (prima attributivo, poi predicativo)  Participio passato prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 51
  • 52. Forma basica (terza persona, più raro l’infinito), con avverbi per il tempo, espressioni locative con valore temporale, etc…  (ausiliare)+part. passato, con opposizione perf. (part.)/imperf.(pres.)  Imperfetto (a partire da verbi stativi)  Modalità espresse con perifrasi, infinito, avverbi, infine verbi modali prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 52
  • 53. Ordine delle parole, con interferenze; es., “cielo di macchina”, invece di macchina di cielo, per “aereo”, cinese (ex.: I Germogli Tre – insegna negozio di negozio cinese a Via Giolitti)  Frasi giustapposte o collegate paratatticamente  Forme di subordinazione avverbiale (temporali, causali, finali, condizionali, consecutive)  Forme di subordinazione completiva (relative, oggettive, soggettive) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 53
  • 54. “Io penso così, trovato bene qui, rimanere”  Analisi tradizionale: errori, incapacità, deviazioni, “non ancora…”  Analisi attenta alle competenze comunicative e all’interlingua: forma di periodo ipotetico, strategia comunicativa abile: capacità di esprimere modalità, progetti, e distinguere aspetti verbali (impf vs. pf) prof. Oriele Orlando - Formazione Anitel 2012 54