2. I campi problematici Il rischio tecnologico Impatti generati dalla produzione e dall’uso di tecnologie. Tali impatti sono studiati nei loro effetti negativi sulle persone (lavoratori occupati nell'attività produttiva o consumatori di prodotti), sulle attività economiche, sull’ambiente. Si tratta di un filone di studi a forte impronta ingegneristica, sviluppatosi soprattutto a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, che pone enfasi sulle ricerche finalizzate a stabilire l'affidabilità degli impianti e a garantire condizioni di sicurezza a chi li usa.
3. I campi problematici Il rischio ambientale Studi in cui l'attenzione è posta sui possibili effetti dannosi che colpiscono popolazioni umane e sistemi ambientali in cui esse si collocano. Le cause del danno possono essere catastrofi naturali o effetti di specifici processi di trasformazione dell'ambiente ad opera dell'uomo (realizzazione di opere o progetti, svolgimento di particolari attività). Area di studio interdisciplinare: assume una funzione essenziale la collaborazione tra ambiti scientifici (ingegneria, scienze naturali, scienze giuridiche, scienze sociali).
4.
5.
6.
7. Valutazione del rischio - definizioni La valutazione del rischio costituisce una delle componenti del processo denominato analisi del rischio, che comprende anche la gestione del rischio. Mentre la valutazione del rischio riguarda l'individuazione e la quantificazione dei rischi di ciascun prodotto e coinvolge personale con competenze scientifiche in diverse aree disciplinari (dalla biologia alla chimica, dall'ecologia all'ecotossicologia, dalla modellistica ad altre ancora), la gestione del rischio è propria dei decisori ovvero dei responsabili operativi.
8. Analisi del rischio - definizioni Nella gestione del rischio, rientra anche la ricerca di soluzioni tecnologiche e/o normative per controllare e ridurre i rischi accertati nella fase di valutazione entro limiti considerati accettabili. Le attività di valutazione del rischio ambientale previste dalle norme comunitarie e nazionali hanno la finalità di consentire l'identificazione dei pericoli ambientali, l'adozione di strategie di controllo e riduzione dei rischi.
9. Analisi del rischio - definizioni Il rischio ambientale di un prodotto o di una procedura può essere definito come combinazione di tre fattori: - il pericolo ovvero gli effetti "potenziali" dovuti alle sue caratteristiche intrinseche - l'esposizione prevista nello scenario d'impiego considerato - la probabilità di esposizione delle popolazioni animali e vegetali presenti negli ecosistemi.
10. Analisi del rischio - definizioni La valutazione del rischio ambientale procede secondo quattro classiche fasi: Identificazione del pericolo : individuazione di proprietà dannose per gli ecosistemi; Caratterizzazione del pericolo : determinazione della relazione causa/effetto; Stima dell'impatto : calcolo delle prevedibili modificazioni nei diversi comparti ambientali; Caratterizzazione del rischio : calcolo del rapporto tra "relazioni causa/effetto" e concentrazioni attese nei diversi comparti.
11. Analisi del rischio - definizioni Nel processo di valutazione possiamo distinguere due aree principali di studio: la prima consiste nella valutazione degli effetti (identificazione e caratterizzazione del pericolo) e la seconda nella valutazione dell'impatto (stima dell'esposizione).
12. ANALISI DEL RISCHIO VALUTAZIONE DEL RISCHIO Identificazione del pericolo Caratterizzazione del pericolo Valutazione dell’esposizione Stima del rischio CONTROLLO DEL RISCHIO Identificazione delle azioni Valutazione e scelta delle azioni Verifica dei risultati Monitoraggio e revisione COMUNICAZIONE DEL RISCHIO OBIETTIVI STRATEGIE I livello - Informazione II livello - Dibattito III livello - Confronto
13. Metodo Artemisia L’ENEA ha messo a punto metodi di analisi per la stima dei rischi connessi alla produzione industriale ed ai fenomeni naturali, metodi e tecnologie per il risanamento ambientale, sistemi e metodologie per la valutazione di tecnologie di processo e di prodotto ambientalmente compatibili.
14. Metodo Artemisia La definizione di uno scenario dell’area di studio il più possibile aderente alla realtà si ottiene: 1) definendo lo stato della qualità dell’aria esistente; 2) valutando (mediante opportuni indicatori) gli effetti causati all’uomo, alla vegetazione ed alle acque di falda, dai rilasci aeriformi di un ipotetico nuovo impianto; 3) verifi cando la possibilità dell’inserimento di un nuovo impianto produttivo nell’area di studio nel rispetto dell’ambiente, selezionandone i siti a minor impatto sanitario ed ambientale.
15. Metodo Artemisia Tali valutazioni permettono di orientare la scelta dei siti in applicazione alla direttiva 96/61 CE sulla prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento (IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control). Per tale motivo è nata ARTEMISIA 2 (Analisi e Ricerca sul Territorio di siti a Minor Impatto Sanitario e Impatto Ambientale)
16. Metodo Artemisia Tali valutazioni permettono di orientare la scelta dei siti in applicazione alla direttiva 96/61 CE sulla prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento (IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control). Per tale motivo è nata ARTEMISIA 2 (Analisi e Ricerca sul Territorio di siti a Minor Impatto Sanitario e Impatto Ambientale)
18. Metodo Artemisia Per la realizzazione del Sistema è stato selezionato un modello meteo diffusivo dell’ENEA, CMPM 98 (Modello Climatologico Puntiforme Multisorgente) in grado di descrivere la distribuzione media annua degli inquinanti in aria emessi da un impianto, di valutare le deposizioni al suolo per via secca e umida e di stimare il valore dei percentili e sono stati definiti regole ed algoritmi che permettono di risalire agli impatti sulle matrici ambientali. Grazie a questa “Base di Conoscenza” il DSS ARTEMISIA 2 è adattabile a realtà territoriali nazionali diverse dalla zona esemplificativa
19. Metodo Artemisia Il Sistema è in grado di raggiungere i seguenti obiettivi : - calcolare la dispersione e la ricaduta al suolo delle emissioni sulla base dell’assetto meteo-climatico tipico dell’area di applicazione; - integrare i valori di concentrazione così ottenuti con altre variabili presenti nel SIT (popolazione, acque sotterranee, uno o più indicatori agronomici); - generare una carta tematica di siti a minor impatto per ognuno dei tre indicatori considerati (popolazione, agricoltura e acque di falda), per poter valutare gli elementi discreti del territorio in termini di alternative.
21. Metodo Artemisia ARTEMISIA 2 è pertanto uno strumento di analisi e valutazione in grado di assistere il decisore, fornendogli tutte le informazioni e gli scenari di supporto atti a facilitare una selezione di siti a minor impatto sanitario ed ambientale. Più semplicemente è in grado di rispondere per ogni sito scelto, oppure per tutti i siti possibili sul territorio a disposizione, alle seguenti domande: - “... cosa accade se l’inceneritore lo si posiziona nella zona ...?”; - “... cosa succede se il camino dell’inceneritore è alto metri .....?”.
22. Metodo Artemisia ARTEMISIA 2, al di là dell’obiettivo immediato della selezione di siti a minor impatto ambientale e sanitario per l’installazione di impianti industriali, è stato anche costruito in funzione di altre valutazioni di carattere più generale e relative alla gestione del territorio da parte dell’Amministrazione Pubblica, garantendo la massima trasparenza degli algoritmi impiegati per le valutazioni relative agli effetti sulla popolazione, la produzione agricola e le acque.