1. L’ACCOGLIENZA ALLE DONNE ADULTE: LA PRIMA EMERGENZA E I PERCORSI A BREVE E A LUNGO TERMINE DI USCITA DALLA VIOLENZA Faenza, 18 dicembre 2009 Antonella Oriani Sos Donna Faenza
2. Accoglienza telefonica La metodologia dell’Associazione prevede una telefonata molto approfondita (mezz'ora circa) che consenta all'operatrice di capire i problemi specifici della donna prima dell’eventuale accoglienza in sede e, soprattutto, capire lo stato di pericolosità in cui vive la donna. Ogni telefonata ricevuta viene registrata su un'apposita scheda personale nella quale verrà poi annotato tutto il cammino fatto dalla donna all'interno dell'Associazione.
3. Accoglienza vis a vis Cosa fa l’operatrice? ASCOLTO ATTIVO Nel primo colloquio viene raccolta la storia della donna partendo dalle informazioni già acquisite nel corso della telefonata, vengono isolati i problemi più urgenti e stabiliti i primi obiettivi.
4. Accoglienza vis a vis Insieme alla donna si stabilisce un percorso, si prepara un progetto scritto insieme facendo emergere quali sono le priorità, gli obiettivi a medio e a lungo termine monitorando durante gli incontri successivi, cosa la donna ha realizzato. Ricordiamoci che se la donna decide di separarsi o allontanarsi da un partner violento può verificarsi, da parte del maltrattante, una recrudenza del fenomeno Le operatrici rispettano i tempi della donna e conoscono il meccanismo di STOP AND GO che spesso contraddistingue le donne vittime di violenza
5. Accoglienza vis a vis: la relazione di aiuto Il metodo di intervento che le operatrici utilizzano scaturisce da anni di lavoro sul campo con donne vittime di violenze. Non si tratta di un intervento a carattere psicologico o psicoterapeutico, nè di una semplice offerta di informazioni che possono guidare la persona a prendere una decisione: come operatrici mettiamo in gioco abilità e competenze che riguardano la nostra capacità a rapportarci con il prossimo, soprattutto con chi soffre, e a valorizzare la persona in quanto tale e la sua attitudine a decidere della propria vita senza farsi sconvolgere dagli eventi e dalla realtà in cui è inserita . L'obiettivo principale è quello di elaborare con la donna strategie per uscire dal maltrattamento e dalle conseguenze ad esso legate
6. Accoglienza vis a vis Vengono di volta in volta verificati gli obiettivi raggiunti e ne vengono posti altri. L'Associazione mette a disposizione della donna, se lei lo vuole, tutte le risorse di cui si dispone sul territorio , ovvero contatti con sevizi sociali, sanitari, con le Forze dell'Ordine, con altri soggetti privati e pubblici che possono coadiuvarla, con altri centri antiviolenza. Vengono fornite consulenze legali, accompagnamenti lavorativi, aiuto per ricerca casa e per altre emergenze
7. Emergenza: come operiamo Nelle situazioni di emergenza, si provvede, se la donna vuole, ad un momentaneo allontanamento della donna e dei suoi bambini dalla casa familiare avendo prima verificato con la donna se esistono altre sistemazioni alternative (presso la propria rete familiare o amicale) in una struttura ricettiva con le quali si abbiano dei rapporti di fiducia in merito alla segretezza e alla privacy della donna La nostra associazione non inserisce MAI una donna in una casa o un alloggio di emergenza fin da subito ma la si invita ad andare in hotel per “decantare”, per prendersi una pausa di riflessione, per abbassare il livello di ansia; qualche giorno di allontanamento le servirà per comprendere meglio cosa vorrà fare nell'immediato futuro
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9. Emergenza: percorso integrato con soggetti di rete: buona prassi PERCORSO INTEGRATO TRA I SERVIZI SOCIALI E SANITARI PER LA GESTIONE DELLE SITUAZIONI RIFERITE A DONNE MALTRATTATE CON FIGLI E’ stato elaborato dagli operatori dei Nuclei Operativi Distrettuali di Ravenna, Lugo e Faenza e dai Responsabili delle Associazioni di Volontariato Linea Rosa (Ravenna), Demetra (Lugo) e SOS Donna (Faenza) , con l’intento di tracciare un percorso operativo per la gestione di situazioni di donne maltrattate con figli, prevedendo due modelli uno per la gestione delle emergenze e l’altro per i casi “ordinari”, al fine di: lavorare sempre più in un ottica integrata e multidisciplinare, eliminare il senso di solitudine che spesso sentono gli operatori che lavorano nel sociale, offrire un percorso integrato e di rete
10. Emergenza: percorso integrato con soggetti di rete: buona prassi PERCORSO IN CASO DI EMERGENZA Nel caso in cui la donna si rivolga in emergenza Centro antiviolenza o alle Forze dell’Ordine (le quali attivano il Centro antiviolenza) L’Associazione nel primo giorno feriale comunica, prima telefonicamente e poi via fax criptando i dati anagrafici della donna e del minore, l’ingresso della donna con minori al Referente del Nucleo Operativo Distrettuale di riferimento e al Responsabile dei Servizi Sociali Il Referente del Nucleo Operativo Distrettuale informa i colleghi dello stesso nucleo operativo inviando comunicazione anche all’Associazione di Volontariato e proponendo una data d’incontro per la presentazione del caso. A questo primo incontro saranno presenti il Referente del Nucleo Operativo Distrettuale, l’Assistente sociale di riferimento e l’operatrice dell’Associazione che ha ospite la donna con i minori al fine di stilare una bozza di progetto da proporre alla donna ospite. Successivamente gli operatori coinvolti nel caso parteciperanno al primo incontro utile del Nucleo Operativo Distrettuale per meglio definire il progetto di aiuto anche sulla base di ulteriori elementi di conoscenza nel frattempo raccolti
11. Emergenza: percorso integrato con soggetti di rete: buona prassi PERCORSO IN CASO DI EMERGENZA Nel caso in cui la donna si rivolga in emergenza ai Servizi Sociali Il Referente del Nucleo Operativo Distrettuale e/o il Responsabile dei ServiziSociali invia una richiesta di ospitalità in emergenza all’Associazione di riferimento, anticipando prima con una telefonata e poi inviando un fax Il Referente del Nucleo Operativo Distrettuale informa i colleghi dello stesso Nucleo Operativo inviando comunicazione anche all’Associazione di Volontariato e proponendo una data d’incontro per la presentazione del caso (entro tre giorni dall’avvenuto inserimento presso la struttura di accoglienza). A questo primo incontro saranno presenti il Referente del Nucleo Operativo Distrettuale, l’Assistente sociale di riferimento e l’operatrice dell’Associazione che ha ospite la donna con i minori, al fine di stilare una bozza di progetto da proporre alla donna ospite. Successivamente gli operatori coinvolti nel caso parteciperanno al primo incontro utile del Nucleo Operativo Distrettuale per meglio definire il progetto di aiuto anche sulla base di ulteriori elementi di conoscenza nel frattempo raccolti
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13. Consulenza psicologica All'interno dell'Associazione operano psicologhe che svolgono anche un supporto psicologico in parallelo con il sostegno di accoglienza e di ascolto che svolgono le operatrici/volontarie. A seguito dei colloqui, quando se ne ravvedono le necessità, le volontarie segnalano alle psicologhe, all’interno delle riunioni di equipe, i casi che necessiterebbero di questo tipo di intervento e, o si individuano psicologhe/gi del Servizio pubblico, oppure si cerca di offrire alla donna un breve percorso all’interno dell’Associazione.
14. Consulenza legale All'interno dell'Associazione operano 7 avvocate che, a richiesta, forniscono informazioni in materia di diritto di famiglia, matrimoniale ed extrafamiliare per dare alla donna maggiore conoscenza dei suoi diritti e degli strumenti giuridici che possono tutelarla meglio. Tale consulenza è gratuita. Nel momento in cui la donna decida di servirsi del patrocinio delle avvocate per intraprendere azioni legali le viene garantita l'applicazione delle tariffe minime. 4 delle avvocate possono anche esercitare il gratuito patrocinio Le avvocate sono a tutti gli effetti "donne dell'Associazione" e come tali hanno partecipato ai corsi di formazione, presenziano alle riunioni e ai vari momenti di incontro, garantendo una continuità di pensiero e di azione tra le accoglienze e le consulenze legali All'interno dell'Associazione Sos Donna è attivo anche lo Sportello legale , aperto a tutte le donne che necessitano di una consulenza legale. Lo Sportello è aperto il giovedì dalle 14,30 alle 16,30
15. Sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro Il progetto prevede di consolidare e implementare i seguenti risultati: - facilitare e favorire l’inserimento lavorativo delle donne che si sono appoggiate ai Centri Antiviolenza in un primo momento e allo sportello di orientamento poi - implementare l'azione di orientamento , al fine di aiutare le utenti ad acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità e delle opportunità presenti sul territorio - supportare le utenti nella individuazione “della professione” che vogliono svolgere sulla base del sapere e saper fare personali, emersi dalla valutazione delle competenze e dei propri desideri. - supportare ed accompagnare le utenti nella costruzione del loro progetto di inserimento lavorativo : dalla identificazione delle fonti di raccolta delle informazioni, alla relativa elaborazione, dalla predisposizione della documentazione necessaria alla preparazione ad un colloquio di lavoro - stringere legami con aziende del territorio per lo svolgimento dei tirocini e/o l’inserimento lavorativo - sensibilizzare il territorio regionale, nello specifico degli “addetti ai lavori” , sul tema della violenza alle donne
16. Filiera del supporto e dell’aiuto alle donne vittime di violenza e ai loro figli Consultori Centri per le famiglie Centri per l’impiego Magistratura Associazioni Pronto Soccorso Servizi sociali Medici di base Forze dell’Ordine Centro Antiviolenza Rete parentale e amicale Famiglia d’origine