2. LUOGHI, PAESAGGI, VITE, CULTURA, SEGNI MATERIALI E
IMMATERIALI…: CITTADINANZA ATTIVA PER RICERCARE E
COSTRUIRE INSIEME IL PATRIMONIO CULTURALE DELLA
MEMORIA STORICA E PER DIFFONDERE LA CULTURA DELLA PACE
TRA I POPOLI, A CENTO ANNI DALLA GRANDE GUERRA.
4. LE CAUSE POLITICHE
Le cause politiche riguardavano i contrasti
fra gli Stati europei e alcuni problemi al
loro interno, e precisamente:
• Il desiderio di rivincita dei Francesi
con i Tedeschi per rivendicare
l’Alsazia e la Lorena;
• Il malcontento delle varie nazionalità;
• La crisi dell’Impero ottomano.
5. LE CAUSE
ECONOMICHE
Le principali cause economiche furono:
• la rivalità economica fra la Gran Bretagna e la Germania;
• la necessità per tutte le potenze industriali di espandere il proprio mercato e di
garantirsi il rifornimento delle materie prime.
6. LE CAUSE MILITARI
Le cause militari sono da ricercarsi nella politica militarista delle grandi
potenze e nella “corsa agli armamenti” dei Paesi europei più
industrializzati.
In questa situazione fu importante la spinta dei proprietari delle fabbriche
di materiale bellico e delle industrie pesanti in genere.
7. LE CAUSE CULTURALI
La scelta dei governi di dichiarare la
guerra o entrare nel conflitto già in
atto fu facilitata:
• dal dilagante nazionalismo;
• dalle tesi razziste;
• dall’applicazione del darwinismo;
• dal fatto che molti giovani
vedessero nella guerra l’occasione
per realizzarsi.
8. L’EVENTO SCATENANTE
Bastò una scintilla per far scattare il
conflitto che arrivò il 28 giugno 1914,
quando un nazionalista serbo, Gavrilo
Princip, uccise a Sarajevo l’erede al
trono d’Austria, l’arciduca Francesco
Ferdinando.
Il 23 luglio l’Austria inviò alla Serbia un
ultimatum all’interno del quale c’erano
richieste umilianti che vennero rifiutate
dalla Serbia.
Di conseguenza il 28 luglio l’Austria
dichiarò guerra alla Serbia.
9. LE PRIME FASI DELLA
GUERRA
Dal semplice conflitto fra Austria e Serbia si passò a una guerra europea.
Si formarono due schieramenti:
• La triplice Alleanza: Germania, Italia (all’inizio neutrale) e Austria;
• La triplice Intesa: Gran Bretagna, Francia e Russia.
Questo conflitto fu caratterizzato dal fatto che fu una guerra di posizione e non più di
movimento.
10. IL PATTO DI LONDRA
Il governo italiano tentava di ottenere
dall’Austria il riscatto dei territori italiani,
ma il governo austriaco voleva aspettare la
fine del conflitto per dare attuazione a
qualsiasi patto.
Al contrario il 26 aprile 1915 fu raggiunto,
con le potenze dell’Intesa, un accordo
chiamato Patto di Londra.
Il Patto impegnava l’Italia a entrare in
guerra, in cambio avrebbe ottenuto: Trento
e Trieste, il Sud Tirolo, l’Istria (esclusa
Fiume), la Dalmazia e molti altri territori.
11. L’ITALIA IN GUERRA
Il 3 maggio l’Italia uscì dalla Triplice
Alleanza.
Nel frattempo il governo cercò di
creare un clima di tensione, con delle
manifestazioni in piazza in modo da
portare l’opinione pubblica su
posizioni interventiste.
Tra i più attivisti in quel periodo si
ricorda Gabriele D’Annunzio che
definì quei giorni di maggio come le
“radiose giornate”.
Il 24 maggio 1915 l’Italia dichiarò
guerra all’Austria-Ungheria.
12. IL 1917
A seguito della rivoluzione dell’ottobre
1917, la Russia decise di uscire dal
conflitto.
In Italia, in seguito all’uscita della
Russia, Austriaci e Tedeschi poterono
spostare le loro truppe sul fronte
italiano.
Le linee italiane furono sfondate il 24
ottobre a Caporetto, gli Austriaci
entrarono in Italia, ma successivamente
furono bloccati sul fiume Piave.
Nel 1917 ci furono alcuni fatti che cambiarono il corso della guerra.
La Germania decise di intensificare la guerra sottomarina che portò gli USA a entrare in
guerra con l’Intesa il 6 aprile.
13. LA CONCLUSIONE
DEL CONFLITTO
Nella primavera del 1918 l’Intesa
respinse l’attacco dell’Alleanza sul
fronte occidentale e dopo le battaglie
della Marna e di Amiens tutti i fronti
degli Imperi centrali crollarono.
Il 29 ottobre 1918 l’Italia sconfisse gli
Austriaci a Vittorio Veneto e il 3
novembre fu firmato l’armistizio con
l’Austria e l’11 novembre la Germania
firmò l’armistizio di Rethondes.
Terminava così, dopo più di quattro
anni e milioni di caduti, la prima guerra
mondiale.
14. INCONTRO SULLA PRIMA
GUERRA MONDIALE
Il giorno 18 marzo, presso l’Istituto
“Giuseppe Marchesini” di Sacile, abbiamo
assistito ad un incontro con uno storico.
Il professore ci ha illustrato gli avvenimenti
più importanti che hanno caratterizzato la
prima guerra mondiale e cosa succedeva a
Sacile durante quel periodo.
Inoltre ci ha spiegato come si può trovare
un documento storico tramite internet e
come si è arrivati a costruire tutte le strade
che collegano Sacile a tutti gli altri paesi del
Friuli e del Veneto.
15. DALLA GUERRA FRA NAZIONI
ALL’EUROPA DEI POPOLI
(O DEI CITTADINI)
…finalmente dal vivo!
Dopo tante conferenze
via streaming…
16. ADDIO, PAESEL NATIO!
Diario di Maria Luisa Francesconi, piccola
profuga pordenonese (1917). Il Comune di
Pordenone ha inteso ridare alle stampe il diario,
pubblicato dalla rivista Il Carroccio di New York
nel 1919, frutto degli appunti di una ragazzina
pordenonese, costretta a lasciare la città, con la
madre e i fratellini in seguito all’Invasione austro
tedesca dell’ottobre 1917, dopo Caporetto.
E’ una pagina di dolore che la piccola autrice
registra con grande proprietà linguistica,
sensibilità, maturità e partecipazione ad un
dolore corale.
Pagine che si è ritenuto importante riproporre,
anche perché scritte a caldo, mentre gli eventi si
susseguivano.
17. 87°ADUNATA NAZIONALE ALPINI
Gli Alpini sono le truppe da montagna dell'Esercito Italiano, e rappresentano una specialità
dell'arma di fanteria specializzata nella guerra sui terreni montani.
Formatisi il 15 ottobre 1872, gli Alpini sono il più antico corpo di fanteria da montagna attivo nel
mondo, originariamente creato per proteggere i confini montani settentrionali dell'Italia
con Francia, Impero austro-ungarico e Svizzera. Essi si sono distinti durante la prima guerra
mondiale, quando furono impiegati nei combattimenti al confine nord-est con l'Austria-Ungheria,
dove per tre anni dovettero confrontarsi con le truppe da montagna austriache e tedesche.
Nei giorni 9, 10 e 11 di Maggio si terrà a Pordenone l’87 Adunata Nazionale degli Alpini.
18. TESTIMONIANZA DI ANTONIO
BURIGANA
1916
RICEVETTI LA CARTOLINA CHE MI CHIAMAVA ALLA VISITA MEDICA, SOSTENUTA
A PORDENONE, AVEVO DICIASSETTE ANNI E QUALCHE MESE. FATTO ABILE,
ABILISSIMO, FUI CHIAMATO AL DISTRETTO DI SACILE, DOVE UNA COMMISSINE DI
ESPERTI MI ASSEGNO' ALL’OTTAVO REGGIMENTO BERSAGLIERI.
Mio padre, mia madre e i miei fratelli e sorelle, com’era da prevedere, mi lasciarono partire
senza emozione alcuna. Non ricordo nessuno che si sia commosso. Tutto come fosse niente per chi
era destinato all’onore militare che è quello di CREDERE, COMBATTERE, VINCERE O
MORIRE. Andammo ad acquartierarci nei pressi di Verona e , precisamente, a Santa Lucia dove
ricevetti i gradi di Caporale. Giunse, in quel tempo, l’ordine di partire per il fronte nel bosco di
Montebelluna, dove ci fu tolto il cappello piumato e ci fu dato l’elmetto. Noi camminavamo
continuamente in su e in giù, pronti come truppa di rincalzo. In novembre, a Maser , abbiamo dato
il cambio alla fanteria. Dopo il Piave, cadde, vicinissimo a noi, una granata. Lì, avrei potuto
rimanere schiacciato. Dopo il Piave, ci siamo spostati in Trentino sul monte Cimone e poi sul
Cengio, dove mi ha sfiorato la morte e mi sono salvato per miracolo.
Il dieci agosto 1918 ebbi l’ordine di portare il fucile in caserma e fui comandato alla Scuola
militare di Modena, dove frequentai un corso e divenni sottotenente…
19. TESTIMONIANZA DI
ALFONSO SARTORI
Il Professor Alfonso Sartori nel 1916 fu chiamato, come ardito, a combattere per la Patria.
Aveva allora 18 anni. Combattè sul Carso per molti mesi. Una sera, lo scoppio di una
granata, a pochi metri dal luogo dove egli si trovava, provocò uno spostamento d’aria: si
trovò così sepolto in una buca e ricoperto di terra. Stava malissimo. Invocò “Mamma! Ma..
mma!”. Riuscì a tornare all’aperto ma sopra di sé trovò i soldati austriaci nemici che lo
fecero prigioniero e lo mandarono in campo di concentramento. A Vittorio Veneto, proprio in
quella stessa sera e alla stessa ora, la sua mamma che stava preparando la cena gridò: “ Mio
figlio è morto! Mio figlio è morto! E’ morto Alfonso! Mi ha tanto chiamato! MAMMA!
MAMMA! … Io lo sentivo, ma non potevo aiutarlo. So che lui è morto!”. Le speranze di
tutti furono azzerate quando, il giorno dopo, alla famiglia Sartori arrivò un telegramma dalle
autorità militari che lo davano per disperso in battaglia.. Ma, seppur provato dagli stenti e
dalla prigionia, egli era vivo. Era stato mandato a lavorare in una fattoria. Capì, per gli studi
che aveva fatto, di essere in Ungheria, dato che sentiva parlare di “Magiar”…( Questa volta
l’apprendimento scolastico si rivelò di importanza fondamentale).
Con altri cinque compagni tentò la fuga. Con molta fortuna ci riuscì e fu l’unico a tornare a
casa perché camminò sempre, orientandosi correttamente e in modo adeguato per aver
studiato bene la geografia. Finalmente arrivò a Vittorio Veneto, la madre, travolta
dall’emozione, non sapeva se quello che viveva fosse realtà o sogno.
20. E PER FINIRE IL
NOSTRO PERCORSO…
Il 9 aprile la classe 5 A aziendale andrà a Caporetto, descritta da Hemigway in
«Addio alle armi» come «un villaggio bianco con un campanile giù nella valle».
Nell’attesa abbiamo letto alcune pagine del «Memoriale di Caporetto», secondo
capitolo del romanzo di Alessandro Baricco «Questa storia».