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Condividere le
     presentazioni con
        Slideshare.
Come utenti dei servizi
cosiddetti “web 2.0”, siamo
ormai abituati a guardare
fotografie e video, ascoltare
musica e ovviamente leggere
testi originali sui blog e
soprattutto taggando, cioè
abbinando alle immagini, ai
testi, ai video che troviamo
una serie di parole chiave che
possono aiutare noi stessi ed
altri utenti a catalogare e
ritrovare l’oggetto della
ricerca. Tutto questo, per
quanto molto nobile e
significativo, risulta spesso
agli occhi degli amici non
internettiani una colossale
perdita di tempo. Perché foto,
video, blog e simili sono
vissuti come un’indebita
espansione del tempo libero a
scapito del lavoro. E di sicuro
passare troppo tempo su
Flickr, YouTube o sui blog
altrui non aumenta la
produttività. Ma avete mai
provato a mostrare ai vostri
capiufficio Slideshare?
Con Slideshare la prospettiva
si ribalta: il web 2.0 diventa
improvvisamente uno
strumento utile per lavoro.
Creato nel 2006 da un team
internazionale (uno
sviluppatore americano e una
designer indiana) allo scopo
di condividere le presentazioni
esattamente allo stesso modo
dei citati servizi di
condivisione foto e video,
Slideshare è diventato in
breve tempo uno dei servizi
più utilizzati del web. I
vantaggi sono
immediatamente evidenti. A
chiunque prima o poi capita di
dover fare una presentazione
in PowerPoint (o in
OpenOffice, Keynote o Pdf –
Slideshare accetta di tutto in
upload). Grazie a Slideshare
diventa inutile inviarla via mail
come allegato a più indirizzi,
non c’è più bisogno di portarsi
sempre dietro una chiavetta
Usb a rischio di visualizzare la
propria presentazione in
modo diverso su PC diversi.
In generale Slideshare rende
facile condividere i documenti
e tenerne traccia anche dopo
che l’evento che li ha ispirati
(una conferenza, una riunione
di lavoro, una lezione) è
terminato. Un archivio di slide
da tutto il mondo sugli
argomenti più vari è una
risorsa preziosissima.
A differenza degli strumenti
per creare direttamente
presentazioni on line (Google
Docs, Zoho, Teamslide o
Thumbstacks), Slideshare non
ha limitazioni di sorta nella
grafica e nell’uso dei caratteri,
semplicemente perché la
presentazione viene creata
offline e solo dopo caricata
sul sito, che immediatamente
la converte in un file Flash,
visibile allo stesso modo su
qualunque piattaforma. La
pagina principale di
Slideshare presenta un
tripudio di thumbnail: sono le
ultime presentazioni inserite,
le più scaricate, quelle in
evidenza (spesso caricate in
occasione di qualche
BarCamp). Cliccando su un
thumbnail si accede alla
pagina della presentazione,
molto simile alla pagina di un
singolo video su YouTube. La
presentazione si può lanciare
(anche a tutto schermo),
commentare, condividere,
taggare e scaricare (se il
creatore lo ha permesso a
monte). Sulla colonna di
destra, appaiono
presentazioni simili per
argomento o tag.
Per avere un proprio
Slidespace in cui inserire le
presentazioni create e
condividerle, è sufficiente
iscriversi (Sign up) inserendo
pochi dati anagrafici. La
pagina del proprio profilo
appare inizialmente
semivuota, ma a poco a poco
– usando Slideshare come un
qualsiasi altro social network
– la pagina si riempirà di
immagini relative alle
presentazioni caricate, i
contatti nel network, gli
eventi cui si partecipa (per
esempio, conferenze, fiere,
barcamp), i commenti, la tag
cloud, le ultime presentazioni
degli amici e le presentazioni
preferite. Per caricare una
presentazione si possono
usare diversi strumenti:
l’upload singolo, il
caricamento di un file che ha
già un suo Url (che è già
presente sul web, quindi), il
caricamento via mail e
soprattutto il “bulk upload”,
per chi desidera caricare più
di un file alla volta. In caso di
ipertrofia delle slide, è
comunque sufficiente
spezzare il file in più segmenti
inferiori alla dimensione
massima…
La presentazione, dopo un
lasso di tempo più o meno
breve dedicato alla
conversione, sarà visibile in
formato Flash a tutti, con un
Url unico (simile a quello dei
filmati su YouTube) che potrà
essere pubblicizzato
dall’autore. A questo punto
non resta che inserire dei tag
per la propria presentazione
ed eventualmente inserirla in
qualche gruppo tematico. Le
presentazioni caricate
possono essere pubbliche o
private, cioè condivise solo
con alcuni altri utenti
Slideshare o con altre persone
(che abbiano almeno un
accesso web). Ogni utente
può comunque decidere a
monte, al momento
dell’upload, se la sua
presentazione dovrà essere
liberamente scaricabile o
meno.
Slideshare è ovviamente
integrato con una serie di altri
network (ad esempio
MySpace e Facebook), ma in
ogni caso la comunità di
utenti che ruota intorno al
sito è di per sé attiva e
numerosa: sono gli utenti a
tener traccia degli eventi
passati e futuri più
interessanti del momento, e
naturalmente a creare i
gruppi. Non per niente, in un
guizzo di meta-
comunicazione, il gruppo più
attivo (e più ricco di
presentazioni) è quello
relativo al web 2.0. Volendo
spiegare ad un ignaro del web
partecipativo che cosa si
intende esattamente con
l’espressione “web 2.0”
basterà “prendere in prestito”
una qualsiasi delle
presentazioni del gruppo (in
genere sono licenziate
Creative Commons). Gli utenti
dei gruppi hanno persino
pensato a contest periodici
sulle presentazioni più belle e
interessanti!
Più recentemente, Slideshare
ha aggiunto alle sue
funzionalità lo Slidecast: un
neologismo originato dalla
fusione dei termini “slide” e
“podcast”. La propria
presentazione può essere
commentata da un flusso
audio registrato e caricato su
un qualsiasi spazio web.
Slideshare offre uno
strumento di sincronizzazione
tra l’audio e le slide che
origina in output uno
Slidecast, cioè un file
multimediale che potenzia
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presentazione caricata in
origine. Sincronizzare audio e
slide in uno Slidecast non è
difficile, anche se richiede una
certa familiarità con
l’interfaccia di programmi di
editing audio/video. Gli utenti
più esperti apprezzeranno
comunque la possibilità di
montare con grande
precisione il flusso
multimediale. Per questa
funzione (come per tutti gli
aspetti dell’uso di Slideshare)
sono disponibili Faq molto
dettagliate.
Gli Slidecast così realizzati
possono diventare la base
perfetta per un webinar (un
tipo di web conference in
modalità “seminario”, cioè un
singolo che parla a diversi
spettatori): i propri Slidecast
possono essere presentati a
convegni, barcamp e
ovviamente anche su Second
Life che – dal punto di vista
degli eventi culturali – è ormai
diventato il luogo principale
dove organizzare conferenze
ad alta partecipazione di
avatar. Per chi fosse
intimorito dai riferimenti a
webinar, web conference e
barcamp o più in generale per
chi desidera usare il web in
modo più ludico, Slideshare è
comunque un vero e proprio
serbatoio di presentazioni
“inutili” ma molto accattivanti:
dagli album di foto eccellenti
alle tipiche slide di barzellette/
test/spiritosaggini varie. I filtri
antispam sono avvertiti,
Slideshare può anche
diventare un’arma
potentissima nelle mani degli
amanti delle mail a catena.
© 2011 Apogeo S.r.l. - Socio
Unico Giangiacomo Feltrinelli
Editore S.r.l.

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Condividere le presentazioni con slideshare

  • 1. Condividere le presentazioni con Slideshare. Come utenti dei servizi cosiddetti “web 2.0”, siamo ormai abituati a guardare fotografie e video, ascoltare musica e ovviamente leggere testi originali sui blog e soprattutto taggando, cioè abbinando alle immagini, ai testi, ai video che troviamo una serie di parole chiave che possono aiutare noi stessi ed altri utenti a catalogare e
  • 2. ritrovare l’oggetto della ricerca. Tutto questo, per quanto molto nobile e significativo, risulta spesso agli occhi degli amici non internettiani una colossale perdita di tempo. Perché foto, video, blog e simili sono vissuti come un’indebita espansione del tempo libero a scapito del lavoro. E di sicuro passare troppo tempo su Flickr, YouTube o sui blog altrui non aumenta la produttività. Ma avete mai provato a mostrare ai vostri
  • 3. capiufficio Slideshare? Con Slideshare la prospettiva si ribalta: il web 2.0 diventa improvvisamente uno strumento utile per lavoro. Creato nel 2006 da un team internazionale (uno sviluppatore americano e una designer indiana) allo scopo di condividere le presentazioni esattamente allo stesso modo dei citati servizi di condivisione foto e video, Slideshare è diventato in breve tempo uno dei servizi più utilizzati del web. I
  • 4. vantaggi sono immediatamente evidenti. A chiunque prima o poi capita di dover fare una presentazione in PowerPoint (o in OpenOffice, Keynote o Pdf – Slideshare accetta di tutto in upload). Grazie a Slideshare diventa inutile inviarla via mail come allegato a più indirizzi, non c’è più bisogno di portarsi sempre dietro una chiavetta Usb a rischio di visualizzare la propria presentazione in modo diverso su PC diversi. In generale Slideshare rende
  • 5. facile condividere i documenti e tenerne traccia anche dopo che l’evento che li ha ispirati (una conferenza, una riunione di lavoro, una lezione) è terminato. Un archivio di slide da tutto il mondo sugli argomenti più vari è una risorsa preziosissima. A differenza degli strumenti per creare direttamente presentazioni on line (Google Docs, Zoho, Teamslide o Thumbstacks), Slideshare non ha limitazioni di sorta nella grafica e nell’uso dei caratteri,
  • 6. semplicemente perché la presentazione viene creata offline e solo dopo caricata sul sito, che immediatamente la converte in un file Flash, visibile allo stesso modo su qualunque piattaforma. La pagina principale di Slideshare presenta un tripudio di thumbnail: sono le ultime presentazioni inserite, le più scaricate, quelle in evidenza (spesso caricate in occasione di qualche BarCamp). Cliccando su un thumbnail si accede alla
  • 7. pagina della presentazione, molto simile alla pagina di un singolo video su YouTube. La presentazione si può lanciare (anche a tutto schermo), commentare, condividere, taggare e scaricare (se il creatore lo ha permesso a monte). Sulla colonna di destra, appaiono presentazioni simili per argomento o tag. Per avere un proprio Slidespace in cui inserire le presentazioni create e condividerle, è sufficiente
  • 8. iscriversi (Sign up) inserendo pochi dati anagrafici. La pagina del proprio profilo appare inizialmente semivuota, ma a poco a poco – usando Slideshare come un qualsiasi altro social network – la pagina si riempirà di immagini relative alle presentazioni caricate, i contatti nel network, gli eventi cui si partecipa (per esempio, conferenze, fiere, barcamp), i commenti, la tag cloud, le ultime presentazioni degli amici e le presentazioni
  • 9. preferite. Per caricare una presentazione si possono usare diversi strumenti: l’upload singolo, il caricamento di un file che ha già un suo Url (che è già presente sul web, quindi), il caricamento via mail e soprattutto il “bulk upload”, per chi desidera caricare più di un file alla volta. In caso di ipertrofia delle slide, è comunque sufficiente spezzare il file in più segmenti inferiori alla dimensione massima…
  • 10. La presentazione, dopo un lasso di tempo più o meno breve dedicato alla conversione, sarà visibile in formato Flash a tutti, con un Url unico (simile a quello dei filmati su YouTube) che potrà essere pubblicizzato dall’autore. A questo punto non resta che inserire dei tag per la propria presentazione ed eventualmente inserirla in qualche gruppo tematico. Le presentazioni caricate possono essere pubbliche o private, cioè condivise solo
  • 11. con alcuni altri utenti Slideshare o con altre persone (che abbiano almeno un accesso web). Ogni utente può comunque decidere a monte, al momento dell’upload, se la sua presentazione dovrà essere liberamente scaricabile o meno. Slideshare è ovviamente integrato con una serie di altri network (ad esempio MySpace e Facebook), ma in ogni caso la comunità di utenti che ruota intorno al
  • 12. sito è di per sé attiva e numerosa: sono gli utenti a tener traccia degli eventi passati e futuri più interessanti del momento, e naturalmente a creare i gruppi. Non per niente, in un guizzo di meta- comunicazione, il gruppo più attivo (e più ricco di presentazioni) è quello relativo al web 2.0. Volendo spiegare ad un ignaro del web partecipativo che cosa si intende esattamente con l’espressione “web 2.0”
  • 13. basterà “prendere in prestito” una qualsiasi delle presentazioni del gruppo (in genere sono licenziate Creative Commons). Gli utenti dei gruppi hanno persino pensato a contest periodici sulle presentazioni più belle e interessanti! Più recentemente, Slideshare ha aggiunto alle sue funzionalità lo Slidecast: un neologismo originato dalla fusione dei termini “slide” e “podcast”. La propria presentazione può essere
  • 14. commentata da un flusso audio registrato e caricato su un qualsiasi spazio web. Slideshare offre uno strumento di sincronizzazione tra l’audio e le slide che origina in output uno Slidecast, cioè un file multimediale che potenzia ulteriormente il valore della presentazione caricata in origine. Sincronizzare audio e slide in uno Slidecast non è difficile, anche se richiede una certa familiarità con l’interfaccia di programmi di
  • 15. editing audio/video. Gli utenti più esperti apprezzeranno comunque la possibilità di montare con grande precisione il flusso multimediale. Per questa funzione (come per tutti gli aspetti dell’uso di Slideshare) sono disponibili Faq molto dettagliate. Gli Slidecast così realizzati possono diventare la base perfetta per un webinar (un tipo di web conference in modalità “seminario”, cioè un singolo che parla a diversi
  • 16. spettatori): i propri Slidecast possono essere presentati a convegni, barcamp e ovviamente anche su Second Life che – dal punto di vista degli eventi culturali – è ormai diventato il luogo principale dove organizzare conferenze ad alta partecipazione di avatar. Per chi fosse intimorito dai riferimenti a webinar, web conference e barcamp o più in generale per chi desidera usare il web in modo più ludico, Slideshare è comunque un vero e proprio
  • 17. serbatoio di presentazioni “inutili” ma molto accattivanti: dagli album di foto eccellenti alle tipiche slide di barzellette/ test/spiritosaggini varie. I filtri antispam sono avvertiti, Slideshare può anche diventare un’arma potentissima nelle mani degli amanti delle mail a catena. © 2011 Apogeo S.r.l. - Socio Unico Giangiacomo Feltrinelli Editore S.r.l.