Welfare24, l'iniziativa editoriale di Assidai - Fondo Sanitario integrativo per dirigenti e manager, nel mese di giugno 2014 è dedicato al tema dell'Innovazione come risorsa strategica. Innovazione come parametro per comprendere lo stato di salute di un paese come l’Italia. Innovazione come perno per un piano industriale solido che guarda al futuro e all'internazionalizzazione.
In questo numero: l’analisi dei dati del World Economic Forum, un interessante approfondimento sul mondo delle startup e degli incubatori "Made in Italy" e il piano industriale di Zucchi Spa raccontato da Riccardo Carradori (A.D. di Zucchi).
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Welfare24 n.3/2014 - "Innovazione, una risorsa strategica" - n.3/2014 Assidai
1. ANNO 1 NUMERO 3 - giugno 2014
salute
qualità
welfare
assistenza
Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i
Pantone Orange 021 C Pantone 418 C
Innovazione,
una risorsa strategica
è il principale fattore per la crescita della produttività e dell’occupazione
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75
ma a lungo è stata trascurata in un Paese restio al cambiamento
l’italia è in coda
nelle classifiche
del World economic forum
Innovazione motore
di sviluppo. Chi non è
d’accordo con questa
affermazione? A pa-role
tutti convengono su
quanto sia fondamentale,
sia per un’azienda che per
il Paese, ma nei fatti l’Ita-lia
sconta un grave ritar-do,
come verifichiamo dai
dati raccolti in questo nu-mero
di Welfare24, anche
se i primi germogli di una
nuova cultura, più aperta
alla competitività, stanno
crescendo.
Innovare è ciò che permet-te
a un’azienda di cresce-re,
di sperimentare nuove
strategie, di dotarsi di si-stemi
e logiche di gestione
in grado di rispondere alle
esigenze dei clienti o, nel
nostro caso, agli assistiti.
Per chi offre servizi signi-fica
poter garantire il mas-simo
dell’eccellenza an-ticipando
le richieste che
arrivano dal mercato.
C’è anche un’altra con-siderazione
da fare: l’a-ci
vuole un terreno fertile:
risorse umane con moti-vazione,
attitudine, cultura
aziendale.
La ripresa del Paese passa
anche da qui: l’espansione
dei settori innovativi pro-duttivi
costituisce il princi-pale
motore della crescita
della produttività e dell’oc-cupazione.
La Banca d’Italia ha stima-to
ad esempio che ad ogni
nuovo lavoro high-tech
creato in un’area metropo-litana
si associno cinque
nuovi posti di lavoro in
altri settori, spesso anche
nei servizi a più basso con-tenuto
di istruzione e di
competenze.
Il fermento che si registra
nel campo delle start-up
innovative, soprattutto da
parte dei giovani, grazie an-che
ai molti incubatori che
trasformano un progetto in
nuova impresa, promette
bene per il futuro.
Lorena Capoccia
Presidente di Assidai
Secondo i dati del World Economic Fo-rum,
nella classifica 2013 sulla competiti-vità
l’Italia è retrocessa dal 42esimo posto
del 2012 al 49esimo, principalmente per
l’incertezza politica. Il Wef scatta quindi
una fotografia ad alta risoluzione del gra-do
di innovazione, attraverso un’indagine
campionaria su 148 Paesi.
Per la capacità di innovare delle imprese,
su una scala da 1 a 7 l’Italia si piazza
sopra la media (3,6 punti) con un ranking
di 4,2 e si trova al 31esimo posto, dietro i
principali partner europei e in calo rispet-to
al 2012 (28esimo). Un’altra classifica
riguarda le opinioni degli executive sulla
qualità degli enti di ricerca scientifica. Qui
l’Italia è in posizione arretrata, (40esima),
ma in miglioramento rispetto al 2012
(43esima). In miglioramento anche la col-laborazione
imprese-università. Il ranking
più umiliante è, invece, quello elaborato
sulle risposte alla domanda “Fino a che
punto le politiche di acquisto del Gover-no
incentivano l’innovazione?” L’opinione
degli executive mette l’Italia tra i fanalini di
coda: 129esima su 148.
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benefit
>lorena capoccia
zienda capace di innovare
incentiva la formazione e
l’investimento in capitale
umano, è portatrice non
solo di ricchezza ma an-che
di etica. Una visuale
di osservazione di questo
numero è l’innovazione
di processo con il caso di
un’azienda famosa. Per le
imprese l’innovazione di
processo è determinante in
quanto accresce l’efficien-za
e quindi la competitivi-tà
di costo. Per farla però
Insight Report
The Global
Competitiveness Report
2012–2013
Klaus Schwab, World Economic Forum
2. Pantone Orange 021 C Pantone 418 C
Italia in ritardo
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 ma qualcosa inizia a muoversi
La R&S assorbe
l’1,25% del Pil;
nell’Unione
il 2,1 per cento
Quanta innovazio-ne
fanno le impre-se
italiane? Con
quali strumenti?
La Ricerca e Svi-luppo
è ovviamen-te
l’elemento cardine: assor-be
l’1,25% del Pil, secondo
il dato più recente dell’Istat
che si riferisce al 2011. Valore
che si conferma molto al di
sotto della media della Ue,
pari al 2,1%, e distante dall’o-biettivo
fissato con la stra-tegia
europea ‘Europa 2020’
che è dell’1,53 per cento.
Start-up: il 60% nell’high-tech
In Italia le Start-up innovative, quelle iscritte nel registro delle imprese in
base al decreto sviluppo-bis del 2012, sono circa 1.800 che per oltre
il 60% operano nei settori high-tech. Secondo i dati del ministero dello
Sviluppo il 30% sono nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, il 23% al
Centro e il 19% nell’Italia meridionale e insulare. Le start-up innovative
godono in base alla legge di una serie di agevolazioni. La Lombardia
è in testa alla classifica con il più alto numero di imprese (341 start-up,
seguita dall’Emilia-Romagna con 192 e dal Lazio con 17 7. Fanalini di
coda Calabria (20), Molise (10) e Basilicata (9). Per quanto riguarda
la distribuzione settoriale, il 78% delle imprese si occupano di servizi,
4% di commercio, con esempi anche nel turismo e dell’agricoltura.
certificati: strutture con esperienza Sono conso-lidata
inoltre 19 gli incubatori sostegno alle start-up innovative.
nell’attività di mica inferiore, come Portogallo
(5,3 addetti) e Spagna (4,6). Il
progresso italiano dal 2002 al
2011 è stato contenuto (da 2,9 a
3,8 addetti), ma il gap nei con-fronti
del resto d’Europa è rima-sto
alto. In Italia, tuttavia, per
calcolare il poten-ziale
innovativo del-le
imprese non biso-gna
guardare solo
alla spesa in R&S. Le
piccole imprese, in-fatti,
innovano di più
attraverso l’acquisto
di macchinari e im-pianti.
Un’indagine
Eurostat (Community
Innovation Survey,
Cis) ha verificato che nel trien-nio
2008-2010 l’Italia con il
38% delle imprese innovatri-ci
si era collocata al di sopra
della media europea (35,3%).
Si tratta di imprese che hanno
introdotto sul mercato innova-zioni
di prodotto (o servizio) o
hanno adottato innovazioni di
processo.
La spesa per innovazione in-clude
anche l’acquisto di tec-nologie
non incorporate in
beni capitali (brevetti, licenze),
la progettazione industria-le
(design), la formazione e il
marketing legati allo sviluppo
delle innovazioni. Secondo la
rilevazione Cis la Germania nel
triennio considerato ha avu-to
un ruolo trainante (50,1%
delle imprese) e tra i leader
dell’innovazione ci sono i Paesi
dell’Europa settentrionale.
Gli addetti nel comparto della
R&S sono 3,8 ogni mille abi-tanti
(3,7 nel 2010), ma anco-ra
una volta se si guardano i
numeri dei
27 Paesi Ue
si scopre
una media
degli ad-detti
Nei Brevetti i tedeschi sono leader
La quota italiana di brevetti depositati in Europa secondo l’Ocse è
pari al 4,2% : poco più della metà della Francia, un quinto della
Germania, meno di un sesto degli Stati Uniti. La rilevanza dell’Italia,
secondo dati Banca d’Italia, è ancora minore nei settori innovativi
delle biotecnologie, dell’Ict e delle nanoteclnologie: i brevetti italiani
in questi campi sono pari a poco più del 2 per cento del totale ( il
16% quelli tedeschi, il 34% del totale quelli ‘made in Usa’). Secondo
di 5,8
per mille
abitanti.
L’Italia in
q u e s t a
classifica
è dietro
a Paesi
di taglia
econo-
la Banca d’Italia tuttavia con gli indicatori R&S e numero di brevetti
c’è il rischio di sottostimare lo sforzo innovativo del sistema delle im-prese
registra-re
l’Italia, in cui le pmi innovano senza in un Paese, come ufficialmente spese in ricerca e sviluppo.
Ban da lar ga sotto la me dia Ue
Un segnale incoraggiante per l’Italia in tema di inno-vazione
è la progressiva chiusura del fossato con gli
altri paesi Ue rappresentato dal digital divide rispetto
alla media. Dal 2006 al 2013 la quota di famiglie che
dispongono di una connessione veloce per accedere
a internet da casa è salita dal 14,4 al 59,7% secon-do
i dati Istat. Nel confronto internazionale, che tiene
conto però solo dei dati del 2012, la percentuale delle
famiglie italiane con la banda larga, pari al 55%, era
nettamente inferiore alla media europea (73%).
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Giovani e start-up: così
si costruisce un’impresa
Aiutare a trasformare
un’idea in una start-up
e un giovane
universitario in un
imprenditore. è la scommes-sa
vinta da InnovActionLab,
un’associazione non profit
che in pochi anni ha promos-so
la nascita di una trentina
di nuove imprese innovati-ve
create da universitari che
hanno raccolto risorse dal
venture capital per oltre 4,5
milioni e creato oltre 130 po-sti
di lavoro. Secondo uno dei
fondatori, il venture capitalist
Augusto Coppola, l’iniziativa
punta a cambiare un atteggia-mento
culturale molto diffuso
in Italia soprattutto nei giova-ni,
riassumibile nella frase ‘il
mio futuro non dipende da
me e dalle mie capacità ma da
fattori esterni’.
InnovActionLab chiede agli
studenti di costruire l’infra-struttura
di un’azienda in tre
mesi, un corso pratico, senza
libri di testo e gratuito. L’obiet-tivo
afferma Coppola nella pre-sentazione
“è far capire come
un investitore privato guarda
un progetto, capire le poten-zialità
di quel progetto e a pre-sentarlo
in maniera efficace ai
fondi di venture capital”.
InnovActionLab, sponsorizza-ta
tra gli altri dalla Fondazione
Cariplo e da Microsoft, è infat-ti
anche il più grande evento
europeo di incontro tra giova-ni
delle università e fondi di
venture capital. Ai ragazzi non
insegna quindi l’imprendito-rialità
ma a saper affrontare
in team i problemi che pone
la costruzione dell’infrastrut-tura
di un’azienda. A Roma, il
prossimo 23 giugno la finale
nazionale dell’edizione 2014.
Innovactionlab ha promosso
la nascita di 30 iniziative
che hanno raccolto
oltre 4 milioni
3. “TECNOLOGIA ed efficienza
così TRASFORMIAMO ZUCHI”
Carradori:
le scelte innovative
favorite dalla
comunicazione
interna e dalla
formazione
Aiutiamo lo sviluppo
del nuovo ecosistema
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Alla fine dovremo ringraziare il
crac della Lehman Brothers e
la crisi del debito sovrano. Ric-cardo
Mainetti amministratore
delegato di Polihub, l’acceleratore di im-presa
del Politecnico gestito dalla Fonda-zione
Politecnico di Milano, ama le imma-gini
forti. Se in Italia, finalmente, il tema
dell’innovazione è di grande attualità lo si
deve alla doppia crisi per cui oggi “è fon-damentale
riflettere sui temi di innovazio-ne
perché è lotta per la sopravvivenza” tra
sistemi di imprese e aree del mondo.
Un primo passo è stato fatto con le agevo-lazioni
per le start-up innovative, le certifi-cazioni
degli incubatori, le deroghe ai prin-cipi
civilistici per avviare le imprese ma ora
serve dare una priorità al sistema paese”.
Mainetti fa l’esempio dei miliardi investiti
nel Mose di Venezia, ennesimo scandalo
italiano “risorse che forse potevano essere
meglio impiegate per dare al Paese la rete
di nuova generazione”. Ci sono quindi “al-cune
tessere ma manca il puzzle comple-to”.
Il vento nuovo sull’innovazione in Italia
lo respira anche Luigi Capello, founder di
Luiss Enlabs, joint venture tra l’Università
Riccardo carradori
> A.d. e direttore generale
della Vincenzo Zucchi Spa
>>> segue a pagina 4
Luiss Guido Carli e l’acceleratore Enlabs,
attivo dal 2010. “Per fortuna sta cambiando
tutto: le corporation oggi dicono che l’in-novazione
è un passo fondamentale e si è
creato l’ecosistema dove le aziende innova-tive
possono prosperare”. Ci vorranno però
anni, aggiunge Capello, prima di vedere un
effetto del cambiamento sulla crescita del
Paese. Dal Polihub si osserva come la spin-ta
all’innovazione si stia affacciando anche
in settori più tradizionali come quello della
sanità. Dall’incubatore del Politecnico in 14
anni di attività sono uscite iniziative come
Artexe che ha sviluppato una piattaforma
per gestire il settore accoglienza e le atte-se
nelle strutture sanitarie o come Advice
Pharma che ha sviluppato servizi e tecno-logie
per la gestione di dati e informazioni
in ambito medico-scientifico. Mainetti cita
anche la tecnologia sviluppata da Empatica
con un braccialetto per rilevare parametri
come la temperatura corporea, la condutti-vità
della pelle, il battito cardiaco. Dati che
contribuiscono all’analisi in tempo reale
degli stati d’animo delle persone. L’accesso
alle informazioni raccolte avviene attraver-so
smartphone e applicazioni software.
IIl gruppo Zucchi nel 2012
ha avviato una profonda
trasformazione basata su
un piano industriale che
ha messo al centro l’innova-zione
come racconta l’ammi-nistratore
delegato, Riccardo
Carradori.
Nel vostro piano strategico
indicate tra i punti chiave
una ‘forte spinta’ all’innova-zione.
quali sono gli elementi
cardine?
“Da due anni abbiamo deciso
di intraprendere una profon-da
trasformazione interna,
seguendo le linee guida di un
nuovo modello di business
caratterizzato da una forte
discontinuità rispetto al pas-sato.
L’obiettivo che ci siamo
prefissati è quello di passare
da tradizionale produttore
domestico di biancheria per
la casa a leader internazionale
nei segmenti home fashion e
home innovation. Alcuni degli
elementi cardine del nostro
piano strategico sono legati
all’innovazione di processo
sia industriale, sia distributivo
che di comunicazione.
Puntate su una maggiore ef-ficienza
o sulla riduzione dei
costi?
In primo luogo, stiamo pun-tando
certamente a una mag-giore
efficienza industriale,
concentrandoci sul controllo
delle fasi produttive a mag-gior
valore aggiunto. Per
migliorare l’efficienza indu-striale
abbiamo investito in
tecnologia evoluta ma anche
ridisegnato e reso più fles-sibili
e affidabili i principa-li
processi che presidiano il
consumo delle energie e l’im-piego
di manodopera sempre
più specializzata, anche at-traverso
una formazione tra-sversale
del personale.
In secondo luogo, abbiamo
selezionato i canali distributi-vi
che presentano la maggior
massa critica e il maggior po-tenziale
di sviluppo e redditi-vità.
Queste scelte ci hanno
permesso di abbattere il ma-gazzino
di oltre 25 milioni di
euro in 2 anni e di ridurre il
tempo di risposta in maniera
consistente. Stiamo, inoltre,
ridisegnando la rete dei no-stri
punti vendita: solo per
fare un esempio concreto, il
flagship store Bassetti di Mila-no
è un concentrato di tecno-logia.
In terzo luogo, abbiamo
investito in comunicazione,
orientandoci verso un media-mix
più evoluto e al passo coi
tempi, non solo attivando l’e-commerce,
ma anche operan-do
sui social network.
Stefano Mainetti, amministratore delegato
Polihub (in alto) e Luigi Capello, founder di
Luiss Enlabs (nella foto in basso)
Dagli incubatori
di Politecnico e Luiss
segnali di fiducia;
tanta innovazione
per i servizi legati alla salute
4. LO SVILUPPO DEI FONDI SANITARI E IL CASO
ASIDAI: DALE PROSPETIVE ALE APPLICAZIONI
Previdenza complementare e welfa-re
integrativo: due ambiti che in Ita-lia
richiedono una riflessione urgen-te
non solo per l’economia ma anche
e soprattutto per i singoli individui,
sempre più spesso chiamati - per ci-tare
l’economista William Beveridge
- a “provvedere al proprio benessere
oltre quel tanto che lo Stato è in gra-do
di fornire”.
L’occasione sarà il 14 luglio a Milano
con il convegno che approfondirà lo
stato del quadro normativo sul ver-sante
della previdenza obbligatoria e
complementare, dell’assistenza sani-taria
pubblica e integrativa e delle as-sicurazioni.
Assidai sarà presente, assieme a rap-presentanti
del Governo e delle parti
sociali, con la presidente Capoccia che
interverrà sullo sviluppo dei fondi sani-tari
nel corso della tavola rotonda “Wel-fare
integrativo in sanità: lo sviluppo dei
fondi sanitari e della LTC dalle prospet-tive
alle realizzazioni concrete”.
WELFARE DAY: UN CONFRONTO CON ASIDAI
SULA SANITà INTEGRATIVA
“con l’innovazione ritroveremo volumi, redditività e capacità di generare cassa”
L’innovazione di processo è condivisa
all’interno?
Nell’affrontare il cambiamento abbia-mo
Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i
ROMA, 17 GIUGNO 2014
COSTR UIRE LA NUOVA
SANITÀ INTEGRATIVA
IV edizione
Welfare Day IV Edizione - Palazzo Colonna, Piazza SS. Apostoli, 66 - Roma
Ministero della Salute
Il Sole 24 Ore Radiocor Agenzia di Informazione
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presso il Tribunale di Milano
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Pantone Orange 021 C Pantone 418 C
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 Tutte le iniziative targate Assidai
Una giornata dedicata alla sanità
integrativa e alle nuove linee gui-da:
è il Welfare Day che si terrà il
17 giugno a Roma e che vedrà la
partecipazione di Assidai. La pre-sidente
Lorena Capoccia illustrerà
il contributo di Assidai all’interno
della tavola rotonda “Forme di
Sanità Integrativa a confronto”.
Un incontro di approfondimento
volto a promuovere il dibattito
sul tema del welfare integrativo
tra oltre 900 stakeholder di riferi-mento.
Il Welfare Day, giunto alla
sua quarta edizione e patrocinato
dal Ministero della Salute, si con-centrerà
sul ruolo che ha ormai
assunto la sanità integrativa nel
sistema sanitario italiano. Una
ricerca inedita, sviluppata da
RBM Salute in collaborazione
con il Censis, ne approfondirà
gli aspetti mentre quattro grup-pi
di lavoro dibatteranno su al-trettanti
focus tematici.
www.assidai.it
inciso non solo sulla comunicazio-ne
esterna, ma anche su quella interna e
sulla formazione. Abbiamo presentato in
maniera trasparente al management team
e al personale le prospettive del mercato e
la nostra strategia di intervento, chiaren-do
che nell’attuale contesto economico,
per avere successo, la nostra offerta deve
mirare obbligatoriamente a realizzare un
rapporto prezzo/qualità coerente con le
aspettative ed il budget dei clienti, che
sono in continua evoluzione.
L’innovazione, per un’azienda come la vo-stra,
come si declina in termini di spesa?
Il nuovo modello di business è fortemen-te
improntato all’innovazione, per con-sentire
di ritrovare volumi, redditività e
capacità di generare cassa con la gestio-ne
operativa, esplorando anche settori
complementari o totalmente diversi dal
nostro, che abbiano maggiori prospettive
di crescita. In quest’ottica, associamo agli
investimenti in tecnologia, un continuo e
quotidiano lavoro di ricerca e sviluppo.
C’è un ritardo dell’Italia nelle classifiche
che misurano l’innovazione. Vede qual-che
segnale che possa anticipare l’emer-sione
di nuova cultura sul tema nel Paese?
Credo che chi fa impresa debba concen-trarsi
più sulle proprie capacità proposi-tive.
è la nostra capacità di tradurre sogni
in progetti credibili ad attrarre risorse fi-nanziarie
e umane, che sono disponibili
in grandi quantità ma in maniera selet-tiva.
Nel nostro caso un grande capitano
come Gianluigi Buffon, azionista di rife-rimento
con il 57% del capitale, ma anche
le banche finanziatrici hanno dimostra-to,
con l’aumento di capitale sottoscrit-to
a dicembre del 2013, di credere nel
progetto del Gruppo Zucchi. Ora, viste le
criticità dei mercati, soprattutto quello
domestico, la sfida è riuscire a generare
valore in tempi rapidi. Noi ci crediamo.
>>> continua da pagina 3