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ANNO 1 NUMERO 3 - giugno 2014 
salute 
qualità 
welfare 
assistenza 
Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i 
Pantone Orange 021 C Pantone 418 C 
Innovazione, 
una risorsa strategica 
è il principale fattore per la crescita della produttività e dell’occupazione 
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 
ma a lungo è stata trascurata in un Paese restio al cambiamento 
l’italia è in coda 
nelle classifiche 
del World economic forum 
Innovazione motore 
di sviluppo. Chi non è 
d’accordo con questa 
affermazione? A pa-role 
tutti convengono su 
quanto sia fondamentale, 
sia per un’azienda che per 
il Paese, ma nei fatti l’Ita-lia 
sconta un grave ritar-do, 
come verifichiamo dai 
dati raccolti in questo nu-mero 
di Welfare24, anche 
se i primi germogli di una 
nuova cultura, più aperta 
alla competitività, stanno 
crescendo. 
Innovare è ciò che permet-te 
a un’azienda di cresce-re, 
di sperimentare nuove 
strategie, di dotarsi di si-stemi 
e logiche di gestione 
in grado di rispondere alle 
esigenze dei clienti o, nel 
nostro caso, agli assistiti. 
Per chi offre servizi signi-fica 
poter garantire il mas-simo 
dell’eccellenza an-ticipando 
le richieste che 
arrivano dal mercato. 
C’è anche un’altra con-siderazione 
da fare: l’a-ci 
vuole un terreno fertile: 
risorse umane con moti-vazione, 
attitudine, cultura 
aziendale. 
La ripresa del Paese passa 
anche da qui: l’espansione 
dei settori innovativi pro-duttivi 
costituisce il princi-pale 
motore della crescita 
della produttività e dell’oc-cupazione. 
La Banca d’Italia ha stima-to 
ad esempio che ad ogni 
nuovo lavoro high-tech 
creato in un’area metropo-litana 
si associno cinque 
nuovi posti di lavoro in 
altri settori, spesso anche 
nei servizi a più basso con-tenuto 
di istruzione e di 
competenze. 
Il fermento che si registra 
nel campo delle start-up 
innovative, soprattutto da 
parte dei giovani, grazie an-che 
ai molti incubatori che 
trasformano un progetto in 
nuova impresa, promette 
bene per il futuro. 
Lorena Capoccia 
Presidente di Assidai 
Secondo i dati del World Economic Fo-rum, 
nella classifica 2013 sulla competiti-vità 
l’Italia è retrocessa dal 42esimo posto 
del 2012 al 49esimo, principalmente per 
l’incertezza politica. Il Wef scatta quindi 
una fotografia ad alta risoluzione del gra-do 
di innovazione, attraverso un’indagine 
campionaria su 148 Paesi. 
Per la capacità di innovare delle imprese, 
su una scala da 1 a 7 l’Italia si piazza 
sopra la media (3,6 punti) con un ranking 
di 4,2 e si trova al 31esimo posto, dietro i 
principali partner europei e in calo rispet-to 
al 2012 (28esimo). Un’altra classifica 
riguarda le opinioni degli executive sulla 
qualità degli enti di ricerca scientifica. Qui 
l’Italia è in posizione arretrata, (40esima), 
ma in miglioramento rispetto al 2012 
(43esima). In miglioramento anche la col-laborazione 
imprese-università. Il ranking 
più umiliante è, invece, quello elaborato 
sulle risposte alla domanda “Fino a che 
punto le politiche di acquisto del Gover-no 
incentivano l’innovazione?” L’opinione 
degli executive mette l’Italia tra i fanalini di 
coda: 129esima su 148. 
www.assidai.it 
benefit 
>lorena capoccia 
zienda capace di innovare 
incentiva la formazione e 
l’investimento in capitale 
umano, è portatrice non 
solo di ricchezza ma an-che 
di etica. Una visuale 
di osservazione di questo 
numero è l’innovazione 
di processo con il caso di 
un’azienda famosa. Per le 
imprese l’innovazione di 
processo è determinante in 
quanto accresce l’efficien-za 
e quindi la competitivi-tà 
di costo. Per farla però 
Insight Report 
The Global 
Competitiveness Report 
2012–2013 
Klaus Schwab, World Economic Forum
Pantone Orange 021 C Pantone 418 C 
Italia in ritardo 
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 ma qualcosa inizia a muoversi 
La R&S assorbe 
l’1,25% del Pil; 
nell’Unione 
il 2,1 per cento 
Quanta innovazio-ne 
fanno le impre-se 
italiane? Con 
quali strumenti? 
La Ricerca e Svi-luppo 
è ovviamen-te 
l’elemento cardine: assor-be 
l’1,25% del Pil, secondo 
il dato più recente dell’Istat 
che si riferisce al 2011. Valore 
che si conferma molto al di 
sotto della media della Ue, 
pari al 2,1%, e distante dall’o-biettivo 
fissato con la stra-tegia 
europea ‘Europa 2020’ 
che è dell’1,53 per cento. 
Start-up: il 60% nell’high-tech 
In Italia le Start-up innovative, quelle iscritte nel registro delle imprese in 
base al decreto sviluppo-bis del 2012, sono circa 1.800 che per oltre 
il 60% operano nei settori high-tech. Secondo i dati del ministero dello 
Sviluppo il 30% sono nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, il 23% al 
Centro e il 19% nell’Italia meridionale e insulare. Le start-up innovative 
godono in base alla legge di una serie di agevolazioni. La Lombardia 
è in testa alla classifica con il più alto numero di imprese (341 start-up, 
seguita dall’Emilia-Romagna con 192 e dal Lazio con 17 7. Fanalini di 
coda Calabria (20), Molise (10) e Basilicata (9). Per quanto riguarda 
la distribuzione settoriale, il 78% delle imprese si occupano di servizi, 
4% di commercio, con esempi anche nel turismo e dell’agricoltura. 
certificati: strutture con esperienza Sono conso-lidata 
inoltre 19 gli incubatori sostegno alle start-up innovative. 
nell’attività di mica inferiore, come Portogallo 
(5,3 addetti) e Spagna (4,6). Il 
progresso italiano dal 2002 al 
2011 è stato contenuto (da 2,9 a 
3,8 addetti), ma il gap nei con-fronti 
del resto d’Europa è rima-sto 
alto. In Italia, tuttavia, per 
calcolare il poten-ziale 
innovativo del-le 
imprese non biso-gna 
guardare solo 
alla spesa in R&S. Le 
piccole imprese, in-fatti, 
innovano di più 
attraverso l’acquisto 
di macchinari e im-pianti. 
Un’indagine 
Eurostat (Community 
Innovation Survey, 
Cis) ha verificato che nel trien-nio 
2008-2010 l’Italia con il 
38% delle imprese innovatri-ci 
si era collocata al di sopra 
della media europea (35,3%). 
Si tratta di imprese che hanno 
introdotto sul mercato innova-zioni 
di prodotto (o servizio) o 
hanno adottato innovazioni di 
processo. 
La spesa per innovazione in-clude 
anche l’acquisto di tec-nologie 
non incorporate in 
beni capitali (brevetti, licenze), 
la progettazione industria-le 
(design), la formazione e il 
marketing legati allo sviluppo 
delle innovazioni. Secondo la 
rilevazione Cis la Germania nel 
triennio considerato ha avu-to 
un ruolo trainante (50,1% 
delle imprese) e tra i leader 
dell’innovazione ci sono i Paesi 
dell’Europa settentrionale. 
Gli addetti nel comparto della 
R&S sono 3,8 ogni mille abi-tanti 
(3,7 nel 2010), ma anco-ra 
una volta se si guardano i 
numeri dei 
27 Paesi Ue 
si scopre 
una media 
degli ad-detti 
Nei Brevetti i tedeschi sono leader 
La quota italiana di brevetti depositati in Europa secondo l’Ocse è 
pari al 4,2% : poco più della metà della Francia, un quinto della 
Germania, meno di un sesto degli Stati Uniti. La rilevanza dell’Italia, 
secondo dati Banca d’Italia, è ancora minore nei settori innovativi 
delle biotecnologie, dell’Ict e delle nanoteclnologie: i brevetti italiani 
in questi campi sono pari a poco più del 2 per cento del totale ( il 
16% quelli tedeschi, il 34% del totale quelli ‘made in Usa’). Secondo 
di 5,8 
per mille 
abitanti. 
L’Italia in 
q u e s t a 
classifica 
è dietro 
a Paesi 
di taglia 
econo- 
la Banca d’Italia tuttavia con gli indicatori R&S e numero di brevetti 
c’è il rischio di sottostimare lo sforzo innovativo del sistema delle im-prese 
registra-re 
l’Italia, in cui le pmi innovano senza in un Paese, come ufficialmente spese in ricerca e sviluppo. 
Ban da lar ga sotto la me dia Ue 
Un segnale incoraggiante per l’Italia in tema di inno-vazione 
è la progressiva chiusura del fossato con gli 
altri paesi Ue rappresentato dal digital divide rispetto 
alla media. Dal 2006 al 2013 la quota di famiglie che 
dispongono di una connessione veloce per accedere 
a internet da casa è salita dal 14,4 al 59,7% secon-do 
i dati Istat. Nel confronto internazionale, che tiene 
conto però solo dei dati del 2012, la percentuale delle 
famiglie italiane con la banda larga, pari al 55%, era 
nettamente inferiore alla media europea (73%). 
www.assidai.it 
Giovani e start-up: così 
si costruisce un’impresa 
Aiutare a trasformare 
un’idea in una start-up 
e un giovane 
universitario in un 
imprenditore. è la scommes-sa 
vinta da InnovActionLab, 
un’associazione non profit 
che in pochi anni ha promos-so 
la nascita di una trentina 
di nuove imprese innovati-ve 
create da universitari che 
hanno raccolto risorse dal 
venture capital per oltre 4,5 
milioni e creato oltre 130 po-sti 
di lavoro. Secondo uno dei 
fondatori, il venture capitalist 
Augusto Coppola, l’iniziativa 
punta a cambiare un atteggia-mento 
culturale molto diffuso 
in Italia soprattutto nei giova-ni, 
riassumibile nella frase ‘il 
mio futuro non dipende da 
me e dalle mie capacità ma da 
fattori esterni’. 
InnovActionLab chiede agli 
studenti di costruire l’infra-struttura 
di un’azienda in tre 
mesi, un corso pratico, senza 
libri di testo e gratuito. L’obiet-tivo 
afferma Coppola nella pre-sentazione 
“è far capire come 
un investitore privato guarda 
un progetto, capire le poten-zialità 
di quel progetto e a pre-sentarlo 
in maniera efficace ai 
fondi di venture capital”. 
InnovActionLab, sponsorizza-ta 
tra gli altri dalla Fondazione 
Cariplo e da Microsoft, è infat-ti 
anche il più grande evento 
europeo di incontro tra giova-ni 
delle università e fondi di 
venture capital. Ai ragazzi non 
insegna quindi l’imprendito-rialità 
ma a saper affrontare 
in team i problemi che pone 
la costruzione dell’infrastrut-tura 
di un’azienda. A Roma, il 
prossimo 23 giugno la finale 
nazionale dell’edizione 2014. 
Innovactionlab ha promosso 
la nascita di 30 iniziative 
che hanno raccolto 
oltre 4 milioni
“TECNOLOGIA ed efficienza 
così TRASFORMIAMO ZUCHI” 
Carradori: 
le scelte innovative 
favorite dalla 
comunicazione 
interna e dalla 
formazione 
Aiutiamo lo sviluppo 
del nuovo ecosistema 
www.assidai.it 
Alla fine dovremo ringraziare il 
crac della Lehman Brothers e 
la crisi del debito sovrano. Ric-cardo 
Mainetti amministratore 
delegato di Polihub, l’acceleratore di im-presa 
del Politecnico gestito dalla Fonda-zione 
Politecnico di Milano, ama le imma-gini 
forti. Se in Italia, finalmente, il tema 
dell’innovazione è di grande attualità lo si 
deve alla doppia crisi per cui oggi “è fon-damentale 
riflettere sui temi di innovazio-ne 
perché è lotta per la sopravvivenza” tra 
sistemi di imprese e aree del mondo. 
Un primo passo è stato fatto con le agevo-lazioni 
per le start-up innovative, le certifi-cazioni 
degli incubatori, le deroghe ai prin-cipi 
civilistici per avviare le imprese ma ora 
serve dare una priorità al sistema paese”. 
Mainetti fa l’esempio dei miliardi investiti 
nel Mose di Venezia, ennesimo scandalo 
italiano “risorse che forse potevano essere 
meglio impiegate per dare al Paese la rete 
di nuova generazione”. Ci sono quindi “al-cune 
tessere ma manca il puzzle comple-to”. 
Il vento nuovo sull’innovazione in Italia 
lo respira anche Luigi Capello, founder di 
Luiss Enlabs, joint venture tra l’Università 
Riccardo carradori 
> A.d. e direttore generale 
della Vincenzo Zucchi Spa 
>>> segue a pagina 4 
Luiss Guido Carli e l’acceleratore Enlabs, 
attivo dal 2010. “Per fortuna sta cambiando 
tutto: le corporation oggi dicono che l’in-novazione 
è un passo fondamentale e si è 
creato l’ecosistema dove le aziende innova-tive 
possono prosperare”. Ci vorranno però 
anni, aggiunge Capello, prima di vedere un 
effetto del cambiamento sulla crescita del 
Paese. Dal Polihub si osserva come la spin-ta 
all’innovazione si stia affacciando anche 
in settori più tradizionali come quello della 
sanità. Dall’incubatore del Politecnico in 14 
anni di attività sono uscite iniziative come 
Artexe che ha sviluppato una piattaforma 
per gestire il settore accoglienza e le atte-se 
nelle strutture sanitarie o come Advice 
Pharma che ha sviluppato servizi e tecno-logie 
per la gestione di dati e informazioni 
in ambito medico-scientifico. Mainetti cita 
anche la tecnologia sviluppata da Empatica 
con un braccialetto per rilevare parametri 
come la temperatura corporea, la condutti-vità 
della pelle, il battito cardiaco. Dati che 
contribuiscono all’analisi in tempo reale 
degli stati d’animo delle persone. L’accesso 
alle informazioni raccolte avviene attraver-so 
smartphone e applicazioni software. 
IIl gruppo Zucchi nel 2012 
ha avviato una profonda 
trasformazione basata su 
un piano industriale che 
ha messo al centro l’innova-zione 
come racconta l’ammi-nistratore 
delegato, Riccardo 
Carradori. 
Nel vostro piano strategico 
indicate tra i punti chiave 
una ‘forte spinta’ all’innova-zione. 
quali sono gli elementi 
cardine? 
“Da due anni abbiamo deciso 
di intraprendere una profon-da 
trasformazione interna, 
seguendo le linee guida di un 
nuovo modello di business 
caratterizzato da una forte 
discontinuità rispetto al pas-sato. 
L’obiettivo che ci siamo 
prefissati è quello di passare 
da tradizionale produttore 
domestico di biancheria per 
la casa a leader internazionale 
nei segmenti home fashion e 
home innovation. Alcuni degli 
elementi cardine del nostro 
piano strategico sono legati 
all’innovazione di processo 
sia industriale, sia distributivo 
che di comunicazione. 
Puntate su una maggiore ef-ficienza 
o sulla riduzione dei 
costi? 
In primo luogo, stiamo pun-tando 
certamente a una mag-giore 
efficienza industriale, 
concentrandoci sul controllo 
delle fasi produttive a mag-gior 
valore aggiunto. Per 
migliorare l’efficienza indu-striale 
abbiamo investito in 
tecnologia evoluta ma anche 
ridisegnato e reso più fles-sibili 
e affidabili i principa-li 
processi che presidiano il 
consumo delle energie e l’im-piego 
di manodopera sempre 
più specializzata, anche at-traverso 
una formazione tra-sversale 
del personale. 
In secondo luogo, abbiamo 
selezionato i canali distributi-vi 
che presentano la maggior 
massa critica e il maggior po-tenziale 
di sviluppo e redditi-vità. 
Queste scelte ci hanno 
permesso di abbattere il ma-gazzino 
di oltre 25 milioni di 
euro in 2 anni e di ridurre il 
tempo di risposta in maniera 
consistente. Stiamo, inoltre, 
ridisegnando la rete dei no-stri 
punti vendita: solo per 
fare un esempio concreto, il 
flagship store Bassetti di Mila-no 
è un concentrato di tecno-logia. 
In terzo luogo, abbiamo 
investito in comunicazione, 
orientandoci verso un media-mix 
più evoluto e al passo coi 
tempi, non solo attivando l’e-commerce, 
ma anche operan-do 
sui social network. 
Stefano Mainetti, amministratore delegato 
Polihub (in alto) e Luigi Capello, founder di 
Luiss Enlabs (nella foto in basso) 
Dagli incubatori 
di Politecnico e Luiss 
segnali di fiducia; 
tanta innovazione 
per i servizi legati alla salute
LO SVILUPPO DEI FONDI SANITARI E IL CASO 
ASIDAI: DALE PROSPETIVE ALE APPLICAZIONI 
Previdenza complementare e welfa-re 
integrativo: due ambiti che in Ita-lia 
richiedono una riflessione urgen-te 
non solo per l’economia ma anche 
e soprattutto per i singoli individui, 
sempre più spesso chiamati - per ci-tare 
l’economista William Beveridge 
- a “provvedere al proprio benessere 
oltre quel tanto che lo Stato è in gra-do 
di fornire”. 
L’occasione sarà il 14 luglio a Milano 
con il convegno che approfondirà lo 
stato del quadro normativo sul ver-sante 
della previdenza obbligatoria e 
complementare, dell’assistenza sani-taria 
pubblica e integrativa e delle as-sicurazioni. 
Assidai sarà presente, assieme a rap-presentanti 
del Governo e delle parti 
sociali, con la presidente Capoccia che 
interverrà sullo sviluppo dei fondi sani-tari 
nel corso della tavola rotonda “Wel-fare 
integrativo in sanità: lo sviluppo dei 
fondi sanitari e della LTC dalle prospet-tive 
alle realizzazioni concrete”. 
WELFARE DAY: UN CONFRONTO CON ASIDAI 
SULA SANITà INTEGRATIVA 
“con l’innovazione ritroveremo volumi, redditività e capacità di generare cassa” 
L’innovazione di processo è condivisa 
all’interno? 
Nell’affrontare il cambiamento abbia-mo 
Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i 
ROMA, 17 GIUGNO 2014 
COSTR UIRE LA NUOVA 
SANITÀ INTEGRATIVA 
IV edizione 
Welfare Day IV Edizione - Palazzo Colonna, Piazza SS. Apostoli, 66 - Roma 
Ministero della Salute 
Il Sole 24 Ore Radiocor Agenzia di Informazione 
In attesa di registrazione 
presso il Tribunale di Milano 
Direttore responsabile: Lorenzo Lanfrancone 
Con il patrocinio del 
Proprietario ed editore: Il Sole 24 Ore S.p.A. 
Sede legale e redazione: via Monte Rosa 91, 
20149 Milano Tel: 02.3022.4602-3 - Fax 02.3022.481 
Progetto grafico e artwork: Lucia Carenini 
Copyright 2014 - Il Sole 24 Ore S.p.A. 
Radiocor Agenzia di Informazione 
è vietata la riproduzione anche parziale o a uso interno 
con qualsiasi mezzo, non autorizzata. 
Pantone Orange 021 C Pantone 418 C 
C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 Tutte le iniziative targate Assidai 
Una giornata dedicata alla sanità 
integrativa e alle nuove linee gui-da: 
è il Welfare Day che si terrà il 
17 giugno a Roma e che vedrà la 
partecipazione di Assidai. La pre-sidente 
Lorena Capoccia illustrerà 
il contributo di Assidai all’interno 
della tavola rotonda “Forme di 
Sanità Integrativa a confronto”. 
Un incontro di approfondimento 
volto a promuovere il dibattito 
sul tema del welfare integrativo 
tra oltre 900 stakeholder di riferi-mento. 
Il Welfare Day, giunto alla 
sua quarta edizione e patrocinato 
dal Ministero della Salute, si con-centrerà 
sul ruolo che ha ormai 
assunto la sanità integrativa nel 
sistema sanitario italiano. Una 
ricerca inedita, sviluppata da 
RBM Salute in collaborazione 
con il Censis, ne approfondirà 
gli aspetti mentre quattro grup-pi 
di lavoro dibatteranno su al-trettanti 
focus tematici. 
www.assidai.it 
inciso non solo sulla comunicazio-ne 
esterna, ma anche su quella interna e 
sulla formazione. Abbiamo presentato in 
maniera trasparente al management team 
e al personale le prospettive del mercato e 
la nostra strategia di intervento, chiaren-do 
che nell’attuale contesto economico, 
per avere successo, la nostra offerta deve 
mirare obbligatoriamente a realizzare un 
rapporto prezzo/qualità coerente con le 
aspettative ed il budget dei clienti, che 
sono in continua evoluzione. 
L’innovazione, per un’azienda come la vo-stra, 
come si declina in termini di spesa? 
Il nuovo modello di business è fortemen-te 
improntato all’innovazione, per con-sentire 
di ritrovare volumi, redditività e 
capacità di generare cassa con la gestio-ne 
operativa, esplorando anche settori 
complementari o totalmente diversi dal 
nostro, che abbiano maggiori prospettive 
di crescita. In quest’ottica, associamo agli 
investimenti in tecnologia, un continuo e 
quotidiano lavoro di ricerca e sviluppo. 
C’è un ritardo dell’Italia nelle classifiche 
che misurano l’innovazione. Vede qual-che 
segnale che possa anticipare l’emer-sione 
di nuova cultura sul tema nel Paese? 
Credo che chi fa impresa debba concen-trarsi 
più sulle proprie capacità proposi-tive. 
è la nostra capacità di tradurre sogni 
in progetti credibili ad attrarre risorse fi-nanziarie 
e umane, che sono disponibili 
in grandi quantità ma in maniera selet-tiva. 
Nel nostro caso un grande capitano 
come Gianluigi Buffon, azionista di rife-rimento 
con il 57% del capitale, ma anche 
le banche finanziatrici hanno dimostra-to, 
con l’aumento di capitale sottoscrit-to 
a dicembre del 2013, di credere nel 
progetto del Gruppo Zucchi. Ora, viste le 
criticità dei mercati, soprattutto quello 
domestico, la sfida è riuscire a generare 
valore in tempi rapidi. Noi ci crediamo. 
>>> continua da pagina 3

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  • 1. ANNO 1 NUMERO 3 - giugno 2014 salute qualità welfare assistenza Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i Pantone Orange 021 C Pantone 418 C Innovazione, una risorsa strategica è il principale fattore per la crescita della produttività e dell’occupazione C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 ma a lungo è stata trascurata in un Paese restio al cambiamento l’italia è in coda nelle classifiche del World economic forum Innovazione motore di sviluppo. Chi non è d’accordo con questa affermazione? A pa-role tutti convengono su quanto sia fondamentale, sia per un’azienda che per il Paese, ma nei fatti l’Ita-lia sconta un grave ritar-do, come verifichiamo dai dati raccolti in questo nu-mero di Welfare24, anche se i primi germogli di una nuova cultura, più aperta alla competitività, stanno crescendo. Innovare è ciò che permet-te a un’azienda di cresce-re, di sperimentare nuove strategie, di dotarsi di si-stemi e logiche di gestione in grado di rispondere alle esigenze dei clienti o, nel nostro caso, agli assistiti. Per chi offre servizi signi-fica poter garantire il mas-simo dell’eccellenza an-ticipando le richieste che arrivano dal mercato. C’è anche un’altra con-siderazione da fare: l’a-ci vuole un terreno fertile: risorse umane con moti-vazione, attitudine, cultura aziendale. La ripresa del Paese passa anche da qui: l’espansione dei settori innovativi pro-duttivi costituisce il princi-pale motore della crescita della produttività e dell’oc-cupazione. La Banca d’Italia ha stima-to ad esempio che ad ogni nuovo lavoro high-tech creato in un’area metropo-litana si associno cinque nuovi posti di lavoro in altri settori, spesso anche nei servizi a più basso con-tenuto di istruzione e di competenze. Il fermento che si registra nel campo delle start-up innovative, soprattutto da parte dei giovani, grazie an-che ai molti incubatori che trasformano un progetto in nuova impresa, promette bene per il futuro. Lorena Capoccia Presidente di Assidai Secondo i dati del World Economic Fo-rum, nella classifica 2013 sulla competiti-vità l’Italia è retrocessa dal 42esimo posto del 2012 al 49esimo, principalmente per l’incertezza politica. Il Wef scatta quindi una fotografia ad alta risoluzione del gra-do di innovazione, attraverso un’indagine campionaria su 148 Paesi. Per la capacità di innovare delle imprese, su una scala da 1 a 7 l’Italia si piazza sopra la media (3,6 punti) con un ranking di 4,2 e si trova al 31esimo posto, dietro i principali partner europei e in calo rispet-to al 2012 (28esimo). Un’altra classifica riguarda le opinioni degli executive sulla qualità degli enti di ricerca scientifica. Qui l’Italia è in posizione arretrata, (40esima), ma in miglioramento rispetto al 2012 (43esima). In miglioramento anche la col-laborazione imprese-università. Il ranking più umiliante è, invece, quello elaborato sulle risposte alla domanda “Fino a che punto le politiche di acquisto del Gover-no incentivano l’innovazione?” L’opinione degli executive mette l’Italia tra i fanalini di coda: 129esima su 148. www.assidai.it benefit >lorena capoccia zienda capace di innovare incentiva la formazione e l’investimento in capitale umano, è portatrice non solo di ricchezza ma an-che di etica. Una visuale di osservazione di questo numero è l’innovazione di processo con il caso di un’azienda famosa. Per le imprese l’innovazione di processo è determinante in quanto accresce l’efficien-za e quindi la competitivi-tà di costo. Per farla però Insight Report The Global Competitiveness Report 2012–2013 Klaus Schwab, World Economic Forum
  • 2. Pantone Orange 021 C Pantone 418 C Italia in ritardo C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 ma qualcosa inizia a muoversi La R&S assorbe l’1,25% del Pil; nell’Unione il 2,1 per cento Quanta innovazio-ne fanno le impre-se italiane? Con quali strumenti? La Ricerca e Svi-luppo è ovviamen-te l’elemento cardine: assor-be l’1,25% del Pil, secondo il dato più recente dell’Istat che si riferisce al 2011. Valore che si conferma molto al di sotto della media della Ue, pari al 2,1%, e distante dall’o-biettivo fissato con la stra-tegia europea ‘Europa 2020’ che è dell’1,53 per cento. Start-up: il 60% nell’high-tech In Italia le Start-up innovative, quelle iscritte nel registro delle imprese in base al decreto sviluppo-bis del 2012, sono circa 1.800 che per oltre il 60% operano nei settori high-tech. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo il 30% sono nel Nord-Ovest, il 28% nel Nord-Est, il 23% al Centro e il 19% nell’Italia meridionale e insulare. Le start-up innovative godono in base alla legge di una serie di agevolazioni. La Lombardia è in testa alla classifica con il più alto numero di imprese (341 start-up, seguita dall’Emilia-Romagna con 192 e dal Lazio con 17 7. Fanalini di coda Calabria (20), Molise (10) e Basilicata (9). Per quanto riguarda la distribuzione settoriale, il 78% delle imprese si occupano di servizi, 4% di commercio, con esempi anche nel turismo e dell’agricoltura. certificati: strutture con esperienza Sono conso-lidata inoltre 19 gli incubatori sostegno alle start-up innovative. nell’attività di mica inferiore, come Portogallo (5,3 addetti) e Spagna (4,6). Il progresso italiano dal 2002 al 2011 è stato contenuto (da 2,9 a 3,8 addetti), ma il gap nei con-fronti del resto d’Europa è rima-sto alto. In Italia, tuttavia, per calcolare il poten-ziale innovativo del-le imprese non biso-gna guardare solo alla spesa in R&S. Le piccole imprese, in-fatti, innovano di più attraverso l’acquisto di macchinari e im-pianti. Un’indagine Eurostat (Community Innovation Survey, Cis) ha verificato che nel trien-nio 2008-2010 l’Italia con il 38% delle imprese innovatri-ci si era collocata al di sopra della media europea (35,3%). Si tratta di imprese che hanno introdotto sul mercato innova-zioni di prodotto (o servizio) o hanno adottato innovazioni di processo. La spesa per innovazione in-clude anche l’acquisto di tec-nologie non incorporate in beni capitali (brevetti, licenze), la progettazione industria-le (design), la formazione e il marketing legati allo sviluppo delle innovazioni. Secondo la rilevazione Cis la Germania nel triennio considerato ha avu-to un ruolo trainante (50,1% delle imprese) e tra i leader dell’innovazione ci sono i Paesi dell’Europa settentrionale. Gli addetti nel comparto della R&S sono 3,8 ogni mille abi-tanti (3,7 nel 2010), ma anco-ra una volta se si guardano i numeri dei 27 Paesi Ue si scopre una media degli ad-detti Nei Brevetti i tedeschi sono leader La quota italiana di brevetti depositati in Europa secondo l’Ocse è pari al 4,2% : poco più della metà della Francia, un quinto della Germania, meno di un sesto degli Stati Uniti. La rilevanza dell’Italia, secondo dati Banca d’Italia, è ancora minore nei settori innovativi delle biotecnologie, dell’Ict e delle nanoteclnologie: i brevetti italiani in questi campi sono pari a poco più del 2 per cento del totale ( il 16% quelli tedeschi, il 34% del totale quelli ‘made in Usa’). Secondo di 5,8 per mille abitanti. L’Italia in q u e s t a classifica è dietro a Paesi di taglia econo- la Banca d’Italia tuttavia con gli indicatori R&S e numero di brevetti c’è il rischio di sottostimare lo sforzo innovativo del sistema delle im-prese registra-re l’Italia, in cui le pmi innovano senza in un Paese, come ufficialmente spese in ricerca e sviluppo. Ban da lar ga sotto la me dia Ue Un segnale incoraggiante per l’Italia in tema di inno-vazione è la progressiva chiusura del fossato con gli altri paesi Ue rappresentato dal digital divide rispetto alla media. Dal 2006 al 2013 la quota di famiglie che dispongono di una connessione veloce per accedere a internet da casa è salita dal 14,4 al 59,7% secon-do i dati Istat. Nel confronto internazionale, che tiene conto però solo dei dati del 2012, la percentuale delle famiglie italiane con la banda larga, pari al 55%, era nettamente inferiore alla media europea (73%). www.assidai.it Giovani e start-up: così si costruisce un’impresa Aiutare a trasformare un’idea in una start-up e un giovane universitario in un imprenditore. è la scommes-sa vinta da InnovActionLab, un’associazione non profit che in pochi anni ha promos-so la nascita di una trentina di nuove imprese innovati-ve create da universitari che hanno raccolto risorse dal venture capital per oltre 4,5 milioni e creato oltre 130 po-sti di lavoro. Secondo uno dei fondatori, il venture capitalist Augusto Coppola, l’iniziativa punta a cambiare un atteggia-mento culturale molto diffuso in Italia soprattutto nei giova-ni, riassumibile nella frase ‘il mio futuro non dipende da me e dalle mie capacità ma da fattori esterni’. InnovActionLab chiede agli studenti di costruire l’infra-struttura di un’azienda in tre mesi, un corso pratico, senza libri di testo e gratuito. L’obiet-tivo afferma Coppola nella pre-sentazione “è far capire come un investitore privato guarda un progetto, capire le poten-zialità di quel progetto e a pre-sentarlo in maniera efficace ai fondi di venture capital”. InnovActionLab, sponsorizza-ta tra gli altri dalla Fondazione Cariplo e da Microsoft, è infat-ti anche il più grande evento europeo di incontro tra giova-ni delle università e fondi di venture capital. Ai ragazzi non insegna quindi l’imprendito-rialità ma a saper affrontare in team i problemi che pone la costruzione dell’infrastrut-tura di un’azienda. A Roma, il prossimo 23 giugno la finale nazionale dell’edizione 2014. Innovactionlab ha promosso la nascita di 30 iniziative che hanno raccolto oltre 4 milioni
  • 3. “TECNOLOGIA ed efficienza così TRASFORMIAMO ZUCHI” Carradori: le scelte innovative favorite dalla comunicazione interna e dalla formazione Aiutiamo lo sviluppo del nuovo ecosistema www.assidai.it Alla fine dovremo ringraziare il crac della Lehman Brothers e la crisi del debito sovrano. Ric-cardo Mainetti amministratore delegato di Polihub, l’acceleratore di im-presa del Politecnico gestito dalla Fonda-zione Politecnico di Milano, ama le imma-gini forti. Se in Italia, finalmente, il tema dell’innovazione è di grande attualità lo si deve alla doppia crisi per cui oggi “è fon-damentale riflettere sui temi di innovazio-ne perché è lotta per la sopravvivenza” tra sistemi di imprese e aree del mondo. Un primo passo è stato fatto con le agevo-lazioni per le start-up innovative, le certifi-cazioni degli incubatori, le deroghe ai prin-cipi civilistici per avviare le imprese ma ora serve dare una priorità al sistema paese”. Mainetti fa l’esempio dei miliardi investiti nel Mose di Venezia, ennesimo scandalo italiano “risorse che forse potevano essere meglio impiegate per dare al Paese la rete di nuova generazione”. Ci sono quindi “al-cune tessere ma manca il puzzle comple-to”. Il vento nuovo sull’innovazione in Italia lo respira anche Luigi Capello, founder di Luiss Enlabs, joint venture tra l’Università Riccardo carradori > A.d. e direttore generale della Vincenzo Zucchi Spa >>> segue a pagina 4 Luiss Guido Carli e l’acceleratore Enlabs, attivo dal 2010. “Per fortuna sta cambiando tutto: le corporation oggi dicono che l’in-novazione è un passo fondamentale e si è creato l’ecosistema dove le aziende innova-tive possono prosperare”. Ci vorranno però anni, aggiunge Capello, prima di vedere un effetto del cambiamento sulla crescita del Paese. Dal Polihub si osserva come la spin-ta all’innovazione si stia affacciando anche in settori più tradizionali come quello della sanità. Dall’incubatore del Politecnico in 14 anni di attività sono uscite iniziative come Artexe che ha sviluppato una piattaforma per gestire il settore accoglienza e le atte-se nelle strutture sanitarie o come Advice Pharma che ha sviluppato servizi e tecno-logie per la gestione di dati e informazioni in ambito medico-scientifico. Mainetti cita anche la tecnologia sviluppata da Empatica con un braccialetto per rilevare parametri come la temperatura corporea, la condutti-vità della pelle, il battito cardiaco. Dati che contribuiscono all’analisi in tempo reale degli stati d’animo delle persone. L’accesso alle informazioni raccolte avviene attraver-so smartphone e applicazioni software. IIl gruppo Zucchi nel 2012 ha avviato una profonda trasformazione basata su un piano industriale che ha messo al centro l’innova-zione come racconta l’ammi-nistratore delegato, Riccardo Carradori. Nel vostro piano strategico indicate tra i punti chiave una ‘forte spinta’ all’innova-zione. quali sono gli elementi cardine? “Da due anni abbiamo deciso di intraprendere una profon-da trasformazione interna, seguendo le linee guida di un nuovo modello di business caratterizzato da una forte discontinuità rispetto al pas-sato. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di passare da tradizionale produttore domestico di biancheria per la casa a leader internazionale nei segmenti home fashion e home innovation. Alcuni degli elementi cardine del nostro piano strategico sono legati all’innovazione di processo sia industriale, sia distributivo che di comunicazione. Puntate su una maggiore ef-ficienza o sulla riduzione dei costi? In primo luogo, stiamo pun-tando certamente a una mag-giore efficienza industriale, concentrandoci sul controllo delle fasi produttive a mag-gior valore aggiunto. Per migliorare l’efficienza indu-striale abbiamo investito in tecnologia evoluta ma anche ridisegnato e reso più fles-sibili e affidabili i principa-li processi che presidiano il consumo delle energie e l’im-piego di manodopera sempre più specializzata, anche at-traverso una formazione tra-sversale del personale. In secondo luogo, abbiamo selezionato i canali distributi-vi che presentano la maggior massa critica e il maggior po-tenziale di sviluppo e redditi-vità. Queste scelte ci hanno permesso di abbattere il ma-gazzino di oltre 25 milioni di euro in 2 anni e di ridurre il tempo di risposta in maniera consistente. Stiamo, inoltre, ridisegnando la rete dei no-stri punti vendita: solo per fare un esempio concreto, il flagship store Bassetti di Mila-no è un concentrato di tecno-logia. In terzo luogo, abbiamo investito in comunicazione, orientandoci verso un media-mix più evoluto e al passo coi tempi, non solo attivando l’e-commerce, ma anche operan-do sui social network. Stefano Mainetti, amministratore delegato Polihub (in alto) e Luigi Capello, founder di Luiss Enlabs (nella foto in basso) Dagli incubatori di Politecnico e Luiss segnali di fiducia; tanta innovazione per i servizi legati alla salute
  • 4. LO SVILUPPO DEI FONDI SANITARI E IL CASO ASIDAI: DALE PROSPETIVE ALE APPLICAZIONI Previdenza complementare e welfa-re integrativo: due ambiti che in Ita-lia richiedono una riflessione urgen-te non solo per l’economia ma anche e soprattutto per i singoli individui, sempre più spesso chiamati - per ci-tare l’economista William Beveridge - a “provvedere al proprio benessere oltre quel tanto che lo Stato è in gra-do di fornire”. L’occasione sarà il 14 luglio a Milano con il convegno che approfondirà lo stato del quadro normativo sul ver-sante della previdenza obbligatoria e complementare, dell’assistenza sani-taria pubblica e integrativa e delle as-sicurazioni. Assidai sarà presente, assieme a rap-presentanti del Governo e delle parti sociali, con la presidente Capoccia che interverrà sullo sviluppo dei fondi sani-tari nel corso della tavola rotonda “Wel-fare integrativo in sanità: lo sviluppo dei fondi sanitari e della LTC dalle prospet-tive alle realizzazioni concrete”. WELFARE DAY: UN CONFRONTO CON ASIDAI SULA SANITà INTEGRATIVA “con l’innovazione ritroveremo volumi, redditività e capacità di generare cassa” L’innovazione di processo è condivisa all’interno? Nell’affrontare il cambiamento abbia-mo Welfare24 I l V a l o r e d e l l e P e r s o n e p e r A s s i d a i ROMA, 17 GIUGNO 2014 COSTR UIRE LA NUOVA SANITÀ INTEGRATIVA IV edizione Welfare Day IV Edizione - Palazzo Colonna, Piazza SS. Apostoli, 66 - Roma Ministero della Salute Il Sole 24 Ore Radiocor Agenzia di Informazione In attesa di registrazione presso il Tribunale di Milano Direttore responsabile: Lorenzo Lanfrancone Con il patrocinio del Proprietario ed editore: Il Sole 24 Ore S.p.A. Sede legale e redazione: via Monte Rosa 91, 20149 Milano Tel: 02.3022.4602-3 - Fax 02.3022.481 Progetto grafico e artwork: Lucia Carenini Copyright 2014 - Il Sole 24 Ore S.p.A. Radiocor Agenzia di Informazione è vietata la riproduzione anche parziale o a uso interno con qualsiasi mezzo, non autorizzata. Pantone Orange 021 C Pantone 418 C C 0, M 55, Y100, K 0 C 0, M 0, Y30, K 75 Tutte le iniziative targate Assidai Una giornata dedicata alla sanità integrativa e alle nuove linee gui-da: è il Welfare Day che si terrà il 17 giugno a Roma e che vedrà la partecipazione di Assidai. La pre-sidente Lorena Capoccia illustrerà il contributo di Assidai all’interno della tavola rotonda “Forme di Sanità Integrativa a confronto”. Un incontro di approfondimento volto a promuovere il dibattito sul tema del welfare integrativo tra oltre 900 stakeholder di riferi-mento. Il Welfare Day, giunto alla sua quarta edizione e patrocinato dal Ministero della Salute, si con-centrerà sul ruolo che ha ormai assunto la sanità integrativa nel sistema sanitario italiano. Una ricerca inedita, sviluppata da RBM Salute in collaborazione con il Censis, ne approfondirà gli aspetti mentre quattro grup-pi di lavoro dibatteranno su al-trettanti focus tematici. www.assidai.it inciso non solo sulla comunicazio-ne esterna, ma anche su quella interna e sulla formazione. Abbiamo presentato in maniera trasparente al management team e al personale le prospettive del mercato e la nostra strategia di intervento, chiaren-do che nell’attuale contesto economico, per avere successo, la nostra offerta deve mirare obbligatoriamente a realizzare un rapporto prezzo/qualità coerente con le aspettative ed il budget dei clienti, che sono in continua evoluzione. L’innovazione, per un’azienda come la vo-stra, come si declina in termini di spesa? Il nuovo modello di business è fortemen-te improntato all’innovazione, per con-sentire di ritrovare volumi, redditività e capacità di generare cassa con la gestio-ne operativa, esplorando anche settori complementari o totalmente diversi dal nostro, che abbiano maggiori prospettive di crescita. In quest’ottica, associamo agli investimenti in tecnologia, un continuo e quotidiano lavoro di ricerca e sviluppo. C’è un ritardo dell’Italia nelle classifiche che misurano l’innovazione. Vede qual-che segnale che possa anticipare l’emer-sione di nuova cultura sul tema nel Paese? Credo che chi fa impresa debba concen-trarsi più sulle proprie capacità proposi-tive. è la nostra capacità di tradurre sogni in progetti credibili ad attrarre risorse fi-nanziarie e umane, che sono disponibili in grandi quantità ma in maniera selet-tiva. Nel nostro caso un grande capitano come Gianluigi Buffon, azionista di rife-rimento con il 57% del capitale, ma anche le banche finanziatrici hanno dimostra-to, con l’aumento di capitale sottoscrit-to a dicembre del 2013, di credere nel progetto del Gruppo Zucchi. Ora, viste le criticità dei mercati, soprattutto quello domestico, la sfida è riuscire a generare valore in tempi rapidi. Noi ci crediamo. >>> continua da pagina 3