2. Domanda 1
La strategia europea ha fissato al 2020 tre obiettivi concatenati
tra loro: meno 20 per cento di emissioni di CO2, fonti rinnovabili
al 20 per cento dei consumi finali, più 20 per cento di efficienza
energetica. Quest’ultimo, per l’Italia, obiettivo è ancora lontano
dall’essere conseguito: il settore elettrico ha visto una crescita
eccezionale dell’efficienza sul lato della generazione ma non
altrettanto è accaduto sul lato dei consumi. Per quanto attiene le
utenze industriali, ritenete che siano necessari interventi volti ad
incentivare le tecnologie più efficienti? Per quanto riguarda le
utenze in bassa tensione, ritenete utile una revisione dei sistemi
tariffari che attualmente penalizzano il ricorso alle
elettrotecnologie più performanti (pompe di calore, auto
elettrica, ecc)?
3. Risposta 1
Siamo allineati alla strategia dettata dall’UE, i cui obiettivi sono, a nostro giudizio, da
conseguire ma con un assioma: al minor costo per il sistema-Paese. Per lo specifico
obiettivo legato all’efficientamento “lato consumi”, FARE ritiene che l’incentivo possa
essere non necessariamente un sussidio: per questo motivo guardiamo con maggior
favore alle pratiche che possano prima di tutto disincentivare le tecnologie meno
efficienti. Inoltre proponiamo di mettere in campo le azioni utili a creare condizioni di
mercato ottimali affinché anche soggetti terzi possano supportare un percorso di
efficientamento dei consumatori industriali (come sistema delle ESCO).
Il tema della ricarica dei veicoli elettrici è materia complessa, tuttavia se prevarrà il
“modello distributore” (affidare la costruzione delle “colonnine” ai distributori elettrici),
sarà necessario garantire la separazione almeno contabile tra le attività relative ai
sistemi di ricarica e quella di distribuzione dell'elettricità, l'accesso plurimo ed evitare
che i sistemi di ricarica diffusi si trasformino in investimenti stranded, escludendo la
possibilità di copertura di tali costi attraverso le tariffe elettriche.
Già troppi sono gli oneri più o meno di sistema pagati dalla generalità dei consumatori
elettrici.
4. Domanda 2
Quanto alle fonti rinnovabili, il settore elettrico italiano ha già
raggiunto e in un caso, quello del fotovoltaico, addirittura
raddoppiato gli obiettivi a suo tempo fissati per il 2020. Ciò ha
però comportato un aumento molto rilevante degli oneri che
gravano sulle bollette, lasciando disponibilità assai limitate al
sostegno delle fonti rinnovabili non solari. Ritenete necessario
che un ulteriore sviluppo delle rinnovabili debba avvenire senza
gravare in alcun modo sulle bollette o sulla fiscalità generale?
Per quelle fonti rinnovabili ancora lontane dalla cosiddetta grid
parity (biomasse ed eolico soprattutto), ritenere auspicabile che,
come suggerito dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas,
nuovi futuri oneri derivanti dalla loro incentivazione debbano
essere riportati sulla fiscalità generale?
5. Risposta 2
Innanzitutto rivedere i meccanismi che disciplinano la realizzazione di
impianti di generazione da fonti rinnovabili. In particolare, sarebbe
opportuno provvedere all’introduzione di un meccanismo di selezione
operante attraverso aste delle iniziative da incentivare senza limite
inferiore, o meccanismi che assicurino la localizzazione efficiente degli
impianti di generazione da fonti rinnovabili.
Riteniamo che sia cruciale accelerare il decalage degli incentivi
rinnovabili con un obiettivo pari a zero a partire dalla capacità
installata dal 1 gennaio 2015 (compatibilmente col raggiungimento
degli obiettivi europei), così come rivedere la governance del settore e
spingere sulla produzione in sostituzione dell’attuale ritiro da parte del
GSE. In generale, siamo contrari a riversare sulla fiscalità generale
nuovi oneri da incentivazione, tendendo, come detto, ad annullare tali
oneri in un tempo ragionevole.
6. Domanda 3
L’obiettivo sottoscritto da tutte le imprese riunite in Eurelectric è
di una radicale decarbonificazione della generazione elettrica al
2050. In questa difficile transizione, il carbone continuerà a
svolgere un ruolo essenziale (attualmente copre il 30 per cento
della produzione elettrica europea) in ragione del suo minor
costo ed al più facile approvvigionamento. Ritenete opportuno
che anche in Italia siano realizzati almeno alcuni impianti a
carbone ad alta efficienza e con tutte le precauzioni ambientali
disponibili e dotati di sistemi di cattura e stoccaggio dell’anidride
carbonica?
7. Risposta 3
Riteniamo opportuno che le imprese siano libere di realizzare e gestire
impianti, alimentati da qualunque fonte, che competano
pariteticamente sul mercato, all’interno delle regole e degli indirizzi
europei. A tal fine, si ritiene altresì necessario promuovere la
rimozione di ostacoli ad un più celere sistema di autorizzazione (vedi
successiva risposta N.4)
8. Domanda 4
L’Italia dispone di importanti riserve di idrocarburi. Un loro
migliore sfruttamento avrebbe rilevanti benefici economici e
politici, in termini di riduzione della dipendenza energetica dalle
zone più instabili del mondo. Fatte naturalmente salve le
necessarie precauzioni di carattere ambientale, ritiene che sia
opportuno un loro significativo sviluppo?
9. Risposta 4
Riteniamo che l’Italia debba sfruttare le risorse energetiche di cui dispone,
naturalmente in un quadro di forte attenzione alla tutela dell’ambiente e
dell’ecosistema marino nel caso di riserve off-shore.
Riteniamo che, per addivenire ad un più solerte sistema di autorizzazione
(permitting), si debba modificare il Titolo V della Costituzione che fissa oggi il
criterio della competenza “concorrente” tra Stato e Regioni: un sistema che ha
causato blocchi e paralisi che il Paese non può più permettersi. Questo non significa
togliere la parola ai territori e alle autonomie locali: tutti debbono essere messi in
condizione di essere correttamente informati e di esprimersi su iniziative industriali
e infrastrutturali, ma è necessario un quadro decisionale più chiaro e definito, che
non lasci incertezze nell’applicazione della legge e nella definizione degli iter
autorizzativi, e minimizzi i conflitti di attribuzione tra Stato e Regione e più in
generale lo scontro tra Centro e Periferia.
10. Domanda 5
L’adeguamento della rete nazionale di trasmissione dell’energia
elettrica in alta ed altissima tensione è una delle condizioni per
rendere completa la liberalizzazione del mercato elettrico,
offrendo ai consumatori prezzi analoghi a quelli praticati negli
altri paesi europei. D’altra parte, lo sviluppo delle
interconnessioni con l’estero permetterebbe di offrire sui
mercati europei la potenza elettrica disponibile in Italia per far
fronte alla non programmabilità delle fonti rinnovabili del Nord
Europa. Ritiene opportuno che vengano attivati strumenti anche
di carattere straordinario (modifica Titolo V della Costituzione e
introduzione di procedure più rapide e certe) per facilitare l’avvio
dei necessari cantieri di adeguamento della rete?
11. Risposta 5
Pensiamo che debba essere il mercato a spingere in questo senso.
Se ciò accadrà, sottolineiamo la necessità di non gravare sulle casse
pubbliche o sulle bollette di energia elettrica e gas per lo sviluppo
infrastrutturale necessario.
Nessuna iter accelerato potrà essere introdotto (la giurisprudenza
recente da ultimo sui commissari sblocca reti è chiara) senza prima un
organico riassetto normativo (vedi precedente alla risposta 4)
12. Domanda 6
Da tempo si discute da smart grid e di smart city. Il cardine
essenziale di questi nuovi orizzonti energetici è costituito
dall’integrazione tra generazione, distribuzione ed utilizzo
efficiente di tutte le forme di energia con tutti gli altri sistemi a
rete, dai trasporti alle telecomunicazioni. In questo quadro, la
mobilità elettrica assumerebbe un ruolo decisivo, rispondendo
anche radicalmente alla necessità di abbattere le emissioni
inquinanti in ambito urbano (vera emergenza nazionale che la
UE ci contesterà con multe molto elevate). Ritiene che si
debbano e si possano mettere in campo le necessarie risorse per
incentivare lo sviluppo della mobilità elettrica?
13. Risposta 6
La mobilità elettrica privata può essere favorita anche senza nuove
elargizioni;.
Variegata è infatti la gamma di incentivi non monetari che può
essere approntati: dai parcheggi riservati, all’accesso alle zone a
traffico limitato o alle corsie preferenziali.
Difficile poi pensare a misure che riguardino esclusivamente i
veicoli elettrici e non più in generale i veicoli con minori emissioni.