SlideShare une entreprise Scribd logo
1  sur  11
Télécharger pour lire hors ligne
163
capitolo 7LA FLESSIBILITÀ
Negli	anni	la	fl	essibilità	è	stata	sempre	e	sopratt	utt	o	associata	a	sport	in-
dividuali	come	la	ginnasti	ca	arti	sti	ca,	la	ginnasti	ca	ritmica	oppure	il	karate,	
in	quanto	la	richiesta	di	questa	capacità	condizionale	risulta	fondamentale	
nell’esecuzione	di	certe	discipline	sporti	ve.	
Negli	sport	di	squadra	la	fl	essibilità	è	però	altrett	anto	importante	e	svolge	
un’azione	sinergica	con	le	altre	capacità	condizionali,	in	parti	colare	con	la	
forza	che	costi	tuisce	la	qualità	basica	per	eccellenza.
La	maggior	parte	dei	preparatori	atleti	ci	si	allineano	alle	teorie	di	Anderson	
e	Sölveborn	secondo	i	quali	l’allungamento	stati	co	è	l’unico	mezzo	valido	ed	
effi		cace	per	allungare	la	muscolatura.
Questi		autori	e	professionisti		riducono	il	concett	o	di	fl	essibilità	ad	alcuni	
esercizi	di	stretching	sott	ovalutando	il	fatt	o	che	qualunque	esercizio	o	mo-
vimento	sporti	vo	presuppone	una	certa	ampiezza	nell’escursione	dinamica.
È	evidente	che	un	giocatore	di	calcio	impegnato	in	una	conclusione	a	rete,	
arriva	solitamente	in	velocità	sul	pallone	per	evitare	la	contrapposizione	
dell’avversario	e	non	sempre	ha	il	tempo	necessario	per	raggiungere	l’am-
piezza	di	movimento	ideale	per	colpire	il	pallone	con	la	massima	effi		cacia:	
egli	diminuirà	notevolmente	l’accelerazione	della	gamba	ott	enendo	come	
risultato	una	conclusione	meno	potente.
La	stessa	cosa	avviene	nella	pallanuoto,	nella	pallamano	o	nella	pallavolo,	
quando	il	giocatore	non	riesce	a	completare	il	movimento	del	braccio	por-
tandolo	alla	massima	escursione	per	far	parti	re	il	ti	ro,	oppure	nella	pallaca-
nestro	quando	il	giocatore	deve	diminuire	l’ampiezza	del	passo	per	l’entrata	
a	canestro.
In	tutti			i	casi	la	potenza	fi	nale	espressa	sarà	minore	ma	non	sempre	infi	cerà	
l’effi		cacia	ed	il	rendimento	del	gesto	tecnico.
Molto	spesso	la	giusti	fi	cazione	circa	l’uti	lizzo	degli	esercizi	di	allungamento	
viene	trovata	nella	possibilità	della	riduzione	degli	infortuni.	In	realtà	esiste	
una	vasti	ssima	quanti	tà	di	variabili	che	entrano	in	gioco	nella	produzione	di	
una	lesione	sporti	va,	in	parti	colar	modo	negli	sport	situazionali.	
Risulta	diffi		cile	di	fatt	o	dimostrare	la	reale	possibilità	di	ridurre	gli	infortuni	
uti	lizzando	lo	stretching	perché	quando	si	va	ad	allungare	un	distrett	o	mu-
scolare	lo	si	fa	sopra	la	stessa	strutt	ura	o	tessuto	che	sopporta	altri	carichi	di	
lavoro,	diff	erenti	,	andando	così	a	modifi	care	l’adatt	amento	muscolare.	Per	
questo	i	benefi	ci	di	un	allungamento	muscolare	non	possono	essere	fi	ni	a	
sé	stessi	ma	devono	essere	inseriti		in	maniera	oculata	all’interno	dell’alle-
namento	per	l’infl	uenza	che	hanno	su	tutt	o	il	sistema	nel	suo	complesso.
Negli	sport	di	squadra	le	azioni	hanno	un	alto	indice	di	variabilità	e	sono	per	
questo	diffi		cilmente	controllabili.	I	muscoli	e	le	conseguenti		mobilizzazioni	
arti	colari,	necessarie	per	realizzare	i	vari	gradi	di	movimento,	variano	conti	-
nuamente	mano	a	mano	che	si	eseguono	gesti		e	compiti		motori	in	situazioni	
complesse.	
Una	caratt	eristi	ca,	questa,	att	ribuita	principalmente	agli	sport	situazionali	in	
quanto,	a	diff	erenza	degli	sport	individuali,	la	presenza	dirett	a	dell’avversa-
rio	e	la	possibilità	di	interagire	conti	nuamente	con	i	compagni,	richiedono	
conti	nui	adatt	amenti		e	modifi	che	delle	azioni	motorie.
7.1
INTRODUZIONE
164
capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ
Nelle prime fasi di approccio allo sport specifico si utilizzano solitamente
movimenti articolari ridotti per incrementare la sicurezza nel gesto tecnico,
che però non permettono di raggiungere grandi accelerazioni nei segmenti
corporei.
“A ragione di quanto appena detto la forza e la stabilità tecnica devono es-
sere progressivamente accompagnate da una ottimizzazione costante della
mobilità articolare”. (G. Moras, 2003)
La flessibilità viene considerata una qualità fisica complessa influenzata da
moltissimi fattori, in particolare nei giocatori degli sport di squadra. Per essi
l’adattamento è molto specifico e deve essere ragionevolmente inserito in
un contesto situazionale in continuo cambiamento.
Molto spesso vengono utilizzati, con criteri di scarsca scientificità, termini
diversi, sinonimi di flessibilità aumentando la difficoltà nella comprensione
di tale capacità condizionale. Il riferimento è all’insieme di parole tipo ela-
sticità, mobilità articolare, stiffness, allungamento muscolare, etc, che sono
tutte relazionate alla capacità di movimento di un’articolazione ma che non
centrano l’esatto significato.
Nonostante siano in stretta relazione, l’allungamento muscolare deve ad
esempio differenziarsi dalla mobilità articolare: alcuni giocatori posseggo-
no una mobilità articolare eccellente nonostante non eseguano esercizi di
stretching o di allungamento muscolare e, per contro, altri soggetti eseguo-
no sempre esercizi di stretching e di allungamento senza migliorare la pro-
pria limitata mobilità articolare (Shrier, 2002 riportato da G. Moras, 2003).
7.2.1 Mobilità articolare
La mobilità articolare è una capacità misurabile attraverso una valutazione
qualitativa dell’ampiezza, o grado di movimento, di una determinata artico-
lazione nel corso dell’esecuzione di un qualsiasi gesto motorio indipenden-
temente dalla velocità d’esecuzione.
Normalmente l’anatomia funzionale descrive i limiti nei movimenti delle ar-
ticolazioni principali del corpo umani in soggetti sedentari (Kapandji, 1993;
Alter, 1990; Reese, Brandy, 2002; Borms, e Van Roy, 2001) e non esistono
invece bibliografie specializzate a riguardo (Borms y Van Roy) riferite a sog-
getti sportivi.
Gli elementi che si notano esaminando un movimento sono l’ampiezza del
movimento e la velocità d’esecuzione, che in parte determinano la qualità
del gesto. L’integrazione di questi due parametri dal punto di vista qualita-
tivo e quantitativo permette di analizzare altre due possibili manifestazioni
della mobilità articolare: la flessibilità e l’elasticità.
7.2
CONCETTI
E DEFINIZIONI
165
capitolo 7LA FLESSIBILITÀ
7.2.2 Flessibilità
Per alcuni autori il concetto di flessibilità riguarda soltanto la capacità di
corpo di piegarsi senza rompersi. Più finemente viene anche definita come
la capacità di muovere un’articolazione o una serie di articolazioni senza re-
strizioni e senza provare dolore (Alter, 1988; Arheim, Prentice, 1993; Couch,
1982; Jensen, Fisher, 1979; Rasch, 1989).
Queste definizioni, in particolare la prima che si avvicina notevolmente alla
biomeccanica, non chiariscono a sufficienza le differenze tra flessibilità, ela-
sticità e mobilità articolare. Altre definizioni presentano piccole differenze
rispetto a quelle appena descritte: Platonov (2001) considera più adeguato
parlare di flessibilità quando si valuti la mobilità generale delle articolazioni
del corpo e in particolare si riferisce alla mobilità specifica di un’articolazio-
ne ben precisa: in questo caso la flessibilità viene definita come un’espres-
sione complessa delle proprietà morfo-funzionali del corpo umano.
Per Barrow e McGee (1979), Baumgarthner, Jackson (1982) e Kirkendall,
Gruber, Jonson (1987) “la flessibilità è semplicemente il grado di movimento
di un’articolazione” e gli stessi Siff e Verkhoshansky (1996) mettono in rela-
zione la mobilità con la stabilità e la flessibilità, aggiungendo che quest’ulti-
ma dà conto dell’ampiezza di movimento di una determinata articolazione
in relazione ai vari concreti gradi di libertà fisiologica (flesso-estensione, ad-
duzione-abduzione, inversione-eversione, pronazione-supinazione, ecc.).
Hubley-Kozey (1991) si avvicinano di più nell’interpretazione del concetto
al modello che relaziona la mobilità con l’estensibilità dei tessuti definendo
la flessibilità come “l’ampiezza di movimento di un’articolazione o di un in-
sieme di articolazioni che, in rapporto al grado di movimento, riflettono la
capacità delle strutture muscolo-tendinee di riferimento di allungarsi, nel
rispetto ovviamente delle limitazioni proprie dell’articolazione”.
Per Liemohn e Pariser (2001) “la flessibilità è la capacità delle articolazioni
di muoversi nello spazio con un certo grado di ampiezza” assimilando così i
concetti di flessibilità e mobilità articolare con lo stesso significato e di fatto
la maggior parte delle definizioni considera la flessibilità come sinonimo di
mobilità articolare.
166
capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ
7.2.3 Elasticità
Definiti i concetti e le differenze interpretative sulla flessibilità e sulla mobi-
lità articolare, si potrà introdurre, sempre assumendo la prima come qualità
principale di riferimento, il concetto di elasticità che ragionevolmente deve
differenziarsi chiaramente dai due appena citati.
Si può definire la proprietà elastica di un tessuto o di una articolazione come
la capacità di tornare alla lunghezza o posizione non forzata ogni volta che
cessi l’applicazione delle forze che mantengono il tessuto deformato. Quan-
to più rilevante sarà il grado di elasticità di un tessuto, tanto maggiore sarà
la forza applicata per produrre un certo grado di allungamento.
Per questo entrambi i concetti sono stati definiti da alcuni autori come con-
trapposti o antagonisti (Garret, Speer, Kirkendall, 2000), ma in realtà per un
grande sviluppo dell’ampiezza di movimento di un’articolazione è possibile
riscontrare una perdita di elasticità e, in alcuni casi, l’originarsi di una con-
dizione di instabilità in un’articolazione (Balaftsalis, 1982; Corbin e Noble,
1980; Nicholas, 1970; Klein, 1961).
Il grado misurato dell’ampiezza di movimento può considerarsi semplice-
mente come una valutazione quantitativa della mobilità articolare ma, se
l’ampiezza viene relazionata con la velocità d’esecuzione o l’accelerazione
dei segmenti implicati nel movimento, sarà possibile valutare un complesso
muscolo-articolare in funzione della sua capacità di deformazione (flessi-
bilità) o per la sua capacità di recuperare la forma o la lunghezza a riposo
(elasticità) in una situazione di sport specifica.
Ne consegue che la flessibilità e l’elasticità vanno considerate come una
manifestazione della mobilità articolare in stretta relazione con la velocità
d’esecuzione.
Dopo aver inquadrato i vari concetti si potranno classificare i movimenti
articolari in funzione della velocità d’esecuzione all’interno di un range di
movimento concreto.
L’allenamento della flessibilità sarà messo in relazione con posizioni statiche
oppure con movimenti articolari lenti; quello dell’elasticità dovrà essere as-
sociato a movimenti rapidi o molto rapidi, eseguiti in condizione di grande
accelerazione.
Hill (1950) dimostrò che l’energia meccanica immagazzinata nella compo-
nente elastica può essere utilizzata per produrre una velocità finale più
elevata di quella sviluppata dalla componente contrattile del muscolo,
ma solo se l’azione concentrica segue immediatamente quella eccentrica
(Fenn, Marsh, 1935; Hill, 1961; Cavagna, 1968): quando l’azione eccentrica
e concentrica non si susseguono rapidamente l’energia accumulata dalla
componente elastica si esaurisce in parte sotto forma di calore riducendo
notevolmente la potenza meccanica.
167
capitolo 7LA FLESSIBILITÀ
L’elasticità produce quindi solo effetti transitori che permettono però a un
movimento eseguito dopo aver immagazzinato energia elastica, di essere
più vantaggioso di uno eseguito partendo da zero.
ADM
FLESSIBILITÀ
ISOMETRICA
SENZA
MOVIMENTO
ELASTICITÀ
ANISOMETRICA
ALTA E MOLTO
ALTA
SENZA AZIONE
MUSCOLARE
MEDIO-BASSA
Grafico 15 Manifestazione dell’ampiezza di movimento (Optimizacion de la movili-
dad articular en los deportes de equipo, Gerard Moras Feliù, Barcelona, 2003)
168
capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ
Gli	elementi		che	determinano	la	maggiore	o	minore	capacità	e	libertà	di	
movimento	di	un’arti	colazione	o	segmento	corporeo	si	possono	dividere	in:
A	elementi		meccanici	o	intrinseci	
B	elementi		neurologici	o	emozionali
C	elementi		estrinseci
A- elementi meccanici o intrinseci
Gli	elementi meccanici o intrinseci	sono	dirett	amente	compromessi	nella	
realizzazione	della	maggior	parte	dei	movimenti		che	richiedono	una	grande	
ampiezza	di	movimento	e	sono	due	quelli	considerati		determinanti	:
a)	Mobilità articolare e struttura ossea:	
il	range	di	movimento	di	un’arti	colazione	viene	defi	nito	dall’angolo	
che	può	essere	raggiunto	dentro	i	limiti		delle	strutt	ure	ossee	che	
la	compongono	rispett	o	ad	ognuno	dei	tre	assi	di	movimento	del	
corpo	umano	(longitudinale,	trasversale,	sagitt	ale).	Le	arti	colazioni	
sono	 elementi		 osseo-tendinei	 che	 infl	uiscono	 indirett	amente	 sul	
controllo	della	fl	essibilità	(Porta,	1993)	e,	in	base	alla	loro	morfolo-
gia,	possono	essere	suddivise	in	arti	colazioni	di	1°,	2°	o	3°	grado:	la	
conoscenza	del	grado	di	mobilità	di	ogni	arti	colazione	è	indispensa-
bile	per	poter	eseguire	senza	rischi	gli	esercizi	di	stretching.
b)	Elasticità muscolo-legamentosa:	
da	Garcia	Manso,	Navarro,	e	Ruiz	Caballero	(1996)	si	possono	trar-
re	gli	elementi	,	dal	punto	di	vista	anatomico,	da	evidenziare	come	
limitanti		della	fl	essibilità:
-	 limite di elongazione della fibra muscolare:	
i	sarcomeri	che	compongono	le	fi	bre	muscolari	hanno	una	gran-
dezza	massima	3,6	micron	e	possono	essere	sti	rati		fi	no	al	punto	
di	rott	ura	per	circa	1,6	volte	rispett	o	alla	dimensione	iniziale.	È	
necessario	in	ogni	caso	comprendere	che	quando	si	realizza	uno	
sti	ramento	all’interno	di	ogni	singola	fi	bra	muscolare	non	tutti			
i	sarcomeri	si	allungano	allo	stesso	modo:	i	sarcomeri	più	vicini	
al	tendine	hanno	la	possibilità	di	allungarsi	molto	meno	di	quelli	
situati		ad	esempio	nella	parte	centrale	della	fi	bra;	
-	 limiti di elongazione del tessuto connettivo:	
esistono	due	ti	pi	di	tessuto	connetti		vo,	che	infl	uenzano	in	for-
ma	signifi	cati	vamente	diversa	l’ampiezza	di	movimento:	
◊	il	tessuto	connetti		vo	fi	broso	composto	fondamentalmente	
da	fi	bre	di	collagene	caratt	erizzate	da	una	grande	resisten-
za	alla	tensione	ed	una	relati	va	inestensibilità	(legamenti	,	
tendini	ecc..);	
◊	il	tessuto	composto	da	elasti	na,	molto	più	elasti	co	rispett	o	
a	quello	composto	dalle	fi	bre	di	collagene	(perimisio,	epi-
misio,	endomisio).	
7.3
GLI ELEMENTI
CHE DETERMINANO
O LIMITANO
LA FLESSIBILITÀ
169
capitolo 7LA FLESSIBILITÀ
B- elementi neurologici ed emozionali
“Sebbene sia indiscutibile l’importanza degli elementi meccanici muscolo-le-
gamentosi e articolari come determinanti della flessibilità, non è certo che
siano solo quest’ultimi a costituire l’ultimo passaggio visibile di un insieme
complesso di processi regolati dal sistema nervoso centrale, i quali non sono
altro che i processi che realmente determinano l’utilizzo dei meccanismi ef-
fettori di produzione del movimento”	(Porta,	1993).
Tutt	e	le	capacità	fi	siche	sono	sempre	integrate	in	una	confi	gurazione	gene-
rale	dell’essere	umano	in	cui	i	lineamenti		della	personalità	degli	individui	
risultano	fondamentali.	Le	emozioni	e	i	senti	menti		di	ogni	individuo	incido-
no	sulla	condott	a	motoria	e	sul	minor	o	maggior	tono	muscolare	uti	lizzato	
nel	movimento.	
Un	individuo	aggressivo	e	nervoso,	o	semplicemente	qualsiasi	sporti	vo	pri-
ma	di	un’azione	di	gioco	esterna	che	risulti		di	successo	o	sporti	vamente	fal-
limentare,	genera,	all’interno	dei	muscoli	uti	lizzati		nel	movimento	richiesto,	
un’ipereccitazione	sui	motoneuroni	gamma	che	trasporteranno	lo	sti	molo	
al	sistema	nervoso	centrale;	questo	reagirà	di	conseguenza	provocando	un	
aumento	del	rifl	esso	miotati	co:	un	meccanismo	che	indurrà	anche	un	au-
mento	della	contratti		lità	muscolare,	inibendo	cosi	gran	parte	della	capacità	
di	allungamento.	
Questa	ipereccitazione	dovuta	a	fatt	ori	esterni	al	gioco,	prett	amente	men-
tali	o	emozionali,	possiamo	defi	nirla	tono psichico	(Porta,	1993).
170
capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ
Possiamo individuare tre elementi fondamentali per la formazione del tono
psichico:
a)	stimoli dall’ambiente e legati alla personalità:
un aumento del volume e dell’intensità degli stimoli provenien-
ti dall’ambiente provoca l’ipereccitazione delle vie gamma con il
conseguente aumento del riflesso miotatico e della contrattilità
muscolare, che a sua volta influisce sulla formazione reticolare nel
controllo del movimento. La formazione reticolare è il punto di con-
vergenza (centro di integrazione sensitivo-motoria) delle informa-
zioni che giungono dall’ipotalamo e dal rinencefalo, le formazioni
del cervello che regolano gli stati emozionali.
Inoltre nella formazione reticolare giungono anche le informazioni
delle vie extrapiramidali provenienti dal midollo spinale e dall’ap-
parato vestibolare le quali agiscono direttamente sul controllo
dell’azione motoria gestendo le reazioni istintive ed adattandole al
movimento volontario. In risposta allo stimolo le vie efferenti ri-
spondono tramite:
-	 la via reticolo-spinale che provoca l’attività dei motoneuroni
alfa e beta;
-	 la via polisinaptica tra i neuroni che provoca l’inibizione dei
riflessi spinali, facilitando così l’azione globale degli altri mo-
toneuroni.
Tutti gli squilibri e conflitti della personalità del soggetto si trasmet-
tono al sistema muscolare in forma di rigidità o ipertonia, limitando
la fluidità e l’efficacia del movimento.
b)	I recettori nervosi muscolari:
esistono due elementi direttamente relazionati con il sistema ner-
voso centrale (SNC) al quale vengono inviate informazioni precise
sullo stato muscolare: i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei
del Golgi:
-	 i fusi neuromuscolari sono recettori di stiramento localizzati
all’interno della muscolatura striata volontaria; sono disposti in
parallelo alla fibra muscolare e con la loro attività sono in grado
di captare lo stato di allungamento dei muscoli e di inviare le
informazioni raccolte al midollo spinale e all’encefalo. La fibra
del fuso neuromuscolare (fibra intrafusale), a differenza della
normale fibra muscolare (fibra extrafusale), ha una porzione
centrale non contrattile con gli elementi invece contrattili di-
sposti alle due estremità. Il neurone efferente che innerva le
fibre intrafusali è il motoneurone gamma. Ogni volta che un
muscolo viene allungato passivamente, vengono stirate anche
le fibre intrafusali che di conseguenza aumentano la frequenza
171
capitolo 7LA FLESSIBILITÀ
di scarica informando il SNC sullo stato di allungamento della
fibra stessa. Quando questo allungamento risulti troppo repen-
tino si manifesta il riflesso miotatico da stiramento (miotatico)
tramite una contrazione involontaria del muscolo stesso;
-	 gli organi tendinei del Golgi contengono recettori che, al con-
trario dei fusi neuromuscolari, si collocano proprio nei tendini
e possono rispondere alle variazioni di tensione. Essi sono di-
sposti perpendicolarmente e vengono stimolati quando au-
menta eccessivamente la tensione esercitata sull’inserzione
ossea del tendine: la frequenza di scarica è direttamente pro-
porzionale alla tensione sviluppata. Negli organi tendinei del
Golgi quando la tensione esercitata dal muscolo è eccessiva
viene originata per via riflessa una risposta di tipo inibitorio
del motoneurone alfa con conseguente rilassamento del mu-
scolo e viene definita riflesso miotatico inverso: è considerato
un meccanismo di protezione muscolo-tendinea all’eccessi-
va contrazione muscolare. Un allungamento muscolare può
anche provocare tensione nel tendine quando venga prolun-
gato per almeno 6 secondi a intensità massimale: così come
avviene nella contrazione in questo caso vengono comunque
stimolati gli organi tendinei del Golgi. È importante compren-
dere che quando si realizza un allungamento muscolare pro-
lungato, più di 6 secondi circa ma con limiti diversi in base
al tipo di muscolatura e del soggetto, si arriva ad un punto
nel quale la tensione si abbassa drasticamente per il riflesso
miotatico inverso provocando un rilassamento del muscolo
stirato, dando così la possibilità al muscolo di allungarsi ulte-
riormente.
C- elementi estrinseci
Sono tutti quegli elementi relazionati con la situazione ambientale in con-
tinuo cambiamento, all’interno dell’ ambiente ludico e sociale in cui viene
sviluppata l’attività sportiva. Tra questi possono essere inseriti: la tempe-
ratura, l’età, il sesso, gli usi e costumi della società contesto di riferimento.
-	 la temperatura: si intende sia quella dell’ambiente che quella in-
tramuscolare, quest’ultima ragionevolmente condizionata dalla
prima. È conclusione accettata che un aumento della temperatu-
ra intramuscolare fino a 40° produca un incremento del 20% circa
dell’estensibilità muscolare. Al contrario una diminuzione di tale
temperatura fino a 35° diminuisce tale capacità di un 10-20% (Por-
ta, 1993). L’incremento della temperatura ambientale e/o dell’indi-
viduo diminuisce la viscosità muscolare, migliora l’efficacia dell’e-
sercizio e riduce il rischio di infortuni;
172
capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ
-	 l’età: la flessibilità può essere considerata come una capacità con-
dizionale involutiva e con l’aumentare dell’età si osserva una dimi-
nuzione dell’ampiezza di movimento. Nel corso della fase evolutiva
si possono identificare due periodi, durante i quali un soggetto può
modificare positivamente questa tendenza il primo periodo corri-
sponde alla prima infanzia (5-7 anni) fino a raggiungimento della 1°
e 2° età scolare (fino a 12 anni circa). In forma del tutto generale
dai 10-11 anni il deterioramento della flessibilità è minimo (Por-
ta,1993). Il secondo periodo comincia una volta stabilito lo sviluppo
biologico ed antropometrico nell’adolescenza è possibile incidere
positivamente sullo sviluppo della flessibilità. Dalla pubertà fino al
29° anno di età si colloca il periodo nel quale è riscontrabile un
maggior deterioramento della mobilità articolare, dovuto in gene-
rale all’aumento della massa muscolare e della maturazione osteo-
articolare. Dopo i 30 anni si registra una stabilizzazione del proces-
so involutivo, sicuramente influenzata dall’allenamento. Il muscolo
soffre di processi di atrofia e col passare del tempo nelle fibre di
collagene ed elastina avvengono cambiamenti strutturali fisici e
chimici, producendo disidratazioni e calcificazioni con l’ovvia con-
seguenza di una perdita di elasticità e di capacità di allungamento
muscolare;
-	 il sesso: in generale si dà per scontato che la donna, giovane o adul-
ta che sia, possegga una maggior flessibilità rispetto all’uomo della
stessa età. L’argomento più utilizzato a sostegno di questa tesi è che
la donna produce una maggior quantità di estrogeni e ciò implica
una maggior ritenzione di acqua. In qualsiasi caso non devono es-
sere scartate altre ragioni come per esempio la localizzazione del
centro di gravità corporeo (Porta, 1993);
-	 usi e costumi: è difficile constatare quanto possa incidere la qualità
della vita sul livello di flessibilità generale di un soggetto. Il lavoro,
l’allenamento, il sedentarismo, oppure le stesse abitudini posturali
condizionano la mobilità articolare.
In conclusione è possibile quindi affermare che la flessibilità è direttamente
influenzata da elementi muscolo-legamentosi e articolari, elementi neurofi-
siologici centrali e indirettamente da fattori estrinseci.
www.calzetti-mariucci.it
Visita il nostro sito
Collegandoti al sito
puoi visionare nel
dettaglio e acquista-
re gli articoli (libri,
video, dvd, riviste),
grazie ad un sistema
di ricerca semplice
ed intuitivo.
CATALOGO ON LINE
Inoltre il sito è sempre
aggiornato con sezioni
specifiche di approfon-
dimento su tutti gli
argomenti più interes-
santi legati
allo sport, come eventi,
convegni e corsi di
aggiornamento.
APPROFONDIMENTI
Iscrivendoti e
dando la preferen-
za alla disciplina
sportiva che più ti
interessa potrai
ricevere tutte le
news al tuo indiriz-
zo e-mail.
NEWSLETTER
libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport

Contenu connexe

Tendances

Below knee prosthetic components.pptx
Below knee prosthetic components.pptxBelow knee prosthetic components.pptx
Below knee prosthetic components.pptx
AqsaRajput8
 
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical useBone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
Mahatma Gandhi Hospital Parel Mumbai
 
Techniques in primary total knee arthroplasty
Techniques in primary total knee arthroplastyTechniques in primary total knee arthroplasty
Techniques in primary total knee arthroplasty
HBGMedical
 

Tendances (20)

Idiopathic chondrolysis of the hip
Idiopathic chondrolysis of the hipIdiopathic chondrolysis of the hip
Idiopathic chondrolysis of the hip
 
Schede allenamento allenamento fisico del pallanuotista
Schede allenamento allenamento fisico del pallanuotistaSchede allenamento allenamento fisico del pallanuotista
Schede allenamento allenamento fisico del pallanuotista
 
ARTHROSCOPIC PULLOUT SUTURE FIXATION FOR ACL TIBIAL EMINENCE
ARTHROSCOPIC PULLOUT SUTURE FIXATION FOR ACL TIBIAL EMINENCE ARTHROSCOPIC PULLOUT SUTURE FIXATION FOR ACL TIBIAL EMINENCE
ARTHROSCOPIC PULLOUT SUTURE FIXATION FOR ACL TIBIAL EMINENCE
 
Stiff knee
Stiff kneeStiff knee
Stiff knee
 
Cervicogenic Headache Following Lower Cervical RF Neurotomy
Cervicogenic Headache Following Lower Cervical RF NeurotomyCervicogenic Headache Following Lower Cervical RF Neurotomy
Cervicogenic Headache Following Lower Cervical RF Neurotomy
 
Robotics in orthopedics
Robotics in orthopedicsRobotics in orthopedics
Robotics in orthopedics
 
Recent advances in joint arthroplasty
Recent advances in joint arthroplastyRecent advances in joint arthroplasty
Recent advances in joint arthroplasty
 
ROBOTICS IN TKR.pptx
ROBOTICS IN TKR.pptxROBOTICS IN TKR.pptx
ROBOTICS IN TKR.pptx
 
Navigation Assisted Total Knee Replacement
Navigation Assisted Total Knee ReplacementNavigation Assisted Total Knee Replacement
Navigation Assisted Total Knee Replacement
 
Snapping hip syndrome
Snapping hip syndromeSnapping hip syndrome
Snapping hip syndrome
 
Below knee prosthetic components.pptx
Below knee prosthetic components.pptxBelow knee prosthetic components.pptx
Below knee prosthetic components.pptx
 
Ramp lesion
Ramp lesionRamp lesion
Ramp lesion
 
Unicondylar knee replacement
Unicondylar knee replacementUnicondylar knee replacement
Unicondylar knee replacement
 
Ulnar Collateral Ligament (UCL) Reconstruction
Ulnar Collateral Ligament (UCL) ReconstructionUlnar Collateral Ligament (UCL) Reconstruction
Ulnar Collateral Ligament (UCL) Reconstruction
 
High Tibial Osteotomy_UTSAV
High Tibial Osteotomy_UTSAVHigh Tibial Osteotomy_UTSAV
High Tibial Osteotomy_UTSAV
 
Uncemented thr.....the debate
Uncemented thr.....the debateUncemented thr.....the debate
Uncemented thr.....the debate
 
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical useBone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
Bone cement.pptx 2 its science and cementing technique and safe surgical use
 
Steps total knee replacement
Steps total knee replacement Steps total knee replacement
Steps total knee replacement
 
Techniques in primary total knee arthroplasty
Techniques in primary total knee arthroplastyTechniques in primary total knee arthroplasty
Techniques in primary total knee arthroplasty
 
Operative treatment of osteoporotic spinal fractures
Operative treatment of osteoporotic spinal fracturesOperative treatment of osteoporotic spinal fractures
Operative treatment of osteoporotic spinal fractures
 

Similaire à La flessibilità negli sport di squadra

Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Edoardo Osti
 
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Stefano Ingegneri
 
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e praticaPagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Calzetti & Mariucci Editori
 
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
Moisè Paolo
 

Similaire à La flessibilità negli sport di squadra (12)

Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
 
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
 
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...Ingegneri   l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
Ingegneri l'utilizzo di sovraccarichi per lo sviluppo della forza nella pal...
 
Pagine da stretch to win
Pagine da stretch to winPagine da stretch to win
Pagine da stretch to win
 
Pagine da pubalgia bisciotti
Pagine da pubalgia bisciottiPagine da pubalgia bisciotti
Pagine da pubalgia bisciotti
 
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e praticaPagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
 
Pagine da carrio preparazione fisica sport combattimento
Pagine da carrio preparazione fisica sport combattimentoPagine da carrio preparazione fisica sport combattimento
Pagine da carrio preparazione fisica sport combattimento
 
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
Corso pf pallacanestro principi generali dell’allenamento della forza novembr...
 
Core stability
Core stabilityCore stability
Core stability
 
Pagine da elementi base allenamento funzionale
Pagine da elementi base allenamento funzionalePagine da elementi base allenamento funzionale
Pagine da elementi base allenamento funzionale
 
Pagine da meccanica muscolare
Pagine da meccanica muscolarePagine da meccanica muscolare
Pagine da meccanica muscolare
 
Valutazione Posturale
Valutazione PosturaleValutazione Posturale
Valutazione Posturale
 

Plus de Calzetti & Mariucci Editori

Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdfPagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdfPagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdfPagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdfPagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdfPagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdfPagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Belluccipagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
Calzetti & Mariucci Editori
 
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie ACalcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
Calzetti & Mariucci Editori
 
pagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdfpagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdfPagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdfpagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdfPagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdfPagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
pagine da mastering mountain bike skills.pdf
pagine da mastering mountain bike skills.pdfpagine da mastering mountain bike skills.pdf
pagine da mastering mountain bike skills.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdfpagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
Calzetti & Mariucci Editori
 

Plus de Calzetti & Mariucci Editori (20)

Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48
 
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdfPagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
 
Pagine da allenamento per la maratona_Billat
Pagine da allenamento per la maratona_BillatPagine da allenamento per la maratona_Billat
Pagine da allenamento per la maratona_Billat
 
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdfPagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
 
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdfPagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
 
Pagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdfPagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdf
 
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdfPagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
 
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdfPagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
 
Pagine da basi metodologiche dell'allenamento
Pagine da basi metodologiche dell'allenamentoPagine da basi metodologiche dell'allenamento
Pagine da basi metodologiche dell'allenamento
 
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Belluccipagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
 
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
 
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie ACalcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
 
pagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdfpagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdf
 
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdfPagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
 
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdfpagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
 
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdfPagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
 
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdfPagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
 
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdfpagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
 
pagine da mastering mountain bike skills.pdf
pagine da mastering mountain bike skills.pdfpagine da mastering mountain bike skills.pdf
pagine da mastering mountain bike skills.pdf
 
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdfpagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
pagine da fondamenti di chinesiologia mansfield.pdf
 

La flessibilità negli sport di squadra

  • 1. 163 capitolo 7LA FLESSIBILITÀ Negli anni la fl essibilità è stata sempre e sopratt utt o associata a sport in- dividuali come la ginnasti ca arti sti ca, la ginnasti ca ritmica oppure il karate, in quanto la richiesta di questa capacità condizionale risulta fondamentale nell’esecuzione di certe discipline sporti ve. Negli sport di squadra la fl essibilità è però altrett anto importante e svolge un’azione sinergica con le altre capacità condizionali, in parti colare con la forza che costi tuisce la qualità basica per eccellenza. La maggior parte dei preparatori atleti ci si allineano alle teorie di Anderson e Sölveborn secondo i quali l’allungamento stati co è l’unico mezzo valido ed effi cace per allungare la muscolatura. Questi autori e professionisti riducono il concett o di fl essibilità ad alcuni esercizi di stretching sott ovalutando il fatt o che qualunque esercizio o mo- vimento sporti vo presuppone una certa ampiezza nell’escursione dinamica. È evidente che un giocatore di calcio impegnato in una conclusione a rete, arriva solitamente in velocità sul pallone per evitare la contrapposizione dell’avversario e non sempre ha il tempo necessario per raggiungere l’am- piezza di movimento ideale per colpire il pallone con la massima effi cacia: egli diminuirà notevolmente l’accelerazione della gamba ott enendo come risultato una conclusione meno potente. La stessa cosa avviene nella pallanuoto, nella pallamano o nella pallavolo, quando il giocatore non riesce a completare il movimento del braccio por- tandolo alla massima escursione per far parti re il ti ro, oppure nella pallaca- nestro quando il giocatore deve diminuire l’ampiezza del passo per l’entrata a canestro. In tutti i casi la potenza fi nale espressa sarà minore ma non sempre infi cerà l’effi cacia ed il rendimento del gesto tecnico. Molto spesso la giusti fi cazione circa l’uti lizzo degli esercizi di allungamento viene trovata nella possibilità della riduzione degli infortuni. In realtà esiste una vasti ssima quanti tà di variabili che entrano in gioco nella produzione di una lesione sporti va, in parti colar modo negli sport situazionali. Risulta diffi cile di fatt o dimostrare la reale possibilità di ridurre gli infortuni uti lizzando lo stretching perché quando si va ad allungare un distrett o mu- scolare lo si fa sopra la stessa strutt ura o tessuto che sopporta altri carichi di lavoro, diff erenti , andando così a modifi care l’adatt amento muscolare. Per questo i benefi ci di un allungamento muscolare non possono essere fi ni a sé stessi ma devono essere inseriti in maniera oculata all’interno dell’alle- namento per l’infl uenza che hanno su tutt o il sistema nel suo complesso. Negli sport di squadra le azioni hanno un alto indice di variabilità e sono per questo diffi cilmente controllabili. I muscoli e le conseguenti mobilizzazioni arti colari, necessarie per realizzare i vari gradi di movimento, variano conti - nuamente mano a mano che si eseguono gesti e compiti motori in situazioni complesse. Una caratt eristi ca, questa, att ribuita principalmente agli sport situazionali in quanto, a diff erenza degli sport individuali, la presenza dirett a dell’avversa- rio e la possibilità di interagire conti nuamente con i compagni, richiedono conti nui adatt amenti e modifi che delle azioni motorie. 7.1 INTRODUZIONE
  • 2. 164 capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ Nelle prime fasi di approccio allo sport specifico si utilizzano solitamente movimenti articolari ridotti per incrementare la sicurezza nel gesto tecnico, che però non permettono di raggiungere grandi accelerazioni nei segmenti corporei. “A ragione di quanto appena detto la forza e la stabilità tecnica devono es- sere progressivamente accompagnate da una ottimizzazione costante della mobilità articolare”. (G. Moras, 2003) La flessibilità viene considerata una qualità fisica complessa influenzata da moltissimi fattori, in particolare nei giocatori degli sport di squadra. Per essi l’adattamento è molto specifico e deve essere ragionevolmente inserito in un contesto situazionale in continuo cambiamento. Molto spesso vengono utilizzati, con criteri di scarsca scientificità, termini diversi, sinonimi di flessibilità aumentando la difficoltà nella comprensione di tale capacità condizionale. Il riferimento è all’insieme di parole tipo ela- sticità, mobilità articolare, stiffness, allungamento muscolare, etc, che sono tutte relazionate alla capacità di movimento di un’articolazione ma che non centrano l’esatto significato. Nonostante siano in stretta relazione, l’allungamento muscolare deve ad esempio differenziarsi dalla mobilità articolare: alcuni giocatori posseggo- no una mobilità articolare eccellente nonostante non eseguano esercizi di stretching o di allungamento muscolare e, per contro, altri soggetti eseguo- no sempre esercizi di stretching e di allungamento senza migliorare la pro- pria limitata mobilità articolare (Shrier, 2002 riportato da G. Moras, 2003). 7.2.1 Mobilità articolare La mobilità articolare è una capacità misurabile attraverso una valutazione qualitativa dell’ampiezza, o grado di movimento, di una determinata artico- lazione nel corso dell’esecuzione di un qualsiasi gesto motorio indipenden- temente dalla velocità d’esecuzione. Normalmente l’anatomia funzionale descrive i limiti nei movimenti delle ar- ticolazioni principali del corpo umani in soggetti sedentari (Kapandji, 1993; Alter, 1990; Reese, Brandy, 2002; Borms, e Van Roy, 2001) e non esistono invece bibliografie specializzate a riguardo (Borms y Van Roy) riferite a sog- getti sportivi. Gli elementi che si notano esaminando un movimento sono l’ampiezza del movimento e la velocità d’esecuzione, che in parte determinano la qualità del gesto. L’integrazione di questi due parametri dal punto di vista qualita- tivo e quantitativo permette di analizzare altre due possibili manifestazioni della mobilità articolare: la flessibilità e l’elasticità. 7.2 CONCETTI E DEFINIZIONI
  • 3. 165 capitolo 7LA FLESSIBILITÀ 7.2.2 Flessibilità Per alcuni autori il concetto di flessibilità riguarda soltanto la capacità di corpo di piegarsi senza rompersi. Più finemente viene anche definita come la capacità di muovere un’articolazione o una serie di articolazioni senza re- strizioni e senza provare dolore (Alter, 1988; Arheim, Prentice, 1993; Couch, 1982; Jensen, Fisher, 1979; Rasch, 1989). Queste definizioni, in particolare la prima che si avvicina notevolmente alla biomeccanica, non chiariscono a sufficienza le differenze tra flessibilità, ela- sticità e mobilità articolare. Altre definizioni presentano piccole differenze rispetto a quelle appena descritte: Platonov (2001) considera più adeguato parlare di flessibilità quando si valuti la mobilità generale delle articolazioni del corpo e in particolare si riferisce alla mobilità specifica di un’articolazio- ne ben precisa: in questo caso la flessibilità viene definita come un’espres- sione complessa delle proprietà morfo-funzionali del corpo umano. Per Barrow e McGee (1979), Baumgarthner, Jackson (1982) e Kirkendall, Gruber, Jonson (1987) “la flessibilità è semplicemente il grado di movimento di un’articolazione” e gli stessi Siff e Verkhoshansky (1996) mettono in rela- zione la mobilità con la stabilità e la flessibilità, aggiungendo che quest’ulti- ma dà conto dell’ampiezza di movimento di una determinata articolazione in relazione ai vari concreti gradi di libertà fisiologica (flesso-estensione, ad- duzione-abduzione, inversione-eversione, pronazione-supinazione, ecc.). Hubley-Kozey (1991) si avvicinano di più nell’interpretazione del concetto al modello che relaziona la mobilità con l’estensibilità dei tessuti definendo la flessibilità come “l’ampiezza di movimento di un’articolazione o di un in- sieme di articolazioni che, in rapporto al grado di movimento, riflettono la capacità delle strutture muscolo-tendinee di riferimento di allungarsi, nel rispetto ovviamente delle limitazioni proprie dell’articolazione”. Per Liemohn e Pariser (2001) “la flessibilità è la capacità delle articolazioni di muoversi nello spazio con un certo grado di ampiezza” assimilando così i concetti di flessibilità e mobilità articolare con lo stesso significato e di fatto la maggior parte delle definizioni considera la flessibilità come sinonimo di mobilità articolare.
  • 4. 166 capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ 7.2.3 Elasticità Definiti i concetti e le differenze interpretative sulla flessibilità e sulla mobi- lità articolare, si potrà introdurre, sempre assumendo la prima come qualità principale di riferimento, il concetto di elasticità che ragionevolmente deve differenziarsi chiaramente dai due appena citati. Si può definire la proprietà elastica di un tessuto o di una articolazione come la capacità di tornare alla lunghezza o posizione non forzata ogni volta che cessi l’applicazione delle forze che mantengono il tessuto deformato. Quan- to più rilevante sarà il grado di elasticità di un tessuto, tanto maggiore sarà la forza applicata per produrre un certo grado di allungamento. Per questo entrambi i concetti sono stati definiti da alcuni autori come con- trapposti o antagonisti (Garret, Speer, Kirkendall, 2000), ma in realtà per un grande sviluppo dell’ampiezza di movimento di un’articolazione è possibile riscontrare una perdita di elasticità e, in alcuni casi, l’originarsi di una con- dizione di instabilità in un’articolazione (Balaftsalis, 1982; Corbin e Noble, 1980; Nicholas, 1970; Klein, 1961). Il grado misurato dell’ampiezza di movimento può considerarsi semplice- mente come una valutazione quantitativa della mobilità articolare ma, se l’ampiezza viene relazionata con la velocità d’esecuzione o l’accelerazione dei segmenti implicati nel movimento, sarà possibile valutare un complesso muscolo-articolare in funzione della sua capacità di deformazione (flessi- bilità) o per la sua capacità di recuperare la forma o la lunghezza a riposo (elasticità) in una situazione di sport specifica. Ne consegue che la flessibilità e l’elasticità vanno considerate come una manifestazione della mobilità articolare in stretta relazione con la velocità d’esecuzione. Dopo aver inquadrato i vari concetti si potranno classificare i movimenti articolari in funzione della velocità d’esecuzione all’interno di un range di movimento concreto. L’allenamento della flessibilità sarà messo in relazione con posizioni statiche oppure con movimenti articolari lenti; quello dell’elasticità dovrà essere as- sociato a movimenti rapidi o molto rapidi, eseguiti in condizione di grande accelerazione. Hill (1950) dimostrò che l’energia meccanica immagazzinata nella compo- nente elastica può essere utilizzata per produrre una velocità finale più elevata di quella sviluppata dalla componente contrattile del muscolo, ma solo se l’azione concentrica segue immediatamente quella eccentrica (Fenn, Marsh, 1935; Hill, 1961; Cavagna, 1968): quando l’azione eccentrica e concentrica non si susseguono rapidamente l’energia accumulata dalla componente elastica si esaurisce in parte sotto forma di calore riducendo notevolmente la potenza meccanica.
  • 5. 167 capitolo 7LA FLESSIBILITÀ L’elasticità produce quindi solo effetti transitori che permettono però a un movimento eseguito dopo aver immagazzinato energia elastica, di essere più vantaggioso di uno eseguito partendo da zero. ADM FLESSIBILITÀ ISOMETRICA SENZA MOVIMENTO ELASTICITÀ ANISOMETRICA ALTA E MOLTO ALTA SENZA AZIONE MUSCOLARE MEDIO-BASSA Grafico 15 Manifestazione dell’ampiezza di movimento (Optimizacion de la movili- dad articular en los deportes de equipo, Gerard Moras Feliù, Barcelona, 2003)
  • 6. 168 capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ Gli elementi che determinano la maggiore o minore capacità e libertà di movimento di un’arti colazione o segmento corporeo si possono dividere in: A elementi meccanici o intrinseci B elementi neurologici o emozionali C elementi estrinseci A- elementi meccanici o intrinseci Gli elementi meccanici o intrinseci sono dirett amente compromessi nella realizzazione della maggior parte dei movimenti che richiedono una grande ampiezza di movimento e sono due quelli considerati determinanti : a) Mobilità articolare e struttura ossea: il range di movimento di un’arti colazione viene defi nito dall’angolo che può essere raggiunto dentro i limiti delle strutt ure ossee che la compongono rispett o ad ognuno dei tre assi di movimento del corpo umano (longitudinale, trasversale, sagitt ale). Le arti colazioni sono elementi osseo-tendinei che infl uiscono indirett amente sul controllo della fl essibilità (Porta, 1993) e, in base alla loro morfolo- gia, possono essere suddivise in arti colazioni di 1°, 2° o 3° grado: la conoscenza del grado di mobilità di ogni arti colazione è indispensa- bile per poter eseguire senza rischi gli esercizi di stretching. b) Elasticità muscolo-legamentosa: da Garcia Manso, Navarro, e Ruiz Caballero (1996) si possono trar- re gli elementi , dal punto di vista anatomico, da evidenziare come limitanti della fl essibilità: - limite di elongazione della fibra muscolare: i sarcomeri che compongono le fi bre muscolari hanno una gran- dezza massima 3,6 micron e possono essere sti rati fi no al punto di rott ura per circa 1,6 volte rispett o alla dimensione iniziale. È necessario in ogni caso comprendere che quando si realizza uno sti ramento all’interno di ogni singola fi bra muscolare non tutti i sarcomeri si allungano allo stesso modo: i sarcomeri più vicini al tendine hanno la possibilità di allungarsi molto meno di quelli situati ad esempio nella parte centrale della fi bra; - limiti di elongazione del tessuto connettivo: esistono due ti pi di tessuto connetti vo, che infl uenzano in for- ma signifi cati vamente diversa l’ampiezza di movimento: ◊ il tessuto connetti vo fi broso composto fondamentalmente da fi bre di collagene caratt erizzate da una grande resisten- za alla tensione ed una relati va inestensibilità (legamenti , tendini ecc..); ◊ il tessuto composto da elasti na, molto più elasti co rispett o a quello composto dalle fi bre di collagene (perimisio, epi- misio, endomisio). 7.3 GLI ELEMENTI CHE DETERMINANO O LIMITANO LA FLESSIBILITÀ
  • 7. 169 capitolo 7LA FLESSIBILITÀ B- elementi neurologici ed emozionali “Sebbene sia indiscutibile l’importanza degli elementi meccanici muscolo-le- gamentosi e articolari come determinanti della flessibilità, non è certo che siano solo quest’ultimi a costituire l’ultimo passaggio visibile di un insieme complesso di processi regolati dal sistema nervoso centrale, i quali non sono altro che i processi che realmente determinano l’utilizzo dei meccanismi ef- fettori di produzione del movimento” (Porta, 1993). Tutt e le capacità fi siche sono sempre integrate in una confi gurazione gene- rale dell’essere umano in cui i lineamenti della personalità degli individui risultano fondamentali. Le emozioni e i senti menti di ogni individuo incido- no sulla condott a motoria e sul minor o maggior tono muscolare uti lizzato nel movimento. Un individuo aggressivo e nervoso, o semplicemente qualsiasi sporti vo pri- ma di un’azione di gioco esterna che risulti di successo o sporti vamente fal- limentare, genera, all’interno dei muscoli uti lizzati nel movimento richiesto, un’ipereccitazione sui motoneuroni gamma che trasporteranno lo sti molo al sistema nervoso centrale; questo reagirà di conseguenza provocando un aumento del rifl esso miotati co: un meccanismo che indurrà anche un au- mento della contratti lità muscolare, inibendo cosi gran parte della capacità di allungamento. Questa ipereccitazione dovuta a fatt ori esterni al gioco, prett amente men- tali o emozionali, possiamo defi nirla tono psichico (Porta, 1993).
  • 8. 170 capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ Possiamo individuare tre elementi fondamentali per la formazione del tono psichico: a) stimoli dall’ambiente e legati alla personalità: un aumento del volume e dell’intensità degli stimoli provenien- ti dall’ambiente provoca l’ipereccitazione delle vie gamma con il conseguente aumento del riflesso miotatico e della contrattilità muscolare, che a sua volta influisce sulla formazione reticolare nel controllo del movimento. La formazione reticolare è il punto di con- vergenza (centro di integrazione sensitivo-motoria) delle informa- zioni che giungono dall’ipotalamo e dal rinencefalo, le formazioni del cervello che regolano gli stati emozionali. Inoltre nella formazione reticolare giungono anche le informazioni delle vie extrapiramidali provenienti dal midollo spinale e dall’ap- parato vestibolare le quali agiscono direttamente sul controllo dell’azione motoria gestendo le reazioni istintive ed adattandole al movimento volontario. In risposta allo stimolo le vie efferenti ri- spondono tramite: - la via reticolo-spinale che provoca l’attività dei motoneuroni alfa e beta; - la via polisinaptica tra i neuroni che provoca l’inibizione dei riflessi spinali, facilitando così l’azione globale degli altri mo- toneuroni. Tutti gli squilibri e conflitti della personalità del soggetto si trasmet- tono al sistema muscolare in forma di rigidità o ipertonia, limitando la fluidità e l’efficacia del movimento. b) I recettori nervosi muscolari: esistono due elementi direttamente relazionati con il sistema ner- voso centrale (SNC) al quale vengono inviate informazioni precise sullo stato muscolare: i fusi neuromuscolari e gli organi tendinei del Golgi: - i fusi neuromuscolari sono recettori di stiramento localizzati all’interno della muscolatura striata volontaria; sono disposti in parallelo alla fibra muscolare e con la loro attività sono in grado di captare lo stato di allungamento dei muscoli e di inviare le informazioni raccolte al midollo spinale e all’encefalo. La fibra del fuso neuromuscolare (fibra intrafusale), a differenza della normale fibra muscolare (fibra extrafusale), ha una porzione centrale non contrattile con gli elementi invece contrattili di- sposti alle due estremità. Il neurone efferente che innerva le fibre intrafusali è il motoneurone gamma. Ogni volta che un muscolo viene allungato passivamente, vengono stirate anche le fibre intrafusali che di conseguenza aumentano la frequenza
  • 9. 171 capitolo 7LA FLESSIBILITÀ di scarica informando il SNC sullo stato di allungamento della fibra stessa. Quando questo allungamento risulti troppo repen- tino si manifesta il riflesso miotatico da stiramento (miotatico) tramite una contrazione involontaria del muscolo stesso; - gli organi tendinei del Golgi contengono recettori che, al con- trario dei fusi neuromuscolari, si collocano proprio nei tendini e possono rispondere alle variazioni di tensione. Essi sono di- sposti perpendicolarmente e vengono stimolati quando au- menta eccessivamente la tensione esercitata sull’inserzione ossea del tendine: la frequenza di scarica è direttamente pro- porzionale alla tensione sviluppata. Negli organi tendinei del Golgi quando la tensione esercitata dal muscolo è eccessiva viene originata per via riflessa una risposta di tipo inibitorio del motoneurone alfa con conseguente rilassamento del mu- scolo e viene definita riflesso miotatico inverso: è considerato un meccanismo di protezione muscolo-tendinea all’eccessi- va contrazione muscolare. Un allungamento muscolare può anche provocare tensione nel tendine quando venga prolun- gato per almeno 6 secondi a intensità massimale: così come avviene nella contrazione in questo caso vengono comunque stimolati gli organi tendinei del Golgi. È importante compren- dere che quando si realizza un allungamento muscolare pro- lungato, più di 6 secondi circa ma con limiti diversi in base al tipo di muscolatura e del soggetto, si arriva ad un punto nel quale la tensione si abbassa drasticamente per il riflesso miotatico inverso provocando un rilassamento del muscolo stirato, dando così la possibilità al muscolo di allungarsi ulte- riormente. C- elementi estrinseci Sono tutti quegli elementi relazionati con la situazione ambientale in con- tinuo cambiamento, all’interno dell’ ambiente ludico e sociale in cui viene sviluppata l’attività sportiva. Tra questi possono essere inseriti: la tempe- ratura, l’età, il sesso, gli usi e costumi della società contesto di riferimento. - la temperatura: si intende sia quella dell’ambiente che quella in- tramuscolare, quest’ultima ragionevolmente condizionata dalla prima. È conclusione accettata che un aumento della temperatu- ra intramuscolare fino a 40° produca un incremento del 20% circa dell’estensibilità muscolare. Al contrario una diminuzione di tale temperatura fino a 35° diminuisce tale capacità di un 10-20% (Por- ta, 1993). L’incremento della temperatura ambientale e/o dell’indi- viduo diminuisce la viscosità muscolare, migliora l’efficacia dell’e- sercizio e riduce il rischio di infortuni;
  • 10. 172 capitolo 7 LA FLESSIBILITÀ - l’età: la flessibilità può essere considerata come una capacità con- dizionale involutiva e con l’aumentare dell’età si osserva una dimi- nuzione dell’ampiezza di movimento. Nel corso della fase evolutiva si possono identificare due periodi, durante i quali un soggetto può modificare positivamente questa tendenza il primo periodo corri- sponde alla prima infanzia (5-7 anni) fino a raggiungimento della 1° e 2° età scolare (fino a 12 anni circa). In forma del tutto generale dai 10-11 anni il deterioramento della flessibilità è minimo (Por- ta,1993). Il secondo periodo comincia una volta stabilito lo sviluppo biologico ed antropometrico nell’adolescenza è possibile incidere positivamente sullo sviluppo della flessibilità. Dalla pubertà fino al 29° anno di età si colloca il periodo nel quale è riscontrabile un maggior deterioramento della mobilità articolare, dovuto in gene- rale all’aumento della massa muscolare e della maturazione osteo- articolare. Dopo i 30 anni si registra una stabilizzazione del proces- so involutivo, sicuramente influenzata dall’allenamento. Il muscolo soffre di processi di atrofia e col passare del tempo nelle fibre di collagene ed elastina avvengono cambiamenti strutturali fisici e chimici, producendo disidratazioni e calcificazioni con l’ovvia con- seguenza di una perdita di elasticità e di capacità di allungamento muscolare; - il sesso: in generale si dà per scontato che la donna, giovane o adul- ta che sia, possegga una maggior flessibilità rispetto all’uomo della stessa età. L’argomento più utilizzato a sostegno di questa tesi è che la donna produce una maggior quantità di estrogeni e ciò implica una maggior ritenzione di acqua. In qualsiasi caso non devono es- sere scartate altre ragioni come per esempio la localizzazione del centro di gravità corporeo (Porta, 1993); - usi e costumi: è difficile constatare quanto possa incidere la qualità della vita sul livello di flessibilità generale di un soggetto. Il lavoro, l’allenamento, il sedentarismo, oppure le stesse abitudini posturali condizionano la mobilità articolare. In conclusione è possibile quindi affermare che la flessibilità è direttamente influenzata da elementi muscolo-legamentosi e articolari, elementi neurofi- siologici centrali e indirettamente da fattori estrinseci.
  • 11. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport