Manuale allievo allenatore I livello giovanile
Marco Mencarelli
ANNO EDIZIONE: 2019
GENERE: Libro (formato A4)
CATEGORIE: Settore giovanile
ISBN: 9788860285942
PAGINE: 270
Le guide per la formazione dei quadri tecnici della pallavolo
.......................
Progettati e approvati come organi didattici ufficiali dalla Federazione Italiana Pallavolo per i corsi federali allenatori di pallavolo, i Manuali Tecnici sono strumenti didattici e di approfondimento pensati e studiati per essere utili a tutti coloro che vogliano ampliare le proprie conoscenze pallavolistiche o perfezionare le metodologie di allenamento.
L’intera collana è il risultato di un importante lavoro di sintesi condotto da un selezionato gruppo di tecnici FIPAV attivi sul territorio, sotto l'attenta supervisione di Marco Mencarelli, che ha messo a disposizione la sua consolidata esperienza e professionalità per offrire un supporto di studio assolutamente innovativo.
Ciascun volume si presenta, dunque, come la sistematizzazione più attuale della metodologia di insegnamento degli aspetti tecnici e tattici della pallavolo italiana.
L'importanza fondamentale di questo testo è ben espressa nelle parole di presentazione dei dirigenti FIPAV: "( ... ) L'opera è estremamente pratica, nel senso che si pone come esplicita didattica di una strategia, ma si fonda su una incontestabile base teorica, sui risultati della ricerca, in parte condotta personalmente, in parte elaborata da staff di collaboratori qualificati provenienti dal nostro territorio, guidati e supervisionati. Ma, ancora, in parte ereditata ed elaborata dallo studio dei dati disponibili in letteratura, nessuno accettato perché proveniente da un'autorità e ciascuno verificato prima, magari perfezionato. È così, non v'è dubbio che sia così, che si costruisce una scuola.
Ecco, questi testi fanno scuola: è l'espressione della scuola di allenamento della pallavolo italiana; scuola che si è andata via via formando e strutturando, provando e riprovando fino alla nascita e all'affermazione di una serie di principi chiave e di percorsi metodologici (...). Questi testi sono completi: la loro conoscenza, il loro studio, il metterli in pratica, tutto ciò garantisce la preparazione totale, l'insieme delle esercitazioni principali da proporre agli atleti, certi di non aver tralasciato nulla."
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Manuale allievo allenatore, di Marco Mencarelli
1. 20
capitolo
01
LA PALLAVOLO NELLA METODOLOGIA
DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO
Il capitolo fornisce conoscenze essenziali, utili alla
comprensione del processo di allenamento.
Organizzare i protocolli operativi in base agli obiet-
tivi e alle richieste del modello di prestazione, va-
lutando tutto il processo con adeguata continuità
e precisione, consente di sperimentare una sintesi
cronologica delle procedure programmatiche che
arricchisce il bagaglio metodologico e strategico di
ogni allenatore: infatti, ogni esperienza registrata
sarà messa in discussione e modificata attraverso
procedimenti migliorativi dell’approccio alle stagio-
ni agonistiche successive.
Il focus del capitolo deve consentire la compren-
sione del concetto di modello di prestazione e di
come esso viene interpretato nei giochi sportivi e
nella pallavolo in particolare. La corretta interpre-
tazione del concetto suddetto determina l’identifi-
cazione delle più specifiche e adeguate strategie
operative. Una conoscenza della pallavolo come
disciplina sportiva, isolando solo le caratteristiche
che effettivamente determinano particolarità me-
todologiche, assieme ad una conoscenza di alcuni
principi teorici dell’allenamento sportivo, sono pre-
supposti fondamentali per la selezione efficace dei
fattori di prestazione più determinanti del risultato
sportivo o formativo.
2. 52
L’ORGANIZZAZIONE
DEL PROCESSO DI ALLENAMENTO
capitolo
02
Il presente capitolo affronta contenuti utili per una funzionale col-
locazione dei vari protocolli di allenamento rispetto agli obiettivi
previsti dal programma. Organizzare una proposta di allenamento
da parte di un allenatore di Primo Livello, significa essenzialmente
identificare obiettivi, selezionare i protocolli che meglio rispondo-
no agli obiettivi e definire le modalità di utilizzo dei vari protocolli.
In tal modo, sarà possibile attuare un sistema di controllo degli ef-
fetti prodotti dalle esercitazioni proposte; attraverso di esso, l’al-
lenatore acquisisce conoscenze utili ad interpretare l’allenamen-
to come azione per indurre un cambiamento comportamentale
nei giocatori della propria squadra. Non può esistere allenamen-
to che non preveda un cambiamento. La valutazione descrive e
quantifica proprio i cambiamenti avvenuti.
Un focus particolare viene posto sul concetto di ripetizione come
strategia didattica elettiva e come presupposto metodologico
dell’allenamento efficace. Tuttavia, il concetto di ripetizione as-
sume connotati differenti a seconda della forma di esercizio che
viene proposta, a sua volta determinata dall’obiettivo che il pro-
tocollo di lavoro intende perseguire.
3. 74
IL SISTEMA DI ALLENAMENTO
NELL’ATTIVITÀ GIOVANILE
capitolo
03
L’allenamento, nel contesto giovanile, assume conno-
tati particolari perché determina nel giovane giocato-
re un cambiamento auspicabile in funzione della cre-
scita e della maturazione a cui la persona va incontro
nel corso del proprio sviluppo auxologico. In secondo
luogo, stimola il giovane a trovare risorse motivazio-
nali nel percepire il proprio cambiamento e miglio-
ramento rispetto alla sua idea di prestazione moto-
ria specifica della disciplina praticata. Infine, pone il
risultato non come obiettivo, ma come conseguenza
del raggiungimento di obiettivi prestativi assoluta-
mente proiettabili alle età di massima prestazione
della disciplina sportiva praticata.
Allenare un contesto giovanile richiede conoscenza,
significativa competenza ed esperienza specifica: tale
richiesta genera un profilo tecnico particolare e pre-
parato in più ambiti di approfondimento scientifico,
lasciando poco spazio alle interpretazioni metodo-
logiche di coloro che approcciano in modo superfi-
ciale la gestione programmatica dello sport. Anche la
comprensione dell’esigenza di proiettare nel tempo
gli effetti della pratica sportiva giovanile, attraverso
strategie di programmazione pluriennale, costituisce
una peculiarità nell’organizzazione del processo di al-
lenamento quando esso riguarda il contesto formati-
vo, ovvero un contesto in cui cambiamenti strutturali,
funzionali e fisiologici sono presupposti determinanti
di impulsi evolutivi estremamente marcati, riscontra-
bili e misurabili anche in tempi relativamente brevi.
4. 118
capitolo
04LA DIFFERENZIAZIONE DIDATTICA
DELLE TECNICHE DI BASE
Le tecniche di base costituiscono i contenuti dell’approccio
didattico ma l’evoluzione del gioco e del pensiero tattico
rendono tali espressioni motorie sempre più caratterizzate
dal ruolo che le interpreta. Tra le tecniche di base è inoltre
necessario differenziare quelle che andranno a contraddi-
stinguere le prestazioni di alcuni ruoli, rispetto a quelle che
resteranno comunemente interpretate da tutti i ruoli e che
non richiederanno una differenziazione di impostazione e
di allenamento analitico.
La differenziazione didattica è determinata dalla specifica
situazione di gioco in cui ogni ruolo è chiamato ad utilizzare
una tecnica: tale differenziazione comporta anche l’analisi
di quanto precede l’esecuzione tecnica vera e propria, mo-
mento preparatorio di un’adeguata e corretta esecuzione,
in cui la funzione percettiva orienta il gesto, finalizzandolo
alle richieste del gioco; inoltre comporta l’analisi di quanto
consegue al gesto utilizzato, sia perché lo sviluppo dell’azio-
ne consente un riconoscimento di possibili errori esecutivi,
sia per lo sviluppo cronologico della sequenza di gioco che
ne deriva, poiché sarà necessario predisporsi alla successiva
competenza prevista dalla sequenza specifica.
In questo modo, i principi che definiscono la qualità esecu-
tiva di una tecnica devono essere salvaguardati e rispetta-
ti a condizione che siano rispettati anche i corretti timing
dell’azione (percezione e preparazione di un intervento,
esecuzione dell’intervento e transizione per attuare una
successiva percezione e preparazione, entrambe finalizza-
te all’intervento successivo) e la copertura degli opportuni
spazi di competenza.
Ad esempio, le
tecniche di servizio,
prerogativa di ogni
ruolo, ad eccezione
del libero, le tecniche
di spostamento in
campo, che tutti i ruoli
devono assolutamente
conoscere, e quelle
convenzionalmente
utilizzate nei cosiddetti
“fondamentali
comuni”, ovvero il
bagher e il palleggio
per gestire interventi
in difesa e per gestire
alzate di ricostruzione:
esse saranno oggetto
di specifica trattazione
del prossimo capitolo.
Queste tecniche sono
il palleggio, per come
sarà interpretato
dall’alzatore, il
bagher, per come
sarà interpretato
nella ricezione del
servizio flottante e la
schiacciata, per come
sarà interpretata nei
vari punti rete e nei
vari tempi d’attacco.
La caratteristica della
pallavolo è proprio
la sequenzialità
delle azioni di gioco
che consente una
previsione delle
funzioni preparatorie,
esecutive e di
passaggio, perciò
ancora preparatorie,
per l’azione successiva
5. 178
LA DIFFERENZIAZIONE DIDATTICA
DELLE TECNICHE DI BASE
NEI FONDAMENTALI COMUNI
capitolo
05
Il capitolo si propone di descrivere le tecniche neces-
sarie per espletare quei fondamentali e quelle com-
petenze che tutti i giocatori devono saper garantire,
anche se in misura differente per ciascun ruolo, alla
prestazione dei sistemi tattici: saranno oggetto della
trattazione anche i relativi percorsi didattici, che posso-
no essere differenziati a seconda del ruolo interpreta-
to, sul piano applicativo ma non sul piano esecutivo e
su quello metodologico e di impostazione. Ciò significa
che, la differenziazione del ruolo non sempre incide
sulla differenziazione esecutiva, mentre non incide sul
percorso didattico della specifica tecnica. La tecnica di
base, nei fondamentali comuni a tutti i ruoli, si differen-
zia solo nella sequenza situazionale in cui ogni ruolo la
utilizza in modo caratteristico, ossia nel rispettivo adat-
tamento, come sviluppo e conseguenza del “prima” e
come determinante del “dopo”.
In sintesi, solo le caratteristiche motorie del giovane
che affronta il processo didattico possono rappresen-
tare un vero e proprio criterio di differenziazione ese-
cutiva, in quanto le competenze tattiche di riferimento
del ruolo e le dinamiche dell’azione di gioco non rap-
presentano aspetti che cambiano i principi motori, di-
dattici e metodologici.
6. 212
capitolo
06IL SISTEMA DI ALLENAMENTO
NELLA PALLAVOLO
Il sistema di allenamento più dif-
fuso nella pallavolo, nella struttura
della seduta di allenamento tecni-
co-tattico, prevede la collocazione
di una fase didattica (richiamo del
controllo tecnico e correzione di
eventuali errori esecutivi), di una
fase di sintesi di quei contenuti
precedentemente affrontati attra-
verso procedimenti didattici, e di
una fase di esercitazione globale
in cui tutti gli aspetti della disciplina
vengono sintetizzati nella dinamica
del gioco.
Questo schema generale è con-
sueto e opportuno, soprattutto in
un contesto di qualificazione me-
dio-basso in cui l’allenatore è chia-
mato a organizzare le attività pro-
tocollari che conosce in funzione
degli obiettivi individuati o che ha
imposto l’esigenza di competizio-
ne. L’opportunità dello schema de-
scritto è determinata dal fatto che
la funzione didattica da sola non
può produrre apprendimenti diret-
tamente valutabili nella situazione
complessa o, per meglio dire, non
in tutte le tecniche e non in tutti i
fondamentali.
7. 218
capitolo
07L’ALLENAMENTO TECNICO-TATTICO
ATTRAVERSO IL GIOCO
Il gioco rappresenta un mezzo estremamente effi-
cace per la formazione del giocatore e per l’inse-
gnamento finalizzato di molte tecniche. Tuttavia,
è necessario verificare e mettere in discussione
alcune conseguenze della sua interpretazione
formativa affinché non diventi mezzo esclusivo o
dominante del sistema di allenamento. Questo,
infatti, non sarebbe opportuno in uno sport di
situazione, caratterizzato da una motricità conti-
nuamente sottoposta a dinamiche adattative, in
quanto ritarderebbe sensibilmente i processi di
stabilizzazione degli apprendimenti motori.
Nel sistema diffuso di allenamento, è ampiamen-
te condiviso che i cosiddetti giochi propedeutici
costituiscano forme di esercizio efficaci e oppor-
tune da utilizzare soprattutto nello sviluppo del-
la componente ludico-motoria (in giovanissima
età) nell’applicazione delle tecniche al gioco (in
età di avviamento all’agonismo) durante il pro-
cesso di specializzazione (nella fase di perfezio-
namento tecnico) e nello sviluppo della generale
capacità di gioco (in età di massima prestazione).
Il concetto metodologico che sintetizza l’idea di
“sviluppare il gioco attraverso il gioco” riconosce
l’importanza di imparare giocando in ogni fascia di
qualificazione identificabile in un processo forma-
tivo e in ogni livello di competizione.
8. 230
capitolo
08LO SVILUPPO DEGLI
SCHEMI MOTORI DI BASE
Per quanto concerne lo sviluppo ontologico degli
schemi motori di base, si evidenziano di seguito alcu-
ne indicazioni particolari riguardanti le azioni motorie
della deambulazione, della corsa, del salto, del lancio
e della presa al volo, la combinazione dei movimenti
e l’equilibrio.
9. 244
LE CAPACITÀ DEL SISTEMA
MOTORIO UMANO E LE ABILITÀ
capitolo
09
Il principio dell’adattamento è fondamentale per l’allenamento sportivo. “Il fine prin-
cipale dell’allenamento sportivo è quello di indurre adattamenti specifici che portino al
miglioramento della prestazione sportiva” (Weineck, 2009) Nella definizione il concetto
di prestazione sportiva identifica “il risultato di un’azione sportiva, che soprattutto nella
competizione trova il suo riflesso in una misura (o punteggio), che viene attribuita all’a-
zione motoria secondo regole prestabilite” (ibidem).
Nell’apprendimento motorio il concetto di prestazione sportiva si può identificare con il
controllo coordinato e finalizzato di un nuovo movimento (comportamento motorio).
L’allenamento diventa il processo con cui rendere il movimento acquisito funzionale alle
richieste del gioco (comportamento tattico) e modificabile in base alle richieste situazio-
nali per salvaguardare l’efficacia della sua finalizzazione tattica.
I meccanismi che interagiscono nel sistema motorio umano sono regolati da leggi neu-
ro-fisiologiche e da dinamiche psico-comportamentali che sono state ampiamente stu-
diate ed analizzate: in tutte le forme di studio, il movimento appare come la parte visi-
bile di un processo che sintetizza un percorso precedentemente identificato e descritto
(percezione dello stimolo situazionale/elaborazione della risposta motoria/effettuazione
della risposta motoria).
Le capacità motorie come presupposti essenziali della capacità di prestazione sportiva.
Sono funzionali all’apprendimento e all’esecuzione di forme di motricità sportiva (mo-
vimenti tecnici). Sono uguali per tutti, sono soggette a sviluppo e “non sono di per sé
visibili”. Ad esempio, la forza è una capacità che hanno tutti, ma sono le sue modalità
espressive che la rendono visibile: esse sono diverse da individuo a individuo.
È sulle capacità motorie che si producono
gli adattamenti quantitativi e qualitativi
ai carichi di allenamento specifici per
ogni disciplina sportiva.
10. 254
LO SVILUPPO DELLE
QUALITÀ FISICHE
NELLE FASCE D’ETÀ GIOVANILI
capitolo
10
Il processo di sviluppo delle qualità fisiche è misurabile attraverso la
valutazione prestativa di abilità motorie generali e specifiche. Le pri-
me consentono di confrontare il processo di sviluppo con le dinami-
che studiate oggettivamente sia sulla popolazione scolastica che in
altre discipline sportive: in questo modo sarà possibile collocare la
pallavolo nello sviluppo del sistema motorio della popolazione giova-
nile, e comprendere come essa faciliti il processo evolutivo, su quali
contenuti dell’evoluzione motoria sia più efficace e in quali fasce d’età
diventi particolarmente incisiva rispetto all’intero percorso di svilup-
po auxologico.
Le abilità motorie specifiche sono quelle che conferiscono competitivi-
tà al giovane, e determinano le opportunità di competizione e che per-
ciò contribuiscono alla genesi della capacità e dell’esperienza di gioco,
sono quelle che consentono di riconoscere le attitudini individuali,
presupposti della prospettiva di qualificazione e della identificazione
iniziale del talento. In sintesi, le abilità motorie specifiche rappresen-
tano gli obiettivi didattici del processo di insegnamento tecnico, di
specializzazione nel ruolo e di sviluppo della capacità di gioco, in ogni
momento della pratica sportiva giovanile.
La conoscenza delle capacità motorie è importante per la lettura
delle determinanti del movimento tecnico; è importante anche per
comprendere come il movimento tecnico può essere sviluppato nel
rispetto dei principi biomeccanici e dei tempi tecnici di azione indotti
dal livello di competizione che si andrà ad affrontare; la conoscenza
delle modalità di sviluppo delle capacità motorie suggerisce impor-
tanti obiettivi operativi complementari, da considerare nell’ambito
della formazione dei giovani giocatori di pallavolo.
11. www.calzetti-mariucci.it
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