Presentazione di Pasquale Bellotti del testo Nervi e cuore saldi di Carlo Vittori
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Presentazione Bellotti nervi e cuore saldi di carlo vittori
1. NERVI E
CUORE SALDI
L’allenamento del velocista
nelle sue componenti
motivazionali e biologiche
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PRESENTAZIONE
Qualche volta presento, e con piacere lo faccio, davvero con pia-cere,
i libri che più mi convincono di questa Editrice (così bene-merita
del mondo della letteratura sportiva, specie di nicchia) e
dell’amico Editore (saggio ed accorto personaggio, di quelli in via
di estinzione), che innumerevoli volte ho visto centrare obiettivi im-portanti
di pubblicazione. Obiettivi che fanno epoca e dovrebbero,
non sempre avviene, fare tendenza.
Ma non avrei mai pensato, non avrei mai messo in cantiere nella
mia mente e non penso adesso, mentre scrivo, di riuscire a sten-dere
una presentazione di questo testo di Carlo Vittori. Il testo si
presenta da sé. Come si presenta da sé, all’eccellenza ponendosi,
Carlo Vittori.
Posso, però, molto brevemente, raccontare qualcosa della iniziale
storia che ci legò. Carlo Vittori è stato per me, come per molti del
resto, un Maestro, un vero cercatore di nuove strade che, una volta
trovate, mostrò ed indicò anche agli altri. Sapeva (e, ovviamente,
sa) moltissime cose, moltissime ne arguiva, alle ultime tendeva, e
comunque mai le tenne per sé. Le comunicava agli studenti ed ai
suoi collaboratori, agli esperti con cui si trovava a dialogare, ad al-tri
insegnanti. Sapeva porgere, sapeva mostrare, sapeva indicare
e sapeva presagire. Un mostro? Certo, di capacità. Lo dimostrò
allenando atleti di alto ed altissimo livello, poi padroneggiando tut-ta
la forza e tutta la velocità (che è in fondo dire la stessa cosa) e
tutta la tecnica (che è dire la stessa cosa) delle corse dell’atletica
leggera. Quando racconta, può farlo con la sapienza di un tempo
che non ha perduto e la saggezza di oggi. Memorie di un ottuage-nario,
per parafrasare il celebre romanzo di Nievo.
2. 11
Voglio qui ricordare la splendida esperienza (è storia, è storia) del-la
scuola italiana della velocità, che produsse l’impulso importante
(ne fu Carlo Vittori l’artefi ce) per una scuola italiana di allenamento
sportivo, cui lavorammo in tre. Vittori, con Alessandro Donati, e
con me stesso. In tre cominciammo, con diversi volenterosi e ca-paci
a fare da validi coadiutori: la defi nizione di allenamento degli
anni ‘80, ricordata come la defi nizione di Vittori, si giovò anche di
lunghi (non estenuanti ma piacevoli) incontri di gruppo e di ore di
lavoro notturno mie e di Alessandro Donati all’Hotel Miramare di
Formia, oltre che di lunghe telefonate serali a Carlo Vittori, per un
dubbio e per una conferma, per un’intuizione da comunicare ed
un’altra da ricevere ed accogliere. Così si faceva, così si costruiva.
Anni di grande formazione, una formazione che in noi restò, anche
quando il sistema impedì alla scuola di progredire. Scuola italiana
di allenamento, ovvero quel che poteva essere e non fu del tutto.
E che non è oggi, in un sistema dove scarseggiano i talenti, ma
non i somari! Quella Scuola che non crebbe ebbe però almeno un
grande merito, poiché produsse un metodo di lavoro ed il saldo
convincimento che nella pratica si ritrovano i pezzi della teoria e
che i sistemi si costruiscono dal basso. Anche quelli massimi.
Favolosi anni Ottanta del secolo scorso, si direbbe. Ma Vittori vis-se
ed interpretò un ruolo chiave per tutta la seconda metà di quel
secolo. Ed oggi, sentendolo parlare e chiarire e puntualizzare e
defi nire fenomeni, certamente si continua, si continua, si continua
ad apprendere.
Pasquale Bellotti