"Il biologico tra mercato e sostenibilità". Un gruppo di stakeholders internazionali analizzerà il panorama e offrirà esempi su come questa contrapposizione possa trovare un punto di equilibrio vantaggioso per tutti gli attori del settore.
Gerald A. Herrmann Direttore - ORGANIC SERVICES - Munich
“Il mercato biologico nella trappola della sostenibilità?”
Enrico De Ruvo Ricercatore Osservatorio Prodotti Biologici - ISMEA - Roma
“Le tendenze degli acquisti di prodotti biologici e l’evoluzione del profilo del consumatore”
Tobias Bandel Direttore - SOIL AND MORE - Driebergen
“La produttività sostenibile attraverso un’agricoltura amica del clima”
Fabrizio Piva Amministratore Delegato CCPB srl - Bologna
“Certificazione fra biologico e sostenibilità”
Luigi Cattivelli C.R.A. Direttore Centro di Ricerca per la Genomica – Fiorenzuola D’Arda - PC
“La biodiversità per un’agricoltura biologica sostenibile”
Paolo Bàrberi
Coordinatore Area di Ricerca Agroecologia - Land Lab - Istituto di Scienze Della Vita - Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa
“L’approccio agroecologico: la strategia più sostenibile per tutti i modelli di agricoltura biologica?”
Il biologico tra mercato e sostenibilità - Convegno SANA 2012
1. IL BIOLOGICO FRA PRODUTTIVITA’ E
SOSTENIBILITA’
“Certificazione fra biologico e sostenibilità”
Fabrizio Piva – Amministratore Delegato - CCPB srl Bologna
Tel. 0039 051 6089811 e mail: fpiva@ccpb.it
BOLOGNA – FIERA SANA – Sala Notturno – 10 Settembre 2012
2. IL CONCETTO DI SOSTENIBILITA’ DEL BIOLOGICO
La produzione biologica persegue i seguenti obiettivi:
- stabilire un sistema di gestione sostenibile per l’agricoltura che:
- rispetti i sistemi ed i cicli colturali e mantenga e migliori la salute dei suoli,
delle acque, delle piante e degli animali e l’equilibrio tra essi;
- contribuisca ad un alto livello di diversità biologica;
- assicuri un impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali come
l’acqua, il suolo, la sostanza organica e l’aria;
- rispetti criteri ricorosi in materia di benessere degli animali e soddisfi, in
particolare le specifiche esigenze comportamentali degli animali secondo la specie;
- mirare ad ottenere prodotti di alta qualità
- mirare a produrre un’ampia varietà di alimenti e altri prodotti agricoli che rispondano
alla domanda dei consumatori di prodotti ottenuti con procedimenti che non
danneggiano l’ambiente, la salute umana, quella dei vegetali, la salute e il benessere
degli animali.
3. IL CONCETTO DI SOSTENIBILITA’ DEL BIOLOGICO
- CIO’ STA A DIMOSTRARE CHE IL METODO DI PRODUZIONE BIOLOGICO E’ UN
METODO SOSTENIBILE “ANTE LITTERAM”;
- LA SOSTENIBILITA’ CHE IL BIOLOGICO GARANTISCE E’ DI TIPO AMBIENTALE,
QUELLA DI TIPO ECONOMICO SI FONDA SUI BILANCI ECONOMICI AZIENDALI E SUI
COSTI DI PRODUZIONE, MENTRE QUELLA SOCIALE NELL’ UE DEVE ESSERE
GARANTITA DALLE LEGGI;
- ANCHE IL CONCETTO DI RISPETTO DELL’AMBIENTE E’ CAMBIATO NEL TEMPO. SI
E’ PASSATI DALLA COMPATIBILITA’ ALLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, DA UN
CONCETTO STATICO AD UNO DINAMICO INFLUENZATO DAGLI EFFETTI CHE I
PROCESSI PRODUTTIVI HANNO SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO E SULL’
EQUILIBRIO DEL PIANETA;
- IL METODO BIOLOGICO E’ SICURAMENTE COMPATIBILE SUL PIANO AMBIENTALE,
OCCORRE MISURARNE LA SOSTENIBILITA’ IN RELAZIONE ALLA RIDUZIONE DEI
SUOI IMPATTI AMBIENTALI NEL TEMPO, ANCHE IN UNA LOGICA DI EFFICIENZA
ECONOMICA E DI RIDUZIONE DEI COSTI AZIENDALI E SOCIALE (LCC).
4. LA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
- Al fine di comprendere quanto i prodotti che giornalmente acquistiamo siano
compatibili con il concetto di sostenibilità, si è sviluppato l’interesse verso
strumenti e metodologie in grado di valutare i fattori di impatto ambientale
connessi ai processi produttivi.
- La metodologia che sta alla base di questo tipo di valutazione è l’Analisi del
Ciclo di Vita o Life Cycle Assessment (LCA).
- La metodologia LCA valuta l’impatto di un prodotto o di un servizio
sull’ambiente considerando gli input e gli output nel suo intero ciclo di vita.
-L’ Analisi del ciclo di vita – Life Cycle Assessment (LCA) e’ un metodo di
valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti
potenziali associati ad un prodotto "dalla culla alla tomba“
-E’ un’analisi standardizzata, definita dalle norme ISO 14040 e ISO 14044
- E’ la metodologia riconosciuta a livello europeo per la valutazione dei prodotti
Integrated Product Policy (IPP) e per le etichette del III tipo (Ecolabel)
6. LA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI: A CHI E’
RIVOLTA
- A tutti i prodotti agroalimentare e/o agroenergetici di origine animale o vegetale
- A tutti i livelli della trasformazione industriale
- A prodotti coltivati/trasformati sia in Italia che all’estero
- Ai produttori e/o distributori di energia
-A tutti i canali della GDO
Business to business
Business to business
rivolta alle aziende
Prodotto
Prodotto
rivolta alle aziende intermedio
intermedio
Business to consumer rivolta ai
Business to consumer rivolta ai
distributori/consumatori
distributori/consumatori Prodotto finito
Prodotto finito
7. LA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI: PERCORSO
ED OBIETTIVI
- Al fine di offrire una risposta più esaustiva, in linea con le attuali e future
aspettative del comparto agricolo e agroindustriale, il CCPB ha messo insieme
quattro anni fà, un apposito Gruppo di Lavoro composto da istituzioni scientifiche,
sperimentali ed imprenditoriali interessate.
- DTP06 Valutazione degli Impatti Ambientali e delle Energie Rinnovabili nel
Ciclo di Vita dei Prodotti Agroalimentari.
- DTP12 Valutazione degli Impatti Ambientali e del Bilancio Energetico nel Ciclo di
Vita delle Agroenergie.
Gli obiettivi principali, esplicitati nei DTP sono:
- Misurazione, attraverso un approccio di filiera e la Metodologia LCA, delle
Categorie di Impatto Ambientale associate al processo produttivo rispetto ad una
predefinita unità funzionale (Kg, l, Kw)
- Definizione e Valorizzazione dell’Energia derivante da Fonti Rinnovabili
utilizzata nei processi produttivi lungo tutta la filiera agroalimentare
- Misurazione della progressiva riduzione dei consumi energetici e la relativa
valorizzazione dei processi “Energy Saving”
8. ITER DI CERTIFICAZIONE
- Primo anno
- Sottoscrizione e compilazione della documentazione prevista dallo schema da parte
dell’Organizzazione richiedente
- Emissione del piano di valutazione
- Valutazione iniziale
- Stesura e invio del questionario all’Organizzazione richiedente
- Compilazione del questionario da parte dell’Organizzazione
- Processamento dei dati e loro validazione
- Revisione dei documenti di calcolo e di verifica
- Decisione della certificazione ed emissione del certificato
- Anni successivi
- Invio del questionario specifico per la filiera corrispondente
- Compilazione del questionario da parte dell’Organizzazione
- Processamento dei dati e loro validazione
- Revisione dei documenti di calcolo e di verifica
- Verifica di Sorveglianza
- Decisione della certificazione e conferma della validità del certificato
9. LA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI:
LA RACCOLTA DEI DATI
-Il tecnico dell’Organizzazione dovrà compilare lo specifico Questionario di
Raccolta Dati riferito ad una specifica materia prima e processo produttivo per tutti
i siti oggetto di valutazione (es. Questionario Prodotti Vegetali / fase produzione o
fase di trasformazione).
- Il tecnico potrà scegliere su ECOPortal (portale e database ideato dal CCPB al
fine dell’immagazzinamento, gestione e analisi dei dati), la tipologia di filiera ed il
suo posizionamento (fase agricola, stoccaggio, trasformazione) caricando i dati
specifici di sua competenza.
- I dati tecnici acquisiti verranno gestiti dal CCPB ed inviati alle unità operative
preposte al calcolo.
- Le unità operative produrranno un Report contenente l’approccio e la
metodologia di calcolo utilizzata e la valutazione completa degli indicatori
ambientali valutati riferiti all’unità di prodotto
10. LA CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI:
VERIFICA DELLA CONFORMITA’
Organizzazione/Azienda
Organismo di Ente
Certificazione Verificatore
Ente
valutatore
11. CERTIFICAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
LE CATEGORIE DI IMPATTO
CATEGORIE DI IMPATTO CERTIFICATE E VALORE AGGIUNTO
- Emissioni di Gas Serra (Kg CO2 eq/unità funzionale)
- Consumo di acqua (l H2O/unità funzionale)
- Potere Eutrofizzante (Kg PO4/unità funzionale)
- Potere Acidificante (Kg SO2 /unità funzionale)
- Tossicità dell’acqua e del suolo (Kg 1,4-DB eq/unità funzionale)
- Land Use (m2 SAU/unità funzionale)
- Affezioni respiratorie da sostanze inorganiche (Kg PM 2,5 eq/unità funzionale)
- Assottigliamento dello strato di ozono (Kg CFC-11eq/unità funzionale)
- Formazione di ossidanti fotochimici (Kg C2H4 eq/unità funzionale)
- Inoltre nel DTP06 viene valutata la % di Energia Rinnovabile utilizzata nel
processo produttivo mentre nel DTP12 viene valutato il Bilancio Energetico della
filiera di produzione e gli Indici correlati (EROEI index)
12. CERTIFICARE IL BIOLOGICO E GLI IMPATTI AMBIENTALI:
ALCUNE RIFLESSIONI
- La certificazione, ovvero l’attestazione di parte terza, consente di verificare
puntualmente la situazione di una determinata azienda o filiera e di attestarne nel
tempo le categorie di impatto. Attraverso il processo di certificazione si misurano
i risultati raggiunti da quella specifica filiera e non tanto quanto potrebbe
emergere da dati bibliografici.
- Accanto alla valorizzazione aziendale e dei prodotti ottenuti, l’attestazione degli
impatti ambientali può rientrare negli obiettivi di politica ambientale fissati
dall’UE.
- La certificazione consente di fissare obiettivi di miglioramento nel tempo che
contribuiscono ad accrescere, oltre che l’efficienza ambientale, anche quella
economica derivante dalla razionalizzazione dei processi produttivi adottati.
- L’impostazione di processi produttivi che integrano i valori ambientali in una
logica di filiera consente di migliorare tutti i processi adottati dai soggetti che
appartengono a quella determinagta filiera coinvolgendo i fornitori in una logica
di partnership.
- L’uso di dichiarazioni, loghi di certificazione, la disponibilità di dati e report
consnetono di impostare strumenti ed una politica di comunicazione tesa a
raggiungere il mercato ed i consumatori sia in una logica “btob” che “btoc”.
13. GRAZIE PER LA VOSTRA
ATTENZIONE
BOLOGNA- FIERA SANA – Sala Notturno - 10 SETTEMBRE 2012
14. Sustainable Productivity through climate
friendly farming
Capitalize on Sustainable Agriculture
Tobias Bandel
SANA, September 10th, 2012
17. Sustainability = Ability to Sustain
Potato Production Cost Wheat Production Cost
blue = conventional; red = organic blue = conventional; red = organic
14/09/2012 www.soilandmore.com 4
18. Economy <-> Ecology
30% of GHG
emissions originate
in agriculture
70% of worldwide
sweet water is
consumed in
agriculture
19. Soil & More’s Vision and Activities
• Compost
• Footprinting
– Soil (carbon)
– CO2
– Water
– Sustainability
– IT-Solutions
• Carbon Credits through organic farming
20. The S&M Model
March 2008
$$
b s 0%
po on
su 0 - 3
co idy
st
2
m
CH4
N2O N2 O
CO2 CO2
June 2009
These additional revenues make compost cheaper than chemical
fertilizer and feasible for land-reclamation projects.
22. Compost Tea trial: Egypt
4 control trials showed
a nutrient availability
increase of 5-6 times
within 15 days
a decrease of
harmful Nematodes
populations of 90%
within 15 days
23. Incentivice farmers for environmental best
practise
Assess, improve, communicate the
environmental performance
14/09/2012 www.soilandmore.com 10
25. ...small scale
On-site awareness raising on climate change and implementation CO2-footprinting
in cooperation with Fairtrade, Marks & Spencer, Rainforest Alliance
14/09/2012 www.soilandmore.com
27. Value added of “Low
Carbon” Agriculture
e.g. composting at
farm- level… - 24%
Emission Reduction
Total
…and the
product
CO2-
- 10% - 3% - 5% footprint
Farming Transport Retail = neutral.
- 4%
Export -2%
Import
…”over-
compensating”
C:Userstobias...
the footprint at Internet
FilesContent.O...
farm-level… (2).jpg
•Neutralized through Carbon Credits from agriculture
•Supporting sustainable farming
28. CO2 and Water Assessment Solutions
Data Collection
Cool Farm Tool and others
Benchmarking
Allocation
Reporting
Grower development services
Mitigation/adaptation options
Best practice sharing
30. CO2 as a start to raise awareness
for sustainable development
CO2
…& more
14/09/2012 www.soilandmore.com 17
31. Thank You
info@soilandmore.com
www.soilandmore.com
14/09/2012 www.soilandmore.com 18
32. L’approccio agroecologico: la
strategia più sostenibile per
tutti i modelli di agricoltura
biologica?
Paolo Bàrberi
Istituto di Scienze della Vita
Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa
Convegno: ‘Il biologico fra produttività e sostenibilità’, SANA Bologna 10 settembre 2012
33. L’approccio agroecologico: la
strategia più sostenibile per
tutti i modelli di agricoltura
biologica?
Paolo Bàrberi
Istituto di Scienze della Vita
Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa
Convegno: ‘Il biologico fra produttività e sostenibilità’, SANA Bologna 10 settembre 2012
34. Cos’è l’Agroecologia?
• Una disciplina scientifica
• Un insieme di pratiche colturali
• Un movimento sociale
Campo Territorio Food system
Wezel et al. (2009). Agronomy for Sustainable Development 29, 503-515.
35. Gli obiettivi dell’Agroecologia
• Sfida al modello agronomico dominante
basato sull’elevato uso di input esterni
• Sfida al modello ecologico dominante
che separa la protezione della biodiversità
dalla produzione di cibo
• Sfida al modello economico dominante
che tende alla globalizzazione delle
produzioni e dei mercati
Agro-ecological Innovation Network
http://agro-ecoinnovation.eu
36. I principi dell’Agroecologia
• Riciclo della biomassa, apporto di sostanza organica e
ottimizzazione dei cicli biogeochimici
• Riduzione della dipendenza dagli input esterni
• Conservazione delle risorse naturali limitate (suolo, acqua)
• Valorizzazione delle risorse naturali illimitate (radiazione)
• Conservazione della diversità genetica (colture e allevamenti)
• Ottimizzazione e stabilità delle rese (non massimizzazione)
• Esaltazione delle interazioni positive tra componenti
dell’agroecosistema
– Sistemi misti colture-allevamenti
– Sistemi agroforestali e agrosilvopastorali
– Controllo biologico conservativo delle avversità (es. aree semi-naturali)
BIODIVERSITA’ FUNZIONALE
Agro-ecological Innovation Network
http://agro-ecoinnovation.eu
37. Cos’è la sostenibilità?
EC
E
ON
AL
CI
OM
SO
IC
A
AMBIENTALE
La sostenibilità ambientale, economica e sociale hanno lo stesso peso
in tutti i modelli di agricoltura biologica?
38. I differenti modelli di agricoltura
biologica
Modello ‘MULTIFUNZIONALE’ Modello ‘SPECIALIZZATO’
• Aziende piccole • Aziende medio-grandi
• Diversificazione ordinamenti • Semplificazione
produttivi (sistemi misti) ordinamenti produttivi
• Forte legame col territorio • Scarso legame col territorio
• Filiera corta o cortissima • GDO e/o mercati esteri
APPROCCIO AGROECOLOGICO
APPROCCIO DI SOSTITUZIONE
Bàrberi (2010). Strategie per l'evoluzione dei sistemi agricoli e zootecnici
biologici. In: Le strategie per lo sviluppo dell’agricoltura biologica.
Risultati degli Stati Generali 2009. Ed. INEA, Roma (modificato).
40. Sostenibilità – caso di studio #1
Modello ‘multifunzionale’
Progetto
FERTORTOMEDBIO
(MiPAAF)
41. I sistemi di gestione: spinacio
SGF = Sistema di Gestione Fisico
SGI = Sistema di Gestione Integrato
• Semina di precisione (55 semi m-2)
• Erpice a dischi attivi
SGF
• Pirodiserbo
• Sarchiatrice di precisione
SGI
• Semina a righe “living mulch”:
Trifolium subterraneum
SGA = Sistema di Gestione Aziendale
• trapianto manuale su pacciamatura
42. Spinacio:
infestanti e biomassa interrata
Peso Secco Infestanti
Apporti S.S.
5 marzo 2007 3,00
1600.00 2,50 a aa
768.32
1400.00
2,00
1200.00 a SG Meccanico
1000.00
2
g/m
846.33 1,50 SG Integrato
Kg/ha
778.78
800.00 SG Aziendale
523.31 712.55
600.00 1,00
400.00 b
200.00
0,50
b
0.00
0,00
INF SGF INF SGI RES SGF RES SGI 28.11.06 15.12.06
Infestanti Residui Colturali T. subterraneum
Biomassa flora infestante (g/m2)
120
SGI: 20 kg N ha-1 100
y = -1,0517x + 125,38
R2 = 0,4379*
80
60
40
20
0
0 20 40 60 80 100 120
Biomassa Trifolium subterraneum L. (g/m2)
43. Costi colturali
18000
16000
14000
12000
Raccolta
10000 Gestione Infestanti
Spinacio:
€/ha
Impianto
8000 Preparazione Terreno
6000
4000
costi e reddito lordo
2000
0
SG Aziendale SG Fisico SG Integrato
Costo Unitario Reddito Lordo Ettaro
16000
3,50
a 14000 a a
3,00
12000
2,50 10000
8000
2,00 SG Aziendale SG Aziendale
6000
€/kg
SG Fisico €/ha SG Fisico
1,50 4000
SG Integrato SG Integrato
2000
1,00
b b 0
b
0,50 -2000
-4000
0,00
costo euro /KG -6000
45. Sostenibilità – caso di studio #2
Modello ‘specializzato’
Indicatori Agroambientali in 12 aziende orticole biologiche
Acronimo Indicatori agro- Unità di Valore Valore
ambientali misura ottimale medio
SCIaA Copertura suolo/anno % mesi x > 50 89,45
Copertura suolo nel
SCIcA % mesi x > 60 78,32
periodo critico
Sostanza Organica
OMARs % x ≥ 2,5 2,03
(riserve del suolo)
TNAR Azoto totale del suolo x > 1,5 1,22
Fosforo assimilabile
PAR mg kg-1 35 < x < 25 81,29
del suolo
Potassio scambiabile
KAR mg kg-1 150 < x < 200 359,78
del suolo
PNL Nitrati del suolo kg x < 70 408,00
C/N Rapporto C/N - 9 < x < 12 9,71
SUOLO E ACQUE www.simbioveg.org
46. Sostenibilità – caso di studio #2
Modello ‘specializzato’
Indicatori Agroambientali in 12 aziende orticole biologiche
Unità di Valore
Acronimo Indicatori agro-ambientali Valore ottimale
misura medio
WA Superficie boschiva % SAT x > 10 3,99
FA Adiacenza appezzamenti - x=1 0,45
CFS Dimensione appezzamenti ha 1<x<5 5,92
FLW Lunghezza/larghezza - 1<x<4 4,91
FD Densità appezzamenti numero ha-1 Max 3,62
VR Ricchezza varietà numero x > 20 45,00
Ricchezza varietà
AVR numero x>2 3,58
autoctone
Indice infrastrutture
EII % SAU x>5 16,68
ecologiche
Ricchezza infrastrutt.
EIR numero x > 35 56,33
ecologiche
Diversità infrastrutture
EID numero x>2 3,38
ecologiche
PAESAGGIO E BIODIVERSITA’ www.simbioveg.org
47. Sostenibilità – caso di studio #2
Modello ‘specializzato’
Indicatori Agroambientali in 12 aziende orticole biologiche
Indicatori agro- Unità di Valore Valore
Acronimo
ambientali misura ottimale medio
CR Durata della rotazione anni x≥6 6,00
SA Adiacenza di specie numero x=0 0,00
SS Percentuale di specie % tot. x ≤ 0,167 0,07
SG Percentuale di gruppo % tot. x ≤ 0,33 0,18
EE Bilancio energetico (O-I) kg x>0 -4.704,37
EE Bilancio energetico (O/I) Kg/kg x>1 0,99
AGRONOMIA ED ENERGIA www.simbioveg.org
48. Emissioni di CO2 (Kg/Kg prodotto)
Modelli produttivi (P) e di trasformazione+distribuzione (T+D)
POMODORO DA MENSA
Fonte: Progetti ARIA & SATREGAS (Arsia Toscana)
Prof. Mazzoncini (Università di Pisa)
50. Emissioni di CO2 (Kg/Kg prodotto)
Modelli produttivi (P) e di trasformazione+distribuzione (T+D)
POMODORO DA MENSA
P INTEGRATO INTEGRATO BIOLOGICO BIOLOGICO
T+D SERRA PIENO SERRA PIENO
FREDDA CAMPO FREDDA CAMPO
EXTRAREG.
CONFEZION.
97,3 79,3 100 69,9
(GDO)
REG. IMBALL.
(GDO)
70,7 52,6 73,4 43,3
REG. SFUSO
(GDO)
53,8 35,8 56,5 26,4
REG. SFUSO
(DETTAGLIO)
60,8 42,7 63,5 33,4
LOC. SFUSO
(GAS)
47,3 29,2 50,0 19,9
VALORI INDICE (%)
51. Conclusioni
• Esistono ampi margini di miglioramento della
sostenibilità in tutti i modelli produttivi biologici
– Modello ‘multifunzionale’: ottimizzazione produttiva
( < costi)
– Modello ‘specializzato’: mitigazione approccio di
sostituzione
• Il biologico deve porsi obiettivi di sostenibilità
nettamente superiori all’integrato
– Direttiva UE uso sostenibile pesticidi
– Greening della PAC
• Il futuro: biodiversità funzionale e approccio di
filiera
53. Produttività sostenibile e biodiversità
• Produttività e sostenibilità nell’ambito dell’agricoltura
convenzionale spesso coincidono con la massimizzazione delle
rese limitando, ove possibile, l’impatto ambientale.
• In agricoltura biologica, in alternativa al mero incremento
produttivo, si potrebbe realizzare un agricoltura sostenibile e
produttiva in termini di reddito attraverso una diversificazione
delle specie coltivate.
L’ESEMPIO DEI
CEREALI A PAGLIA
54. Lo “strano caso” del Triticum turanicum
(T. turgidum subsp. Turanicum, Khorasan)
•Deriva dall’incrocio tra T. durum e T. polonicum .
•Coltivato pressoché esclusivamente in regime biologico, …
•… ma quasi solamente negli stati uniti.
55. I frumenti vestiti
Monococco Farro Spelta
(T. monococcum 2n=14) (T. dicoccum 2n=28) (T. spelta 2n=42)
56. I Farri
• Tipicamente i farri mantengono le glume aderenti alle cariossidi
anche dopo la trebbiatura e richiedono una successiva operazione
di “svestitura” e/o decorticazione per eliminare gli involucri esterni.
• Il monococco è stato il primo cereale addomesticato dall’uomo
10.000 anni fa.
• Il farro, più produttivo del monococco, si diffuse in Italia nel VII sec.
a.C. e fu il cereale preferito da Etruschi e Romani. Dal nome farro
deriva il termine farina. Il grano duro sostituì il farro a partire dal IV
secolo d.C.
• Lo spelta originato 5-6.000 anni fa, ha dato origine al grano tenero.
57. Farro: dati agronomici*
Cultivar
moderne
Pop. Locali
* Dati medi su prove in tre località (Foggia, Roma, Catania) per 1 anno (2005); Codianni et al., L’Inf Agr. 2005
58. Farro: dati qualitativi*
Proteine (%) W P/L
Media SE Media SE
Abruzzo 18.3 56 2 0.97 0.05
Garfagnana 18,7 23 2 1.43 0.16
Pop. locali
Umbria 18,8 41 3 0.82 0.17
Leonessa 18,3 22 3 1.20 0.02
Italia Centrale 17,8 10 4 1.51 0.02
Molise 18,2 21 3 1.44 0.10
Potenza 1 18,1 27 3 1.13 0.02
moderne
Cultivar
Mosè 16,8 135 3 1.33 0.14
Padre Pio 18,7 159 3 1.47 0.20
* Dati medi su campioni di una località (Foggia) per 3 anni (2002, 2003, 2004); De Vita et al., Euphytica 2006
61. Farri vs. Frumento
• La rusticità e la competitività verso le infestanti sono i
principali tratti agronomici del farri e suggeriscono un loro
impiego nei sistemi colturali biologici e/o low-input .
• La farina di farro presenta un elevato contenuto in ceneri e
fibra, ma una pessima qualità del glutine che la rende poco
adatta alla pastificazione. Le nuove varietà mostrano una
buona qualità del glutine pur mantenendo le caratteristiche
agronomiche tipiche del farro.
• La cariosside dei farri, grazie alla presenza delle glume,
rimane protetta da contaminanti esterni (residui di
fitofarmaci micotossine) anche durante il post-raccolta, e
quindi può essere proposta per il consumo integrale
garantendo una elevata “sicurezza d’uso”.
62. • Frumenti vs. farri: una variazione di
gusto (i farri non sono superiori da un
punto di vista nutrizionale ai frumenti).
• Orzo ed Avena sono cereali con
proprietà nutrizionali superiori rispetto
ai frumenti.
65. β-Glucani: fibre solubili della parete delle cellule
dell’endorsperma
AVENA: da 3 al 9% di β-Glucani
ORZO: da 3 al 9% di β-Glucani
FRUMENTI: tracce di β-Glucani
66. e f f e t t i f is iol og ic i d e i
Live r β-Gl u c a n i
(1→3),(1→4)-β-D-Glucani
S to mac h
t e mpo d i s vu ot a me n t o
g a s t r ic o
a s s or b ime n t o c a r b o id r a t i
mo t il it à in t e s t in a l e
S mall r ia s s o r b ime n t o d e g l i a c id i
bo we l
b il ia r i
S CFA
Co lo n
effetto ipoglicemico
effetto ipocolesterolemico
69. Test di glicemia con pane di orzo
Pane con cv Alamo (w) Pane con cv Priora
β-glucani: 6.2% β-glucani: 5.2%
ORZO 40% ORZO 40%
FRUMENTO 100% FRUMENTO 100%
WHEAT 100% BARLEY 40%
70. Test glicemico*
GLICEMIA INCREM ENTALE pane frumento
600
pane priora
500 pane alamo
400
glicemia (mg/L)
300
200
100
0
0 20 40 60 80 100 120 140
-100
tempo (min)
bread GI SE
Alamo ha elevato
100% wheat 82.8 7.2 contenuto di β-glucani,
Priora (40%)
ma è waxy (ha basso
57.2 7.9
contenuto di amilosio)
Alamo (40%) 70.1 9.1
* Dati da Finocchiaro et al., International Journal of Food Sciences and Nutrition, 2012
71. Avena: il miglior cereale da un punto di vista
nutrizionale
• Alto contenuto proteico e proteine con alto valore
biologico.
• Alto contenuto di acidi grassi poli-insaturi (il contenuto
di grassi tipicizza l’aroma dei prodotti ma limita la loro
conservabilità).
• Alto contenuto di fibre dietetiche (in particolare β-
glucani).
• Alto contenuto di sostanza antiossidanti
(avenantramidi).
• Bassa tossicità nei confronti dei soggetti celiaci.
72. Germoplasma di avena
Accessions
Species Genome Multiplied Evaluated
A. sativa ACD 625 543
A. byzantina ACD 59 24
A. strigosa As 61 46
A. abyssinica AB 9 5 Legend
A. fatua ACD 22 16 1-2
A. hybrida ACD 1 1 3-4
A. sterilis ACD 12 5 5-7
A. barbata AB 11 4 8 - 10
11 - 14
A. canariensis Ac 5 1
15 - 20
A. damascena Ad 2 2
21 - 24
A. hirtula As 4 4
25 - 34
A. wiestii As 2 1
35 - 38
813 652
39 - 66
73. Caratterizzazione del germoplasma
Tolleranza a Fusarium
R
R
O
R
N n
H
COOH
OH
R
Caratteri agronomici e
morfo-fisiologici Contenuto in antiossidanti, acidi grassi, minerali,
β-glucani, amido, fibre
74. Accessioni di avena ad alto contenuto di avenatramidi*
Species 2008 µmol / g Species 2009 µmol / g
HSD 5% 0.69 0.78
Jaak 4.04 Jaak 5.13
ARGENTINA 2.30 IVORY 3.89
IVORY 1.58 ARGENTINA 3.68
AUTEUIL 1.24 BELINDA 3.13
BELINDA 1.11 AUTEUIL 2.82
Accessions and cultivars with highest values for avenanthramides
LSD 5% 2.72 1.98
strigosa AVE 128 8.34 strigosa Tiree oat 7.87
strigosa 200110206 6.75 strigosa AVE 3375 7.16
strigosa 200111912 5.97 sativa Glasnevin Triumph 6.47
sterilis AVE 446 5.06 strigosa BGE024801 6.17
sativa Donata 4.72 sativa AVE 2728 5.67
strigosa AVE 4701 4.02 sativa A7BM0002 4.98
fatua AVE 1758 3.57 strigosa PL51740 4.82
sativa PI 194895 2.88 sativa 01423 4.77
hybrida AVE 1426 2.48 sativa 01243 4.45
* Dati progetto europeo GENRES Avena Valeria Terzi e Christoph Germeier
75. Le avene moderne sono più produttivi a parità di
concimazione (guadagno produttivo medio pari a
36kg/ha/anno nel corso degli ultimi 40 anni)
6.00
5.50
5.00
grain yield (t/ha)
4.50
4.00
y = 0.036x - 67.38
3.50 R2 = 0.504**
3.00
2.50
2.00
1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
year of release
Dati da Radaelli et al., Euphytica 2008
80. Capacità Antiossidante Totale
Misura della capacità antiossidante totale
90
Meta Ace Idrolizzato
80
70
60
mmol Trolox/kg
50
40
30
20
10
0
es
e
o
re
C3
C5
so
a
C1
io
id
st
rl
m
ad
ne
s
RN
RN
RN
em
Pe
u
Ro
er
ug
Gl
Ve
rt
H
A
a
A
rl
Pe
Risi rossi Risi neri Risi bianchi
81.
82. Le tendenze degli acquisti di prodotti
biologici e l’evoluzione del profilo del
consumatore
Enrico De Ruvo
Bologna, 10 settembre 2012
www.ismea.it
84. Il contesto strutturale in Italia
Numeri importanti, ma c’è ancora poco orientamento al mercato
Numeri importanti, ma c’è ancora poco orientamento al mercato
•Lievi oscillazioni nel 2011 sia delle superfici che degli operatori, che sono rimasti
•Lievi oscillazioni nel 2011 sia delle superfici che degli operatori, che sono rimasti
sostanzialmente stabili rispetto agli ultimi due-tre anni;
sostanzialmente stabili rispetto agli ultimi due-tre anni;
•Gli operatori sono cresciuti dell’1,3% per un ammontare complessivo di 48.269
•Gli operatori sono cresciuti dell’1,3% per un ammontare complessivo di 48.269
unità;
unità;
•Le superfici sono risultate pari a 1.096.889 ettari, con una flessione di circa
•Le superfici sono risultate pari a 1.096.889 ettari, con una flessione di circa
l’1,5% sul 2010;
l’1,5% sul 2010;
•Secondo ii dati del recente Censimento dell’agricoltura le aziende biologiche
•Secondo dati del recente Censimento dell’agricoltura le aziende biologiche
rappresentano il 2,7% di quelle totali nazionali (% superiori alla media nel Centro
rappresentano il 2,7% di quelle totali nazionali (% superiori alla media nel Centro
e nelle Isole);
e nelle Isole);
•Le superfici costituiscono il 6% delle estensioni agricole italiane (% superiori alla
•Le superfici costituiscono il 6% delle estensioni agricole italiane (% superiori alla
media nel Sud e nelle Isole);
media nel Sud e nelle Isole);
•Le aziende bio hanno una dimensione media di 18 ettari (24,9 nelle Isole),
•Le aziende bio hanno una dimensione media di 18 ettari (24,9 nelle Isole),
notevolmente superiore a quella delle aziende agricole nel complesso (7,9
notevolmente superiore a quella delle aziende agricole nel complesso (7,9
ettari).
ettari).
Un settore quindi che presenta numeri strutturali di un certo rilievo, anche
Un settore quindi che presenta numeri strutturali di un certo rilievo, anche
se le oscillazioni di aziende e superfici (anche ampie negli anni scorsi)
se le oscillazioni di aziende e superfici (anche ampie negli anni scorsi)
dipendono soprattutto dall’andamento dei contributi comunitari legati al
dipendono soprattutto dall’andamento dei contributi comunitari legati al
www.ismea.it settore.
settore.
85. Fatturato e quota del bio nel
2010
(fatturato in miliardi di euro, dati relativi al mercato interno)
7,0
6,0 Austria
Incidenza % sui consumi tot.
Svizzera
5,0
Usa
4,0 Germania
3,0
Canada
2,0 Francia
Regno Unito
1,0 Italia
Spagna
0,0
0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00
Fatturato
www.ismea.it
Fonte: “The world of Organic Agriculture” ed. 2012, FIBL-IFOAM
86. Dinamiche delle vendite bio in
alcuni importanti paesi
L’Italia ha fatto meglio di importanti suoi concorrenti come la Germania, il Regno Unito,
gli Usa e la Svizzera
25,0
20,0 19,0
16,0
15,0 14,0
11,0 11,7
10,0 8,0
6,7 7,0
6,0 6,0 6,0
5,0 5,0
5,0 3,0
2,0
0,0
0,0
-5,0
-6,0
-10,0
variazioni % sull’anno precedente
-15,0 -13,0
2009 2010
Fonte: Ismea, Panel famiglie e presentazione di Helga Willer “The European Market for Organic
Food” a Biofach 2012, Norimberga
www.ismea.it
88. Evoluzione dei consumi domestici
di prodotti bio confezionati
Il bio nella GDO cresce ormai dal 2005…
20,0
Anni più
recenti della
15,0 crisi…
Variazioni % sull’anno precedente 11,7
9,2 9,2
10,0
8,5 6,1
5,0 6,7
1,2 5,2
…ma in media il bio è cresciuto di più durante
gli anni della crisi che in quelli pre-crisi!!!
0,0 0,2
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012*
-4,1
-5,0
Durante la crisi si è anche allargata la forbice a favore del bio
* I semestre 2012
rispetto alla tendenza del settore agroalimentare nel complesso
www.ismea.it
Fonte: Ismea, Panel Famiglie - dati Nielsen fino al 2010, dati GFK Eurisko dal 2011
89. Le recenti tendenze del bio
confezionato
Nel primo semestre 2012
Nel primo semestre 2012
continuano a crescere gli
continuano a crescere gli
acquisti di lattiero caseari
acquisti di lattiero caseari
bio, di biscotti, dolciumi e
bio, di biscotti, dolciumi e
snack e di bevande
snack e di bevande
analcoliche,
analcoliche, in
in forte
forte
aumento rispetto al pari
aumento rispetto al pari
periodo 2011;
periodo 2011;
In discreto aumento la
In discreto aumento la
pasta, il riso ed ii sostituti
pasta, il riso ed sostituti
del pane, dopo il lieve calo
del pane, dopo il lieve calo
del 2011;
del 2011;
Le uova nei primi sei mesi
Le uova nei primi sei mesi
dell’anno in corso cedono
dell’anno in corso cedono
un 6,4% dopo l’ottimo
un 6,4% dopo l’ottimo
incremento del 2011;
incremento del 2011;
Molto
Molto più
più contenuto
contenuto
l’incremento
l’incremento per
per
l’ortofrutta
l’ortofrutta fresca
fresca ee
trasformata (+1%) che
trasformata (+1%) che
rimane la categoria bio più
rimane la categoria bio più
consumata nel 2011, con
consumata nel 2011, con
un peso sul totale pari a
un peso sul totale pari a
poco più del 30%.
poco più del 30%.
www.ismea.it
90. Tendenze degli acquisti di prodotti bio
confezionati per area geografica nel 2011 e nel I
semestre 2012
Il bio cresce sostanzialmente in tutte le aree, ma i margini al Sud sono
ancora importanti
25,0
38,5% 32,9% 19,3
20,0 20,8%
14,2
15,0 12,7
9,8 11,0
10,0 7,9%
5,0 3,0
1,2
0,0
Nord Ovest Nord Est Centro+Sardegna Sud+Sicilia
-5,0
-10,0
-15,0
-14,8
-20,0
2011 I sem. 2012
% nei riquadri = peso % sul totale bio nel 2011
Fonte: Ismea, Panel famiglie GFK-Eurisko
www.ismea.it
91. Tendenze degli acquisti dei principali prodotti
bio confezionati nel 2011 e nel I semestre 2012
30,0 27,5
2011 I sem. 2012
25,0 21,4 20,2 19,4
20,0
13,1 14,3 13,0
15,0
9,5 8,6
10,0 6,1
5,0 2,4
0,3
0,0
-0,5
-5,0
-10,0 -6,4
-15,0 -11,4 -11,4
Uova Yogurt Latte Confetture Sostituti Biscotti Succhi di Pasta
del pane frutta
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Fonte: Ismea, Panel famiglie GFK-Eurisko
92. L’analisi di altri indicatori di
consumo
(Analisi riferita al 2011)
Dietro all’incremento dei consumi si
Dietro all’incremento dei consumi si
nascondono dati interessanti…
nascondono dati interessanti… Indice di penetrazione distinto per area geografica
Indice di penetrazione distinto per area geografica
•Incremento del numero di famiglie acquirenti; 100,0% 92,5%
•Incremento del numero di famiglie acquirenti;
90,0% 85,7% 83,5%
•E’ in crescita la penetrazione che è passata
•E’ in crescita la penetrazione che è passata
80,0% 75,5%
dal 71,5% del 2010 al 75,5%, del 2011. Ma vi
dal 71,5% del 2010 al 75,5%, del 2011. Ma vi
sono forti differenze a seconda delle aree (si
sono forti differenze a seconda delle aree (si 70,0%
veda grafico a fianco);
veda grafico a fianco); 60,0%
47,9%
•Ogni famiglia acquirente fa ricorso a un più
•Ogni famiglia acquirente fa ricorso a un più 50,0%
ampio assortimento;
ampio assortimento; 40,0%
•La frequenza d'acquisto è invece rimasta più
•La frequenza d'acquisto è invece rimasta più 30,0%
o meno stabile;
o meno stabile; 20,0%
•Al Centro e soprattutto al Sud crescono più
•Al Centro e soprattutto al Sud crescono più 10,0%
della media le famiglie acquirenti, la
della media le famiglie acquirenti, la 0,0%
penetrazione, mentre diminuisce l’intervallo di
penetrazione, mentre diminuisce l’intervallo di Totale Italia Nord Est Nord Ovest Centro + Sud
acquisto. Sardegna
acquisto.
Ciò può indicare un maggiore avvicinamento al biologico
Ciò può indicare un maggiore avvicinamento al biologico
da parte del consumatore del Centro-Sud, ii cui acquisti
da parte del consumatore del Centro-Sud, cui acquisti
sono notoriamente più contenuti
sono notoriamente più contenuti
www.ismea.it
94. Caratteristiche socio-demografiche
generali
Il profilo «medio» del consumatore bio
non è cambiato rispetto al passato
•Residenza al Nord Ovest, in piccoli centri;
•Famiglie poco numerose;
•Responsabile acquisti più o meno
giovane;
•Classe socio-economica medio-alta;
•Istruzione medio-alta.
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95. I profili di acquirente bio
Alto acquirente
Alto acquirente Medio acquirente
Medio acquirente
•Risiede al Nord
•Risiede al Nord •Risiede al Nord in centri più o meno piccoli
•Risiede al Nord in centri più o meno piccoli
•Classe socio-economica ed istruzione medio-
•Classe socio-economica ed istruzione medio- •Classe socio-economica medio-alta
•Classe socio-economica medio-alta
alta
alta •Ricade in famiglie poco numerose con meno
•Ricade in famiglie poco numerose con meno
•Ricade anche in famiglie di 4-5 o più componenti
•Ricade anche in famiglie di 4-5 o più componenti presenza di bambini
presenza di bambini
con presenza di bambini
con presenza di bambini
•Famiglie giovani •Famiglie giovani
•Famiglie giovani
•Famiglie giovani
•Il responsabile acquisti ha un’occupazione •Acquista il bio negli iper e supermercati più della
•Acquista il bio negli iper e supermercati più della
•Il responsabile acquisti ha un’occupazione
•Acquista il bio nei supermercati e compra anche
•Acquista il bio nei supermercati e compra anche media degli acquirenti bio
media degli acquirenti bio
prodotti Dop
prodotti Dop •Contribuisce per quasi il 27% al valore del
•Contribuisce per quasi il 27% al valore del
•Contribuisce per il 42% al valore del mercato bio
•Contribuisce per il 42% al valore del mercato bio mercato bio confezionato nella GDO
mercato bio confezionato nella GDO
confezionato nella GDO
confezionato nella GDO
Acquirente occasionale
Acquirente occasionale
Basso acquirente
Basso acquirente
•Risiede al Sud in centri grandi
•Risiede al Sud in centri grandi
•Risiede al Nord
•Risiede al Nord •Classe socio-economica medio-bassa
•Classe socio-economica medio-bassa
•Classe socio-economica medio-alta
•Classe socio-economica medio-alta •Ricade in famiglie numerose
•Ricade in famiglie numerose
•Ricade in famiglie poco numerose
•Ricade in famiglie poco numerose •In % superiori alla media fa capo a famiglie con
•In % superiori alla media fa capo a famiglie con
•In % superiori alla media fa capo a famiglie
•In % superiori alla media fa capo a famiglie responsabile acquisti di età intermedia
responsabile acquisti di età intermedia
con responsabile acquisti over 64
con responsabile acquisti over 64 •Il responsabile acquisti non ha un’occupazione
•Il responsabile acquisti non ha un’occupazione
•Acquista il bio relativamente di più nei
•Acquista il bio relativamente di più nei •Acquista il bio relativamente di più nei canali
•Acquista il bio relativamente di più nei canali
discount
discount tradizionali
tradizionali
•Contribuisce per quasi il 16% al valore del
•Contribuisce per quasi il 16% al valore del •Contribuisce per quasi il 15% al valore del
•Contribuisce per quasi il 15% al valore del
mercato bio confezionato nella GDO
mercato bio confezionato nella GDO
www.ismea.it
mercato bio confezionato nella GDO
mercato bio confezionato nella GDO
96. Il contributo alla spesa bio dei diversi profili di
consumatore biologico nel 2011
La quota in valore attribuibile a ciascun profilo
La quota in valore attribuibile a ciascun profilo Evoluzione 2011/2010 della quota attribuibile a ciascun
Evoluzione 2011/2010 della quota attribuibile a ciascun
(acquisti domestici in valore = 100%)
(acquisti domestici in valore = 100%) profilo (%)
profilo (%)
Occasion
45 41,3 42,1
ali 14,6 40
Basso 35
acquirenti 28,7 27,6
30
15,7 Alto
acquirenti 25
42,1
20
15,6 15,7 14,4 14,6
15
10
5
Medio 0
Acquirenti
27,6 Alto acquirenti Medio Acquirenti Basso acquirenti Occasionali
2010 2011
www.ismea.it
Fonte: Ismea, Panel famiglie GFK-Eurisko
97. L’incrocio tra profili e variabili
sociodemografiche
Acquirenti del Sud
Acquirenti del Sud
Si diranno forse cose banali ma:
Si diranno forse cose banali ma: 35,0
29,2
30,0
•Gli acquirenti del Nord sono alto e
•Gli acquirenti del Nord sono alto e 25,0
medio acquirenti di biologico;
medio acquirenti di biologico; 20,0 18,5
•Gli acquirenti del Sud sono nettamente
•Gli acquirenti del Sud sono nettamente 15,0
11,7
occasionali (grafico)
occasionali (grafico) 10,0
6,6
•Gli acquirenti di reddito medio-alto
•Gli acquirenti di reddito medio-alto 5,0 2,5
sono medio-alto acquirenti
sono medio-alto acquirenti 0,0
•Gli acquirenti di reddito basso sono
•Gli acquirenti di reddito basso sono Totale Alto acquirenti Medio Basso Occasionali
acquirenti Acquirenti acquirenti
occasionali
occasionali
•Gli acquirenti di famiglie numerose
•Gli acquirenti di famiglie numerose Acquirenti di famiglie poco numerose
Acquirenti di famiglie poco numerose
sono occasionali ma anche alto
sono occasionali ma anche alto
62,0 61,2
acquirenti
acquirenti
59,5
•Gli acquirenti di famiglie poco
•Gli acquirenti di famiglie poco 60,0
numerose sono soprattutto medio (ma
numerose sono soprattutto medio (ma 58,0
anche basso) acquirenti (grafico)
anche basso) acquirenti (grafico) 56,0 55,4
53,9
•Gli acquirenti giovani sono medio-alto
•Gli acquirenti giovani sono medio-alto 54,0
acquirenti
acquirenti 52,0
51,7
•Gli acquirenti anziani sono medio-
•Gli acquirenti anziani sono medio- 50,0
basso acquirenti
basso acquirenti 48,0
46,0
Totale Alto acquirenti Medio Basso Occasionali
acquirenti Acquirenti acquirenti
www.ismea.it
98. Prodotti bio e tendenze alimentari
1. La tavola al centro: gli italiani si ritengono buongustai, il cibo significa gioia e
1. La tavola al centro: gli italiani si ritengono buongustai, il cibo significa gioia e
piacere;
piacere;
2. Il paradigma verde: frutta e verdura al centro, 1 italiano su 7 ha ridotto il
2. Il paradigma verde: frutta e verdura al centro, 1 italiano su 7 ha ridotto il
consumo di carne, 3 su 4 consumano prodotti bio
consumo di carne, 3 su 4 consumano prodotti bio
3. La scansione dei pasti: il pranzo è il momento principale, aumentano secondi
3. La scansione dei pasti: il pranzo è il momento principale, aumentano secondi
piatti e piatti unici
piatti e piatti unici
4. Il piacere del pasto: più tempo dedicato (35 min., + 5 negli ultimi anni), più
4. Il piacere del pasto: più tempo dedicato (35 min., + 5 negli ultimi anni), più
convivialità, il tempo a tavola è relax
convivialità, il tempo a tavola è relax
5. La nuova frontiera: 1 italiano su 3 apprezza cibi stranieri, 1 su 4 ha provato
5. La nuova frontiera: 1 italiano su 3 apprezza cibi stranieri, 1 su 4 ha provato
ristoranti stranieri;
ristoranti stranieri;
6. Consapevolezza e salute: la dieta mediterranea al centro
6. Consapevolezza e salute: la dieta mediterranea al centro
7. Ritorno al territorio: vendita diretta, mercati rionali e/o ambulanti, no ai
7. Ritorno al territorio: vendita diretta, mercati rionali e/o ambulanti, no ai
prodotti che arrivano da lontano.
prodotti che arrivano da lontano.
Le tendenze alimentari di oggi si sposano
con il consumo dei prodotti bio: una buona
base per un ulteriore sviluppo dei consumi
www.ismea.it
Fonte: Indagine GFK-Eurisko
99. La conoscenza dei marchi di qualità da
parte del consumatore Ue
(In % sul totale)
Nella Ue nel suo complesso
Nella Ue nel suo complesso
si nota un orientamento del
si nota un orientamento del
consumatore vs il rispetto
consumatore vs il rispetto
dell’ambiente e di principi
dell’ambiente e di principi
etici e solidali; o una non
etici e solidali; o una non
conoscenza dei marchi di
conoscenza dei marchi di
qualità; si conoscono di
qualità; si conoscono di
meno
meno ii marchi marchi legati
legati
all’origine;
all’origine;
Il marchio bio è più
Il marchio bio è più
conosciuto in assoluto in
conosciuto in assoluto in
Danimarca e meno di tutti in
Danimarca e meno di tutti in
Romania;
Romania;
Nel bio l’italia presenta una
Nel bio l’italia presenta una
conoscenza
conoscenza del
del relativo
relativo
marchio in linea con la media
marchio in linea con la media
Ue, ma ci superano nazioni
Ue, ma ci superano nazioni
concorrenti come la Francia e
concorrenti come la Francia e
la Germania;
la Germania;
Siamo più Dop e Igp che bio
Siamo più Dop e Igp che bio
dal punto di vista della
dal punto di vista della
conoscenza dei marchi e c’è
conoscenza dei marchi e c’è
ancora un’elevata quota di
ancora un’elevata quota di
chi non li conosce.
chi non li conosce.
www.ismea.it Fonte: Indagine Eurobarometer, Commissione Ue
100. Conclusioni
Cosa non è cambiato?
Cosa non è cambiato?
•Ruolo importante dell’Italia a livello europeo sia a livello produttivo che di mercato
•Ruolo importante dell’Italia a livello europeo sia a livello produttivo che di mercato
•I consumi crescono
•I consumi crescono
•Acquisti limitati al Sud
•Acquisti limitati al Sud
•Il profilo del consumatore è sostanzialmente lo stesso: la barriera culturale e di prezzo è
•Il profilo del consumatore è sostanzialmente lo stesso: la barriera culturale e di prezzo è
probabilmente ancora troppo elevata
probabilmente ancora troppo elevata
Da una lettura più accurata dei dati si rileva però:
Da una lettura più accurata dei dati si rileva però:
•Un aumento delle famiglie acquirenti
•Un aumento delle famiglie acquirenti
•Un aumento della penetrazione
•Un aumento della penetrazione
•Si sceglie un maggiore assortimento di prodotti bio
•Si sceglie un maggiore assortimento di prodotti bio
Nuove famiglie stanno acquistando bio e chi lo consuma già aumenta il tipo di prodotti da
Nuove famiglie stanno acquistando bio e chi lo consuma già aumenta il tipo di prodotti da
acquistare.
acquistare.
Al Sud crescono più della media nazionale penetrazione e famiglie acquirenti, ma la
Al Sud crescono più della media nazionale penetrazione e famiglie acquirenti, ma la
penetrazione è ancora molto bassa e consumano bio solo consumatori occasionali.
penetrazione è ancora molto bassa e consumano bio solo consumatori occasionali.
Vi può essere una grande opportunità di sviluppo del bio al Sud.
Vi può essere una grande opportunità di sviluppo del bio al Sud.
Vi sono ancora spazi e margini su cui investire (i basso acquirenti e quelli occasionali
Vi sono ancora spazi e margini su cui investire (i basso acquirenti e quelli occasionali
pesano per un 30% degli acquisti nazionali).
pesano per un 30% degli acquisti nazionali).
Ma occorre maggiore promozione, informazione e rendere più «accessibile» il prodotto bio a
Ma occorre maggiore promozione, informazione e rendere più «accessibile» il prodotto bio a
tutti.
tutti.
www.ismea.it
101. GRAZIE PER LA
VOSTRA ATTENZIONE
Area MERCATI
e.deruvo@ismea.it
www.ismea.it
www.ismea.it
102. Il biologico fra produttivita e
sostenibilità
Il mercato biologico nella
trappola della sostenibilità?
Consorzio il Biologico
Bologna, SANA, 09.09.2011
Gerald A. Herrmann
Director, Organic Services GmbH
g.herrmann@organic-services.com
www.organic-services.com
www.organic-services.com 1
104. Definition of Organic Agriculture
Organic agriculture is a production
system that sustains the health of soils,
ecosystems and people. It relies on
ecological processes, biodiversity and
cycles adapted to local conditions, rather
than the use of inputs with adverse
effects. Organic agriculture combines
tradition, innovation and science to
benefit the shared environment and
promote fair relationships and a good
quality of life for all involved.
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105. Sustainability
Dimensions of Sustainability
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106. The organic message?
Does the consumer understand the organic
definition?
– No!
– The message is too complex to understand the
multifaceted benefits organic is delivering
− Yes! When kept simple: there is at least one
organic logo…
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107. Competing with ‘single’ focus programmes
Complex, Simpler message, not regulated
regulated,
“harmonized”
Plus thousands of additional
organizations’ and
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108. Criteria for purchasing food
No prophylactic use of antibiotics
Taste
Animal husbandry
Freshness, ripeness
Health aspect
Price – benefit ratio
No synthetic pesticides
Source: Ökobarometer 2003
… and where is organic?
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109. Criteria for purchasing food
Source: Ökobarometer 2003
… and where is organic?
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110. Importance of additional label information
Importance of additional information on organic products’ labels
Which additional information is important for you?
(only persons who are currently buying organic products)
Identification of regional
provenience
Fair Trade
Identification of sustainable
production
Animal friendly
Positive climate assessment
No opinion
Source: BMELV, Ökobarometer: 2012
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111. Challenging communication
It is challenging to communicate the
complex message of organic, including so
many aspects: soil, feeding and free range of
animals, no pesticides, food miles, social,
traceability, low number of additives etc.
It is comparably easy and simple to
advocate for one (or a reduced number)
strong aspect of sustainability.
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112. Will „sustainable“ last?
Consumers have a vague understanding
of sustainability only – they do not cope
with its complexity!
The ‘market’ and companies are using this
confusion to their benefit by
– using single or only few sustainability criteria
– ‘greenwashing’ leading to an erosion in
credibility of sustainable claims
will sustainability last for long?
will sustainability help organic or
on the contrary reduce its credibility
and market standing?
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113. Two options for organic
1. Penetrate the organic message. The
organic claim is only complemented by
other arguments. Communication can be
kept simple!
Biodiversity
Social
Green Organic
building Carbon
neutral
Sustainable
Most probable a good
Water
strategy for brand
footprint
companies!
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114. Two options for organic
2. Organic and sustainable are equally
important, respectively organic is even a
subset of sustainability.
− Thus, the organic company differentiates
itself from other (non-sustainable)
companies and from non-organic companies
claiming to be sustainable.
− This may however backlash: the organic
message may get lost!
− Communication
is complex and tricky! Sustainability
organic
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115. My personal opinion
Organic must penetrate its core
message, values and benefits!
Communication must be simple!
Organic must become more sustainable:
Organic must close its loopholes,
respectively its weak points regarding
organic principles and its
sustainability
If not, organic will drown in the
big sea of sustainability!
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