2. Un noto proverbio dice “L’ABITO NON FA IL MONACO” per dire che non
bisogna soffermarsi all’apparenza per scoprire ciò che si ha di fronte.
Peccato che la REALTA’ sia un’altra.
Il nostro cervello, che lo si voglia o no, impiega circa 10 secondi per
valutare una cosa nuova e dare un GIUDIZIO.
Abbiamo quindi 10 secondi per stabilire un buon RAPPORTO attraverso
il canale della comunicazione non verbale…
per esprimere la nostra essenza, per comunicare il nostro MESSAGGIO.
L’ABITO FA IL MONACO
3. DIFFERENZA tra LOGOTIPO e MARCHIO
Un logo o logotipo è la scritta che solitamente
rappresenta un prodotto, un servizio, un'azienda o
un'organizzazione. Tipicamente è costituito da un
simbolo o da una versione o rappresentazione grafica
di un nome o di un acronimo che prevede l'uso di un
lettering ben preciso (normalmente realizzato ad hoc
per lo scopo).
Il marchio è un qualunque segno suscettibile di
essere rappresentato graficamente, in particolare
parole, compresi i nomi di persone, disegni, lettere,
cifre, suoni, forma di un prodotto o della confezione
di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché
siano idonee a distinguere i prodotti o i servizi di
un'impresa da quelli delle altre.
Spesso il marchio contiene al suo interno il logotipo.
4. 1.Il Marchio è il nostro biglietto da visita e racchiude in se
l’essenza dell’azienda
2.Il suo simbolismo deve con un segno esprimere e identificare
contenuti a volte anche molto difficili
2.La sua durata deve essere illimitata, deve sopravvivere a tutte
le possibili esigenze ed evoluzioni che un’azienda può decidere
di attuare nel corso degli anni.
2.Una campagna pubblicitaria può avere vita breve ma un
marchio deve oltrepassare ogni moda del momento e resistere
all’usura del tempo.
SEGNO SENZA TEMPO
5. Nasce il primo Logo Lavazza, evolutosi nel tempo pur mantenendo una continuità
d’immagine
Marchio scudetto che visualizza il caffè in grani e in tazza fumante, fa la sua
comparsa nel 1946, ad opera dell’Aerostudio Borghi e negli anni vivrà sette
operazioni di restyling tra cui quelle di Armando Testa e di Robilant & Associati. E’
la prima significativa azione volta a rendere immediatamente riconoscibile la
marca presso i negozianti ed i consumatori finali.
Nel 1957 Armando Testa studia la grafica con la coccarda e il medaglione (ma altri
dicono sia una tazzina di caffè vista dall’alto) da cui nascerà in seguito Lavazza
Oro: colore-messaggio-estetica che da allora è parte del paesaggio domestico
italiano.
Nel 1986 il marchio subisce un intervento di restyling grafico che ha l’obiettivo di
renderlo più contemporaneo: la mano viene sostituita da una nuvoletta di fumo
leggero, il cui segno grafico evoca il gusto e l’aroma delle miscele Lavazza.
Nel 1992 viene creato un marchio specifico per il settore dei pubblici esercizi. Il
nuovo marchio diventa così un segnale distintivo e riconoscibile dei locali che
offrono le miscele Lavazza, e siglerà tutte le iniziative di comunicazione del
settore.
EVOLUZIONE DI UN MARCHIO
6. E’ spesso il prodotto “cardine” (core business), o il prodotto col quale l’azienda
si lancia sul mercato prima di diversificare la produzione ad influire sul design del
logo aziendale. Un esempio ne è l’Algida, che dopo essersi inserita sul mercato
col primo gelato industriale prodotto in Italia, ovvero il “Cremino”, ha trovato
l’exploit col “Cornetto – Cuore di Panna”, tanto da riprendere la tematica del
“Cuore” modificando il proprio logo originale in tal senso.
MARCHIO e LOGOTIPO: SEGNI DI SINTESI
7. In altri casi sono le caratteristiche di un singolo prodotto a rappresentare la
vocazione dell’azienda in questione, riassumendone le caratteristiche base.
Sono marchi come Alitalia (compagnia aerea italiana), e Gazprom (fornitura di
gas) che oltre al richiamo nel nome agiscono anche sul design del proprio
logotipo per richiamare la natura dei servizi forniti:
•in quello di Alitalia la A (che diviene il logo dell’azienda) richiama la forma della
deriva di coda e riprende i colori della bandiera italiana
•in quello di Gazprom è presente una fiamma, elemento della combustione del
gas naturale, che la compagnia estrae.
MARCHIO e LOGOTIPO: SEGNI DI SINTESI
8. Chiudiamo col marchio più esemplificativo: Apple.
In origine, il marchio della compagnia era qualcosa di totalmente inadatto al
mercato e al prodotto. Il nome Apple prende origine dalla “mela” che cadendo
sulla testa di Isaac Newton fece balenare al fisico la teoria dei gravi.
Il logo originario riproduceva Isaac Newton intento a leggere un libro
appoggiato ad un melo.
Il tutto venne semplificato, prima solo con la mela, poi, con lo slogan “taking a
bite of the Apple” (dove “bite”, morso, è pronunciato nello stesso modo di
“byte”, l’unità di misura delle informazioni digitali) e infine modificando
ulteriormente il logo, aggiungendo un morso che rendesse la mela meno simile ad
un pomodoro. Il marchio Apple spopolò anche per le sue tinte multicolori che
tanto costarono ma anche tanto resero in termini di visibilità, perfette per una
generazione legata alla policromia come quella di fine anni 80 inizio 90.
MARCHIO e LOGOTIPO: SEGNI DI SINTESI
9. I colori rappresentano una forma di comunicazione alternativa alle parole,
persino più profonda poiché meno filtrata.
Non è una novità, scientificamente comprovata, la capacità dei colori di
influenzare gli stati d’animo degli esseri umani.
Su questi principi è nata, decenni fa, una medicina alternativa chiamata
“cromoterapia”, che attraverso l’esposizione del paziente a raggi luminosi si
propone di migliorarne alcune funzioni non solo psicologiche quanto anche fisiche.
Molto legata ai “chakra”, al campo elettromagnetico che avvolge il nostro corpo
(essendo i colori onde luminose, quindi elettromagnetiche, ndr), la cromoterapia,
pur in maniera non sempre convenzionale, viene utilizzata anche in pubblicità,
con tutti noi “pazienti” a volte inconsapevoli.
Razionalmente o inconsapevolmente, scegliere un colore piuttosto che un altro,
tanto per indossare una maglietta che per definire un cartellone pubblicitario, è in
sé un messaggio, una comunicazione del nostro stato d’animo, o delle nostre
intenzioni, che più d’ogni altra parola è in grado di attirare l’attenzione o deviarla,
focalizzarla su questo o quell’altro particolare.
USO E ABUSO DEL COLORE
10. Il bianco nella cultura occidentale è associato alla pulizia, alla purezza, alla divinità, e alle
virtù.
Nell’editoria e nel web design è particolarmente indicato dove si scelga di enfatizzare
l’impatto del rigore grafico; è consigliabile per i portfolio dei grafici, dei designer e dei
fotografi professionisti.
IL COLORE NEL WEB
11. L’ arancione comunica creatività, positività, pragmatismo, e concretezza.
Nel web design viene usato con successo in una immensa gamma di tipologie:
dalla telefonia all’edilizia, dai supermarket ai siti di banche.
IL COLORE NEL WEB
12. Il viola fra tutti è il colore più misterioso. Usato con successo nella pubblicità e
nel packaging del cioccolato, risulta essere particolarmente indicato anche nel
web design nei casi in cui si voglia migliorare lo stato d’ animo del proprio
pubblico. Associato al mondo del “dolce”.
IL COLORE NEL WEB
13. Il nero può essere usato per comunicare eleganza e lusso.
In internet trova spesso impiego nei fan-site, e nei siti di moda e gioielleria.
IL COLORE NEL WEB
14. IL COLORE NEL WEB
Il giallo è stato spesso considerato il colore della felicità, ma anche della
pazzia in modo scherzoso. Può essere usato sia come colore dominante, che
in piccole quantità per introdurre simpatia. Molto usate nelle chat.
15. IL COLORE NEL WEB
Il grigio tradizionalmente considerato un colore emotivamente neutrale risulta
oggi avere un fortissimo carattere, ed essere particolarmente adatto a
comunicare modernità. Molto utilizzato nei siti di Hotel e catene di lusso.
16. IL COLORE NEL WEB
Nel web le sensazioni comunicate dal colore verde risultano analogicamente
molto adatte nei siti pacifisti, ambientali, e umanitari.
17. IL COLORE NEL WEB
Il rosso è un colore vibrante: prima di sceglierlo conviene cercare di
analizzare accuratamente il significato che compone in combinazione con gli
altri colori e gli altri elementi del layout grafico perché la sua caratteristica di
creare il bisogno di fermarsi per un attimo lo rende adatto ad evidenziare
notizie sensazionali.
18. Il blu è il colore più difficile da usare. Può comunicare tranquillità se usato
sapientemente, ma nella maggior parte degli usi risulta agire come un simbolo di
freddezza. Per questo è molto spesso legato a siti di carattere informatico.
IL COLORE NEL WEB
21. Prima di affrontare il la realizzazione di un buon sito internet occorre capire un
principio generale associato alla percezione visiva delle immagini sullo
schermo, indipendentemente dalla struttura e dalle finalità di un sito.
Ogni visitatore, infatti, di fronte a un’immagine sullo schermo, ha una reazione
elementare ben precisa: il suo occhio segue quasi automaticamente un
processo di scansione della nuova figura che fa capo ad alcune regole.
Questa scansione dell’occhio è stata descritta da uno studio di User Interface
Engineering che mostra quale percorso effettua la pupilla sullo schermo.
I risultati hanno portato all’individuazione di sei aree ben definite sullo schermo
del computer:
•Area centrale
•Intestazione centrale o menu
•Colonna di destra (approfondimenti/banner pubblicitari)
•Colonna di sinistra (sottomenu o applicazioni)
•Parte bassa dell’immagine (il cosiddetto footer).
DOVE GUARDANO LE PUPILLE
27. La locuzione immagine coordinata appartiene al mondo della comunicazione
visiva. Ha come oggetto la comunicazione di aziende, società, enti, associazioni e
qualsiasi altra entità commerciale, sociale o concettuale che abbia tra i suoi
bisogni quello di essere conosciuta da un determinato pubblico.
L’immagine diventa coordinata quando i differenti fenomeni comunicativi
(anche pochi) risultano coerenti l'uno con l'altro.
L’immagine coordinata è quindi il mezzo attraverso il quale, a
prescindere dal numero, dalla complessità e dalle dimensioni di questi
fenomeni comunicativi, l’immagine risultante è percepita all’esterno
come proveniente dalla stessa entità.
Questa coerenza rende più efficiente il processo comunicativo perché fornisce ai
destinatari precisi punti di riferimento, ma soprattutto induce un processo di
progressivo riconoscimento dell’azienda o del marchio e della sua attività
con conseguenze positive sul suo successo.
IMMAGINE COORDINATA: CREATIVITA’ e SCIENZA
35. CONCLUSIONE …
Possiedo un logo/marchio?
Mi rappresenta?
C’è un colore che
rappresenta la mia
azienda?
Ho un sito?
Rappresenta la mia
attività?
La suddivisione dei
contenuti nella
pagina segue una
logica?
Ho un’immagine coordinata?
Di quanti e quali mezzi
comunicativi dispongo?