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Dr.ssa Chiara Bertino. S.C. Anestesia a . P.O. S. G. Bosco A.S.L. 2- Torino
Dr.ssa Enrica Guglielmotti S.C. Anestesia a . P.O. S. G. Bosco A.S.L. 2- Torino




 Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
 21/5/2011
Valutazione emostatica preoperatoria
Obiettivo: individuare le caratteristiche del paziente
 associate ad un sanguinamento intraoperatorio
 disordini della coagulazione ad alta prevalenza (von
 Willebrand)
 Disordini rari di alta rilevanza clinica ( Emofilie)
 Coagulopatie indotte da farmaci (antiaggreganti)

Strumenti: anamnesi e questionari standardizzati
           esame clinico
           test di laboratorio
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                 21/5/2011
Valutazione emostatica preoperatoria
Test di laboratorio

Test di primo livello: (Siset 2007)
  -aPTT Activated partial thromboplastin time
  -PT Protrombin time
  -conta piastrinica
Diffusi in tutti i laboratori, disponibili in tempi relativamente rapidi


Test di secondo livello
    -dosaggio dei fattori della coagulazione
   -ricerca inibitori della coagulazione
    -valutazione piastrinopatie e malattia von Willebrand
Non disponibili in tutti i laboratori, non disponibili in tempi rapidi

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                    21/5/2011
Monitoraggio intraoperatorio
                             Monitoraggio clinico



   Controllo del campo operatorio e comunicazione con il team chirurgico
   Parametri clinici
   Controllo della temperatura evitando l’ipotermia
   Controllo EGA per correggere acidosi, anemia, ipocalcemia




                    Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                    21/5/2011
Monitoraggio intraoperatorio convenzionale
aPTT : sviluppato per monitorare l’eparinizzazione. Riflette i fattori VIII, IX,
  XI, XII, V, II, I , eparina, prodotti dei degradazione del fibrinogeno. (Via
  intrinseca) Nel sanguinante indicazione alla trasfusione 1,5- 1,8 sopra il
  valore abituale superiore.

PT/INR : nato per monitorare gli anticoagulanti orali. Riflette i fattori II, VII,
  X, V, e I (Via estrinseca). Nel sanguinante indicazione alla trasfusione se
  <40%

Piastrine: la conta piastrinica non riflette la funzionalità piastrinica. Nel e
   sanguinante trasfusione se < 50000-100000 piastrine

Fibrinogeno: livelli < 50-100 mg/dl causano sanguinamento, ma ci sono
   ipotesi che livelli più alti siano richiesti per una polimerizzazione del
   coagulo di fibrina (200-380 mg/dl)ed una efficace formazione del coagulo
                      Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                      21/5/2011
Monitoraggio intraoperatorio convenzionale


ACT: chirurgia vascolare, cardiochirurgia, emodinamica.
   monitorizza l’azione dell’ ENF.
   Non è sensibile a bassi valori di eparina




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                21/5/2011
Cascade model/ cell based model

Il monitoraggio convenzionale della coagulazione si basa sul
   modello a cascata, con due punti di inizio via estrinseca e
   via intrinseca e non riflette il ruolo delle cellule o il
   contributo della parete vascolare e tissutale in quanto viene
   eseguito su plasma
Il modello cellulare si basa sul sangue intero e consente di
   analizzare l’interazione delle piastrine, dei fattori della
   coagulazione e degli altri fattori cellulari e plasmatici
   presenti nella formazione del coagulo



                Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
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Modello cellulare di formazione del coagulo
  Fase di attivazione: l’emostasi inizia con l’interazione tra TF
  e FVIIa sulla superficie delle cellule endoteliali
  Fase di amplificazione: la piccola quantità di trombina
  generata nella fase iniziale attiva le piastrine sulla cui
  superficie hanno luogo le successive reazioni
  Fase di propagazione: la successiva massiccia formazione di
  trombina formatasi scatena la conversione del fibrinogeno
  in fibrina e forma un coagulo stabile




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                21/5/2011
Limiti test convenzionali nella valutazione del
sanguinamento operatorio
                                       Limiti diagnostici

   Non è diagnosticato il meccanismo fisiopatologico del sanguinamento:
    ESEMPIO: aPTT lungo può essere dovuto a deficienza di singoli fattori,
   carenza di fibrinogeno, ipotermia , eparinizzazione, iperfibrinolisi
     eseguiti su plasma e non su sangue intero: alcuni studi che hanno
   utilizzato tecniche TEG hanno dimostrato che i GR accellerano la
   formazione del coagulo.

Red blood cells accellerate the onset of clot formation in polytrauma and hemorrhagic shock. N. J.
   Spoerke MD, Ph.Y. Van,MD .J. Trauma 2010; 69: 1054-1061.




                           Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
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Limiti test convenzionali nella valutazione del sanguinamento
operatorio
                      Limiti diagnostici
  non danno informazioni sulla funzionalità piastrinica
  Numero delle plt: grande variabilità individuale per quanto
  riguarda il numero delle plt necessarie ad attivare la
  formazione del coagulo. In traumatologia il numero delle
  plt non correla se non nel trauma cranico con l’outcome del
  paziente
  non esplorano le varie fasi della formazione e della lisi del
  coagulo: diversi studi evidenziano il ruolo della
  iperfibrinolisi primaria nella genesi della coagulopatia nei
  traumi
  Eseguiti a 37°
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                 21/5/2011
Valutazione complessiva di formazione del coagulo
La valutazione dell’assetto coagulativo nel trauma o nel
  paziente chirurgico sanguinante solo con PT e aPTT è
  impreciso perché una valutazione in vitro non è
  rappresentativa dei rapporti in vivo tra piastrine,
  procoagulanti, anticoagulanti ed il sistema fibrinolitico




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                 21/5/2011
Limiti test convenzionali nella valutazione del sanguinamento
operatorio
       Ritardo nei risultati
       Diagnosi differenziale insufficiente tra coagulopatie intraoperatorie
       complesse
       Non sensibilità per la funzione del fibrinogeno, iperfibrinolisi e
       alterazioni funzionali piastriniche
       Predittori scarsi di sanguinamento e mortalità
       Eseguiti su plasma e non su sangue intero e non riflettono una
       modello dell’emostasi cell-based




S. A. Kozek-Langenecker, MBA Dr. Prof. Perioperative coagulation monitoring. Best practice & Research
        Clinical Anaesthesiology 24 (2010) 27-40
                          Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                          21/5/2011
Obiettivo della gestione intraoperatoria dei problemi della
coagulazione


  Diagnosi differenziale dei disturbi della coagulazione
  Tempi rapidi
  Goal directed therapy




                  Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                  21/5/2011
Proposte per superare i limiti della diagnostica convenzionale


                                Point-of-care

  Point of care: in medicina perioperatoria definisce i test che
  possono essere eseguiti al letto del paziente , al di fuori del
  laboratorio centrale, anche da personale non tecnico.




                  Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                  21/5/2011
Test visco-elastici su sangue intero

I test visco-elastici danno una rappresentazione grafica della
   formazione del trombo e della lisi successiva
   Tromboelastografia : proposta da Hartet nel 1948
   Utilizzata fino al 1970, abbandonata nel 1980
   2000 comparsa di trombolestografi più compatti
                        TEG- Hemoscope Corporation
                        ROTEM- Pentapharm GMBH
                        Sonoclot Analyzer

M. T. Ganter, MD, C. K. Hofer, MD- Coagulation Monitoring: current techniques and
   clinical use of viscoelastic point-of-care coagulation devices (Anest Analg 2008;106:1366-
   75)
                        Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                        21/5/2011
Tromboelastogramma


Registra il movimento di un pistone immerso in una cuvette
  di sangue intero in via di coagulazione, che viene
  sottoposta ad un movimento rotatorio alternato. Quando si
  forma la fibrina il pistone trova resistenza , viene trascinato
  ed il TEG è la registrazione grafica delle proprietà
  meccaniche del coagulo.




                 Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
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Tromboelastogramma
  r : tempo di generazione della fibrina

  ma : ampiezza massima: fibrinogeno. numero di plt e loro
  funzionalità

  Angolo alfa : rapidità di formazione della fibrina

  Ly: riduzione di ma esprime la fibrinolisi



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TEG/ROTEM   r : tempo di generazione della fibrina
            ma : ampiezza massima: fibrinogeno. numero di plt e loro funzionalità
            Angolo alfa : rapidità di formazione della fibrina
            Ly: riduzione di ma esprime la fibrinolisi




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                    21/5/2011
Tromboelastogramma
  Analisi globale
  Su sangue intero: rapido, POC,
  Correla con ipercoagulabilità e con stati emorragici
  Interessante nella valutazione della fibrinolisi
  L’aggiunta di attivatori o inibitori della coagulazione
  consente di esplorare dei processi specifici: vie estrinseca,
  via intrinseca, valutazione qualitativa dei livelli di
  fibrinogeno, funzionalità piastrinica, monitoraggio terapia
  antiaggregante(?)
  Può essere impostata la temperatura del paziente
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                21/5/2011
Applicazioni
  Chirurgia epatica
  Postoperative Care
  Ipercoagulabilità
  Traumi
  Monitoraggio anticoagulanti
  Funzionalità piastrinica:proposte metodiche (Platelet
  Mapping Assay)
  Monitoraggio terapia procoagulante: antifibrinolitici,
  risposta alle trasfusioni
  Chirurgia cardiaca
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                21/5/2011
Vantaggi
  L’analisi su sangue intero permette la valutazione delle influenze
  degli elementi sia plasmatici che cellulari sulla formazione
  delcoagulo
  Informazioni sulla funzionalità piastrinica (?)
  Misurano il processo di formazione del trombo (formazione
  della fibrina, retrazione del coagulo e fibrinolisi)
  L’analisi della coagulazione può essere impostata alla T° del
  paziente
  Utilizzabili in molti scenari: emorragia massiva, valutazione di
  stati di ipo/iper-coagulabilità, diagnosi di sanguinamenti
  chirurgici.
  Consentono di creare degli algoritmi trasfusionali
  Rapidità dei risultati

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Problemi
  Metodica in vitro: assenza di flusso e non c’è l’endotelio
  vascolare
  Metodica di prelievo e di gestione del campione
  Controlli di qualità
  Addestramento del personale
  Dove situare gli apparecchi?
  L’effetto del monitoraggio POC sulla mortalità rimane non
  determinato



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Revisione delle linee guida europee per la gestione del trauma maggiore 2010
raccomandazione 12 :
  monitoraggio sistematico PT/INR, aPTT, fibrinogeno , Plt.
  INR e aPTT da soli non dovrebbero guidare la terapia emostatica.
  Grado 1 C (raccomandazione forte , evidenza scarsa)
  tromboelastogramma si suggerisce che venga utilizzato al fine di
  caratterizzare la coagulopatie e guidare la terapia. Grado 2C
   (Raccomandazione debole, bassa evidenza)
Raccomandazione 22
   monitoraggio e supporto della coagulazione siano iniziati il
  prima possibile 1 C (raccomandazione forte , evidenza scarsa)


                    Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                    21/5/2011
Revisione delle linee guida europee per la gestione del trauma
maggiore 2010
Raccomandazione 26 :
  indicazioni alla gestione dell’utilizzo del fibrinogeno se
 presente sanguinamento significativo accompagnato da
 segni tromboelastografici di deficit funzionale di
 fibrinogeno o fibrinogeno < 1,5-2 gr/l

Raccomandazione 27 :
 suggerisce di considerare la terapia antifibrinolitica nei
 traumatizzati sulla base del tromboelastogramma 2C
 (Raccomandazione debole, bassa evidenza)

                 Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino
                 21/5/2011
Conclusioni
  La gestione della coagulopatia nel trauma e nelle emorragie
  chirurgiche necessita di una maggiore accuratezza
  diagnostica e della disponibilità di risultati in tempi rapidi.
  Necessità di inclusione di ematologo e trasfusionista nel
  team multidisciplinare
  Aggiornamento        continuo      e     algoritmi    specifici
  intraospedalieri per la gestione dei protocolli trasfusionali




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Valutazioni personali
  La scelta del tipo di test e dello strumento da utilizzare è
  fatta in collaborazione tra l’anestesista, il chirurgo,
  l’ematologo ed il laboratorista sulla base delle
  caratteristiche della chirurgia e del contesto
  La disponibilità di POC test pone il problema della gestione
  di un sistema diagnostico integrato tra il laboratorio
  centrale, punti di diagnosi specialistici e POC.




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                21/5/2011
Valutazioni personali
  E’ da valutare l’utilità dei singoli test rispetto alla decisione
  terapeutica e alla creazione di un algoritmo trasfusionale
  Non è da sottovalutare il giudizio clinico dell’anestesista
  nella scelta di procedere alla trasfusione




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Valutazioni personali
  Esiste un problema di controllo e taratura dello
  strumentario
  Un punto critico è l’addestramento di personale medico ed
  infermieristico non laboratoristico all’ utilizzo dello
  strumentario e l’affidabilità dei dati che si ricavano




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Guglielmotti le urgenze in ematologia 21 maggio 2011

  • 1. Dr.ssa Chiara Bertino. S.C. Anestesia a . P.O. S. G. Bosco A.S.L. 2- Torino Dr.ssa Enrica Guglielmotti S.C. Anestesia a . P.O. S. G. Bosco A.S.L. 2- Torino Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 2. Valutazione emostatica preoperatoria Obiettivo: individuare le caratteristiche del paziente associate ad un sanguinamento intraoperatorio disordini della coagulazione ad alta prevalenza (von Willebrand) Disordini rari di alta rilevanza clinica ( Emofilie) Coagulopatie indotte da farmaci (antiaggreganti) Strumenti: anamnesi e questionari standardizzati esame clinico test di laboratorio Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 3. Valutazione emostatica preoperatoria Test di laboratorio Test di primo livello: (Siset 2007) -aPTT Activated partial thromboplastin time -PT Protrombin time -conta piastrinica Diffusi in tutti i laboratori, disponibili in tempi relativamente rapidi Test di secondo livello -dosaggio dei fattori della coagulazione -ricerca inibitori della coagulazione -valutazione piastrinopatie e malattia von Willebrand Non disponibili in tutti i laboratori, non disponibili in tempi rapidi Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 4. Monitoraggio intraoperatorio Monitoraggio clinico Controllo del campo operatorio e comunicazione con il team chirurgico Parametri clinici Controllo della temperatura evitando l’ipotermia Controllo EGA per correggere acidosi, anemia, ipocalcemia Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 5. Monitoraggio intraoperatorio convenzionale aPTT : sviluppato per monitorare l’eparinizzazione. Riflette i fattori VIII, IX, XI, XII, V, II, I , eparina, prodotti dei degradazione del fibrinogeno. (Via intrinseca) Nel sanguinante indicazione alla trasfusione 1,5- 1,8 sopra il valore abituale superiore. PT/INR : nato per monitorare gli anticoagulanti orali. Riflette i fattori II, VII, X, V, e I (Via estrinseca). Nel sanguinante indicazione alla trasfusione se <40% Piastrine: la conta piastrinica non riflette la funzionalità piastrinica. Nel e sanguinante trasfusione se < 50000-100000 piastrine Fibrinogeno: livelli < 50-100 mg/dl causano sanguinamento, ma ci sono ipotesi che livelli più alti siano richiesti per una polimerizzazione del coagulo di fibrina (200-380 mg/dl)ed una efficace formazione del coagulo Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 6. Monitoraggio intraoperatorio convenzionale ACT: chirurgia vascolare, cardiochirurgia, emodinamica. monitorizza l’azione dell’ ENF. Non è sensibile a bassi valori di eparina Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 7. Cascade model/ cell based model Il monitoraggio convenzionale della coagulazione si basa sul modello a cascata, con due punti di inizio via estrinseca e via intrinseca e non riflette il ruolo delle cellule o il contributo della parete vascolare e tissutale in quanto viene eseguito su plasma Il modello cellulare si basa sul sangue intero e consente di analizzare l’interazione delle piastrine, dei fattori della coagulazione e degli altri fattori cellulari e plasmatici presenti nella formazione del coagulo Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 8. Modello cellulare di formazione del coagulo Fase di attivazione: l’emostasi inizia con l’interazione tra TF e FVIIa sulla superficie delle cellule endoteliali Fase di amplificazione: la piccola quantità di trombina generata nella fase iniziale attiva le piastrine sulla cui superficie hanno luogo le successive reazioni Fase di propagazione: la successiva massiccia formazione di trombina formatasi scatena la conversione del fibrinogeno in fibrina e forma un coagulo stabile Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 9. Limiti test convenzionali nella valutazione del sanguinamento operatorio Limiti diagnostici Non è diagnosticato il meccanismo fisiopatologico del sanguinamento: ESEMPIO: aPTT lungo può essere dovuto a deficienza di singoli fattori, carenza di fibrinogeno, ipotermia , eparinizzazione, iperfibrinolisi eseguiti su plasma e non su sangue intero: alcuni studi che hanno utilizzato tecniche TEG hanno dimostrato che i GR accellerano la formazione del coagulo. Red blood cells accellerate the onset of clot formation in polytrauma and hemorrhagic shock. N. J. Spoerke MD, Ph.Y. Van,MD .J. Trauma 2010; 69: 1054-1061. Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 10. Limiti test convenzionali nella valutazione del sanguinamento operatorio Limiti diagnostici non danno informazioni sulla funzionalità piastrinica Numero delle plt: grande variabilità individuale per quanto riguarda il numero delle plt necessarie ad attivare la formazione del coagulo. In traumatologia il numero delle plt non correla se non nel trauma cranico con l’outcome del paziente non esplorano le varie fasi della formazione e della lisi del coagulo: diversi studi evidenziano il ruolo della iperfibrinolisi primaria nella genesi della coagulopatia nei traumi Eseguiti a 37° Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 11. Valutazione complessiva di formazione del coagulo La valutazione dell’assetto coagulativo nel trauma o nel paziente chirurgico sanguinante solo con PT e aPTT è impreciso perché una valutazione in vitro non è rappresentativa dei rapporti in vivo tra piastrine, procoagulanti, anticoagulanti ed il sistema fibrinolitico Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 12. Limiti test convenzionali nella valutazione del sanguinamento operatorio Ritardo nei risultati Diagnosi differenziale insufficiente tra coagulopatie intraoperatorie complesse Non sensibilità per la funzione del fibrinogeno, iperfibrinolisi e alterazioni funzionali piastriniche Predittori scarsi di sanguinamento e mortalità Eseguiti su plasma e non su sangue intero e non riflettono una modello dell’emostasi cell-based S. A. Kozek-Langenecker, MBA Dr. Prof. Perioperative coagulation monitoring. Best practice & Research Clinical Anaesthesiology 24 (2010) 27-40 Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 13. Obiettivo della gestione intraoperatoria dei problemi della coagulazione Diagnosi differenziale dei disturbi della coagulazione Tempi rapidi Goal directed therapy Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 14. Proposte per superare i limiti della diagnostica convenzionale Point-of-care Point of care: in medicina perioperatoria definisce i test che possono essere eseguiti al letto del paziente , al di fuori del laboratorio centrale, anche da personale non tecnico. Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 15. Test visco-elastici su sangue intero I test visco-elastici danno una rappresentazione grafica della formazione del trombo e della lisi successiva Tromboelastografia : proposta da Hartet nel 1948 Utilizzata fino al 1970, abbandonata nel 1980 2000 comparsa di trombolestografi più compatti TEG- Hemoscope Corporation ROTEM- Pentapharm GMBH Sonoclot Analyzer M. T. Ganter, MD, C. K. Hofer, MD- Coagulation Monitoring: current techniques and clinical use of viscoelastic point-of-care coagulation devices (Anest Analg 2008;106:1366- 75) Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 16. Tromboelastogramma Registra il movimento di un pistone immerso in una cuvette di sangue intero in via di coagulazione, che viene sottoposta ad un movimento rotatorio alternato. Quando si forma la fibrina il pistone trova resistenza , viene trascinato ed il TEG è la registrazione grafica delle proprietà meccaniche del coagulo. Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 17. Tromboelastogramma r : tempo di generazione della fibrina ma : ampiezza massima: fibrinogeno. numero di plt e loro funzionalità Angolo alfa : rapidità di formazione della fibrina Ly: riduzione di ma esprime la fibrinolisi Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 18. TEG/ROTEM r : tempo di generazione della fibrina ma : ampiezza massima: fibrinogeno. numero di plt e loro funzionalità Angolo alfa : rapidità di formazione della fibrina Ly: riduzione di ma esprime la fibrinolisi Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 19. Tromboelastogramma Analisi globale Su sangue intero: rapido, POC, Correla con ipercoagulabilità e con stati emorragici Interessante nella valutazione della fibrinolisi L’aggiunta di attivatori o inibitori della coagulazione consente di esplorare dei processi specifici: vie estrinseca, via intrinseca, valutazione qualitativa dei livelli di fibrinogeno, funzionalità piastrinica, monitoraggio terapia antiaggregante(?) Può essere impostata la temperatura del paziente Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 20. Applicazioni Chirurgia epatica Postoperative Care Ipercoagulabilità Traumi Monitoraggio anticoagulanti Funzionalità piastrinica:proposte metodiche (Platelet Mapping Assay) Monitoraggio terapia procoagulante: antifibrinolitici, risposta alle trasfusioni Chirurgia cardiaca Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 21. Vantaggi L’analisi su sangue intero permette la valutazione delle influenze degli elementi sia plasmatici che cellulari sulla formazione delcoagulo Informazioni sulla funzionalità piastrinica (?) Misurano il processo di formazione del trombo (formazione della fibrina, retrazione del coagulo e fibrinolisi) L’analisi della coagulazione può essere impostata alla T° del paziente Utilizzabili in molti scenari: emorragia massiva, valutazione di stati di ipo/iper-coagulabilità, diagnosi di sanguinamenti chirurgici. Consentono di creare degli algoritmi trasfusionali Rapidità dei risultati Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 22. Problemi Metodica in vitro: assenza di flusso e non c’è l’endotelio vascolare Metodica di prelievo e di gestione del campione Controlli di qualità Addestramento del personale Dove situare gli apparecchi? L’effetto del monitoraggio POC sulla mortalità rimane non determinato Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 23. Revisione delle linee guida europee per la gestione del trauma maggiore 2010 raccomandazione 12 : monitoraggio sistematico PT/INR, aPTT, fibrinogeno , Plt. INR e aPTT da soli non dovrebbero guidare la terapia emostatica. Grado 1 C (raccomandazione forte , evidenza scarsa) tromboelastogramma si suggerisce che venga utilizzato al fine di caratterizzare la coagulopatie e guidare la terapia. Grado 2C (Raccomandazione debole, bassa evidenza) Raccomandazione 22 monitoraggio e supporto della coagulazione siano iniziati il prima possibile 1 C (raccomandazione forte , evidenza scarsa) Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 24. Revisione delle linee guida europee per la gestione del trauma maggiore 2010 Raccomandazione 26 : indicazioni alla gestione dell’utilizzo del fibrinogeno se presente sanguinamento significativo accompagnato da segni tromboelastografici di deficit funzionale di fibrinogeno o fibrinogeno < 1,5-2 gr/l Raccomandazione 27 : suggerisce di considerare la terapia antifibrinolitica nei traumatizzati sulla base del tromboelastogramma 2C (Raccomandazione debole, bassa evidenza) Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 25. Conclusioni La gestione della coagulopatia nel trauma e nelle emorragie chirurgiche necessita di una maggiore accuratezza diagnostica e della disponibilità di risultati in tempi rapidi. Necessità di inclusione di ematologo e trasfusionista nel team multidisciplinare Aggiornamento continuo e algoritmi specifici intraospedalieri per la gestione dei protocolli trasfusionali Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 26. Valutazioni personali La scelta del tipo di test e dello strumento da utilizzare è fatta in collaborazione tra l’anestesista, il chirurgo, l’ematologo ed il laboratorista sulla base delle caratteristiche della chirurgia e del contesto La disponibilità di POC test pone il problema della gestione di un sistema diagnostico integrato tra il laboratorio centrale, punti di diagnosi specialistici e POC. Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 27. Valutazioni personali E’ da valutare l’utilità dei singoli test rispetto alla decisione terapeutica e alla creazione di un algoritmo trasfusionale Non è da sottovalutare il giudizio clinico dell’anestesista nella scelta di procedere alla trasfusione Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011
  • 28. Valutazioni personali Esiste un problema di controllo e taratura dello strumentario Un punto critico è l’addestramento di personale medico ed infermieristico non laboratoristico all’ utilizzo dello strumentario e l’affidabilità dei dati che si ricavano Le urgenze in ematologia ed emostasi- Torino 21/5/2011