Un piccolo libriccino per il progetto SVE coordinato dall'associazione InCo: "Growing up together", che ha coinvolto vari giovani internazionali in attività con ragazzi e bambini in organizzazioni italiane.
2. Coordinamento editoriale: Wenddi Burger
Grafica ed editing: Novella Benedetti
Fotografie scattate dai volontari e dallo staff di InCo
Testimonianze volontari/enti di accoglienza adattate e/o tradotte da InCo
Stampato nel marzo 2012 presso Publistampa Trento
3. Indice
Da InCo 1
Il Servizio Volontario Europeo 3
Il progetto “Growing up together” 4
La parola ai volontari! 6
4. Da InCo..
Il 2011 è stato molto speciale per InCo: non solo l'associazione è cresciuta
ancora (grazie alla dedizione ed impegno di tutte le persone coinvolte) ma
è stato l'anno dichiarato dalla Commissione europea come “del
volontariato”. Per noi che lavoriamo direttamente con la promozione di
programmi di scambi internazionali legati alla cittadinanza attiva e allo
scambio interculturale, avere un anno dedicato a questo tema è un
riconoscimento dell'importanza di quello che facciamo ogni giorno.
E così durante il 2011 abbiamo conosciuto e ci siamo confrontati con
diversi giovani attraverso le giornate informative; con lo sviluppo di nuove
partnership locali ed internazionali; con la preparazione specifica dei
volontari in partenza e successivo invio di decine di giovani italiani
all'estero; con la stesura (ed approvazione) di tanti progetti di accoglienza,
tra cui “Growing up together”, uno dei più complessi che abbiamo gestito
durante il 2011 e a cui questa piccola pubblicazione fa riferimento.
Per chi lavora “dietro le quinte”, con tutta la complessità nel gestire un
progetto europeo di qualità che raggiunga gli obiettivi proposti, le
testimonianze dei volontari e dei tutor degli enti di accoglienza sono un
bene prezioso e prova che vale la pena l'investire nello SVE. Una prova del
risultato raggiunto quindi, ma anche una fonte di ispirazione per altri
giovani, altre organizzazioni e per la comunità in generale. Ciascuno dei 12
volontari coinvolti in questo progetto ha donato il suo tempo ed energia ad
un'avventura che sicuramente non è stata sempre una passeggiata: le
difficoltà ci sono sempre e non sono poche.
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5. Ciascuno di loro - a modo suo, con tempistiche diverse,
e attraverso un percorso personale - è riuscito a
superarle con l'aiuto dei partner (enti di invio,
accoglienza e anche di coordinamento – noi di InCo)
scoprendo e sviluppando capacità personali, attitudinali
e a volte, anche professionali che serviranno per tutta
la vita.
Le 5 organizzazioni di accoglienza e la comunità locale
hanno avuto uno stimolo e un contributo non
indifferente e che ci auguriamo possa essere coltivato al
lungo, anche con la presenza di nuovi volontari. Speriamo che questo
materiale possa incuriosirvi, spiegando un po' cos'è lo SVE, come si è
sviluppato il progetto “Growing up together” e, con le parole dei
protagonisti, darvi esempi pratici di sentimenti, impressioni, situazioni
affrontate, apprendimento e crescita personale.
Buona lettura e grazie a tutti per la vostra collaborazione ed impegno!
Wenddi Burger
Coordinatrice SVE e responsabile del progetto “Growing up together”
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6. Il Servizio Volontario Europeo
Lo SVE non è solo la cornice del progetto “Growing up together” ma
un'opportunità per tutti i giovani tra 18 e 30 anni di intraprendere un
percorso di apprendimento non-formale attraverso il volontariato in
un'organizzazione senza fini di lucro. È un'esperienza unica perché è
l'opportunità di mettersi in gioco: vivere per un periodo di tempo
determinato (di solito, 6-12 mesi) in un altro Paese, lontano da famiglia
ed amici, dalle abitudini del quotidiano; un periodo di stacco, per fare
qualcosa di nuovo, conoscere meglio sé stessi ma anche gli altri.
Lo SVE fa parte del programma “Gioventù in Azione”, finanziato dalla
Commissione europea. Attraverso il programma, le associazioni che
accolgono volontari propongono attività specifiche all'interno delle loro
strutture. Così da una parte l'ente ha l'input della motivazione e idee
dei volontari; dall'altra i giovani possono sviluppare idee in un
“laboratorio protetto”. Al volontario viene garantito vitto, alloggio, corso
di lingua, assicurazione sanitaria, supporto personale continuo e il 90%
delle spese di viaggio andata e ritorno. Il volontario da parte sua mette
a disposizione tempo (sono circa 35 ore in settimana) ed energia con
responsabilità e motivazione. Tutto questo è possibile con i
finanziamenti dalle agenzie responsabili (per l'Italia, l'Agenzia Nazionale
per i Giovani e, a livello Europeo, l'Educational, Audiovisual and Cultural
Executive Agency).
Per partecipare bisogna essere appoggiati da un ente d'invio che si
prende cura dei dettagli pratici.
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7. Il programma è pensato per essere il più inclusivo possibile: i volontari non
vengono selezionati in base a titoli o competenze linguistiche, ma in base
alla motivazione. Se ti sei incuriosito e credi che quest'opportunità
potrebbe fare al caso tuo, viene a trovarci oppure visita il nostro sito:
www.incoweb.org. L'Associazione InCo si trova a Trento, in via V. Veneto
75; il numero di telefono è lo 0461.523409 e la mail è sve@incoweb.org.
Il progetto: "Growing up together"
Il progetto “Growing up together” è un'iniziativa di InCo finanziata
dall'Agenzia Esecutiva (n° contratto 188142-2-IS-2010-R2). Qui i 12
volontari provenienti da diversi Paesi (Armenia, Estonia, Portogallo,
Spagna, Turchia, Ungheria ed Uruguay)
hanno collaborato alle attività di
organizzazioni italiane che operano con
minori. Sono stati in Italia per 11 mesi, e
hanno sostenuto gli educatori nel loro
lavoro con i bambini e ragazzi,
collaborando alla vita quotidiana ed
organizzando attività educative e per il
tempo libero. Gli enti di accoglienza
coinvolti sono stati: VKE (a Bolzano, 2
volontari); Villaggio SOS di Vicenza (5
volontari); Villaggio SOS di Roma (2
volontari); Villaggio SOS di Saronno (1
volontario); e Villaggio SOS di Morosolo (2
volontari).
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8. VKE invece è
un'associazion
e che ha lo
scopo di
difendere il
diritto al gioco
per i bambini
con la
creazione e
l'organizzazion
e di aree ed
attività ludiche.
Le
organizzazioni
"Villaggio
SOS", si
prendono cura
di minori le cui
famiglie si
trovano ad
affrontare situazioni difficili e non hanno la possibilità di provvedere ai
loro bisogni quotidiani. Nelle varie attività, bambini e ragazzi
sperimentano un'atmosfera di casa e ricevono il supporto fisico e
psicologico alla loro crescita.
Crediamo che grazie al progetto i volontari e i minori assistiti hanno
avuto la possibilità di imparare e crescere insieme - e da qui, il titolo del
progetto!
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9. La parola aivolontari!
Consapevolezza culturale: Judit, dall'Ungheria a Bolzano
(VKE)
Quando ero in Ungheria non ho mai pensato ci fosse un modo diverso di
fare le cose. Accettavo tutto come un'impostazione predefinita. Poi sono
partita per l'Italia: avere la possibilità di vivere ed essere coinvolti in
un'altra cultura mi ha dato l'opportunità di guardare il mondo con occhi
diversi e mettere in discussione tutto quello che avevo dato per scontato.
Ho sempre pensato a me stessa come una cittadina del mondo, aperta a
nuove esperienze e sfide, visto che ho viaggiato tanto e vissuto in altri
paesi. Ma lo SVE mi ha dato una nuova esperienza: un'esperienza di “full
immersion”. Non solo ho collaborato con persone del posto, ma ho
lavorato per loro. Ho trascorso il mio tempo cercando di rendere le
giornate dei bambini un po' più felici ed interessanti. E per essere in
grado di fare questo, ho dovuto imparare a comprenderli in profondità e
questo non sarebbe stato possibile senza conoscerne prima la cultura.
Bolzano non è il posto più semplice in questo senso...Prima Impero
Austro-ungarico, poi Italia (dopo la Prima Guerra Mondiale). Durante gli
ultimi anni c'è stato un gran flusso di immigrati, in particolare da Albania
e Pakistan. Questa piccola regione ha tre lingue ufficiali: italiano, tedesco
e ladino.Bisogna proprio fare uno sforzo non indifferente per evitare di
perdersi nel labirinto di “cosa si può fare e cosa non si può fare”.
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10. Come previsto, ho attraversato tutti gli alti ed i bassi anticipati dai
sociologi. Ho avuto la “fase turistica” dove tutto sembrava perfetto ed
emozionante; ho avuto scontri culturali; ho attraversato lo shock
culturale quando mi sentivo sola e nulla sembrava avere un senso...
credo di essere finalmente arrivata alla stabilità verso la fine.
Vivere in una nuova cultura non è facile, ma ho imparato a trattare con
le giornate difficili e a trarne beneficio. Ho imparato a osservare e
comprendere i nuovi modi di fare e adottare le pratiche che mi
piacevano nel mio “inventario comportamentale personale”. Nella lettera
motivazionale che avevo scritto come parte della mia candidatura per
questo progetto SVE, ho scritto che volevo allargare i miei orizzonti,
perché mi sembrava un'espressione di fantasia, ma è solo ora che ho
davvero capito cosa vuol dire in pratica!
Credo che quello che ho ottenuto da quest'anno a Bolzano è la
tolleranza, che per me significa accettare e cercare di capire che ci sono
tanti modi di essere e/o di fare le cose; l'apertura e la volontà di andare
più a fondo, analizzare e non aver paura delle cose che sembrano
diverse o assurde, rendendomi conto che, anche se siamo condizionati
da una serie di comportamenti che portiamo dentro, alla fine siamo tutti
esseri umani che condividono gli stessi bisogni, le stesse paure e le
stesse speranze.
Riscoprendo memorie e sentimenti puri: Čeren, dalla
Turchia a Bolzano (VKE)
Vivere in un altro paese, con un'altra lingua e cultura, senza le vecchie
abitudini di sempre: è come essere ritornato al momento della nascita...
indipendentemente da chi tu sia o dalla tua età!
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11. Sarà sempre lo stesso... ti senti come un bambino piccolo, ma allo stesso
tempo bisogna essere più adulti che mai.
Con questa sensazione incredibile (ovviamente all'inizio non è possibile
rendersi conto che questa sia una sensazione incredibile), ho cominciato a
scoprire ed imparare sulla vita, su me stessa e sulla comunicazione con le
persone.
E alla fine di questo servizio, vado a casa con tante finestre nuove nella
mia mente e nel mio cuore. Tutte le difficoltà e gli shock culturali mi hanno
resa più coraggiosa, più comprensiva e più aperta. Credo che quando
stiamo crescendo ci dimentichiamo alcuni sentimenti “puri” e cominciamo a
usare modi di relazionarci più complicati. Lavorare con i bambini mi ha
restituito tutte queste sensazioni che avevo dimenticato. E ho imparato
tante cose da loro anche attraverso il ricordo della mia stessa infanzia...
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12. Imparare ad affrontare la realtà: Rebeca, dalla Spagna a
Vicenza (Villaggio SOS)
"Quando i Ero volontaria ed un ragazzodove15. Facevo6 quello di
(8-10 anni)
in una casa
di
c'erano bambini
volontariarrivano i cui c'era bisogno: pulire, cucinare, aiutare con i
bambinihanno tante compiti, giocare…mi sentivo una sorella maggiore.
domande; dopo averli LavorareSpesso minori in difficoltà che èdobbiamo
con non sempre
conosciuti, pensano difare risolvere aiutando i bambini a capire qual è il
facile. sorgono conflitti
un'esperienza simile
perché hanno un esempio modo arrivata ero ingestire la situazione. Quando
migliore per
da imitare" ero abituata e un po'difficoltà,mio po' perché non
sono
per il
un
scarso italiano.
Villaggio SOS Vicenza imparato e midire di più sicura;contenta competenza
Ora posso
sento
essere
questa
perché ho
che ho acquisito vorrei continuare a svilupparla.
Quello che mi è piaciuto di più di questo progetto è il lavoro con bambini
e sentirmi utile. Devo dire che lo SVE è stato molto arricchente; la cultura
italiana non è troppo diversa da quella spagnola, soltanto un po'. E
l'opportunità di essere volontario in un altro paese mi ha permesso di
viaggiare, conoscere persone e
convivere con altri volontari. Credo
che questo ci faccia vedere tutto in
prospettiva ed insegni davvero il
rispetto. Per me, l'esperienza può
diventare molto bella se uno sa
approfittarne, se si viene con
motivazione, voglia di imparare, e
di regalare il meglio di sé.
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13. Le basi del volontariato: Carolina, dall'Uruguay a Vicenza
(Villaggio SOS)
"La figura della
Sono stata volontaria nella casa “Mamma con volontaria è importante
bambino”, dove ci sono le madri con i figli che peruno scambio diculture e
hanno difficoltà e sono lì per continuare a vivere
tradizioni, perpermettere
insieme; a seconda delle situazioni, i figli
possono essere affidati ad un'altra famiglia per anche a leidisperimentarsi
avere una vita migliore. Ho avuto tanti momenti e crescere. Durante l'arco
per stare con le mamme e parlare di cose dell'anno, Carolina ha
diverse. Mi raccontavano della loro vita o io acquisito maggiore
raccontavo qualcosa della mia, così ci sicurezza, autostima, siè
divertivamo un po' e si dimenticavano per un
aperta edè maturata.”
attimo dei loro problemi... a volte invece, mi
raccontavano i loro problemi ed io le ascoltavo. Villaggio SOS Vicenza
Lavorare in questa casa mi ha fatto imparare tante
cose sulle relazione madre-figlio, mi ha fatto capire meglio come trattare
un bambino che vive in questa situazione e anche come trattare una
mamma.
Dal mio punto di vista, essere volontario significa avere una mente aperta
per non discriminare e aver voglia di aiutare le persone in situazioni
difficili. Non significa aiutare come un'assistente sociale ma almeno
provare ad aiutare le persone a sentirsi al loro agio e stare bene. Significa
anche essere aperto a nuove culture che sono diverse della nostra: non
solo la cultura del Paese di accoglienza ma anche degli altri volontari;
possiamo imparare tante cose insieme... penso che per un'attività come
questa si debba stare attenti perché è bello capire i problemi degli altri ma
bisogna avere la mente forte per non diventare tristi: i bambini sono
troppo carini, ma è duro accettare che abbiano sofferto.
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14. Oltre a questo, la
nostalgia di casa
e le difficoltà del
quotidiano: sono
arrivata senza
sapere niente
d’italiano e tutti
sono stati molto
disponibili con
me, ma quando
non parli la stessa
lingua la barriera
è grande. Devo
dire che questo è
stato difficile, poi
ho imparato a parlare non solo italiano ma anche quel mix di tutte le
lingue come italiano, spagnolo, inglese e anche le mani, la faccia, i
disegni... Tutto serve per comunicare (sempre che l’altra persona abbia la
voglia di capire).
Questa esperienza mi ha dato tante ricchezze e le porterò tutte nel mio
paese. Voglio lavorare nell'ambito sociale; ora ho un'esperienza concreta e
ho imparato tanto di loro ma anche di me stessa. Sono cresciuta e ora so
un po' meglio cosa voglio fare della mia vita e soprattutto cosa non voglio
fare! Ho imparato molto con gli altri volontari e tutte le persone che ho
conosciuto: siamo diversi ma possiamo stare insieme, essere amici e
divertirci. Certo, non sempre possiamo essere d'accordo, ma così è la vita
e nonostante questo, possiamo provare e imparare nuovi modi di vivere in
pace.
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15. Viaggi e culture: Gökhan, dalla Turchia a Vicenza (Villaggio
SOS)
Credo che questa esperienza mi abbia fatto riflettere molto sulla
consapevolezza culturale: siamo tutti uguali ma allo stesso tempo, non lo
siamo. Similitudini e differenze sono entrambe importanti e nessuno
dovrebbe pensare "la mia tradizione" è migliore
degli altri. Ci sono tanti modi per risolvere "Gökhan ha svolto un ottimo
gli stessi problemi, raggiungere lo stesso lavoro in Casa Ragazzi. Una
obiettivo, vivere la vita e se riusciamo a
persona affidabile e digrande
vedere questo, la vita diventi più colorata.
apertura, estremamente disponibile
La casa in cui ho collaborato si chiama con gli oper torie molto efficiente
a
"Casa Ragazzi", e ospita sei giovani (15-17 nelle mansioni. Ir gazzigli sono
a
anni). Collaboravo nella cura alla casa ma realmente affezionatie luisiè
soprattutto aiutavo i giovani. Lo staff è rivelato perloro un ottimo
Soprattutto nelle difficoltà linguistiche: mi riferimento. Nella sua calma, serenità
sempre stato amichevoli e cordiale.
aiutavano e cercavano sempre di capirmi. e gr nde operosità è stato disicuro
a
Durante questa esperienza ho trascorso il un prezioso esempio e sono molto
mio tempo provando a sentirmi in empatia contento diaverlo avuto in aiuto nel
con i giovani e cercando di aiutarli, mio lavoro”
incontrando un sacco di persone di diversi
Paesi e viaggiando durante le vacanze. Villaggio SOS Vicenza
Credo che quello che mi ha colpito di più sia
stata la facilità di viaggiare se si è cittadini dell'UE! Essendo turco, questo
non mi era mai stato possibile. Viaggiare è stato facile ed economico,
senza problemi di visto... un modo incredibile per conoscere altre culture.
Ma quello che mi è piaciuto di più è stato trascorrere tempo con i ragazzi:
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16. c'era una buona connessione e questo mi ha fatto felice! Inoltre ho
imparato come gestire tempo e budget: competenze che mi saranno
utili nel lavoro e nella vita personale.
Crescita personale: Violeta, dalla Spagna a Vicenza
(Villaggio SOS)
"Abbiamo lavorato
Abitare lontano da genitori ed amici mi ha fatto insieme: dall'accudimento
pensare, e mi sono accorta che sono capace di deibambinialla pulizia
fare tante cose da sola! Ora mi sento una degli spazi. Abbiamo
persona indipendente. Posso dire che questa giocato con loro, inventato
oltre a imparare e rispettare tanti tipi diversi di nuove attività, scoperto
esperienza mi abbia fatto maturare tantissimo
persone. Mi sono piaciute molte cose... ma str tegie pergestire quelli
a
quello che è stato più importante per me è il più difficili. Viole ha
lavoro con i bimbi! Sono loro il senso del mio lasciato un pezzetto di
SVE, era per loro che ogni mattina andavo a Spagna in ognibambino
lavorare con il sorriso! Sono così felice di aver che or sa riconoscerla
a
tantissi nelle cartine geogr fiche"
a
trascorso quest'anno con loro... ho imparato
mo! Per Villaggio SOS Vicenza
me il più
bel momento del giorno era
quando i bimbi mi vedevano
arrivare e venivano di corsa da
me, mi davano un grande
abbraccio e un bacino, e dopo
continuavano a giocare! È
un'esperienza unica al mondo!
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17. Adattandosi a diversi contesti: Paola, dall'Uruguay a Vicenza
- passando per Roma! (Villaggio SOS)
"Disolito la figura del Ho cominciato il mio volontariato a Roma ed
volontario non è conosciuta ero molto felice: per me vivere lì era un
dall'esterno e nelmomento in sogno. IlFacile perché stavo ancora imparando
lavoro all'inizio era facile ma anche
cuiavviene invece viene vista e difficile perché non sapevo bene l'italiano.
difficile.
positivamente e sopratutto Dopo la situazione si è invertita: ha iniziato ad
apprezzata da moltiperché essere più facile comunicare e difficile
lasciare ilproprio sviluppare il lavoro. Ho avuto diverse difficoltà
Paese/famiglia perun anno che poco a poco si sono sommate facendo
non è da tutti" diventare il tutto pesante. Dopo aver pensato
Villaggio SOS Vicenza è e parlato molto con tutte le persone coinvolte,
stato deciso di spostarmi in un'altra
organizzazione. Un'opportunità unica e che non sarebbe stata possibile
senza l'aiuto di InCo. L'esperienza è stata comunque positiva perché ho
avuto l'opportunità di stare in quella città, ho conosciuto delle persone che
sono ancora nel mio cuore. Ma anche perché ho avuto delle difficoltà da
cui ho imparato tantissimo.
A Vicenza ho trovato veri amici e anche una famiglia, composta da
volontari, operatori e specialmente bambini che mi hanno cambiato la
vita, la forma di vedere il mondo, mi hanno aperti gli occhi... Il
volontariato è stato molto positivo. Mi ha cambiato la vita per meglio! Ho
imparato sulle diverse culture e forme di vedere le cose. Per venire qui ho
fatto un percorso difficile, cominciando dal lasciare la mia vita in Uruguay
e arrivare in un Paese molto simile ma anche molto diverso. Ma è stata la
cosa migliore che mi sia capitata nella vita! Posso dire che dopo lo SVE
sono una persona diversa, migliore.
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18. Famiglia allargata: Marina, dall'Armenia a Roma (Villaggio SOS)
"La sola presenza del Ho lavorato con adolescenti apiace come acui,
volontario internazionale ha esagerati (e quindi non è sempreessere
tutti i giovani del mondo,
stato
rimandato all'intera comunità l'idea di facile).sapevo l'italiano.arrivata in quasi
Quando sono Italia
essere cittadinidelmondo, che anche non inglese e anche i Parlavo erano
noie inostriragazzisiamo sempre a parlarlo per comunicare con giovani
potenziali volontariin un futuro. La me... è stato incredibile vedere in quanti
costretti
figura delvolontario è uno stimolo modi si possa comunicare, anche con
allo scambio diesperienze e dimodi gesti ed immagini.
dipensare pertutti"
Villaggio SOS Roma modo di vivere, lingua. cultura, abitudini,
Tutto era nuovo: cibo,
A volte mi sono
sentita come un'aliena... comunque, ora posso comunicare
perfettamente; e mi sento parte della loro grande famiglia! Le giornate
erano sempre piene di eventi; durante l'estate sono andata con i
bambini al lago di Caldonazzo in un campeggio pieno di attività: calcio,
nuoto, cinema, feste per ballare. È stato il periodo più vivo ed intenso:
sono stati giorni positivi, di nuove scoperte, decostruzione di stereotipi,
crescita personale. Un'esperienza
incredibile per me! Ora, guardando
indietro, posso dire con orgoglio che
anche se ci sono stati giorni di
stanchezza, ho fatto del mio meglio con
piacere e sono riuscita a dare il mio
contributo personale. Quei giorni mi
mancheranno un sacco, ma mi
mancheranno specialmente i bambini...
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19. Suggerimenti per futuri volontari:
Ergün, dalla Turchia a Saronno
(Villaggio SOS)
Essere un volontario al Villaggio è stata
un'esperienza incredibile! Tutte le
persone che lavorano lì e i volontari
locali sono stati molto gentili con me.
Naturalmente ho avuto momenti difficili
ma con il loro supporto ho risolto tutto.
Direi che fare uno SVE è decisamente un'esperienza importante, e per
questo anche la preparazione per questa avventura lo è...Ci sono alti e
bassi ed è necessario essere aperti a nuove esperienze e ad imparare da
ogni situazione; non avere paura di chiedere o di commettere errori.
Ho dovuto gestire tempo, soldi e responsabilità. Tutto questo mi ha fatto
scoprire competenze sconosciute in me, come quella di affrontare la
solitudine, percepire l'apprendimento e il mio cambiamento. Ho imparato
l'italiano da zero e ora posso esprimermi abbastanza bene. Dato che
"Il successo delprogetto èavevo studiato inglese per tanti anni, è
quello diaveravuto a disposizione
stato difficile adattarmi ad usare
l'italiano come lingua quotidiana. Ma
una risorsa da affiancare aglipoco a poco ce l'ho fatta e presto sono
educatorie sopratutto airagazzicheriuscito a capire amici e colleghi.
hanno potuto misurarsicon le Quando provavo a parlare con gli altri
diversità dichiproviene da un altro
non ho mai badato agli errori di lingua...
paese. Conoscere altre abitudini
vedevo sempre quei momenti come
favorisce l'abbattimento delun'opportunità per imparare.
pregiudizio e delle difficoltà"
Villaggio SOS Saronno 16