1. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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WTM | C-Magazine n. 26
Non perdete il nostro slot alla BTO - Buy Tourism
Online 2010 il 19 Novembre alle ore 10.45 nella Main
Hall in Stazione Leopolda di Firenze: Dopo il viaggio low
cost il viaggio 'no cost'? (Keynote + Conversazione).
Le parole chiave del nostro
slot alla BTO
By WTM on November 15th, 2010
E' passato quasi un anno dalla nostra nascita. Tanti incontri,
tante emozioni, tante speranze e tanti chilometri. Ci siamo
conosciuti, siamo diventati amici, abbiamo collaborato,
collaboreremo, trasferiamo esperienza, abbiamo dato ascolto
a progetti e aspettative. Abbiamo condiviso tutto con tutti
soprattutto con chi voleva apprendere e sapere e anche con chi
era riluttante e ostile.
Buy Tourism Online ci affida un panel - Day Two, Main
Hall, alle ore 10:45 - dal titolo: " Dopo il viaggio low
cost il viaggio 'no cost'? (Keynote + Conversazione). Nuovi
modelli di organizzare il proprio viaggio possono essere
contemporaneamente un rischio o una grande opportunità per
qualche tipologia di operatore turistico: sempre più 2.0, le
persone conversano e condividono tra loro, creando di fatto
nuove modalità per viaggiare. Dedicato a chi vuole capirci
qualcosa di più prima che sia troppo tardi ;-)"
Vogliamo come abbiamo sempre fatto iniziare a
condividere...ecco allora le parole chiave del nostro slot.
Sharing economy. Innovazione
o riscoperta?
By lidiamarongiu on November 15th, 2010
Foto di Latitude Research
Alzi la mano chi di voi da bambino non ha indossato i vestiti
dismessi dei fratelli più grandi, o dei cugini o dei vicini.
Alzi la mano chi non ha trascorso le vacanze o un breve
weekend usando la casa di amici, o di amici di amici.
Alzi la mano chi sapendo che un amico partiva per un viaggio
non ha approfittato chiedendo “un passaggio” per sé per un
2. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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pacco di cose buone da recapitare a un amico, un figlio che
studia o vive all’estero.
E il tutto come si ripagava? Semplice. Gratitudine, amicizia,
ospitalità, o …barattoli di marmellata, biscotti fatti in casa,
buon vino e mele appena raccolte.
Però un giorno accade che questa “economia di scambio” che si
basa su una rete sociale che comprende amici, parenti e vicini
di casa a un certo punto si allarga. Supera i confini geografici e
gli ostacoli del tempo e inizia a coinvolgere non solo gli “amici-
amici”, ma anche gli amici che abbiamo su Facebook, e quelli
che seguono il nostro blog e tante altre persone “sconosciute”
ma che frequentiamo in rete. E che magari stanno dall’altra
parte del mondo.
Insomma a un certo punto accade che possiamo decidere di
scambiare i vestiti dimessi con una famiglia che vive a New
York, o passare le vacanze a casa di una coppia di Parigi
o condividere il viaggio in macchina con un coetaneo che
vive nella nostra città ma che non abbiamo mia incrociato
neppure alla fermata dell’autobus. E per ricambiare tutto
questo offriamo a nostra volta vestiti, ospitalità, passaggi.
Oppure paghiamo una piccola quota in denaro per far parte
di una comunità in cui si scambiano questi beni e servizi. Voi
tutto questo come lo chiamereste?
Ho chiesto a una persona” normale” (mia madre, 67 anni) e
mi ha risposto: “Io lo chiamo aiutarsi uno con l’altro, come
abbiamo sempre fatto. Una sorta di baratto in cui non ci vedo
niente di straordinario o di innovativo!” Beh gli economisti
la fanno certamente più complessa e la chiamano sharing
economy. Un modello economico reso possibile e spinto dalla
tecnologia, dal web, da nuove regole sociali, e non ultimo, dal
bisogno. E su questo già si studia per capire sin dove si può
spingere e con quali effetti su persone, relazioni ed economia.
Questi argomenti sono ben affrontati in un’interessante
ricerca realizzata da Latitude Research che ha coinvolto 537
persone alle quali è stato chiesto di raccontare le loro abitudini
e modelli di utilizzo di piattaforme basate sulla sharing
economy. La ricerca The New Sharing Economy (puoi leggerla
su Scribd) mette in evidenza che lo scambio tra persone che
non si conoscono è guidato da fattori valoriali e di fiducia e nei
prossimi dieci anni è destinato a crescere davvero tanto.
Ecco alcuni dati:
- il 78% degli intervistati pensa che l’esperienza avuta
attraverso la sharing economy li ha resi più aperti all’idea di
condividere beni o servizi con gli sconosciuti anche nella realtà
quotidiana
- il 75% ha affermato che l’approccio alla condivisione crescerà
notevolmente nei prossimi 5 anni, soprattutto nelle azioni e
nei beni più comuni.
- il 62% è interessato a condividere articoli per la casa
- il 70% scambia sulla rete media digitali
- oltre il 68% scambia media digitali materiali (come libri e
dvd)
- il 58% è interessato alla condivisione di spazi/luoghi dove
soggiornare in vacanza o vivere
- il 57% è interessato alla condivisione di spazi per il lavoro
- oltre il 50% è interessato a condividere auto e/o mezzi di
spostamento
Per avere un’idea di piattaforme basate sullo sharing
economy vi segnalo Freecycle (lo scambio di tutto ciò che
può essere riciclato), Thredup (scambio di vestitiusati per
bambini), Zipcar (car sharing), Couchsurfing (scambio/offerta
divano per ospitare viaggiatori), Citizen Space (coworking e
condivisione spazi di lavoro).
Opportunità della sharing economy
Come vedete nell’infografica la sharing economy nel settore
turismo è applicata abbastanza bene ma ci sono ancora ampi
spazi di crescita. Però di questo ora non vi racconto di più
perché lo farò direttamente al BTO con la ricerca realizzata
dal nostro Gruppo WTM e che presenteremo con Arturo
Salerno nel panel dal titolo “Dopo il viaggio low cost il
viaggio no cost?”(Day Two, Main Hall, alle ore 10:45 keynote
+ Conversazione)
Del resto di collaborativo non c’è solo il consumo ma, in
tempi di sharing economy anche le ricerche migliori sono
collaborative, o no?
Il punto B
By roberta milano on November 15th, 2010
Non parlo di politica bensì della Basilicata. E,
soprattutto, di sana e intelligente comunicazione territoriale
che parte dal vino locale, coinvolge prodotti tipici, consiglia
percorsi e promuove con i social network.
Esiste un problema di come comunciare, ed un altro di cosa
comunicare. Il primo conseguente al secondo. Questo esempio
è perfetto su entrambi i fronti. Una di quelle piccole storie che
mi piace riportare (scoperta grazie a tra cielo e mandarini)
perchè dimostra come sia possibile coniugare creatività,
amore, passione, sostenibilità e business. A condizione di
avere delle idee.
Consiglio la lettura completa dell'articolo, link compresi. La
foto di Matera è mia.
3. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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La Basilicata non è una regione che si vende da sola. Non si
passa per caso, si arriva solo su commissione. Quasi nascosta
tra Puglia, Campania e Calabria, conserva gioielli ignoti ai
più.
Se i sassi di Matera stessero in Toscana, li conoscerebbero
anche i muri [è una battuta, sorridere pliz], sarebbero
pulitissimi e per visitarli pagheresti anche l’aria. Ma stanno
in Lucania e sono qualcosa tipo la Gioconda. Prima di
stramazzare di fronte a una bellezza sconvolgente, te li trovi
davanti e pensi di conoscerli da sempre per quante volte li hai
desiderati in foto senza sapere davvero dove fossero.
Vinosamente parlando, la Basilicata è terra di rossi
importanti a base aglianico, aggraziati, pronti sin da
giovani, spesso longevi e profondi. Sara Carbone è una
valida produttrice locale con l’occhio vigile sui social
media, dove informazione, battute sagaci, segnalazioni,
link vari e marketing si intrecciano. Attraverso Twitter, il
network di microblogging nuovo da noi più che altrove,
si è ingegnata per mettere in calendario un evento come
#aglianicodelvulture1 (o #adv1), sulla scia della saga
#lambruschi, incontri auto-organizzati a tema per scoprire
una denominazione, condividere un pasto e (re)incontrare
amici spesso solo digitali. Novità del caso è stata non
tanto l’ospitalità per gli assaggi quanto il programma
fitto e spalmato su 2-3 giorni che la produttrice Carbone
ha allestito: bellezze naturali, gastronomia d’eccellenza,
ristorazione di qualità e tanto vino.
(Ammetto, il titolo è forse influenzato dall'aver appena seguito
lo streaming di Venice Session che aveva per tema Love in the
Digital Age, ma che male c'è ad associare piacere e scoperte in
campi solo apparentemente lontani?)
QR Code nel turismo: scopri
quali sono i maggiori case
history in Italia
By alessioc83 on November 15th, 2010
Lafinestra d’approfondimento sul Qr code sta per giungere al
termine, oggi, come anticipato la scorsa settimana, viillustrerò
alcuni case history nel settore turistico che enfatizzano il
connubio tra turismo e Qr code.
Inizio subito a parlarvi di TagMyLagoon, un progetto che
ha come claim " Dopo Venezia il nostro viaggio continua alla
scoperta dell'Internet delle cose": un modo innovativo per
ri-scoprire la città.
In pratica si tratta di un progetto pilota (in inglese e italiano)
che ti permette di scoprire una parte di Venezia attraverso
una guida passo-passo per la città lagunare attraverso il tuo
cellulare, la rete wifi e i il Qr code, una sorta di sentiero digitale
dove sono stati posizionati Qr code in ambienti quali lampioni,
cestini ed insegne, in modo che il turista può accedere alle
informazioni più disparate del territorio in maniera del tutto
"fruibile" e "mobile".
Caso analogo è successo a Pontinia, che in occasione delle
celebrazioni per il 75° anniversario della fondazione della città
laziale hanno realizzato un’inedita iniziativa per promuovere
conoscenza, valore, cultura.
Il tutto è stato possibile realizzando una guida turistica virtuale
per un museo all’aperto in modo da informare i cittadini sulla
storia ed il valore del centro storico di Pontinia, integrando
le "comuni" tabelle informative dei monumenti con Qr Code
informativo.
Alle città che hanno "implementato" Qr Code nella segnaletica
ed informazione turistica c'è da annoverare il progetto
di Benevento che proprio in questi giorni sta ultimando
la fase di "implementazione". Il sindaco spiega così le
motivazioni : Il turista deve essere accolto sia da una
politica del welcome, che da strumenti di conoscenza. E’
questo il valore dell’iniziativa presentata oggi. I Tag saranno
posizionati sui cartelli informativi dei monumenti cittadini e
i visitatori scattando una foto, saranno indirizzati al sito web
specifico dove poter acquisire tutte le informazioni”.
4. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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Il Qr code trova la sua massima "espressione" nei luoghi di
cultura, esempio all'interno di un museo, pinacoteca o mostra
che sia, dove il valore aggiunto risiede nella maggior fruizione
dell'opera.
Non a caso per la Peggy Guggenheim Collection, nella stazione
di Venezia è stato installato un QR Code Poster, dove con un
semplice click si è può conoscere in tempo reale le mostre,
gli orari, le informazioni sui biglietti o come raggiungere la
Collezione.
Un altro esempio molto interessante ed accattivante per le
amministrazioni turistiche e non solo potrebbe essere questa
iniziativa "Aggiungimi ai preferiti”, che sta promuovendo il
territorio abruzzese, e non solo, attraverso l’elaborazione e la
diffusione dei QRcode per il loro utilizzo a fini turistici, sociali,
commerciali e culturali.
Quanto sarebbe simpatico e "carino" girare per la destination
e trovare Qr code del genere?
E se li trovassimo pure nelle vetrate degli uffici di
informazione turistica? Un bel "mi piace" oppure un
bel "non mi piace" visto che sarà il prossimo ingresso nel
mondo "faisbucchiano". insomma un modo "nuovo" per fare
"prosumer care"?
Insomma i campi di applicazione sono molti e sono infiniti,
ho voluto solo riportare i casi "made in Italy" per avere
un contatto più diretto con l'innovazione, tralasciando
volutamente esempi oltre i confini nazionali
Alla fine di questa trilogia ritengo opportuno elencare alcuni
consigli/vantaggi che il Qr code può apportare nel settore del
turismo.
• Migliorano la qualità della comunicazione turistica
• Permettono di accedere alle informazioni in ogni luogo
ed in ogni momento
• Permettono di tracciare le campagne di promozione e di
comunicazione
• Facilitano la condivisione e la diffusione delle
informazioni
• Possibilità di creare prodotti turistici
"contestualizzandoli" con il territorio e il Qr code.
• Permettono di "creare" una segnaletica turistica del tutto
"emozionale" [video, immagine, testo, foto]
• Possibilità di creare totem informativi e snack info
all'interno di città e/o strutture turistiche
Insomma non vi bastano tutte questi vantaggi? Cosa aspetti a
[RI]progettare le tue idee/prodotti turistici in ottica QR? Io
ci ho già pensato....a breve ve ne parlerò....e come si dice in
queste situazioni: STAY TUNED!
Il mobile è il futuro del
commercio elettronico
Europeo
By Arturo Salerno on November 15th, 2010
Ultimamente ho avuto modo di leggere su vari blog di settore
l’ultima ricerca commissionata da Akamai Tecnologies a IDC
sulle tendenze di comportamento dei consumatori Europei
quando acquistano prodotti e servizi on-line. La ricerca mostra
5. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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interessanti risultati nei sei paesi coperti (Francia, Regno
Unito, Germania, Italia, Spagna e Svezia).
• La maggioranza dei consumatori si aspettano di vedere
un sito web caricato in meno di quattro secondi, e in
alcuni casi due secondi, in caso contrario il 70% circa
decide di passare al un altro sito web.
• Il 30% degli intervistati ha indicato un aumento della
spesa online nel corso del 2010. La Spagna è il mercato
in più rapida crescita con il 44% dei consumatori
disponibile a spendere di più online.
• Il 62% degli intervistati ha acquistato abbigliamento e
calzature online, il 59% libri e riviste, il 47% servizi
turistici.
• Quasi il 30% degli intervistati utilizza o intende utilizzare
i dispositivi mobili per acquistare prodotti on-line. Il
10% degli intervistati che stanno già utilizzando il
proprio cellulare effettuano ricerche, confrontano prezzi
ed effettuano acquisti. Inoltre, un altro 20% degli
intervistati prevede di farlo in futuro, quindi un terzo
degli intervistati prevede di utilizzare il canale mobile nel
breve periodo per l’e-commerce.
Martin Haering, VP of International Marketing di Akamai,
sostiene che il numero crescente degli acquirenti online
tramite i dispositivi mobili impone ai rivenditori strategie di
mobile e-commerce insieme a strategie sulla sicurezza dei dati,
sulle performance del sito web, sulla scalabilità e disponibilità
multi piattaforma.
Nello stesso tempo Ivano Ortis, Research Director di IDC
Retail Insights, che ha condotto la ricerca, ha dichiarato
che le vendite on-line continuano a crescere, nonostante la
crisi, e che il mercato si sta diversificando. Entro nel carrello
della spesa on-line anche categorie di beni che prima erano
solamente acquistati off-line.
Social Network + Email
Marketing = Social Email
Marketing
By Danilo Pontone on November 15th, 2010
Qualche giorno fa sul sito eMarketer è stato pubblicato un
articolo molto interessante che evidenziava le più frequenti
abitudini degli utenti di tutto il Mondo, nell’utilizzo di alcuni
strumenti del web.
L’immagine di seguito offre i risultati ottenuti:
Questi dati mi hanno fatto riflettere su una cosa…
Mi sono concentrato però solo su due punti in particolare: le
email e i social network. La ricerca evidenzia subito due cose:
1. Le email, giornalmente, con il 72% sono ancora le risorse
più utilizzate dagli utenti.
2. I social netwrok, sempre in continua crescita, sono
utilizzati giornalmente dal 46% degli utenti.
Ma l’immagine dice ancora una cosa importante: i social
network sono gli strumenti su cui mediamente le persone
spendono 4,6 ore al giorno contro le 4,4 ore per le email.
Tutto questo mi sembra una conferma di tutto quello che
sembrano essere le “evoluzioni naturali” del web. Anzi, ti dirò
che mi sembra del tutto scontato. Prova a riflettere: quali
sono le prime cose che fai al mattino quando arrivi nel tuo
ufficio? Personalmente, e credo sia la stessa cosa per molti
altri: prima di tutto apro e controllo la mia casella di posta,
leggo e rispondo alle email. Successivamente apro i social
network: twitter e facebook innanzitutto.
E perchè i social allora sono quelli su cui si passa più tempo?
Perchè la finestra del browser dei social network rimane
sempre aperta e di tanto in tanto ci scappa una sbirciatina. E’
naturale che le ore trascorse sui social siano tante. :-)
Ma a questo punto mi è balenato per la testa un ulteriore
pensiero.
E se questi due potenti mezzi si fondessero?
Intendo una sorta di Social Email Marketing!
Ti faccio un esempio pratico per farti capire cosa intendo:
io sono il tuo potenziale cliente, iscritto alla Newsletter della
tua struttura ricettiva turistica. Ogni giorno arrivo nel mio
ufficio e ho la mia casella di posta aperta ed anche la finestra
del browser con i miei due social network preferiti. Ad un certo
punto mentre sto lavorando ricevo la tua newsletter. Apro la
mail, leggo le tue offerte, news, promozioni etc. e in essa mi
ritrovo anche dei bei link che mi invitano a visitare la tua
pagina fan su facebook e il tuo account su twitter. Per me è
6. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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questione di un attimo: sono diverse ore che sono loggato su
Facebook e su Twitter. :-)
In breve accadono 3 cose:
1. ho letto la tua mail con l’offerta
2. ho visitato la rete social della tua struttura alberghiera e
ho deciso di seguirti
3. potrei seriamente tenere in considerazione quello che mi
stai offrendo (sempre se di promozioni si tratta)
L’intento di questo post è quindi quello di farti capire come
i dati emersi dalla ricerca possano davvero tornarti utili per
impostare la tua strategia di marketing e promozione online.
Se sai che gli utenti prediligono certi mezzi perchè non fargli
vedere e capire che con la tua struttura rispondi esattamente
alle loro esigenze?
Sottinteso, ovviamente, che per un discorso del genere l’email
marketing diventa una strategia fondamentale, che prevede
precise regole di organizzazione e stesura di una mail.
Impostare una Newsletter in modo corretto non è una cosa
semplice. Ci sono sempre importanti aspetti da tenere in
considerazione.
Un’altra buona idea, più rapida della Newsletter, potrebbe
anche essere quella di inserire i riferimenti social nella
firma delle tue email. In questo modo quando ti ritroverai
a rispondere a richieste di informazioni dei tuoi clienti, gli
offrirai anche la possibilità di curiosare sulla tua pagina di
Facebook, di Twitter, di Flickr o altro ancora…
Ti consiglio quindi di sfruttare bene questa strada. Le email e
i social insieme fanno la differenza per te e per i tuoi clienti!
I turisti usano i social media
o no per pianificare una
vacanza?
By Enrico Ferretti on November 15th, 2010
Uno studio condotto da World Travel Market e presentato ieri
per il lancio del loro evento annuale, che si tiene a Londra
dall’8 all’11 novembre, evidenzia dati interessanti sui pro e i
contro dei social media in ambito turistico.
La ricerca effettuata su un campione di circa 1000 residenti in
Inghilterra che hanno prenotato una vacanza durante il 2010,
ha rilevato che solo il 33% ha consultato in qualche modo un
social media durante la pianificazione del proprio viaggio.
Alternativamente, il 64% non ha usato alcun social media –
includendo TripAdvisor, Facebook, Twitter, blogs ecc. – in
nessun modo.
Eccettuando gli utenti che fanno un uso smodato dei socail
media, le piattaforme più visitate sono TripAdvisor (66%),
Facebook (34%), YouTube (20%) e Twitter (17%).
Grafico sull'utilizzo dei social media in ambito turistico
Le chat room e i forum attraggono circa il 28% degli utenti dei
social media, mentre i travel blog solo il 9%.
Per quelli che celebrano le virtù dei social media come diretta
influenza sulle decisioni di viaggio, le statistiche sono piuttosto
basse.
Ad esempio, il 42% ha confermato la propria scelta originale
dopo aver visitato un social media, nonostante il potere di
TripAdvisor sia dimostrato da un 35% di utenti che hanno
cambiato l’hotel dopo aver dato un’occhiata su popolare
portale di recensioni.
Ecco gli altri dettagli riguardanti il viaggio:
15% ha cambiato compagnia aerea.
15% ha cambiato resort.
15% ha cambiato agenzia o operatore turistico.
12% ha deciso di visitare un paese diverso.
Impatto dei social media sulla scelta degli utenti
Complessivamente, quasi metà degli intervistati, pari al 48%
ha affermato di non volere usare i social media per pianificare
un viaggio. Un quarto del campione ha detto che vorrebbe, il
resto è indeciso.
Da questi dati possiamo trarre queste considerazioni:
al momento solo un utente su tre usa social media per
progettare la propria vacanza
tripadvisor influenza maggiormente la scelta degli utenti
rispetto a facebook e twitter
i social media influenzano pocchissimo l’utente sulla scelta
relativa a compagnie aeree, agenzie di viaggio ed operatori
turistici (meno del 5%).
7. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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Se conoscete l’inglese vi consiglio di leggere interamente il
report, che oltre ad affrontare l’aspetto social media, evidenzia
l’importanza di pianificare una strategia di marketing rivolta ai
nuovi mercati emergenti come Russia, India, Brasile e China.
Il report completo in pdf è scaricabile a questo indirizzo:
WTM2010 Industry Report.
TripAdvisor: servizi per i
partner
By Robi_Veltroni on November 15th, 2010
TripAdvisor intensifica sempre di più la collaborazione con gli
albergatori, almeno con quelli con non lo ritengono pericoloso.
Diventare partner di TripAdvisor è ancora più conveniente,
in particolare per le strutture stagionali medio piccole che
da alcuni giorni possono sottoscrivere le nuove opzioni di
pagamento mensile.
Attivare il profilo aziendale su TripAdvisor consente
di ottimizzare la presenza della struttura su questo sito
che sarà sempre più utilizzato dai viaggiatori (in Italia in
particolare TripAdvisor ha ancora tassi di crescita significativi
e importanti) e significa poter disporre di diversi vantaggi:
- inserire nel profilo personalizzato informazioni utili
per essere contattati direttamente dalla clientela: si possono
inserire fino a tre recapiti (per esempio: telefono, telefax e
casella di posta elettronica);
- inserire offerte speciali gratuitamente (almeno per il
primo anno di abbonamento) stimolando il contatto diretto
per la prenotazione. Inserire l'offerta speciale consente anche
di apparire in evidenza nei risultati di ricerca (interni del sito)
per località;
- potrai controllare e massimizzare il ROI grazie al traking
via web o via telefono (ovviamente tutto dipende anche dalla
frequenza con la quale è ricercata la zona nella quale siete
localizzati). TripAdvisor offre anche sistemi di traking più
sofisticato però a pagamento;
- con la gestione del profilo potrai aggiungere foto e
descrizioni ogni volta che vorrai, potrei gestire le recensioni
inserite sulla tua pagina, rispondere ai viaggiatori con la
funzione "replica della direzione" e invitare gli ospiti a scrivere
nuove recensioni;
Inoltre TripAdvisor aggiorna i partner con la Trade Talk
Newsletter offrendo seminari on line, le liste di eventi futuri
tipo fiere, summit e convention... oppure come avvenuto di
recente inviare articoli di marketing in collaborazione con
Market Metrix circa le migliori e più recentui tecniche da
adottare in campo di marketing e pubblicità.
L'ultima novità tratta del come "attrarre più ospiti
grazie alla mappa gratuita Nelle vicinanze" un servizio
scaricabile da utilizzare sul tuo sito: una mappa interattiva che
mostra i luoghi più amati dai viaggiatori di TripAdvisor.
La mappa è personalizzata per la tua attività:
- la tua struttura sarà al centro della mappa,
- la scala di visualizzazione è studiata ad hoc;
- i diretti concorrenti non vengono visualizzati;
così da poter mostrare ai vostri futuri ospiti tutto ciò che di
bello offre la vostra città.
Di altre opportunità circa l'importnza della brand
reputation si parlerà in BTO a Firenze il 18 novembre
prossimo dalle ore 16:30 nel panel condotto da Giancarlo
Carniani in Main Hall.
Tra gli intervistati ci sarà Roberto Frua Dirigente vendite
senior per TripAdvisor in Italia insieme ai responsabili di
Zoover, Trivago, Reviewpro e Holidaycheck. Ci vediamo a
Firenze?
SEO per Google Places
By Simone Luciani on November 15th, 2010
La SEO localizzata ha fatto parte della mia crescita
professionale negli anni che lavoravo come SEO in
eBay (2005-2009) sul sito Kijiji.it , a suo tempo
strutturato completamente su sotto-domini localizzati del
tipo milano.kijiji.it, roma.kijiji.it… proprio per riuscire a
8. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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posizionarsi bene con tutte le città con keyword come “annunci
milano”, “annunci roma” ecc.. Qualche anno fa questa era una
strategia perfetta. Kijiji dominava le SERP con tutte le query
locali più importanti.
Siamo ormai prossimi al 2011 e non solo la strategia dei
sotto-domini è da considerarsi “antica” come può essere un
quadro di Leonardo da Vinci, ma ora anche la strategia che
si usava fino a ieri potrebbe essere assolutamente inadeguata,
soprattutto nel posizionamento per keyword locali.
Google ha cambiato le carte in tavola ancora una volta e chi
gioca si deve adeguare. Il tema della SEO localizzata, ovvero
la strategia di ottimizzazione per posizionarsi con “keyword +
località”, era già ostico prima e ora con l’ultimo aggiornamento
di Google lo sarà ancora di più. Questo perchè il motore di
ricerca californiano ha deciso di dare molta importanza ai
risultati di Google Places nella SERP, oscurando o quasi, i
risultati
“normali”.
Ci sono anche altri fattori che rendono la strategia locale una
vera e propria sfida per i SEO Specialists di tutto il mondo e
questi sono:
• L’algoritmo che gestisce le query locali è cambiato
tantissimo diventando sempre più sensibile al
comportamento dell’utente e all’IP della connessione
internet (che determina una località specifica – seppur
in Italia spesso imprecisa),
• Molti SEO ipotizzano che la località nel dominio può
aiutare molto il posizionamento locale,
• Acquisire link “locali” è molto complicato.
Questi cambiamenti renderanno sicuramente più felici gli
utilizzatori di Google che troveranno risultati sempre più
pertinenti e rattristeranno tanti webmaster con siti a carattere
locale.
Vista la nuova importanza di Google Places nelle SERP delle
ricerche locali oggi voglio darvi qualche consiglio su come fare.
Strategia SEO Geocalizzata su
Google Places
Gli aggiornamenti di Google hanno fatto si che ora ci sono due
tipologie di risultati locali integrati tra di loro in una query:
1. google palces con la mappa integrata (posizionati ai
primi posti in una SERP)
2. risultati “organici – classici” (con il nuovo
aggiornamento vanno in secondo piano).
I fattori che determinano il posizionamento in Google Places
sono diversi da quelli “classici” e questi sono:
• Contenuti nelle schede di Google Places
• Recensioni e giudizi degli utenti
• Citazioni a carattere locale da siti autorevoli (i nuovi link)
• Coerenza dei dati aziendali tra il proprio sito e le risorse
esterne
• Fattori lato utente: IP di chi fa la ricerca, user behaviour
…
• Ottimizzazioni ON-site classiche (Title / On page ecc)
Alcuni consigli utili per
l’ottimizzazione in Google Places:
Inserisci la tua scheda in Google Places
Il primo step è sicuramente quello di inserire la tua azienda /
attività su Google Places attraverso la registrazione. E’ da
considerare anche l’inserimento su Bing Maps e Yahoo! Local.
Ottimizza i tuoi profili aziendali nelle varie
directory a carattere locale
Così come i link sono fondamentali per il ranking nelle SERP
“normali”, le citazioni nelle directory e nei siti a carattere locale
“autorevoli”, ad esempio pagine gialle, sono fondamentali per
un buon ranking in Google Places.
Un’attività di inserimento in queste directory e siti autorevoli
è consigliata. Ogni tipologia di Business ha le proprie directory
locali che Google considera autorevoli.
E’ importante ottimizzare tutti i vari profili aziendali online
cercando di essere coerenti tutte le volte con i numeri di
telefono e gli indirizzi. L’algoritmo di Google valuta molto
questo fattore.
Per esempio, se sul sito utilizzo il numero di telefono con
la forma +39 02 090 0901 dovrei fare lo stesso anche nelle
directory e nei siti esterni. Scrivere il numero di telefono in
modi diversi, ad esempio 0039 (0) 2 090 0901 sarebbe un
errore.
Incoraggia i tuoi clienti a scriverti
recensioni e darti dei giudizi
Un altro fattore fondamentale che può determinare il ranking
in Google Places è la recensione e il giudizio dell’utente.
Ovviamente migliori sono i giudizi migliore potrebbe essere il
ranking. Incoraggiate i vostri clienti a lasciare una recensione
9. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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su Google, è semplice e immediato. Una strategia che ho
proposto ad un mio cliente titolare di uno studio dentistico è
stata quella di offrire uno sconto a tutti i clienti che lasciavano
una recensione su Google Places tramite apposito link.
Attenzione: Google è in grado di capire se una recensione è
finta. Le recensioni finte sono contro la legislazione europea e
comunque Google potrebbe escludere il vostro sito da Google
Places con un ban.
Aumenta l’engagement con gli utenti di
Google Places
Come in qualsiasi attività di Online Marketing, anche in
Google Places l’engagement è importante. Questa si può
aumentare con l’inserimento di immagini, video e buoni sconti
sotto forma di coupon codes all’interno delle schede.
Oltre ai metodi nuovi non vanno dimenticati quelli classici
della SEO, ovvero l’ottimizzazione on site che deve essere
coerente con le località da promuovere.
Appena riesco vi propongo una lista di siti autorevoli da
utilizzare per aumentare le citazioni esterne che miglioreranno
il vostro ranking.
Disparity Rate: danni
all’immagine e ai profitti
By sfarinel on November 15th, 2010
Sono quasi 8.000 gli hotel italiani presi in analisi da Trivago
che per la maggior parte non mantengono la Parity Rate, cioè
non mostrano ai clienti tariffe univoche su tutti i canali di
vendita, (sia on-line che off-line), per la stessa camera e per le
stesse date di prenotazione.
Secondo il recente tHDPI (trivago Hotel Disparity Price
Index), condotto dal comparatore di prezzi del sito di
recensioni relativamente al periodo Settembre-ottobre 2010,
ci sarebbe in media un’oscillazione di prezzo del 13% nelle
tariffe nazionali, percentuale che va aumentando nelle città
meta dei maggiori flussi turistici, ad esempio Pisa (33%) e
Milano (32%). Gli hotel a 4 e 5 stelle detengono il primato della
“disparity rate” (dal 13% al 21%).
Dalla cartina elaborata da Trivago, si può evincere come la
pratica di mantenere tariffe differenziate sia diffusa un po’ in
tutta la penisola, anche se il primato al riguardo lo detengono
le regioni con maggior densità alberghiera, come Toscana, il
Lazio e Veneto:
Tra le Regioni che mantengono invece con più attenzione la
Parity ci sono quelle dove gli hotel presenti sul web sono pochi
e dove dunque c’è minor possibilità di contravvenire alla parità
tariffaria on-line, come il Molise (variazione tariffaria 1%), la
Basilicata, il Trentino Alto Adige (4%), il Friuli Venezia Giulia
(5%), la Liguria e la Puglia (entrambe 7%).
Le conseguenze della Disparity Rate: danni
all’immagine ed ai profitti
Abbiamo già ripetuto tante volte qui su Booking Blog che la
Parity Rate dovrebbe essere alla base di qualsiasi strategia di
posizionamento e di marketing, per evitare danni alla brand
reputation e ai profitti dell’hotel:
1. Danni d’immagine e di brand reputation:
Trivago afferma che “La disparità dei prezzi degli hotel
è un fenomeno che colpisce la maggior parte della
popolazione turistica ma che tuttavia non viene ancora
avvertito”.
2. Disincentivazione alla prenotazione diretta e
diminuzione dei profitti:
Come ha affermato Patrick Landman di Xotels
recentemente: “L’obiettivo della Rate Parity per gli
hotel consiste nell’incoraggiare gli utenti a prenotare
direttamente. Non dovrebbero trovare nessun
vantaggio nel prenotare tramite un intermediario
rispetto al vostro sito ufficiale. La Rate Parity dovrebbe
essere sfruttata alla stregua di uno strumento di
revenue management”.
Quello che afferma Landman, ovvero che l’albergatore
dovrebbe impegnarsi a far sì che il cliente prenoti
dal suo sito piuttosto che su un’OTA, per molti
albergatori italiani sembra non essere un fatto così
10. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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scontato. L’analisi di Trivago rivela infatti: “Lo scenario
reale dimostra che esiste una grande percentuale di
risparmio (per gli utenti, ndr), che dipende per lo più
per l’esistenza di agenzie di prenotazione on-line e che
solo raramente è l’hotel stesso a praticare e riservarsi la
tariffa più bassa”.
Il fatto che l’hotel proponga sui portali una tariffa
addirittura più bassa che sul proprio sito, denota
senza dubbio carenza di una cultura customer-oriented,
mancanza di attenzione e di utilizzo di strumenti
avanzati per la gestione delle tariffe come il channel
manager.
Cancellation disparity: gli utenti non sono
invogliati a prenotare sul sito ufficiale
Recentemente abbiamo rilevato che gli albergatori italiani
spesso non si limitano a gestire tariffe diverse tra portali e sito
ufficiale, ma spesso si spingono fino allo stabilire due diversi
trattamenti di cancellazione: se sul portale la cancellation
policy è di pochi giorni, sul sito ufficiale le restrizioni sono
molto più dure.
Ma perché accade questo? Forse in questo modo l’albergatore
si illude di potersi tutelare maggiormente contro no-show
o cancellazioni, o forse semplicemente non reputa il cliente
abbastanza “scaltro” da individuare questa disparità di
trattamento.
Come abbiamo già detto per le tariffe, gli utenti stanno
diventando sempre più attenti e accorti nell’effettuare una
prenotazione, dunque una cancellation policy meno flessibile
sul canale diretto, non potrà far altro che disincentivare alla
prenotazione sul sito ufficiale.
Insomma, c’è una “masochistica” propensione a spingere
l’utente a prenotare su canali in cui si pagano fior di
commissioni.
Dunque come è possibile favorire la disintermediazione dalle
OTA e l’incentivazione all’utilizzo del canale diretto? Come
sensibilizzare gli albergatori ad una nuova, diversa e più
proficua gestione dell’hotel e del sito ufficiale?
Google instant preview: ed ora
che succede?
By Salvatore on November 15th, 2010
Alcuni giorni fa scrivevo in un post di una funzione
sperimentale messa in atto da Google con la quale veniva
mostrato, di fianco ai risultati organici, per ogni sito nelle serp,
una Thumbnail (ovvero un immagine di anteprima) del sito
stesso.
Oggi tale funzione è diventata realtà anche per il mercato
italiano, con il nome di Google Instant Preview.
D’ora in poi quando un utente interrogherà Google, gli
verranno mostrati -di fianco ai risultati- sulla destra delle
speciali icone, simili ad una lente di ingrandimento, passando
il mouse sulle quali sarà possibile vedere un anteprima del sito
che si intende visitare.
Un'anteprima di Google Instant Preview
Google, in una nota definisce questa nuova funzione “reattiva
ed intuitiva” e creata allo scopo di “far risparmiare tempo utile
nella ricerca” e di “far trovare più velocemente un sito già
visitato“.
La novità non è di poco conto, anzi, in relazione al CTR (Il CTR
o click-thtough rate è il tasso, in percentuale, di click) gli effetti
saranno davvero notevoli. Ad esempio:
User Experience Design
Innanzitutto verrà presa molto più in considerazione l’User
Experience Design: la navigabilità, il design e l’usabilità di
un sito avranno un’importanza maggiore, ed è ovvio; quando
un utente interroga Google per una ricerca sta cercando un
qualcosa di specifico ed una “giusta” anteprima del sito web
sicuramente otterrà un CTR maggiore.
Densità dei testi nella pagina
La densità di un testo in una pagina assumerà nello
stesso tempo un’importanza maggiore. Visualizzare infatti un
anteprima di un sito web contraddistinta da testi poco leggibili
influirà sul click-thtough rate in maniera negativa.
Look and Feel del sito
Anche l’aspetto grafico -se positivo- sarà premiato con un
CTR maggiore. Siti contraddistinti da un layout moderno e
professionale avranno ovviamente una credibilità maggiore.
Un sito web quindi realizzato con dei colori gradevoli e da un
design pulito riceverà più traffico proprio grazie al suo design.
Conclusione
Con molta probabilità nei prossimi mesi Google Instant
Preview si diffonderà in maniera virale.Ora più che mai è
necessario progettare siti web contraddistinti da ottimi livelli
di User Experience Design e di principi di usabilità se vogliamo
aumentare il traffico proveniente dai risultati organici dei
motori di ricerca.
11. November 15th, 2010 Published by: webtravelmarketing
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